Direzione Sanità Settore Prevenzione Veterinaria PIANO REGIONALE INTEGRATO 2011 DEI CONTROLLI DI SICUREZZA ALIMENTARE AREA A

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1 Direzione Sanità Settore Prevenzione Veterinaria PIANO REGIONALE INTEGRATO 2011 DEI CONTROLLI DI SICUREZZA ALIMENTARE AREA A

2 INDICE AREA FUNZIONALE DI SANITA ANIMALE A. IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE DEGLI ANIMALI pag. 7 B. SISTEMI INFORMATIZZATI DI EPIDEMIOSORVEGLIANZA pag. 9 C. PIANI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA FILIERA BOVINA pag. 10 C.1 TUBERCOLOSI pag. 10 C.2 BRUCELLOSI pag. 13 C.3 LEUCOSI pag. 14 C.4 BLUETONGUE pag. 15 C.5 ENCEFALOPATIA SPONGIFORME BOVINA (BSE) pag. 18 C.6 RINOTRACHEITE INFETTIVA BOVINA (IBR) pag. 19 C.7 DIARREA VIRALE BOVINA (BVD) pag. 20 C.8 PARATUBERCOLOSI pag. 22 C.9 MASTITI DA STAPHYLOCOCCUS AUREUS pag. 23 D. PIANI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA FILIERA SUINA pag. 25 D.1 MALATTIA VESCICOLARE DEI SUINI E PESTE SUINA CLASSICA pag. 25 D.2 MALATTIA DI AUJESZKY pag. 26 D.3 TRICHINELLA pag. 28 E. PIANI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA FILIERA OVI-CAPRINA pag. 29 E.1 BRUCELLOSI pag. 29 E.2 SCRAPIE pag. 30 F. PIANI DI ERADICAZIONE E SORVEGLIANZA DELLA FILIERA AVICOLA pag. 32 F.1 INFLUENZA AVIARE pag. 32 F.2 SALMONELLA pag. 35 G. PIANI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA FILIERA EQUINA pag. 37 G.1 ANEMIA INFETTIVA pag. 37 G.2 ARTERITE VIRALE pag. 38 H. PIANO DI SORVEGLIANZA SANITARIA SUGLI ANIMALI SELVATICI pag. 38 H.1 ANIMALI SELVATICI pag. 38 I. PIANI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO SUGLI ITTICI pag. 40 I.1 SETTICEMIA EMORRAGICA VIRALE E NECROSI EMATOPOIETICA INFETTIVA pag. 40 L. SORVEGLIANZA SULLE ZOONOSI pag. 41 M. WEST NILE DISEASE pag. 42 N. CONTROLLI SUI PROGRAMMI AZIENDALI DI BIOSICUREZZA pag. 43 O. PREPARAZIONE E GESTIONE DELLE EMERGENZE pag. 44 P. ATTIVITA DI AUDIT NEGLI ALLEVAMENTI pag. 45 Q. ALTRE ATTIVITA pag. 46 3

3 SETTORE PREVENZIONE VETERINARIA SANITA ANIMALE 1

4 A. IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE DEGLI ANIMALI I controlli relativi al sistema di identificazione e registrazione degli animali sono stati effettuati da personali dei Servizi Veterinari con le modalità previste dalla normativa comunitaria e nazionale. La normativa comunitaria a tutela della sicurezza alimentare, denominata Pacchetto Igiene, prevede infatti che i controlli siano effettuati su tutta la filiera alimentare e la disponibilità di sistemi anagrafi informatizzati delle varie specie, con informazioni aggiornate ed affidabili, è prerequisito indispensabile per ogni ulteriore controllo e verifica. E compito del Responsabile dell Ufficio Anagrafe, attivato in tutte le ASL, in collaborazione con il Nucleo Interarea di vigilanza, predisporre i controlli in modo da assicurare l inserimento e l aggiornamento delle Banche Dati delle informazioni relative ad aziende, allevamenti, proprietari e detentori e la gestione anagrafica della identificazione,registrazione e movimentazione degli animali. I controlli eseguiti nelle aziende sono oggetto di una relazione standardizzata e gli esiti sono registrati nelle Banche Dati relativi alle varie specie. Le risultanze del triennio: tutte le aziende in cui sono presenti animali di interesse zootecnico sono state registrate in anagrafe e quelle in cui sono presenti bovini, suini ed ovicaprini sono tutte georeferenziate; la qualità dei dati ed il loro allineamento è andato progressivamente migliorando: il ritardo nelle registrazione delle movimentazioni dei capi è diminuito dal 4% al 3%; i controlli effettuati nelle aziende sono in linea con le indicazioni della normativa. Poiché l aggiornamento delle Anagrafi deve avvenire in tempo reale, secondo le modalità previste dai manuali operativi delle anagrafi delle singole specie, occorre, in modo particolare: mantenere l attuale attività di verifica e correzione delle anomalie trasmesse mensilmente alle singole ASL; attuare il monitoraggio dei tempi di registrazione degli eventi. La criticità maggiore è rappresentata dalla registrazione in anagrafe dei bovini morti in azienda: superano il 10% le registrazioni effettuate oltre i 30 giorni; inserimento delle coordinate geografiche per tutte le aziende, ad ogni codice aziendale devono essere associate le coordinate geografiche; consolidare la cosiddetta attività di ricordo agli allevatori: in occasione di un qualsiasi intervento in un allevamento bovino ricordare i tempi di registrazione in anagrafe ( aumento di efficienza ed efficacia a costo zero). I controlli nelle aziende sono controlli ufficiali effettuati senza preavviso o con preavviso minimo ed i criteri di scelta del campioni da controllare si avvalgono di parametri legati alla valutazione del rischio. E compito del Responsabile dell Ufficio Anagrafe, in collaborazione con il Responsabile NIV, individuare le aziende da sottoporre a controllo. Per quanto riguarda i bovini,suini e gli ovicaprini le aziende da controllare devono essere collocate in categorie di rischio tenendo presente che una sola categoria di rischio non può rappresentare più del 65 % del campione totale Presso ogni Ufficio Anagrafe deve essere redatto verbale in cui sono illustrati i criteri adottati per la selezione del campione e sono elencate le aziende inserite nelle varie categorie. Le categorie di rischio tengono conto in particolare: a) della consistenza dell allevamento; b) della eventuale presenza di focolai di malattie infettive: la verifica deve essere fatta in tutti gli allevamenti sede di nuovo riscontro di malattia denunciabile; 2

