Psicologia di Comunità

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1 Psicologia di Comunità Giornale della Società Italiana di Psicologia di Comunità Anno XV, Numero 28 Dicembre 2013 Newsletter Editoriale - di Patrizia Meringolo Eccoci di nuovo a voi, con una newsletter ampia e partecipata. Ne abbiamo parlato a lungo nelle ultime riunioni del Direttivo, concludendo che continuavamo a ritenerla uno strumento utile, e, anzi, organizzandoci per garantire un miglior collegamento tra quanto vi presentiamo e la SIPCO, intesa anche come comunità dei soci, che saranno sempre di più sollecitati a mandare notizie e contributi. Trovate quindi in questo numero una ricca rassegna delle esperienze più i m p o r t a n t i s v o l t e dall estate in poi: il convegno SCRA-Society of Community Research and Action, che si è svolto a giugno a Miami e che come sempre è stato fonte di riflessioni utili per gli approfondimenti teorici e metodologici che ha offerto e per interessanti indicazioni di ricerca e intervento nei contesti; l appuntamento di Padova di inizio luglio, Smart Community, occasione di incontro biennale che si alterna con i convegni SIPCO, a cui dedichiamo spazio in questo numero, e che è stato preceduto anche quest anno da un interessante workshop sulla valutazione rivolto ai giovani; quello promosso dall European Psychological Association, a Stoccolma, che ci ha visto protagonisti nel panorama della psicologia europea con ben tre sessioni di psicologia di comunità, e in cui i communitarians hanno fatto anche una esperienza di condivisione quotid i a n a ( a n c h e nell alloggio), che ha permesso di rinsaldare ammesso che ce ne fosse bisogno legami di conoscenza e di amicizia. Sembra infatti peculiare della nostra disciplina la voglia di stabilire rapporti tra di noi che siano di vera collaborazione, al di là delle relazioni formali tra professionisti che spesso si sperimentano nei convegni. Vi raccontiamo quindi l incontro di Iseo Per un nuovo SENSO DEL NOI, che si è proposto di costruire un ponte tra gli interventi di comunità e gli a c t i o n m e t h o d s (psicodramma, sociodramma, teatro sociale ), proseguendo una linea già sperimentata al convegno SIPCO di Milano E poi ancora il seminario Futuro-Integrazione, la Summer school Mixed methods: from design to dissemination e alcune notizie relative al recente Convegno dell European Community Psychology Association, svolto a novembre a Napoli e al quale dedicheremo un ampia sessione nel prossimo numero. Altre rubriche, come vedrete, si stanno strutturando con sempre miglior efficacia: le ricerche in corso, la presentazione dei nostri dottorandi, i post it con brevi segnalazioni che riteniamo di interesse, le recensioni sui libri che ci sono piaciu- Sommario Report dei convegni 3 Prove di futuro, Piacenza 3 Convegno SCRA, Miami 4 Convegno Lab Link, Padova 6 Convegno europeo, Stoccolma 9 Condividere le esperienze 11 Conferenza a Iseo 11 Volontariati in corso, Verona 13 Summer school, Chapel Hill 14 Interventi: laboratorio PePs 16 Post it 17 La ricerca giovane si racconta: i dottorandi 18 Appuntamenti 19 SIPCO - SOCIETÀ ITALIANA DI PSICOLOGIA DI COMUNITÀ PRESIDENTE: PATRIZIA MERINGOLO (UNIVERSITÀ DI FIRENZE) DIRETTIVO: MAURA BENEDETTI (UNIVERSITÀ DI ROMA) AGOSTINO CARBONE (UNIVERSITÀ FEDERICO II NAPOLI) TERRI MANNARINI (UNIVERSITÀ DEL SALENTO) ELENA MARTA (UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO) LUANA VALLETTA (UNIVERSITÀ DI BOLOGNA) RAFFAELLO MARTINI (MARTINI ASSOCIATI MILANO) LOREDANA VARVERI (UNIVERSITÀ DI PALERMO) ALESSIO VIENO (UNIVERSITÀ DI PADOVA) Sipco, Cesena giugno ECPP, Olanda luglio CIPC, Fortaleza Schede bibliografiche 22 L'altro necessario 22 La salute su misura 23 La qualità della deliberazione 24 Avere a cuore il mondo 24 Vivere la sieropositività 25 Profilo di comunità 25 Rivista Psicologia di comunità 26

