Schema del capitolo CAPITOLO II II.1

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Schema del capitolo CAPITOLO II II.1"

Transcript

1 CAPITOLO II LEADER, un impostazione in materia di sviluppo rurale Schema del capitolo Lucido 1 LEADER, un impostazione in materia di sviluppo rurale Lucido 2 Le sfide per le zone rurali Livello I Lucido 3 I gruppi di operatori e i relativi interessi Livello I Lucido 4 Gli apporti specifici di LEADER Livello I Lucido 5 Sette aspetti fondamentali Livello I Lucido 6 La trilogia dello sviluppo Livello II Lucido 7 Le fasi di un programma Livello II Lucido 8 La dinamica dell impostazione Livello II Lucido 9 Il valore aggiunto di LEADER Livello I Lucido 10 Gli effetti del processo di riavvicinamento Livello II Lucido 11 Gli effetti del processo di collegamento Livello II Lucido 12 Prospettive Livello II II.1

2 CAPITOLO II riferimenti Dossier LEADER II Collana Innovazione in ambito rurale N. 6: Costruire una strategia di sviluppo territoriale alla luce dell esperienza LEADER Fascicolo n. 1: La competitività territoriale (2000) Dossier dell Osservatorio N. 3: Integrare gli insegnamenti di LEADER nelle future politiche rurali (1999) Guide Guida metodologica per l analisi dei bisogni locali in materia di innovazione (1996) LEADER Magazine N. 16: Speciale convegno LEADER Per una nuova Iniziativa comunitaria per lo sviluppo rurale: 800 leader a confronto (Inverno ) N. 20: Creare occupazione nelle zone rurali (Primavera 1999) II.2

3 CAPITOLO II riferimenti Esempi Nove reportage tratti da LEADER Magazine Le foto dei servizi sono disponibili nel repertorio di immagini PAESE REGIONE O TERRITORIO LEADER FONTE Germania Anhalt-Zerbst LEADER MAGAZINE n. 14 Grecia Kalambaka-Pyli LEADER MAGAZINE n. 23 Spagna Montaña Palentina LEADER MAGAZINE n. 21 Francia Pays de Gâtine LEADER MAGAZINE n. 19 Irlanda Duhallow LEADER MAGAZINE n. 25 Italia Alto Casertano LEADER MAGAZINE n. 20 Paesi Bassi Noordwest Friesland LEADER MAGAZINE n. 17 Finlandia Keski-Häme LEADER MAGAZINE n. 23 Svezia Skogslandet LEADER MAGAZINE n. 21 Schede azioni innovative M25 E24 E10 P17 S26 T06 II.3

4 LUCIDO 1 LEADER, un impostazione in materia di sviluppo rurale LEADER, un impostazione in materia di sviluppo rurale II / 1 II.4

5 LUCIDO 2 Le sfide per le zone rurali LIVELLO I Le sfide per le zone rurali Coinvolgere la popolazione Valorizzare l'immagine del territorio Rafforzare la cultura e l'identità del territorio Abbinare know-how, competenze e occupazione Tutelare e gestire le risorse naturali Equilibrare i flussi migratori Creare attività e garantire l'inserimento e accedere ai mercati socioprofessionale Sfruttare i progressi tecnologici II / 2 In un ottica di sviluppo sostenibile, l impostazione LEADER tende a considerare le opportunità e i vincoli interni del territorio rurale dovuti a fattori ambientali, economici, sociali e culturali legati alla storia di ciascuna zona, nonché le opportunità e i vincoli esterni derivanti dall apertura delle economie locali. È possibile analizzare la situazione di ogni territorio rispetto a determinate sfide che, per taluni aspetti, possono in parte coincidere: Reportage LEADER Magazine > Coinvolgere la popolazione locale e rafforzare la coesione sociale Keski-Häme, Finlandia; > Rafforzare la cultura e l identità del territorio Noordwest Friesland, Paesi Bassi; > Tutelare le risorse naturali e gestire l ambiente e lo spazio Montaña Palentina, Spagna; > Creare attività, migliorare la competitività e accedere ai mercati Alto Casertano, Italia; > Sfruttare i progressi tecnologici in tutti i settori (agricoltura, trasporti, ecc.), in particolare le tecnologie dell informazione e della comunicazione (TIC) Pays de Gâtine, Francia; LM 23 LM 17 LM 21 LM 20 LM 19 II.5

6 LUCIDO 2 (CONTINUA) Le sfide per le zone rurali LIVELLO I Le sfide per le zone rurali Coinvolgere la popolazione Valorizzare l'immagine del territorio Rafforzare la cultura e l'identità del territorio Abbinare know-how, competenze e occupazione Tutelare e gestire le risorse naturali Equilibrare i flussi migratori Creare attività e garantire l'inserimento e accedere ai mercati socioprofessionale Sfruttare i progressi tecnologici II / 2 > Equilibrare i flussi migratori e garantire l inserimento socioprofessionale Duhallow, Irlanda; > Abbinare know-how, competenze e occupazione Anhalt-Zerbst, Germania; > Valorizzare l immagine e la percezione del territorio Skogslandet, Svezia LM 25 LM 14 LM 21 II.6

7 LUCIDO 3 I gruppi di operatori e i relativi interessi LIVELLO I I gruppi di operatori e relativi interessi Individui o associazioni Patrimonio fisico del territorio Coerenza delle politiche Enti pubblici Questioni inerenti la società Qualità della vita Accoglienza di nuovi residenti Redditività delle attività Adeguamento ai mercati Imprese private Settore finanziario II / 3 L attuazione di un impostazione consona alle zone rurali richiede un nuovo approccio in materia di sviluppo locale e, soprattutto, un approccio il più rispondente possibile alle preoccupazioni e alle aspettative degli operatori locali. Promuovendo un approccio integrato e ascendente, nonché il decentramento della gestione delle politiche pubbliche, LEADER spinge a riconsiderare le forze attive presenti sul territorio. Per avviare un impostazione coerente e compartecipativa è necessario passare in rassegna e analizzare la diversità degli operatori esistenti. Questi operatori e partner potenziali possono essere suddivisi in tre principali categorie: > gli individui o le associazioni di persone, con preoccupazioni prevalentemente incentrate sulle problematiche relative alla società, l occupazione e la qualità della vita; > le imprese private e il settore finanziario, per i quali lo sviluppo e la redditività delle attività commerciali, nonché l adeguamento ai mercati dell economia locale rappresentano la fondamentale preoccupazione; > gli enti pubblici regionali, nazionali ed europei, che incentrano il proprio intervento sulla politica regionale, l occupazione, il patrimonio (ambientale, economico, sociale, culturale) del territorio, l accoglienza di nuovi residenti, la ricerca di coerenza tra le politiche settoriali e territoriali. V/5 V/9-12 II.7

