PICCOLE PRODUZIONI LOCALI (PPL) IN APICOLTURA, QUALI OPPORTUNITA'
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1 PICCOLE PRODUZIONI LOCALI (PPL) IN APICOLTURA, QUALI OPPORTUNITA' Dr. Franco Ravagnan Integrate dalla Dr.a Piroska Sabbion ASL 8 Montebelluna. Az.U.L.S.S.16 Padova Padova 16 dicembre 2012
2 p.p.l. Progetti sperimentali iniziati con la DRG n 2016/2007. Successivamente estesi con delibere n 1892/2008 e n 2280/2010, visto l interesse da parte dei produttori e del territorio. Delibera 1526 del 31/7/2012 inserisce il miele e prodotti derivati e lavorati nel paniere. L apicoltura da attività marginale entra a pieno titolo nelle produzioni agricole.
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4 Modello veneto riscoperto dai Paesi nordici (Svezia) che implica la diversificazione delle produzioni aziendali per contare su varie fonti di reddito Rivalutazione delle piccole aziende e dei territori marginali Ritorno ad una produzione dove si sposano tradizione, cultura, alta qualità del prodotto Modello vincente considerato l attuale momento economico
5 Rendere le normative di facile interpretazione. Snellire iter burocratico. Far capire all operatore che semplificare le norme non vuol dire perdere l obiettivo ossia la sicurezza alimentare. Preparare gli operatori con corsi di formazione.
6 Il produttore, per intraprendere l attività deve: Essere imprenditore agricolo. Essere censito c/o la propria A.S.L. Aver frequentato il corso di formazione dell A.S.L. Quindi può: Chiedere parere preventivo alla competente asl. Attenersi alle disposizioni impartite dall asl come da verbale di sopralluogo Ad esito favorevole presentare notifica ai fini della registrazione.
7 IL PANIERE 30 suini/aa (6 UGB) allevati per almeno 4 mesi in azienda e ivi trasformati(macellazione in stabilimenti riconosciuti) 2000 avicunicoli/anno allevati per almeno 90 gg in azienda (macellazione anche in azienda se attrezzata) 40 alveari produttivi per miele,pappa reale o gelatina reale,prodotti con frutta secca o propoli,idromele,aceto di miele Pane e prodotti da forno 2000 kg/anno con materie prime aziendali Conserve,sottaceti,succhi di frutta,marmellate, 2000kg Farine 2000kg e vegetali secchi 2000 Kg Olio oliva 1500 kg da destinare a vendita diretta come ppl
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13 Vendita o somministrazione al consumatore finale nell ambito della Provincia sede dell azienda e nelle Provincie contermini. Presso la propria azienda e presso esercizi di vendita a questa funzionalmente connessi (compresa la malga) purché gestiti dallo stesso operatore. Nell ambito di mercati, fiere, altre manifestazioni. I prodotti possono essere venduti ad esercizi di commercio al dettaglio o di somministrazione in ambito locale. I prodotti possono essere ceduti nell ambito di attività agrituristica, anche se di altre aziende della zona
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16 Punto di forza delle PPL è la cosiddetta sala polifunzionale ossia un locale all interno dell azienda dedicato in modo permanente alle lavorazioni che vengono separate nel tempo seguendo la stagionalità La sala si differenzia rispetto ad un laboratorio a norma UE in quanto semplificato dal punto di vista dei requisiti richiesti.
17 Per quanto riguarda l apicoltura bisogna distinguere in realtà 3 tipologie di laboratori 1. Laboratori industriali REGISTRATI a norma CE 2. Laboratori per hobbisti L.R. 14/06 3. Laboratori PPL
18 Stabilimenti industriali Il pacchetto igiene norma tutte le attività relative al miele ed altri prodotti derivati destinati alla alimentazione umana. Laboratorio registrato H.A.C.C.P. obbligatorio. Vigilanza veterinaria permanente Possibilità di smielare conto terzi Provincia Autonoma di Trento-Bolzano considera come produzione primaria tutte le attività relative all allevamento delle api, alla raccolta del miele, al confezionamento di prodotti con frutta secca, con propoli, ecc., purché avvengano in azienda apistica.
