Protocolli aggiuntivi. Protocollo d'intesa per la costruzione di un Patto Sociale

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1 1999 Protocolli aggiuntivi Protocollo d'intesa per la costruzione di un Patto Sociale

2 Protocollo d'intesa per la costruzione di un Patto per il Sociale dell'area Ovest di Torino". Premesso che: da molti mesi è in corso un proficuo processo di concertazione tra tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali dell'area finalizzato alla completa realizzazione del Patto Territoriale della Zona Ovest di Torino; considerato che: questo livello di concertazione si sta orientando alla comune definizione di un programma di azioni a favore della occupazione e dello sviluppo qualificato ed integrato del territorio, così come definito nel Protocollo d'intesa sottoscritto dai componenti del Tavolo Largo della Concertazione ad Alpignano nel gennaio 1999; la scelta del Tavolo Largo della Concertazione è stata quella di promuovere un programma di azioni attraverso il sostegno di idee progettuali, pubbliche e private, coerenti con gli obiettivi di sviluppo sottoscritti con il citato Protocollo d Intesa, a prescindere dall ammissibilità delle stesse secondo i criteri individuati dal CIPE per l erogazione delle agevolazioni finanziarie; le idee progetto pervenute entro la data del 15 ottobre 1999, termine ultimo fissato per la loro presentazione, sono state 279, comportanti investimenti ammissibili, secondo i criteri definiti in sede normativa dal CIPE, per oltre miliardi e contributi stimati per circa 200 miliardi, a fronte di nuovi occupati dichiarati di oltre unità; al fine di definire una graduatoria fra le iniziative imprenditoriali ammissibili a finanziamento secondo la normativa vigente, è stato pubblicato un Bando aperto alle domande di agevolazione nei settori dell Industria, dell Artigianato, dei Servizi reali alle imprese, dell Agricoltura e del Turismo, la cui scadenza è stata fissata in data 6 dicembre 1999; i criteri di assegnazione dei punteggi previsti all interno del citato Bando sono volti a premiare, attraverso Indicatori di Patto individuati dai componenti del Tavolo Largo della Concertazione, quelle iniziative che, oltre a possedere i criteri oggettivi previsti dalla L. 488/92 (alto rapporto investimenti diretti/investimenti complessivi, numero di nuovi occupati in rapporto agli investimenti), sono impegnate a promuovere la formazione del personale e l occupazione delle fasce deboli del mercato del lavoro quali le donne, gli uomini e le donne ultraquarantacinquenni e i soggetti svantaggiati ex Art. 4, legge 381/91;

3 in data 20 dicembre 1999 è fissata la firma del protocollo che verrà inoltrato all istruttoria del soggetto convenzionato con il MTBPE, ai sensi del punto lettera b della delibera CIPE del 21 marzo 1997; il protocollo finanziario ha stabilito condizioni preferenziali per tutti i soggetti che hanno presentato idee progettuali al Patto Territoriale; la normativa vigente sui Patti Territoriali non considera ammissibili a finanziamento a valere sulle risorse CIPE, fra le altre, le iniziative imprenditoriali nell ambito dei Servizi alla Persona, dei Servizi alla Qualità della Vita, dei Servizi Ambientali e della Gestione dei Rifiuti, dei Servizi Culturali e Ricreativi, del Commercio di Prossimità, dell Associazionismo, del Mutualismo e della Formazione; i progetti infrastrutturali proponibili dalle Pubbliche Amministrazioni nell ambito del Patto Territoriale devono possedere un legame diretto e funzionale con le iniziative imprenditoriali agevolabili a valere sulle risorse CIPE e, pertanto, non rientrano fra questi i progetti funzionali allo sviluppo del sistema di welfare locale e della qualità della vita associata. concordato che: la realizzazione dei progetti ammessi dopo la valutazione, prevista nelle forme e nelle modalità stabilite dalle leggi vigenti, favorirà la crescita economica e sociale dell'area perimetrata dal Patto Territoriale; occorre garantire e sostenere la realizzazione anche di progetti che, seppure non finanziabili a valere sulle risorse CIPE, sono coerenti con gli obiettivi di sviluppo economico e sociale sottoscritti con il Protocollo di Intesa; avendo preso atto che: tra l altro, il Protocollo d'intesa firmato ad Alpignano contiene uno specifico "Asse di Sviluppo" (il 4, riportato in allegato) denominato "Servizi alla Persona" in cui vengono delineate una serie di azioni finalizzate al miglioramento quantitativo e qualitativo del sistema di welfare locale; nell ambito delle 279 idee progetto presentate entro il 15 ottobre 1999, 38 erano ascrivibili a questo specifico Asse; un coerente sviluppo economico territoriale non possa prescindere da una adeguata attenzione verso le politiche ed i servizi sociali e verso la qualità della vita dell'area, il Tavolo Largo della Concertazione ha espresso la volontà di tenere conto più in generale della necessità di sostenere i soggetti in relazione ai bisogni che essi esprimono nel corso della vita; tenuto che:

