UNIVERSITA DEGLI STUDI DI UDINE

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI UDINE Corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari MAREGA MILENA

2 INTRODUZIONE Lo scopo primario della dieta è quello di fornire i principi nutritivi di base necessari a soddisfare le esigenze nutrizionali della persona in modo tale da prevenire malattie e disturbi dovuti alla carenza di certi principi nutritivi e fornire i mattoni di base quali acqua, proteine, carboidrati, lipidi, vitamine e sali minerali, fondamentali per lo sviluppo e la crescita e/o la riparazione dei tessuti. Negli ultimi anni però, il concetto di cibo ha subito una radicale trasformazione fino al punto da attribuire agli alimenti, oltre alle classiche proprietà nutrizionali e sensoriali, anche un importante ruolo nel mantenimento di un corretto stato di salute e nella riduzione dell insorgenza di alcun tipi di patologie. Si è arrivati ad affermare che la dieta può aiutare non solo a raggiungere uno stato di salute e di sviluppo ottimali, ma potrebbe anche giocare un ruolo importante nel ridurre il rischio di certi disturbi e malattie. Pertanto la moderna scienza dell alimentazione è andata oltre i concetti classici di nutrizione ed è passata dal concetto di alimentazione adeguata a quello di alimentazione positiva o ottimale. Gli stessi consumatori, negli ultimi decenni, hanno dimostrato un aumento dell interesse per il rapporto esistente tra alimentazione e salute; oggigiorno infatti è ampiamente riconosciuto che è possibile ridurre il rischio di malattie e conservare salute e benessere seguendo uno stile di vita sano, che include anche una dieta corretta. Le continue conferme, poi, che alimenti come frutta, verdura e cereali integrali sono importanti nella prevenzione di certi tipi di malattie, e le più recenti ricerche su antiossidanti alimentari e su particolari sostanze protettive presenti nelle piante, hanno ancor più convinto i consumatori a dare importanza al tipo di prodotti da consumare. Sono diversi i fattori che hanno portato a questa evoluzione nel concetto di alimentazione: Aumento delle evidenze scientifiche a sostegno dell esistenza di uno stretto legame tra alimentazione e salute; infatti un gran numero di ricerche scientifiche, condotte nell ultimo decennio, ha evidenziato, con abbondanza di dati sperimentali, che alcuni alimenti e componenti alimentari hanno effetti positivi sulla salute; Aumento del numero degli anziani e della vita media che hanno anche determinato il desiderio di migliorare la qualità della propria vita; Aumento dei costi sanitari, fattore strettamente correlato al sempre maggior numero di persone anziane. Tali fattori hanno spinto governi, ricercatori e professionisti del settore sanitario e dell industria alimentare a cercare un sistema per poter gestire in modo più efficace tali cambiamenti socioeconomici. Il risultato di questa storica metamorfosi che si sta verificando attorno agli alimenti ed al concetto di nutrizione è rappresentato da una nuova categoria di prodotti chiamati functional foods o alimenti funzionali cioè alimenti potenzialmente in grado di migliorare lo stato di salute e benessere e di ridurre il rischio, o ritardare l insorgenza, di gravi patologie quali le malattie cardiovascolari, il cancro e l osteoporosi. Oggigiorno gli sforzi sono concentrati sull identificazione e lo sviluppo di tali prodotti che, abbinati ad uno stile di vita sano, potrebbero dare un contributo concreto alla salute ed al benessere. DEFINIZIONE DI ALIMENTI FUNZIONALI Il concetto di functional foods ebbe origine in Giappone. Nei primi anni 80 diversi studi demografici dimostrarono che la vita media della popolazione era notevolmente aumentata parallelamente all incremento dell aspettativa di vita e all aumento dei costi sanitari. Pertanto le autorità sanitarie giapponesi riconobbero la necessità di migliorare la qualità della vita di un numero 1

3 crescente di anziani per poter così controllare i costi sanitari; a tal scopo furono finanziati dal governo 86 programmi specifici per la ricerca e lo sviluppo delle funzioni degli alimenti. Quindi, nel 1991 fu introdotto il concetto di alimenti specificamente sviluppati per favorire la salute o ridurre i rischio di malattie e fu coniato il termine FOSHU, cioè Foods for Specified Health Use ; nello stesso anno furono anche stilate le norme relative ai prodotti FOSHU e tali prodotti furono ufficialmente definiti come un sottogruppo della categoria degli alimenti destinati a speciali usi dietetici. Tuttavia, sebbene in Giappone i functional foods costituiscano una categoria ben distinta e definita di prodotti alimentari, negli altri Paesi la situazione non è ancora ben chiara tanto che, sebbene diverse organizzazioni, autorità nazionali e corpi accademici ed industriali abbiano proposto delle definizioni per questo tipo di prodotti, non esiste ancora una definizione universalmente accettata per i functional foods. Non deve comunque stupire questa grande differenza tra il mondo occidentale e quello orientale nei confronti di questa categoria di prodotti. Infatti in Oriente i cibi funzionali fanno parte da secoli della cultura di questi Paesi; nella Medicina Tradizionale Cinese, cibi dotati di effetti curativi sono descritti già dal 1000 a.c. Sin dall'antichità, i Cinesi hanno compreso che i cibi hanno effetti sia preventivi che terapeutici e che sono parte integrante della salute, un punto di vista che ora sta ottenendo crescenti consensi in tutto il mondo. In Occidente, invece, i cibi funzionali sono visti come una rivoluzione. In generale, comunque, in accordo con la maggior parte delle definizioni date dai vari organismi, un alimento può essere considerato funzionale se dimostra, in maniera soddisfacente, di avere effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell organismo, che vadano oltre i normali effetti nutrizionali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o la riduzione del rischio di malattia. I prodotti funzionali devono comunque rimanere alimenti come tradizionalmente li conosciamo, e non presentarsi in forma di pillole o capsule, ed inoltre devono dimostrare la loro efficacia nelle quantità normalmente consumate nella dieta. Funzionale può essere un alimento integrale naturale, un alimento a cui è stato aggiunto un componente o un alimento da cui è stato eliminato un componente, con mezzi tecnologici o biotecnologici. Può anche trattarsi di un alimento in cui è stata modificata la natura o la biodisponibilità di uno o più componenti, o una qualsiasi combinazione di queste possibilità. Infine un alimento funzionale può essere destinato alla popolazione in genere oppure a gruppi specifici di persone che possono essere definiti, per esempio, in base all età o alla costituzione genetica. Esempi di alimenti funzionali sono i cibi che contengono determinati minerali, vitamine, acidi grassi o fibre alimentari e quelli addizionati con sostanze biologicamente attive, come i principi attivi di origine vegetale o altri antiossidanti e probiotici che contengono colture batteriche vive dotate di proprietà benefiche. Un altro concetto molto importante, strettamente legato a quello degli alimenti funzionali, e a cui si fa riferimento nelle normative e nelle discussioni relative ai functional foods, è quello di claim in generale e di health claims in particolare. Come definito dal Codex Alimentarius, con il termine Claim si intende qualsiasi messaggio o rappresentazione, incluse quelle grafiche e simboliche, che stabilisce, suggerisce o implica che un prodotto ha particolari caratteristiche che sono in relazione con la sua origine, proprietà nutrizionali, natura, produzione, modo di lavorazione, composizione ed ogni altra qualità. La situazione relativa al termine health claim invece è molto più complessa e controversa tanto che diverse definizioni sono utilizzate nei diversi Paesi. Negli Stati Uniti il termine health claim fa riferimento a qualsiasi espressione messaggio o rappresentazione, incluse quelle grafiche e 2