5 c) delle aziende che richiedono premi comunitari, in particolar modo per le aziende che richiedono premi per un importo superiore alla media ASL; d) di cambiamenti aziendali significativi rispetto all anno precedente; e) dei risultati dei controlli realizzati negli anni precedenti, in particolare per quanto riguarda eventuali irregolarità sulla tenuta del registro di carico e scarico aziendale e dei passaporti; f) della corretta comunicazione dei dati all autorità competente. I dati relativi ai tempi di comunicazione saranno forniti dal CSR; g) di altre categorie di rischi che potranno essere definite nel corso dell anno. L attività di controllo prevista è specifica per le anagrafi delle singole specie. In generale, ad ogni ispezione deve corrispondere un resoconto su modello standardizzato ed i controlli con i relativi esiti devono essere registrati nelle relative Banche Dati. Chi effettua il controllo deve inoltre provvedere alla registrazione dell intervento sul registro aziendale di carico e scarico con data e firma. Anagrafe bovina Il regolamento (UE) n. 1034/2010 del 15 novembre 2010 modifica il Regolamento (UE) n. 1082/2003 per quanto riguarda il numero dei controlli: l autorità competente esegue annualmente controlli sul 3% delle aziende presenti ad inizio anno. Dal momento che il numero dei controlli deve essere aumentato in caso di irregolarità, il numero di interventi programmati deve interessare almeno il 4% delle aziende. Le categorie di rischio sono riportate all allegato 1 del Regolamento (UE) n. 1082/2003. Anagrafe suina Deve essere registrato in Banca Dati, da parte di ogni detentore, il censimento dei capi presenti al mese di marzo. In caso di mancanza, il censimento deve essere fatto d ufficio, ed occorre inserire l aziende tra quelle da sottoporre a controllo. Deve essere controllato almeno l 1% delle aziende suine presenti ad inizio anno. Considerato il numero limitato di controlli da effettuare tale percentuale deve essere raddoppiata. Le categorie di rischio e la modalità di effettuazione dei controlli sono riportate nella nota ministeriale DGSA del 29 ottobre 2007: Check list per i controlli sul sistema di identificazione e registrazione dei suini. Anagrafe ovicaprina Deve essere registrato in Banca Dati, da parte di ogni detentore, il censimento dei capi presenti al mese di marzo. In caso di mancanza, il censimento deve essere fatto d ufficio, ed occorre inserire l aziende tra quelle da sottoporre a controllo. Il livello minimo dei controlli deve coprire almeno il 3% degli allevamenti presenti ad inizio anno e almeno il 5% dei capi. Le categorie di rischio, le modalità dei controlli sono riportati nel Regolamento (UE) n. 1505/2006. Anagrafe equina I controlli devono riguardare il 5% delle aziende presenti ad inizio anno. Le categorie di rischio e le modalità del controllo sono riportate nella nota ministeriale DGSA/14396 del 23 novembre Anagrafe avicola Riveste particolare importanza la registrazione in ARVET e in Banca Dati dell Anagrafe Avicola di tutte le informazioni relative alle aziende ed agli allevamenti. Considerando che sono 640 gli allevamenti con consistenza superiore a 250 capi, tutti dovranno essere verificati per quanto riguarda i dati relativi alla tipologia e orientamento produttivo. 3

6 di efficacia: - % irregolarità riscontrate/aziende controllate; %registrazioni oltre 30%/registrazioni (inferiori 3%); di attività: % allevamenti controllati/controllabili (100% livello previsto); 100% registrazione controlli in Banca Dati; 100% rispetto programmazione; di efficienza: controlli specifici inseriti nell attività ordinaria (evitando la moltiplicazione degli accessi); di miglioramento della qualità e dell appropriatezza: modalità di estrazione del campione in base alle categorie di rischio: disponibilità dei verbali di estrazione del campione; intervallo tra eventi e loro registrazione. B. SISTEMI INFORMATIZZATI DI EPIDEMIOSORVEGLIANZA Lo sviluppo e l utilizzo di sistemi informatizzati è un obiettivo considerato strategico dalla Regione Piemonte che ha sempre promosso e supportato la realizzazione ed il progressivo miglioramento del sistema informatizzato veterinario. Disporre di un efficace sistema di gestione informatizzata delle informazioni sanitarie degli animali allevati consente infatti una adeguata gestione del territorio, una pronta reazione in caso di allarmi sanitari ed una adeguata informazione per i consumatori nonché, per quanto attiene le funzioni di governo, permette di garantire la definizione di indicatori di salute e sicurezza alimentare indispensabili per la programmazione e la rendicontazione degli interventi relativi ai piani integrati di sicurezza alimentare. Nel sistema, reso disponibile a tutte le ASL della Regione, sono state registrate nell ultimo triennio le informazioni relative a: stato sanitario delle aziende zootecniche, rilievi di trattamenti non consentiti o impropri sugli animali, alterazioni potenzialmente pericolose nella composizione dei mangimi, insorgenza di emergenze epidemiche, stato di avanzamento dei programmi nazionali, regionali e locali di controllo e livello di attività dei singoli operatori, garantendo la conoscenza, la trasparenza ed il controllo permanente, a livello locale e centrale, del territorio. Al fine di garantire la qualità delle informazioni registrate nel sistema è necessario disporre di un controllo interno sulla qualità dei dati inseriti nel sistema che garantisca l attendibilità delle consultazioni effettuate in tempo reale e la completa correttezza ed ufficialità delle informazioni raccolte tramite il sistema. Tale obiettivo costituisce elemento di miglioramento dell efficacia del sistema di epidemiosorveglianza veterinaria, con riferimento agli ambiti 8 e 15 della DGR del 3/11/2010. Deve essere verificata la correttezza e completezza delle informazioni contenute in ARVET relative agli allevamenti attivi ed agli interventi realizzati nel 2011, in particolare: informazioni anagrafiche, comprese le caratteristiche, relative ad aziende ed allevamenti della specie bovina, suina, equina, avicola e informazioni relative alla pratica di alpeggio; programmi di eradicazione e controllo della tubercolosi, brucellosi bovina e ovicaprina, leucosi, rinotracheite infettiva, bluetongue, influenza aviare, salmonellosi, west nile disease, malattia vescicolare, peste suina classica, malattia di Aujeszky attività di controllo ufficiale nelle aziende zootecniche con particolare riferimento a: biosicurezza, indagini epidemiologiche a seguito di positività o sospetto per malattie soggette a piano o zoonosi, condizionalità, benessere, farmacosorveglianza, trasporto, alimentazione animale, igiene e produzione del latte, riproduzione animale. 4

