Le profilassi del lattante: la vitamina D, la vitamina K e la carie?

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1 L allattamento al seno esclusivo è il nutrimento ideale per il bambino, sufficiente per garantire un adeguata crescita per i primi 6 mesi; il latte materno è unanimemente considerato il gold standard in campo nutrizionale, garantendo il fabbisogno di proteine, carboidrati, lipidi, vitamine e minerali.

2 L esposizione diretta e casuale della cute alla luce solare è il modo più comune e biologicamente normale dell essere umano per raggiungere livelli di vitamina D adeguati al fabbisogno. Le fonti naturali di vitamina D nei lattanti sono rappresentate principalmente dai depositi accumulati nella vita prenatale e dalla vitamina D che essi producono con l esposizione cutanea al sole; un piccolo contributo aggiuntivo deriva dal latte materno. Chiunque si esponga in modo insufficiente alle radiazioni UVB della luce solare è a rischio di carenza di vitamina D.

3 Bambini di razza bianca, esclusivamente allattati al seno, di età inferiore ai sei mesi, raggiungono uno stato adeguato di vitamina D quando esposti alla luce solare (39 N; Cincinnati, Ohio, US) per 30 minuti a settimana (solo con pannolino) o per due ore a settimana (se vestiti completamente senza cappello). Dati più incerti sull esposizione solare necessaria a bambini dalla cute a pigmentazione scura.

4 L esposizione della cute alla luce solare che ha attraversato il plexiglas, la maggior parte delle altre plastiche o i vetri (di palazzi, motoveicoli, carrozzine o passeggini) non consente la produzione endogena di vitamina D, perché questi materiali assorbono la radiazione ultravioletta B.

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6 Raccomandazioni AAP (2005) Tutti i lattanti alimentati al seno devono ricevere 200 UI di vitamina D in gocce per via orale a partire dai primi 2 mesi di vita e proseguire fino a quando il consumo giornaliero di formula o latte fortificati con vitamina D sia pari a 500 ml. Sia AAP che AIFA raccomandano l uso di preparazioni multivitaminiche contenenti 400 UI di vitamina D per ml. Le preparazioni più concentrate (contenenti fino a 8000 UI/mL) sono considerate meno sicure per l uso domestico.

7 Razionale della raccomandazione: nonostante il latte umano contenga piccole tracce di vitamina D, tale contenuto non è ritenuto sufficiente a prevenire forme di rachitismo; l esposizione della cute alla luce solare costituisce il meccanismo fisiologico di produzione della vitamina D, ma il rischio non trascurabile di ustione da raggi solari (a breve termine) e di tumori della pelle (a lungo termine) attribuibile all esposizione ai raggi solari, in special modo nei bambini più piccoli, rende prudente sconsigliare tale esposizione.

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9 Raccomandazioni sul corretto utilizzo degli integratori alimentari (Documento approvato dalla Commissione Consultiva nel maggio 2005)

10 Le profilassi del lattante: la vitamina D, la

11 La vitamina K svolge un ruolo fondamentale nella sintesi di alcuni fattori della coagulazione del sangue; essa viene immagazzinata solo in piccole quantità nell organismo e quindi l apporto con la dieta risulta indispensabile. La sintesi della vitamina K avviene anche ad opera della flora batterica presente nel colon, ma l entità dell assorbimento a tale livello, non è ancora ben nota. Particolarmente a rischio di carenza sono i neonati, poiché hanno scorte ridotte di vitamina K, non hanno ancora sviluppato la microflora intestinale e ricevono un apporto limitato dal latte materno.

12 Il deficit di vitamina K può causare sanguinamento nei bambini nei primi tre mesi di vita. Questa condizione è conosciuta da tempo come malattia emorragica del neonato o, secondo una dizione più recente, emorragia da deficit di vitamina K. Viene comunemente suddivisa in tre forme: precoce, classica, e tardiva. La forma classica si manifesta tra il primo e il settimo giorno di vita con un incidenza di 2,5-17/1000 nati a termine nei bambini non sottoposti a profilassi con vitamina K. Numerosi RCT hanno dimostrato un uguale efficacia della profilassi con vitamina K somministrata entro 6 ore dalla nascita per via intramuscolare (1 mg) o per via orale (1-2 mg) nella prevenzione di tale forma.

13 La forma tardiva si presenta tra la seconda e la dodicesima settimana con un incidenza di 5-7 per nati nei bambini non sottoposti a profilassi e allattati al seno e nei bambini che hanno patologie associate a malassorbimento (es. ittero colestatico, fibrosi cistica). Gli studi epidemiologici disponibili in letteratura hanno documentato la maggiore efficacia della profilassi intramuscolare nel prevenire la forma tardiva di sanguinamento da deficit di vitamina K. In alcune nazioni è stata valutata l efficacia di somministrazioni orali multiple.

14 I livelli plasmatici di vitamina K nei lattanti sottoposti ad un unica somministrazione i.m. alla nascita diminuiscono dopo il primo mese di vita e sono stati inoltre segnalati casi di malattia emorragica tardiva in lattanti sottoposti alla sola profilassi i.m. alla nascita, tra cui uno in Italia. Dai dati disponibili in letteratura, il rischio di sanguinamento tardivo dopo somministrazione i.m. di vitamina K alla nascita appare estremamente basso. In Australia è stato osservato un caso in neonati, mentre nel Regno Unito un caso in E attualmente oggetto di controversie se la singola somministrazione i.m. alla nascita sia sufficiente o se sia necessario proseguire con la supplementazione di vitamina K anche nelle settimane successive.