8 LUCIDO 4 Gli apporti specifici di LEADER LIVELLO I Gli apporti specifici di LEADER L associazione degli operatori locali a livello di un territorio (Francia ) La possibilità di concretizzare idee latenti (Italia) Il GAL, un gruppo che promuove un progetto e una visione (Germania ) Il cambiamento di mentalità (Spagna ) Gli scambi di esperienze e i trasferimenti sul territorio (Svezia) II / 4 Secondo la testimonianza dei gruppi LEADER, i quattro principali apporti dell Iniziativa comunitaria di sviluppo rurale sarebbero i seguenti: > l approccio territoriale decentrato, integrato e ascendente (basato sul principio del bottom-up ) - L Iniziativa LEADER, evidenziando l interesse di (ri)considerare un territorio nella sua globalità (ossia al di là delle tradizionali ripartizioni tematiche o settoriali), mettendo in relazione i vari settori di attività, avvalendosi di un impostazione che consente agli operatori locali di esprimersi e di partecipare alla definizione degli orientamenti per il futuro del territorio in base alle loro aspettative e alla loro visione, si rivela uno strumento particolarmente idoneo per favorire la rivitalizzazione sociale ed economica delle zone rurali; > il coinvolgimento della popolazione - Questo aspetto, inerente all impostazione LEADER, contribuisce a far sì che la popolazione prenda in mano, collettivamente, il futuro del proprio territorio, superando le attitudini fataliste e le tradizionali divisioni, lottando contro l esclusione e garantendo un equilibrio tra il know-how, le opportunità e i bisogni di tutte le categorie della popolazione. A termine, LEADER concorre alla definizione o alla ricostituzione di nuove identità territoriali; > l associazione degli operatori locali a livello di un territorio - LEADER agevola la creazione di nuove strutture di partnership e di gestione locale. In funzione dei contesti, LEADER facilita lo sviluppo di nuove forme di organizzazione collettiva, di organizzazione delle conoscenze e di riorganizzazione politica. LEADER privilegia la prossimità e porta ad una maggiore governance locale; LEADER Magazine 16, pp II.8

9 LUCIDO 4 (CONTINUA) Gli apporti specifici di LEADER LIVELLO I Gli apporti specifici di LEADER L associazione degli operatori locali a livello di un territorio (Francia ) La possibilità di concretizzare idee latenti (Italia) Il GAL, un gruppo che promuove un progetto e una visione (Germania ) Il cambiamento di mentalità (Spagna ) Gli scambi di esperienze e i trasferimenti sul territorio (Svezia) II / 4 > la possibilità di concretizzare idee latenti - Le procedure di selezione dei progetti sperimentate nell ambito di LEADER hanno permesso a promotori di progetto potenziali, ma sovente ignorati, di far conoscere le proprie idee, di farle evolvere collettivamente e di accedere a forme di sostegno per attuarle. LEADER incarna la capacità di prendere in considerazione azioni di modesta portata e di sostenere progetti a rischio che gli intermediari amministrativi, tecnici e finanziari tradizionali tendono a non considerare. In funzione dei Paesi, inoltre, si possono individuare alcune nette caratteristiche: > in Spagna, l accento viene posto sul cambiamento di mentalità; > in Francia, l associazione degli operatori locali, in funzione di un dato territorio, rappresenta un obiettivo di rilievo; > in Svezia viene sovente privilegiata l apertura verso altri territori rurali e il trasferimento di esperienze; > in Italia, LEADER consente di concretizzare idee latenti; > in Germania, l accento viene posto sul ruolo del GAL. II.9

10 LUCIDO 5 Sette aspetti fondamentali LIVELLO I territoriale Finanziamento e gestione di prossimità Rete e cooperazioni Sette aspetti fondamentali integrato ascendente compartecipativo e GAL Innovazione II / 5 L impostazione LEADER può essere analizzata in base a sette aspetti fondamentali: > L approccio territoriale - Consiste nel definire una politica di sviluppo in base alle realtà, ai punti di forza e alle carenze specifici di una zona. Nell ambito di LEADER questa zona è un unità territoriale rurale relativamente omogenea, caratterizzata da una forma di coesione sociale interna, una storia e tradizioni comuni, un sentimento di identità condiviso, ecc. La ragione d essere dell approccio territoriale è legata ad una maggiore consapevolezza del ruolo delle risorse endogene nella promozione di uno sviluppo sostenibile, realizzato da e per le forze attive locali. > L approccio ascendente (o approccio dal basso) - Mira a promuovere un processo decisionale partecipativo a livello locale per tutti gli aspetti inerenti le politiche di sviluppo. Si tende a suscitare la partecipazione degli operatori locali: la popolazione nel suo complesso, i gruppi di interesse economici e sociali, le istituzioni pubbliche e private rappresentative. L approccio ascendente si fonda su due attività principali (animazione e formazione della popolazione) e interviene in varie fasi del programma. > L approccio compartecipativo (basato sulla partnership) e il gruppo di azione locale (GAL) - Quest ultimo è un insieme di operatori pubblici e privati, associati nell ambito di una partnership, che definisce una strategia comune e un piano d azione locale per lo sviluppo del territorio LEADER. Il GAL rappresenta uno degli elementi più originali e strategici del- III IV V II.10

