C. Penati Lecco 24 gennaio 2013

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1 C. Penati Lecco 24 gennaio 2013

2 Le politiche di welfare nel territorio lecchese sono la risultante del combinarsi di azioni svolte quotidianamente da tutti gli attori pubblici e privati, istituzionali e sociali, singoli e aggregati, che operano per fronteggiare i bisogni di assistenza, per migliorare l inclusione sociale, per la tutela dei soggetti deboli, per sostenere le fragilità, per incrementare il guadagno di salute, per favorire la coesione sociale, per migliorare il benessere collettivo Quanto sono governate? 2

3 Le politiche di welfare nel territorio lecchese sono la risultante del combinarsi di azioni svolte quotidianamente da tutti gli attori pubblici e privati, istituzionali e sociali, singoli e aggregati, che operano per fronteggiare i bisogni di assistenza, per migliorare l inclusione sociale, per la tutela dei soggetti deboli, per sostenere le fragilità, per incrementare il guadagno di salute, per favorire la coesione sociale, per migliorare il benessere collettivo Quanto e come sono governate? 3

4 Le politiche pubbliche, attivate dal sistema politicoamministrativo, sono una parte delle politiche di welfare Individui e soggetti collettivi vs politiche societarie realizzate da attori plurimi Privato Istituzioni sociali Famiglie e reti primarie informali Pubbliche amministrazioni La filiera istituzionale e funzionale Terzo settore Privato sociale e associazionismo 4

5 L obiettivo prioritario è quello di promuovere un welfare regionale non solo più sostenibile ma anche partecipato, comunitario e sussidiario che integri e valorizzi le esperienze esistenti e le iniziative che le realtà sociali esprimono per rispondere a bisogni articolati e complessi. In questo senso il cambiamento riguarderà tutti gli ambiti (istruzione, sanità, assistenza, casa ) e avrà impatto su tutte le aree di competenza della Regione con un sempre più ampio coinvolgimento degli attori del sistema e degli stakeholder, sia in termini di responsabilità sugli obiettivi sia rispetto alla costruzione dei percorsi di lavoro. 5

6 Per costruire un patto territoriale servono risorse di fiducia, reciprocità, cooperazione, competenza plurima, conoscenza diffusa, motivazione al bene comune, contemperamento degli interessi, integrazione di asset, visione di insieme, ritorni positivi Il territorio oggi luogo di produzione di risorse autonome, in grado di auto-governare processi rilevanti, di competere a livello ampio 6

7 Nell equilibrio tra azione libera dei soggetti e regia programmata e guidata è importante avere chiara la meta: Orizzontale VISIONE Verticale Gestione APPROCCIO Governo 7

8 Si governa quando il conseguimento degli obiettivi e degli effetti attesi: è possibile solo con il concorso di una molteplicità di soggetti, in quanto non si dispone da soli delle leve, risorse, competenze, poteri necessari. GOVERNARE nel senso etimologico del fare da timoniere di un imbarcazione il cui equipaggio è formato da attori plurimi E l immagine utilizzata da Platone, Kybernetes (timoniere), per qualificare il ruolo di coloro che avevano il compito di reggere la città. 8

9 Da gestore di servizi a partner del governo del sociale: gestione governo Centralità delle soluzioni tecniche e delle proprie routine organizzative: fare direttamente e bene per ottenere buoni risultati Centralità della conoscenza perché non a tutto si deve/può dare risposte direttamente e da soli: conoscere per integrare soluzioni 9

10 Differenza tra LAVORO A/DI RETE e GOVERNO (GOVERNO DELLE RETI) Il lavoro di rete si basa sul coordinamento/integrazione di punti di erogazione complementari e sinergici di natura settoriale orientati a uno specifico risultato atteso Il governo (e governo delle reti) si basa sulla regia di punti e soggetti disomogenei e plurimi, di natura intersettoriale, orientati a generare l effetto atteso 10

11 Nessun attore può generare da solo risultati rilevanti ed effetti duraturi: la cooperazione di soggetti plurimi non è un lusso o una concessione, ma una condizione di base e un fattore critico di successo (l ambito delle politiche sociali si è da tempo mosso in una logica reticolare e collaborativa) 11

12 Il welfare societario e plurimo richiede un metodo nuovo e degli strumenti adeguati strumento: un patto territoriale che indichi mete e regoli il sistema delle relazioni metodo: programmazione partecipata, integrazione trasversale dei PdZ, attivazione di gruppi di lavoro plurali finalizzati, organizzazione dei gruppi, governance del progetto, generazione di output concreti e applicabili 12

13 Intersettorialità e territorializzazione delle politiche pubbliche: Integrazione tra i settori della salute, del sociale, della formazione, dell occupazione, della casa Territorialità: aderenza alle specificità morfologiche, culturali, relazionali-sociali provinciali e distretturali 13

14 Maturazione degli stakeholder implicati: dalla passività attendistica alla proattività e imprenditorialità di rete Passività: aspettare che qualcuno intervenga e risolva, che attivi e conduca Proattività: fare tutto quello che si può fare in autonomia, attraverso forme di cooperazione, proponendo e attivando soluzioni Il rischio della corresponsabilità (senza dimenticare le differenze di potere e status) 14

15 Valore del territorio e dell interazione tra attori che per la prima volta hanno lavorato assieme nell interesse generale Importanza di cominciare a conoscersi e a mettere in comune e condividere quello che già si ha piuttosto che inventare cose nuove Il nuovo è pensare e agire collettivamente 15

16 Riequilibrio tra protagonismo della politica organizzata e protagonismo della politica partecipata verso un protagonismo dei territori 16

17 Ridefinizione dei paradigmi di riferimento: Sussidiarietà agita Bisogni nostri/degli altri Cultura del dato Cultura della valutazione 17

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