Dualizzazione dei diritti sociali

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1 Dualizzazione dei diritti sociali

2 Livello locale Necessario tenerne conto per verificare funzionamento effettivo del Welfare italiano Sempre più vero visto il processo di decentramento (Ferrera: Welfare Regions sostituisce Welfare State riconfigurazione spaziale della protezione sociale Decentramento dovuto in particolare a: Richiesta di maggiore partecipazione degli enti locali e di controllo dal basso Migliore calibratura dei servizi su base territoriale (dove i bisogni sempre più legati a specifiche caratteristiche demografiche Blame avoidance dello Stato che taglia costi e servizi, e delega agli enti locali

3 Italia divisa Disuguaglianze territoriali nello sviluppo economico e capacità di creare ricchezza Differenze di funzionamento delle amministrazioni locali Clientelismo al Sud welfare state come strumento dei rapporti clientelari La debole regolazione dello Stato nazionale e la scarsa fiducia nello Stato hanno rafforzato le disuguaglianze territoriali

4 Quanti modelli sub-nazionali di Welfare? Pavolini analizza le politiche per la famiglia, educative e sanitarie per verificare quante Italie esistono dal punto di vista dei diritti sociali e se le disuguaglianze sono cresciute nel corso dell'ultimo decennio Indicatori: Famiglia: tasso di copertura dei servizi per prima infanzia Sanità: deficit dei servizi regionali; qualità, efficienza e efficacia del sistema sanitario Educazione: qualità studenti e tasso di abbandono x scuola; attrattività e diritto allo studio (borse) x università

5 Quanti modelli sub-nazionali di Welfare? 2 modelli e 4 sub-modelli territoriali di welfare: Nord: buon livello per sanità e educazione (apprendimento), medio-alto per attrattività universitaria e servizi all'infanzia Regioni rosse (+ Val d'aosta): alti livelli su tutti gli indicatori Centro-sud (Lazio, Abruzzo, Molise e Basilicata): livello basso su sanità, infanzia e educazione, medio su attrattività universitaria Restante Sud: livello scarso su tutti gli indicatori Italia a due velocità: si conferma una cesura tra due macro-aree principali

6 Dinamiche recenti delle disuguaglianze Aumenta la distanza tra modello Centro-Nord e Sud+Lazio La differenza tra le due macro-zone NON dipende dall'assetto istituzionale (ente responsabile, decentramento)... sono inferiori tutti i servizi, che dipendano dai Comuni (infanzia), dalle Regioni (sanità), dallo Stato (educazione, seppur con autonomia di scuole e atenei)

7 Confronto con disuguaglianze europee A livello Europeo l'italia ha le più forti differenze tra aree interne dal punto di vista economico Italia: funzionano peggio i servizi di Welfare delle zone più povere Germania, Francia e Polonia: uguaglianza tra servizi oppure servizi migliori nelle zone svantaggiate Spagna e UK: stessa situazione italiana ma meno forte Soddisfazione cittadini Centro-nord: a livello dei paesi più ricchi Sud: inferiore alle zone più in difficoltà interni ai paesi europei

8 Fattori di disuguaglianza Scarsa forza dello stato centrale nel coordinare i processi di sviluppo delle amministrazioni locali Scarsa civicness e forza delle clientele Peso delle burocrazie professionali, in particolare nella sanità e nell'educazione: ruolo determinante nel plasmare i servizi in senso particolaristico Al sud queste burocrazie hanno ancor più spazio e generano peggiori risultati nel welfare Per questi motivi, il mercato e le differenze nello sviluppo economico plasmano anche la quantità e qualità dei servizi di welfare.

9 Il Welfare meridionale

10 Il contesto sociale e storico Il Sud d'italia è tradizionalmente un contesto sociale ed economico difficile - Questione Meridionale; inchieste parlamentari tra fine 800 e tutto il 900 Scarso sviluppo industriale - fattori: - protezione delle industrie (familiari) del nord; solo impianti di industrie settentrionali, spesso impiantate sfruttando finanziamenti pubblici - problemi interni alle regioni meridionali ** forza lavoro a disposizione del nord industrializzato

11 Welfare meridionale Si è basato negli ultimi 50 anni su: - sussidiazione: elargizione di sussidi economici in base a appartenenza clientelari; finalità di rafforzamento dei legami particolaristici scarso welfare dei servizi - istituzionalizzazione (religiosa-caritativa): unica forma di protezione sociale non economica: disagio sociale e disabilità istituti religiosi con forte dimensione caritativa e non assistenziale difficoltà mantenere questi istituti: crisi vocazioni

12 Welfare meridionale Indebolimento solidarietà primaria: rifiuto di cura dei familiari in difficoltà, in particolare tra giovani generazioni Disagio sociale si allarga, anche oltre le classi sociali inferiori Es: disagio minori non più legato esclusivamente a problemi economici difficoltà di conciliazione lavoro-cura, mancanza cura parentali e reti di vicinato fuori da casa; difficoltà relazione genitore-figlio Sussidiazione e istituzionalizzazione si diffondono nei sistemi di welfare italiani e europei

13 Welfare meridionale Privatizzazione cura Settore cura anziani, a causa della crisi delle tradizionali istituzioni ecclesiastiche di cura e della solidarietà primaria badanti Favelizzazione nei quartieri delle grandio città ma anche nei centri medi e piccoli Decivilizzazione della vita comunitaria Controllo della criminalità

14 Clientelismo e welfare Clientela: relazione sociale asimmetrica (patronocliente) ma apparentemente reciprocamente vantaggiosa e aperta - mediazione tra istituzioni e bisogni sociali Sistema clientelare si basa su e rafforza la debolezza istituzionale e la fiducia nelle istituzioni

15 Comunità e clientelismo Società tradizionali (comunitarie): reciprocità è fattore di coesione; la comunità si basa su appartenenza comune; relazioni simmetriche - regolazione sociale Nelle società industriali (e post-) la reciprocità può divenire dipendenza quando le relazioni sono a-simmetriche La Comunità nel Sud ha svolto ruolo suppletivo rispetto a mercato e stato Nel processo di modernizzazione il legame comunitario pervade l'azione del mercato e dello stato familismo, clientelismo, mafia sono manipolazioni delle forme di agire comunitario tradizionale

16 Politica e welfare al Sud La politica clientelare impedisce di creare una regolazione sociale basata sulla redistribuzione della ricchezza e sui diritti, ma di tipo clientelareparticolaristico - la redistribuzione della ricchezza avviene secondo logiche di appartenenza alle clientele Il processo di burocratizzazione è avvenuto in misura molto limitata nel Sud: non è avvenuta la sottomissione dell'azione amministrativa alle norme giuridiche, alle regole, alla razionalità formale (burocrazia); non c'è separazione tra amministrazione e interessi privati

17 Terzo Settore Grande sviluppo quantitativo ma non qualitativo - organizz. di volontariato in crescita dagli '80 in poi (crescono più che nel resto d'italia -in particolare in Basilicata, Sardegna e Puglia (disuguaglianza interna al Sud) - cooperative sociali più diffuse al Sud (2005: 33% del tot) - non assolve al compito di produzione di norme sociali e valori che creano forme di solidarietà, rispetto diritti e legalità prevalgono comportamento adattivo e filantropia - subisce la stessa crisi degli altri attori produttori di welfare

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