2 segue dalla pag. 1 Editoriale ti e che desideriamo condividere con voi. Che senso vogliamo dare a tutto ciò? Riflettevamo qualche tempo fa che un limite che spesso ci caratterizza è una sorta di grafofobia : la difficoltà che sembra connaturata a quanti svolgano un lavoro sul territorio a mettere per scritto e comunicare le loro esperienze. Non parlo solo della difficoltà di farle diventare un articolo scientifico (che pure è un problema al quale dovremmo porre rimedio ), anche quando sono ricerche solide, ben strutturate, che figurerebbero meglio di molte altre, ma anche di una ritrosia più generale a disseminare le pratiche, che sembra accomunare quanti svolgano una azione comunitaria. Conosciamo bene la restituzione dei dati ai partecipanti, che in molti dei nostri lavori diventa un momento di attivazione significativo. Disseminiamo, come ci viene richiesto, i risultati dei nostri progetti (europei, nazionali, locali) con risultati più che soddisfacenti. Però poi molte delle esperienze svolte sembrano quasi p e r d e r s i n e l l a t t o, nell incontro, nell evento. Con il rischio di non essere sufficientemente condivise, conosciute e apprezzate in tutto il loro valore. Comunicare un percorso vuol dire anche rielaborarlo in modo che sia comprensibile, verificabile e che si ponga come punto di partenza replicabile (e migliorabile)per altre azioni, di noi stessi e di altri colleghi animati dalle stesse intenzioni: un ulteriore momento da condividere, probabilmente utile anche in attività di valutazione partecipata. In discipline simili alla nostra (o anche in altri settori psicologici) qualsiasi intervento sufficientemente apprezzabile spesso viene portato con molta enfasi al dibattito generale, mentre noi qualche volta sembriamo non valorizzare abbastanza i nostri saperi, non quanto lo meritano. L auspicio è che anche uno strumento semplice, come una newsletter, possa essere una prima occasione, un primo livello, per uscire dall afasia (o, meglio, dall a-grafia) rispetto a quello che facciamo, che conosciamo in occasione dei convegni, ma che forse dovremmo esprimere e far circolare maggiormente, per non perdere tanto materiale scientifico ed esperienziale prezioso. E infine prendete subito nota nelle vostre nuove agende: il prossimo giugno, dal 19 al 21, la sede di Psicologia di Cesena dell Università di Bologna ospita il Convegno Nazionale SIPCO, giunto al suo decennale appuntamento. Il tema, quanto mai attuale, è COSTRUIRE COMUNI- TÀ OSPITALI E SOSTENIBI- LI. Il decimo convegno è una data importante e vi aspettiamo numerosi! trovate tutte le notizie al riguardo sia nel nostro sito che in quello del conv e g n o h t t p : / / sipcocesena2014.unibo.it Questa newsletter vi arriva in periodo di festività n a tali zi e: c o g l iamo l occasione per far arrivare a tutti e a tutte voi i nostri più calorosi auguri per nonostante i tempi che corrono uno splendido, partecipato, comunitario 2014! Pagina 2

3 Piacenza: Prove di futuro. Integrazione cittadinanza, seconde generazioni Si è tenuto il 13 e il 14 settembre scorso il convegno nazionale organizzato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca e dall'ufficio Scolastico Regionale per l'emilia Romagna, in collaborazione con l'università Cattolica del Sacro Cuore, il Comune di Piacenza, la Provincia di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Un convegno dedicato alla scuola e alla sua capacità di farsi promotrice di processi di inclusione e cittadinanza attiva delle giovani generazioni, dei giovani italiani di origine straniera e degli stranieri residenti in Italia di prima e seconda generazione. A chiarire che cosa sono le seconde generazioni è stato Mohamed Tailmoun, portavoce della rete G2, il quale ha discusso dei molti problemi che affliggono gli studenti italiani di origine straniera, come l impossibilità di partecipare ai programmi Erasmus o ad altri programmi di mobilità europea, o la burocrazia che circonda i permessi di soggiorno per motivi di studio. La