4 simboliche, che stabilisce, suggerisce o implica che esiste una relazione tra un certo prodotto o sostanza e la capacità di riduzione del rischio di malattia. L Unione Europea, invece, nella direttiva 2000/13/EC, ha stabilito che è vietato attribuire a qualsiasi alimento la capacità di prevenire, trattare o curare uno stato di malattia. Di fatto, una delle maggiori difficoltà nell informare i consumatori dei benefici e degli effetti positivi che i prodotti funzionali possono avere sulla salute o comunque su una qualche funzione dell organismo, è rappresentata dal fatto che c è una quantità di definizioni e di posizioni diverse riguardo a questi termini. L Unione Europea sostiene lo sviluppo di due tipi di claims per gli alimenti funzionali: 1. TIPO A: claim correlati al miglioramento di una funzione biologica che fanno riferimento a specifici effetti positivi di un alimento o componente alimentare su specifiche attività fisiologiche, psicologiche e biologiche che vanno oltre il loro ruolo accertato nella crescita, nello sviluppo ed in altre normali funzioni dell organismo. Questo tipo di dicitura non fa riferimento ad una malattia o ad uno stato patologico; ad esempio alcuni oligosaccaridi non digeribili migliorano la crescita di una determinata flora batterica nell intestino; la caffeina può migliorare l efficienza cognitiva. 2. TIPO B: claim correlati alla riduzione del rischio di malattia, che riguardano la possibilità di ridurre il rischio di malattia attraverso il consumo di un alimento o di un componente alimentare che potrebbe contribuire alla riduzione del rischio di una data malattia o di uno stato patologico grazie a specifici nutrienti o non nutrienti in esso contenuti (ad esempio il folato può ridurre in una donna la probabilità di avere un figlio con difetti del midollo spinale ed un apporto sufficiente di calcio può contribuire a ridurre il rischio di osteoporosi nell anzianità). ASPETTI NORMATIVI E VALIDAZIONE SCIENTIFICA Molti organismi accademici, scientifici e normativi sono attivamente impegnati nella ricerca dei fondamenti scientifici a sostegno delle proprietà dei componenti funzionali o degli alimenti che li contengono. Qualsiasi quadro normativo dovrà tutelare i consumatori da affermazioni false e fuorvianti e soddisfare le esigenze di innovazione del settore nelle fasi di sviluppo, marketing e promozione del prodotto. Considerata la complessità dell argomento, è fortemente auspicabile che si arrivi al più presto alla definizione di una normativa adeguata; in particolare le principali aree che interessano il dibattito relativo allo sviluppo di tale normativa riguardano i seguenti temi: a) etichettatura dei prodotti alimentari: l etichetta nutrizionale è un aspetto molto importante per la tutela del consumatore in quanto fornisce le corrette informazioni sulle caratteristiche di un prodotto alimentare; nello specifico dovranno essere definite norme ben precise relative all etichettatura dei functional foods, che chiariscano quali sono i termini che possono essere usati; b) validazione scientifica dei prodotti funzionali: è chiaro quanto sia importante, sia da un punto di vista della sicurezza di un certo prodotto, sia per la tutela del consumatore, che sia scientificamente dimostrato che un certo ingrediente apporta benefici per la salute e per questo dovranno essere messi a punto idonei criteri e metodi di valutazione e di analisi. 3

