Gruppo Hera DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE. Riflessioni ed esperienze a confronto

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1 Gruppo Hera DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE Riflessioni ed esperienze a confronto Raccolta degli atti del seminario scientifico che si è svolto a Forlì il 30 novembre 2012

2 Gruppo Hera DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE Riflessioni ed esperienze a confronto Raccolta degli atti del seminario scientifico che si è svolto a Forlì il 30 novembre 2012 INTRODUZIONE Franco Sami - Direttore Servizi Tecnici Operations Hera SpA APERTURA DEI LAVORI Claudio Galli - Amministratore Delegato Herambiente SpA METODICHE PER IL CONTROLLO DELLE EMISSIONI DA IMPIANTI DI INCENERIMENTO: GLI ATTUALI ORIENTAMENTI Gaetano Settimo - Istituto Superiore di Sanità LA NORMATIVA TECNICA CEN/TC 264: EVOLUZIONE DELLA EN 1948 Werner Tirler - Ecocenter Bolzano ARPA EMILIA-ROMAGNA I CONTROLLI ALLE EMISSIONI: LE PRIORITÀ E LE CRITICITÀ Stefano Forti - Arpa Emilia-Romagna; CTR Emissioni Industriali IL SISTEMA IMPIANTISTICO DI HERAMBIENTE, PIANI DI MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA AMBIENTALE Sergio Baroni - Direttore Servizi Operativi Herambiente SpA Barbara Romualdi - QSA Herambiente SpA; Monitoraggi Ambientali I MONITORAGGI EFFETTUATI DAI LABORATORI DI HERA SPA Beatrice Montanari - Responsabile Laboratorio Hera di Forlì VALUTAZIONE DELLE IMMISSIONI NELL AREA DI FERRARA DURANTE IL BIENNIO Cinzia Perrino, Silvia Canepari, Tiziana Sargolini C.N.R. Istituto sull Inquinamento Atmosferico CONCLUSIONI Maurizio Chiarini - Amministratore Delegato Hera SpA

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4 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 3 Introduzione Il 30 novembre 2012 a Forlì si è tenuto un seminario scientifico su un tema quanto mai attuale, è spesso presente nelle cronache e nei giornali, e di forte interesse non solo per gli addetti ai lavori ma per tutta l opinione pubblica: il controllo sulle emissioni e i monitoraggi ambientali. Il Gruppo Hera si è fatto promotore del seminario come opportunità di riflessione e approfondimento di un argomento che richiede un informazione attenta, competente, equilibrata. A questo momento di confronto tra competenze diverse, che si è dimostrato essere molto ricco di contenuti e produttivo, abbiamo avuto la presenza e il contributo di tecnici ed esperti di altissimo profilo. Come Gruppo, avvertiamo la necessità della massima trasparenza su questi temi, imprescindibile per un Azienda che gestisce servizi pubblici e che persegue la completa sostenibilità e la ricerca delle più avanzate tecnologie in tutti i suoi percorsi e processi gestionali. Questo è il presupposto che ci ha guidato, assieme ad Herambiente, nell organizzare il seminario, per confrontarci con equilibrio e serenità su un tema così delicato, sul quale noi, certamente, giochiamo un ruolo significativo, nell ambito di tutte le nostre filiere: raccolta rifiuti, smaltimento, trattamento, riciclo, monitoraggio e attività di laboratorio. Tema per il quale non ricerchiamo solo la bontà del servizio ma l eccellenza, e il convegno è stato un momento di confronto vero e qualificato per capire se è possibile fare ancora di più e meglio. Un aspetto fondamentale, quando si parla di ambiente, è la costruzione di una catena virtuosa: il rispetto assoluto e rigoroso di tutte le normative e prescrizioni da parte dei soggetti che gestiscono impianti, Enti di verifica, di certificazione e di accreditamento severi e puntuali, cittadini sensibili e informati. La sua realizzazione permette di evitare eventi drammatici, come quelli, ad esempio, che sta vivendo il territorio di Taranto. Se questa filiera, che va da chi realizza gli impianti, a chi li gestisce, e a chi li controlla, sarà equilibrata, ricca di competenze, aperta al confronto verso una vera sostenibilità ambientale, allora saremo riusciti a fare un forte passo in avanti ed è il nostro obiettivo. Franco Sami Direttore Servizi Tecnici Operations Hera SpA

5 GRUPPO HERA 4 Apertura dei lavori Claudio Galli - Amministratore Delegato Herambiente Con questo workshop si vuole fare il punto sull evoluzione dei sistemi di controllo degli impianti, per assicurare monitoraggi ambientali di assoluta qualità. Gli approfondimenti saranno effettuati insieme a relatori di alto profilo tecnico-scientifico e a tecnici che operano nel Gruppo Hera. Questo settore necessita di essere affrontato con conoscenze ed elementi di scientificità, perché troppo spesso lo si approccia, in particolare dall esterno, in maniera superficiale e allarmistica. Hera è un azienda costituita da dieci anni che, in questo periodo, ha sviluppato orgogliosamente iniziative utili e richieste dal territorio, assicurando la continuità e lo sviluppo delle attività gestite dalle dodici società che sono confluite in essa per fusione, e rappresentando la continuità della storia centenaria che caratterizzava alcune di esse. La costituzione di Hera ha contribuito ad evolvere, sul territorio emilianoromagnolo, un già alto livello di qualità nella gestione dei servizi e li ha adeguati, unitamente ad una rinnovata dotazione impiantistica, ad un modello industriale nuovo, reso possibile solo grazie alla capacità di generare risorse finanziarie per investimenti rilevanti nei settori del ciclo idrico integrato e nella gestione dei rifiuti, che influiscono sulle matrici ambientali di questo territorio. Nel solo settore dell impiantistica dei rifiuti, in dieci anni Hera ha investito più di ottocento milioni di euro. È una cifra che fa tremare i polsi; si è trattato di investimenti necessari per evolvere un sistema già ampiamente infrastrutturato ma che necessitava di un profondo rinnovamento. In questi dieci anni Modena, termovalorizzatore