11 LUCIDO 5 (CONTINUA) Sette aspetti fondamentali LIVELLO I territoriale Finanziamento e gestione di prossimità Rete e cooperazioni Sette aspetti fondamentali integrato ascendente compartecipativo e GAL Innovazione II / 5 l impostazione LEADER: disponendo di un équipe tecnica, di un potere decisionale e di un bilancio relativamente cospicuo, esso rappresenta di norma un nuovo modello di organizzazione che può influenzare considerevolmente l equilibrio istituzionale e politico del territorio interessato. > L innovazione - Sebbene l ideazione e l attuazione sul campo dell Iniziativa LEADER costituiscano già un innovazione in sé, LEADER insiste sul carattere innovativo delle azioni. Può trattarsi di azioni che tendono a nuove forme di valorizzazione delle risorse locali, di azioni interessanti per lo sviluppo locale che non sono state considerate in precedenza dalle altre politiche di sviluppo, di azioni che forniscono nuove risposte alle lacune e ai problemi delle zone rurali o della creazione di un nuovo prodotto, un nuovo processo, una nuova forma di organizzazione o un nuovo mercato. L innovazione è data inoltre dal carattere dimostrativo del programma e dalla sua organizzazione in rete: diffondere l informazione presso altri gruppi di operatori che intendono trarre spunto dai risultati conseguiti altrove o realizzare progetti in comune. > L approccio integrato - Le azioni e i progetti previsti nei piani d azione locali sono correlati e coordinati in un insieme coerente. Tale integrazione può riguardare azioni realizzate in uno stesso settore, tutte le azioni del programma o gruppi di azioni specifiche nonché, e soprattutto, i collegamenti tra diversi operatori e settori (economici, sociali, culturali, ambientali) pertinenti del territorio. VI VII II.11

12 LUCIDO 5 (CONTINUA) Sette aspetti fondamentali LIVELLO I territoriale Finanziamento e gestione di prossimità Rete e cooperazioni Sette aspetti fondamentali integrato ascendente compartecipativo e GAL Innovazione II / 5 > La creazione di una rete e la cooperazione tra territori - La rete LEADER, agevolando lo scambio e la circolazione di informazioni sulle politiche di sviluppo rurale, nonché la diffusione e il trasferimento di innovazioni, tende a spezzare l isolamento dei GAL e a creare una base di informazione e di analisi sulle azioni. Per integrare l organizzazione in rete prevista a livello europeo e nazionale, alcuni GAL si sono spontaneamente organizzati in reti informali. La cooperazione tra territori può essere transnazionale, ma può essere avviata anche tra zone vicine. > Il finanziamento e la gestione di prossimità - La delega al GAL di una parte sostanziale del processo decisionale in materia di finanziamento e di gestione costituisce un altro elemento chiave dell impostazione LEADER. Tuttavia, il grado di autonomia dei GAL varia in misura considerevole in funzione delle modalità organizzative e delle realtà istituzionali presenti nei vari Stati membri. VIII IX II.12

13 LUCIDO 6 La trilogia dello sviluppo LIVELLO II La trilogia dello sviluppo Il territorio, caratterizzato dal suo capitale territoriale costituito da otto componenti, rappresenta la pietra angolare dell approccio LEADER. Territorio Strategia Partnership Il capitale territoriale chiama in causa tutti gli elementi che formano la ricchezza di un territorio (popolazione, attività, paesaggi, patrimonio, knowhow), non per stilare un inventario contabile, ma per ricercare ed individuare specificità che possono essere valorizzate. III/4-5 II / 6 L analisi di queste specificità e gli elementi evidenziati nel corso dell analisi territoriale porteranno all elaborazione di strategie diversificate, specifiche per ogni territorio. In base a questi elementi specifici è possibile creare temi catalizzatori. III/9-10 Per la sua prossimità al territorio e la rappresentatività che può garantire grazie alle sue diverse componenti, la partnership locale (il gruppo di azione locale LEADER) è preposta all applicazione di questa strategia. V/5 Sebbene ogni zona necessiti di una strategia propria, si possono distinguere vari orientamenti strategici possibili in funzione di cinque tipologie di territorio: II.13

14 LUCIDO 6 (CONTINUA) La trilogia dello sviluppo LIVELLO II Territorio La trilogia dello sviluppo Strategia Partnership Tipo n. 1: territori in cui sono presenti numerosi promotori di progetto e vi è un intensa collaborazione in materia di produzione, promozione, ricerca di informazioni. Strategie mirate: strategie per la ricerca di complementarità (accento posto sull integrazione degli operatori e dei settori); strategie per azioni periferiche volte a consolidare il dinamismo esistente. P17 II / 6 Tipo n. 2: territori dove esistono numerosi promotori di progetto che operano tuttavia in modo isolato, senza collegamenti con il territorio e senza forme di collaborazione. M25 Strategie mirate: strategie di integrazione, volte a creare contatti tra i vari elementi isolati presenti nella zona - sostegno ad un tema catalizzatore trasversale che aiuta a superare le reticenze verso l azione collettiva. Tipo n. 3: territori con pochi promotori di progetto isolati, dove è tuttavia possibile recuperare una filiera, un attività, un elemento del patrimonio storico o naturale per avviare una strategia volta a dinamizzare il territorio. E24 Strategie mirate: strategie per il recupero e la valorizzazione delle risorse trascurate (la più frequente delle strategie LEADER). II.14

15 LUCIDO 6 (CONTINUA) La trilogia dello sviluppo LIVELLO II La trilogia dello sviluppo Strategia Tipo n. 4: territori caratterizzati da squilibri sul piano sociale o a livello geografico, per quanto riguarda la ripartizione delle imprese, e dalla mancanza di interventi differenziati. E10 Territorio Partnership II / 6 Strategie mirate: strategie per riequilibrare l accesso alle opportunità esistenti. È necessario decidere quali promotori di progetto sostenere: i più intraprendenti o, al contrario, quelli che non possono costruire o difendere un progetto a causa della loro condizione. Tipo n. 5: territori penalizzati da un forte esodo rurale o dall isolamento, dove si registra una netta tendenza ad abbandonare l attività agricola e/o a chiudere le imprese ancora esistenti (che, nella maggior parte dei casi, sono gestite da imprenditori anziani).il territorio si svuota ed è indispensabile trovare nuove risorse e nuove attività per introdurre processi che consentano di rilanciare il territorio. S26 Strategie mirate: strategie di spinta (sostegno ai rari operatori innovativi esistenti) e/o strategia di dinamizzazione diffusa (vaste azioni di animazione territoriale finalizzate a promuovere idee e/o progetti innovativi, sia individuali che collettivi). Strategie per attrarre e accogliere nuovi residenti nei territori caratterizzati da una scarsa densità demografica. II.15