4 per i citati motivi, è stata realizzata nel giugno del 1999 una specifica indagine territoriale condotta tra gli Assessorati sociali, culturali e all'istruzione e i Direttori dei Consorzi Socio-Assistenziali dell'area (di cui si riporta una sintesi in allegato). Finalità di questa specifica inchiesta è stata l individuazione delle aree problematiche del sistema locale di welfare, delle risorse progettuali esistenti e degli Obiettivi perseguiti, dal punto di vista dell Ente erogatore dei servizi oggetto della ricerca (gli Assessorati competenti ed i citati Consorzi, oltreché le A.S.L. del territorio). Gli Obiettivi individuati, qui prodotti in allegato, non costituiscono pertanto le linee operative del presente Protocollo d Intesa, che dovranno essere il risultato di una specifica fase di concertazione fra le parti coinvolte, ma le progettualità generali dell Ente Pubblico in ordine a: Sviluppo del partenariato Pubblico-Privato nella gestione dei Servizi Sostegno e sviluppo di politiche per l agio Sviluppo e diversificazione dei Servizi I Soggetti firmatari del presente Protocollo d'intesa, ognuno nell'ambito delle proprie aree di competenza, parallelamente all'attuazione del Patto Territoriale per l'occupazione concordano e ritengono opportuno avviare le seguenti linee di azione orientate all'implementazione di un Patto per il Sociale dell'area Ovest di Torino finalizzato alla costruzione e/o ridefinizione di un welfare municipale adeguato, innovativo e coerente con i bisogni sociali e le specificità locali. Modalità operative: preso atto del carattere sperimentale e innovativo dell iniziativa oggetto del presente Protocollo, i Soggetti Firmatari si impegnano a promuovere forme concertate di progettazione. A tale scopo ritengono di aprire una fase operativa orientata alla costituzione di uno specifico Tavolo di Concertazione per il Sociale o di altra struttura ritenuta idonea dalle parti coinvolte e/o interessate, allargato ai soggetti che aderiranno all iniziativa. I Firmatari, in quanto Soggetti Promotori del Patto per il Sociale intendono avviare le seguenti azioni: Inventario delle risorse e dei bisogni del territorio. Estensione della ricerca relativa alle forme di economia solidale agli Operatori economici dell area, Organizzazioni del settore no profit, Organizzazioni Sindacali, Associazioni di cittadini e Autonomie Funzionali presenti sul territorio. Finalità di questa azione è l acquisizione degli elementi conoscitivi e

5 progettuali che consentono di selezionare un repertorio dei bisogni e delle progettualità, pubbliche e private, orientate all incremento della qualità della vita del territorio della Zona Ovest. Organizzazione di momenti di microconcertazione fra le parti coinvolte. Finalità di questa azione è la socializzazione delle informazioni in possesso di singoli soggetti o settori economici o istituzioni e la condivisione delle esperienze maturate tra più attori locali. Gli strumenti utilizzati (focus group e incontri tematici) hanno l ulteriore scopo di individuare gli obiettivi progettuali condivisi fra i soggetti coinvolti e coerenti con le finalità sottoscritte attraverso il presente Protocollo di Intesa. Insediamento formale di uno specifico Tavolo di Concertazione sulle tematiche dell economia sociale e solidale. Il Tavolo, o altra struttura ritenuta idonea, ha la funzione di affrontare i nodi teorici relativi alla definizione di un sistema di opportunità da fornire ai cittadini; individuare, a partire dai bisogni dell utenza, un offerta di servizi in grado di integrare la programmazione degli Enti Locali con la progettualità espressa sul territorio dagli operatori del privato sociale, delle associazioni di volontariato e dalle organizzazioni della rappresentanza sociale. Ha inoltre la funzione di individuare in maniera concertata e condivisa (anche attraverso opportuni momenti di raccolta di idee imprenditoriali), le singole iniziative che consentano di realizzare gli obiettivi comuni. Il Tavolo ha l ulteriore scopo di promuovere il Patto per il Sociale e di accompagnare le progettualità emerse verso forme di sostegno economico mediante l utilizzo di fondi esistenti o attivabili ad hoc. Un altra funzione del Tavolo consiste nell attivazione di strumenti operativi, con carattere di continuità, che abbiano lo scopo di sostenere le iniziative nell ambito dell economia sociale in armonia con lo sviluppo territoriale generale. Elaborazione di un Piano di Azione. Individuazione di regole condivise fra le parti volte alla individuazione dei soggetti erogatori dei servizi, alla definizione dei contratti di lavoro applicati al personale, alle modalità di relazione fra Pubblico e Privato con particolare riferimento al definitivo superamento della formula del massimo ribasso nell affidamento dei servizi, alla definizione di indicatori della qualità dei servizi offerti. Sistematizzazione delle iniziative proposte e condivise dagli attori coinvolti, all interno di un Piano Operativo comprensivo di elaborazioni e ricerche sulle tematiche del sociale, idee imprenditoriali private e progettualità pubbliche, studi di fattibilità e business plan

