Facoltà di Scienze umane e sociali
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- Gilberto Tommasi
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1 Produzione e consumo Facoltà di Scienze umane e sociali 1
2 Imprenditore = chi esercita professionalmente un attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi. Prende decisioni, studia e introduce innovazioni, sostiene il rischio. Impresa = attività organizzata svolta al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi. Azienda = organizzazione dell impresa! il complesso di beni e le relazioni fra le persone che consentono l impresa Imprenditività = capacità di introdurre innovazione nel sistema economico 2
3 Joseph Alois Schumpeter ( ) è stato un economista austriaco, tra i maggiori del XX secolo. Distruzione creatrice: Schumpeter mise in evidenza il fatto che il progresso tecnico consista nella creazione di nuovi prodotti ed industrie, cioè in ciò che egli definì propriamente "distruzione creatrice". Essa elimina posti di lavoro nelle vecchie industrie e ne crea nelle nuove. "Questo meccanismo di distruzione creatrice è il fatto essenziale del capitalismo, quello in cui il capitalismo consiste" (Schumpeter, 1977, pag. 79). 3
4 Società! imprenditore collettivo! attore artificiale distinto dai singoli che la costituiscono Società di capitali! autonomia patrimoniale = la responsabilità dei soci si limita al capitale, che hanno conferito alla società Società per azioni! corporation = è posseduta da un numero anche molto grande di persone che possiedono quote anche piccole del patrimonio sociale (azioni) Società commerciale = tipo particolare di associazione che per svolgere la sua attività dà vita a un organizzazione (l azienda) 4
5 Produzione di massa e specializzazione flessibile Al centro dell economia vi sono grandi imprese che si contendono e dividono il mercato! oligopolio (oligos poco, polein vendere). La grande impresa è supportata dalla tecnologia = produttività del lavoro= più velocità = meno manodopera Le macchine sostituiscono parte del lavoro umano e consentono una più alta velocità di produzione! i costi per unità di prodotto si abbassano! aumenta la produttività del lavoro. 5
6 Si sviluppa una produzione in grande serie di beni standardizzati! produzione di massa! su grandi mercati stabili. Dualismo produttivo = modello analitico che distingue due settori dell economia:! settore centrale dove operano imprese più grandi e più stabili! settore periferico composto di piccole imprese più instabili. Mercati instabili o stagionali, con domanda variabile e differenziata, non ammettono grandi imprese e produzione di massa. Sugli altri mercati, invece, un impresa crescerà sino alla capacità di rispondere alla quota di domanda stabile (quella prevedibile nella ciclo economico basso), il resto (fase alta instabile) è lasciato alle imprese più piccole. Con la nascita della grande industria cambia l organizzazione del lavoro! importanti conseguenze sociali. 6
7 Tra le conseguenze sociali:! concentrazioni di potere trust Legislazione anti-trust: Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio nota come Antitrust, è stata istituita in Italia nel E un istituzione indipendente, che prende le sue decisioni sulla base della legge, senza possibilità di ingerenze da parte del Governo né di altri organi della rappresentanza politica. L Autorità garantisce il rispetto delle regole che vietano le intese anticoncorrenziali tra imprese, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni in grado di creare o rafforzare posizioni dominanti dannose per la concorrenza, con l obiettivo di migliorare il benessere dei cittadini. Dal 2007 è stato affidato all Antitrust il compito di tutelare i consumatori dalle pratiche commerciali scorrette delle imprese e dalla pubblicità ingannevole. Per garantire che il confronto sul mercato avvenga lealmente interviene anche contro la pubblicità comparativa che getta discredito sui prodotti dei concorrenti o confonde i consumatori. Dal 2004 applica la legge sul conflitto di interessi dei titolari delle cariche di Governo. 7
8 Le dimensioni di un impresa dipendono da numerose variabili, tra cui la scelta dell impresa di:! rivolgersi al mercato per comprare alcuni beni o parti del processo produttivo (alternativa di mercato);! realizzarli da sé (alternativa gerarchica). La scelta dipende dai costi di transazione e varia nel tempo e nello spazio: INDOTTO! 8