7 ARVET consente, attraverso funzionalità di stampa, statistiche ed aggregazioni delle informazioni registrate, la verifica a diversi livelli territoriali dello stato di aggiornamento del sistema, della corretta esecuzione dei piani e dei controlli, dello stato sanitario degli allevamenti in relazione alle differenti malattie. L adozione di regolari procedure di controllo della qualità dei dati consente di garantire la completa affidabilità delle informazioni ufficiali utilizzate per le valutazioni epidemiologiche e sanitarie e per i rendiconti regionali, nazionali e comunitari. Le funzionalità di collegamento automatizzato con la banca dati dell anagrafe zootecnica e di preaccettazione informatizzata dei campioni sottoposti ad analisi di laboratorio consentono di garantire un buon livello di aggiornamento del sistema. Per ciascuna filiera considerata, per ciascuna profilassi e tipologia di controllo ufficiale registrato deve essere garantito un costante aggiornamento ed una regolare verifica di corrispondenza con l attività condotta. Le Strutture Sovrazonali di Epidemiosorveglianza Veterinaria individuano, di concerto con le ASL, le procedure di controllo della qualità dei dati e concorrono alla verifica della affidabilità e completezza delle informazioni registrate nei sistemi informatizzati. di efficacia: - grado di aggiornamento del sistema - percentuale di registrazioni mancanti/incomplete rispetto alle informazioni previste/presenti; - disponibilità di una procedura per la verifica dell aggiornamento e della qualità dei dati. C. PIANI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA FILIERA BOVINA C.1 TUBERCOLOSI (attività trasversale su filiera bovina A/B, zoonosi A/B/SIAN, M. bovis A/B/SIAN) Il piano di eradicazione della tubercolosi bovina è a carattere obbligatorio; le modalità di attuazione rispettano le disposizioni comunitarie in materia (Direttiva 98/46/CE e successive modifiche). L eradicazione della tubercolosi bovina ha rappresentato per la Regione Piemonte un obiettivo primario e come tale è stato inserito fra gli obiettivi specifici dell area di Sanità Animale previsti per il triennio nell ambito del programma di controllo degli agenti zoonosici negli allevamenti. L andamento generale del piano ha fornito risultati favorevoli: la presenza dell infezione è ormai limitata a casi isolati ed il processo di eradicazione può considerarsi pressochè concluso. A partire dal 2009 la prevalenza d infezione a livello regionale è stata contenuta al di sotto dello 0,1% e dal 2008 la percentuale di aziende qualificate sono risultate superiori al 99,9%. Inoltre le segnalazioni di lesioni tubercolari alla regolare macellazione, quasi dimezzate rispetto al triennio precedente (38 nel 2007, 17 nel 2009), hanno fatto registrare un trend in riduzione progressivo e costante. L obiettivo del piano prevede il conseguimento (0,1% di aziende infette nel corso dell anno, 99,9% di aziende ufficialmente indenni al 31/12, da mantenere per 6 anni consecutivi) e successivo mantenimento della qualifica comunitaria territoriale, che ratifica l avvenuta eradicazione della tubercolosi bovina nel territorio di riferimento. Nel corso del triennio le province di Novara e Vercelli, a cui è stata attribuita la qualifica con Dec. 2007/174/CE, hanno confermato i requisiti di mantenimento previsti; nella provincia di Vercelli l attività del triennio ha condotto all attribuzione della qualifica con Dec. 2008/97/CE. 5

8 Le province di Biella, Asti ed Alessandria, non ancora qualificate, hanno confermato i requisiti di base previsti, rispettivamente consolidati per 6 anni, 5 anni e 3 anni. Per la provincia di Biella potrà essere richiesta l attribuzione di qualifica nel corso del La provincia di Alessandria ha fatto registrare 1 focolaio alla fine del 2010, di origine extraprovinciale, che comporterà un ulteriore rivalutazione della situazione epidemiologica. Le province di Torino e Cuneo, le più critiche per la rilevanza del patrimonio bovino allevato e per la più estesa diffusione dell infezione negli anni 80-90, fatti salvi eventuali riscontri di fine anno, nell ultimo biennio sono risultate in linea con i requisiti di base previsti. Nelle Province già in possesso della qualifica comunitaria (Novara, Verbania, Vercelli) l obiettivo del programma 2011 è il mantenimento dei requisiti previsti per la qualifica comunitaria. Nelle Province non in possesso dei requisiti di base necessari per l attribuzione della qualifica (Asti, Biella, Torino,Cuneo, Alessandria) l obiettivo del programma 2011 è il consolidamento dei requisiti previsti per l acquisizione della qualifica comunitaria. Si tratta in linea generale di un obiettivo di mantenimento; tuttavia è individuato relativamente alla gestione dei focolai, un obiettivo di miglioramento di appropriatezza e qualità (ambito 15) che si realizza con l applicazione completa e puntuale dei protocolli previsti dalla Det. 9/07 del 19/1/07 (in corso di revisione) e dal programma annuale di controllo 2011 (in corso di emanazione). Verifiche di monitoraggio Province qualificate CE (Novara, Verbania e Vercelli) e prossime all attribuzione a requisiti già consolidati (Biella). E mantenuta la periodicità biennale dei controlli mediante prova tubercolinica sugli allevamenti da riproduzione. Dovrà essere mantenuta la periodicità annuale sugli allevamenti presso i quali sono individuati gli elementi di rischio più oltre riportati. L età diagnostica è mantenuta a 24 mesi, effettuando la prova di compravendita all origine sui capi di età superiore ai 12 mesi da commercializzare ed a destino sui capi introdotti da fuori Regione. Province non ancora in possesso dei requisiti per l attribuzione della qualifica (Alessandria, Asti, Cuneo, Torino) Le province Asti, Torino e Cuneo mantengono il controllo mediante prova tubercolinica a periodicità annuale di tutti gli allevamenti da riproduzione; la provincia di Alessandria mantiene la periodicità di controllo biennale, già avviata negli anni precedenti. Le province di Alessandria e Asti rispondono ai requisiti previsti dalla normativa comunitaria per elevare l età diagnostica a 24 mesi. Dovrà essere prevista la prova di compravendita all origine sui capi di età superiore ai 12 mesi e a destino sui capi introdotti da fuori Regione. Nelle province di Torino e Cuneo l età diagnostica dovrà essere mantenuta pari a 6 settimane. E prevista la prova di compravendita a destino sui capi di età superiore a 6 settimane. In tutte le province negli allevamenti presso i quali sono individuati gli elementi di rischio sotto elencati, l età diagnostica dovrà essere mantenuta pari a 6 settimane. Nella provincia di Alessandria, in relazione al riscontro di infezione di origine extraprovinciale, viene adottato un programma straordinario integrativo sul commercio, che coinvolga le aziende da riproduzione e miste che hanno introdotto od introducono capi originari da province non qualificate CE. Ulteriori criteri di scelta del campione Sono stati considerati elementi di rischio per la selezione degli allevamenti da sottoporre a controllo, in base alla programmazione specifica della Provincia di appartenenza, che determinano l effettuazione supplementare o l intensificazione dei controlli o la riduzione dell età diagnostica: l attività di alpeggio in promiscuità con effettivi provenienti da province non qualificate; la molteplicità degli acquisti; 6

