Il bilancio di esercizio

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il bilancio di esercizio"

Transcript

1 Il bilancio delle Banche (struttura e principi di formazione) La misurazione della performance bancaria La valutazione dell adeguatezza del capitale (ICAAP) in rapporto ai rischi bancari Prof. Alessandro Berti Dipartimento di studi giuridici e aziendali Lezioni di tecnica bancaria a.a alessandro.berti@uniurb.it weblog

2 Il bilancio di esercizio Il bilancio costituisce un sistema complesso e integrato di informazioni la cui finalità principale è quella di fornire a terzi (azionisti, creditori, mercato, ecc.) una rappresentazione della situazione aziendale (patrimoniale, economica e finanziaria) che consenta di formulare valutazioni corrette sullo stato di salute dell impresa e di prendere coerenti decisioni economiche. Prof. Alessandro Berti 2

3 Criteri di redazione del bilancio VERITA I dati esposti devono corrispondere a quelli registrati nelle scritture contabili Questi ultimi, a loro volta, corrispondono ai fatti aziendali Prof. Alessandro Berti 3

4 Criteri di redazione del bilancio CORRETTEZZA Il comportamento è corretto se, data una molteplicità di soluzioni possibili per rappresentare o valutare in bilancio una determinata operazione la scelta effettuata appartiene a quel sottoinsieme di opzioni compatibili con la normativa, ovvero accettabili nella prassi sotto il profilo della ragionevolezza. Prof. Alessandro Berti 4

5 Criteri di redazione del bilancio I principi di VERITA e di CORRETTEZZA implicano: CHIAREZZA Sia negli aspetti quantitativi sia in quelli descrittivo - esplicativi, della situazione aziendale e delle scelte valutative effettuate, in modo da consentire il massimo grado di intelligibilità del bilancio. Prof. Alessandro Berti 5

6 Il bilancio di esercizio come strumento di informazione Ricchezza Omogeneità Veridicità Relazione sulla gestione Stato patrimoniale Conto economico Nota integrativa Standardizzazione degli schemi Definizione degli aggregati Regole valutazione Obbligo legislativo Relazione sindaci Relazione revisori se quotata Prof. Alessandro Berti 6

7 Chi è interessato al bilancio bancario azionisti analisti giornali altri bilancio clienti banche Bankit depositanti dipendenti altri Consob Stato Prof. Alessandro Berti 7

8 Per meglio comprendere il bilancio bancario ricordiamo le funzioni della banca. Monetaria, per cui emette titoli di debito accettati in sostituzione della moneta legale e gestione del sistema pagamenti. Creditizia, attuando il trasferimento del risparmio finanziario dalle unità in surplus a quelle in deficit. Questa attività implica: trasformazione delle scadenze; trasformazione dei rischi; selezione e controllo del credito. Servizi, per cui fornisce una serie di servizi extrafinanziari alla clientela, soprattutto alle imprese. Prof. Alessandro Berti 8

9 Retail standardizzazione; e s s e n z i a l m e n t e transazioni; bassi costi unitari; basso valore aggiunto unitario; canali distributivi capillari relazione poco personalizzata Aree di affari Corporate Private servizi complessi ed integrati; personalizzazione dimensione unitaria non piccola inquadrabile in un rapporto di lunga durata e quindi di relationship banking. Prof. Alessandro Berti 9

10 Fonti normative Le norme generali in materia di informativa di bilancio relativa alle imprese e ai gruppi bancari sono contenute nel D.L. 27/11/1992 n. 87, che ne ha stabilito i principi fondamentali. La regolamentazione degli aspetti tecnici, però, è stata riservata, dall art. 5 di tale decreto, alla Banca d Italia, la quale ha il compito di stabilire gli schemi del bilancio bancario e le regole per la loro formazione, introducendo in essi le modifiche e gli aggiornamenti dovuti all evoluzione delle disposizioni e degli orientamenti comunitari. Prof. Alessandro Berti 10

11 Fonti normative (SEGUE) Così, dopo che il D.L. 28/02/2005 n. 38 ha introdotto per tutte le banche l obbligo di redigere il bilancio secondo i principi contabili internazionali, la Banca d Italia ha emanato la circolare n. 262 del 22/12/2005 Bilancio bancario: schema e regole di compilazione con la quale ha adeguato a tali principi le previgenti istruzioni. Prof. Alessandro Berti 11

12 L INTRODUZIONE DEGLI IAS È stato necessario introdurre a livello europeo - una normativa di riferimento unica ed efficacemente applicabile per le aziende europee - una normativa in grado di assicurare trasparenza e comparabilità dell informativa finanziaria - una normativa che permettesse alle aziende comunitarie di competere equamente Prof. Alessandro Berti 12

13 L INTRODUZIONE DEGLI IAS: conseguenze Il bilancio deve rispondere alle esigenze informative degli stakeholders. Le informazioni che il bilancio deve fornire sono: 1. la situazione patrimoniale/finanziaria 2. l andamento economico in seguito a cambiamenti della situazione patrimoniale/finanziaria 3. tutte le altre informazioni utili ad un ampia serie di possibili utilizzatori nel processo di decisione economica Il processo di redazione del bilancio diviene più complesso Nel bilancio non è più predominante il principio della prudenza È previsto l utilizzo del criterio del fair value Prof. Alessandro Berti 13

14 I PRINCIPI DI MAGGIOR IMPATTO PER LE BANCHE Ias 14 prescrive la presentazione di un autonoma informativa economicofinanziaria per ciascuno dei settori di attività in cui l impresa opera. Ias 17 contiene le regole per la contabilizzazione e presentazione in bilancio delle operazioni di leasing operativo e finanziario. Ias 27, 28 e 30 riguardano la rilevazione e la valutazione delle partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint-venture. Prof. Alessandro Berti 14

15 I PRINCIPI DI MAGGIOR IMPATTO PER LE BANCHE Ias 32 e 39 disciplinano la rilevazione e la valutazione degli strumenti finanziari, oltre alle informazioni integrative obbligatorie relative a tali strumenti. Con l applicazione del fair value le attività e passività sono valutate secondo la maturazione economica degli eventi che le hanno generate fino alla fine dell esercizio Il reddito è prodotto dalle operazioni maturate e realizzate solamente nell esercizio corrente. Prof. Alessandro Berti 15

16 DOCUMENTI DEL BILANCIO Stato patrimoniale Conto economico Nota integrativa Relazione degli amministratori Prof. Alessandro Berti 16

17 LO STATO PATRIMONIALE ATTIVO VOCI DELL'ATTIVO Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie valutate al Fair Value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso la clientela Derivati di copertura Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura Partecipazioni Attività materiali Attività immateriali Attività fiscali Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Altre attività TOTALE ATTIVO Prof. Alessandro Berti 17

18 LA CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE Attività detenute per la negoziazione Attività acquisite con lo scopo di essere vendute nel breve termine Attività valutate al fair value Variazione del valore contabilizzata a conto economico. Rientra in questa categoria qualsiasi attività così definita al momento dell acquisto indipendentemente dalle finalità connesse alla detenzione Attività disponibili per la vendita Attività indicate appositamente come tali ovvero individuate in via residuale come non rientranti nelle precedenti categorie Prof. Alessandro Berti 18

19 LA CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE Attività detenute fino a scadenza Attività non derivate con scadenza fissa e pagamenti fissi o determinabile, acquistate con lo scopo di detenerle fino a scadenza Crediti e finanziamenti Attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili non quotate in un mercato attivo La attività classificabili come crediti e finanziamenti possono essere inserite nelle attività di trading ovvero nelle attività disponibili per la vendita in caso di espressa volontà manifesta all origine. Prof. Alessandro Berti 19

20 LE ATTIVITÀ FINANZIARIE: UN APPROFONDIMENTO Attività finanziarie detenute fino a scadenza Rientrano in questa categoria gli strumenti che la banca acquista con l unico scopo di detenerli fino alla data di scadenza Non possono rientrare in questa categoria: I titoli azionari Le opzioni, i Warrant e i diritti su azioni Gli strumenti puttable Strumenti per cui si ha intenzione di effettuare interventi di copertura dal rischio di tasso d interesse e dal rischio di pagamento anticipato Prof. Alessandro Berti 20

21 LE ATTIVITÀ FINANZIARIE: UN APPROFONDIMENTO Strumenti finanziari disponibili per la vendita Sono classificate come tali le attività finanziarie non derivate, che non sono state classificate nelle altre categorie È una categoria residuale Possono essere classificate come tali: Titoli obbligazionari che non sono oggetto di attività di trading Le azioni non detenute con finalità di negoziazione ovvero non qualificabili come di controllo, di collegamento o controllo congiunto (anche quote di investimenti di private equity ovvero in fondi di private equity) Quote di prestiti sindacati sottoscritti e destinati fin dall origine alla cessione Prof. Alessandro Berti 21

22 LO STATO PATRIMONIALE PASSIVO VOCI DEL PASSIVO Debiti verso banche Debiti verso la clientela Titoli in circolazione Passività finanziarie di negoziazione Passività finanziarie valutate al fair value Derivati di copertura Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura Passività fiscali Passività associate ad attività in via di dismissione Altre passività TFR del personale Fondi per rischi ed oneri Riserve di valutazione Azioni rimborsabili Strumenti di capitale Riserve Sovraprezzi di emissione Capitale Azioni proprie (-) Utile (Perdita) di esercizio TOTALE PASSIVO Prof. Alessandro Berti 22

23 LE NUOVE VOCI DEL PASSIVO Le passività finanziarie di negoziazione: figurano nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica, detenute per finalità di negoziazione come ad esempio: Contratti derivati non rilevati come strumenti di copertura Obbligazioni a consegnare attività finanziarie in caso di operazioni allo scoperto Passività finanziarie emesse con l obiettivo di riacquistarle nel breve termine la valutazione, tranne particolari casi, è effettuata al fair value Prof. Alessandro Berti 23

24 LE NUOVE VOCI DEL PASSIVO Le passività finanziarie valutate al fair value: Le banche, come nel caso delle attività finanziarie, possono decidere di iscrivere le passività in questa voce, va esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi. Prof. Alessandro Berti 24