19 hobbisti Siano in possesso della qualifica di apicoltore Siano in possesso dell attestato partecipazione al corso per la produzione e vendita delle sostanze alimentari art. 1 L.R. 41 del 23/12/2003. Posseggano al massimo 40 famiglie produttive. Lavorino esclusivamente i prodotti del proprio apiario. Cedano il prodotto al consumatore finale o vendano in ambito locale a dettaglianti in provincia e in provincie contermini. Comunichino almeno tre giorni prima dell inizio dell attività all Ulss, il periodo durante il quale il locale adibito a laboratorio sarà utilizzato. Idoneità del locale per un periodo limitato 30 gg/aa Solo attività di smielatura e confezionamento Deposito e vendita in altri locali/stesso locale in area separata Locale di adeguata ampiezza con pareti e pavimenti facili da pulire, Lavandino con acqua calda e fredda, con erogatore di sapone liquido, con asciugamani a perdere Armadio per riporre i materiali da pulizia da utilizzare solo per il locale adibito a laboratorio Reti antimosche, o altri dispositivi idonei contro insetti e roditori Norme della L. Regionale 14/2006
20 Caratteristiche laboratori PPL Locale anche annesso all abitazione, compresi vani accessori, senza l obbligo di cambio d uso. Aerati naturalmente e adeguatamente illuminati. Pareti,pavimento, porte e superfici facili da pulire e disinfettare. Angoli e spigoli preferibilmente arrotondati per facilitare le pulizie. Dimensioni adeguate alla tipologia e alla quantità di prodotto lavorato. Servizi igienici e spogliatoi/armadio eventualmente annessi all abitazione se adiacente al laboratorio. Separato dall allevamento e adeguatamente distante da concimaie e vasche liquami Acqua corrente calda e fredda con erogatori non manuale e distributore asciugamani a perdere Superfici di lavorazione lavabili e disinfettabili Pozzetti di scarico
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24 Caratteristiche laboratori PPL Locale separato per la stagionatura e magazzinaggio (anche armadio) Locale vendita separato nello spazio o nel tempo. Lavorazioni diverse separate nel tempo. Pavimento piastrellato, pareti lavabili e disinfettabili. Finestre apribili munite di zanzariere. Protezione verso animali indesiderati. Contenitori identificati e chiudibili per rifiuti. Frigorifero con termometro di massima/minima 4. Locale/armadio attrezzatura.
25 Quello che in realtà differenzia il laboratorio PPL da quello per hobbisti è il fatto di essere una struttura autorizzata in modo permanente e non temporaneo. Poterlo utilizzare per lavorazioni diverse in base alla stagionalità. Rispetto alla produzione industriale inoltre le PPL non necessitano dell applicazione di un vero e proprio piano HACCP bensì ci si limita a dei manuali di buone pratiche.
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27 Esempio manuale buone pratiche indicazioni per la conduzione del laboratorio 1. Dati aziendali (ragione sociale,organigramma ecc) 2. Descrizione dell attività (codice apiario, tipologia miele, modalità di commercializzazione, apiario stanziale/nomade) 3. Normativa di riferimento 4. Documentazione (Registrazione, planimetrie, corsi formazione, schede tecniche prodotti usati, analisi laboratorio,registro trattamenti) 5. Piano pulizia e disinfezione 6. Piano derattizzazione e lotta agli infestanti 7. Prerequisiti (umidità prodotto, assenza di residui..) 8. Gestione non conformità 9. Schede tecniche (scheda nutrizione alveari, scheda trattamenti, prodotti pulizia..) 10. Registro di produzione e cessioni/rintracciabilità
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29 Esempio buone pratiche indicazioni per la conduzione del laboratorio 1) Lavorazione (come gestire i locali, controllo umidità nel miele e nei locali di stoccaggio, come smielare in modo igienico, decantazione) 2) Gestione dei lotti 3) Confezionamento 4) Igiene dei locali, delle attrezzature e del personale 5) Etichettatura e rintracciabilità
30 Esempio manuale buone pratiche Indicazioni per la conduzione dell apiario. 1) Denuncia degli alveari 2) Materiali di costruzione arnie 3) Verifica stato sanitario 4) Sostituzione favi del nido 5) Gestione apiario (attrezzature, trattamenti, nutrizione, rimonta) 6) Prevenzione e lotta ai parassiti
31 etichettatura Denominazione di vendita: MIELE (facoltativa l indicazione origine botanica o territoriale di produzione) Paese di origine: ITALIA o miele italiano Peso netto (espresso in grammi). Nome o ragione sociale e sede azienda Lotto Da consumarsi preferibilmente entro PPL- provincia sede del laboratorio- Numero registrazione.
32 conclusioni Il progetto P.P.L. è stato concepito per favorire una tipologia di produttori applicando con flessibilità ed elasticità le normative in materia i-s mantenendo come obiettivo la sicurezza alimentare. Per valorizzare i prodotti tipici del territorio, aiutando le piccole aziende e creando una nicchia di mercato di piccole realtà produttive che non possono e non hanno convenienza ad entrare nella GDO. Infine non dobbiamo dimenticare che queste piccole aziende non avendo una meccanizzazione esasperata e non adottando la monocoltura arricchiscono il territorio con oramai rara bellezza.
33 Piccolo è meglio: quando le dimensioni, le persone e la qualità della vita contano.
34 Grazie per l attenzione
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