9 Si dice indotto industriale, di solito, l'insieme di sotto industrie o artigiani che producono parti elementari necessarie alle grandi industrie per realizzare i prodotti finiti. Negli ultimi vent'anni la parola indotto ha preso un significato più ampio, infatti si considera lavoro indotto anche quello che non è direttamente connesso alla grande industria: in un indotto vi sono compresi tutti i servizi diretti e indiretti che fanno poi funzionare il polo industriale, la zona industriale o il distretto industriale quindi sono considerati nell'indotto (bar, edicole, ristoranti, mense, trasporti di persone, trasporti pesanti ed ogni altra possibile attività che si possa immaginare nel contesto di una "area" industriale). 9
10 Gerarchia: To make or to buy (variabile che incide sulla dimensione) Joint-ventures = contratti con cui le imprese diverse decidono di collaborare alla realizzazione di un prodotto o di un opera, coordinando le loro capacità e dividendo per quote investimenti e profitti. Franchising = contratti con i quali un impresa concede a una catena di altre, a un prezzo in parte proporzionale alle vendite, di rivendere un suo prodotto sotto il suo controllo, utilizzando un marchio comune e garantendo l assistenza tecnica. Merchandising = è la pratica di utilizzare un brand o l'immagine di un prodotto noto per venderne un altro. 10
11 Dal secondo dopoguerra la grande impresa a produzione di massa entra in crisi e compaiono: impresa-rete = impresa grande che coordina una rete di imprese minori, collegate da rapporti di quasi-mercato o quasi-organizzazione e che sfrutta le nuove possibilità offerte dalla tecnologia specializzazione flessibile = tipo e modi di produzione meno standardizzati che consentono alle imprese di adattarsi e di rispondere alle diverse domande di mercati diversificati e instabili 11
12 È in questo quadro che si comprende la persistenza e il successo, oggi più di ieri, delle piccole imprese, che rispondono all esigenza di una produzione meno standardizzata! Nicchie di mercato Multiskilling Produzione flessibile Lavoro di gruppo Telematica 12
13 Il successo delle piccole aziende si spiega anche a fronte di due fenomeni sempre più diffusi e perpetrati dalle grandi imprese: - decentramento produttivo = un impresa decentra stabilmente lavorazioni, che vengono realizzate a costi più bassi in imprese piccole, dove il sindacato non è presente - decentramento di specialità = un impresa decentra a subfornitori specializzati lavorazioni o componenti di un processo più complesso, per le quali non ha interesse ad attrezzarsi 13
14 Distretto industriale = sistema di piccole imprese, localizzate vicine le une alle altre, che si specializzano nella produzione di determinati beni/prodotti. Lo sviluppo dei distretti industriali ha avuto luogo soprattutto in quelle zone che presentavano una serie di risorse culturali, sociali, economiche, che le metteva in condizioni di sfruttare le nuove possibilità della specializzazione flessibile. Distretto tecnologico Etna Valley Distretto della ceramica di Santo Stefano di Camastra Distretto della ceramica di Caltagirone Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo Distretto alimentare ortofrutticolo di Pachino Distretto tessile di Bronte 14
15 In tutte le regioni tipiche italiane di piccole imprese c è stato il passaggio:! dalla crescita estensiva: crescente impiego di nuova manodopera, relativamente poco pagata, con scarse attrezzature tecnologiche! alla crescita intensiva: con investimenti tecnologici che aumentano la produttività del lavoro e con paghe mediamente più elevate 15
16 Finanza e produzione Attività finanziaria = raccolta di capitali per investimenti in imprese o per il fabbisogno dello stato Pubblic company = società con proprietà delle azioni molto diffusa, i dirigenti hanno un peso decisivo sulle scelte di gestione 16
17 Borsa = mercato dove le azioni, una volta emesse, possono essere comprate e vendute! termometro dello stato di salute delle imprese I piccoli risparmiatori possono rivolgersi, per comprare azioni, a enti di intermediazione finanziaria, come i fondi comuni di investimento Investitori istituzionali = banche, assicurazioni, fondi pensione! gestiscono rilevanti capitali accantonati 17
18 Banca = impresa commerciale che raccoglie e impresta denaro Banca d affari! merchant bank = istituti che si incaricano di collocare azioni e altri titoli di un impresa 18