25 RICLASSIFICAZIONE DELLO SP VOCI DELL'ATTIVO ATTIVITÀ FRUTTIFERE (AF) Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie valutate al Fair Value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso la clientela Derivati di copertura Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura Partecipazioni Prof. Alessandro Berti 25

26 RICLASSIFICAZIONE DELLO SP (SEGUE) ATTIVITÀ NON FRUTTIFERE (ANF) Attività materiali Attività immateriali Altre attività ATTIVITÀ REALI (AR) Attività fiscali Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione TOTALE ATTIVO Prof. Alessandro Berti 26

27 RICLASSIFICAZIONE DELLO SP (SEGUE) VOCI DEL PASSIVO PASSIVITÀ ONEROSE (PO) Debiti verso banche Debiti verso la clientela Titoli in circolazione Passività finanziarie di negoziazione Passività finanziarie valutate al fair value Derivati di copertura Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura PASSIVITÀ NON ONEROSE (PNO) Passività fiscali Passività associate ad attività in via di dismissione Altre passività TFR del personale Fondi per rischi ed oneri Prof. Alessandro Berti 27

28 RICLASSIFICAZIONE DELLO SP (SEGUE) Riserve di valutazione Azioni rimborsabili Strumenti di capitale Riserve Sovraprezzi di emissione Capitale PATRIMONIO (PATR) Azioni proprie (-) Utile (Perdita) di esercizio TOTALE PASSIVO Prof. Alessandro Berti 28

29 IL CONTO ECONOMICO Interessi attivi e proventi assimilati Interessi passivi ed oneri assimilati MARGINE D'INTERESSE (1-2) Commissioni attive Commissioni passive COMMISSIONI NETTE (4-5) dividendi e proventi assimilati Risultato netto dell'attività di negoziazione Risultato netto dell'attività di copertura Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza d) passività finanziarie Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value MARGINE DI INTERMEDIAZIONE ( / ) Prof. Alessandro Berti 29

30 IL CONTO ECONOMICO (SEGUE) Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza d) altre operazioni finanziarie RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA (120+/- 130) Spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative Accantonamenti netti ai fondi rischi Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Altri oneri/proventi di gestione COSTI OPERATIVI ( /- 170+/ ) Prof. Alessandro Berti 30

31 IL CONTO ECONOMICO (SEGUE) Utili (perdite) da partecipazioni Risultato netto della valutazione al fair value delle attività immateriali Rettifiche di valore dell'avviamento Utili (Perdite) da cessione di investimenti UTILE (PERDITA) DELL'OPERATIVITÀ CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente UTILE (PERDITA) DELL'OPERATIVITÀ CORRENTE AL LORDO DELLE IMPOSTE Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte UTILE (PERDITA) D'ESERCIZIO (270+/-280) Prof. Alessandro Berti 31

32 I CRITERI DI RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO Negli interessi netti sono allocati: I dividendi da partecipazioni connessi con operazioni di finanziamento Il risultato netto dell attività di copertura Il risultato della negoziazione ricomprende: I dividendi delle voci 20 e 40 dello Stato Patrimoniale Attivo Gli utili e le perdite da cessione o riacquisto delle attività disponibili per la vendita e di passività finanziarie Nelle rettifiche di valore nette su crediti sono appostati: Gli utili o perdite da cessione o riacquisto di crediti Le rettifiche di valore netto per deterioramento di altre operazioni finanziarie Prof. Alessandro Berti 32

33 LA NOTA INTEGRATIVA Rappresenta la parte del bilancio bancario innovativa e ricca di informazioni significative. Le informazioni contenute nella nota informativa sono di natura: qualitativa, per interpretare correttamente i dati quantitativi indicati in bilancio (criteri valutazione, mappa partecipazioni); quantitativa, consistenti in dati analitici sull operatività dell intermediario, con la funzione di completare il quadro della situazione aziendale (operazioni fuori bilancio, dati extra contabili); disaggregare i dati dello stato patrimoniale e del conto economico (composizione interessi attivi e passivi.); riclassificare i dati in una logica gestionale (impieghi per vita residua). Prof. Alessandro Berti 33

34 LA NOTA INTEGRATIVA (SEGUE) Per la legislazione italiana (contrariamente a quella comunitaria) la nota integrativa ha natura sistematica per garantire trasparenza e confrontabilità. Gli operatori possono aggiungere informazioni. La nota integrativa è strutturata in quattro parti: A Criteri di valutazione; B Informazioni sullo stato patrimoniale; C Informazioni sul conto economico; D Altre informazioni. Divise a loro volta in sezioni. Prof. Alessandro Berti 34

35 GLI INDICATORI GESTIONALI Una volta effettuata la riclassificazione si tratta di individuare degli indici di bilancio che siano rappresentativi dei fenomeni che si intendono analizzare. Grosso modo si possono individuare tre categorie di indicatori: Gli indicatori di redditività, volti ad evidenziare la capacità dell azienda di generare reddito. Tra i principali il roe, il roa ed il roi; Gli indicatori di efficienza, volti ad evidenziare la capacità della banca di trovare il giusto equilibrio tra costi e ricavi. In tal senso il principale indicatore è il cost/income. In questa area rientrano anche gli indicatori di produttività; Gli indicatori di solvibilità, volti ad evidenziare sia la rischiosità degli impieghi sia la capacità del patrimonio di coprire i rischi, il principale è l indice di solvibilità. Prof. Alessandro Berti 35

36 I PRINCIPALI INDICATORI BANCARI Il roe (utile netto su patrimonio), che misura la redditività del patrimonio investito, utilizzabile, oltre che per fare confronti con altre banche, anche per fare confronti con investimenti alternativi. Il rapporto utile netto su utile lordo, come indicatore del carico fiscale gravante sulla banca. Infatti, un indicatore pari a 80% indica un prelievo di imposte pari al 20%. Il rapporto utile lordo/risultato di gestione, per individuare il peso assunto dalle componenti straordinarie di reddito che darebbero un risultato superiore al 100. L indice interessi attivi su totale attivo, per misurare la redditività finanziaria media degli investimenti effettuati. Se rapportato solo all attivo fruttifero si otterrebbe una misura dell interesse attivo unitario medio. Prof. Alessandro Berti 36

37 I PRINCIPALI INDICATORI BANCARI (SEGUE) Il rapporto interessi passivi su passivo fruttifero di interessi, come indicatore del costo unitario medio della raccolta. Il rapporto margine di interesse su margine di intermediazione, come indicatore del contributo fornito dall attività di intermediazione alla redditività bancaria. Il rapporto oneri operativi su risultato di gestione, come indicatore del rapporto cost/income. Il rapporto interessi passivi su passivo fruttifero di interessi, come indicatore del costo unitario medio della raccolta. Prof. Alessandro Berti 37

38 I PRINCIPALI INDICATORI BANCARI (SEGUE) Il rapporto (raccolta+impieghi)/sportelli (o addetti), per misurare la produttività degli addetti o degli sportelli in funzione o della raccolta diretta, o degli impieghi o di entrambi. La leva finanziaria (debiti/patrimonio), importante perché: in positivo, a parità di altre condizioni, una maggiore leva consente un maggiore reddito; in negativo, perché una maggiore leva comporta una maggiore fragilità finanziaria. Prof. Alessandro Berti 38

39 I PRINCIPALI INDICATORI BANCARI (SEGUE) Bisogna fare attenzione nel confrontare voci di stato patrimoniale con quelle di conto economico, considerando che le prime sono consistenze e le seconde flussi. In tal senso, se esistono, le voci patrimoniali dovrebbero essere riferite alla consistenza media annuale. Una proxy di quest ultima è la media aritmetica del valore di bilancio al tempo n-1 e al tempo 1. Questi indicatori sono associabili in vari modi, anche in funzione di alcuni artifici matematici. Prof. Alessandro Berti 39

40 LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE Prof. Alessandro Berti 40

41 LA VALUTAZIONE DEI TITOLI E I CRITERI DI CONTABILIZZAZIONE La valutazione iniziale dei titoli avviene al fair value Strumenti finanziari detenuti per la negoziazione Sono valutati al fair value Strumenti finanziari designati al fair value Strumenti finanziari detenuti fino a scadenza Sono valutati al costo ammortizzato Prof. Alessandro Berti 41

42 La valutazione degli strumenti finanziari disponibili per la vendita Le attività finanziarie quotate sono valutate al fair value con contropartita Patrimonio netto, dove sono rilevati gli utili/perdite derivanti dalla variazione del fair value Conto economico, in cui vanno rilevati i proventi e gli oneri realizzati in seguito alla cancellazione (storno della riserva corrispondente) Le attività finanziarie non quotate per cui non è possibile determinare il fair value con attendibilità sono valutate al costo LA VALUTAZIONE DEI TITOLI E I CRITERI DI CONTABILIZZAZIONE Il costo degli strumenti finanziari disponibili per la vendita è determinato tramite la metodologia del costo ammortizzato Gli interessi maturati sono rilevati a conto economico tramite l applicazione del metodo del costo ammortizzato Prof. Alessandro Berti 42

43 LA DETERMINAZIONE DEL FAIR VALUE Per i titoli quotati in un mercato regolamentato è il prezzo di mercato per un attività da rivendere è il bid price per un attività da acquistare è l asking price nel caso di assenza di questi prezzi è il prezzo dell operazione più recente Prof. Alessandro Berti 43

44 LA DETERMINAZIONE DEL FAIR VALUE (SEGUE) Nel caso di attività non quotate si può procedere utilizzando delle tecniche di stima hanno l obiettivo di valutare quale sarebbe stato il prezzo di una transazione alla data di valutazione in normali condizioni di mercato devono far possibilmente ricorso ai dati di mercato e solo se non fossero disponibili ad altre informazioni interne al soggetto emittente l attività finanziaria incorporano tutti gli elementi che i partecipanti al mercato considererebbero nel regolare il prezzo deve essere coerente con le diffuse metodologie economiche utilizzate per determinare i prezzi degli strumenti finanziari Prof. Alessandro Berti 44

45 LE RIPERCUSSIONI SUL CONTO ECONOMICO Interessi attivi e proventi assimilati Interessi passivi ed oneri assimilati MARGINE D'INTERESSE (1-2) Commissioni attive Commissioni passive COMMISSIONI NETTE (4-5) dividendi e proventi assimilati Risultato netto dell'attività di negoziazione Risultato netto dell'attività di copertura Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza d) passività finanziarie Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value MARGINE DI INTERMEDIAZIONE ( / ) Prof. Alessandro Berti 45

