ASPETTI PENALI DEGLI OMESSI VERSAMENTI FISCALI E CONTRIBUTIVI

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1 NEWSLETTER n settembre 2015 ASPETTI PENALI DEGLI OMESSI VERSAMENTI FISCALI E CONTRIBUTIVI RIFERIMENTI: Artt. 10-bis, 10-ter e 10-quater, D. Lgs. n. 74/2000 Art. 57 D.P.R. n. 633/1972 Art. 43 D.P.R. n. 600/1973 Art. 2, D.L. n. 463/1983 Art. 39 L. n. 183/2010 Circolare dell Agenzia delle Entrate del 13 gennaio 2012, n.1 Legge n. 23/2014 D. Lgs. n. 128/2015 Schema di D Lgs. attuativo della Riforma del Diritto Penale Tributario INDICE DEGLI ARGOMENTI 1. Omessi versamenti di Imposte Dirette ed IVA 2. Omessi versamenti di carattere previdenziale ed assistenziale 3. Consulenza dello Studio Con la presente Newsletter si intende fornire una panoramica sulle conseguenze di carattere penale derivanti dagli omessi versamenti fiscali e contributivi. Infatti, il 21 settembre, per effetto della proroga della presentazione del Modello 770/2015, maturerà il momento consumativo del reato di omesso versamento di ritenute risultanti dal predetto modello; mentre il 27 dicembre quello relativo agli omessi versamenti dell IVA. 1. OMESSI VERSAMENTI DI IMPOSTE DIRETTE ED IVA PREMESSA Il Decreto Legislativo n. 74/2000 contenente la disciplina dei reati in materia di Imposte sui Redditi e di Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), individua le Associazione Professionale Dottori Commercialisti - C.F./P.I. IT W boscolonet.eu TRIESTE TREVISO PRATA DI PORDENONE Via Dante Alighieri Trieste T F E trieste@boscolonet.eu Piazza San Vito Treviso T F E treviso@boscolonet.eu Via Cesare Battisti Prata di Pordenone T F E prata@boscolonet.eu

2 fattispecie delittuose con riferimento alle violazioni in materia di obblighi: dichiarativi; documentali; di versamento. Di seguito vengono elencate le disposizioni concernenti il mancato rispetto degli obblighi di versamento, con l avvertenza che le stesse riguardano anche coloro che agiscono in qualità di amministratori, liquidatori o rappresentanti di società, enti o persone fisiche. L articolo 10-bis del D. Lgs. n. 74/2000, attualmente in vigore, stabilisce che è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versi entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto di imposta ritenute risultanti dalla certificazione rilasciata ai soggetti sostituiti, per un ammontare superiore a per ciascun periodo di imposta. Il momento consumativo del reato si identifica con il termine ultimo per la presentazione della Dichiarazione, avente scadenza ordinaria il 31 luglio dell anno successivo a quello di riferimento. Per effetto della proroga della scadenza del Modello 770/2015 al 21 settembre 2015, il momento consumativo degli omessi versamenti delle ritenute del 2014 maturerà allo spirare di tale termine. OMESSO VERSAMENTO DI RITENUTE CERTIFICATE ART. 10-BIS Pertanto, coloro che non stessero versando debiti per ritenute superiori alla soglia e che risultano dalla dichiarazione del periodo di imposta 2014, al fine di non incorrere anche in sanzioni di carattere penale per tale periodo di imposta, dovranno provvedere entro il 21 settembre 2015 a versare quantomeno l importo necessario a non integrare l ipotesi delittuosa. del Diritto Penale Tributario, attualmente al vaglio del Parlamento, allo stato, prevede, per l omesso versamento delle ritenute, l innalzamento della soglia di rilevanza penale da a Dopo la definitiva approvazione delle nuove disposizioni, l omesso versamento delle ritenute, tuttavia, sarà più facilmente punibile in quanto, per essere punite, le omissioni non dovranno più necessariamente risultare, come attualmente, dalle certificazioni rilasciate ai sostituiti, essendo sufficiente che esse risultino in base alla Dichiarazione. OMESSO VERSAMENTO DI IVA ART. 10-TER In base all articolo 10-ter del D. Lgs. n. 74/2000, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa l Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), dovuta sulla base della Dichiarazione annuale, entro il termine per il versamento dell acconto relativo al periodo di imposta successivo, per un ammontare superiore a Pertanto la fattispecie penale è integrata allorquando il debito IVA; risulta da dichiarazione annuale fedele; sia di importo superiore a ; non venga versato entro il termine per il versamento dell acconto relativo al periodo di imposta successivo. Il momento consumativo del reato si identifica con il termine per il versamento dell acconto IVA relativo al periodo di imposta successivo; la violazione si 2