15 Tutti i lattanti alimentati al seno devono ricevere 1 mg di vitamina K per via intramuscolare al completamento del primo pasto ed entro le prime 6 ore di vita. La vitamina K orale non è raccomandata. Essa può non fornire gli adeguati depositi di vitamina K necessari a prevenire emorragie in età più avanzata nei lattanti alimentati al seno a meno che dosi ripetute non vengano somministrate durante i primi 4 mesi di vita.

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17 Consensus Conference Gruppo di Studio di Ematologia Neonatale della SIN (Siena, aprile 2004) profilassi intramuscolare: 0,5 mg di vitamina K i.m. alla nascita e 25 μg/die per os dal 15 giorno fino a 14 settimane (se il neonato è allattato al seno); profilassi orale: 2 mg di vitamina K alla nascita e 25 μg/die per os dalla prima settimana fino a 14 settimane (se il neonato è allattato al seno).

18 Da queste raccomandazioni si evince la necessità di effettuare la profilassi della malattia emorragica nel neonato allattato al seno, anche nelle settimane successive, indipendentemente dalla modalità di somministrazione alla nascita. La corretta posologia e via di somministrazione devono ancora essere oggetto di ulteriori conferme. La Consensus Conference ha previsto una verifica a distanza di due anni, effettuata sulla base di uno studio di sorveglianza da avviare in contemporanea con l applicazione delle raccomandazioni.

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21 I COMANDAMENTI CONTRO LA CARIE

22 1 COMANDAMENTO LA PREVENZIONE DELLA CARIE COMINCIA DALLA NASCITA La prima prevenzione dipende dall igiene orale: la carie è un processo infettivo. La flora batterica del cavo orale del lattante è priva dello Streptococcus mutans, il microrganismo responsabile della carie. Il contagio avviene dai genitori (baci, saliva); quanto più precoce sarà il contatto del bambino con lo Streptococcus mutans, tanto maggiore sarà il rischio che in futuro sviluppi lesioni cariose, anche in dentatura decidua. Alcuni bambini sono a maggior rischio di carie; il rischio può essere identificato e quantificato con test salivari da effettuare sia alla madre, sia al bambino.

23 2 COMANDAMENTO RICORDA DI CONSIGLIARE LA FLUOROPROFILASSI Tutte le evidenze scientifiche provano l efficacia del fluoro nella profilassi della carie. Il fluoro rafforza lo smalto dei denti in formazione e favorisce la rimineralizzazione di lesioni cariose iniziali. La somministrazione di fluoro può avvenire per via topica o sistemica; entrambe e modalità sono efficaci. La posologia di somministrazione del fluoro deve essere consigliata da pediatra e odontoiatra infantile. La fluorosi è un effetto collaterale legato ad assunzione eccessiva di fluoro in presenza di acque molto fluorate.

24 3 COMANDAMENTO RICORDA DI CONSIGLIARE LA SIGILLATURA DEI SOLCHI DEI SESTI La sigillatura dei sesti è un efficace intervento preventivo contro la carie. Richiede una procedura semplice ed indolore e può essere un primo approccio non traumatico al piccolo paziente. E consigliabile a tutti i bambini di 6-7 anni di età, una volta completata l eruzione del sesto, ed è indicata soprattutto per i soggetti a maggior rischio di carie.

25 4 COMANDAMENTO RICORDA IL RUOLO PROTETTIVO DELLA SALIVA NEI CONFRONTI DELLA CARIE La saliva svolge un importante azione protettiva nei confronti della carie grazie alle sue molteplici proprietà: azione detergente verso i detriti alimentari; azione diluente nei confronti degli zuccheri; effetto tampone nel contrastrare l acidità del cavo orale; effetto rimineralizzante. Contiene inoltre molti fattori antimicrobici non immunoglobulinici (lisozima, lattoferrina, sistema perossidasico) ed immunoglobulinici (IgA, IgM, IgG).

26 5 COMANDAMENTO RICORDATI DELLA DIETA E DELL EDUCAZIONE ALIMENTARE Non è la quantità di dolciumi o di bevande zuccherate, ma la frequenza con cui queste vengono assunte, a determinare il rischio di carie. L uso del biberon di notte o di succhiotti intinti in sostanze dolci, aumenta il rischio di lesioni cariose precoci e di sindrome da biberon. Le corrette abitudini apprese ed interiorizzate durante l infanzia vengono mantenute anche in età adulta!

27 6 COMANDAMENTO RIMOTIVA PERIODICAMENTE ALL IGIENE ORALE Iniziare alla nascita, detergendo le gengive con garzine umide o batuffoli bagnati. Insegnare ai bambini a lavare i denti imitando i genitori. La supervisione dei genitori è sempre necessaria. Scegliere spazzolini piccoli, colorati, con setole morbide e sostituirli non appena rovinati. Insegnare il movimento corretto e far lavare i denti dopo ogni pasto principale e dopo l assunzione di zuccheri.

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31 Il primo passo di un individuo verso la saggezza è mettere in dubbio tutto, l'ultimo è quello di venire a patti con tutto. Georg Christoph Lichtenberg

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