46 LE RIPERCUSSIONI SUL CONTO ECONOMICO (SEGUE) Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza d) altre operazioni finanziarie RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA (120+/- 130) Spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative Accantonamenti netti ai fondi rischi Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Altri oneri/proventi di gestione COSTI OPERATIVI ( /- 170+/ ) Prof. Alessandro Berti 46

47 LA VALUTAZIONE DEI CREDITI E I CRITERI DI CONTABILIZZAZIONE La rilevazione in bilancio dei crediti avviene solo quando l entità diviene parte del contratto e acquisisce i diritti connessi all esecuzione delle relative clausole Al momento della prima iscrizione il credito è iscritto al fair value Prof. Alessandro Berti 47

48 LA VALUTAZIONE DEI CREDITI E I CRITERI DI CONTABILIZZAZIONE (SEGUE) In seguito il credito è valutato al costo ammortizzato : Valore di prima iscrizione diminuito dei rimborsi di capitale e di ogni rettifica/ripresa di valore, in seguito incrementato ovvero ridotto dell ammortamento complessivo utilizzando il metodo dell interesse effettivo relativo a qualsiasi differenza fra l ammontare erogato e quello a scadenza Con tale modalità si ammortizzano i costi/proventi della transazione in un intervallo di tempo pari alla vita residua attesa del credito. Gli elementi fondamentali alla base del criterio contabile del costo ammortizzato sono: - I costi/proventi dell operazione - Il tasso d interesse effettivo Prof. Alessandro Berti 48

49 I COSTI E PROVENTI DELLA TRANSAZIONE Sono quei costi/proventi che sono direttamente attribuibili alla transazione e che senza di essa si sarebbero prodotti La loro presenza incide direttamente sul tasso d interesse effettivo a) in presenza di costi imputabili alla transazione l ammontare erogato effettivo sarà superiore a quello nominale, di conseguenza il tasso effettivo del credito sarà inferiore al tasso contrattuale b) in presenza di proventi imputabili al credito l ammontare erogato effettivo saràinferiore a quello nominale, di conseguenza il tasso effettivo del credito sarà superiore al tasso contrattuale Prof. Alessandro Berti 49

50 I COSTI E PROVENTI DELLA TRANSAZIONE (SEGUE) Sono da includere nei costi della transazione: I diritti e le commissioni pagate ad agenti, consulenti, mediatori ed altri intermediari di mercato I contributi dovuti ad organi regolamentari e alle borse Le imposte e tasse dovute per la conclusione dei contratti Si escludono I premi e gli sconti I costi di finanziamento I costi interni amministrativi o di gestione Prof. Alessandro Berti 50

51 IL TASSO DI INTERESSE EFFETTIVO Il tasso effettivo di rendimento di una attività finanziaria è il tasso che soddisfa la seguente equazione Dove: Tie = tasso di interesse effettivo K = numero d ordine di un credito k1= numero d ordine di un rimborso Ak= importo dell erogazione numero A1K1= importo di rimborso del numero k M = numero d ordine dell ultima erogazione m1= numero d ordine dell ultimo rimborso tk= intervallo espresso in anni e frazioni di anno tra la data dell erogazione n. 1 e le date delle ulteriori erogazioni da 2 a m t1k= intervallo espresso in anni e frazioni di anni fra la data dell erogazione n.1e le date dei rimborsi da 1 a m Fonte: Mazzeo, R. Palombini, E. Zorzoli, S. (a cura di), (2005), IAS-IFRS e imprese bancarie, edibank, Roma. Prof. Alessandro Berti 51

52 IL TASSO DI INTERESSE EFFETTIVO (SEGUE) Il rendimento del credito è quello effettivamente prodotto dall operazione La rata calcolata al tasso nominale si configura come un semplice flusso di cassa senza alcun effetto economico Il Tie calcolato all origine non si modifica nel tempo In caso di tasso fisso Indipendentemente dall effettivo incasso dei flussi di cassa Indipendentemente dall eventuale rinegoziazione del credito Prof. Alessandro Berti 52

53 LE RIPERCUSSIONI SUL CONTO ECONOMICO Interessi attivi e proventi assimilati Interessi passivi ed oneri assimilati MARGINE D'INTERESSE (1-2) Commissioni attive Commissioni passive COMMISSIONI NETTE (4-5) dividendi e proventi assimilati Risultato netto dell'attività di negoziazione Risultato netto dell'attività di copertura Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza d) passività finanziarie 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 120 MARGINE DI INTERMEDIAZIONE ( / ) Prof. Alessandro Berti 53

54 LA VALUTAZIONE DEI CREDITI NON PERFORMING Lo Ias 39 richiede che a ogni chiusura del bilancio si proceda all accertamento dell esistenza di una durevole perdita di valore (impairment) per ogni attività finanziaria ovvero gruppo di attività finanziarie La perdita di valore può essere rilevata in molte condizioni, fra le più frequenti: Significative difficoltà finanziarie del debitore Violazione degli accordi contrattuali (ad esempio mancato versamento degli interessi oppure mancato rimborso del capitale) Rinegoziazione del credito che non sarebbe mai avvenuta se le condizioni economiche del debitore non fossero peggiorate La scomparsa da un mercato attivo dell attività finanziaria Diminuzione nei flussi finanziari stimati di un gruppo di attività finanziarie Prof. Alessandro Berti 54

55 LA VALUTAZIONE DEI CREDITI NON PERFORMING (SEGUE) Può avvenire secondo due modalità Valutazione analitica Nel momento in cui si accerta la presenza di una perdita durevole, la valutazione analitica dell impairment deve essere effettuata in riferimento a ciascun credito quando essa risulti singolarmente significativa Tali crediti non devono essere a loro volta oggetto di valutazione collettiva Prof. Alessandro Berti 55

56 LA VALUTAZIONE DEI CREDITI NON PERFORMING (SEGUE) Valutazione collettiva Sono quei crediti per i quali non si hanno a disposizione informazioni tali da permettere di identificare in modo specifico perdite durevoli Nel momento in cui si avessero tali informazioni di un credito inserito nelle attività valutate collettivamente, esso va immediatamente rimosso dal gruppo e sottoposto a valutazione analitica Prof. Alessandro Berti 56

57 LA VALUTAZIONE COLLETTIVA DEI CREDITI Lo Ias 39 prevede che la valutazione collettiva avvenga dopo il raggruppamento dei crediti in gruppi omogenei in termini di rischio di credito, individuando come possibili criteri: Il merito creditizio del debitore La tipologia dello strumento finanziario Il settore e la localizzazione geografica La tipologia dell eventuale garanzia Altri fattori che possono essere individuati allo scopo di assicurare la capacità tutti gli importi contrattualmente dovuti Prof. Alessandro Berti 57

58 IL CALCOLO DELLA SVALUTAZIONE COMPLESSIVA Lo Ias39 non indica una metodologia precisa, può essere utilizzato qualsiasi metodo statistico o matematico che risponda ai seguenti parametri rilevanti: Il valore finanziario nel tempo I flussi di cassa residui di ciascuna attività del gruppo La durata dei crediti inseriti nel portafoglio È necessario che vi sia coerenza fra il criterio di calcolo della valutazione è il criterio di segmentazione dei gruppi omogenee Prof. Alessandro Berti 58

59 LE RIPERCUSSIONI SUL CONTO ECONOMICO Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza d) altre operazioni finanziarie RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA (120+/- 130) Spese amministrative a) spese per il personale b) altre spese amministrative Accantonamenti netti ai fondi rischi Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali Altri oneri/proventi di gestione COSTI OPERATIVI ( /- 170+/ ) Prof. Alessandro Berti 59

60 CREDITI DI FIRMA L emissione di crediti di firma comporta la rilevazione di un accantonamento, poiché essi comportano in un futuro una possibile fuoriuscita di risorse Secondo lo Ias37 la banca dovrà rilevare un accantonamento quando Vi sia un obbligazione attuale che nasce da un evento passato (ad esempio da un fido ceduto) È probabile l esborso di risorse per adempiere all obbligazione, ma non determinabili Si è in grado di stimare l ammontare dell esborso richiesto Valutazione analitica Valutazione collettiva Prof. Alessandro Berti 60

61 LA VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO NELLE BANCHE Prof. Alessandro Berti 61

62 LA VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO NELLE BANCHE Patrimonio di vigilanza Capitale complessivo Capitale libero (free capital) Prof. Alessandro Berti 62

63 IL PATRIMONIO DI VIGILANZA Il principio generale su cui si basa l Accordo di Basilea è che il rischio assunto da una banca deve trovare un adeguato sostegno nel patrimonio di vigilanza, che può essere definito come il patrimonio che le banche devono accantonare a fronte della copertura dei rischi per il credito che hanno concesso ai clienti. Prof. Alessandro Berti 63

64 IL PATRIMONIO DI VIGILANZA: RIFERIMENTI NORMATIVI Circolare Banca d Italia n. 155 del 18 dicembre 1991 Ultimo aggiornamento 3 aprile 2006 Prof. Alessandro Berti 64

65 IL PATRIMONIO DI VIGILANZA È suddiviso in: patrimonio di base: va considerato senza limitazioni di sorta patrimonio supplementare: è ammesso al calcolo entro un limite massimo rappresentato dall ammontare del patrimonio di base deduzioni patrimoniali: rappresentano le rettifiche obbligatorie del valore ottenuto grazie alla somma dei due aggregati precedenti Prof. Alessandro Berti 65

66 IL PATRIMONIO DI BASE (SEGUE) Il patrimonio di base è costituito dalla differenza tra il valore del capitale versato, delle riserve, oltre che del fondo per rischi bancari generali e il valore delle azioni proprie, dell avviamento, delle immobilizzazioni immateriali e delle perdite di esercizio. Prof. Alessandro Berti 66

67 IL PATRIMONIO DI BASE PATRIMONIO DI BASE (ELEMENTI POSITIVI) 1) Capitale versato 2) Sovrapprezzi di emissione 3) Riserve 4) Strumenti innovativi di capitale 5) Utile del periodo Filtri prudenziali; incrementi del patrimonio di base: 6) Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio 7) Azioni rimborsabili 8) Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrimonio di base 9) Altri filtri positivi 10) Totale degli elementi positivi del patrimonio di base Prof. Alessandro Berti 67

