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1 La prima visita odontoiatrica del paziente pediatrico affetto da disabilità R. D Avenia, L.C. Buracchi, S. Michelozzi, B. Barbarani, C. Villanacci Odontostomatologia Speciale Pediatrica, A.O.U. Meyer Firenze INTRODUZIONE: La definizione di handicap racchiude in sé molteplici condizioni che comprendono quelle forme patologiche in grado di interessare lo sviluppo psico-intellettivo del soggetto, associate spesso a malformazioni fisiche e neurologiche. Per eseguire un corretto approccio psicologico è importante conoscere il tipo di disabilità e il contesto familiare o istituzionale in cui è inserito il paziente tramite un colloquio con i genitorifamiliari o con i tutori. Anche l età del paziente e le cosiddette capacità di recupero ( correlabili al fatto che i nostri pazienti sono in età evolutiva ) sono di fondamentale importanza, non solo per l approccio, ma anche per il piano terapeutico che può prevedere nel caso di un soggetto in fase di recupero delle abilità, un piano terapeutico ad impegno progressivo. E di fondamentale importanza, inoltre, la tipologia di struttura sanitaria ove si opera: nei centri odontoiatrici di terzo livello sarà possibile trattare il paziente sia ambulatorialmente che in sedazione o in anestesia generale, mentre nello studio professionale si potranno fare alcuni interventi terapeutici rivolti prevalentemente a quei piccoli pazienti che offrono un certo grado di collaborazione, oppure si potranno eseguire visite odontoiatriche di pazienti francamente non

2 collaboranti che sono stati trattati in anestesia generale in centri specializzati, ma distanti dal proprio domicilio o per visite di controllo e istruzione dei familiari alle tecniche di igiene domiciliare. Prima della visita è utile, comunque, un colloquio con i genitori, o con un familiare, atto a raccogliere l anamnesi clinica e quella psicologica e per iniziare l istruzione dei familiari all igiene orale. La fase più articolata e complessa di questo colloquio odontoiatra-familiare è quella dedicata alla discussione e risoluzione delle aspettative dei genitori. Spesso quest ultimi conducono i propri figli più per problematiche relative all occlusione e quindi di tipo ortodontico-estetico che per migliorare la salute orale. La Prima Visita Durante la prima visita, un corretto approccio psicologico prevede la determinazione dell età mentale, l utilizzo degli strumenti di indagine (Osservazione, Anamnesi psicologica, Colloquio), della tecnica del Tell-Show-Do e la sedazione psicologica. Quando il piccolo paziente offre un grado di collaborazione buono o discreto, per la prima visita, si può usare la tecnica della mamma poltrona. Il piccolo si accomoda sul grembo della madre in modo che l abbraccio possa essere utilizzato come contenzione amorevole. Se il paziente deve essere spostato, nel caso si tratti di un bambino, affetto ad esempio da paralisi

3 cerebrale e conseguente tetraparesi spastica, è utile affidare questo compito ai genitori oppure compiere questa manovra in due persone per poi posizionare il paziente al centro della poltrona con le braccia e le gambe più vicine possibile al corpo e il tronco sostenuto da cuscini e altri ausili. Nei casi di scarsa o assente collaborazione si può utilizzare la contenzione familiare oppure la contenzione familiare-operatore,sempre auspicabile, sia dal punto di vista psicologico che per le migliori capacità di controllo che i genitori sanno mettere in atto. In questa tipologia di pazienti andrebbero evitati movimenti bruschi della poltrona, rumori intensi e tutte le procedure intraorali dovrebbero essere eseguite lentamente, in modo da non scatenare il riflesso del vomito o la cosiddetta reazione di spavento che consiste in movimenti del corpo improvvisi, involontari e spesso violenti. Ma la visita odontoiatrica di un piccolo paziente non collaborante può essere effettuata anche lontano dalla poltrona odontoiatrica: più spesso il paziente rimane sulla sua sedia a rotelle oppure viene visitato sdraiato in terra, alla finestra o in auto ecc. Per quanto riguarda l approccio a piccoli pazienti affetti da ritardo mentale si rende indispensabile la determinazione dell età mentale, che sarà diversa da quella anagrafica. Se il ritardo è lieve o moderato ed il paziente possiede delle residue capacità relazionali, è importante cercare di relazionare presentandogli l ambiente e facendolo familiarizzare con il personale dell ambulatorio per ridurre la paura dell ignoto.

4 Bisogna rivolgersi al bambino parlando lentamente, cercando di dare un comando alla volta e rinforzando i comportamenti corretti con elogi (Rinforzo Positivo). Se la collaborazione è sufficiente, in prima visita va eseguita una valutazione dell eventuale deficit staturo-ponderale, della postura, del tono muscolare degli arti, dei muscoli del collo, della muscolatura del distretto facciale, della posizione della lingua con l eventuale stato di protrusione. Andrà valutato anche il tipo di respirazione, l occlusione, lo stato delle mucose orali, lo stato igienico, lo stato del parodonto e lo stadio della permuta Durante questa visita deve essere poi valutata la situazione dentaria con l annotazione di anomalie di forma, di numero e di struttura ( tali osservazioni sono spesso utili al genetista ) e i processi cariosi presenti. BIBLIOGRAFIA 1) Baccetti T., D Avenia R. Soggetti con ritardo mentale e/o deficit sensoriali in età evolutiva : problemi di pertinenza odontoiatrica. Dental Cadmos 11/98: 1-5 2) Boj J.R., Davila J.M. Differences between normal and developmentally disabled children in a first dental visit. ASDC J. Dent.Child. 1995, 62 (1) : ) D Avenia R., Baccetti T., Pierleoni F. Approccio psicologico differenziato al paziente portatore di handicap in odontoiatria. Giorn. Anest. Stomatol., Vol XXV, 1 : 7-10

5 4) Glassman P., Miller C. Dental disease prevention and people with special needs J. Calf. Dent. Ass Feb ; 31 (2) :

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