6 formalizzati. Il Piano di Azione costituisce lo strumento operativo della coalizione che alimenta il Patto per il Sociale. Quanto previsto dal presente Protocollo d'intesa può formare oggetto di ridefinizione o di armonizzazione in relazione ad evoluzioni legislative o di contesto che possono intervenire in corso d'opera. Resta inteso che le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie alla realizzazione delle azioni qui previste saranno ricercate e reperite sia su scala locale (normative regionali, provinciali, comunali, Fondazioni bancarie, risorse private), sia sovralocale (normativa nazionale ed europea).

7 ALLEGATO: Obiettivi emersi dall indagine condotta fra gli Assessori alle politiche sociali e educative e fra i Consorzi di Servizi Socio Assistenziali OBIETTIVO 1. (Politiche di partenariato Pubblico-Privato). Avvio di una azione di riforma complessiva del partenariato pubblico/privato attraverso il graduale superamento dell attuale assetto di erogazione dei servizi sociali e di rapporto con i partner del privato-sociale, al fine di giungere alla realizzazione di un sistema di welfare mix compiuto. Gli aspetti qualificanti di questa operazione appaiono sostanzialmente i seguenti. (a) Apertura di un Tavolo di confronto e di concertazione tra gli Attori pubblici e quelli privati per l'integrazione territoriale delle politiche pubbliche sulle tematiche del sociale (individuazione di ambiti di intervento comune, di tavoli di coordinamento degli interventi, di distribuzione concertata delle risorse e delle strutture, di strumenti normativi locali che regolino, anche dal punto di vista contrattuale, i rapporti fra Pubblico e Privato). (b) Integrazione fra diversi settori della Pubblica Amministrazione finalizzata all orientamento coerente delle azioni destinate alle politiche sul sociale (promozione di una sinergia operativa ed un collegamento fra Settori delle pubbliche amministrazioni - in particolare quelli delle politiche sociali, dei giovani, dell istruzione e del lavoro - al fine di potenziare gli strumenti di avviamento ed inserimento lavorativo rivolti alle fasce deboli del mercato ed ai soggetti svantaggiati - utenti dei servizi di salute mentale, disabili fisici e mentali, tossicodipendenti, ex detenuti -). (c) Sistema di accreditamento: costituzione di un albo certificato di fornitori di servizi alla persona che si rapporti direttamente all utenza. In quest'ottica, il Comune seleziona le imprese accreditabili, eroga dei voucher nominativi spendibili dai cittadini e sovrintende alla qualità del servizio. (d) Coinvolgimento delle cooperative: superamento della formula della esternalizzazione semplice (talvolta secondo la formula del "massimo ribasso") attraverso il graduale coinvolgimento diretto delle cooperative sociali e dell associazionismo nella progettazione dei servizi e dei capitolati e nell elaborazione di criteri di valutazione della qualità dei

8 medesimi, con l'obiettivo di sperimentare, nel futuro, l'avvio di società miste pubblico-private. (e) Formazione integrata pubblico-privato: avvio di un sistema di formazione permanente per gli operatori pubblici e privati. Questa operazione permetterebbe di superare alcuni problemi operativi/organizzativi, su tutti quelli connessi all attuale scarsa integrazione tra uffici pubblici, nonché all incapacità degli operatori del sociale di lavorare per progetti. (f) Formazione personale della Pubblica Amministrazione: azioni formative finalizzate alla riqualificazione di figure professionali interne alla Pubblica Amministrazione. Nell'ambito di un sistema inedito di partenariato Pubblico/Privato/Privato sociale l'erogatore del servizio (Ente Pubblico) necessita di competenze e professionalità innovative, in grado di progettare servizi con i partner, di assicurarne il monitoraggio "in itinere" e di valutarne gli standard qualitativi. La creazione di nuove professionalità implica lo "sblocco" delle carriere interne alla P.A., con l'adeguamento verso l'alto dei relativi inquadramenti contrattuali. (g) Formazione di figure intermedie nell'ambito dei servizi alla persona: avvio di un sistema di formazione, in sinergia operativa con la Regione Piemonte, finalizzato alla creazione, attraverso "tappe intermedie" e crediti formativi (l'acquisizione di una qualifica costituisce la base di partenza per eventuali percorsi successivi) di figure professionali inedite e sussidiarie a quelle già operanti nei servizi alla persona (Adest, Educatore Professionale, ecc.). Gli sbocchi occupazionali sono previsti all'interno di "pacchetti di risposte" alla domanda di servizi che superino la rigidità dell'alternativa assistenza/vendita degli stessi. I risultati attesi consistono nell'ingresso nel mercato del lavoro di persone prive di "qualifiche alte" e la transizione nel sistema dei servizi di prestazioni attualmente erogate "in nero", al di fuori di ogni controllo sugli standard qualitativi. Dalla ricerca effettuata emerge una domanda di accompagnamento, di compagnia, di servizi domiciliari non specialistici. OBIETTIVO 2 (Politiche per l agio). Formazione e valorizzazione di nuove figure professionali (quali quelle dell Agente di Sviluppo del Territorio e l Operatore di Comunità, ossia profili professionali che sappiano promuovere reti, intercettare risorse a livello di comunità, valorizzare il locale ).