68 IL PATRIMONIO DI BASE (segue) PATRIMONIO DI BASE (ELEMENTI NEGATIVI) 11 Azioni o quote proprie 12 Avviamento 13 Altre immobilizzazioni immateriali 14 Perdita del periodo Filtri prudenziali; deduzioni del patrimonio di base: 15 Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio Riserve negative su titoli disponibili per la vendita 16 Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. (Organismi Investimento Collettivo Risparmio) 17 Titoli di debito 18 Plusvalenza cumulata netta su attività materiali 19 Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio di base 20Altri filtri negativi 21Totale degli elementi negativi del patrimonio di base Prof. Alessandro Berti 68

69 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE Il patrimonio supplementare è costituito da elementi di natura creditizia: fra questi meritano particolare attenzione le passività subordinate (titoli di debito rimborsabili a determinate condizioni), computabili entro il 25% del patrimonio di vigilanza complessivo. Prof. Alessandro Berti 69

70 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (ELEMENTI POSITIVI) Riserve da valutazione Attività materiali: 24 Leggi speciali di rivalutazione 25 Attività materiali ad uso funzionale Riserve positive su titoli disponibili per la vendita: 26 Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 27 Titoli di debito 28 Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base 29 Strumenti ibridi di patrimonializzazione 30 Passività subordinate 31 Plusvalenze nette su partecipazioni 32 Altri elementi positivi Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio supplementare: 33 Plusvalenza cumulata netta su attività materiali 34 Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrimonio supplementare 35 Altri filtri positivi 36 Totale degli elementi positivi del patrimonio supplementare Prof. Alessandro Berti 70

71 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (ELEMENTI NEGATIVI) 37 Minusvalenze nette su partecipazioni 38 Crediti 39 Altri Filtri prudenziali; deduzioni dal patrimonio supplementare: 40 Quota non computabile della riserva da valutazione su attività materiali ad uso funzionali Quota non computabile delle riserve positive su titoli disponibili per la vendita: Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (SEGUE) Titoli di debito Passività subordinate e strumenti ibridi di patrimonializzazione oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio supplementare Altri filtri negativi Totale degli elementi negativi del patrimonio supplementare Prof. Alessandro Berti 71

72 ELEMENTI IN DEDUZIONE Le deduzioni sono costituite principalmente dalle partecipazioni in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale sociale dell ente partecipato. In sintesi, possiamo riassumere la definizione del patrimonio di vigilanza come segue: PV = PB + PS D Prof. Alessandro Berti 72

73 ELEMENTI IN DEDUZIONE (SEGUE) ELEMENTI DA DEDURRE Partecipazioni in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale dell ente partecipato 52 Partecipazioni 53 Strumenti innovativi di capitale 54 Strumenti ibridi di patrimonializzazione 55 Passività subordinate Partecipazioni in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell ente partecipato 56 Partecipazioni 57 Strumenti innovativi di capitale 58 Strumenti ibridi di patrimonializzazione 59 Passività subordinate Partecipazioni in società di assicurazione 60 Partecipazioni 61 Passività subordinate 62 Totale elementi da dedurre Patrimonio di vigilanza Prof. Alessandro Berti 73

74 IL CAPITALE COMPLESSIVO Con il termine capitale complessivo si indicano gli elementi patrimoniali che la banca ritiene possano essere utilizzati rispettivamente a copertura del capitale interno e del capitale interno complessivo 1. Il capitale interno si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che la banca ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso 2. Il capitale interno complessivo si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dalla banca, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico Prof. Alessandro Berti 74

75 IL PATRIMONIO LIBERO È costituito dal patrimonio di base e da quello supplementare (al netto delle passività subordinate e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione). Dall aggregato si sottraggono le sofferenze al valore di bilancio e le immobilizzazioni nette tecniche e finanziarie. Prof. Alessandro Berti 75

76 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Rischio di Credito Le Banche devono adottare una fra le metodologie previste dalla Circolare 263/06 della Banca d Italia per la misurazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito. La metodologia standardizzata è quella alla quale fare riferimento nel caso di banche di minori dimensioni. Prof. Alessandro Berti 76

77 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Rischio di Credito L applicazione della citata metodologia comporta la suddivisione delle esposizioni in portafogli e l applicazione a ciascuno di essi di trattamenti prudenziali differenziati, eventualmente anche in funzione di valutazioni del merito creditizio (rating esterni) rilasciate da agenzie esterne di valutazione del merito di credito ovvero da agenzie di credito alle esportazioni riconosciute dalla stessa Banca d Italia (rispettivamente ECAI e ECA). Prof. Alessandro Berti 77

78 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Rischio di Credito Ai fini della sua corretta determinazione rilevano, quindi, le attività necessarie a consentire la portafogliazione delle esposizioni, ossia la suddivisione delle stesse nelle diverse classi previste dalla disciplina prudenziale il riconoscimento a fini prudenziali: delle tecniche di attenuazione del rischio di credito (Credit risk mitigation o CRM); e delle operazioni di cartolarizzazione. Prof. Alessandro Berti 78

79 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Rischio di Credito Con riferimento all allocazione delle posizioni nel portafoglio Esposizioni scadute e, in particolare, al trattamento delle esposizioni scadute/sconfinanti le banche possono decidere di adottare l approccio per controparte l approccio per transazione. Prof. Alessandro Berti 79

80 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Rischio di Credito La nuova disciplina prudenziale consente un ampio ricorso alle tecniche di attenuazione del rischio di credito, anche da parte delle banche che adottano la metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali per tale rischio. A fronte di tale possibilità essa contiene una puntuale indicazione sia dei requisiti di ammissibilità - generali e specifici - degli stessi strumenti di CRM, sia delle modalità di calcolo della riduzione del rischio di credito che il loro utilizzo determina. Prof. Alessandro Berti 80

81 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Sono strumenti di CRM: le garanzie reali finanziarie aventi ad oggetto contante e strumenti assimilabili detenuti presso la Banca e prestate attraverso contratti di pegno; titoli di debito emessi da:soggetti sovrani e rispettive banche centrali per i quali sia disponibile un rating attribuito da un ECAI/ECA rientrante nelle classi da 1 a 4 della scala di valutazione del merito creditizio; (segue) Prof. Alessandro Berti 81

82 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO Organismi internazionali e banche multilaterali di sviluppo alle quali è attribuito un fattore di ponderazione dello zero per cento; Enti del settore pubblico ed enti territoriali le cui esposizioni ricevono il medesimo trattamento dei soggetti sovrani nelle ci giurisdizioni hanno sede; le ipoteche immobiliari; le altre forme di protezione di tipo reale rappresentate da strumenti finanziari emessi da intermediari vigilati, polizze di assicurazione vita (segue); Prof. Alessandro Berti 82

83 METODOLOGIE DI MISURAZIONE RISCHI DI I PILASTRO le garanzie personali e le contro-garanzie rappresentate da fideiussioni, e prestate, nell ambito dei garanti ammessi, da intermediari vigilati; sono comprese anche le garanzie mutualistiche di tipo personale prestate dai Confidi che soddisfano i requisiti soggettivi e oggettivi di ammissibilità. Prof. Alessandro Berti 83

84 METODOLOGIE DI MISURAZIONE Rischio Operativo Con il metodo BIA (Basic Indicator Approach) si prevede che il requisito patrimoniale sia calcolato applicando un coefficiente regolamentare (15%) ad un indicatore del volume di operatività aziendale individuato nel margine di intermediazione. Al fine di misurare il requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo si procede, pertanto, a ponderare il valore medio delle rilevazioni del Margine di Intermediazione degli ultimi 3 anni (se positivo) con il coefficiente sopra indicato. Prof. Alessandro Berti 84

85 METODOLOGIE DI MISURAZIONE Rischio Operativo Il requisito in argomento viene calcolato sulla base della media delle sole osservazioni disponibili, utilizzando esclusivamente i valori dell indicatore rilevante determinato in base ai principi contabili IAS. I requisiti patrimoniali costituiscono una prescrizione prudenziale avente carattere minimale. La Banca, pertanto, accompagna all'osservanza delle regole prudenziali specifiche procedure e sistemi di controllo finalizzati ad assicurare una gestione sana e prudente dei diversi profili di manifestazione dei rischi operativi. Prof. Alessandro Berti 85

86 ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) Innanzitutto è da chiarire bene che il processo di controllo prudenziale nasce per rispettare l autonomia gestionale delle banche, perché è lasciata alla loro completa discrezionalità la predisposizione di un sistema efficace di determinazione del capitale complessivo adeguato in termini attuali e prospettici a fronteggiare tutti i rischi rilevanti. Che poi quest ampia discrezionalità sia per molti versi un arma a doppio taglio, è sicuramente un aspetto da tenere sempre in considerazione. Prof. Alessandro Berti 86

87 ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) Il processo deve comunque essere formalizzato, documentato, sottoposto a revisione interna e, ovviamente, approvato dagli organi societari (il CdA). Nella suddetta formalizzazione è importante definire sia i rischi (diversi da quelli di primo pilastro) per i quali sono opportune metodologie quantitative (che conducono quindi alla fissazione di capitale interno), sia quelli per i quali, in alternativa o combinazione, sono invece ritenute più appropriate misure di controllo o di attenuazione (perciò metodologie qualitative). Prof. Alessandro Berti 87

88 ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) La scadenza per la presentazione del resoconto ICAAP è fissata al 31 marzo di ogni anno con riferimento alla situazione del 31 dicembre dell anno precedente. Fa eccezione, per il primo invio, la scadenza del 30 settembre 2008 con riferimento alla data del 30 giugno Oltre al resoconto vero e proprio, occorre inviare alla Banca d Italia anche le delibere e le relazioni degli organi aziendali riguardanti il processo ICAAP. Prof. Alessandro Berti 88

89 ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) Se non sono intervenute variazioni di rilievo non è richiesto l aggiornamento annuale di alcune sezioni dell informativa ICAAP (si possono quindi confermare i dati dell anno precedente): in particolare si possono non aggiornare le sezioni di natura strutturale e descrittiva, come la spiegazione degli strumenti e dei sistemi di controllo e attenuazione dei rischi. Riassumendo, il resoconto ICAAP ha un contenuto sia descrittivo che valutativo ed è articolato in diverse aree informative (segue): Prof. Alessandro Berti 89