mattinata in plenaria è stata coordinata da Luciano Rondanini, dirigente dell Ufficio scolastico provinciale, che, dopo avere ospitato i saluti di rito delle autorità locali, ha letto i saluti della Ministra Kyenge, prevista al convegno ma assente per impegni istituzionali: un messaggio semplice e diretto quello della ministra che ha affermato la scuola deve fare integrazione, è un suo compito, è ciò che la rende democratica. Ma la scuola italiana è davvero capace di fare integrazione? Stefano Versari vicedirettore dell Ufficio scolastico Emilia-Romagna a questo proposito ha dato i numeri : in Emilia Romagna gli studenti di origine straniera sono aumentati in 10 anni del 365%, oggi sono il 15% della popolazione studentesca. Il 40% è nato in Italia. E se non ha negato l impegno della scuola per promuovere integrazione, ne ha sottolineato anche criticità di non poco conto: il rischio che l indirizzamento degli studenti di origine straniera verso percorsi professionalizzanti crei scuole ghetto, il problema delle competenze linguistiche che in una percentuale allarmante sono così basse da precludere integralmente la comprensione di ciò che dicono gli insegnanti in classe. Maddalena Colombo, docente all Università che ospitava il convegno, riprendendo i dati delle ricerche della Fondazione ISMU ha confermato le criticità evidenziate da Versari e ha sottolineato che è necessario un investimento di risorse e sostegno anche formativo agli insegnanti, oggi carente. Un altro tema caldo affrontato nel convegno è quello della cittadinanza. Nel video di apertura del convegno, curato dalla Fondazione Reggio Children, un bimbo si chiedeva Ma se non sei un cittadino, cosa sei? Chi sei?. Paolo Morozzo della Rocca dell Università di Urbino, ha illustrato le vicende della concessione della cittadinanza nel nostro paese, con toni fortemente critici verso le restrizioni imposte nel 1992 per effetto del clima di terrore nei confronti degli stranieri dei primi anni 90. Le leggi in vigore sulla cittadinanza negano la possibilità per gli italiani di origine straniera di sentirsi chiamati al bene comune, e la dimensione relazionale e culturale della cittadinanza. Ha auspicato che la revisione della normativa si orienti verso lo ius culturae, superando i limiti di quella attuale. La mattinata si è conclusa con l intervento del Ministro dell Università e dell Istruzione Maria Chiara Carrozza che ha affermato La scuola è lo specchio di quella che sarà la società del futuro e quindi l integrazione degli studenti stranieri è un opportunità di ricchezza e confronto fra culture di cui non dobbiamo avere paura; è anzi un arricchimento che va organizzato per vincere la sfida. Per questo dobbiamo sapere attrarre ed accogliere per valorizzare, creando un sistema selettivo con le medesime opportunità. Il pomeriggio si è articolato in sessioni parallele, che hanno approfondito i temi della cittadinanza e integrazione, dall infanzia all adolescenza. La sessione intitolata La cittadinanza: modelli a confronto in Italia e in Europa è iniziata con una articolata presentazione delle leggi sulla cittadinanza in Europa che ha sfatato qualche luogo comune sulla facilità con la quale si diventa cittadini in altri paesi, si è conclusa con la presentazione del lavoro di promozione della cittadinanza attiva e di contrasto alla mafia del Centro Studi Paolo Borsellino. La mattina di sabato alla presenza del Viceministro Maria Cecilia Guerra e Rita Borsellino la restituzione in plenaria dei lavori del pomeriggio precedente. Cinzia Albanesi Anno XV, Numero 28 Report Convegni Pagina 3

