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2 SPERIMENTAZIONE AVVIATA IN CALABRIA NEL 26 La selezione clonale valorizza e IL PERCORSO di selezione avviato nel 26 ha permesso di selezionare un nutrito numero di cloni di e per l omologazione e l iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite, che sino a oggi non presenta nessun clone di questi due vitigni simbolo della viticoltura calabrese. Le selezioni clonali scelte hanno subìto un percorso di valutazione che ha riguardato la sanità virologica, le caratteristiche quali-quantitative della produzione, le proprietà chimiche e sensoriali del vino. Foto 1 Il vigneto di omologazione per la selezione dei cloni di e di Rocca di Neto (Crotone) di F. Mannini, A. Mollo, D. Santini, D. De Santis, G. Mazza, P. Cascio, D. Marchi La selezione clonale è da tempo ritenuta uno strumento efficace per il miglioramento del materiale di propagazione viticolo. A livello europeo sin dal 1968 è stato raccomandato di «limitare la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione della vite a quelli certificati ottenuti per selezione clonale» e pertanto il comparto vivaistico-viticolo nazionale è oggi regolato da precise norme di certificazione (dm e dm ). Un clone selezionato di vite è qualificato dalle sue intrinseche attitudini agronomiche ed enologiche oltre che dall essere esente da malattie virali nocive. Grazie alla propagazione vegetativa, tipica della vite, tali caratteri sono mantenuti nella discendenza del clone e replicati a ogni momento propagativo. L uso di materiale di propagazione «certificato» per l impianto dei nuovi vigneti rappresenta quindi il primo e fondamentale passo per una maggiore redditività di tali impianti: garantisce omogeneità nello sviluppo vegetativo delle piante, una più costante produttività e una standardizzazione del livello qualitativo delle uve. Selezionare un clone, tuttavia, è un processo lungo e impegnativo che prevede, secondo un protocollo ufficiale (dm ), una nutrita serie di controlli virologici sulla pianta capostipite che originerà il clone, la messa a dimora della sua discendenza clonale in appositi vigneti sperimentali (campi di omologazione) e, per almeno un triennio di piena produzione, la verifica delle caratteristiche ampelografiche, produttive ed enologiche del clone. Selezione clonale in Italia In Italia è stato svolto negli anni un intenso lavoro di selezione tanto che a oggi risultano iscritti al Registro nazionale delle varietà di vite oltre 1. cloni selezionati, messi a disposizione della vivaistica nazionale dai costitutori per produrre il materiale di moltiplicazione categoria «certificato» destinato ai viticoltori. La distribuzione dei cloni è però piuttosto disomogenea a seconda dei vitigni e/o delle diverse aree geografiche di coltivazione italiane: se per i vitigni internazionali e le principali cultivar del Centro-nord Italia è disponibile un numero adeguato di cloni selezionati, altrettanto non si può dire per quanto riguarda i vitigni tipici delle aree meridionali. È il caso dei vitigni autoctoni della Calabria, per i quali a oggi non esistono cloni selezionati iscritti al Registro, neppure per il, il vitigno più rappresentativo della viticoltura regionale. L attività di selezione in Calabria Nel 26, per superare tale carenza, è stato avviato dall azienda Librandi di Cirò Marina (Crotone), in collaborazione con l Istituto di virologia vegetale del Cnr-Uos di Grugliasco (Torino) e il laboratorio Enosis Meraviglia di Fubine (Alessandria), un importante progetto 8 supplemento a L Informatore Agrario 11/213

3 sperimentale, finanziato dalla Regione Calabria, finalizzato all ottenimento di cloni geneticamente e sanitariamente selezionati di alcune varietà locali, tra cui il e il (AA.VV., 28). Nel corso dei primi due anni di attività sperimentale sono stati effettuati estesi sopralluoghi in vecchi vigneti di e finalizzati al reperimento di potenziali piante capostipite da cui originare le linee clonali (circa 3 per il e circa 6 per il ) e al controllo del loro status virologico. Virus nei vigneti I test (ELISA e RT-Multiplex PCR) hanno evidenziato una situazione sanitaria nei confronti dei virus decisamente precaria per il (meno del 3% di ceppi sani sul totale di quelli saggiati) e relativamente migliore per il Magliocco (circa il 18% di ceppi sani), confermando la