90 ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) 1. linee strategiche e orizzonte previsivo considerato; 2. governo societario, assetti organizzativi e sistemi di controllo interno connessi con l ICAAP; 3. metodologie e criteri utilizzati per l identificazione, la misurazione, l aggregazione dei rischi e per la conduzione degli stress test; 4. stima e componenti del capitale interno complessivo con riferimento alla fine dell esercizio precedente e, in un ottica prospettica, dell esercizio in corso; 5. raccordo tra capitale interno complessivo e requisiti regolamentari e tra capitale complessivo e patrimonio di vigilanza; 6. auto-valutazione dell ICAAP. Prof. Alessandro Berti 90

91 Rischio di concentrazione e rischio di tasso Nella Circolare 263/06 sono indicati i criteri da utilizzare relativamente al rischio di concentrazione ed al rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario (Cfr. Titolo III, Cap. 1, All. B e C). In particolare, ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi, si utilizza l algoritmo del Granularity Adjustment. Prof. Alessandro Berti 91

92 Rischio di concentrazione e rischio di tasso La Circolare 263/06 della Banca d Italia fa riferimento al concetto di portafoglio creditizio. Le ipotesi alla base dell algoritmo del Granularity Adjustment (GA) sono coerenti con una sua applicazione al portafoglio costituito dalle esposizioni verso clientela ordinaria, a prescindere dalla loro forma tecnica e comprensivo delle operazioni fuori bilancio (queste ultime da considerare per un ammontare pari al loro equivalente creditizio). Tale portafoglio è pari all aggregato delle esposizioni nominali relative ai portafogli di segnalazione 058 Imprese ed altri soggetti, 059 Esposizioni al dettaglio, 062 Esposizioni garantite da immobili e 064 Esposizioni scadute. Prof. Alessandro Berti 92

93 Rischio di concentrazione e rischio di tasso In applicazione dell algoritmo, di cui in seguito, la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione richiede preliminarmente: la determinazione degli ammontari delle esposizioni per singole controparti o gruppi di controparti connesse il calcolo dell indice di Herfindahl il calcolo della costante di proporzionalità C Prof. Alessandro Berti 93

94 Rischio di concentrazione e rischio di tasso Per il calcolo della costante di proporzionalità C la normativa richiede la determinazione del valore della PD mediante l utilizzo dei tassi di decadimento (tassi di entrata a sofferenza rettificata=il rapporto tra nuove sofferenze e il totale dei prestiti non in sofferenza all inizio del periodo). In alternativa le banche possono utilizzare nell algoritmo la PD calcolata ai fini dell impairment collettivo effettuato nell ultimo bilancio approvato, riferita, per quanto possibile, al solo portafoglio di applicazione dell algoritmo. Prof. Alessandro Berti 94

95 Lo stress testing: definizione Cos è lo stress testing? Oltre alla misurazione/valutazione dei rischi e del capitale interno assorbito da ciascun rischio, le banche devono anche realizzare delle prove per verificare meglio la loro esposizione ai rischi, l efficacia dei sistemi di controllo e di attenuazione, nonché l adeguatezza del capitale interno: tali prove prendono il nome di stress test. Gli stress test sono quindi tecniche quantitative e qualitative con le quali le banche valutano la propria vulnerabilità ad eventi eccezionali ma plausibili. Prof. Alessandro Berti 95

96 Lo stress testing: definizione Questi eventi si distinguono in specifici, che danno luogo ad analisi di sensibilità, o relativi a congiunture economiche-finanziarie conseguenti ad ipotesi di scenari avversi, che danno luogo ad analisi di scenario. Con gli stress test si misurano pertanto le variazioni del rischio e del capitale interno di fronte a circostanze negative: ma si valuta meglio anche l accuratezza dei modelli di controllo posti in essere per i rischi. Le banche devono effettuare prove di stress testing, secondo analisi di sensibilità, almeno per i seguenti rischi: Prof. Alessandro Berti 96

97 Lo stress testing: i rischi Rischio di credito: è necessario valutare l impatto patrimoniale che si registrerebbe nel caso in cui il rapporto tra l entità delle esposizioni deteriorate o dei tassi di ingresso a sofferenza rettificata e gli impieghi aziendali si attestasse su livelli simili a quelli verificatisi nella peggiore congiuntura creditizia sperimentata dalla banca negli ultimi 15 anni Rischio di concentrazione Rischio di tasso di interesse Rischio di liquidità Prof. Alessandro Berti 97

98 Lo stress testing: il rischio di concentrazione Rischio di concentrazione=rischio che si verifichi una concentrazione di controparti singole connesse in gruppi appartenenti allo stesso settore economico che esercitano la stessa attività ubicate nella medesima area geografica Prof. Alessandro Berti 98

99 Lo stress testing: il rischio di concentrazione Rischio di concentrazione (per controparti singole o connesse): in questo caso l algoritmo che fornisce il GA (Granularity Adjustment), ovvero l assorbimento di capitale interno è il seguente: GA = C * H * (i) EAD(i) dove (i) EAD(i) è la sommatoria delle esposizioni H è l indice di Herfindahl, cioè [ (i) EAD(i)2] / [ (i) EAD(i)] (la somma dei quadrati delle quote di mercato in% detenute da ciascun cliente). C è una costante che si può ricavare, in funzione della PD (probabilità di default) del portafoglio bancario, da questa tabella: Prof. Alessandro Berti 99

Leasing secondo lo IAS 17

Leasing secondo lo IAS 17 Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per

Dettagli

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39

Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39 Strumenti finanziari Ias n.32 e Ias n.39 Corso di Principi Contabili e Informativa Finanziaria Prof.ssa Sabrina Pucci Facoltà di Economia Università degli Studi Roma Tre a.a. 2004-2005 prof.ssa Sabrina

Dettagli

III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014

III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014 III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014 1 Premessa Le disposizioni contenute nella Circolare della Banca d Italia n.216 del 5 agosto 1996 7 aggiornamento del 9 luglio 2007, Capitolo V - Vigilanza

Dettagli

CONTABILITA E BILANCIO: IL BILANCIO PUBBLICO PRINCIPI ECONOMICI, DISCIPLINA GIURIDICA E NORMATIVA FISCALE

CONTABILITA E BILANCIO: IL BILANCIO PUBBLICO PRINCIPI ECONOMICI, DISCIPLINA GIURIDICA E NORMATIVA FISCALE CONTABILITA E BILANCIO: IL BILANCIO PUBBLICO PRINCIPI ECONOMICI, DISCIPLINA GIURIDICA E NORMATIVA FISCALE Prof. Giovanni Frattini Dal cap. 5 Il bilancio pubblico - L introduzione dei principi contabili

Dettagli

BILANCIO DELL ESERCIZIO 2009 PROSPETTI DEL BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2009

BILANCIO DELL ESERCIZIO 2009 PROSPETTI DEL BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2009 BILANCIO DELL ESERCIZIO 2009 PROSPETTI DEL BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2009 BANCA DI ROMAGNA SPA SEDE LEGALE IN FAENZA CORSO GARIBALDI 1. SOCIETÀ APPARTENENTE AL GRUPPO UNIBANCA SPA (ISCRITTO ALL'ALBO DEI

Dettagli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011 La disciplina prudenziale per gli intermediari finanziari iscritti nell elenco speciale di cui all art. 107 TUB (Intermediari ex

Dettagli

I contributi pubblici nello IAS 20

I contributi pubblici nello IAS 20 I contributi pubblici nello IAS 20 di Paolo Moretti Il principio contabile internazionale IAS 20 fornisce le indicazioni in merito alle modalità di contabilizzazione ed informativa dei contributi pubblici,

Dettagli

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015)

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) prof. Mauro Aliano mauro.aliano@unica.it 1 Premessa La redazione del bilancio da parte degli amministratori rappresenta un attività di valutazione, ma soprattutto di

Dettagli

ISA SpA III Pilastro Informativa al pubblico - Anno 2012

ISA SpA III Pilastro Informativa al pubblico - Anno 2012 PREMESSA La Circolare 216 di Banca d Italia del 5 agosto 1996 7 aggiornamento del 9 luglio 2007, al Capitolo V, al fine di rafforzare la disciplina prudenziale per gli Intermediari Finanziari iscritti

Dettagli

IAS 32 e IAS 39: La rilevazione e la valutazione degli strumenti finanziari. Edgardo Palombini Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

IAS 32 e IAS 39: La rilevazione e la valutazione degli strumenti finanziari. Edgardo Palombini Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi IAS 32 e IAS 39: La rilevazione e la valutazione degli strumenti finanziari Edgardo Palombini Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi L introduzione degli International Financial Reporting Standards

Dettagli

Nota integrativa nel bilancio abbreviato

Nota integrativa nel bilancio abbreviato Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale N. 120 23.04.2014 Nota integrativa nel bilancio abbreviato Categoria: Bilancio e contabilità Sottocategoria: Varie La redazione del bilancio in forma

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013 INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013 Sintesi del documento pubblicato ai sensi del Titolo IV della Circolare 263/06 della Banca d Italia L Informativa al pubblico adempie all obbligo

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014 INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 214 Finanziaria Senese di Sviluppo S.P.A. Sede Legale Piazza Matteotti 3 531 Siena Capitale Sociale 16.572.177 i.v. Codice Fiscale e Partita Iva 721528 Società iscritta nell

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS

I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS IAS-IFRS E NON PERFORMING LOANS Verona, 9 giugno 2006 I crediti e la loro classificazione secondo gli IAS/IFRS Andrea Lionzo Università degli Studi di Verona andrea.lionzo@univr.it 1 Indice 1. I fondamenti

Dettagli

Viene confermata la focalizzazione della Banca sulla concessione del credito e sulla gestione delle

Viene confermata la focalizzazione della Banca sulla concessione del credito e sulla gestione delle COMUNICATO STAMPA Il Consiglio d Amministrazione di Banca del Mezzogiorno MedioCredito Centrale approva il nuovo Piano Industriale Triennale 2015 2017 e la Relazione Semestrale al 30 giugno 2015 Roma,

