Metodi di difesa contro la macchia d acqua su clementine
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- Leonzia Martinelli
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1 AGRUMICOLTURA POST-RACCOLTA Presentazione primi risultati Mirto Crosia 26 Giugno 2008 Metodi di difesa contro la macchia d acqua su clementine Centro per l'agrumicoltura e le Colture Mediterranee Acireale Giacomo Lanza
2 Il clementine è una specie sempre più diffusa in Italia e in modo particolare nelle regioni meridionali come Calabria, Basilicata e Puglia Apprezzato dal consumatore: FACILITÀ DI SBUCCIATURA (EASY- PEELING) APIRENIA SAPORE GRADEVOLMENTE DOLCE
3 PROBLEMATICHE DEL CLEMENTINE PRE- RACCOLTA POST- RACCOLTA PROBLEMI DI CARATTERE FISIOLOGICO: MACCHIA D ACQUA AVVIZZIMENTO RIDUZIONE CONSISTENZA DECADIMENTO SENSORIALE SPIGATURA SUSCETTIBILITA ALLE MICO E FISIOPATIE BREVE CALENDARIO DI COMMERCIALIZZAZIONE
4 Macchia d acqua
5 WATER SPOT Il primo sintomo visibile del danno è un rigonfiamento saturo di acqua della buccia (anatomicamente classificato intumescenza). L aria normalmente presente nella camera respiratoria e negli spazi intercellulari è sostituita da fluidi e come risultato la superficie della buccia diventa rigonfia e più o meno lucente. Il danno si verifica durante le piogge invernali e la progressione della malattia dipende dalle condizioni ambientali. Se un periodo asciutto segue una pioggia, l intumescenza recede e l area interessata si presenta depressa ed imbrunita. Se la pioggia persiste, l intumescenza si diffonde e inizia a fessurarsi in tutte le direzioni (A). Tali lesioni possono cicatrizzare (B) in presenza di tempo asciutto o divenire sede di infezioni fungine (C), che penetrando portano alla marcescenza del frutto entro le 48 ore. A B C
6 Frutti di clementine alla raccolta affetti da macchia d acqua complicata da fenomeni parassitari
7 RITARDA I PROCESSI DI SENESCENZA DELLA BUCCIA riduce la gravità e l'incidenza di diverse alterazioni ACIDO GIBBERELLICO FISIOLOGICHE: spigatura, macchie della buccia, macchie d'acqua PATOLOGICHE MIGLIORA L ATTITUDINE ALLA CONSERVAZIONE FRIGORIFERA aumento della consistenza del frutto con conseguente riduzione della deformazione *epoca applicazione inizio invaiatura alla dose di 10 ppm i.a.
8 Sezione transversale di frutto di agrume Cuticola Flavedo Polpa Albedo Seme Ghiandola oleifera Flavedo Membrana Albedo Costituenti della cera epicuticulare Idrocarburi saturi C28-C32 Alcoli C28-C32 HO Triterpenoidi squalene Fattori che influenzano la deposizione di cera specie - le precoci hanno più bassi livelli di cera delle tardive condizioni pedoclimatiche - basse umidità e alte temperature stimolano la produzione di cera
9 Piano di attività Prove in campo: : interventi effettuati in invaiatura con acido gibberellico,, cera d api, chitosano in applicazioni singole e combinate. Prove in conservazione: : impiego della conservazione frigorifera di breve durata per sottrarre il frutto alle condizioni predisponenti l insorgenza della macchia d acqua.
10 Localizzazione attività: Prove in campo: Scanzano Jonico (Basilicata); Referente: dott. Mennone - ALSIA Mirto Crosia (Calabria); Referente: dott. Di Leo ARRSA Varietà: clementine comune, Hernandina Prove in conservazione: CRA - ACM Acireale Varietà: clementine Rubino
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12 Prove in campo PROSPETTO TESI* A. Trattamento con GA 3 10 ppm + bagnante non ionico 0,05%, periodo invaiatura del frutto; B. Trattamento con cera d api periodo invaiatura del frutto; C. Trattamento con GA 3 10 ppm + bagnante non ionico 0,05%, periodo invaiatura del frutto, seguito, dopo 15 gg, dal trattamento con cera d api; D. Trattamento con chitosano 0,5% + bagnante non ionico, periodo invaiatura del frutto; E. Trattamento con chitosano 0,5% + bagnante non ionico, periodo invaiatura del frutto, seguito, dopo 15 gg, dal trattamento con cera d api; F. Trattamento con miscela chitosano 0,5% e GA 3 10 ppm + bagnante non ionico; T. Controllo non trattato. *5 repliche di 1 pianta per tesi
13 ANALISI FISICO-CHIMICHE CHIMICHE Colorimetro (Minolta CM-2500d) Titolatore automatico (Crison Version S) Analizzatore di struttura Zwick/Roell DO-FBO.STS model 2002.
