COSTRUTTI NOTEVOLI DELL'ACCUSATIVO E DEL DATIVO

Transcript

1 COSTRUTTI NOTEVOLI DELL'ACCUSATIVO E DEL DATIVO Accusativo di relazione (o alla greca) È un uso dell'accusativo che indica relativamente a cosa si esprime una qualità Ceres flava comas erat (Cerere era bionda di capelli) Senem conspexi vultum severum (Ho visto un vecchio severo in volto) Apud aram stabat crines effusa sacerdos (Presso l'altare stava una sacerdotessa scompigliata nei capelli) Verbi assolutamente impersonali Miseret, paenitet, piget, pudet, taedet si trovano nelle forme verbali esplicite sempre alla terza singolare. La persona che prova il sentimento va in accusativo; se la persona che prova il sentimento è alla terza singolare o plurale si usano eum/eam/eos/eas (ma si può trovare anche l'accusativo singolare o plurale di altri pronomi dimostrativi come illum, illam, ECC...). La cosa che provoca il sentimento è espressa in genitivo, in nominativo se si tratta di un pronome neutro, con un'infinitiva, con quod o quia e l'indicativo o il congiuntivo (proposizione dichiarativo-causale) Me pudet (mi vergogno) Me pudet id (mi vergogno di ciò) Eum pudet quod veritatem non dixit (lui si vergogna perché non ha detto la verità) Non me vixisse hoc modo paenitet (non mi pento di aver vissuto in questo modo) Caesarem paenituit quia pugnam in hostes non intulerit (Cesare si è pentito perché non ha mosso battaglia contro i nemici) OSSERVAZIONI 1) Se il verbo assolutamente impersonale si trova in una proposizione infinitiva, per esprimere identità di soggetto con la reggente alla terza persona si troverà il pronome "se": Cicero dixit se non miserere Catilinae (Cicerone disse di non avere compassione di Catilina) 2) Se il verbo assolutamente impersonale si trova in una perifrastica passiva, il "soggetto" andrà in dativo: nobis paenitendum erit (Dovremo pentirci) - Se il verbo assolutamente impersonale è retto da un verbo servile (posse, solere, ECC...) o fraseologico (incipere, desinere, ECC...), il verbo reggente va alla terza

2 persona singolare e il verbo impersonale all'infinito: Solet eum paenitere (Lui è solito pentirsi); Huius libri te taedere non poterit (Questo libro non ti potrà annoiare/ Non ti potrai annoiare di questo libro) 3) Se il verbo assolutamente impersonale è retto da un verbo di volontà, può capitare che il verbo assolutamente impersonale si trovi al congiuntivo presente o imperfetto senza ut, diversamente andrà all'infinito: Nolo me paeniteat (Non voglio pentirmi); Nolebam me paeniteret (Non volevo pentirmi); Volo te paenitere erroris (Voglio che ti penta dell'errore). Verbi relativamente impersonali Possono essere usati sia alla terza singolare che alla terza plurale e sono: fallit, fugit, latet, praeterit (fugge, sfugge); decet (conviene, si addice); dedecet (non conviene, non si addice); delectat, iuvat (piace) Questi verbi si costruiscono con il nominativo della cosa e l'accusativo della persona Puellas pudor decet (il pudore si addice alle ragazze) Oratorem irasci dedecet (All'oratore non si addice adirarsi) Sic est, nec me quod dicis latet (è così, non mi sfugge ciò che dici) Te haec verba iuvant (queste parole ti piacciono) L'espressione NISI ME FALLIT si traduce "se non mi inganno" N.B. Di tutta la sintassi dell'accusativo ripassa con attenzione soprattutto i verba rogandi, la costruzione di doceo e celo. Il doppio dativo È un costrutto costituito dalla presenza contemporanea di due dativi, uno di fine (o di effetto), l'altro di vantaggio. DATIVO DI FINE esprime il complemento di fine Utilitati rei publicae facta nostra dirigenda sunt (Le nostre azioni devono essere dirette al bene dello Stato) DATIVO DI EFFETTO esprime l'effetto suscitato da qualcuno o da qualcosa Cicero est exemplo (Cicerone mi è/torna da esempio) Vester modus agendi est dedecori (Il vostro modo di agire torna a disonore) Doppio dativo: Caesar quinque cohortes castris praesidio reliquit (letteralmente: Cesare lasciò cinque coorti a presidio per l'accampamento; va bene anche Cesare lasciò cinque coorti a presidio dell'accampamento) Apollonius mihi magno usui fuit (Apollonio mi fu di grande vantaggio) Questo costrutto si trova con verbi come ESSE, FIERI, DARE, TRIBUERE, VERTERE ("imputare a...", "attribuire a...", "ascrivere a...") e con espressioni come