16 LUCIDO 7 Le fasi di un programma LIVELLO II Contesto Valore aggiunto Le fasi di un programma Diagnosi Impatto Obiettivi Azioni Risultati II / 7 Per quanto riguarda l attuazione del programma propriamente detta, l impostazione LEADER prevede un processo articolato in varie fasi: > realizzazione di una diagnosi territoriale che impegna i vari operatori locali verso una visione del territorio a medio e lungo termine; > individuazione strutturata e formale degli obiettivi, definizione delle linee di intervento strategiche e classificazione per ordine di importanza delle azioni da intraprendere; > attuazione delle azioni sul campo e previsione, da parte del GAL, della costituzione di un dispositivo di sostegno e di accompagnamento per i promotori di progetto; > produzione di risultati diretti; > valutazione quantitativa e qualitativa dell impatto del progetto locale; > analisi del valore aggiunto di LEADER a livello locale (che può manifestarsi, ad esempio, con il consolidamento di una dinamica locale e/o l aumento di una capacità globale di intraprendere). L analisi dell impatto e del valore aggiunto viene successivamente utilizzata per una nuova diagnosi, strumento di riferimento della strategia territoriale. III/6-9 III/6-7 II.16

17 LUCIDO 8 La dinamica dell impostazione LIVELLO II territoriale ascendente Diagnosi La dinamica dell impostazione Finanziamento e gestione di prossimità Valore aggiunto Obiettivi Impatto Azioni Risultati integrato Rete e cooperazioni Innovazione II / 8 Vari esempi permettono di mostrare come le fasi del programma (lucido 7) si articolano con l impostazione LEADER (lucido 5). La dinamica dell impostazione dipende da questa articolazione: > l approccio territoriale consente di avviare il processo (diagnosi) basandosi sulle risorse e i bisogni specifici dei singoli territori e permettendo alla popolazione locale di esprimersi; > l approccio ascendente consente di coinvolgere, in modo partecipativo, gli operatori locali, considerando al contempo le realtà proprie di ogni territorio. Esso suscita una nuova percezione dei punti di forza, delle lacune, delle minacce e delle opportunità della zona. Questa nuova percezione influenzerà, per l intero programma, la definizione degli obiettivi, la realizzazione delle azioni, i risultati e l impatto esercitato sul territorio; > l approccio integrato e multisettoriale e il carattere innovativo delle azioni esercitano un influenza sulle modalità attuative di queste. Questo tipo di approccio influisce inoltre sui risultati e sull impatto di tali azioni; > le modalità di finanziamento e la gestione di prossimità influiscono sulla flessibilità del programma per l intera fase attuativa e, in molti casi, sulla natura dei progetti che potranno essere finanziati (ad esempio, modalità di pagamento inadeguate possono scoraggiare i promotori di progetto più vulnerabili e, talvolta, i più innovativi); T06 II.17

18 LUCIDO 8 (CONTINUA) La dinamica dell impostazione LIVELLO II territoriale Diagnosi La dinamica dell impostazione Finanziamento e gestione di prossimità Obiettivi Azioni Risultati integrato > la rete LEADER e la cooperazione intensificano gli scambi tra il livello locale e il mondo esterno (circolazione dell informazione e delle conoscenze, sviluppo di progetti comuni) e contribuiscono al valore aggiunto del programma. ascendente Valore aggiunto Impatto Rete e cooperazioni Innovazione II / 8 II.18

19 LUCIDO 9 Il valore aggiunto di LEADER LIVELLO I Il valore aggiunto di LEADER Una nuova concezione dello sviluppo rurale, basata sul riavvicinamento e l instaurazione di collegamenti II / 9 LEADER si fonda su una nuova concezione dello sviluppo rurale basata su: > il riavvicinamento tra operatori, attività e componenti del territorio - questi processi di riavvicinamento, attinenti alla filosofia generale e alla concezione dell impostazione, sono agevolati dall attuazione dell approccio ascendente, integrato e territoriale; > l instaurazione di collegamenti tra operatori, attività e territorio - questo processo si concretizza con l organizzazione e la gestione di una partnership locale, orizzontale, che integra le strutture già esistenti, attraverso la definizione di modalità di finanziamento e di gestione decentrata, nonché con l organizzazione in rete e l attuazione di cooperazioni (di prossimità o transnazionali) tra territori. Questi due principali orientamenti dell impostazione LEADER si riscontrano nelle varie fasi di attuazione degli interventi in materia di sviluppo. Nel presente documento ci si limiterà a sintetizzarli in 2 schemi (lucidi seguenti). II.19

20 LUCIDO 10 Gli effetti del processo di riavvicinamento LIVELLO II Operatori ascendente Gli effetti del processo di riavvicinamento Attività Finanziamento e gestione di prossimità Effetti Conoscenza più precisa della realtà Migliore individuazione Risposte più mirate Componenti del territorio territoriale Accompagnamento mirato II / 10 All inizio della presentazione sono state evocate le caratteristiche dei metodi di sviluppo tradizionali. In particolare è stata evidenziata la distanza che sovente esiste tra i responsabili delle politiche di intervento e i beneficiari di queste (gestione centralizzata e verticale, decisioni adottate lontano dalla realtà sul campo, ecc.) che può limitare l azione quando l intervento interessa territori in difficoltà: definizione standardizzata delle esigenze del territorio e dei promotori di progetto, trattamento dei bisogni in base a documenti ed in modo uniforme, talvolta tempi molto lunghi per l adozione delle decisioni e i meccanismi di approvazione, difficilmente conciliabili con le scadenze dei promotori di progetto, ecc. Il programma LEADER tende ad introdurre un nuovo approccio creando un contatto diretto tra i responsabili decisionali e gestionali e le realtà sul campo, cercando di ridurre i cicli del processo decisionale, garantendo un accompagnamento personalizzato dei progetti, ecc., soprattutto grazie alla presenza in loco di équipe di tecnici che assicurano direttamente le attività di animazione sul campo. In questo modo è possibile modulare gli interventi in funzione delle caratteristiche e delle condizioni specifiche di ogni territorio. IV/8-10 II.20