4 Convegno SCRA Society for Community Research and Action: giugno 2013 Report convegni L appuntamento biennale e fondatrice di Public d e l l a S o c i e t y o f S c i e n c e P r o j e c t Community Research and Action, 27a divisione della ( un consorzio di ricercatori, American Psychological policy maker e atti- Association, si è tenuto visti impegnati a più livelli quest anno all Università per ridurre le diseguaglianze di Miami, nella School of sociali. Il suo di- Education and Human scorso ha ripercorso le Development diretta da Isaac Prilleltensky. Il tema -guida della conferenza (2013 Biennial Conference tappe di un cammino intellettuale sfociato in un impegno scientifico e sociale attraverso l adesione Communal Thriving: all epistemologia della Pursuing Meaning, Justice ricerca-azione partecipata, & Well-Being ) ha ripreso in una diversa luce il tradizionale ambito dello sviluppo reinterpretata come una ricerca (partecipata) capace di generare politinendolo di comunità, ridefiche pubbliche (parteci- tuttavia in termini pate). La key note finale, che sono allo stesso tempo affidata a Niki Harré, più positivi ma anche più consapevoli della natura problematica della convivenza. Se mi si passa la libera traduzione, più che a comunità competenti, si è fatto riferimento a comunità prosperose e fiorenti, in cui però il benessere passa per le strette dell Università di Auckland (autrice peraltro del volume, liberamente scaricabile via Internet, Psychology for a Better World: Strategies to Inspire Sustainability) ha sottolineato la necessità di riconciliarsi con la dimensione simbolica dei processi sociali, per vie della giustizia socia- meglio comprendere le le e della ricerca di significato. Questo tema è stato al centro delle key-notes, ma ha intessuto molte delle circa 150 sessioni di battaglie e le sfide psicologiche del nostro tempo ed essere capaci di lavorare più efficacemente per un cambiamento sociale lavoro che si sono susseguite positivo. Attraverso la nei tre giorni della conferenza. La key note di apertura, particolarmente motivante, metafora del gioco infinito, quello in cui l obiettivo non è vincere ma continuare a giocare, in cui gli è stata tenuta da Mi- orizzonti cambiano al chelle Fine, docente alla City University of New York cambiare degli attori, e così le regole, Harré ha offerto una visuale non comune attraverso cui la psicologia di comunità può guardare il mondo e contribuire al suo farsi. Le sessioni, tante, brevi e di vari formati (simposi, tavole rotonde, workshop), hanno trattato i temi più disparati. Cerimonia di apertura Accanto a quelli esplicitamente richiamati nel titolo stesso del convegno (giustizia sociale, benessere), i vari contributi (una parte dei quali è reperibile sul sito della conf e r e n z a h t t p : / / w w w. s c r a 2 7. o r g / biennial/2013_biennial) si sono distribuiti in ambiti c o n s o l i d a t i c o m e l empowerment, il senso di comunità, gli interventi sui minori e i sistemi educativi, sulle disabilità, sui malati mentali e altre categorie svantaggiate (marginalità sociale, povertà, ecc.), i gruppi di autoaiuto, la prevenzione dei comportamenti a rischio, la valutazione dei programmi e degli interventi, la partecipazione organizzata e l azione collettiva, la ricerca-azione -partecipata (PAR) e le strategie per promuovere il cambiamento sociale, ma anche in settori emergenti (seppur non nuovi) come quelli delle politiche pubbliche (cui è stato dedicato un workshop pre-conference a più voci), dei processi di peace-building e delle relazioni interetniche e interculturali. Dal punto di vista dei riferimenti teorici, molteplici i richiami alla teoria critica, che condivide con la psicologia di comunità ma anche con la psicologia della liberazione e con la psicologia della pace l attenzione ai temi dell esclusione sociale, Pagina 4