6 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 5 sono stati implementati tutti i sistemi impiantistici di recupero di materie, raggiungendo un importante dotazione tra impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, dotazione che si intende sviluppare ulteriormente nel territorio delle sei province servite. Inoltre sono stati revampati cinque impianti di recupero per la valorizzazione delle frazioni secche raccolte in modo differenziato, con tecnologie di riconoscimento delle diverse frazioni. La somma delle potenzialità di questi impianti di recupero di materia eguaglia la potenzialità dei termovalorizzatori del Gruppo (recupero di energia), raggiungendo quasi un milione di tonnellate annue su ciascuno dei due sistemi. I termovalorizzatori del Gruppo sono otto, sette sul territorio e uno acquisito recentemente in Provincia di Isernia, che produce energia dal trattamento termico del CDR (combustibile da recupero). Nei dieci anni passati sono stati sostituiti cinque termovalorizzatori, migliorandoli sia dal punto di vista tecnologico, riducendo le emissioni di oltre il 50%, sia come capacità di generazione elettrica, raddoppiata. Quindi i risultati ambientali, anche da una lettura superficiale, sono di assoluto rilievo, con una qualità impiantistica che è la migliore a livello europeo nel settore della termovalorizzazione. Sui livelli di emissione, i controlli ed i monitoraggi ambientali sono stati incrementati nel tempo, migliorando ulteriormente quelli attivi già prima della costituzione di Hera. Queste attività sono estremamente costose e per esse Herambiente spende annualmente circa otto milioni di euro. Quasi tutte queste attività sono imposte dalle AIA; molte sono estremamente utili, altre meno, né agli Enti di Controllo, né per una comunicazione rivolta al pubblico. Questa osservazione si accompagna ad un secondo aspetto critico rappresentato dal fatto che le prescrizioni imposte, in termini di monitoraggio ambientale, sono diverse da impianto a impianto. Ciò non ci consente la confrontabilità tra questi ultimi e una reportistica dei risultati più semplice che ci permetterebbe anche una comunicazione maggiormente efficace. Non vogliamo e non possiamo essere noi a decidere quali monitoraggi fare e come. Noi li finanziamo ed il risultato al quale tendere credo debba essere quello della massima trasparenza ed efficacia nel comunicare ciò che viene fatto, per fornire la giusta informazione a chi risiede in prossimità di questi impianti sull impatto da essi generato. Ora è importante cercare di rivedere atti, spesso molto burocratici, difficili da gestire, ma poco utili ai fini del controllo, e di superare modalità amministrative finalizzate a produrre carte e limitato effetto ambientale, per arrivare ad avere strumenti di controllo efficaci che consentano ai diversi organi competenti di monitorarci e di poter quotidianamente conoscere meglio il nostro operato. In questo senso, auspichiamo anche che nelle AIA rinnovate vengano recepite le nuove norme nazionali regionali, intervenute nel frattempo, come quella che supera i bacini provinciali ed istituisce l Ambito Unico Regionale. Ho richiamato prima all informazione e alla trasparenza; noi abbiamo voluto fornire trasparenza inserendo online sul nostro sito i dati di emissione puntuali e storici dei Wte, che vengono aggiornati ogni mezz ora in automatico. Credo sia un caso unico in Europa. Inoltre chiunque può visitare i nostri impianti prenotandosi attraverso internet. Ciò dimostra che per noi è importante essere trasparenti e far conoscere il nostro modo di operare. Dai numerosi monitoraggi effettuati vediamo che il contributo dei termovalorizzatori rappresenta una invarianza rispetto alla qualità dell aria dei diversi territori; questo è ciò che emerge da studi, di primissimo livello scientifico nazionale e credo anche internazionale, perché l Italia in questo settore è tutt altro che seconda ad altri Paesi, svolti in totale autonomia. Diverse Università, CNR, le Arpa, oltre che naturalmente il laboratorio Hera, ed alcuni laboratori privati con una grande esperienza e competenza, hanno contribuito a sviluppare questi lavori. Pensiamo anche di aver avuto un ruolo nell evoluzione del sistema perché le risorse messe in gioco hanno reso possibile investimenti rilevanti nel settore specifico e colgo l occasione per affermare che nell ultimo decennio sono stati compiuti passi molto importanti in questa direzione. Il convegno di oggi ne sarà una dimostrazione significativa.

7 GRUPPO HERA 6 Metodiche per il controllo delle emissioni da impianti di incenerimento: gli attuali orientamenti Gaetano Settimo - Istituto Superiore di Sanità AMBITO DEL PROBLEMA Il tema del seminario è di grande interesse tecnico-scientifico, presenta una certa complessità e suscita attenzione e preoccupazione da parte della opinione pubblica. In questi anni abbiamo assistito ad una crescente produzione di rifiuti urbani (RU), produzione che ha mostrato un rallentamento nell ultimo periodo con la crisi economica e la riduzione della capacità di spesa. Il continuo incremento dei RU ha comportato una netta variazione della modalità di gestione (che in passato vedeva un unica modalità: raccolta del rifiuto tal quale e smaltimento in discarica), con l attuazione di una gestione integrata dei rifiuti, e lo storico superamento della visione separata raccoltasmaltimento. Se andiamo a vedere quelli che sono i numeri legati alla produzione dei RU in Europa, gli ultimi dati (Fig.1) presentati da Eurostat, nel marzo del 2012, mettono in evidenza come quei Paesi che in questi anni hanno attuato il sistema di gestione integrata, sono quelli che hanno sviluppato un sistema impiantistico complesso, con una netta riduzione della quantità di RU smaltito in discarica. Ferrara, termovalorizzatore

8 LE EMISSIONI 7 Figura 1 - Dati sulla gestione dei rifiuti urbani in Europa MUNICIPAL WASTE GENERATED, Kg PER PERSON TOTAL MUNICIPAL WASTE TREATED, Kg PER PERSON MUNICIPAL WASTE TREATED, % LANDFILLED INCINERATED RECYCLED COMPOSED EU Belgium Bulgaria Czech Republic Denmark Germany Estonia Ireland Greece * Spain France Italy * Cyprus Latvia Lithuania Luxembourg Hungary Malta Netherlands Austria * Poland Portugal Romania Slovenia Slovakia Finland Sweden United Kindom * Iceland * Norway Swizerland Croatia Turkey * Estimated by Eurostat Se prendiamo ora i dati nazionali, riportati in Tabella 1, si può notare come le Regioni che hanno raggiunto i valori più alti di raccolta differenziata sono prevalentemente nel nord del Paese ed utilizzano una quota di RU anche per un recupero di energia attraverso l incenerimento, confermando in tal modo la possibile sinergia tra raccolta differenziata e incenerimento.