generalizzata diffusione delle malattie virali nel vigneto meridionale (Mannini et al., 212). Linee clonali e campo prova Moltiplicando le piante capostipite risultate idonee ai saggi si sono ottenute le rispettive linee clonali con cui nel 28 è stato messo a dimora un campo di omologazione in agro Rosaneti di Rocca di Neto (Crotone) ospitato dall azienda Librandi (foto 1). Il campo è costituito da 5 ceppi per ciascun clone in studio (8 cloni di e 1 di ), propagati su 113 Paulsen, disposti in due Grappolo di ripetizione non contigue, con sistema di allevamento a controspalliera, potatura a cordone speronato unilaterale e sesto d impianto di 2 1 m. Nel 21 sono iniziati i controlli, proseguiti per un triennio, sui caratteri ampelografici (foglia e grappolo), agronomici (vigore, fertilità reale, produttività, dimensione del grappolo), qualitativi del mosto (zuccheri, acidità fissa, ph, acidi organici) e delle uve (componente polifenolica). Microvinificazioni Negli ultimi due anni di studio l uva alla vendemmia è stata conferita alla cantina sperimentale del laboratorio Enosis Meraviglia, dove sono state effettuate le vinificazioni su piccola scala per ciascun clone (circa 8 kg di uva), seguendo un protocollo rigorosamente uniforme per tutte le tesi. A fermentazione alcolica e malolattica completate i vini sono stati stabilizzati a freddo e quindi imbottigliati. Analisi chimica e sensoriale Dopo un periodo di riposo in bottiglia i vini ottenuti sono stati sottoposti ad analisi chimica e sensoriale. Per quanto riguarda la valutazione dei parametri organolettici si è scelto il test dell ordinamento (Kramer et al., 1974), che consiste nel disporre i campioni anonimi in ordine di preferenza, riferita a colore, olfatto, gusto e giudizio complessivo. I test sono stati effettuati una prima volta in Piemonte con un panel di 1 degustatori e successivamente ripetuto in Calabria con un panel di 13 degustatori fornito dalla azienda Librandi. Si è voluto in questo modo sottoporre i campioni a una valutazione con degustatori senza particolare famigliarità con i vini di vitigni calabresi nel primo caso e, viceversa, con un panel di profondi conoscitori di tali prodotti nel secondo. I risultati della selezione I risultati emersi dall attività sperimentale conclusasi con la vendemmia 212, sebbene ancora in corso di elaborazione, hanno fornito ai selezionatori precise indicazioni sulle potenzialità produttive ed enologiche dei cloni in studio. Tali indicazioni consentiranno a breve di richiedere l omologazione al Mipaaf per i cloni più meritevoli. Grappolo di L indagine è stata condotta su 8 cloni (siglati 32, 75, 77, 78, 8, 164, 165 e 166) presenti in campo di omologazione. Il clone 32, tuttavia, a un successivo controllo è risultato infetto da un infezione attenuata di GFLV (Grapevine fanleaf nepovirus, agente responsabile del complesso dell arricciamento fogliare) per cui non candidabile all omologazione. Produzione. Per quanto riguarda il carico produttivo, l approccio selettivo è stato indirizzato su cloni in grado di garantire una buona produttività grazie a una fertilità elevata e non a grappoli di grandi dimensioni (grafico 1). Grappoli grandi, molto compatti e con acini di modesta e/o poco omogena colorazione sono stati infatti frequentemente riscontrati nella cultivar, determinandone una notevole riduzione di qualità. In un contesto di ampia variabilità nella risposta produttiva (in generale comunque più che soddisfacente), si sono evidenziate le interessanti attitudini dei cloni 75 e 164, per la produttività elevata ma con un grappolo di dimensioni solo medie, e 8 e 165, per la produttività più contenuta e con grappolo di dimensioni medio-piccole. Qualità. Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, va sottolineato che le uve a maturità hanno raggiunto in generale un ottimo accumulo zuccherino e una buona tenuta acida. Di interesse si è rivelata, inoltre, l analisi della componente polifenolica e in particolare quella antocianica. La modesta colorazione della bac- 11/213 supplemento a L Informatore Agrario 9