21 LUCIDO 10 (CONTINUA) Gli effetti del processo di riavvicinamento LIVELLO II Il riavvicinamento consente: agli operatori (approccio ascendente) alle attività (modalità di finanziamento e di gestione) ai territori (approccio territoriale) Una conoscenza più vicina, più precisa e più corretta della realtà Una conoscenza diretta della popolazione Una conoscenza attiva della storia dei progetti Una conoscenza in presa diretta del territorio rurale nella sua complessità Una migliore individuazione Individuazione diretta: > dei promotori di progetto e del know-how locale > del pubblico in difficoltà Individuazione delle idee e dei progetti Individuazione degli squilibri, dei punti di forza/ risorse del territorio Risposte più mirate Ricorso a forme di sostegno mirate in funzione dei bisogni della popolazione locale Introduzione di processi più pertinenti per la selezione dei progetti Creazione di un progetto territoriale basato su una percezione globale delle risorse Un accompagnamento mirato Comunicazione diretta e contatti periodici Accompagnamento dei progetti finanziati con contatti diretti e non con un semplice follow-up documentale Valutazione continua e progressivo adeguamento degli interventi II.21

22 LUCIDO 11 Gli effetti del processo di collegamento LIVELLO II Operatori compartecipa - tivo e GAL Salto qualitativo e maggiore efficacia Gli effetti del processo di collegamento Attività integrato Effetti Territori Rete e cooperazione Raggiungimento di masse critiche o soglie necessarie II / 11 In contrapposizione all approccio settoriale, geografico, per servizi, per categoria di pubblico ecc. indotto dalle tradizionali politiche pubbliche in materia di sviluppo rurale, LEADER agevola i contatti locali tra operatori e settori di attività che operano sovente in modo isolato, nonché i collegamenti tra territori. L impostazione locale sarà ancora più efficace se queste forme di riavvicinamento e di collegamento opereranno nel modo più complementare possibile. L innovazione dipende anche dal fatto di avere potuto abbinare o integrare approccio territoriale, impostazione partecipativa, gestione basata sulla partnership, multisettorialità, organizzazione in rete, idonee modalità di finanziamento e gestione. VI/6-7 II.22

23 LUCIDO 11 (CONTINUA) Gli effetti del processo di collegamento LIVELLO II L instaurazione di collegamenti tra: permette di: Operatori (partnership locale) Attività (integrazione) Territorio (rete e cooperazione tra territori) fare un salto qualitativo e migliorare l efficacia associando forme diverse e complementari Coinvolgimento di strumenti diversi e complementari del settore pubblico, del settore privato e del mondo associativo. Integrazione di beneficiari isolati nell ambito di processi collettivi Creazione di nuovi prodotti mediante una valorizzazione delle specificità del territorio associando operatori e attività isolate. Scambi, trasferimento di esperienze e di know-how tra territori raggiungere le masse critiche o le soglie necessarie Raggruppamento degli operatori locali intorno a progetti collettivi e azioni comuni Collaborazione tra imprese per raggiungere mercati più redditizi Cooperazione tra territori per arricchire i progetti locali o realizzare progetti che richiedono un livello di intervento più ampio II.23

24 LUCIDO 12 Prospettive LIVELLO II Prospettive Principali sfide per il futuro del territorio? Obiettivi prioritari per cogliere tali sfide? Adeguamento delle politiche e dei programmi attuali? Importanza attribuita a ciascuno dei 7 aspetti di LEADER per la gestione di un programma? Cause di insuccesso? II / 12 > In base alle caratteristiche del territorio, quali sono le principali sfide per il futuro della zona? > Come e da chi vengono espresse? > Per cogliere queste sfide è innanzi tutto necessario: 1. Rafforzare la coesione interna del territorio? 2. Utilizzare meglio le risorse locali? 3. Migliorare il funzionamento della partnership locale? 4. Diversificare e integrare le azioni di sviluppo? 5. Migliorare le competenze in materia di sviluppo? 6. Ricercare effetti economici (occupazione, attività)? 7. Ricercare effetti per una mobilitazione sociale? 8. Rafforzare l identità e l immagine locale? 9. Introdurre innovazioni? 10. Rafforzare gli scambi con l esterno e ampliare l apertura sul contesto globale? 11. Migliorare la complementarità con altre azioni e/o programmi di sviluppo rurale? > Le politiche e i programmi di sviluppo sinora attuati sono adatti a queste sfide? > Quale importanza attribuite a ciascuno dei sette aspetti fondamentali per il successo di un programma LEADER? In base ai singoli elementi, siete in grado di determinare i fattori di successo o le cause di fallimento? II.24

Obiettivo: potenziare lo sviluppo rurale e incentivare nuove attività e fonti di occupazione

Obiettivo: potenziare lo sviluppo rurale e incentivare nuove attività e fonti di occupazione L approccio Leader Acronimo dal francese Liaison Entre Actions de Développement de l E conomie Rurale (Collegamento fra azioni di sviluppo dell economia rurale) Strategia di sviluppo locale che sostiene

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt)

La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) SCHEDA 8 La Dichiarazione di Verona sugli investimenti in salute (The Verona Declaration on Investment for Healt) Verona, Italia, 5-9 luglio 2000 LA SFIDA DI VERONA Investire in salute significa promuoverne

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

CAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o

CAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o CAPITOLO 11 Innovazione e cambiamento Agenda Ruolo strategico del cambiamento Cambiamento efficace Cambiamento tecnologico Cambiamento di prodotti e servizi i Cambiamento strategico e strutturale Cambiamento

Dettagli

Sviluppo di comunità

Sviluppo di comunità Sviluppo di comunità Rendere la comunità locale un attore del cambiamento sociale S e per comunità si intende un gruppo sociale (comunità locale, scuola, organizzazione, associazione), nel quale relazioni,

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

L esperienza dell Università di Bologna

L esperienza dell Università di Bologna PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E Capacità Istituzionale Obiettivo specifico 5.1 Performance PA Linea 2 WEBINAR Ciclo delle Performance nelle Università: La programmazione della formazione e il