Dettagli

Svalutazione delle immobilizzazioni materiali per perdite di valore

Svalutazione delle immobilizzazioni materiali per perdite di valore Svalutazione delle immobilizzazioni materiali per perdite di valore di Paolo Moretti Le perdite di valore per le immobilizzazioni materiali, disciplinate dallo IAS 16 «Immobili, impianti e macchinari»,

Dettagli

Informativa al pubblico

Informativa al pubblico Informativa al pubblico Terzo pilastro di Basilea 2 al 31 dicembre 2009 Le disposizioni emanate dalla Banca d Italia in applicazione della normativa europea in materia di Convergenza internazionale della

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Convegno ABI Credito alle Famiglie 2008 Mario Marangoni Banca d Italia Roma, 10 giugno 2008 1 Le regole di Basilea II per il credito immobiliare L impatto

Dettagli

Gli strumenti finanziari [2]

Gli strumenti finanziari [2] www.contabilitainternazionale.eu Corso di: Contabilità Internazionale Corso di Laurea Magistrale in: Amministrazione e Controllo Gli strumenti finanziari [2] Oggetto della lezione framework Fair value

Dettagli

Approfondimenti. Gli investimenti immobiliari secondo lo IAS 40. di Paolo Moretti

Approfondimenti. Gli investimenti immobiliari secondo lo IAS 40. di Paolo Moretti Gli investimenti immobiliari secondo lo IAS 40 di Paolo Moretti L «International Accounting Standards Board» (IASB), nell ambito del progetto di revisione («Improvement») dei princìpi contabili internazionali,

Dettagli

Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione. Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a.

Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione. Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a. Evoluzione dei modelli della banca e dell assicurazione Corso di Economia delle Aziende di Credito Prof. Umberto Filotto a.a. 2013/2014 Definizioni La banca può essere definita sotto due diversi profili:

Dettagli

BILANCIO E COMUNICAZIONE FINANZIARIA Simulazione d esame del 27 maggio 2013

BILANCIO E COMUNICAZIONE FINANZIARIA Simulazione d esame del 27 maggio 2013 NOME: BILANCIO E COMUNICAZIONE FINANZIARIA Simulazione d esame del 27 maggio 2013 COGNOME: N. DI MATRICOLA: Utilizzando lo spazio sottostante a ciascun quesito: 1) Il candidato, dopo avere brevemente spiegato

Dettagli

Tavola 1 Requisito informativo generale

Tavola 1 Requisito informativo generale Tavola 1 Requisito informativo generale (a) Il Consiglio di Amministrazione di Finlabo SIM. (di seguito anche la SIM o la Società ), ha definito le politiche di gestione dei rischi all interno delle quali

Dettagli

COMUNICATO STAMPA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA S.P.A

COMUNICATO STAMPA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA S.P.A COMUNICATO STAMPA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA S.P.A. HA APPROVATO LA RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE CONSOLIDATA AL 30 GIUGNO 2009 DATI CONSOLIDATI AL 30 GIUGNO

Dettagli

FAQ AVVISO PUBBLICO FINALIZZATO A FAVORIRE L ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE TRAMITE I CONFIDI DECRETO N. 5630/2014

FAQ AVVISO PUBBLICO FINALIZZATO A FAVORIRE L ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE TRAMITE I CONFIDI DECRETO N. 5630/2014 FAQ AVVISO PUBBLICO FINALIZZATO A FAVORIRE L ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE TRAMITE I CONFIDI DECRETO N. 5630/2014 1) 4. SOGGETTI BENEFICIARI. COME ANDRANNO ASSEGNATE LE AZIONI O QUOTE ALLE IMPRESE ISCRITTE

Dettagli

IAS 39: STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

IAS 39: STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI : STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI La contabilizzazione dei derivati di negoziazione (speculativi) e di copertura. Esempi e scritture contabili relative all «interest rate swap» (Irs). di Alessio Iannucci

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014 Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale La nuova normativa di vigilanza prudenziale si basa, in linea con

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Immobili, impianti e macchinari Ias n.16

Immobili, impianti e macchinari Ias n.16 Immobili, impianti e macchinari Ias n.16 Corso di Principi Contabili e Informativa Finanziaria Prof.ssa Sabrina Pucci Facoltà di Economia Università degli Studi Roma Tre a.a. 2005-2006 prof.ssa Sabrina

Dettagli

ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III 31/12/2013

ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III 31/12/2013 ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III INTRODUZIONE La disciplina di Basilea II è una iniziativa internazionale in base alla quale gli istituti finanziari dei Paesi aderenti vengono

Dettagli

Il Bilancio di esercizio

Il Bilancio di esercizio Il Bilancio di esercizio Il bilancio d esercizio è il fondamentale documento contabile che rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria dell impresa al termine di un periodo amministrativo e il

Dettagli

Definizione strumenti finanziari

Definizione strumenti finanziari I criteri di valutazione secondo gli IAS 39 Definizione strumenti finanziari Lo IAS 39 definisce lo strumento finanziario come un qualsiasi contratto che dà origine ad una attività finanziaria per un impresa

Dettagli

TEMI D ESAME. Valore contabile Valore corrente Brevetti 20.000 35.000 Magazzino 26.000 22.000

TEMI D ESAME. Valore contabile Valore corrente Brevetti 20.000 35.000 Magazzino 26.000 22.000 TEMI D ESAME N.1 QUESITO In data 1 gennaio 2005 Alfa S.p.A. ha acquistato una partecipazione dell 80% in Beta S.p.A., pagando un prezzo pari a euro 60.000. Il patrimonio netto contabile di Beta alla data

Dettagli

HYPO ALPE-ADRIA-BANK

HYPO ALPE-ADRIA-BANK HYPO ALPE-ADRIA-BANK INFORMATIVA AL PUBBLICO Terzo pilastro di Basilea 3 Al 31 dicembre 2014 (Circ. n. 285 del 17 dicembre 2013) 1 Informativa al pubblico Dal 1 gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova

Dettagli

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi -

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi - 71 - Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi - Il Titolo 3 delle uscite è costituito dai rimborsi di prestiti e dalle anticipazioni di cassa. La contrazione di mutui a titolo oneroso

Dettagli

IAS 40 - OIC 16: Investimenti immobiliari

IAS 40 - OIC 16: Investimenti immobiliari IAS 40 - OIC 16: Investimenti immobiliari Roma, marzo/maggio 2015 Finalità e ambito di applicazione Un investimento immobiliare è una proprietà immobiliare posseduta per: Percepire canoni d affitto Ottenere

Dettagli

COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IW BANK S.P.A.: APPROVATA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2007

COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IW BANK S.P.A.: APPROVATA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2007 COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IW BANK S.P.A.: APPROVATA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2007 Utile netto a 5,0 milioni di euro (2,5 milioni di euro al 30 giugno 2006, +100%) Margine

Dettagli

Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca

Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Redatto da: Responsabile Servizio Finanza e Tesoreria / Responsabile Servizio Controlli Interni Verificato da: Responsabile Compliance

Dettagli

ESAMINATI GLI EFFETTI SUL BILANCIO 2004 DEI NUOVI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS

ESAMINATI GLI EFFETTI SUL BILANCIO 2004 DEI NUOVI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS CAMFIN s.p.a. COMUNICATO STAMPA RIUNITO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI CAMFIN SPA ESAMINATI GLI EFFETTI SUL BILANCIO 2004 DEI NUOVI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI IAS/IFRS APPROVATA LA RELAZIONE

Dettagli

G L O S S A R I O. Analitico - Indicatori Gestionali Individuali SISTEMA A 5 INDICATORI. segnalazione trimestrale

G L O S S A R I O. Analitico - Indicatori Gestionali Individuali SISTEMA A 5 INDICATORI. segnalazione trimestrale G L O S S A R I O Analitico - Indicatori Gestionali Individuali SISTEMA A 5 INDICATORI segnalazione trimestrale Alineato alle circolari n. 272/08 (5 aggiornamento luglio 2013) e n. 286/2013 (1 aggiornamento

Dettagli

La riclassificazione del bilancio d esercizio

La riclassificazione del bilancio d esercizio La riclassificazione del bilancio d esercizio Testo di riferimento: Analisi Finanziaria (a cura di E. Pavarani), Mc Graw-Hill 2001, cap. 4 1 Il bilancio pubblico. Il sistema informativo di bilancio secondo

Dettagli

G L O S S A R I O. Analitico - Indicatori Gestionali Individuali SISTEMA A 5 INDICATORI. segnalazione trimestrale

G L O S S A R I O. Analitico - Indicatori Gestionali Individuali SISTEMA A 5 INDICATORI. segnalazione trimestrale G L O S S A R I O Analitico - Indicatori Gestionali Individuali SISTEMA A 5 INDICATORI segnalazione trimestrale Alineato alla circolare 272/08-5 aggiornamento luglio 2013 PROFILO GESTIONALE: RISCHIOSITA'

Dettagli

IL BILANCIO EUROPEO LO STATO PATRIMONIALE

IL BILANCIO EUROPEO LO STATO PATRIMONIALE IL BILANCIO EUROPEO LO STATO PATRIMONIALE ATTIVO A) CREDITI V/S SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI B) IMMOBILIZZAZIONI C) ATTIVO CIRCOLANTE D) RATEI E RISCONTI PASSIVO A) PATRIMONIO NETTO B) FONDI PER RISCHI

Dettagli

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da BCC BARLASSINA (ai sensi delle Linee-Guida interassociative ABI-Assosim-Federcasse per l applicazione delle misure di attuazione della Direttiva

Dettagli

Bilancio di esercizio

Bilancio di esercizio Barbara Scozzi bscozzi@poliba.it Contabilità direzionale Strumenti tecnico-contabili di supporto a rilevazione, organizzazione e interpretazione delle informazioni economico-finanziarie Budget Contabilità

Dettagli

4.5. Lottibroom S.p.A.

4.5. Lottibroom S.p.A. 4.5. Lottibroom S.p.A. La società Lottibroom S.p.A. è un impresa quotata alla Borsa Valori nazionale; la quotazione risale a qualche anno addietro, al periodo in cui la medesima ha avuto la necessità di