5 dell ineguaglianza, della violenza e della oppressione. Dal punto di vista degli aspetti metodologici, molte le riflessioni sulla ricerca community-based e sulla PAR, ma anche sessioni (poche a dire il vero) dedicate a metodi sofisticati di analisi statistica dei dati di ricerca. In un certo senso, la conferenza ha offerto uno spaccato delle due anime che convivono nella psicologia di comunità nordamericana, quella più tradizionalmente legata ai metodi standard della ricerca accademica e quella, che personalmente mi è sembrata coprire uno spazio tutt altro che marginale, della ricerca situata e in prospettiva emica, con il suo corredo narrativo e riflessivo. Il programma della conferenza è stato ricchissimo, se si considera che alle innumerevoli sessioni e alle key note si sono affiancati tanto i workshop pre-conference tanto le sessioni poster e i gruppi di interesse. Impossibile perciò riuscire a tracciare un quadro di dettaglio. Degno di nota, e appuntamento fisso delle conferenze della SCRA, il programma Mentoring, destinato agli studenti e a chi muove i primi passi, o come ricercatore o come professionista, nel mondo della psicologia di comunità. Il programma, che ha coinvolto nel ruolo di mentor tanto giovani laureati quanto professionisti e accademici seniores, si è sviluppato in parallelo ai lavori del convegno, permettendo agli aspiranti psicologi e agli psicologi juniores di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla conferenza. I mentor, in sessioni di gruppo (ben 19) o individuali, hanno offerto ai mentee la loro esperienza su (sono solo alcuni esempi) come introdurre la psicologia di comunità nei setting di tipo clinico o medico, come costruire network internazionali, come conciliare lavoro e famiglia, come trovare e mantenere una relazione con un mentor. Nel complesso, un esperienza interessante e una bella fonte di stimoli anche per chi pratica la psicologia di comunità in contesti nazionali e culturali diversi. Il prossimo appuntamento coinciderà con il cinquantenario della SCRA. Si terrà nel 2015 a Lowell, presso l Università del Massachusetts, all insegna del tema Innovation, Diversity, and Sustainability. Terri Mannarini Michelle Fine key note di aperturta Report convegni Anno XV, Numero 28 Niki Harré key note di chiusura Pagina 5

6 Padova: 9 Convegno La prevenzione nella scuola e nella comunità/smart Community Report convegni Pagina 6 Per la prima volta nel mese di luglio, si è svolto il Convegno Nazionale: La prevenzione nella scuola e nella comunità giunto alla sua nona edizione. I lavori si sono articolati in tre giornate dal primo pomeriggio di giovedì 4 luglio a sabato 6 luglio. Tre giornate che hanno visto alternarsi sessioni plenarie, sessioni poster, sessioni orali e diversi workshop tematici. Come consuetudine il convegno, promosso dal Professore Massimo Santinello e dal dottore Alessio Vieno del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell'università degli Studi di Padova, è stata un occasione per ricercatori e operatori di confrontare la qualità delle proprie esperienze e ricerche, oltre che proporre nuove idee per progetti nel settore della prevenzione e della promozione del benessere. Il tema centrale di quest'anno sono state le Smart Communities, comunità intelligenti che utilizzano le nuove tecnologie per la prevenzione, smart community come nuova frontiera per incrementare il benessere delle comunità, le reti di sostegno e la loro operazionalizzazione nei progetti di mentoring e di peereducation, salute e adolescenza. "L'utilizzo delle nuove tecnologie per la prevenzione al bullismo" è stato il tema della plenaria di apertura di giovedì 4 luglio. La sessione è stata aperta dalla dott.ssa Maria Sapouna dell'university of the West of Scotland (UWS) che ha illustrato FearNot!, il primo intervento di apprendimento virtuale programmato per ridurre i fenomeni di bullismo nelle scuole primarie. Anche l'intervento del dott. Cantamesse (AESVI - Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) ha evidenziato come i videogiochi possano assumere la funzione di ambienti di sperimentazione in senso psicologico e psicosociale. Ha presentato i risultati di una ricerca focalizzata sulle dinamiche sociali in contesti videoludici, il cui obiettivo ultimo era indagare il ruolo degli ambienti virtuali, e più specificatamente dei MMORPG, a