9 la proprietà di commercianti o ad essi correlati; le pregressa o attuale rilevazione di irregolarità significative ai controlli anagrafici; le aziende di nuova costituzione nelle province qualificate i cui capi sono originari da province non qualificate. Sono inoltre considerate situazioni di rischio che determinano la necessità di incremento della sensibilità dei test diagnostici utilizzati e dell effettuazione di approfondimenti specifici: allevamenti da riproduzione oggetto di segnalazione di tubercolosi all atto della macellazione; allevamenti di origine di capi risultati infetti alla prova di compra-vendita a destino; allevamenti da riproduzione epidemiologicamente correlati o a rischio perché della medesima proprietà o limitrofi ad altri allevamenti infetti da tubercolosi; allevamenti risultati positivi per la ricerca di antitubercolari vietati o in cui i controlli sanitari sono stati ostacolati o si sospetta siano stati aggirati o alterati nei risultati; ogni altro allevamento in cui il Servizio veterinario dell ASL competente lo ritenga necessario per accelerare il programma di eradicazione locale. L ispezione al macello rappresenta un ulteriore punto di osservazione e diagnosi ed appositi protocolli regolamentano: le modalità di segnalazione all area di sanità animale competente per l allevamento di origine per l effettuazione dell indagine epidemiologica e dell attività diagnostica prevista; le comunicazioni e modalità di invio dei campioni al laboratorio dell IZS di Torino e l attività diagnostica post mortem prevista. E previsto un apposito protocollo di collaborazione medico-veterinaria che trova reciproca applicazione in caso di riscontro di casi di infezione (vedi capitolo zoonosi). presenti Capi presenti da controllare Capi da controllare Prove tubercoliniche Test γ- interferone Isolamenti Test PCR di efficacia: - % aziende infette/controllabili; % aziende uff. indenni/controllabili (rif. <0 1%; >99,9%); - n. segnalazioni tb reg. macellazione; di attività: %aziende e capi controllati/controllabili (100% dei previsti livello minimo); di efficienza: (n. azienda e n. capi controllati n. aziende e n. capi controllati programmati sulla base del rischio)/n. aziende e n. capi controllabili indicato come livello minimo di controllo previsto = o prossimo a 1 di miglioramento dell appropriatezza e di qualità (relativo alla gestione dei focolai): - intervallo fra diagnosi e abbattimento capi infetti ( rif. Protocolli regionali); - tempi chiusura focolaio (abb. totale o programma alternativo max 8 mesi) - rispetto dei protocolli di gestione del focolaio (valutazione di dettaglio per ogni singolo caso) 7

10 C.2 BRUCELLOSI (attività trasversale su filiera bovina A/B, zoonosi A/B/SIAN, B. abortus A/B/SIAN) Il piano di eradicazione della brucellosi bovina è a carattere obbligatorio; le modalità di attuazione rispettano le disposizioni comunitarie in materia (Direttiva 98/46/CE e successive modifiche). La malattia risulta ormai eradicata in Piemonte, infatti tutte le province hanno formalmente acquisito la qualifica comunitaria. Alle province di Asti, Novara, Verbania e Vercelli è stata attribuita la qualifica comunitaria con Dec. 2005/604/CE, alla provincia di Torino con Dec. 2007/174/CE ed alla provincia di Cuneo con Dec. 2009/342/CE. Nel triennio le province, in base al diverso status sanitario progressivamente conseguito, hanno consolidato o mantenuto i requisiti previsti per la qualificazione ufficiale. Dal 2005 non si registrano isolamenti di B. abortus in tutta al Regione e in tutte le province il 100% degli allevamenti sono risultati ufficialmente indenni alla fine dell anno. In tutte le Province, già in possesso della qualifica comunitaria, l obiettivo del programma 2011 è il mantenimento dei requisiti previsti per la qualifica comunitaria (obiettivo di mantenimento). Verifiche di monitoraggio Viene attuato un programma di monitoraggio che prevede l effettuazione di controlli sierologici e sul latte di massa, secondo le modalità previste dall allegato A, parte II, comma 8, punto b) del D.lgs 196/99. Livello di sorveglianza campionaria minimo (programma di monitoraggio predisposto a livello centrale, su base provinciale): Ogni anno un quinto degli allevamenti da riproduzione (un quarto per la provincia di Torino, per motivi di riallineamento della programmazione), rappresentativi del patrimonio zootecnico per consistenza e localizzazione geografica, viene sottoposto a test in modo da assicurare il controllo della totalità degli allevamenti nell arco del quinquiennio I controlli previsti sono: controllo sierologico su tutti i capi di età superiore ai 24 mesi (test di screening TRB, test di conferma FDC eseguito sui soli capi TRB positivi) oppure test ELISA sul latte di massa (tre prove eseguite a distanza di almeno tre mesi). In caso di esito dubbio al test ELISA, il PMPPV competente provvede ad effettuare un ulteriore controllo sul latte di massa. I capi in compravendita (> 12 mesi) vengono sottoposti a controllo sierologico individuale (TRB e FdC) eseguito nei 30 giorni precedenti la movimentazione; sui capi introdotti da fuori regione e nei casi previsti dal DPGR 63/99 viene eseguito il controllo a destino entro 30 giorni dall introduzione in allevamento. Livello di controllo sulla base dell analisi del rischio locale. I Servizi Veterinari delle ASL individuano, mediante analisi del rischio su base locale, le categorie di allevamenti che si ritiene necessario sottoporre a controlli, supplementari rispetto a quanto previsto dal livello di sorveglianza campionaria minima, effettuando il controllo sierologico (su tutti i capi dell allevamento di età superiore ai 24 mesi) o il test ELISA sul latte di massa (tre prove eseguite a distanza di almeno tre mesi). Nelle aziende che effettuano la vendita diretta di latte crudo è previsto, oltre ai controlli specifici effettuati dall Area di igiene degli allevamenti, il controllo sierologico individuale con periodicità annuale ed il controllo su latte di massa con periodicità trimestrale. Criteri di scelta del campione Elementi di rischio che sono tenuti in considerazione nella valutazione dell adozione del livello minimo di controllo previsto dalla normativa comunitaria: confine con Province non qualificate; consistenti scambi commerciali con Province non qualificate. 8