4 ca, infatti, è una nota criticità dell uva, anche per il profilo antocianico varietale ricco di peonidina, antocianina poco stabile e rapidamente degradabile durante il processo fermentativo (Mannini et al., 212). Nel corso dello studio i valori maggiori di questi composti fenolici, fondamentali per il colore del vino, sono stati registrati nelle uve dei quattro cloni già menzionati e in particolare in quelle dell 8 e del 165 (grafico 1). Potenzialità enologiche. Nella valutazione delle potenzialità enologiche delle diverse selezioni va evidenziato che i vini sono stati ottenuti con uve prodotte da piante giovani e senza interventi di diradamento dei grappoli. Da un punto di vista analitico si sono distinti in positivo i vini ottenuti dai cloni 8, 164 e 165 per la superiore alcolicità, un buon estratto, una migliore componente polifenolica, che si riflette nei valori di tonalità e intensità colorante. Anche la composizione del vino del clone 75 è stata caratterizzata da un elevata alcolicità, ma con una dotazione polifenolica meno importante. Analisi sensoriale. All esame organolettico la componente colore, come già accennato parametro critico per la qualità dei vini, è risultata molto diversa a seconda dei vini, passando dalla tonalità rosso rubino con riflessi violacei (cloni 8, 164 e 165), al rosso rubino con riflessi tendenti al granato (75), per arrivare al rosso granato o al rosso mattone con leggeri riflessi aranciati (77, 78 e 166). Anche l analisi olfattiva si è rivelata discriminante, in alcuni prodotti (cloni 8, 164 e 165) è emerso in modo evidente il frutto rosso, la ciliegia e l amarena accompagnati da note fiorali di rosa e viola, erbaceo secco e profumi speziati quali pepe e tabacco. Freschezza acida, tannino sottile, equilibrio, ma allo stesso tempo media persistenza e struttura hanno caratterizzato il parametro del gusto. Le differenze riscontrate tra i cloni sono comunque state notevoli: il panel piemontese ha preferito i vini dei cloni 164 e 165, grazie alla buona struttura abbinata a un adeguata morbidezza; il panel calabrese ha maggiormente apprezzato i vini dei cloni 8 e 165 per l ottimo equilibrio gustativo e la gradevole sensazione tannica. Giudizio complessivo. I risultati del test relativo al giudizio complessivo (grafico 2) hanno infine evidenziato la preferenza di entrambi i panel per il prodotto ottenuto dal clone 165. Ciò nondimeno anche i prodotti dei cloni 164 e 8 hanno riscosso l apprezzamento dei degustatori, il panel piemontese ha privilegiato i primi, mentre i secondi hanno suscitato grande interesse nel panel calabrese. I controlli effettuati in fase di preselezione hanno consentito di porre in campo di omologazione 1 cloni, di cui 8 (siglati 22, 26, 33, 35, 38, 41, 43, 48) individuati nell areale Cosentino, e altri 2, siglati 68 e 7, appartenenti rispettivamente ai biotipi Lacrima cristi nera (proveniente dal Reggino) e Arvino (originario anch esso del Cosentino), ritenuti sinonimi del. Produzione. Nel triennio di osservazione i cloni più produttivi sono stati 7, 68 e 35, contraddistinti da un elevata fertilità e un grappolo di dimensioni medio-grandi; il gruppo 26, 33 e 48 del Magliocco ha fornito caratteristiche simili con un livello di produttività di poco inferiore (grafico 1). Un carico di uva più contenuto, grazie al grappolo più piccolo della media, è stato registrato per i cloni 22, 38, 41 e 43. La vigoria è risultata elevata per 43 e 68, moderata per 7, 22 e 26, medio-elevata per i rimanenti cloni. Qualità. La composizione dei mosti alla vendemmia ha evidenziato, in generale, un buon accumulo di zuccheri e mantenuto anche un quadro acido sufficientemente energico. Al di sotto del livello qualitativo medio è risultato il clone 26, in leggero ritardo di maturazione rispetto agli altri. Diversamente dal, la composizione polifenolica del Magliocco dolce ha evidenziato un contenuto molto elevato di antociani, e in particolare di malvidina, la più stabile delle antocianine (Mannini et al., 212). Non sorprende, quindi, che nelle uve di tutti i cloni il contenuto di questi composti sia risultato molto buono (grafico 1). GRAFICO 1 - Caratteristiche produttive e contenuto antocianico dell uva di cloni di e Produzione Antociani totali kg/ceppo mg/kg uva Le selezioni clonali di si sono distinte per una buona produzione, invece quelle di per il contenuto in antociani totali supplemento a L Informatore Agrario 11/213