9 Potenziamento delle politiche del lavoro rivolte alle fasce deboli del mercato ed ai soggetti in situazione di svantaggio sociale finalizzate a combattere il problema della disoccupazione (soprattutto giovanile) e quelle orientate all inserimento lavorativo delle fasce deboli, con particolare attenzione al: a) superamento della figura dell LSU ed utilizzo di Politiche Attive del Lavoro finalizzate all assunzione o alla creazione di impresa nell'ambito dei beni culturali, della tutela dei beni ambientali e della riqualificazione di aree urbane e di aree verdi (come la Collina Morenica ed il Parco della Dora); b) potenziamento dell inserimento lavorativo e delle borse-lavoro nelle cooperative sociali di tipo B e nelle imprese for profit sensibili al tema; c) emersione del lavoro sommerso, soprattutto nel settore dei servizi alla persona, anche attraverso gli strumenti di politiche attive del lavoro attingibili dal repertorio normativo in materia. Potenziamento dell educativa territoriale (con particolare riferimento ai c.d. educatori di strada che intervengano a livello di prevenzione del disagio giovanile). Potenziamento delle politiche partecipate a livello giovanile (coinvolgimento diretto dell associazionismo nell attivare iniziative volte a favorire il benessere, la prevenzione, l agio ed il recupero; valorizzazione dei centri sociali, promozione di eventi culturali e ricreativi, sviluppo di occasioni lavorative nei relativi giacimenti occupazionali locali - Pellerossa Festival, Ad Ovest di Paperino, il progetto Le Serre, la Reggia di Venaria, il Parco della Mandria, i centri storici, il Castello di Rivoli e così via -). Sostegno alla creazione di centri culturali polivalenti (ad esempio, nel settore multimediale e del loisir). OBIETTIVO 3 (Politiche dei servizi) Sostegno all assistenza domiciliare integrata (con particolare riguardo al potenziamento degli organici in essere). Diversificazione delle figure professionali nel settore dell assistenza domiciliare (riqualificazione delle figure alte del settore; creazione di figure intermedie - assistenti di base, animatori - che possano rispondere in

10 modo flessibile ad una domanda di servizi a domicilio estremamente diversificata). Promozione della mutualità (in particolare, servizi all infanzia e agli anziani, parzialmente erogabili da forme mutualistiche quali la baby sitter di condominio, le Banche del Tempo ed i progetti di buon vicinato ). Migliore distribuzione territoriale dei servizi esistenti (in particolare, potenziamento delle strutture degli asili-nido, miglioramento delle politiche dei trasporti e della mobilità, avvio di politiche dei tempi e degli orari). Altri allegati e Relazione analitica sulla ricerca effettuata sono agli Atti originali.

11 SOGGETTI FIRMATARI DEL PROTOCOLLO D'INTESA PER LA COSTRUZIONE DI UN PATTO PER IL SOCIALE DELL'AREA OVEST DI TORINO PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI COMUNE DI ALPIGNANO - COMUNE DI BUTTIGLIERA ALTA - COMUNE DI COLLEGNO - COMUNE DI DRUENTO - COMUNE DI GRUGLIASCO - COMUNE DI PIANEZZA - COMUNE DI RIVOLI - COMUNE DI ROSTA - COMUNE DI SAN GILLIO - COMUNE DI VENARIA REALE - COMUNE DI VILLARBASSE PARTI SOCIALI ARCI - ACLI - COLDIRETTI - CNA - CONFCOOPERATIVE - FORUM TERZO SETTORE - LEGA DELLE COOPERATIVE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEI LAVORATORI CGIL - CISL - UIL AUTONOMIE FUNZIONALI CISAP

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