19 Conglomerate = grandi imprese che controllano un gruppo di altre imprese attraverso partecipazioni azionarie Holding = società finanziaria senza funzioni produttive dirette, che controlla un insieme di altre imprese Gruppo = insieme di imprese sottoposto al controllo diretto o indiretto di uno stesso vertice, per mezzo di catene di partecipazioni 19
20 La new economy L elemento trainante della new economy è sicuramente il settore delle tecnologie dell informazione e della comunicazione Ict, che comprende le apparecchiature informatiche (hardware) e i programmi di calcolo (software), la televisione e i sistemi multimediali, la telefonia fissa e mobile, Internet. dieci buone regole per affrontare i nuovi mercati: Cogliere la corrente; Massimizzare i profitti; Cercare l'abbondanza, non la scarsità; Scegliere la libertà; Privilegiare il web; Puntare sul massimo; Dai luoghi agli spazi; Niente armonia, tutto flusso; Vince chi ha i consumatori migliori; L'opportunità prima dell'efficienza. 20
21 I punti cardine su cui si basa la new economy non sono tanto i beni materiali quanto immateriali: idee innovatrici l'informazione come bene di scambio il software. Questi nuovi strumenti si applicano poi all intero insieme di produzione di beni e servizi, determinando:! accelerazione dei processi economici! possibilità di organizzazione a distanza! produzione di beni immateriali! outsourcing 21
22 Per quanto riguarda le conseguenze sociali della nuova economia, alcuni studiosi sottolineano: - il persistere delle disuguaglianze sociali, fondate non tanto sul possesso o meno di un bene, quanto sulla possibilità di accesso alla sua fruizione (Rifkin) - l insicurezza individuale (e quindi sociale), che la flessibilità introduce - la diminuzione del capitale sociale e dell associazionismo - Il concetto di capitale sociale può essere definito in generale come un corpus di regole che facilitano la collaborazione all'interno dei gruppi o tra essi. 22
23 Il consumo di massa John K. Galbraith afferma che le grandi imprese riescono a controllare i loro mercati e a indurre il comportamento di consumo. Egli distingue due sequenze:! ritenuta (consumatore mercato produttore)! aggiornata (produttore mercato consumatore) Consumismo: ricerca di felicità attraverso l accumulazione di beni di consumo Consumerismo: associazioni, movimenti sociali e organizzazioni che sono in grado di mettere in discussione specifici modi e tipi di consumo, contrastando immagini di sequenza ritenuta e mostrando la loro realtà in termini di sequenza aggiornata, passivamente subita dal 23 consumatore.
24 Nella società contemporanea, sotto la spinta dei potenti mezzi pubblicitari, il soggetto è sempre più determinato verso consumi inutili e non necessari. Il consumismo, la ricerca di felicità attraverso l accumulazione di beni di consumo, spinge il soggetto a: rinchiudersi nella sfera privata; allontanarsi dall impegno pubblico; essere culturalmente e politicamente passivo. 24
25 Due ipotesi rispetto all evoluzione dei consumi:! consumatori standardizzati (Ritzer)! consumatori imprenditori (Rochefort) 25
26 Il consumo come comportamento collettivo Il consumo come comportamento collettivo è un fenomeno sociologicamente assai interessante. Per Georg Simmel la moda è una delle forme in cui si esprimono due esigenze contrastanti e compresenti del vivere dell uomo in società: - imitazione! la tendenza alla fusione con il nostro gruppo, che dà sicurezza e solleva da responsabilità di scelta personale! appaga il bisogno di appoggio sociale! elemento di continuità e stabilità - distinzione! il distinguersi rispetto agli altri, marcare la nostra individualità! appaga il bisogno di diversità! elemento di cambiamento, differenziazione 26
27 Consumo e stili di vita Il consumo è una sorta di linguaggio con il quale continuamente si comunica con gli altri, per definire appartenenze di gruppo e distinguere un gruppo da un altro attraverso la distribuzione del prestigio. Stile di vita = insieme coerente e distinto di scelte di consumo, ma anche di modi in cui si consuma. Thorstein Veblen! modello del consumo vistoso della classe agiata. 27
28 Pierre Bourdieu! distinzione sociale! specifici stili di vita e di consumo sono tipici di determinate classi. Gli stili di vita sono differenziati e resi operanti da criteri di gusto: il sapido e l insipido, il bello e il brutto, il distinto e il volgare. Gli stili di vita non sono il semplice riflesso della posizione di classe, ma conseguenza di un gioco di classificazioni culturali operate e subite dai diversi gruppi. 28
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