Dettagli

ACQUE DEL BASSO LIVENZA PATRIMONIO SPA. Relazione sulla gestione del bilancio al 31/12/2014

ACQUE DEL BASSO LIVENZA PATRIMONIO SPA. Relazione sulla gestione del bilancio al 31/12/2014 ACQUE DEL BASSO LIVENZA PATRIMONIO SPA Sede in VIALE TRIESTE 11-30020 ANNONE VENETO (VE) Capitale sociale Euro 7.993.843,00 i.v. Codice fiscale: 04046770279 Iscritta al Registro delle Imprese di Venezia

Dettagli

Camozzi & Bonissoni. L applicazione dei principi contabili internazionali agli immobili. Francesco Assegnati. Camozzi & Bonissoni

Camozzi & Bonissoni. L applicazione dei principi contabili internazionali agli immobili. Francesco Assegnati. Camozzi & Bonissoni L applicazione dei principi contabili internazionali agli immobili Francesco Assegnati Camozzi & Bonissoni Studio Legale e Tributario Galleria San Carlo 6 20122 Milano www.camozzibonissoni.it Iter normativo

Dettagli

GRUPPO COFIDE: UTILE DEL TRIMESTRE A 13,6 MLN (PERDITA DI 2,3 MLN NEL 2014)

GRUPPO COFIDE: UTILE DEL TRIMESTRE A 13,6 MLN (PERDITA DI 2,3 MLN NEL 2014) COMUNICATO STAMPA Il Consiglio di Amministrazione approva i risultati al 31 marzo 2015 GRUPPO COFIDE: UTILE DEL TRIMESTRE A 13,6 MLN (PERDITA DI 2,3 MLN NEL 2014) Il risultato beneficia del positivo contributo

Dettagli

Pitagora SpA - Semestrale al 30/06/2014

Pitagora SpA - Semestrale al 30/06/2014 B i l a n c i o s e m e s t r a l e a l 3 0 g i u g n o 2 0 1 4 BILANCIO SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2014 Pitagora SpA - Semestrale al 30/06/2014 STATO PATRIMONIALE Voci dell'attivo 30/06/2014 31/12/2013

Dettagli

OIC 26 Operazioni, attività e passività in valuta estera bozza in consultazione fino al 31 ottobre 2012. Codice civile, art. 2426, 2427 c.c.

OIC 26 Operazioni, attività e passività in valuta estera bozza in consultazione fino al 31 ottobre 2012. Codice civile, art. 2426, 2427 c.c. OIC 26: revisione anche per operazioni, le attività e le passività in valuta estera della Dott.ssa Roberta De Pirro L ADEMPIMENTO L Organismo Italiano di Contabilità ha dettato regole più chiare anche

Dettagli

CONTABILITA GENERALE

CONTABILITA GENERALE CONTABILITA GENERALE 7 II) SCRITTURE DI GESTIONE F) OTTENIMENTO CAPITALE DI TERZI G) OPERAZIONI STRAORDINARIE 6 dicembre 2007 Ragioneria Generale e Applicata - Parte seconda - La contabilità generale 1

Dettagli

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii

Indice. Presentazione, di Roberto Ruozi. pag. xiii Presentazione, di Roberto Ruozi 1 L attività bancaria 1.1 Una definizione di banca 1.2 Le origini del sistema bancario moderno 1.3 L evoluzione del sistema creditizio nel quadro europeo: concorrenza e

Dettagli

Il leasing in Nota integrativa

Il leasing in Nota integrativa Fiscal Adempimento La circolare di aggiornamento professionale N. 18 19.05.2014 Il leasing in Nota integrativa Categoria: Bilancio e contabilità Sottocategoria: Nota integrativa Le operazioni di leasing

Dettagli

BANCA ALETTI & C. S.p.A. PER DUE CERTIFICATE e PER DUE CERTIFICATES DI TIPO QUANTO CONDIZIONI DEFINITIVE D OFFERTA

BANCA ALETTI & C. S.p.A. PER DUE CERTIFICATE e PER DUE CERTIFICATES DI TIPO QUANTO CONDIZIONI DEFINITIVE D OFFERTA BANCA ALETTI & C. S.p.A. in qualità di emittente e responsabile del collocamento del Programma di offerta al pubblico e/o di quotazione di investment certificates denominati PER DUE CERTIFICATE e PER DUE

Dettagli

AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA SRL

AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA SRL AZIENDA AGRICOLA DIMOSTRATIVA SRL VIA PALLODOLA 23 19038 - SARZANA (SP) CODICE FISCALE 00148620115 CAPITALE SOCIALE EURO 844.650 BILANCIO DI ESERCIZIO CHIUSO AL 31.12.2013 Nota integrativa La presente

Dettagli

Il Bilancio e i Principi Internazionali IAS-IFRS parte III

Il Bilancio e i Principi Internazionali IAS-IFRS parte III Il Bilancio e i Principi Internazionali IAS-IFRS parte III Marika Arena - Economia e Organizzazione Aziendale - A.A. 2009/2010 1 Il passivo Marika Arena - Economia e Organizzazione Aziendale - A.A. 2009/2010

Dettagli

SCHEMI DI BILANCIO DELL IMPRESA

SCHEMI DI BILANCIO DELL IMPRESA SCHEMI DI BILANCIO DELL IMPRESA Stato Patrimoniale Conto Economico Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto Rendiconto Finanziario Stato Patrimoniale Voci dell'attivo 2007 2006 10. Cassa e disponibilità

Dettagli

PRIMA APPLICAZIONE DEGLI IFRS

PRIMA APPLICAZIONE DEGLI IFRS PRIMA APPLICAZIONE DEGLI PRIMA APPLICAZIONE DEGLI Nella presente nota vengono riportate le informazioni richieste dall 1 e, in particolare, la descrizione degli impatti che la transizione agli ha determinato

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

Dicembre 2003. Principi contabili internazionali e nazionali - immobilizzazione finanziarie: titoli e partecipazioni, di Michele Iori

Dicembre 2003. Principi contabili internazionali e nazionali - immobilizzazione finanziarie: titoli e partecipazioni, di Michele Iori Dicembre 2003 Principi contabili internazionali e nazionali - immobilizzazione finanziarie: titoli e partecipazioni, di Michele Iori I Principi contabili nazionali distinguono fra due categorie di partecipazioni

Dettagli

IL BILANCIO DI ESERCIZIO

IL BILANCIO DI ESERCIZIO IL BILANCIO DI ESERCIZIO CHE COS E UN BILANCIO Il bilancio è un insieme di documenti che illustrano la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell impresa a tutti i soggetti interessati. CHI

Dettagli

CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO. Isin IT0004233943

CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO. Isin IT0004233943 BANCA DI CESENA CREDITO COOPERATIVO DI CESENA E RONTA SOCIETA COOPERATIVA CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO BANCA DI CESENA 01/06/07-01/06/10 - TF

Dettagli

Principi contabili IAS/IFRS : IL BILANCIO DELLE BANCHE ESERCITAZIONE del 21/02/2011

Principi contabili IAS/IFRS : IL BILANCIO DELLE BANCHE ESERCITAZIONE del 21/02/2011 Principi contabili IAS/IFRS : IL BILANCIO DELLE BANCHE ESERCITAZIONE del 21/02/2011 Dott. PAOLO VITALI Università degli Studi di Bergamo Anno accademico 2010/2011 Bergamo, 21 febbraio 2011 Indice degli

Dettagli

STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO RICLASSIFICATO (in milioni di euro) ATTIVO 2012 2011

STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO RICLASSIFICATO (in milioni di euro) ATTIVO 2012 2011 STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO RICLASSIFICATO (in milioni di euro) ATTIVO 2011 Crediti verso clientela 30.712,6 29.985,5 727,1 2,4% Crediti verso banche 4.341,4 3.491,8 849,6 24,3% Attività finanziarie

Dettagli

II) SCRITTURE DI GESTIONE F) OTTENIMENTO CAPITALE DI TERZI G) OPERAZIONI STRAORDINARIE

II) SCRITTURE DI GESTIONE F) OTTENIMENTO CAPITALE DI TERZI G) OPERAZIONI STRAORDINARIE CONTABILITA GENERALE 20 II) SCRITTURE DI GESTIONE F) OTTENIMENTO CAPITALE DI TERZI G) OPERAZIONI STRAORDINARIE 1 dicembre 2005 Ragioneria Generale e Applicata - Parte seconda - La contabilità generale

Dettagli

LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI AMMINISTRATIVI E CONTABILI: IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ FINANZIARIA AI NUOVI SISTEMI CONTABILI (CO.GE.

LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI AMMINISTRATIVI E CONTABILI: IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ FINANZIARIA AI NUOVI SISTEMI CONTABILI (CO.GE. LA TRASFORMAZIONE DEI SISTEMI AMMINISTRATIVI E CONTABILI: IL PASSAGGIO DALLA CONTABILITÀ FINANZIARIA AI NUOVI SISTEMI CONTABILI (CO.GE. E COAN) Prof.ssa Claudia SALVATORE Università degli Studi del Molise

Dettagli

Principi Contabili Internazionali Laurea Magistrale in Consulenza Professionale per le Aziende. IAS 17 Leasing. by Marco Papa

Principi Contabili Internazionali Laurea Magistrale in Consulenza Professionale per le Aziende. IAS 17 Leasing. by Marco Papa Principi Contabili Internazionali Laurea Magistrale in Consulenza Professionale per le Aziende IAS 17 Leasing by Marco Papa Outline o Definizioni o Classificazione del contratto di leasing o Contabilizzazione

Dettagli

Analisi per flussi Il rendiconto finanziario

Analisi per flussi Il rendiconto finanziario Analisi per flussi Il rendiconto finanziario Ruolo dei flussi finanziari nelle analisi di bilancio Forniscono nuovi elementi per la valutazione dell assetto economico globale Permettono una migliore interpretazione

Dettagli

IAS 16 Immobili, impianti e macchinari IAS 40 Investimenti immobiliari IAS 38 Attività immateriali

IAS 16 Immobili, impianti e macchinari IAS 40 Investimenti immobiliari IAS 38 Attività immateriali IAS 16 Immobili, impianti e macchinari IAS 40 Investimenti immobiliari IAS 38 Attività immateriali 1 1 Le immobilizzazioni materiali Le immobilizzazioni materiali sono disciplinate da due IAS di riferimento