5 1. ASPETTI NORMATIVI relativi all ETICHETTATURA e agli HEALTH CLAIMS Le etichette nutrizionali e gli health claims sui prodotti hanno il potere di contribuire al raggiungimento degli obiettivi legati alla salute pubblica. L etichetta nutrizionale provvede a fornire al consumatore informazioni relative alle proprietà nutrizionali di un alimento mentre gli health claims ( espressione che collega un alimento, un componente alimentare o un nutriente con uno stato di salute desiderato) danno al consumatore informazioni relative ai vantaggi, per la nutrizione e lo stato di salute, apportati da particolari alimenti o nutrienti. A livello internazionale e nazionale, la normativa relativa all etichettatura dei prodotti funzionali e agli health claims è ancora in fase di sviluppo e varia enormemente tra un Paese e l altro. Il Giappone ha aperto la strada per la regolamentazione dei prodotti funzionali e ancora oggi è l unico Paese ad avere una chiara e ben definita legislazione in merito. Nel 1991 è stato definito il concetto di Foods for Specific Health Use ( FOSHU ). Regolamentando la legge sulla nutrizione con il decreto ministeriale n.41 del luglio 1991, e successivamente con l emendamento n.33 del maggio 1996, l allora Ministero della Sanità e del Welfare giapponese, ora Ministero della Sanità, Lavoro e Welfare (MHLW) aveva già iniziato a legiferare sulle etichette dei prodotti salutistici appartenenti a cinque gruppi di alimenti funzionali denominati cibi per usi dietetici speciali. In base a tale normativa, gli alimenti classificati come FOSHU devono rispondere a tre requisiti fondamentali: 1. devono esserci prove scientifiche della loro efficacia, inclusi test clinici; 2. consumo sicuro; 3. determinazione analitica dei componenti efficaci. A livello internazionale, la regolamentazione sull etichettatura e sugli health claims è contenuta nel Codex Alimentarius. Lo scopo principale del Codex è quello di proteggere la salute del consumatore e di garantire lo svolgimento corretto del commercio alimentare internazionale. La commissione del Codex, denominata Codex Committee on Food Labelling ha sviluppato linee guida relative alle etichette nutrizionali ed agli health claims. Per quanto riguarda l etichettatura, le linee guida dettate dal Codex stabiliscono che l etichetta non deve essere falsa, illusoria o ingannatoria e raccomandano inoltre che tutti i prodotti destinati a speciali usi dietetici siano provvisti di etichetta nutrizionale. Per quanto riguarda invece gli health claims tali linee guida stabiliscono che essi sono permessi solo se sono in accordo con la politica nazionale in tema di salute, se sono supportati da prove scientifiche, se non fanno riferimento alla prevenzione di malattie, se non incoraggiano cattive pratiche dietetiche e se sono utilizzati nell ambito di una dieta completa. C è un consenso generale tra i legislatori nell affermare che i benefici sostenuti dagli health claims devono essere convalidati da evidenze scientifiche, anche se questo è forse l argomento più complesso in tema di regolazione. Una cosa importante da sottolineare è che, come si è detto, i diversi Paesi presentano una grande varietà di approcci nella regolamentazione degli health claims; ci sono Paesi in cui gli health claims relativi alla riduzione del rischio di malattia non sono ammessi, altri in cui ne sono ammessi pochi ed altri ancora che ammettono health claims di diverso tipo. Di seguito vengono brevemente considerate le diverse posizioni di alcuni Paesi per quanto riguarda gli health claim. Unione Europea: La legislazione della commissione europea dà solo indicazioni molto generali ai Paesi dell Unione Europea. La direttiva 2000/13/EC stabilisce che l etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti non devono trarre in inganno il consumatore e che è proibita l attribuzione agli alimenti di proprietà di prevenzione, trattamento e cura di malattie e stati di disagio. 4

6 A seguito della proliferazione di un gran numero di claims comparsi sulle etichette dei prodotti alimentari, ed in assenza di condizioni e provvedimenti specifici a livello europeo, sette Stati Membri (Belgio, Finlandia, Francia, Paesi Basi, Spagna, Svezia e Regno Unito) hanno sviluppato, o stanno sviluppando, legislazioni ed altre misure normative per auto-regolarsi. Questo fatto ha portato però a diversi modi di affrontare l argomento e a numerose discrepanze sia nella definizione dei termini usati sia nelle condizioni che garantiscono e regolano l uso dei claims. Queste discrepanze possono creare delle barriere nel garantire un livello adeguato di protezione del consumatore e della salute pubblica e possono costituire un ostacolo al libero movimento dei prodotti ed al corretto funzionamento del mercato interno. Per questi motivi, da più parti è stata richiesta un armonizzazione delle regole relative ai claims a livello comunitario. Il processo di sviluppo di una regolamento della commissione Europea è incominciato nel 2000 con la pubblicazione di un giornale Bianco sulla sicurezza degli alimenti. In questo giornale, la commissione ha affermato che aveva stabilito di introdurre una legislazione per regolare i gli aspetti relativi ai vari claims. Più recentemente la Commissione Europea ha adottato il Regolamento sugli health claims per i prodotti alimentari (16 luglio 2003) ma, dal momento che tale Regolamento non è ancora stato adottato dal Consigli e dal Parlamento Europeo, non è una legislazione attualmente in vigore. Ulteriori e successive modifiche a tale Regolamento potranno essere apportate prima dell adozione definitiva; poi, le norme definite diventeranno mandatorie per tutti gli Stati Membri dell UE. In Italia la situazione normativa relativa ai prodotti funzionali è simile a quella degli altri Paesi dell Unione Europea; in particolare la legislazione non fa riferimento con precisione agli alimenti funzionali ma vengono utilizzate due leggi generali: 1. la legge di base del settore alimentare, n. 283 del 1962 riguardante le norme igieniche nella produzione e la vendita di alimenti e bevande. Tale legge regola la produzione e la vendita di sostanze destinate all alimentazione e sancisce (ordina) il controllo delle varie fasi da parte delle autorità sanitarie competenti; 2. il Decreto Legislativo n. 111 del 1992 Applicazione della Direttiva 89/398/EEC, relativa agli alimenti destinati a particolari usi nutrizionali. Questa categoria include, fra gli altri, alimenti arricchiti con nutrienti come ad esempio, carboidrati, proteine e vitamine, o con altri tipi di sostanze comprese quelle derivanti da piante. Queste leggi quindi non hanno precisi effetti su questa materia ma, almeno finché non sarà approvata la legislazione comune europea, esse rappresenteranno i principali punti di riferimento del settore. Più recentemente, nell aprile 2002, è stato approvato il Decreto del Presidente della Repubblica Italiana n. 57/2002 che implementa la Direttiva EC n. 21/1999 relativa ai prodotti dietetici destinati a speciali usi medici, nel quale sono specificati la loro classificazione e l etichettatura. Negli Stati Uniti gli health claims sono permessi fin dal Sono regolati dal Food, Drug and Cosmetic Act (1938) e successivamente dal Nutrition Labeling and Education At (1990, implementato nel 1994). Promulgata con l obiettivo di promuovere una corretta pratica dietetica e per proteggere il consumatore da falsi claims, in origine la regolamentazione prevedeva sette claims generici. Oggigiorno sono permessi quindici health claims e molti altri sono stati già presi in considerazione. Diversamente da quanto stabilito dalle linee guida del Codex e da quanto previsto dalle normative dei vari Paesi della Comunità Europea, le normative vigenti negli Stati Uniti ammettono i claims relativi alla riduzione del rischio di malattia, che implicano una relazione tra componenti dietetici ed una malattia o uno stato di salute. I claims relativi alla riduzione di rischio di malattia, tipicamente definiti health claims, richiedono l approvazione dell americana Food and Drug Administration (FDA) sulla base della totalità delle evidenze scientifiche pubbliche, prima di poter essere usati sui prodotti. 5