11 Sono stati considerati elementi di rischio che indirizzano all effettuazione di controlli supplementari rispetto al livello previsto: l attività di alpeggio in promiscuità con effettivi provenienti da province non qualificate; la molteplicità degli acquisti; la proprietà di commercianti o ad essi correlati; le pregressa o attuale rilevazione di irregolarità significative ai controlli anagrafici. E prevista l attuazione di un piano di sorveglianza sugli aborti per migliorare l efficacia dell obbligo di notifica, già ribadito con DPGR 63/99. In sede di ispezione al macello vengono prelevati gli organi da inviare all IZS di Torino per gli approfondimenti diagnostici previsti dal protocollo regionale in caso di sospetto. Si adotta la misura di stamping out, in caso di insorgenza di focolaio con isolamento di Brucella abortus. E inoltre previsto un apposito protocollo di collaborazione medica-veterinaria che trova reciproca applicazione in caso di riscontro di casi di infezione (vedi apposito capitolo). presenti Capi presenti da controllare Capi da controllare Test RB Test FdC Test Elisa Esami batteriologici di efficacia: - % aziende uff. indenni/controllabili (rif. >99,8%); - n. aborti segnalati ed esaminati = > al n. del 2010; di attività: % aziende e capi controllati/controllabili (100% dei previsti livello minimo); di efficienza: (n. azienda e n. capi controllati n. aziende e n. capi controllati programmati sulla base del rischio)/n. aziende e n. capi controllabili indicato come livello minimo di controllo previsto = o prossimo a 1 C.3 LEUCOSI Il piano di eradicazione della leucosi bovina enzootica è a carattere obbligatorio; le modalità di attuazione rispettano le disposizioni comunitarie in materia (Direttiva 98/46/CE e successive modifiche). La malattia risulta ormai eradicata in Piemonte; infatti tutto il territorio regionale ha formalmente acquisito la qualifica comunitaria, attribuita con Dec. 2005/604/CE. Nel triennio tutte le province hanno mantenuto i requisiti previsti per la qualificazione ufficiale; i casi di infezione, code di focolai degli anni precedenti, sono stati del tutto sporadici. Alla fine del 2009 il 100% degli allevamenti risultava ufficialmente indenne. In tutte le Province, già in possesso della qualifica comunitaria, l obiettivo del programma 2011 è il mantenimento dei requisiti previsti per la qualifica comunitaria (obiettivo di mantenimento). Verifiche di monitoraggio A livello regionale, valutato lo stato di avanzamento degli altri programmi di eradicazione, per esigenze di programmazione, cioè di allineare i campionamenti per brucellosi e leucosi, si è scelto di effettuare il controllo su base statistica per dimostrare con affidabilità del 99% che gli allevamenti infetti sono meno dello 0,2%. Gli allevamenti da testare sono estratti in modo casuale dall Osservatorio Epidemiologico. 9

12 Negli allevamenti da sottoporre a controllo è prevista l effettuazione dell esame sierologico su tutti i capi di età superiore ai 24 mesi oppure il test ELISA sul latte di massa (tre prove eseguite a distanza di almeno tre mesi). E inoltre prevista l effettuazione della prova di compravendita sui capi di età > 12 mesi, nei 30 gg precedenti lo spostamento ed il controllo a destino di capi da riproduzione di età superiore ai 12 mesi, se acquistati da Regioni non ufficialmente indenni. Ulteriori criteri di scelta del campione E stato ritenuto elemento di rischio che indirizza all intensificazione della frequenza dei controlli la presenza dell infezione nell allevamento nei 5 anni precedenti. E previsto il controllo sierologico a periodicità annuale sui capi di età diagnostica superiore ai 24 mesi presso gli allevamenti risultati infetti negli ultimi 5 anni. presenti Capi presenti da controllare Capi da controllare Test Agid Test Elisa di efficacia: - % aziende uff. indenni/controllabili (rif. >99,8%); di attività: % aziende e capi controllati/controllabili (100% dei previsti livello minimo); di efficienza: (n. azienda e n. capi controllati n. aziende e n. capi controllati programmati sulla base del rischio)/n. aziende e n. capi controllabili indicato come livello minimo di controllo previsto = o prossimo a 1 C.4 BLUETONGUE Alla fine del 2008, la bluetongue sierotipo 8 ha fatto la sua prima comparsa, come infezione autoctona, in provincia di Cuneo. Da questo momento il sistema sentinella e gli accertamenti effettuati in seguito ai relativi riscontri, hanno fatto evidenziare 16 focolai d infezione in provincia di Cuneo (ultimo caso confermato a gennaio 2009), 8 focolai in provincia di Torino (ultimo caso confermato a marzo 2010) e 2 focolai in provincia di Asti (ultimo caso confermato a dicembre 2009). A seguito dei riscontri sono stati emanati appositi provvedimenti regionali di restrizione delle movimentazioni degli animali sensibili allevati e disposizioni di contenimento alla diffusione dell infezione, che hanno integrato, con misure supplementari adottate sulla base dell analisi del rischio regionale, quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria. In particolare le delibere n del 26/1/09 e n del 17/01/2010 hanno disposto l effettuazione delle campagne di vaccinazione obbligatorie, in tutte le province piemontesi, rispettivamente nella primavera 2009 ed in quella Complessivamente sono stati effettuati interventi vaccinali nel 2009 e nel L applicazione integrata di tutte le misure ha consentito di contenere efficacemente la diffusione dell infezione, evitare i danni da malattia e garantire il mantenimento dei flussi commerciali regionali ed extraregionali. Nella stagione epidemica estiva ed autunnale 2010 il sistema sentinella, costituito da quasi 400 aziende sentinella testate con periodicità quindicinale, si è mantenuto silente, testimoniando l assenza (secondo il livello di sensibilità previsto) di circolazione virale in tutte le province piemontesi. 10