9 GRUPPO HERA 8 Tabella 1 - Produzione e trattamento dei RU in Italia. Dati rapporto ISPRA 2012 REGIONE PRODUZIONE RU 2010 (1.000 t) PRODUZIONE PRO CAPITE 2010 (Kg/AB) RACCOLTA DIFFERENZIATA 2010 (%) INCENERIMENTO 2010 (%) Piemonte ,7 3,9 Valle d Aosta ,1 - Lombardia ,5 44,0 Trentino A. A ,9 13,6 Veneto ,7 10,7 Friuli V. G ,3 21,3 Liguria ,6 - Emilia R ,7 30,0 Toscana ,6 11,2 Umbria ,9 - Marche ,2 1,90 Lazio ,5 8,00 Abruzzo ,0 - Molise ,8 56,2 Campania ,7 18,5 Puglia ,6 5,20 Basilicata ,3 12,1 Calabria ,4 13,3 Sicilia ,4 0,43 Sardegna ,8 18,0 ITALIA ,3 16,1 I recenti dati nazionali indicano come operativi 50 impianti di incenerimento di RU e assimilabili, la maggior parte 28, pari al 56%, allocati al nord; 13 sono gli impianti operativi nel centro, di cui 8 in Toscana e 4 nel Lazio, mentre 9 sono impianti nel sud. Questi impianti smaltiscono circa 5,7 Mt di RSU, con produzione di energia elettrica (circa GWhe/ anno) e di energia termica (circa GWht/anno). Il forno a griglia risulta quello più diffuso, seguito dal letto fluido e dal forno tamburo rotante (Enea/Federambiente, 2011; Ispra 2012). Gli impianti di incenerimento nazionali sono dotati di una sequenza di tre/cinque sezioni di abbattimento degli inquinanti, al fine di minimizzare l emissioni di sostanze inquinanti; gli impianti più recenti presentano tutti un doppio stadio di rimozione del materiale particellare e di abbattimento degli ossidi di azoto mediante sistema DeNOx catalitico (SCR). Dal punto di vista impiantistico, in Italia abbiamo assistito negli anni alla chiusura degli inceneritori di piccola taglia e obsoleti, mentre altri sono stati messi a norma secondo le apposite normative che si sono succedute nel tempo (D.Lgs 133/05, D.Lgs 205/2010, 2010/75/CE). Limitata è stata la costruzione di nuovi impianti progettati e costruiti secondo le indicazioni delle migliori tecniche, così come indicato nel Best Available Techniques Reference Document e nella linea guida nazionale (Gazzetta Ufficiale 2007). Una forte attenzione è stata rivolta ai parametri relativi al corretto funzionamento degli impianti di abbattimento (perdita di carico, portata reagenti, ecc.) con l implementazione di tutti i sistemi di monitoraggio in continuo (SME) che permettono un azione di ottimizzazione dei reagenti-chemicals riducendo i residui da avviare in discarica.

10 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 9 Situazione impianti di incenerimento in italia 27 impianti EFFETTUANO IL CAMPIONAMENTO CONTINUO DELLE PCDD/F 37 impianti HANNO INSTALLATO L ANALIZZATORE IN CONTINUO NELL NH 3 15 impianti HANNO INSTALLATO L ANALIZZATORE IN CONTINUO DELL HG Allo stato attuale 27 impianti di incenerimento utilizzano il sistema di campionamento in continuo per le policlorodibenzodiossine e policlorodibenzofurani (PCDD/F), 37 impianti di incenerimento sono dotati di sistemi di controllo in continuo dell ammoniaca; questo è un aspetto molto importante perché l ammoniaca può contribuire alla formazione secondaria del materiale particellare, mentre 15 impianti sono dotati di sistemi di controllo in continuo del mercurio. GLI ASPETTI NORMATIVI La Commissione Europea ha emanato la direttiva sulla prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento, meglio nota come direttiva IPPC (96/61, 2008/1, 2010/75), che ha modificato il concetto di emissione in atmosfera, e ha inoltre definito il concetto di Best Available Techniques (BAT); nei lavori del Bureau IPPC BRef di Siviglia sono state predisposte le BAT Reference per le varie filiere industriali. La direttiva IPPC 96/61/CE, è stata recepita integralmente con il D.Lgs 18/2/05 n.59. In ambito italiano, considerando il Reference Document on the Available Techniques for Waste Incineration (agosto 2006), è stato predisposto l equivalente BRef nazionale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di giugno 2007 Emanazione di linee guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili in materia di gestione dei rifiuti, per le attività elencate nell Allegato I del D.Lgs 18 febbraio 2005, n.59. Il quadro normativo nazionale (D.Lgs 133/05, 124/2000, DM 503/97 e DM 12/7/90), in questo specifico settore, può considerarsi ormai completamente adeguato alle direttive comunitarie (2000/76/CE, 2010/75/CE, 2008/1/CE, 96/61/ CE), e rispondente alle moderne linee di indirizzo tecnologico. Gli inquinanti prodotti nel processo di incenerimento di RU sono simili a quelli di altri combustibili utilizzati per le nostre normali attività di riscaldamento o di trasporto della popolazione e principalmente consistono in: gas quali ossidi del carbonio (CO e CO2), ossidi dell azoto (NOX), ossidi dello zolfo (SOX), acido cloridrico (HCl), vapore acqueo, materiali e prodotti non-combustibili che residuano dalla combustione incompleta, essenzialmente materiale particellare e/o vapori presenti nell aeriforme e elementi volatili condensati durante il raffreddamento, compreso silicati, ceneri, fuliggine ed elementi di metalli o loro ossidi e sali, e i microinquinanti organici che contengono le sostanze con maggiore priorità ambientale, quali PCDD/F, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), policlorobifenili diossina-simili (DL-PCB). Per quanto riguarda le PCDD/F, inquinante tracciante degli impianti di incenerimento, si è passati da un valore limite di 4000 ng/nm 3, considerando tutti i 210 congeneri, agli 0,1 ng-te/nm 3 espressi in termini di tossicità equivalente (TE: Toxicity Equivalence), e la concentrazione dei 17 congeneri a cui è associato un fattore di tossicità equivalente (I-TEF: International Toxicity Equivalence Factor), molta attenzione è stata posta anche agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l Italia ha introdotto per prima in Europa un valore limite alle emissioni (Tabella 2).