14 ANALISI SENSORIALI Metodo del profilo ISO 13299, 2003 In collaborazione con DOFATA - Università degli studi di Catania Condotta da un panel addestrato, il quale ha valutato i campioni misurando l intensità dei seguenti descrittori: turgidità, compattezza, facilità distacco epicarpo, facilità separazione spicchi, aroma tipico di clementine, succosità, dolcezza, acidità, off-flavour flavour
15 *Incidenza della macchia d acqua in frutti di clementine alla raccolta Controllo c/o azienda sperimentale Mirto Crosia Water spot score Controllo c/o azienda ubicata a Scanzano Jonico score 1 score 2 score 3 score 4 * Valutata su tutti i frutti presenti sulla pianta
16 Incidenza (%) frutti affetti da macchia d acqua Prove Tesi Frutti affetti % Testimone 56 GA % 21% 5% 8% 44% Cera 41 GA 3 + Cera 52 Testimone 15% 1% Pioggia (mm) % 6% Cera = 0; = 1 59% 0 Ott(2006) Nov(2006) Dic(2006) Gen(2007) = 2; = 3; =4
17 Incidenza (%) frutti affetti da macchia d acqua Prove % 1% Tesi Frutti affetti % Testimone 43 GA % Testimone 7% 57% 17% 5% Cera 22 17% Chitosano 25 Cera 78% GA 3 + Cera 35 Chitosano + Cera 39 GA 3 76% Chitosano + GA 3 (miscela) = 0; = 1 = 2; = 3; =4 28 Pioggia (mm) Ott(2007) Nov(2007) Dic(2007) Gen(2008)
18 Qualità Marginale o nulla l influenza dei trattamenti sulle caratteristiche organolettiche del frutto L impiego dell acido gibberellico applicato sia da solo che in combinazione con cera o chitosano ritarda la comparsa della colorazione tipica del frutto ed ha degli effetti positivi sulle caratteristiche strutturali della buccia. 45 COMPONENTE a* buccia Testimone B A B A B GA 3 15 A 10 Testimone 5 GA 3 0 Trattamento 15 gg 30 gg Raccolta
19 Influenza dei trattamenti sulla colorazione dell epicarpo a 30 gg dal trattamento Controllo GA 3 Cera GA 3 -Cera
20 Tecnica utile per estendere la campagna di commercializzazione sottraendo, inoltre, il frutto alle condizioni metereologiche predisponenti la insorgenza della macchia d acqua. L ottimizzazione di tale tecnica deve mirare principalmente a minimizzare la perdita di peso e la riduzione della consistenza del frutto durante la conservazione frigo. Obiettivo di tali prove è stato quello di verificare la efficacia della copertura cerosa al fine di mantenere la qualità in frutti di clementine frigoconservati.
21 FUNZIONI DELLA CERA SUL FRUTTO Brillantezza della superficie H 2 O CO 2 O 2 Effetti sulla fisiologia cuticola Veicolante dei fungicidi copertura cerosa H 2 O CO 2 O 2 cera a bassa permeabilità
22 Piante di Clementine cv. Rubino RACCOLTA Metà gennaio TRATTAMENTO CON FUNGICIDA ASCIUGATURA Prove in conservazione CERATURA (SHELLAC 5%) TESTIMONE ASCIUGATURA 1 SETTIMANA DI SHELF- LIFE CONSERVAZIONE PER 30 GG A 5-6 C 5 e 85-87% 87% U.R.
23 Calo peso (%) in frutti di clementine Rubino B p < 0,001 Calo peso (%) Testimone Shellac 5% 15gg 30gg 30gg+1wk di Shelf- life A
24 1,5 1 0,5 Deformazione e Consistenza in frutti di clementine cv Rubino RACCOLTA DOPO 30gg+1WK DI SHELF-LIFE LIFE n.s. Deformazione in mm misurata sulla risposta del frutto ad una forza di compressione di 0,5 Kg esercitata sul suo asse longitudinale per 30s e successivo rilascio per 30s. 0 Testimone Testimone Shellac 5% RACCOLTA DOPO 30gg+1WK DI SHELF-LIFE LIFE n.s. Consistenza del frutto misurata valutando la forza (Kg) necessaria alla penetrazione (puntale 6,5 mm) 1 0 Testimone Testimone Shellac 5%
25 ANALISI SENSORIALE Freschezza 5 Off-flavour 4 Compattezza 3 Acidità Facilità dist epic. Shellac Testimone Dolcezza Facilità separ. Spic Succosità Odore I giudici hanno valutato su una scala ancorata, da 1 a 5, l intensità dei nove descrittori. Tra testimone e shellac 5% dopo 30gg+1wk di shelf- life, non si evidenziano differenze significative per nessun descrittore ad eccezione e del descrittore Freschezza (p 0.05)
26 UNTREATED FRUIT At harvest After 15 days cold storage After 30 days cold storage After 30 days cold storage +1 wk shelf-life
27 UNTREATED FRUIT After 30 days cold storage +1 wk shelf-life
28 SHELLAC - COATED FRUIT After 30 days cold storage +1 wk shelf-life
29 GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE! G. Lanza E. di Martino M. C. Strano M. Calandra V. Alosisi D. Privitera G. Iacobello
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