7 2. VALIDAZIONE DEI CLAIMS Così come si è visto nel caso della normativa, anche per quanto riguarda la validazione scientifica ci sono differenze tra i diversi Paesi; infatti, nonostante tutti concordino sulla necessità che ci siano delle evidenze scientifiche per i prodotti associati a qualche tipo di claim, i criteri e l iter per la validazione possono differire notevolmente tra un Paese e l altro. In Giappone i prodotti FOSHU devono essere approvati dal Ministero della Salute e del Welfare, previa presentazione di evidenze esaustive e scientificamente fondate a sostegno delle proprietà di tali alimenti nell ambito di una dieta normale. Il procedimento di verifica dura circa un anno e le aziende che fanno richiesta di certificazione devono presentare una documentazione molto dettagliata che comprende: Documenti scientifici che attestino i fondamenti medici sulla base dei quali si basa il claim; I criteri di definizione delle dosi del componente funzionale da inserire nell integratore alimentare; Informazioni che dimostrino la sicurezza dell ingrediente; Informazioni sulle caratteristiche chimiche e fisiche; Metodiche di misurazione; Analisi della composizione; Una documentazione scientifica di carattere medico-nutrizionale che attesti quanto affermato nel claim. L Unione Europea ha realizzato un programma, chiamato Azione Concertata della Commissione Europea sulla Functional Food Science in Europe (FUFOSE). Tale progetto, iniziato nel novembre 1995 e coordinato dall International Life Sciences Institute (ILSI-Europe), sotto il FAIR Programm, aveva l obiettivo di stabilire e sviluppare un approccio scientificamente fondato sulle evidenze scientifiche richieste a sostegno dello sviluppo di alimenti funzionali a cui erano attribuiti claims di diverso tipo. Dieci gruppi di lavoro, composti da 54 ricercatori provenienti da dieci Paesi dell Unione Europea, hanno preso in esame sei aree di tipo scientifico e salutistico: crescita, sviluppo e differenziazione cellulare, metabolismo basale, difese dai composti ossidanti, alimenti funzionali e sistema cardiovascolare, fisiologia e funzionalità gastrointestinale ed effetti degli alimenti sul comportamento e sul profilo psicologico. Il progetto FUFOSE afferma che la dimostrazione degli effetti benefici associati agli alimenti funzionali dovrebbe affidarsi a chiare evidenze scientifiche che dimostrino l associazione tra il consumo di un alimento o di un componente alimentare ed una specifica risposta che si riflette direttamente o sul miglioramento di uno stato di salute o sulla riduzione del rischio di malattia. Purtroppo tali relazioni non sono sempre lampanti a causa di diversi fattori; alcuni sono legati al tempo necessario affinché si vedano tali effetti benefici, altri sono correlati alla presenza di interferenti che possono influenzare i risultati nell arco di tempo considerato. Per risolvere questo problema il progetto FUFOSE ha proposto una strategia basata sull uso di markers intermedi che rappresentano risultati e/o situazioni intermedie correlate ad una certa funzione o al rischio di malattia. Quest analisi fa parte di un ulteriore Azione Concertata dell UE, il programma Process for the Assessment of the Scientific Support for Claims on Foods (PASSCLAIM) che ha i seguenti obiettivi: 1) stabilire principi e strumenti generici per fissare il supporto scientifico per i claims relativi ad alimenti e componenti alimentari correlati con un preciso stato di salute; 2) valutare in modo critico gli schemi esistenti che provvedono alla validazione scientifica dei claims; 3) scegliere criteri comuni per definire quali markers possono essere identificati ed utilizzati negli studi destinati a determinare le correlazioni tra dieta e salute. 6

8 Questo è stato un progetto molto ampio che ha coinvolto quasi 200 partecipanti tra cui corpi accademici, industriali, legislativi e di consumatori. Sono stati definiti dei criteri che dovrebbero fornire la ragionevole sicurezza che i dati relativi agli health claims sono corretti e che pertanto i claims possono essere considerati validi. Negli Stati Uniti l evidenza scientifica per la validazione dei claims relativi ai prodotti funzionali può essere classificata in quattro aree distinte: a) prove cliniche; b) studi su animali; c) studi di laboratorio sperimentali in vitro; d) studi epidemiologici. Solamente le evidenze scientifiche fornite da tali studi sono accettate dai corpi scientifici federali responsabili della salute pubblica. Inoltre anche in questo Paese vengono utilizzati particolari markers per stabilire le correlazioni tra un particolare ingrediente ed una funzione biologica. Come si è detto, i claims relativi alla riduzione di rischio di malattia, cioè gli health claims, richiedono l approvazione dell FDA prima di poter essere usati sui prodotti; in ogni caso l FDA ha annunciato che gli health claims possono anche basarsi su dichiarazioni approvate da altri Organismi federali come i National Institutes of Health i Centres of Desease Control and Prevention e dalla National Academy of Sciences. In generale comunque, la valutazione della potenzialità salutistica e/o della prevenzione di una determinata patologia rappresenta certamente la fase più delicata e critica nella valorizzazione o nello sviluppo dei prodotti funzionali. La fase iniziale della ricerca richiede, oltre ad una sufficiente conoscenza della composizione chimica dell alimento, soprattutto l identificazione di una interazione tra uno o più componenti dell alimento stesso con una determinata funzione dell organismo umano. Non sempre risulta possibile riuscire a dimostrare con rigore scientifico questa interazione e quindi il ruolo benefico che l alimento può esercitare sull organismo. Nel caso in cui l alimento rivendichi la capacità di potenziare una determinata funzione dell organismo, ad es. aumentarne le difese nei confronti di un eccessiva produzione di radicali liberi (stress ossidativo), occorrerà stabilire una correlazione tra l assunzione dell alimento e la variazione di uno o più biomarkers che siano collegabili alla funzione da potenziare. Ovviamente sarebbe più opportuno procedere, dopo l assunzione dell alimento, anche alla determinazione nel plasma delle sue sostanze attive e ciò allo scopo di valutare la biodisponibilità dell alimento funzionale. La biodisponibilità di un alimento, cioè la sua capacità di trasferire nel plasma i suoi componenti attivi, è sicuramente un buon parametro per valutare il potenziale salutistico di un alimento funzionale ma spesso non è possibile procedere alla determinazione di tale parametro per problemi connessi alla sensibilità delle metodiche analitiche utilizzate. Recentemente, sono apparsi in letteratura diversi lavori che evidenziano l importanza sia della matrice alimentare che del processo produttivo sulla biodisponibilità dei componenti attivi degli alimenti funzionali. Purtroppo in letteratura si riscontrano ancora pochi lavori sperimentali relativi alla biodisponibilità di sostanze attive di alimenti funzionali. Peraltro la forte influenza della matrice alimentare sull assorbimento gastrointestinale delle sostanze attive, e quindi sulla loro biodisponibilità, non consente di poter utilizzare i numerosissimi dati presenti in letteratura e relativi alle attività biologiche determinate in vitro per i singoli componenti di un alimento funzionale. Infatti, pur risultando attivi in vitro, potrebbero non esercitare alcuna azione benefica quando somministrati in vivo a causa di una loro potenziale scarsa biodisponibilità. Dopo aver analizzato l aspetto normativo legato ai functional foods, vediamo ora nello specifico quali sono gli alimenti e i componenti alimentari che svolgono effetti benefici sulla salute. 7