11 GRUPPO HERA 10 Tabella 2 - Limiti alle emissioni per impianti di incenerimento, normativa nazionale e UE INQUINANTI Mg/Nm 3 S 11% O 2 * D.LGS 11/5/05 N.133 RIFIUTI DM 25/2/00 N. 124 RIFIUTI PERICOLOSI DM 19/11/97 N. 503 RSU E RS LINEE GUIDA DM 12/7/90 (VECCHI IMPIANTI) DIRETTIVA 2000/76/CE RIFIUTI DIRETTIVA 94/67/CE RIFIUTI PERICOLOSI DIRETTIVA 89/369/CEE RSU Polveri Acido cloridrico (HCl) Acido fluoridrico (HF) Ossidi di zolfo (SO 2 ) Ossidi di azoto (NO 2 ) Monossido carbonio (CO) (150) 50 - Composti organici C Cadmio + Tallio (Cd, Tl) Mercurio (Hg) 0,05** 0,05** 0,05** 0,2 0,05** 0,05** 0,2 Totale altri metalli 0,5 0,5 0,5 5 0,5 0,5 5 Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) 0,01 0,01 0,01 0, PCDD + PCDF (ng I-TE/Nm 3 ) 0,1*** 0,1*** 0,1*** ,1*** 0,1*** - * Valori medi giornalieri e valori medi di punta (orari o semiorari); ** Il limite si riferisce al Cd e Tl come somma e al Hg separatamente; *** Espresso in termini di tossicità equivalente riferita alla 2,3,7,8 T 4 CDD. Attualmente, in sede autorizzativa si evidenzia una tendenza a prescrivere valori ulteriormente restrittivi rispetto a quelli previsti dalla normativa (D.Lgs 133/2005); si vedano a tale proposito i limiti imposti, mediante Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), ad uno degli ultimi impianti di grande potenzialità entrato in attività, sito nel Comune di Acerra (NA), con riduzioni dei limiti dal 30 al 75% (Tabella 3). Per le PCDD/F, ad esempio, il limite imposto è di 0,025 ng I-TE/Nm 3. Tabella 3 - Limiti alle emissioni per l impianto di incenerimento di Acerra. Dati normalizzati riferiti all 11% di ossigeno libero nei fumi emessi INQUINANTE LIMITE EMISSIONE Mg/Nm 3 Polveri totali 3 Monossido di carbonio (CO) 50 Anidride solforosa (SO2) 5 Ossidi di azoto (NO2) 85 Acido cloridrico (HCl) 7 Acido fluoridrico (HF) 0,3 Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) 0,01 Composti organici totali (COT) (C) 5 Mercurio 0,02 Cadmio, Tallio 0,02 Metalli totali: antimonio e suoi composti (Sb); arsenico e suoi composti (As); cromo e suoi composti (Cr); cobalto e suoi composti (Co); manganese e suoi composti (Mn); 0,2 piombo e suoi composti (Pb); rame e suoi composti (Cu); nichel e suoi composti (Ni); stagno e suoi composti (Sn); vanadio e suoi composti (V) Policlorodibenzodiossine (PCDD) + policlorodibenzofurani (PCDF) 0,025 ng I-TE/Nm 3

12 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 11 Per alcuni inquinanti selezionati, gli intervalli di concentrazioni nelle emissioni (medie annuali) per moderni impianti di incenerimento di RU, con l applicazione delle migliori tecniche disponibili, vengono riassunte nella Tabella 4, (European Commission 2006). Tabella 4 - Range di valori di emissione in atmosfera da alcuni impianti europei di incenerimento di RU PARAMETER TYPE OF MEASUREMENT C: CONTINUOUS N: NON-CONT. DAILY AVERAGES (WHERE CONTINUOUS MEASUREMENT USED) IN Mg/m 3 LIMITS IN 2000/76/EC RANGE OF VALUES HALF HOUR AVERAGES (WHERE CONTINUOUS MEASUREMENT USED) IN Mg/m 3 ANNUAL AVERAGES IN Mg/m 3 LIMITS IN 2000/76/EC RANGE OF VALUES RANGE OF VALUES Dust C < HC1 C < HF C/N < SO 2 C NO x C NH 3 C n/a < N 2 O n/a VOC (as TOC) C CO C Hg C/N n/a Cd N n/a n/a As N n/a < n/a Pb N n/a < n/a Cr N n/a n/a Co N n/a <0.002 n/a Ni N n/a n/a Cd and T1 N 0.05 n/a other metals 1 N 0.5 n/a other metals 2 N n/a n/a Benz(a)pyrene N n/a n/a <0.001 PCB N n/a n/a <0.005 PAH N n/a n/a <0.01 PCDD/F (ng TEQ/m 2 ) N 0.1 (ng TEQ/m 3 ) n/a (ng TEQ/m 3 ) 1. In some cases there are no emission limit values in force for NO X. For such installations a typical range of values is Mg/Nm 2 (discontinuous measurement) 2. Other metals 1 = Sb, As, Pb, Cr, Co, Cu, Mn, Ni, V 3. Other metals 2 = Sb, Pb, Cr, Cu, Mu, V, Co, Ni, Se and Te 4. Where non-continuous measurements are indicated (N) the averaging period does not apply. Sampling periods are generally in the order of 4-8 hours for such measurements 5. Data is standardised at 11% Oxygen, dry gas, 273K and 101.3kPa Un altro dato interessante è quello che viene fuori dai dati sulle emissioni nazionali per l anno 2007 di PCDD/F che sono state stimate dall ISPRA in circa 321 g TE (ISPRA 2007). Le emissione di PCDD/F da impianti incenerimento di RU, stimate mediante fattori di emissioni, ammontano a circa 0,53 g TE (anno 2007); pertanto il contributo alla emissione nazionale risulta inferiore allo 0,2% (Viviano, Settimo, DeStefanis, 2010).

13 GRUPPO HERA 12 Situazione italiana: valutazione delle emissioni di diossina da impianti di incenerimento di RU FF o ESP FF o ESP+SNCR FF o ESP+SCR ESP + FF + SNCR LINEE DI INCENERIMENTO RSU INCENERITI (2007) EMISSIONI PCDD/F I-TE t % μg/t g/anno % ,50 0,20 0,10 0,06 0, ,396 0,0738 0,0476 FF+FF+SCR ,02 0,0166 3,1 0,009 74,2 13,8 8,9 FF: filtro a maniche ESP: elettrofiltro SNCR: denox non catalitico SCR: denox catalitico PCDD+PCDF 0,534 g I-TE/anno CONSIDERANDO LE EMISSIONI NAZIONALI, CHE PER L ANNO 2007 SONO STATE STIMATE DALL ISPRA IN 323,08 g I-TE, L APPORTO DELL INCENERIMENTO DI RU RAPPRESENTA LO 0,18% LIVELLI AMBIENTALI ED ESPOSIZIONE Le emissioni dei vecchi impianti di incenerimento di RU (anni 80-90) registravano valori emissivi per il materiale particellare nell intervallo di Mg/Nm 3 (valori massimi di emissione anche di 1000 Mg/Nm 3 ); per i nuovi impianti si può indicare un intervallo di emissione di <1 5 Mg/ Nm 3, mentre per le PCDD/F si è passati da valori emissivi nell intervallo di 2-60 ng I-TE/Nm 3 (valori massimi di emissione anche di 2000 ng I-TE); orientativamente per i nuovi impianti si può indicare un intervallo di emissione di 0,0002-0,08 ng I-TE/Nm 3. Appare evidente come gli scenari espositivi siano notevolmente cambiati negli ultimi decenni (WHO 1987, Hutzinger 1995, Unione Europea 2006). In generale, gli inceneritori presentano camini di emissione dei fumi alti almeno 70 m; i più grandi e moderni impianti hanno camini di altezza superiore ai 100 m; tale altezza geometrica va a sommarsi alla spinta entalpica dei fumi e determina la altezza efficace del camino. Le condizioni meteo locali, la situazione orografica e l altezza efficace di emissione sono gli elementi che determinano i fenomeni di diluzione delle emissioni in atmosfera e quindi il trasporto e i livelli di ricaduta degli inquinanti al suolo (immissioni). In genere detti valori di diluizione risultano dell ordine di di volte, questo porta ad avere un contributo di microinquinanti inorganici ed organici, al livello del suolo nell aria ambiente, dell ordine di ng/m 3 per il materiale particellare, inferiore ai pg/m 3 per i metalli pesanti e molto al di sotto dei fg I-TE/m 3 per PCDD/F. Le condizioni meteo locali, la situazione orografica e l altezza efficace di emissione sono gli elementi che determinano i fenomeni di diluzione delle emissioni in atmosfera e quindi i livelli di ricaduta degli inquinanti al suolo