Dettagli

Banca e Finanza in Europa

Banca e Finanza in Europa UniversitàdegliStudidiParma Banca e Finanza in Europa Prof. 1. LE FUNZIONI DELLA BANCA 2. GLI EQUILIBRI DELLA BANCA L EQUILIBRIO ECONOMICO L EQUILIBRIO FINANZIARIO L EQUILIBRIO PATRIMONIALE 3. I RISCHI

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

Il presente documento è conforme all'originale contenuto negli archivi della Banca d'italia

Il presente documento è conforme all'originale contenuto negli archivi della Banca d'italia Il presente documento è conforme all'originale contenuto negli archivi della Banca d'italia Firmato digitalmente da Sede legale Via Nazionale, 91 - Casella Postale 2484-00100 Roma - Capitale versato Euro

Dettagli

Immobilizzazioni finanziarie METODI DI VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI

Immobilizzazioni finanziarie METODI DI VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI Immobilizzazioni finanziarie METODI DI VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI Immobilizzazioni finanziarie III FINANZIARIE 1) Partecipazioni in: - imprese controllate - imprese collegate - imprese controllanti

Dettagli

COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IWBANK S.P.A.: APPROVATI I DATI DEL PRIMO SEMESTRE 2008

COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IWBANK S.P.A.: APPROVATI I DATI DEL PRIMO SEMESTRE 2008 COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI IWBANK S.P.A.: APPROVATI I DATI DEL PRIMO SEMESTRE 2008 Confermato l ottimo trend di crescita del Gruppo Utile netto semestrale consolidato a circa 7,0

Dettagli

IL DIRETTORE GENERALE DELLA BANCA CENTRALE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO

IL DIRETTORE GENERALE DELLA BANCA CENTRALE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO IL DIRETTORE GENERALE DELLA BANCA CENTRALE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO VISTA la legge 17 novembre 2005, n. 165 (di seguito, per brevità: LISF ) che, tra l altro, attribuisce alla Banca Centrale della

Dettagli

Oggetto: Quesiti in merito alla negoziazione in Borsa di OICR italiani ed esteri armonizzati.

Oggetto: Quesiti in merito alla negoziazione in Borsa di OICR italiani ed esteri armonizzati. RISOLUZIONE N. 139/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 7 maggio 2002 Oggetto: Quesiti in merito alla negoziazione in Borsa di OICR italiani ed esteri armonizzati. Con nota del 4 aprile 2002,

Dettagli

ORDINE ASSISTENTI SOCIALI Consiglio Regionale del Lazio Roma, 31 marzo 2009 NOTA INTEGRATIVA E RELAZIONE SULLA GESTIONE ESERCIZIO FINANZIARIO 2008

ORDINE ASSISTENTI SOCIALI Consiglio Regionale del Lazio Roma, 31 marzo 2009 NOTA INTEGRATIVA E RELAZIONE SULLA GESTIONE ESERCIZIO FINANZIARIO 2008 Roma, 31 marzo 2009 NOTA INTEGRATIVA E RELAZIONE SULLA GESTIONE ESERCIZIO FINANZIARIO 2008 PREMESSA Il Rendiconto Generale che viene presentato al dell Ordine degli Assistenti Sociali per l esercizio finanziario

Dettagli

RELAZIONE DEL REVISORE AL BILANCIO CHIUSO IL

RELAZIONE DEL REVISORE AL BILANCIO CHIUSO IL VALSUGANA SPORT SRL Sede sociale: Borgo Valsugana (TN) Piazza Degasperi n. 20 Capitale sociale: 10.000,00 interamente versato. Registro Imprese di Trento N. 02206830222 C.C.I.A.A. di Trento R.E.A TN -

Dettagli

Rendimento del capitale investito e costo delle risorse finanziarie. Cenni funzionali sui principi legislativi e ragionieristici del bilancio

Rendimento del capitale investito e costo delle risorse finanziarie. Cenni funzionali sui principi legislativi e ragionieristici del bilancio Le Novità del Credito: corso di aggiornamento Obiettivi Fornire una visione sistematica e completa dell'operatività creditizia, aggiornata alle piu recenti novita (I.A.S., riforma societaria, riforma diritto

Dettagli

STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ

STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ 1 ATTIVITÀ IMMATERIALI 1.1 Avviamento 1.2 Altre attività immateriali 2 ATTIVITÀ MATERIALI 2.1 Immobili 2.2 Altre attività materiali 3 RISERVE TECNICHE A CARICO DEI RIASSICURATORI

Dettagli

Dati al 30 Giugno 2015

Dati al 30 Giugno 2015 Dati al 30 Giugno 2015 www.biverbanca.it info@biverbanca.it Sede Legale e Direzione Generale: 13900 Biella Via Carso, 15 Capitale Sociale euro 124.560.677,00 Registro delle Imprese di Biella Partita Iva

Dettagli

(Cash Flow Statements)

(Cash Flow Statements) RENDICONTO FINANZIARIO IAS 7 (Cash Flow Statements) 1 SOMMARIO Concetti generali sul Rendiconto Finanziario Come si fa a redigere un Rendiconto Finanziario? 2 1 Concetti generali sul Rendiconto Finanziario

Dettagli

IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio d esercizio e informazione integrativa

IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio d esercizio e informazione integrativa IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio d esercizio e informazione integrativa SCHEMA DI SINTESI DEL PRINCIPIO CONTABILE SINTESI ILLUSTRAZIONE DEL PRINCIPIO CONTABILE 1 FINALITA' LIABILITY

Dettagli

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO 2 La valutazione delle immobilizzazioni immateriali Seconda lezione 1 DEFINIZIONE condizioni produttive controllate dall impresa, utili per l esercizio della sua gestione

Dettagli

IAS 18: Ricavi. Determinazione dei ricavi

IAS 18: Ricavi. Determinazione dei ricavi IAS 18 Ricavi Determinazione dei ricavi Il ricavo deve essere determinato in base al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante, al netto di eventuali sconti commerciali e riduzioni legate alla

Dettagli

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Lezione 1 Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Uniformità sistema creditizio Il Comitato di Basilea fu istituito nel 1974 tra i governatori delle Banche Centrali del G10. Obiettivo

Dettagli

ABCD. Università degli Studi di Palermo. IAS 39: Gli strumenti finanziari e l hedging accounting

ABCD. Università degli Studi di Palermo. IAS 39: Gli strumenti finanziari e l hedging accounting Università degli Studi di Palermo Corso di Economia degli Intermediari finanziari Prof. Francesco Faraci IAS 39: Gli strumenti finanziari e l hedging accounting Raffaele Mazzeo 9 dicembre 2003 IAS 39:

Dettagli

NOTE ESPLICATIVE ALLA SITUAZIONE PATRIMONIALE ED ECONOMICA AL 31 MARZO 2005

NOTE ESPLICATIVE ALLA SITUAZIONE PATRIMONIALE ED ECONOMICA AL 31 MARZO 2005 EMAN SOFTWARE S.P.A. SEDE LEGALE: MILANO Viale Monza 265 CAPITALE SOCIALE: Euro 120.000.= i.v. CODICE FISCALE: 04441590967 CCIAA di Milano nº 1747663 REA REGISTRO IMPRESE di Milano nº 04441590967 Società

Dettagli

Dinamica dei flussi finanziari

Dinamica dei flussi finanziari Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Dinamica dei flussi finanziari Capitolo 4 Indice degli argomenti 1. Il modello a quattro aree 2. Flusso di cassa della gestione corrente

Dettagli

FONDO SOCRATE: RELAZIONE DI GESTIONE AL 30 GIUGNO 2015

FONDO SOCRATE: RELAZIONE DI GESTIONE AL 30 GIUGNO 2015 FONDO SOCRATE: RELAZIONE DI GESTIONE AL 30 GIUGNO 2015 VALORE UNITARIO DELLA QUOTA: 524,878 EURO UTILE DELL ESERCIZIO PARI A 962 MILA EURO RIMBORSO PARZIALE PRO QUOTA PARI A 7,00 EURO AL LORDO DELLE IMPOSTE

Dettagli

STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ

STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ 1 ATTIVITÀ IMMATERIALI 1.1 Avviamento 1.2 Altre attività immateriali 2 ATTIVITÀ MATERIALI 2.1 Immobili 2.2 Altre attività materiali 3 RISERVE TECNICHE A CARICO DEI RIASSICURATORI

Dettagli

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Sistema di rilevazione: economicità, bilancio, indici di bilancio Claudio Jommi claudio.jommi@pharm.unipmn.it Agenda delle prossime lezioni Equilibrio

Dettagli

INDIRIZZO ECONOMICO GIURIDICO CLASSE A017 - n. 2

INDIRIZZO ECONOMICO GIURIDICO CLASSE A017 - n. 2 INDIRIZZO ECONOMICO GIURIDICO CLASSE A017 - n. 2 l) Le riserve di capitale: a) costituiscono autofinanziamento per l impresa b) derivano da sottovalutazione di elementi dell attivo c) costituiscono una

Dettagli

Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni

Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni ROBERTA SCOLA Staff e Affari Giuridici della Direzione Centrale Risorse Strumentali,

Dettagli

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c.

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. (Adottata ai sensi delle Linee guida interassociative per l applicazione delle

Dettagli

Contenuto tabellare della nota integrativa al bilancio d'esercizio

Contenuto tabellare della nota integrativa al bilancio d'esercizio Tassonomia XBRL Principi Contabili Italiani Contenuto tabellare della nota integrativa al bilancio d'esercizio VERSIONE OTTOBRE 2014 Tavolo di lavoro società non quotate XBRL Italia Versione: 20141024-1

Dettagli

GAL DISTRETTO RURALE BMGS SORGONO RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE SUL BILANCIO AL 31.12.2013 PARTE PRIMA

GAL DISTRETTO RURALE BMGS SORGONO RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE SUL BILANCIO AL 31.12.2013 PARTE PRIMA GAL DISTRETTO RURALE BMGS SORGONO RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE SUL BILANCIO AL 31.12.2013 PARTE PRIMA Controllo Contabile Giudizio sul bilancio Signori Soci, Come previsto dall art. 14 del D.lgs 39/2010

Dettagli