9 ALIMENTI ed INGREDIENTI FUNZIONALI I functional foods, come enunciato anche nella definizione, possono essere prodotti di diverso tipo e si possono classificare nel modo seguente: prodotti naturali, come ad esempio i vegetali, che contengono già naturalmente componenti biologicamente attivi; prodotti trattati, cioè alimenti che di base non contengono, o contengono solo piccole quantità, di componenti bioattivi e che per diventare functional foods hanno subito interventi tecnologici di diverso tipo che ne hanno in qualche modo modificato la composizione. In particolare si può intervenire nei seguenti modi 1. eliminazione di uno o più componenti aventi effetti negativi sullo stato di salute; 2. incremento del livello di uno o più componenti con effetti benefici che si trovano già naturalmente nel prodotto di partenza ma che sono presenti in quantità troppo basse e/o vengono persi durante certi processi tecnologici; in questo caso si parla di arricchimento; 3. addizione di uno o più ingredienti biologicamente attivi non presenti nella materia prima di partenza; si parla di fortificazione; 4. parziale sostituzione di uno o più componenti aventi effetti negativi sulla salute con altri ingredienti bioattivi. Tralasciando i functional foods naturali, che non necessitano di particolari processi tecnologici, nel contesto dei prodotti trattati sono tre gli ingredienti che, combinati tra loro, portano al prodotto funzionale finale: 1) prodotti tradizionali di partenza; 2) ingredienti biologicamente attivi da aggiungere; 3) processi tecnologici, per introdurre nei prodotti tradizionali, o nelle materie grezze di partenza, gli ingredienti funzionali. Per quanto riguarda i prodotti tradizionali di partenza, essi sono solitamente rappresentati da prodotti classici della dieta quali latte e derivati, cerali, carne, oli e grassi che arricchiti, fortificati o privati di un qualche componente vengono trasformati appunto da prodotti tradizionali in functional foods; queste materie prime possono essere sia ingredienti di base, come farine, oli, ecc che alimenti complessi come ad esempio i prodotti da forno. Gli ingredienti funzionali possono essere 1) composti naturali, come ad esempio sostanze antiossidanti, acidi grassi, fitosteroli, minerali e vitamine, che si trovano in prodotti naturali, soprattutto di origine vegetale, e si ricavano da questi attraverso processi di separazione di tipo chimico o fisico; 2) composti sintetici, ottenuti ex-novo attraverso la sintesi chimica; oppure 3) composti prodotti attraverso l applicazione di biotecnologie, come ad esempio l uso di particolari enzimi (molto specifici) o microrganismi capaci di sintetizzare un composto specifico. Infine, i processi tecnologici comprendono sia tecniche di diverso tipo che vengono utilizzate per ottenere nuovi ingredienti bioattivi (ad esempio tecniche di ingegnerie genetica o biotecnologie), sia tecniche, che possono essere sia di tipo tradizionale che nuove tecnologie emergenti, che vengono applicate per introdurre l ingrediente funzionale nel prodotto tradizionale di partenza. Ovviamente la produzione di alimenti funzionali attraverso questo procedimento, richiede la conoscenza delle caratteristiche chimico-fisiche dei prodotti tradizionali usati come matrice e degli ingredienti bioattivi da addizionare per valutare quali sono le tecnologie più opportune da usare per introdurre ogni singolo ingrediente. Verranno ora analizzati più nel dettagli i componenti biologicamente attivi che possono essere usati come ingredienti funzionali per la produzione di functional foods, e alcuni processi tecnologici particolari che possono essere applicati. Infine verranno descritte le tecnologie di produzione specifiche di alcuni functional foods a partire da comuni prodotti tradizionali. 8

10 INGREDIENTI FUNZIONALI L azione positiva per la salute che un componente biologicamente attivo è in grado di svolgere non dipende solo dalla sua natura e dalle sue caratteristiche chimico-fisiche, ma è influenzata anche dal tipo di alimento in cui esso viene introdotto, in particolare dalle interazioni che possono crearsi tra tale ingrediente e uno o più componenti del prodotto. Per questo motivo oltre alla descrizione dei diversi componenti funzionali, verranno presi in considerazione anche gli aspetti tecnologici legati all introduzione degli stessi nei diversi prodotti alimentari, in particolare i problemi, le tecnologie e gli eventuali accorgimenti da adottare in tale fase. 1. PROBIOTICI e PREBIOTICI : Il concetto di probiotico nasce all inizio del ventesimo secolo quando Elia Metchnikoff, microbiologo francese di origine russa, utilizzò questo termine per indicare una particolare categoria di batteri capaci di contrastare lo sviluppo di fermentazioni putrefattive nell intestino e di riequilibrare la microflora intestinale; egli constatò che tali microrganismi, grazie a queste loro proprietà e alla produzione di particolari metaboliti, erano in grado di svolgere un ruolo importante nel mantenimento della salute del tratto gastro-intestinale. La microflora intestinale è composta da popolazioni di lattobacilli e bifidobatteri, considerati microrganismi benefici, e da un elevato numero di batteri, come clostridi ed enteropatogeni, potenzialmente in grado di causare rischi per la salute, ed ha il ruolo primario di recuperare l energia attraverso i processi fermentativi che avvengono a carico di particolari substrati non digeriti nella parte superiore dell intestino, soprattutto carboidrati, peptidi, proteine ed alcuni lipidi. Inoltre, attraverso la produzione di particolari sostanze, è in grado di inibire lo sviluppo di microrganismi pericolosi. Considerate queste importanti attività, è evidente il vantaggio per la salute che può derivare dall aumento del numero e dell attività metabolica delle popolazioni batteriche benefiche presenti nell intestino. Tuttavia i batteri lattici classici, da soli, non sono in grado di assicurare questi benefici perché non possiedono caratteristiche di resistenza e di vitalità nel tratto gastro-intestinale, necessarie per assicurare la modificazione e lo sviluppo della microflora intestinale. Pertanto il metodo più efficace e pratico per influenzare la composizione della flora intestinale consiste nell incrementare la quantità di batteri probiotici nell intestino attraverso il consumo di particolari prodotti, definiti alimenti funzionali probiotici; essi sono rappresentati sia da alimenti in cui tali microrganismi sono presenti naturalmente, sia da prodotti in cui vengono addizionati, di solito in associazione ad altre colture microbiche. Sono molti i ceppi microbici con proprietà probiotiche; si tratta prevalentemente di batteri appartenenti alle specie Lactobacillus e Bifidobacterium, e, in misura minore di altri gruppi di microrganismi. Un elenco delle varie classi di batteri probiotici è presentato in figura 1. Oltre a ristabilire l equilibrio microbico intestinale, i batteri probiotici hanno anche molti altri effetti benefici per la salute che sono legati alla produzione di acidi, di batteriocine ed alla competizione con microrganismi patogeni. Tra tali effetti i principali sono la riduzione del livello di colesterolo nel sangue, la riduzione di enzimi fecali, potenzialmente mutageni, che possono indurre l insorgenza di tumori, il metabolismo del lattosio e la riduzione dell intolleranza al lattosio, l incremento della risposta del sistema immunitario, l aumento dell assorbimento del calcio e la sintesi di vitamine 9