supporto delle dinamiche relazionali nel contesto sociale degli adolescenti. La dott.ssa Menesini ha descritto un modello di intervento basato su peer education peer support, realizzato in alcune scuole secondarie di secondo grado della Toscana e volto a prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo: alcuni studenti (peer educators) diventano gli agenti di cambiamento, portando avanti attività faccia a faccia con i loro compagni, e attività online sul sito web e sulla pagina facebook del progetto, interagendo così anche con studenti di altre scuole. In seguito alla plenaria d'apertura, i convegnisti hanno avuto la possibilità di presentare i loro contributi all'interno di sette diverse sessioni poster, ciascuna con un proprio tema conduttore. Le due giornate successive sono state strutturate in modo tale da dare ai partecipanti l'opportunità di prender parte a numerose e differenti sessioni: durante la mattinata si sono svolte 5 sessioni parallele a cui è seguita una plenaria dal titolo "Smart Community: le comunità intelligenti che promuovono il benessere". All'interno di questa sessione gli interventi del dott. Boniforti e del dott. Zilioli hanno evidenziato come l intervento di rete, il coinvolgimento degli stakeholder locali, i progetti urbani e sociali e le iniziative di animazione ideate e realizzate dalle realtà locali stiano contribuendo in questi anni ad alimentare la coesione tra gli abitanti e il benessere abitativo, aumentando la consapevolezza e la valorizzazione delle risorse comunitarie e il capitale sociale. Il contributo della dott.ssa Signani, inoltre, ha voluto sottolineare l'importanza di due elementi quali genere e tempo. Nel pomeriggio i convegnis t i h a n n o a v u t o l occasione per essere parte attiva del convegno iscrivendosi a diversi workshop: il primo dal titolo Gruppo allargato di comunità coordinato dal prof. Lavanco, il secondo intitolato Empowement Evaluation tenuto dal dottor Gheno, il terzo Arene Partecipative moderato dalle dottoresse Fedi e Mannarini e il quarto, AOM Analisi Organizzativa Multidimensionale tenuto dalla dottoressa Francescato. Come da tradizione, a conclusione della seconda giornata di lavoro è stata organizzata una cena sociale che ha riunito i convegnisti presso il suggestivo cortile pensile di Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova e posto di fronte al Bo, sede dell'università degli Studi di Padova. I lavori si sono conclusi sabato 7 luglio con delle sessioni parallele nella prima parte della mattinata seguite dalla sessione "Nuove e vecchie strategie di prevenzione" in cui gli interventi della dott.ssa Capitanucci e dei dott.ri Kuntsche, Croce e Polidori si sono focalizzati sulla prevenzione nell'uso di alcol (il rischio di singole ubriacature è maggiore in tarda adolescenza e nella primissima età adulta) e

7 del gambling ponendo una riflessione sulla necessità di affidare la prevenzione del gioco d azzardo patologico a enti qualificati nella materia, privi di conflitto di interessi, che usino metodi sperimentali validati, basino i loro interventi su solide teorie di funzionamento psicologico codificate e si avvalgano nella formulazione dei progetti delle più accreditate competenze scientifiche nell ambito della prevenzione del gioco patologico, con un occhio attento al contesto. È stata, inoltre, evidenziata la diffusione di nuovi e crescenti comportamenti di dipendenza non da sostanze ma con rischi, comportamenti e costi sociali ed individuali del tutto simili alle dipendenze da sostanze [da Internet (IAD, Internet Addiction Disorder), da gioco d azzardo (Patholo- gical Gambling), da acquisti compulsivi (Compulsive Buyers, Shopping Compulsivo, etc.), da sesso (Sexual Addiction), da esercizio fisico (Exercise Addiction), da lavoro (workalcoholic o workaddiction)]. Anche quest'anno sono stati messi a disposizione dei premi che hanno premiato i poster che hanno dato particolare rilievo