3 perfeziona quindi qualora il contribuente non versi entro il 27 dicembre il debito IVA risultante dalla dichiarazione relativa all anno precedente, ferme restando le altre condizioni sopra citate. Pertanto, coloro che non stessero versando debiti IVA superiori alla soglia e che risulteranno dalla dichiarazione del periodo di imposta 2014, al fine di non incorrere anche in sanzioni di carattere penale per tale periodo di imposta, dovranno provvedere entro il 27 dicembre 2015 a versare quantomeno l importo necessario a non integrare l ipotesi delittuosa. del Diritto Penale Tributario, allo stato, prevede per l omesso versamento dell IVA, l innalzamento della soglia di rilevanza penale da a INDEBITA COMPENSAZIONE ART. 10-QUATER In base all articolo 10-quater, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni colui che, nei limiti di , e con riferimento al singolo periodo di imposta non versa le somme dovute, utilizzando in compensazione [ ] crediti non spettanti o inesistenti. Tale norma colpisce il contribuente che utilizza l istituto della compensazione di cui all art. 17 del D. Lgs. n. 241/1997 in modo scorretto. Al riguardo si osserva come, ai fini de quo, vengano equiparate due fattispecie ben diverse tra loro, ovvero la compensazione di crediti inesistenti e quella di crediti non spettanti. Secondo la rigida interpretazione dell Amministrazione Finanziaria, sono crediti inesistenti : sia quelli artificiosamente costruiti o rappresentati (ossia quelli di natura dolosa ); sia quelli ritenuti erroneamente esistenti per fatto imputabile a titolo di colpa. Diversamente, sempre secondo l Amministrazione Finanziaria, e comunque in linea con la recente giurisprudenza della Corte di Cassazione (sent. n /2015) i crediti non spettanti sono per loro natura esistenti, ma non fruibili per la compensazione. Inoltre si richiama l attenzione sul fatto che quale conseguenza dell utilizzo da parte del Legislatore della generica locuzione somme dovute la norma dovrebbe riguardare anche i mancati versamenti di importi diversi dalle imposte dirette e dall IVA. del Diritto Penale Tributario, allo stato, prevede una punibilità differenziata tra: utilizzo di crediti non spettanti (reclusione da sei mesi a due anni); e utilizzo di crediti inesistenti (reclusione da un anno e sei mesi a sei anni). CONFISCA E SEQUESTRO Per i delitti sopra rappresentati si applica il disposto dell art. 322-ter del Codice Penale, che prevede, in caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti (ex art. 444 c.p.p.), la confisca, anche per equivalente, del profitto del reato; misura anticipata, in ambito cautelare, dal sequestro. 3