11 Figura 1. Microrganismi utilizzati nella produzione di prodotti probiotici ( Bottazzi, V. Latte-fermentati funzionali probiotici. Edizioni scientifiche, 2004 pag 53) Un batterio deve possedere un certo numero di caratteristiche e proprietà specifiche, per poter essere definito probiotico (vedi figura 2). Le principali sono relative alla resistenza alle condizioni ambientali dell intestino ( ph acido e presenza di sali biliari), all antagonismo nei confronti di microrganismi patogeni e alla produzione di sostanze importanti per la salute.. Figura 2. Caratteristiche dei ceppi probiotici ( Bottazzi, V Latte-fermentati funzionali probiotici. Edizioni scientifiche, 2004 pag 56) Affinché i batteri probiotici possano svolgere la loro attività benefica sulla salute, deve essere garantita una condizione fondamentale e cioè che siano vivi e vitali sia nel prodotto, durante tutte le fasi di produzione e conservazione, sia nell intestino umano, che è l organo bersaglio specifico della loro attività; non solo, devono essere vivi e vitali in ben determinate concentrazioni, stabilite per legge. Sebbene i valori variano da un Paese all altro, in generale è stato stabilito che la concentrazione minima di cellule vive nel prodotto deve essere pari a 106 CFU/g o ml, mentre per ottenere un effetto terapeutico deve essere almeno pari a 109 CFU/g o ml. 10

12 Per garantire queste condizioni e favorire la crescita e la vitalità dei ceppi probiotici sono state messe a punto diverse strategie che vanno dall uso di tecnologie particolari, come ad esempio il microincapsulamento, che permette di proteggere i batteri, racchiudendoli in particolari rivestimenti, dalle condizioni sfavorevoli che possono presentarsi in fase di produzione e conservazione del prodotto, all utilizzo di particolari substrati che possono essere usati in modo selettivo dai microrganismi probiotici per la loro crescita. Tali substrati sono rappresentati per la quasi totalità da particolari carboidrati che non vengono idrolizzati dagli enzimi della parte superiore dell intestino e quindi raggiungono intatti la parte bassa; qui vengono selettivamente fermentati dai microrganismi probiotici, in particolare bifidobatteri e batteri lattici autoctoni ed esogeni, che sono quelli che più traggono vantaggio dalla disponibilità di tali sostanze. Questi particolari composti, proprio per la loro proprietà di favorire lo sviluppo di questo genere di microrganismi, vengono definiti prebiotici. In altre parole, un componente prebiotico è un ingrediente alimentare non digeribile che esercita effetti benefici sull ospite in quanto stimola selettivamente lo sviluppo di uno o di un limitato numero di batteri probiotici presenti nel colon, che a loro volta sono in grado di migliorare la salute del consumatore; in modo particolare la fermentazione di questi ingredienti prebiotici determina l abbassamento del ph del colon e quindi l inibizione della crescita e dell attività di microrganismi patogeni. Come si è detto, diversi tipi di componenti alimentari sono considerati prebiotici, tra cui alcuni peptidi, proteine e certi lipidi; tuttavia quelli che hanno destato, e destano maggiore interesse sono alcuni particolari gruppi di carboidrati non digeribili tra cui i più importanti sono gli oligosaccaridi. Gli oligosaccaridi, tra i principali lattulosio, fruttooligosaccaridi e galattooligosaccaridi, sono polimeri con catene di diversa lunghezza e sono presenti in numerose piante edibili quali cicoria, carciofo, cipolla, porri, aglio, asparagi, grano, banane, avena e soia da cui possono essere estratti; in alternativa possono anche essere prodotti per via enzimatica, sistema vantaggioso per la produzione su larga scala. L importanza di tali componenti sta nel fatto che sono in grado di stimolare selettivamente la crescita dei bifidobatteri, che tra le colture probiotiche sono quelli più sensibili a diversi fattori come l ossigeno, al valore di ph del latte fermentato e ad altre condizioni ambientali e di processo. Tra i fruttooligosaccaridi i più importanti sono l inulina e l oligofruttosio; stimolando lo sviluppo dei bifidobatteri, essi svolgono una funzione importante nel ridurre il rischio di disturbi cardiovascolari, nel diminuire il livello di colesterolo nel sangue e contribuiscono ad abbassare l incidenza del cancro del colon. Oltre a questo, essendo fibre solubili, presentano un valore calorico inferiore a quello di altri carboidrati e possono essere usati in diverse formulazioni per sostituire altri ingredienti più calorici. ASPETTI TECNOLOGICI: probiotici e prebiotici possono essere addizionati a diversi tipi di alimenti tradizionali, come bevande di diverso tipo, prodotti da forno, ecc anche se l utilizzo più comune è in prodotti di tipo lattiero-caseario, soprattutto latte, yogurt e lattefermentato in generale. A seconda della natura e delle caratteristiche del prodotto dovranno essere utilizzati particolari accorgimenti allo scopo, come si è detto, di mantenere un grado idoneo di vitalità delle cellule microbiche. Nei prodotti lattiero-caseari, soprattutto in certi tipi, i microrganismi probiotici possono essere introdotti tal quali, in associazione alle altre colture microbiche tradizionali; in altri casi sarà necessario usare tecniche particolari, come la microincapsulazione, che protegge i batteri probiotici da condizioni particolari legate alle condizioni operative di processo (temperatura, presenza di ossigeno..) e/o di substrato ( ad esempio l addizione nei succhi e nello yogurt che presentano ph sfavorevoli al loro sviluppo) o tecniche che facilitino la miscelazione con gli altri ingredienti (ad esempio la produzione di polveri). 11