13 Obiettivo del programma di controllo ed eradicazione della bluetongue si conferma l eradicazione dell infezione dal territorio piemontese, con modulazione sulla base della situazione epidemiologica delle province (obiettivo di miglioramento ambito 15). Nelle province in cui non si è rilevata circolazione virale, già classificate a basso rischio in relazione all effettuazione della campagna di vaccinazione, obiettivo è il mantenimento dello status di indennità con riattribuzione della qualifica comunitaria di indennità da malattia). In provincia di Cuneo, in cui l ultimo caso di circolazione virale risale al gennaio 2009, l obiettivo è la riacquisizione dello status comunitario di indennità (da richiedere a febbraio 2011). Nelle province di Torino e Asti l obiettivo è il mantenimento dell assenza di circolazione virale, sulla base dei riscontri del piano di sorveglianza nazionale, ai fini della riacquisizione di status di indennità nel 2012 per Asti e nel 2013 per Torino (ultimi riscontri di circolazione virale rispettivamente a dicembre 2009 e marzo 2010). Verifiche di monitoraggio ed altri interventi preventivi specifici. Il programma di sorveglianza sierologica, secondo le indicazioni nazionali, è basato sul controllo diagnostico periodico di capi sentinella allevati in aziende sentinella. Sono pertanto esaminati minimo 58 capi bovini, prelevati in circa 8 10 allevamenti (15-18 sentinelle per azienda), presenti in celle di lato 20x20 km, con periodicità quindicinale, nel periodo di attività dei vettori. E necessario tenere in considerazione la consistenza e la dislocazione del patrimonio zootecnico piemontese e la posizione e l entità delle attività di allevamento, ingrasso e macellazione dei bovini introdotti dai territori colpiti dalla malattia. In alcune zone a bassa densità, in accordo con il Centro di Referenza Nazionale sono previsti livelli di controllo modificati, mantenendo invece un controllo intensificato nelle aree ad alta densità e di confine con territori ad alto rischio. Il numero di controlli è complessivamente distribuito su circa 400 aziende, per un totale di circa campioni da prelevare con cadenza quindicinale. Gli animali sentinella rispondono ai seguenti requisiti: a) mai vaccinati contro nessun sierotipo della BT; b) di origine autoctona o, se introdotti da fuori regione, che abbiano stazionato nel territorio regionale almeno negli ultimi 2 anni; c) non originari delle regioni ove è in vigore o è stata in vigore la vaccinazione. E inoltre prevista l effettuazione di un programma di controllo integrativo regionale sugli animali importati dai Paesi a rischio, concordato con l UVAC che dispone i controlli, e basato sull analisi del rischio. La valutazione del livello di rischio delle introduzioni in allevamenti piemontesi di partite in provenienza da territori soggetti a restrizione, è da correlare alla tipologia ed alla solidità delle garanzie fornite ed alla situazione epidemiologica all origine. Il sistema di sorveglianza entomologica prevede la cattura e l esame periodico dei vettori catturati nelle trappole, secondo le modalità previste dalla normativa nazionale ed in base alle istruzioni del Referente regionale dell IZS. Programma di vaccinazione 2010 I risultati finora conseguiti consentono di sospendere l effettuazione obbligatoria del programma di vaccinazione regionale. Tuttavia, considerando che la situazione non è ancora da ritenersi consolidata, si rende necessario prevedere la programmazione di interventi : su richiesta degli allevatori che desiderano assicurare una protezione consolidata ai propri animali e per casi particolari per esigenze specifiche degli operatori del settore; finalizzati alla movimentazione extraregionale ed internazionale dei capi sensibili delle province non indenni, su richiesta dell allevatore; 11

14 finalizzati al consolidamento della situazione epidemiologica registrata, in particolare sulle aree di massimo rischio, in cui i casi più recenti hanno fatto evidenziare condizioni molto favorevoli alla sopravvivenza dei vettori ed alla circolazione del virus. Il programma ha caratteristica prioritaria di volontarietà. Ulteriori criteri di scelta del campione e degli interventi Il livello di controllo ed intervento è inoltre correlato alle caratteristiche stagionali della malattia, ai risultati pregressi del piano di sorveglianza sierologica ed entomologica, e alla valutazione del rischio in particolare per quanto riguarda le aree a più elevato rischio di insorgenza e diffusione dell infezione, evidenziate da un apposito studio basato sulla rilevazione delle caratteristiche pedologiche, di altitudine e delle temperature stagionali in relazione alla presenza del vettore nell ambito delle catture, effettuato a cura dell OE del Piemonte. Programma di sorveglianza sierologica. Previsione del numero di controlli da effettuare nell ambito del piano di monitoraggio sierologico: campioni. Previsione orientativa del numero di prelievi da eseguire per verificare le garanzie all origine di capi introdotti da territori dove è presente l infezione: si può stimare in 3000 campioni. La programmazione potrebbe subire variazioni rilevanti in relazione all andamento della situazione epidemiologica, anche con la finalità di diagnosticare precocemente l insorgenza di casi da nuovi sierotipi circolanti in altri Paesi o territori, e all effettuazione della campagna di vaccinazione volontaria. E prevista inoltre l effettuazione di 2000 test PCR. Programma di vaccinazione volontaria. Previsione orientativa degli interventi di vaccinazione: di difficile definizione in quanto devono essere verificate le necessità correlate ai flussi extraregionali e deve essere effettuata la ricognizione territoriale delle richieste di vaccinazione volontaria interventi di vaccinazione. di efficacia complessiva di programma: = valutazione in relazione alla presenza / assenza della malattia, in relazione ai riscontri della indagine epidemiologica (origine, insorgenza, distribuzione, ecc.) Programma di sorveglianza sierologica di attività: % aziende e capi controllati/controllabili (100% del livello previsto); di miglioramento dell appropriatezza e di qualità: casi di errore di identificazione del capo da prelevare = 0 Programma di vaccinazione volontaria di attività: % aziende e capi vaccinati/programmati vaccinabili (100% del livello previsto). 12