14 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 13 Gli impianti presentano, in genere, camini con altezze di alcune decine di metri (> 70 m); alcuni nuovi grandi impianti presentano altezze superiori ai 100 m. L altezza efficace del camino (geometrica + spinta entalpica), le condizioni geografiche e meteorologiche locali, determinano la diluizione della emissione (in generale si possono stimare diluizioni maggiori di nel punto di massima ricaduta, 1-10 km). 1 g Mg µg ng pg fg ag Ordini di grandezza di ricadute al suolo di emissioni di inquinanti da un impianto di incenerimento con BAT Polveri (NANOGRAMMI 10-9 ) Metalli (PICOGRAMMI ) PCDD/F (I-TEQ) (ATTOGRAMMI ) ng/m 3 (IN AREE URBANE: DECINE DI μg/m 3 ) pg/m 3 (IN AREE URBANE: ng/m 3 ) ag/m 3 (IN AREE URBANE: DECINE fg/m 3 ) Linea guida Germania per PCDD/F + DL-PCB in aria ambiente: 150 fg WHO-TE/m 3 Ambient Air Quality Standards and Objectives in Ontario 15 pg TE/m 3 (30 min) - 5 pg TE/m 3 (24 h) Government of Japan 600 fg WHO-TE/m 3 Questo aspetto risulta importante, perché normalmente la percezione della popolazione è che i livelli misurati al camino o nei punti di campionamento individuati nell ambito di piani o programmi di sorveglianza ambientale, rappresentino una misura dell esposizione della popolazione, non considerando che l esposizione della popolazione è legata alle vie di esposizione (inalazione, dermica, ingestione, dieta), e che ogni inquinante ha una modalità d ingresso, permanenza ed eliminazione specifica. La stima dell esposizione umana a sostanze inquinanti pericolose è una parte fondamentale della procedura di valutazione del rischio. Essa si basa sul calcolo dell esposizione ai diversi inquinanti per tre vie, inalazione, ingestione ed assorbimento dermico, attraverso i vari compartimenti ambientali (aria, acqua, suolo e dieta). Le vie principali di esposizione della popolazione sono quella inalatoria, quella dermica e quella attraverso gli alimenti legata alla dieta, per quanto riguarda le PCDD/F la esposizione della popolazione attraverso gli alimenti rappresenta la principale fonte; nei Paesi europei sono state stimate assunzioni giornaliere, in termini di PCDD/F, di 1,5-2 pg WHO-TE/kg peso corporeo; negli USA e nei paesi del nord Europa sono state stimate assunzioni rispettivamente di 1-3 e 1 pg WHO-TE /kg peso corporeo/giorno. La Commissione europea ha adottato, il 24/10/2001, una strategia comunitaria sulle diossine, i furani e i PCB (COM 2001) che riporta un parere sulla valutazione dei rischi delle diossine e dei DL-PCB nei prodotti alimentari (Comitato scientifico dell alimentazione umana SCF Scientific Committee on Food dell Unione europea). In tale parere si stabilisce un valore cumulativo per la dose tollerabile settimanale (TWI, Tolerable Weekly Intake) di diossine e PCB diossina-simili pari a 14 pg WHO-TE/kg peso corporeo; questo valore corrisponde alla dose tollerabile mensile (PTMI, Provisional Tolerable Monthly Intake) di 70 pg WHO-TE/kg peso corporeo. Come noto, l esposizione per inalazione di PCDD/F è normalmente molto bassa e costituisce meno del 5% dell assunzione totale (WHO 2000); assumendo un livello di concentrazione nell aria atmosferica di 0,1 pg WHO-TE/m 3 e un volume di aria inalato di 20 m 3 per giorno, per un adulto (70 kg) l assunzione per inalazione ammonterebbe a circa 0,03 pg/ kg peso corporeo/giorno. Risulta trascurabile l assunzione con le acque potabili, in quanto tali prodotti hanno una bassissima affinità per l acqua.

15 GRUPPO HERA 14 Proprietà intrinseche delle sostanze Destino ambientale (persistenza nel suolo - emivita indicativa: 2,3,7,8-T 4 CDD = 10 anni) ARIA Vie di esposizione La stima dell esposizione umana a sostanze inquinanti pericolose è una parte fondamentale della procedura di valutazione del rischio. Il calcolo dell esposizione ai diversi inquinanti deve considerare le tre vie, inalazione, ingestione, assorbimento dermico, e i vari comparti ambientali concentrazione ambientale, durata e modalità di esposizione dose assorbita (Paracelso: è la dose che fa il veleno) individuo (sesso, età, peso corporeo, patologie) DIETA ACQUA SUOLO WHO guidelines 2000 L esposizione inalatoria, associata soprattutto all inalazione di materiale particellare, contribuisce all esposizione totale per una frazione del 5-10% Se conservativamente si assume 0,1 pg WHO-TE/m 3 come livello indicativo della contaminazione atmosferica outdoor e indoor e una ventilazione polmonare giornaliera di 20 m 3, l assunzione per via inalatoria di PCDD/F viene stimata mediamente in 2 pg WHO-TE/individuo d Concentrazioni in aria di 300 fg WHO-TE/m 3 indice di sorgenti locali di emissione che devono essere identificate e controllate Esposizione umana giornaliera (Parere Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale su PCDD/F, 12/2/88, all. 2) Via inalatoria 0,5 pgi-teq/d Via orale: acqua suolo alimentazione 0,10 1, Via cutanea: da particolato da superfici totale 0,5 5, pgi-teq/d 3,8-7,0