Dettagli

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Piani integrati per lo sviluppo locale Progetti di marketing territoriale Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Sviluppo di prodotti turistici Strategie e piani di comunicazione Percorsi

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATIVO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A ottobre 2011, la Commissione europea ha adottato alcune proposte legislative per la politica di coesione 2014-2020 La presente scheda

Dettagli

Policy. Le nostre persone

Policy. Le nostre persone Policy Le nostre persone Approvato dal Consiglio di Amministrazione di eni spa il 28 luglio 2010 LE NOSTRE PERSONE 1. L importanza del fattore umano 3 2. La cultura della pluralità 4 3. La valorizzazione

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna

La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna Legge Regionale n. 19/96 Norme in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale La Cooperazione allo Sviluppo: il contributo della Regione Sardegna Incontri

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA

Dettagli

PROGETTO Impari S. Impari S. Repubblica Italiana

PROGETTO Impari S. Impari S. Repubblica Italiana PROGETTO Interventi di informazione, formazione e azioni di sistema per le aree GAL della Sardegna PROGETTO Interventi di informazione, formazione e azioni di sistema per le aree GAL della Sardegna Lo

Dettagli

IL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING

IL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING IL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING Itis Galilei di Roma - 4 dicembre 2009 - VI CONFLUISCONO GLI INDIRIZZI PREESISTENTI: ISTITUTI TECNICI COMMERCIALI Ragioniere e perito commerciale

Dettagli

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN

Dettagli

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE

AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE AGENDA DIGITALE: COSA I COMUNI SI ATTENDONO DALLA SUA ATTUAZIONE E COME I COMUNI POSSONO CONTRIBUIRE ALLA SUA ATTUAZIONE Milano, 19 dicembre 2012 1 Premessa L agenda digitale italiana, con le prime misure

Dettagli

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità

ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità ISMENE TRAMONTANO Le iniziative per la diffusione della qualità Il Reference Point italiano sulla qualità dei Sistemi di Istruzione e Formazione professionale A cura di Ismene Tramontano Ricercatrice Isfol

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

master mi Scenari e posizionamento strategico nel territorio Sistemi gestionali avanzati per territori complessi Sergio Zucchetti

master mi Scenari e posizionamento strategico nel territorio Sistemi gestionali avanzati per territori complessi Sergio Zucchetti Sistemi gestionali avanzati per territori complessi Scenari e posizionamento strategico nel territorio Sergio Zucchetti Milano 25 febbraio 2011 Finalità e ingredienti del nuovo modello di programmazione

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

Piano di Azione Educativa sugli OdM attraverso i Gemellaggi Scolastici Nord-Sud. Università Ca Foscari. Venezia, 10 febbraio 2010

Piano di Azione Educativa sugli OdM attraverso i Gemellaggi Scolastici Nord-Sud. Università Ca Foscari. Venezia, 10 febbraio 2010 Piano di Azione Educativa sugli OdM attraverso i Gemellaggi Scolastici Nord-Sud Università Ca Foscari Venezia, 10 febbraio 2010 Premesse In riferimento all obiettivo di sensibilizzare ed educare allo sviluppo

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014 2020 OPPORTUNITA E SFIDE PER ROMA CAPITALE ESPERIENZE FATTE E PROSPETTIVE APERTE ROMA 14 LUGLIO 2015

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014 2020 OPPORTUNITA E SFIDE PER ROMA CAPITALE ESPERIENZE FATTE E PROSPETTIVE APERTE ROMA 14 LUGLIO 2015 LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014 2020 OPPORTUNITA E SFIDE PER ROMA CAPITALE ESPERIENZE FATTE E PROSPETTIVE APERTE ROMA 14 LUGLIO 2015 Le opportunità: due grandi filoni diversi ma complementari I programmi

Dettagli

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATIVO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

Auto Mutuo Aiuto Lavoro

Auto Mutuo Aiuto Lavoro Assessorato al Lavoro Auto Mutuo Aiuto Lavoro progettazione e sperimentazione di un nuovo servizio rivolto a chi perde il lavoro Il progetto Nel quadro delle politiche attive al lavoro non esiste ad oggi

Dettagli

tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio

tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLE RETI D IMPRESA In data tra Provincia di Lecce, Provincia di Torino, Camera di Commercio I.A.A. di Lecce e BIC Lazio premesso che Con l'art. 3, comma 4-ter, del

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Area Disabilità La politica regionale lombarda in quest area è particolarmente attiva, con servizi ed interventi a carattere educativo, formativo

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRALISATION AND COORDINATION: THE TWIN CHALLENGES OF LABOUR

Dettagli

La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia

La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia Roberto Pretolani Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale Università degli Studi di Milano La politica

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 Il 26 marzo 2010 il Consiglio Europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l occupazione

Dettagli

Fondi Pensione Integrativi Territoriali:

Fondi Pensione Integrativi Territoriali: Le rôle croissant des régimes territoriaux et régionaux de protection sociale en Europe Fondi Pensione Integrativi Territoriali: Il Progetto della Regione Autonoma Valle d Aosta ed il Fondo Pensione regionale

Dettagli

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti L AINI ( ) è un Associazione di artigiani e di piccole e medie imprese appartenenti ai diversi settori merceologici i cui proprietari sono appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana in Croazia (CNI),

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione 2 Premessa In.Sar. Spa, nell assolvere alle sue finalità istituzionali volte a supportare l Amministrazione

Dettagli

LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE

LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE NEI SISTEMI DI SVILUPPO E GESTIONE AZIENDALE Schema legami fra strumenti di gestione r.u. e strategie/obiettivi aziendali ECOSISTEMA AMBIENTALE AZIENDALE Economico; Politico;

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE

STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE ISTITUTO SILONE San Ferdinando di Puglia STRATEGIE E METODI PER L INNOVAZIONE DIDATTICA E TERRITORIALE REPORT FINALE DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE Progetto di Ricerca finanziato da: REGIONE PUGLIA Assessorato