15 C.5 BSE (attività trasversale su filiera bovina A/B/C) La sorveglianza della BSE, prevista dalla normativa comunitaria (Reg. (CE) n. 999/2001 e s.m.i.) prevede sia una sorveglianza attiva mediante lo svolgimento di test rapidi sulla popolazione bovina regolarmente macellata di età superiore ai 30 mesi o appartenente alla categoria di rischio di età superiore ai 24 mesi, sia una sorveglianza passiva mediante la formulazione di un sospetto clinico nei confronti di quei soggetti che presentano una sintomatologia neurologica compatibile con la BSE. Con Decisione Comunitaria 2008/908/CE la sorveglianza attiva è stata pertanto modificata, prevedendo lo svolgimento dei test rapidi solamente sui capi bovini di età superiore ai 48 mesi, sia in Italia e sia in altri Stati membri elencati nell allegato della suddetta normativa. L attività di sorveglianza, nei confronti della BSE, svolta in Piemonte dal 2008 al 2010 non ha rilevato alcun focolaio di malattia negli allevamenti piemontesi. La situazione piemontese ricalca pertanto l andamento favorevole che la situazione epidemiologica dell encefalopatia spongiforme bovina ha avuto a livello nazionale. Obiettivo di mantenimento Mantenere un sistema di sorveglianza della BSE e misure di controllo conformemente a quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 999/2001 e dalla Decisione Comunitaria 2008/908/CE, al fine di garantire un continuo decremento dell epidemia di BSE. Obiettivo di aumento efficacia Garantire la puntuale segnalazione ai Servizi veterinari delle ASL, degli animali morti in azienda, da parte degli allevatori. Il prelievo dell obex, effettuato nei tempi stabiliti, assicura la disponibilità di un campione idoneo per l effettuazione del test rapido. Per il raggiungimento dell obiettivo è opportuno concordare una procedura operativa che coinvolga tutti gli enti interessati (Istituto Zooprofilattico Sperimentale, Servizi veterinari delle ASL, centri di prelievo, COSMAN) e che garantisca il rispetto del protocollo di diagnosi per il sistema nervoso centrale di bovino ed ovino predisposto dal CEA dell IZS di Torino. Attività di sorveglianza attiva secondo le disposizioni comunitarie (Decisione Comunitaria 2008/908/CE) come di seguito riportato. Categorie di animali sottoposte a campionamento Età in mesi degli animali Bovini regolarmente macellati, macellazione d urgenza, differita e morti in stalla, nati negli Stati membri di cui alla Decisione Comunitaria 2008/908/CE e Decisione Comunitaria 2009/719/CE Bovini regolarmente macellati nati in Stati non presenti nell Allegato alla Decisione Comunitaria 2008/908/CE e Decisione Comunitaria 2009/719/CE Bovini appartenenti alla categoria a rischio (macellazione d urgenza, differita e morti in stalla), nati in Stati non presenti nell Allegato alla Decisione Comunitaria 2008/908/CE e Decisione Comunitaria 2009/719/CE La sorveglianza attiva deve essere integrata con la sorveglianza passiva, al fine di individuare presso gli allevamenti bovini eventuali soggetti con sintomi clinici tipici della BSE. Deve essere promossa la puntuale segnalazione, ai Servizi veterinari delle ASL, da parte degli allevatori, veterinari liberi professionisti e personale dedicato alla cura degli animali di eventuali sospetti clinici. 13

16 N. test rapidi previsti: N. ispezioni previste per sospetto: 10 Di efficacia: riduzione del numero di campioni risultati non idonei, inviati Istituto Zooprofilattico Sperimentale (confronto n. campioni non idonei ) C.6 RINOTRACHEITE INFETTIVA BOVINA (IBR) La Regione Piemonte, ha avviato con DGR del 30/12/2002, modificata con DGR n del 4 giugno 2008, un programma regionale di profilassi che individua misure supplementari di controllo degli animali da riproduzione commercializzati e prevede l avvio di programmi aziendali volontari di eradicazione dell infezione. Il piano è stato avviato in Piemonte al fine di sensibilizzare e informare gli allevatori sulla malattia, accelerare un processo di miglioramento dello stato sanitario e delle condizioni di biosicurezza degli allevamenti piemontesi e di promuovere l adozione di appropriate misure di controllo dell infezione. Il piano ha fornito finora un buon risultato poiché da una adesione limitata degli allevamenti che avevano un diretto interesse commerciale, si è passati ad un consenso molto più ampio tra gli allevatori di animali da riproduzione. L elevata percentuale di aziende aderenti (65%) raggiunta nel corso degli ultimi anni consente di iniziare a rilevare i primi risultati delle attività condotte, specialmente negli allevamenti che da più anni adottano le misure previste dal piano. La possibilità di adeguare le misure di profilassi diretta ed indiretta alle singole situazioni degli allevamenti ha consentito di evidenziare i pericoli di ciascuna azienda aderente e di ridurre progressivamente i rischi dell ingresso dell infezione o di una sua riattivazione e diffusione tra gli animali allevati. Questo approccio garantisce una progressiva riduzione delle positività negli allevamenti aderenti, molte delle quali ancora collegate all utilizzo di vaccini non deleti impiegati negli anni passati, per i quali non è possibile discriminare la condizione di infetto da quella di vaccinato. La progressiva eliminazione degli animali che sono stati sottoposti a vaccinazione con vaccino tradizionale e la continua attenzione alle misure di protezione sanitaria da parte di tutte le figure coinvolte nel piano, consentono un progressivo miglioramento della situazione sanitaria del territorio regionale in cui si rileva, tra le aziende aderenti al programma, il 39% di aziende positive in cui è detenuto il 70% dei capi. L obiettivo di miglioramento, con riferimento all ambito 13 della DGR del 3/11/2010, è collegato alla necessità di adottare piani di revisione e verifica dei programmi aziendali di controllo (biosicurezza e vaccinazione) al fine di verificare l appropriatezza delle misure adottate in relazione all obiettivo di ridurre progressivamente la prevalenza dell infezione in allevamento. In particolare deve essere data priorità agli interventi negli allevamenti in cui si rileva circolazione virale, al fine di individuarne l origine e le misure più appropriate per il contenimento, nonché a tutti gli allevamenti aderenti considerati a maggiore rischio per evitare che misure di biosicurezza aziendali, concordate all atto dell adesione, vengano progressivamente tralasciate o non risultino più adeguate alla situazione dell allevamento. E inoltre necessario avviare verifiche nelle stalle di sosta per animali da riproduzione, per mettere in atto misure di controllo che evitino il contagio degli animali indenni e l ingresso dell infezione negli allevamenti di destinazione. In relazione al livello di adesione raggiunto ed alla prevalenza dell infezione deve essere valutata la possibilità di un applicazione obbligatoria del programma di profilassi anche alle aziende non aderenti su base volontaria. La valutazione è finalizzata ad una estensione obbligatoria delle misure di controllo a partire dal 2012, fatte salve le possibilità di applicazioni anticipate a livello provinciale o locale. 14