5 GRAFICO 2 - Test di ordinamento dei vini di cloni di e (211) L altezza delle colonne è inversamente proporzionale al grado di apprezzabilità dei vini da parte del panel, le linee rosse rappresentano l intervallo di non significatività per p,5. I cloni di e di che si sono distinti all analisi sensoriale sono rappresentati con gli istogrammi gialli. Somma dei ranghi Somma dei ranghi Ciò nondimeno, i valori più bassi in antociani totali sono stati riscontrati nel 7 e, viceversa, quelli più elevati nelle uve dei cloni 38, 41 e 48. Queste ultime, inoltre, si sono distinte per essere particolarmente ricche in flavonoidi totali. Potenzialità enologiche. L analisi chimica dei 1 vini clonali di Magliocco dolce ha evidenziato le ottime potenzialità dei cloni 38, 41 e 48, con valori più alti di alcolicità, estratto, componente polifenolica e intensità colorante. Valori inferiori per quanto riguarda i polifenoli, e gli antociani in particolare, hanno invece caratterizzato i vini dei biotipi Arvino (7) e Lacrima cristi nera (68), che presentano quindi una certa variabilità rispetto al gruppo dei. Analisi sensoriale. Dal punto di vista organolettico i vini di questa cultivar non hanno dimostrato differenze così vistose, come è accaduto per quelli di. Tutti i cloni hanno dato origine a prodotti di buona quando non ottima qualità: intensamente colorati, tonalità rosso rubino tendente al violaceo, intensi profumi fruttati (ciliegia, prugna, confettura) accompagnati da note erbacee come tè e fieno, note balsamiche e leggermente speziate (chiodi di garofano, pepe), buona struttura ed equilibrio tra forza tannica e morbidezza. Nel dettaglio, per quanto riguarda il colore le differenze riscontrate tra i prodotti delle diverse selezioni sono state per lo più ascrivibili all intensità colorante, per la quale si sono evidenziati positivamente i cloni 41, 48 e in minor misura il 43. Al test di ordinamento per il profumo le valutazioni hanno posto in testa alle preferenze del panel i vini dei cloni 48, 41 e 38 nell ordine. All assaggio i vini sono risultati di gradazione alcolica elevata, rotondi, di gran corpo e persistenza, dotati di buona forza acida, con nota tannica decisa e un ricorrente retrogusto fruttato. I giudizi dei panel piemontese hanno denotato un apprezzamento particolare per i vini dei cloni 38 e 48 (a seconda delle annate), mentre il gruppo di assaggio della Calabria ha significativamente preferito il vino dei cloni 41 e 48 per l equilibrio gustativo. Giudizio complessivo. Al test di ordinamento per il giudizio complessivo, i panel hanno indirizzato la propria preferenza in entrambe le annate ai prodotti dei cloni 38, 41 e 48; va segnalato tuttavia che entrambi i panel hanno giudicato positivamente anche i prodotti dei cloni 41 e 68 ottenuti nella seconda annata di vinificazione (grafico 2). Come valorizzare i vitigni autoctoni Il lungo e impegnativo percorso di selezione avviato nel 26 su due importanti vitigni di Calabria, quali il e il, è ormai giunto alle fasi conclusive. Dopo un attenta verifica dell idoneità del loro stato sanitario e delle loro caratteristiche agronomiche ed enologiche durato più anni, un nutrito numero di cloni possono essere scelti per l omologazione e l iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite. La disponibilità di materiale di propagazione selezionato potrà quindi contribuire alla valorizzazione di due vitigni fondamentali per lo sviluppo della vitivinicoltura della Calabria. Franco Mannini Alessandra Mollo Deborah Santini Istituto virologia vegetale - Cnr-Uos Grugliasco (Torino) Davide De Santis Azienda Librandi Antonio & Nicodemo Cirò Marina (Crotone) Giacomo Mazza Patrizia Cascio Dora Marchi Centro servizi e ricerca per la viticoltura e l enologia Enosis Meraviglia Fubine (Alessandria) Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: 13ia11_691_web 11/213 supplemento a L Informatore Agrario 11

6 ARTICOLO PUBBLICATO SUL SUPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO N. 11/213 A PAG. 8 La selezione clonale valorizza e BIBLIOGRAFIA AA.VV. (28) - Il e i suoi fratelli - I vitigni autoctoni calabresi. Editore Librandi Spa, Cirò Marina (Crotone): pp Mannini F., Mollo A., Cuozzo D., Lanati D., Marchi D. (212) - Vitigni di Calabria - Selezione e potenzialità enologiche. Editore Librandi Spa, Cirò Marina (Crotone): pp. 1. Kramer A., Kahan G., Cooper D., Papavasiliou A. (1974) - A non parametric ranking for the statistical evaluation of sensory data. Chemical Senses and Flavor, 1:

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