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Convegno L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Catania, 5 dicembre 2002 SINTESI INTERVENTO DR. GAETANO SCOGNAMIGLIO Corporate Governance tradotto letteralmente significa

Dettagli

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea

una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie Mediterranea a coop Creare una società cooperative Europea (SCE) ropea Moduli e metodologie esente, Pass 1 Creare una società cooperative Europea (SCE) Introduzione La società cooperativa è un associazione autonoma

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

schema del capitolo Il finanziamento e la gestione di prossimità LIVELLO I CAPITOLO IX e gestione di prossimità di finanziamento dei progetti locali

schema del capitolo Il finanziamento e la gestione di prossimità LIVELLO I CAPITOLO IX e gestione di prossimità di finanziamento dei progetti locali CAPITOLO IX Il finanziamento e la gestione di prossimità LIVELLO I schema del capitolo Lucido 1 Il finanziamento e la gestione di prossimità Livello I Lucido 2 Le sfide in materia di finanziamento e gestione

Dettagli

i giovani non sono soggetti da integrare ma parte della comunità con propri ruoli, potenzialità e responsabilità

i giovani non sono soggetti da integrare ma parte della comunità con propri ruoli, potenzialità e responsabilità Chiara Criscuoli chiara.criscuoli@giovanisi.it Il Progetto Giovanisì: i motivi I giovani sono coinvolti da alcuni cambiamenti dovuti sia a fattori socio economici che culturali: -Il prolungamento della

Dettagli

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE 1 a) L organizzazione: concetti generali b) La struttura organizzativa c) I principali modelli di struttura organizzativa a) La struttura plurifunzionale b) La struttura

Dettagli

CHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane.

CHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane. www.beon-dp.com Operiamo in ambito di: Sviluppo Assessment e development Center Valutazione e feedback a 360 Formazione Coaching CHI SIAMO BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione

Dettagli

SPECIALISTI IN MARKETING OPERATIVO.

SPECIALISTI IN MARKETING OPERATIVO. SPECIALISTI IN MARKETING OPERATIVO. AZIENDA UNA SOLIDA REALTÀ, AL PASSO CON I TEMPI. Ci sono cose che in OM Group sappiamo fare meglio di chiunque altro. Siamo specialisti in tema di analisi, promozione,

Dettagli

1 PIANO D ISTITUTO PER LA FORMAZIONE E L AGGIORNAMENTO A.S. 2012/2013

1 PIANO D ISTITUTO PER LA FORMAZIONE E L AGGIORNAMENTO A.S. 2012/2013 I s t i t u t o P r o f e s s i o n a l e d i S t a t o p e r l I n d u s t r i a e l A r t i g i a n a t o CAVOUR-MARCONI Loc. Piscille Via Assisana, 40/d-06154 PERUGIA Tel. 075/5838322 Fax 075/32371

Dettagli

S I C U R E Z Z A I C U R E Z Z A C U R E Z Z A U R E Z Z A R E Z Z A E Z Z A Z Z A Z A A

S I C U R E Z Z A I C U R E Z Z A C U R E Z Z A U R E Z Z A R E Z Z A E Z Z A Z Z A Z A A L.R.T. 34/01 - Provincia di Grosseto - Progetto Maremma IN Sicurezza CIPA-AT Grosseto : Agenzia Formativa e Servizi in Agricoltura - www.qmtt.net/sicurezza D.Lgs. 81/08 S I C U R E Z Z A I C U R E Z Z

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

schema del capitolo L approccio ascendente LIVELLO I CAPITOLO IV = Appropriazione del progetto Livello II IV.1

schema del capitolo L approccio ascendente LIVELLO I CAPITOLO IV = Appropriazione del progetto Livello II IV.1 CAPITOLO IV L approccio ascendente LIVELLO I schema del capitolo Lucido 1 L approccio ascendente Livello I Lucido 2 Definizione Livello I Lucido 3 Quattro livelli di "partecipazione Livello II Lucido 4

Dettagli

Europa per i cittadini 2007-2013

Europa per i cittadini 2007-2013 Europa per i cittadini 2007-2013 Il Programma ha come scopo primario la promozione della cittadinanza europea attiva, ovvero il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle organizzazioni della società

Dettagli

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Cantiere formativo territoriale Associazione Intercomunali delle Valli delle Dolomiti friulane verso l Unione

Cantiere formativo territoriale Associazione Intercomunali delle Valli delle Dolomiti friulane verso l Unione Cantiere formativo Riordino del sistema regione Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia Cantiere formativo territoriale Associazione Intercomunali delle Valli delle Dolomiti friulane verso l Unione

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

LAVORO IN VALLE BREMBANA E VALLE IMAGNA

LAVORO IN VALLE BREMBANA E VALLE IMAGNA LAVORO IN VALLE BREMBANA E VALLE IMAGNA ALLEGATO 2 Premessa Le Valli Brembana e Imagna sono oggi tra le aree più problematiche in Provincia di Bergamo, per quanto riguarda l occupazione. La crisi della

Dettagli

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005 Questionario di Autovalutazione di un Sistema di Gestione per la Qualità verso: Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005 newsletter TECSE N. 02- Febbraio 2012 (Allegato

Dettagli

LA COMPLESSITA COME FORZA MOTRICE DELLA SCUOLA

LA COMPLESSITA COME FORZA MOTRICE DELLA SCUOLA LA COMPLESSITA COME FORZA MOTRICE DELLA SCUOLA LE RAGIONI DEL CONFLITTO di Giovanna Strano All inizio dell anno scolastico, nella fase di progettazione di scambi con l estero, nasce un conflitto fra due

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

INDICE. Che cosa vuol dire partecipazione. La relazione tra A21 e partecipazione dei cittadini. Lo strumento che garantisce la partecipazione in A21

INDICE. Che cosa vuol dire partecipazione. La relazione tra A21 e partecipazione dei cittadini. Lo strumento che garantisce la partecipazione in A21 INDICE CAPITOLI COSA SI RACCONTA PRESENTAZIONE DI ABCITTA PARTECIPAZIONE Che cosa vuol dire partecipazione AGENDA 21 La relazione tra A21 e partecipazione dei cittadini IL FORUM Lo strumento che garantisce

Dettagli

ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA)

ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA) ISTITUTO TECNICO E. Mattei DECIMOMANNU (CA) INDIRIZZI, PROFILI, QUADRI ORARI E RISULTATI DI APPRENDIMENTO DEL SETTORE ECONOMICO INDIRIZZI: - B1 Amministrazione, finanza e marketing (Ragioniere Perito Commerciale

Dettagli

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Indice Prefazione XI PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE Capitolo 1 Le partnership pubblico-privato nei nuovi modelli di gestione

Dettagli

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA 16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA Obiettivi della presentazione Illustrare i principali risultati

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25 Particolare rilievo è posto alla questione della formazione professionale continua che si evidenzia come un importante strumento per il rafforzamento del patrimonio di conoscenze dei lavoratori, per il

Dettagli

La famiglia davanti all autismo

La famiglia davanti all autismo La famiglia davanti all autismo Progetto Ministeriale di Ricerca Finalizzata - 2004 (ex art. 12 bis d. lgs. 229/99) Ente Proponente Regione Lombardia Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale Responsabile

Dettagli

Dal FEP al FEAMP: quale transizione

Dal FEP al FEAMP: quale transizione L attuazione della Politica Europea per la Pesca: Dal FEP al FEAMP Bologna, 08 ottobre 2014 Regione Emilia Romagna FEP: Misura 5.1 Assistenza tecnica Dal FEP al FEAMP: quale transizione Giulio Malorgio

Dettagli

NUOVI APPROCCI PROFESSIONALI E INTEGRAZIONE (in relazione ai temi della Gestione della Fragilità e del Sostegno alla famiglia) Lucio Belloi

NUOVI APPROCCI PROFESSIONALI E INTEGRAZIONE (in relazione ai temi della Gestione della Fragilità e del Sostegno alla famiglia) Lucio Belloi NUOVI APPROCCI PROFESSIONALI E INTEGRAZIONE (in relazione ai temi della Gestione della Fragilità e del Sostegno alla famiglia) Lucio Belloi PUNTO DI PARTENZA: UN CAMBIAMENTO DI APPROCCIO PROFESSIONALE

Dettagli

Progetto Cantieri aperti per la scuola di base

Progetto Cantieri aperti per la scuola di base Progetto Cantieri aperti per la scuola di base TRACCIA dell INTERVISTA Istituto. Note per la compilazione Le parti a sfondo grigio saranno affrontate durante l incontro tra mini staff di istituto e intervistatori.

Dettagli

I PROCESSI GESTITI DALLA FUNZIONE DI MARKETING. Prof. Giancarlo Ferrero Corso di marketing Università di Urbino

I PROCESSI GESTITI DALLA FUNZIONE DI MARKETING. Prof. Giancarlo Ferrero Corso di marketing Università di Urbino 2 I PROCESSI GESTITI DALLA FUNZIONE DI MARKETING 1 IL PROCESSO DI CREAZIONE DEL VALORE Finalità del marketing: la creazione di valore per il cliente e per l impresa. Le fasi del processo di creazione del

Dettagli

GOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA

GOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Programma operativo NazioNale GOVERNANCE e assistenza tecnica Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013 crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Una premessa

Dettagli

03. Il Modello Gestionale per Processi

03. Il Modello Gestionale per Processi 03. Il Modello Gestionale per Processi Gli aspetti strutturali (vale a dire l organigramma e la descrizione delle funzioni, ruoli e responsabilità) da soli non bastano per gestire la performance; l organigramma

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale Cos è un piano urbanistico? È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale È uno strumento prima di

Dettagli

Le best practices di Trend dalla governance al progetto. Quale futuro nella nuova programmazione europea?

Le best practices di Trend dalla governance al progetto. Quale futuro nella nuova programmazione europea? Le best practices di Trend dalla governance al progetto. Quale futuro nella nuova programmazione europea? alessandro.cavalieri@regione.toscana.it mariachiara.montomoli@regione.tosca Bruxelles, 10 luglio

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Export Development Export Development

Export Development Export Development SERVICE PROFILE 2014 Chi siamo L attuale scenario economico nazionale impone alle imprese la necessità di valutare le opportunità di mercato offerte dai mercati internazionali. Sebbene una strategia commerciale

Dettagli

ACCEDERE ALLA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO POSDRU/128/5.1/G/134978. Newsletter nr.1

ACCEDERE ALLA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO POSDRU/128/5.1/G/134978. Newsletter nr.1 ACCEDERE ALLA FORMAZIONE PER LO SVILUPPO POSDRU/128/5.1/G/134978 Newsletter nr.1 Indice: Formazione professionale forma di riduzione della disoccupazione Progetto Accedere alla formazione per lo sviluppo

Dettagli

[SOLUZIONI INNOVATIVE] Casi di studio sulle pratiche di innovazione

[SOLUZIONI INNOVATIVE] Casi di studio sulle pratiche di innovazione [SOLUZIONI INNOVATIVE] Casi di studio sulle pratiche di innovazione Umbria Innovazione Programma I-Start SOMMARIO CASI DI STUDIO DI SOLUZIONI INNOVATIVE... 2 INNOVAZIONE CASI DI STUDIO... 3 CASO DI STUDIO

Dettagli

Assistenza tecnica funzionale alla

Assistenza tecnica funzionale alla definizione, alla identificazione ed alla gestione dei Sistemi Turistici Locali ed altri idonei strumenti di promozione turistico territoriale complementari agli STL, e utili allo sviluppo del settore

Dettagli

Settore: Giovani Nome bando: Programma gioventù in azione Destinatari:

Settore: Giovani Nome bando: Programma gioventù in azione Destinatari: Settore: Giovani Nome bando: Programma gioventù in azione Destinatari: organizzazioni senza scopo di lucro o non governative. organismi pubblici locali e/o regionali. gruppi giovanili informali. enti attivi

Dettagli

(Avvisi) PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI COMMISSIONE EUROPEA

(Avvisi) PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI COMMISSIONE EUROPEA C 333/12 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 10.12.2010 V (Avvisi) PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI COMMISSIONE EUROPEA Invito a presentare proposte EAC/57/10 Programma «Gioventù in azione» 2007-2013 (2010/C

Dettagli