13 2. FITOSTEROLI: Con questo termine vengono indicati gli steroli e gli stanoli vegetali che sono composti naturalmente presenti in molti vegetali, come nocciole, oli vegetali, grano, riso ed in altri tipi di piante. Lo sterolo vegetale più rappresentativo, presente per circa l 80% degli steroli totali, è il β-sitosterolo, seguito da campesterolo e stigmasterolo e tracce di altri steroli; tra gli stanoli il più comune è il sitostanolo. Steroli e stanoli (che sono i prodotti idrogenati dei rispettivi steroli) sono strutturalmente molto simili al colesterolo; la differenza fondamentale sta nella presenza di un gruppo metilico o etilico nella catena laterale che fa sì che, a differenza del colesterolo, steroli e stanoli non vengano assorbiti dall organismo, o vengano assorbiti solo parzialmente. colesterolo β-sitosterolo stigmasterolo sitostanolo campestanolo campesterolo L importanza degli steroli vegetali, ed il motivo per cui sono considerati ingredienti funzionali, sta nel fatto che è stato scientificamente dimostrato che sono in grado di abbassare i livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL nel sangue. Questo effetto benefico dipende dal fatto che i fitosteroli sono in grado di inibire l assorbimento del colesterolo endogeno, e di quello introdotto con la dieta, proprio in virtù della somiglianza strutturale, e delle caratteristiche chimico-fisiche, con il colesterolo. Il meccanismo principale attraverso cui i fitosteroli inibiscono l assorbimento del colesterolo consiste nella competizione con questo per lo spazio nelle micelle, che sono particolari strutture adibite al trasporto di componenti lipidici. Infatti il colesterolo, per poter essere assorbito, deve trovarsi in forma solubile e per ottenere questa condizione devono intervenire particolari strutture, chiamate micelle, formate da acidi biliari, fosfolipidi, mono- di- e trigliceridi, che sono in grado di solubilizzare i lipidi secreti nell intestino. Tali micelle però hanno una capacità limitata nel solubilizzare e trasportare il colesterolo per cui, composti con struttura simile quali appunto steroli e stanoli, possono competere con il colesterolo per lo spazio nelle micelle. In natura i fitosteroli sono presenti in diverse forme: in forma libera, in forma esterificata con acidi grassi a lunga catena o con acidi fenolici, che rappresenta la forma predominante, o ancora legati a carboidrati a formare glicosidi. Queste diverse forme presentano proprietà chimiche, fisiche e nutrizionali molto diverse tra di loro ed anche gli effetti benefici sullo stato di salute sono diversi; in particolare recenti studi hanno evidenziato che per poter svolgere le loro benefiche attività, i fitosteroli devono trovarsi in forma libera all interno dell organismo. Per quanto riguarda le dosi consigliate, si è constatato che i maggiori effetti positivi nella riduzione del livello di colesterolo nel sangue, si hanno con un consumo di 2g di steroli al giorno. 12

14 ASPETTI TECNOLOGICI : I fitosteroli vengono prodotti a partire dagli oli vegetali durante il processo di raffinazione. Sono estratti assieme ad altri componenti della frazione insaponificabile nella distillazione a vapore, da cui si ottiene, dopo una fase di purificazione, una miscela di differenti fitosteroli in forma di una polvere cristallina bianca. I fitosteroli in forma libera sono praticamente insolubili in soluzioni acquose e poco solubili nei grassi a temperatura ambiente e questo è il maggiore ostacolo per il loro utilizzo nelle formulazione. Se però vengono esterificati con acidi grassi, la loro solubilità negli oli aumenta di molto, almeno 10 volte, mentre rimangono pressoché insolubili in soluzioni acquose. Pertanto, l aggiunta di fitosteroli in diversi tipi di prodotti, richiede prima di tutto che essi vengano esterificati. Oltre a questo aspetto, un altro problema tecnologico incontrati nell introduzione dei fitosteroli nelle formulazioni alimentari, è legato al fatto che sono dei composti di natura idrofobica; di conseguenza mentre l addizione in alimenti di natura lipidica è abbastanza semplice, molto più difficile risulta incorporarli in prodotti di natura non lipidica. In effetti il primo utilizzo degli steroli negli alimenti, nonché uno dei maggiori ancora oggi, è rappresentato dalla produzione di margarine e prodotti simili arricchiti in fitosteroli, e questo proprio in virtù della natura lipidica della matrice. In realtà oggigiorno questo problema è stato quasi completamente risolto perchè diverse aziende alimentari hanno sviluppato vari prodotti ed ingredienti, contenenti fitosteroli, disponibili sia in forma di polveri cristalline che in forma liquida. Tali prodotti, grazie alla presenza di agenti disperdenti, sono facilmente dissolubili anche in alimenti di natura non lipidica e rappresentano un modo molto comodo ed efficace per arricchire di fitosteroli diversi generi di prodotti alimentari come bevande calde e fredde, succhi, pasta, pane, prodotti carnei, yogurt e latte. 3. ACIDI GRASSI MONO - e POLIINSATURI: Gli acidi grassi essenziali sono strettamente coinvolti nel mantenimento della salute delle cellule e, più ingenerale, di tutto l organismo; in particolare, all interno di questa categoria di componenti, ci sono due gruppi che presentano importanti proprietà benefiche, soprattutto nel prevenire disturbi cardiovascolari. Si tratta di due classi di acidi grassi poliinsaturi a lunga catena, rappresentate dagli acidi grassi omega-3 e dagli acidi grassi omega-6; la caratteristica di questi acidi grassi è quella di avere, nella loro catena, due o più doppi legami e di non poter essere sintetizzati dall organismo umano, il che significa che devono essere introdotti con la dieta. Fonti di acidi grassi omega-3 sono essenzialmente i pesci e gli oli di pesce, alcuni vegetali, le noci e l olio di semi di lino; gli acidi grassi omega-6 invece si trovano in diversi tipi di oli vegetali ( cereali in genere, soia, girasole, semi di cotone), nelle uova e nella carne (soprattutto di pollo). Negli ultimi anni, diversi studi scientifici hanno dimostrato che gli acidi grassi poliinsaturi a lunga catena, in modo particolare quelli del gruppo omega-3, sono positivamente correlati con la salute in quanto possono contribuire a prevenire l insorgenza di disturbi di vario tipo. I principali effetti positivi degli acidi grassi omega-3 riguardano la riduzione del rischio di disturbi cardiovascolari in quanto sono in grado di abbassare il livello di trigliceridi nel sangue, prevenendo così il deposito di grassi sulla parete interna delle arterie, e di ridurre il valore della pressione sanguigna in soggetti affetti da ipertensione. Oltre questo, gli acidi grassi omega-3 hanno evidenziato una serie di funzioni anti-cancro e si sono dimostrati molto importanti nello sviluppo delle funzioni cognitive e visive nei bambini. Sebbene le maggiori evidenze scientifiche siano legate al consumo di acidi grassi omega-3, tra i quali i più importanti sono l acido docosaesaenoico (DHA) e l acido eicosapentaenoico (EPA), anche gli acidi grassi omega-6 ed alcuni acidi grassi monoinsaturi sono considerati importanti per i loro effetti benefici sulla salute; tra questi in particolare l acido linoleico coniugato, derivato commercialmente dall acido linoleico appartenente al gruppo degli omega-6, e l acido oleico, un acido grasso monoinsaturo presente in quantità elevata nell olio d oliva. 13