al rafforzamento delle reti informali della comunità (Centro Siciliano Sturzo, ES - Empowerment Evaluation), il poster che ha descritto esperienze svolte nella scuola o nel territorio con particolare riferimento alle tematiche relative ad interventi innovativi in psicologia di comunità (SIPCO) e il poster che ha presentato progetti attuati nella scuola con particolare riferimento alle tematiche relative al disagio e alla promozione del benessere nei contesti scolastici con riferimento alla fascia 0-11 anni (SPES - Servizi alla Persona Educativi e Sociali - di Padova). Nelle giornate del 3 e 4 luglio 2013 la Società Italiana di Psicologia di Comunità ha organizzato e gestito un evento satellite, un workshop tenuto da Norma De Piccoli e Stefano Gheno sul tema della valutazione empowering individuando percorsi e strumenti. Sul sito del Laboratorio L i n k ( h t t p : / / dpss.psy.unipd.it/link/ convegni.php) è possibile rivedere momenti del convegno immortalati in alcuni scatti fotografici. Vi aspettiamo al decennale fra 2 anni... Ci rivediamo nel 2015! Alessandro Agresti Anno XV, Numero 28 Workshop Valutazione empowering : valutare in psicologia di comunità Da qualche anno la Sipco si fa promotrice, attraverso l impegno gratuito dei suoi soci, di una formazione fortemente empowering. Un flusso di condivisione, confronto e trasmissione di competenze, riflessione e tecniche che circolano sia all'interno della nostra associazione che fuori nel lavoro quotidiano di ognuno di noi. Attraverso questa formazione si va ad arricchire il patrimonio di conoscenze e la cassetta degli attrezzi di chi è ancora in formazione o di chi vuole ampliare la sfera delle sue comp e t e n z e. S e m p r e nell ambito del Convegno "La prevenzione nella scuola e nella comunità tenutosi a Padova, a mettersi in gioco, a disposizione delle esigenze formative dei giovani Sipco, sono stati Norma De Piccoli e Stefano Gheno sul tema della Valutazione empowering. Trovare altre occasioni di condivisione e di scambio di competenze ed esperienze ascoltando i bisogni formativi espressi dei soci è alla base della nostra possibilità di crescere sempre di più come realtà associativa veramente orientata all empowerment ed una multirete di opportunità e condivisione. Il workshop Percorsi e strumenti per una valutazione empowering, è stato strutturato a partire dalle esigenze formative discusse dai giovani SIPCO (definiti come soci junior) nei mesi che hanno preceduto l evento. Infatti, per diversi mesi i soci junior si sono confrontati (spesso attraverso e-discussion con una votazione finale) su quale tema sentivano un forte bisogno formativo o di approfondimento. Una crescente esigenza di competenze valutative sono state esposte dai Giovani Sipco a partire da una diffusa domanda di Report convegni Pagina 7

8 Report convegni Pagina 8 valutazione degli interventi nel sociale indirizzata anche ai dipartimenti di ricerca universitari. Una formazione sulla valutazione, quella di Padova, che è andata a configurarsi soprattutto come un dialogo tra relatori e partecipanti che hanno esplorato il tema per provare a sottoscrivere un comune Manifesto della Valutazione Empowering. La valutazione, una gastronomia fusion nelle parole di Stefano Gheno o piuttosto una cassetta per gli attrezzi come proposto da Norma De Piccoli, si rende empowering quando dà valore al percorso, si allontana dal significato attribuitole nel senso comune di giudizio sulla mancanza, per piuttosto configurarsi come un processo di valorizzazione degli elementi che costituiscono una spinta alla crescita. Il seminario ha delineato alcuni aspetti fondamentali della valutazione: un buon valutatore deve essere anche un buon metodologo, capace di integrare dati misurabili, con informazioni qualitative altrettanto significative; la valutazione trova senso e finalità nell attiva partecipazione della committenza e dei valutati, attraverso la formazione di un