17 Negli allevamenti aderenti al piano i prelievi per gli accertamenti sierologici periodici sono effettuati con cadenza annuale, vengono praticati su tutti i capi di età superiore a dodici mesi degli allevamenti aderenti al piano. Devono inoltre essere sottoposti a controllo diagnostico tutti gli animali > 12 mesi che vengono movimentati verso aziende da riproduzione e verso gli alpeggi. Tutti i bovini maschi da riproduzione movimentati devono essere sottoposti ad accertamento diagnostico indipendentemente dall età. Per il raggiungimento della qualifica di indenne o ufficialmente indenne gli allevamenti aderenti devono essere sottoposti a 2 controlli eseguiti tra 2 e 12 mesi. da riprod. presenti Capi presenti controllati (aderenti) Capi controllati Totale esami Previsione test 2011 ELISA gb ELISA ge ELISA Ac_tot Sieroneutral di efficacia: diminuzione % aziende infette di appropriatezza: rimodulazione del piano aziendale in tutte le aziende in cui si è verificato un episodio di reinfezione di attività: n. aziende controllate = n. aziende aderenti C.7 DIARREA VIRALE BOVINA (BVD) La BVD fa parte delle malattie indicate dall OIE, Organizzazione Internazionale delle Epizoozie, come infezioni con un significativa capacità di diffusione ed è inclusa nelle malattie degli animali per cui negli Stati membri UE, a norma della Direttiva 64/432/CEE, possono essere adottate misure di controllo ed eradicazione. E una malattia infettiva del bovino causata da virus che provoca gravi danni economici: in particolare l infezione in gravidanza può causare l aborto o la nascita di vitelli che rimangono infetti per tutta la vita (P.I.), determinando la necessità di somministrazioni ripetute di farmaci e la riforma di capi. Il virus BVD si propaga facilmente da un bovino infetto ad uno sano tramite secreti ed escreti (saliva, lacrime, espettorato, urina e feci). Il seme di tori infetti è una fonte d infezione importante; pertanto ai capi destinati alla produzione di seme sono richieste garanzie sanitarie specifiche (Decreto 19 luglio 2000, n. 403) La regione Piemonte ha attuato nell ultimo triennio un progetto pilota, Studio per l applicazione di protocolli diagnostici integrati di Sanità Pubblica Veterinaria in allevamenti bovini da riproduzione ad alta produzione, che, coinvolgendo in una prima fase 5 ASL e a partire dal 2009 tutte le ASL del Piemonte, aveva la finalità di approfondire, testare e proporre protocolli diagnostici ed operativi, ai fini della scelta futura delle strategie di controllo. Nel triennio precedente il piano ha previsto l adesione volontaria, indirizzata dai Servizi veterinari delle ASL, a 294 aziende bovine piemontesi. Nella selezione degli allevamenti, da riproduzione ad alta produzione, di razze diverse, sono considerati requisiti preferenziali: 15

18 iscrizione ai Libri Genealogici produzione e vendita di manze da rimonta invio di animali a centri genetici partecipazione a mostre o mercati adesione al piano volontario IBR disponibilità ad attuare misure di biosicurezza ritenute efficaci per migliorare il livello sanitario della mandria rispetto delle norme inerenti l anagrafe bovina disponibilità a collaborare in tutte le fasi di attuazione del piano Il progetto ha previsto il controllo, in ogni allevamento, di un numero ridotto (5 di norma)di animali preferibilmente giovani, di età compresa tra 9 e 15 mesi, che rappresentano la categoria di elezione per valutare la circolazione del virus BVD in allevamento. In caso di positività al campione sono stati sottoposti a prelievo e test virologico tutti i capi identificati e censiti presenti in allevamento, per individuare, dopo ripetizione del test virologico a distanza di 30 giorni sui capi positivi, i capi con viremia persistente (P.I.), che devono essere eliminati. In linea generale, il protocollo si è dimostrato adeguato ai fini del controllo ed eradicazione dell infezione in allevamento. Avvio di un programma regionale di controllo ed eradicazione della malattia dagli allevamenti ad elevato standard sanitario, ad adesione volontaria. E prevista la stesura e la formalizzazione di un apposito piano, corredato di linee guida operative, da concordare con l IZS del Piemonte e da proporre alle Associazioni ed Organizzazioni degli allevatori. L avvio del piano deve essere preceduto da un studio di fattibilità che preveda la valutazione preventiva delle risorse disponibili, dei costi di attuazione, in relazione all efficacia attesa. E inoltre da valutare la necessità della partecipazione finanziaria dei produttori aderenti. (Obiettivo di miglioramento ambito 15). Il coordinamento dell attività di programma è effettuato dalla Struttura di Epidemiosorveglianza veterinaria sovrazonale della provincia di Novara. Verifiche di monitoraggio. Controlli sierologici e virologici negli allevamenti aderenti secondo i protocolli messi a punto nell ambito dello specifico progetto e formalizzati secondo gli obiettivi stabiliti al punto precedente. Ispezioni finalizzate alla valutazione epidemiologica in azienda e alla approvazione del piano di profilassi diretta ed indiretta (programma di biosicurezza aziendale, eventuale piano di vaccinazione, eliminazione dei capi persistentemente infetti). Criteri di scelta del campione. da riproduzione, di razze diverse, aderenti, scelti con criteri di priorità per l alta produzione, con i requisiti preferenziali di cui al punto 1). Da programmare sulla base dei risultati dello studio di fattibilità (vedi obiettivo annuale). Orientativamente si può prevedere l effettuazione di 5000 esami virologici e di 6500 esami sierologici. di efficacia: da precisare nell ambito del piano, orientativamente valutazione dell andamento dell infezione negli allevamenti aderenti (cfr prevalenze annuali); 16

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