15 ASPETTI TECNOLOGICI: oggigiorno gli acidi grassi poliinsaturi, soprattutto del tipo omega-3, vengono aggiunti in molti tipi di prodotti alimentari come ad esempio margarine e prodotti simili, pane e prodotti da forno, uova, prodotti lattiero-caseari. Tuttavia il loro utilizzo negli alimenti presenta diversi problemi legati alle loro caratteristiche chimicofisiche e sensoriali. Innanzitutto, essendo ottenuti in prevalenza dal pesce e dall olio di pesce, presentano caratteristiche sensoriali sgradevoli che contribuirebbero allo sviluppo di aromi indesiderati nel prodotto finale; inoltre, considerata la struttura chimica della molecola ( presenza di doppi legami) sono composti particolarmente sensibili a vari fattori come il calore, l esposizione all aria ed alla luce che possono favorire la loro ossidazione. Negli ultimi anni sono state messe a punto diverse tecnologie che hanno permesso di ovviare a tali problemi: 1) sviluppo di nuove tecnologie di raffinazione degli oli di pesce: sono simili alle metodiche classiche ma prevedono, in più, fasi di deodorazione e di assorbimento che consentono di rimuovere composti quali perossidi, aldeidi e chetoni, che sono responsabili della comparsa di aromi sgradevoli; 2) sviluppo di tecniche e di accorgimenti particolari per l introduzione degli acidi grassi nei prodotti; l obiettivo principale è quello di proteggere gli acidi grassi dal contatto con particolari agenti presenti nelle formulazioni che possono favorire la loro ossidazione e questo si può realizzare o introducendo nel prodotto composti antiossidanti, oppure incapsulando gli acidi grassi in particolari strutture di rivestimento. Oggigiorno esiste in commercio un ampia gamma di prodotti, sia in forma di oli che in forma di polveri, che contengono acidi grassi incapsulati e che sono molto comodi da usare in qualsiasi tipo di formulazione. In particolare i prodotti in polvere vengono usati principalmente in prodotti secchi, come prodotti da forno e latte in polvere in quanto la polvere si può mescolare facilmente e si distribuisce in modo molto omogeneo in tutto il prodotto. I prodotti in forma di oli invece sono facilmente addizionati alle formulazioni direttamente agli ingredienti di natura lipidica. 4. SOIA e PRODOTTI DERIVATI: Da millenni la soia, ed i prodotti ottenuti dalla lavorazione dei germi di soia, sono utilizzati nell alimentazione umana per le loro elevate proprietà funzionali e nutrizionali, legate alla presenza di proteine di elevata qualità ed altri componenti importanti quali acidi grassi poliinsaturi, composti antiossidanti e lecitine. Le proteine della soia hanno un elevato valore nutrizionale perchè contengono tutti gli amminoacidi essenziali, tanto che il loro valore biologico è comparato a quello delle proteine della carne; inoltre il loro profilo amminoacidico è complementare a quello di molti cereali e pertanto, la miscelazione di farine e prodotti ottenuti dai cereali con derivati della soia, presente già nei secoli passati, consente di ottenere prodotti con un profilo amminoacidico bilanciato e completo. Oltre a questo, i componenti della soia hanno anche importanti proprietà strutturali e funzionali, importanti in fase di produzione del prodotto in quanto favoriscono la formazione e la stabilizzazione delle emulsioni e la ritenzione degli aromi. Oltre a possedere queste importanti proprietà, studi più recenti hanno dimostrato che soia e prodotti derivati sono anche prodotti ed ingredienti con caratteristiche benefiche per la salute perché contengono componenti bioattivi che possono aiutare a ridurre l insorgenza di diversi generi di disturbi e malattie. Questi componenti benefici sono rappresentati essenzialmente dalle proteine della soia, da particolari componenti fenolici con proprietà antiossidanti,chiamati isoflavoni, dalle fibre, dalla lecitina e da altri micronutrienti. Il principale health claim riguarda la riduzione del rischio di malattie cardiache e cardiovascolari perché le proteine della soia sono in grado di abbassare il livello di colesterolo totale e colesterolo LDL del sangue e di determinare un aumento sensibile del colesterolo HDL (colesterolo buono ); studi scientifici 14

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