gruppo guida della valutazione come definito da Gheno, che è chiamato ad assumersi la responsabilità della valutazione stessa. Tale prospettiva non trascura, però, l esigenza di non essere ideologici o mistificanti di fronte ai limiti di varia natura che possono condurre ad optare per processi valutativi più economici, meno partecipati, ma che possano essere effettivamente recepiti dai destinatari, che devono poterne cogliere il valore aggiunto nella prospettiva di una maturazione organizzativa, sociale, comunitaria. È stato sottolineato come esista spesso un gap tra i processi e la valutazione: spesso i progetti lavorano su dimensioni complesse: salute, benessere, capitale sociale, reti sociali, ecc., mentre i sistemi di valutazione si basano solo su singoli aspetti perdendo di vista la complessità dell oggetto (e spesso quindi anche gli aspetti di interazione tra i vari fattori). Valutazione partecipata significa lavorare su ciò che c è, sulle basi di appoggio, sui punti di forza. La Partecipazione è sia una strategia per uscire dalla logica controllorecontrollante ma anche la presenza di una dimensione attiva: essere contemporaneamente motori e fruitori del processo. Utilizzare quindi strumenti non standard, ma costruiti con i valutati, anche quando si utilizzano strumenti standardizzati questi vanno resi utilizzabili dai fruitori. Mai utilizzo di strumenti auto-riferiti. Questo significa anche non riuscire spesso a spiegare ai decisori politici l importanza della valutazione in generale come strumento di sviluppo. I politici nella migliore delle ipotesi hanno in testa il tema, il concetto di valutazione come di una rendicontazione. Necessario è partire dalla negoziazione con la committenza su che cosa è utile e rilevante valutare, partendo dalla affermazione: alla fine del processo io ti dirò come è andata, introducendo quindi una possibilità di dialogo su cosa vale la pena valutare, cosa vogliamo valutare. Scambi di umori, oltre che di idee, condivisione di esperienze relative ad una società in cui i giovani psicologi devono coltivare le risorse proprie della formazione psico-sociale, metodologiche e relazionali, per operare in comunità resistenti quanto bisognose di cambiamento. Il workshop non vuole essere solo un momento formativo chiuso, tanto che si è deciso di costituire un gruppo che possa attivamente lavorare sul tema a partire dall'elaborazione di un manifesto della Valutazione Empowering ad altre azioni strategiche (ad esempio una pagina dedicata di wikipedia, condivisione di articoli, etc.). Un modo questo sia di condividere e lavorare insieme all'interno della nostra comunità SIPCO ma anche di promuovere e tutelare la nostra professione e le nostre specifiche competenze. Ovviamente un gruppo di lavoro-interesse non può nascere come esclusivo ed escludente e così se altri soci sono interessati a farne parte vi invitiamo a scriverci a info@sipco.it Maura Benedetti, Luana Valletta, Francesca Ammogli, Chiara Cifatte, Rosita Giunti, Fausto Petrini, Debora Vecchiettini Il punto di vista dei formatori Norma De Piccoli È vero che il "nostro approccio" implica un cambiamento di prospettiva, e sappiamo quanto ogni cambiamento inneschi resistenze, ecc. Concretamente credo che la sfida non sia quello di presentare un NUOVO modello di valutazione, ma di INTEGRARE i modelli "classici" con altro (es. aggiungere a griglie di valutazione standardizzate anche altri strumenti e indicatori più "partecipati"). Non è una contrapposizione tra prospettive, ma una sinergia tra esse... Essere portatori di cambiamento e di innovazione è faticoso, ma anche entusiasmante... Stefano Gheno Formare e formarsi alla valutazione empowering Ho sempre pensato che valutare faccia bene all empowerment di persone, gruppi e comunità, dopo l esperienza padovana devo aggiungere che anche il formarsi alla valutazione fa bene all empowerment.

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