3 DARE ALICUI DONO/MUNERI ("dare in dono [qualcosa] a qualcuno"), ALICUI AUXILIO MITTERE/VENIRE ("mandare/venire in aiuto a qualcuno") Legatus tribuit multos Hispanos legioni subsidio (Il luogotenente assegnò molti Ispanici in aiuto alla legione) Tibi venio auxilio (Ti vengo in aiuto) COSTRUTTI NOTEVOLI DEL GENITIVO E DELL'ABLATIVO Interest e refert Possono essere usati impersonalmente con il significato di "interessa", "importa". La persona cui qualcosa importa è espressa al genitivo. Se è costituita da un pronome personale, questa si renderà con l'ablativo femminile singolare del possessivo (mea, tua, nostra, vestra per la prima e seconda persona; eius, eorum/ earum per la terza persona). La cosa che importa può essere espressa con un infinito, un'infinitiva, una interrogativa indiretta, una completiva al congiuntivo introdotta da ut o ne. Se è un pronome neutro va al nominativo. Populi Romani interest societatem cum Graecis conflare (Al popolo romano interessa stipulare un'alleanza col popolo romano) Totius corporis interest omnia singula membra servari (È interesse di tutto il corpo che ogni singolo membro sia preservato) Quid refert qualis status tuus sit, si tibi videtur malus? (Che importa quale sia la tua condizione se ti sembra cattiva?) Mea interest ut te videam (Mi interessa incontrarti) Se l'interesse è nei riguardi di una cosa, e non di una persona, essa è sentita come un fine e si renderà con ad+accusativo. Ad disciplinam militiae intererat insuescere milites nostros frigori (Era interesse della disciplina militare che i nostri soldati si abituassero al freddo) Quanto una cosa interessi si può esprimere o con un avverbio (plurimum, maxime, minime,...) o con un genitivo di stima, ovvero il genitivo neutro singolare di alcuni aggettivi che esprime la funzione di complemento di stima generico (parvi, magni, pluris, tanti,...)

4 ATTENZIONE!!!!! La costruzione impersonale di interest e refert non è l'unica, ma: - interest è anche la terza persona singolare di intersum che significa "partecipare", "essere in mezzo" e in questo caso si costruisce personalmente Nihil deo clusum est; interest animis nostris et cogitationibus medius intervenit (Niente è inaccessibile a un dio; è partecipe delle nostre anime e interviene in mezzo ai nostri pensieri) - seguito spessissimo da inter+accusativo significa "c'è differenza"; sempre con questo significato può essere seguito anche da un'interrogativa indiretta disgiuntiva Interest inter conclusionem rationis et animadversionem (C'è differenza fra la conclusione di un ragionamento e la percezione) Praesertim in consule multum interest utrum ipse perniciosis legibus civitatem vexet an alios vexare patiatur (Soprattutto per un console c'è molta differenza fra tormentare la cittadinanza con leggi pericolose e permettere che siano gli altri a farlo) - refert, per come lo abbiamo analizzato finora, deriva da res+fero, ma è anche la terza persona singolare del presente indicativo attivo di refero, "riporto", "porto" Aestas calores refert (L'estate porta caldo) Genitivo di pertinenza "È proprio/tipico di..." in latino si esprime con una funzione del genitivo semplice che è accompagnato dal verbo essere alla terza singolare e che si chiama, appunto, genitivo di pertinenza Est sapientis consilium suum explicare (È proprio del saggio manifestare il proprio pensiero) Opus est Questa espressione si rende con "è necessario", "occorre", "c'è bisogno". La persona cui qualcosa occorre va sempre in dativo, la cosa di cui si ha bisogno o in ablativo (costruzione impersonale, con il verbo essere sempre alla terza singolare) o in nominativo (costruzione personale, opus resterà invariato, il verbo essere concorderà in numero col soggetto) Mihi libris opus est (Ho bisogno di libri)

5 Mihi libri opus sunt (Mi occorrono libri) Sociis auxilio opus erat (Gli alleati avevano bisogno di un aiuto) Haec tibi opus sunt (Queste cose ti servono) Dignus/Indignus Questi due aggettivi si costruiscono con l'ablativo della cosa di cui si è degni o indegni; se sono seguiti da un verbo questo si esprime con una relativa al congiuntivo Dignus sum laude (Sono degno di lode) Indignus est qui a te laudetur (È indegno di essere lodato da te; lett.: è indegno colui che sia lodato da te)