16 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 15 La presenza di microinquinanti nell ambiente è ormai ubiquitaria, risulta quindi importante conoscere gli ordini di grandezza che si riscontrano in genere in aree tipiche, comprese aree remote lontane da sorgenti specifiche. Secondo la OMS (WHO 2000), una presenza in aria di 300 fg WHO-TE/m 3 è un indice di sorgenti locali di emissione che devono essere identificate e controllate. La deposizione atmosferica al suolo di PCDD/F è il fattore chiave della contaminazione della catena alimentare; per tale motivo il rilevamento del rateo di deposizione di inquinanti, misurato mediante deposimetri (Allegato VI del D.Lgs 155/10, ISTISAN 06/38, UNI EN 15841, 15853, 15980), costituisce un buon sistema di controllo ambientale. La misura dei flussi di deposizione atmosferica di POPs e metalli (ISTISAN 06/38) costituisce quindi uno dei principali elementi della sorveglianza ambientale, altrettanto importanti sono i rilevamenti su matrici biologiche (bioindicatori) quali: latte, uova, ecc Questi dati risultano di estrema importanza nella valutazione dell esposizione della popolazione e nella stima dell assunzione generale di POPs da parte dei potenzialmente esposti. Alcuni Paesi hanno messo a punto linee guida e limiti per quanto riguarda la presenza di diossine+dl-pcb nell aria ambiente e nelle deposizioni: il Belgio una linea guida regionale per le deposizioni di 10 pg I-TE/(m 2 d) e una proposta di linea guida nazionale per le deposizioni di 8 pg WHO-TE/(m 2 d); la Germania una linea guida per l aria ambiente di 150 fg WHO-TE/m 3 e una linea guida per le deposizioni di 4 pg WHO-TE/(m 2 d); il Giappone una linea guida per l aria ambiente di 600 fg WHO-TE/m 3 ; gli USA una linea guida per l aria ambiente di 600 fg I-TE/m 3. Di particolare interesse risulta la possibile correlazione tra i dati deposimetrici di diossine+dl-pcb e il Tolerable Daily Intake (TDI), in quanto risulta di grande utilità nella valutazione dei dati ambientali in rapporto con gli aspetti sanitari. Detta correlazione viene proposta in uno studio effettuato su diverse aree del Belgio, nelle quali erano presenti sorgenti civili e industriali di diossine (Tabella 5) (Government of Japan, 2003, ATSDR, 1994, Van Lieshout 2001, Cornelis 2007, LAI 2004). Tabella 5 - Correlazione tra dati di deposizione di PCDD/F e DL-PCB e il Tolerable Daily Intake (TDI), Van Lieshout 2001, Cornelis 2007, LAI 2004 ASSUNZIONE GIORNALIERA CORRELATA (TDI) pg WHO TE/Kg PESO CORPOREO DEPOSIZIONE PCDD/F (MEDIA ANNUA) pg WHO TE/M 2 D DEPOSIZIONE PCDD/F (MEDIA MENSILE) pg WHO TE/M 2 D ,4 6,8 ASSUNZIONE GIORNALIERA CORRELATA (TDI) pg WHO TE/Kg PESO CORPOREO DEPOSIZIONE PCDD/F+DL-PCB (MEDIA ANNUA) pg WHO TE/M 2 D DEPOSIZIONE PCDD/F+DL-PCB (MEDIA MENSILE) pg WHO TE/M 2 D 2 8,2 21 ASSUNZIONE GIORNALIERA CORRELATA (TDI) pg WHO TE/Kg PESO CORPOREO DEPOSIZIONE PCDD/F+DL-PCB (MEDIA ANNUA) pg WHO TE/M 2 D 1,9 0,36-1,8 2 1,1-5,5 2,3 0,18-9,2 Dati rilevati in un area italiana con presenza di impianto di incenerimento hanno evidenziato flussi di deposizione di PCDD/F compresi in un range piuttosto ristretto: 1,5-2,3 pg WHO-TE/m 2 d, paragonabili ai valori di deposizione di zone rurali nell UE. Le concentrazioni di PCDD/F rilevate nel materiale particellare PM 10 sono risultate comprese nel range 2,7-3,2 fg WHO-TE/m 3 in siti di campionamento localizzati a circa 1-4 km di distanza dall impianto di incenerimento. La Tabella 6 riassume alcuni valori di concentrazione di PCDD/F rilevati in campagne effettuate in siti italiani in aria ambiente e nelle deposizioni (Menichini 2007; ISTISAN 2006).

17 GRUPPO HERA 16 Tabella 6 - Concentrazioni di PCDD/F rilevate in aria ambiente in siti italiani e nelle deposizioni (Menichini 2007, ISTISAN 2006, Rossini, 2005, Caserini, 2007, Vassura, 2011) Area remota (monti Simbruini) fg I-TE/m 3 1,5-6,6 Area rurale (Mantova) fg I-TE/m 3 4,4-195 Area rurale (San Nicola di Melfi) fg I-TE/m 3 2,0 Area urbana di medio traffico (Roma) fg I-TE/m 3 5,4-734 Area urbana/industriale con inceneritore (Mantova) fg I-TE/m 3 4,7-75 Area industriale con inceneritore (S. Nicola di Melfi) fg I-TE/m 3 3,0 Concentrazioni di PCDD/PCDF rilevate nelle deposizioni in siti italiani Area rurale (Mantova) pg I-TE/m 2 d 1,28-2,71 Area urbana/industriale con inceneritore (Mantova) pg I-TE/m 2 d 1,20-5,13 Area industriale (P. Marghera) pg I-TE/m 2 d Area urbana con inceneritori (Regione Veneto, Adige, Po) pg I-TE/m 2 d Area industriale con inceneritore (Rimini) pg I-TE/m 2 d 0,75-3,7 Area industriale con inceneritore (S. Nicola di Melfi) pg I-TE/m 2 d 1,47-2,33 Va ricordato, inoltre, che già con il Quinto programma di azione per l ambiente: Verso la sostenibilità era stato fissato l obiettivo della riduzione del 90% nel 2005 (rispetto ai livelli del 1985) delle emissioni di PCDD/F nell atmosfera provenienti da fonti identificate. Nel Sesto programma di azione per l ambiente: Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta si ribadisce l obiettivo generale di raggiungere una qualità ambientale per la quale gli agenti contaminanti di origine antropogenica non debbano rappresentare un rischio per la salute umana, né produrre effetti negativi significativi. Alcuni comparti industriali questo obiettivo lo hanno raggiunto, mentre per altre attività legate alla metallurgia o alla produzione del cemento c è ancora tanto da lavorare. Ferrara, termovalorizzatore