4 Occorre peraltro evidenziare che, in base alla più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, in caso di reati tributari posti in essere dal rappresentante legale di una Società, nell'interesse o a vantaggio della stessa, sarà sempre possibile la confisca (e, in via preventiva, il sequestro) del denaro depositato nei conti correnti dell'ente, anche se i reati tributari non rientrano tra i "reati presupposto" di cui al D.Lgs. 231/2001. In tema di confisca, lo Schema di Decreto Legislativo attuativo della Delega fiscale sulla Riforma del Diritto Penale Tributario, allo stato, introduce nel Decreto Legislativo n. 74/2000 una specifica disposizione (nuovo articolo 12- bis), che prevede che, nel caso di condanna o patteggiamento per uno dei delitti ivi previsti, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto. TERMINI PER L ACCERTAMENTO ART. 57 D.P.R. 633/1972 E ART. 43 D.P.R. 600/1973 In base a quanto previsto dal comma 3 dell articolo 57 del D.P.R. n. 633/1972 e dal comma 3 dell articolo 43 del D.P.R. n. 600/1973, introdotti dall art. 37, commi 24-26, del D.L. n. 223/2006, in presenza di violazioni di carattere penale, i termini per la notifica degli avvisi di accertamento ai fini IVA e delle Imposte sui Redditi sono raddoppiati. Tuttavia, il Decreto Legislativo n. 128 del 5 agosto 2015 ( Decreto sulla Certezza del Diritto ), sempre in attuazione della Legge Delega, ha stabilito che il raddoppio dei termini di decadenza dell accertamento scatterà soltanto se l Amministrazione Finanziaria avrà inoltrato la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica entro i termini dell ordinaria decadenza prevista per quel determinato periodo di imposta. Il Decreto n. 128/2015 ha disciplinato inoltre il periodo transitorio, prevedendo che, per gli atti di controllo già notificati al momento dell entrata in vigore del Decreto Legislativo, l Ufficio potrebbe beneficiare del raddoppio anche senza l invio della denuncia nei termini di decadenza. ULTERIORI NOVITÀ E ASPETTI PREVISTI NELLO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO Una novità di rilievo (allo stato) prevista nello Schema di Decreto Legislativo, e che riguarda specificatamente i reati correlati agli omessi versamenti, consiste nell introduzione di una causa di non punibilità. In particolare è previsto che i suddetti reati correlati agli omessi versamenti (con eccezione della più grave fattispecie di reato di compensazione di crediti inesistenti) non sono punibili se, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, i debiti, comprese sanzioni amministrative e interessi, sono estinti mediante integrale pagamento degli importi dovuti. Anche a seguito delle speciali procedure conciliative di adesione all accertamento previste dalla normativa fiscale, nonché del ravvedimento operoso. È inoltre previsto che, qualora prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, il debito sia in fase di estinzione mediante rateizzazione, è dato un termine di 3 mesi per il pagamento del debito residuo e che il Giudice ha facoltà di prorogare tale termine una sola volta per non oltre tre mesi, qualora lo ritenga necessario. Un aspetto molto importante riguarda inoltre il fatto che, in virtù del principio del favor rei (art. 2 del Codice Penale), le modifiche favorevoli al trasgressore che saranno apportate dal Decreto Legislativo (ed in particolare quindi quelle 4

5 relative all innalzamento delle soglie di rilevanza penale degli omessi versamenti di ritenute ed IVA) troveranno anche applicazione retroattiva. Tuttavia, con ogni probabilità, il testo definitivo del Decreto (che entrerà in vigore 15 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) potrebbe non essere noto entro il termine del 21 settembre 2015, che come detto segna la data di commissione del delitto di omesso versamento di ritenute. 2. OMISSIONI DI VERSAMENTI DI CARATTERE PREVIDENZIALE ED ASSISTENZIALE LAVORATORI DIPENDENTI ART. 2 D.L. 463/1983 Sul fronte previdenziale ed assistenziale, l articolo 2 del D.L. n. 463/1983 espressamente prevede che l omesso versamento delle ritenute operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a La norma in commento prevede però una circostanza di non punibilità, tanto in quanto il citato sistema sanzionatorio non è applicabile qualora il datore di lavoro provveda al versamento di dette ritenute entro il termine di tre mesi dalla contestazione o dalla notifica dell avvenuto accertamento della violazione. CO.CO.PRO. E CO.CO.CO. ART. 39 L. 183/2010 La disciplina innanzi commentata è estesa anche ai committenti che omettano di versare, nelle forme e nei termini di legge, le ritenute previdenziali ed assistenziali operate sui compensi dei lavoratori a progetto e dei titolari di collaborazioni coordinate e continuative iscritti alla Gestione Separata INPS, prevedendo per tale reato la sanzione penale della reclusione fino a tre anni e la multa fino a Anche per tale fattispecie è prevista la non punibilità del committente nel caso in cui lo stesso provveda al versamento della somma dovuta entro il termine di tre mesi dalla data di contestazione o dalla notifica dell avvenuto accertamento della violazione. 3. CONSULENZA DELLO STUDIO Tutti gli interessati potranno contattare il professionista di riferimento per una analisi delle proprie posizioni in relazione alle disposizioni commentate. In ogni caso si invitano coloro che dovessero avere omesso per qualsiasi motivo i versamenti fiscali a monitorare costantemente la propria posizione, anche con l ausilio dei professionisti incaricati dei relativi adempimenti. Parimenti, in ambito previdenziale e assistenziale, particolare attenzione dovrà essere prestata alle contestazioni o notifiche di avvenuto accertamento delle violazioni, che dovranno essere tempestivamente e adeguatamente trattate. 5

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