18 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 17 Quinto programma di azione per l ambiente: Verso la sostenibilità Il Quinto programma di azione per l ambiente: Verso la sostenibilità fissa l obiettivo della riduzione del 90% nel 2005 (rispetto ai livelli del 1985) delle emissioni di diossine nell atmosfera provenienti da fonti identificate ANNUAL EMISSIONE (g I-TEQ/YEAR) SNAP 1985 UPPER ESTIMATE 2005 INCREASES % MIN MAX MAX MIN TREND 90% REDUCTION LIKELY? 01 Power plants Fossil fuel YES Res, combustion: Boilers, stoves, fireplaces Res, combustion: Boilers, stoves, fireplaces Combustion in Industry/boilers, gas turbines, stationary engines Wood NO Coal/lignite NO NO Sinter plants NO Secondary zinc production YES Secondary copper production NO Secondary aluminium production NO Cement NO Other: metal reclamation from cables YES Electric furnace steel plant NO Other: non ferrous metal foundries NO Other: sintering of special materials and drossing facilities * NO Preservation of wood NO 0701 Road transport NO Inc. of Dom. or municipal wastes Legal combustion YES Inc. of Dom. or municipal wastes Illegal (domestic) combustion NO Inc. of Industrial wastes Hazardous waste NO Inc. of hospital wastes YES riduz Creamtion: Inc. of Corpses NO 1201 Fires NO Total of sources considered NO Industrial sources NO Non-industrial sources NO * Emission 2005 for sintering plant 1 g I-TEQ/a, for unknown number of drossing facilities 30 g I-TEQ/a assumed Table upper emission estimate compared to 2005 emission forecast (both in I-TEQ/a) and evaluation of PCDD/F emission reduction trends for the most relevant sources of PCDD/F Reduction: >90% 60-90% 30-60% 0-30% min/max reduction with opposte trend min/max both indicating increases of emission

19 GRUPPO HERA 18 ASPETTI IGIENICO SANITARI L importanza della tematica ha portato alla messa in atto di studi epidemiologici in diverse aree interessate da emissioni di impianti di incenerimento; alcuni di questi studi hanno indicato evidenze di associazioni con effetti avversi sulla salute umana, tuttavia gli stessi sottolineano la necessità di considerare aspetti che possono avere una rilevante influenza sulle associazioni identificate. Tra questi: la presenza di altre sorgenti emissive similari, la complessità della valutazione della reale esposizione locale, la difficile definizione del profilo socio-economico, l assenza di dati ambientali sui microinquinanti nell area. Inoltre, la maggior parte degli studi pubblicati si riferisce ad aree e a periodi nei quali erano in funzione vecchi impianti e non viene considerata la distanza dalla sorgente o la definizione di aree interessate alle ricadute mediante modelli di ricaduta, non si considerano le entità della sorgente inceneritore e non si indicano le presenze di altre sorgenti emissive similari. Pertanto fattori di distorsione e confondimento possono comportare una rilevante influenza sulle associazioni identificate (Franchini 2004; Porta 2009). Anche l Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) si è espressa sulla tematica della gestione dei rifiuti, riportando che: le conoscenze epidemiologiche ad oggi disponibili, ancorché non conclusive, fanno ritenere che il conferimento in discariche controllate, costruite e condotte in accordo alla normativa nazionale e comunitaria, non comporti un rischio per l ambiente e per la salute delle popolazioni insediate nelle vicinanze dello stabilimento. La stessa cosa si può affermare per il trattamento dei rifiuti mediante incenerimento in impianti basati sulle migliori tecnologie disponibili; le osservazioni epidemiologiche disponibili non depongono per un incremento di rischio per la salute umana. Tale conclusione è sostenuta principalmente dalle concentrazioni estremamente basse di sostanze tossiche nelle emissioni dei nuovi impianti. Ed ancora, che i dati di letteratura, anche in questo caso non sufficienti e non conclusivi, mostrano che i maggiori rischi per la salute sono associati alle emissioni da discariche illegalmente utilizzate e siti di abbandono illegali, da impianti d incenerimento con tecnologie obsolete, da siti di abbandono e dalle combustioni incontrollate di rifiuti (AIE 2006). Il progetto Moniter - monitoraggio degli inceneritori nel territorio dell Emilia-Romagna (Moniter 2011), avente come scopo la Organizzazione di un sistema di sorveglianza ambientale e valutazione epidemiologica nelle aree circostanti gli impianti di incenerimento rifiuti solidi urbani in Emilia- Romagna, ha pubblicato le relazioni conclusive della prima parte del progetto di ricerca. Le determinazioni ambientali e gli studi tossicologici sono stati principalmente rivolti ad un inceneritore considerato il più avanzato in Emilia-Romagna al momento dell indagine. Le valutazioni dello studio sull impatto sulle matrici ambientali vengono considerate dallo studio rassicuranti ed estensibili anche alle vicinanze di altri inceneritori, che abbiano le medesime caratteristiche tecnologiche (ma non ad altri, più antiquati). Inoltre, per quanto riguarda gli effetti sulla salute umana, l indagine epidemiologica condotta nell ambito di Moniter non mostra una coerente associazione con le emissioni degli inceneritori di rifiuti né per le patologie tumorali, né per la mortalità in generale. Possibile eccezione è un modesto eccesso dei linfomi non Hodgkin a Modena, che tuttavia non raggiunge la significatività statistica e non è comunque attribuibile ad esposizioni recenti. Negli atti dell ultimo workhop della Organizzazione Mondiale della Sanità sulla gestione dei rifiuti (Population health and waste management: scientific data and policy options) (WHO 2007), si sottolinea come i rischi siano correlabili con il carico inquinante e quindi possono variare consistentemente tra vecchi e nuovi impianti. Infatti si riporta che la maggior parte degli studi pubblicati si riferisce a vecchi impianti e che negli studi vanno considerati i possibili fattori di confondimento, la presenza di altre sorgenti industriali, la distanza dalla sorgente, la definizione di aree con modelli di ricaduta ed anche gli effetti dovuti alla deprivazione sociale. Infine si sottolinea che con i nuovi impianti, che presentano emissioni molto contenute, si hanno difficoltà nel valutare gli effetti viste le basse concentrazioni che vengono a determinarsi al livello di esposizione. In linea con quanto sopra riportato, il Ministero della Salute nel Focus presente nel sito istituzionale ( alle FAQ sulla tematica Salute e rifiuti, riporta: Gli inceneritori con recupero energetico, detti anche termovalorizzatori, se progettati secondo le migliori tecnologie ormai standardizzate a livello europeo (Best Available Techniques BAT indicate nelle linee guida europee e nazionali), gestiti correttamente e posizionati secondo le indicazioni date in sede di valutazione di impatto ambientale, vengono ritenuti compatibili con gli aspetti igienico-sanitari. Va tenuto inoltre conto che la fase di incenerimento dei rifiuti deve far parte di un piano di gestione integrata dei rifiuti in generale e dei rifiuti urbani in particolare.

20 DAL CONTROLLO DELLE EMISSIONI AL MONITORAGGIO AMBIENTALE 19 CONCLUSIONI Allo stato attuale, il settore dell incenerimento, e, più in generale, quello dei rifiuti, rappresenta uno dei temi maggiormente passato al vaglio dal punto di vista tecnico/scientifico ed anche tra quelli che suscitano maggiore attenzione e preoccupazione da parte della opinione pubblica attraverso Comitati, Associazioni di Categorie, Gruppi Religiosi, ecc Questo ha portato ad una maggiore conoscenza dei vari aspetti non solo tecnologici ma anche ambientali e di salute pubblica legati alla gestione dei RU. In molte aree italiane, ed in particolare nelle grandi aree urbane, ferma restando l opzione principale della riduzione alla fonte, non appare attualmente agevole trovare soluzioni diverse da quelle che considerino un sistema di trattamento dei rifiuti integrato con raccolta differenziata e impianti di recupero di materia e di energia e con un minimo uso di discariche solo per rifiuti residuali ai trattamenti. Anche l Unione Europea, pur ribadendo la priorità delle misure di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio, indica tra le forme di recupero quello energetico, preferibile rispetto al conferimento in discarica dei rifiuti. La gerarchia nella gestione dei rifiuti stabilisce in generale un ordine di priorità; tuttavia discostarsene può essere necessario per flussi di rifiuti specifici quando è giustificato da motivi, tra l altro, di fattibilità tecnica, praticabilità economica e protezione dell ambiente e della salute (Unione Europea. Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive). Una schematizzazione dei punti di maggiore attenzione può essere così riassunta: riduzione alla fonte dei rifiuti; gestione integrata nel trattamento/smaltimento considerando tutte le diverse possibilità in relazione all ambito territoriale considerato; localizzazione degli impianti a valle di studi di compatibilità; attenta applicazione delle normative e linee guida di settore; ottimizzazione del recupero energetico; monitoraggi e controlli sull impianto; progettazione, costruzione, gestione degli impianti secondo le BAT; sorveglianza ambientale/sanitaria considerando matrici e vie di esposizione; informazione ed educazione ambientale e sanitaria; partecipazione/consenso informato; recupero della fiducia negli organi di controllo istituzionali. Rimini, termovalorizzatore

21 GRUPPO HERA 20 BIBLIOGRAFIA AIE. Trattamento dei Rifiuti e Salute Posizione dell Associazione Italiana di Epidemiologia. Aprile C. Cornelis, K. De Brouwere, R. De Fré, M.P. Goyvaerts, G. Schoeters, W. Swaans, M. Van Holderbeke. Proposal for environmental guideline values for atmospheric deposition of dioxins and PCBs. Study accomplished under the authority of VMM 2007/IMS/R/277. Final report August ENEA/Federambiente (2012): Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia. Roma: ENEA; U.S. EPA. An Inventory of Sources and Environmental Releases of Dioxin-Like Compounds in the United States for the Years 1987, 1995, and EPA/600/P-03/002F, November M. Franchini, M. Rial, E. Buiatti, F. Bianchi. Health effects of exposure to waste incinerator emissions: a review of epidemiological studies. Annali Istituto Superiore di Sanità 2004; 40(1): O. Hutzinger, H. Fiedler. 20 anni di incenerimento di rifiuti: problemi e soluzioni. In Atti convegno L incenerimento dei rifiuti. Bologna marzo A cura di L. Morselli, G. Viviano. Moniter - Monitoraggio degli inceneritori nel territorio dell Emilia-Romagna ( K. Olie, R. Addink, M. Schoonenboom. Metals as Catalysts during the Formation and Decomposition of Chlorinated Dioxins and Furans in Incineration Processes, J. Air & Waste Manage. Assoc., 1998, 48, D. Porta, S. Milani, A. Lazzarino, C. Perucci, F. Forastiere. Systematic review of epidemiological studies on health effects associated with management of solid waste. Environmental Health 2009, 8:60doi: / X-8-6. ISPRA. Rapporto rifiuti ISTISAN 06/38. Metodi per la determinazione di arsenico, cadmio, nichel e idrocarburi policiclici aromatici nelle deposizioni atmosferiche. A cura di E. Menichini, G. Settimo, G. Viviano per il GdL ISS Metodiche per il rilevamento delle emissioni in atmosfera da impianti industriali. Rapporti ISTISAN 06/38. ISTISAN 06/43. Microinquinanti organici ed inorganici nel comune di Mantova: studio dei livelli ambientali. A cura di G. Viviano, P. Mazzoli, G. Settimo. Rapporti ISTISAN 06/43. ISTISAN 08/2. Studio su comportamenti e abitudini alimentari dei cittadini ferraresi (II fase). Valutazione dell esposizione a contaminanti ambientali contenuti negli alimenti. M.E. Soggiu, A. Bastone, C. Vollono, M. Masciocchi, G., C. Sellitri, F. Galati. Rapporti ISTISAN 08/2. E. Menichini, N. Iacovella, F. Monfredini, L. Turrio- Baldassarri. Atmospheric pollution by PAHs, PCDD/Fs and PCBs simultaneously collected at a regional background site in central Italy and at an urban site in Rome. Chemosphere 69 (2007) Moniter - monitoraggio degli inceneritori nel territorio dell Emilia-Romagna ( moniter). Unione Europea (2006). European IPPC Bureau, Integrated pollution prevention and control. Reference document on Best Available Techniques for Waste Incineration, Brussels: Unione Europea; 2006 ( eippcb.jrc.es/pages/ FActivities.htm). L. Van Lieshout et al Deposition of dioxin in Flanders (Belgium) and a proposition for guide values. Atm. Env. 35 suppl. n S83-S90. WHO (2000). Air Quality Guidelines for Europe. Second edition, European Series N 91. WHO Regional Office for Europe, Copenaghen WHO (1987). PCDD and PCDF emission from incinerators for municipal sewage sludge and solid waste. Evaluation of human exposure. Environmental Health Series n. 17. WHO (2007). Population health and waste management: scientific data and policy options Report of a WHO workshoprome, Italy, March S. Caserini, S. Cernuschi, M. Giugliano, M. Grosso, G. Lonati, P. Mattaini. Air and soil dioxin levels at three sites in Italy in proximity to MSW incineration plants. Chemosphere 54 (2004) I. Vassura, F. Passarini, L. Ferroni, E. Bernardi, L. Morselli. PCDD/Fs atmospheric deposition fluxes and soil contamination close to a municipal solid waste incinerator. Chemosphere 83 (2011) Bericht des Länd erausschusses für Immissionsschutz (LAI), Bewertung von Sc_hadstoffen, für die keine Immissionswerte festgelegt sind Orientierungswerte für die Sonderfallprüfung und für die Anlagenüber wachung sowie Zielwerte für die langfristige Luftreinhalteplanung unter besonderer Berücksichtigung der Beurteilung krebserzeugender Luftschadstoffe - Vom 21. September 2004.

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