Pubblicazioni Un percorso metodologico
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- Romina Marchesi
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1 Pubblicazioni Un percorso metodologico per la definizione di procedure, protocolli, linee guida Il lavoro di stesura di protocolli procedurali e/o organizzativi del lavoro infermieristico, ha impegnato oltre 100 infermieri, che dal 6 di novembre al 20 dicembre 1998 si sono incontrati per raggiungere 2 obiettivi: definire le attività che gli infermieri svolgono per rispondere ai bisogni del cliente tenendo conto del grado di dipendenza; stesura di 10 protocolli infermieristici trasversali, concordati con la Direzione Generale, come progetto di incentivazione alla produttività Questo lavoro vuole essere il tentativo di proseguire la ricerca rilevazione carichi di lavoro del personale infermieristico svoltasi nella nostra Azienda nel marzo I reports di questa ricerca hanno permesso agli infermieri di comprendere di Francesca Gipponi IPAFD Osp. Maggiore di Crema le possibilità di miglioramento nella risposta al cliente e nell organizzazione del proprio lavoro. METODOLOGIA DI LAVORO Costituzione di un gruppo di coordinamento formato da 10 Capo Sala che ha così lavorato: 1.1 definizione dei criteri di composizione dei gruppi infermieristici; 1.2 pianificazione delle attività e definizione degli obiettivi di ogni gruppo infermieristico attivato; 1.3 definizione del cronogramma di lavoro per i gruppi; 1.4 consulenza; 1.5 formazione; 1.6 supporto; I gruppi infermieristici formati sono in numero di 10 e ogni gruppo è composto da 12 infermieri. Le adesioni sono state raccolte in ogni U.O. dell Azienda dai Capo Sala, gli infermieri hanno aderito spontaneamente al progetto scegliendo tra i 10 protocolli definiti l argomento di loro interesse. 53
2 Il 6 novembre 1998 in un incontro plenario con tutti i gruppi, vi è stata la presentazione del lavoro da svolgere e degli obiettivi da raggiungere. I 10 gruppi hanno così lavorato: 6 incontri di 3 ore ognuno; alla giornata di presentazione ogni gruppo ha definito il proprio calendario con date e orari; nella stessa giornata ogni gruppo ha identificato al proprio interno un coordinatore e un segretario; ogni incontro è stato documentato con un verbale. Il 20 di dicembre ogni gruppo come concordato ha ultimato il proprio lavoro producendo: la stesura del protocollo; la stesura delle attività infermieristiche in risposta ai bisogni del cliente tenendo conto del grado di dipendenza. Questo lavoro ha dato la possibilità agli infermieri di discutere e definire delle basi per: una riorganizzazione del proprio lavoro mettendo al centro il cliente; scrivere protocolli, definendo contenuti, tempi, responsabilità, dati da raccogliere, momenti di valutazione. di Ricerca carichi di lavoro infermieristici che ha dimostrato: che gli stessi interventi infermieristici erogati, si diversificavano a seconda dell Unità Operativa in cui venivano effettuati; che l organizzazione del lavoro infermieristico non è centrato sulla persona con problemi di salute, ma sull attività svolta dal medico all interno dell Azienda. La stesura di protocolli ci permette di raggiungere i seguenti obiettivi: centrare l attenzione degli interventi infermieristici sul cliente; unificare i criteri di attuazione e di valutazione degli interventi infermieristici; razionalizzare le risorse disponibili in modo effettivo, efficace e efficiente sia nell erogazione di interventi che per raggiungere obiettivi organizzativi; disporre di una guida di attuazione dei protocolli che faciliti il professionista nella fase di applicazione; disporre di raccolta di dati di partenza utile a identificare standard che ci permettano in seguito di stabilire livelli di alta qualità nei criteri di valutazione; effettuare un controllo delle attività. La fase di sperimentazione oltre a prevedere una valutazione del protocollo sulla I PROTOCOLLI (intesi come processi base di variabili oggettive e soggettive da operativi) rilevare ha previsto anche una valutazione Il percorso che ci ha aiutato a intrapren- degli infermieri sull utilizzo del protocollo. 54 dere la via dei protocolli è stato il lavoro Dopo la fase di sperimentazione, si è
3 Posizionare il catetere venoso periferico garantendo l infusione di liquidi, farmaci, sangue etc. Informare il paziente in modo dettagliato sullo scopo e le modalità operative del posizionamento di un catetere venoso periferico. Evitare complicanze legate alla situapassati alla fase di applicazione definitiva dei primi due protocolli in tutte le Unità Operative Aziendali. In conclusione, questo lavoro ha permesso al gruppo infermieristico di evidenziare importanti aspetti: la pianificazione come elemento di forte realizzazione di un progetto: è rischioso e inutile iniziare un progetto senza aver stabilito la meta da raggiungere e senza aver definito dettagliatamente il percorso da intraprendere; la ricerca bibliografica (nazionale e internazionale) come strumento fondamentale di revisione delle attività infermieristiche; l analisi organizzativa come strumento di revisione dei processi organizzativi; il cliente/paziente deve essere al centro della nostra professione, lo sforzo da fare oggi nelle nostre organizzazioni è quello di incentivare la cultura di servizio dove tutti gli operatori sanitari mettono la loro professionalità al servizio dei clienti. BIBLIOGRAFIA Protocollo: Il catetere venoso periferico: posizionamento, cura e gestione Il posizionamento di un catetere venoso periferico in un paziente è indicato per la somministrazione di infusioni a breve termine. Con questa via di somministrazione si possono iniettare farmaci direttamente in vena, o praticare infusioni. La via venosa è di particolare utilità, perchè permette di ottenere nel sangue concentrazioni di farmaco in tempi rapidi. È pertanto la via di elezione nelle situazioni di urgenza. L infermiere è responsabile della somministrazione dei farmaci. Il medico è responsabile della prescrizione dei farmaci. Nursing di Base Volume 1e 2 di K. C. Sorensen - J. Luckmann Nursing Principi Scientifici di D. Elhart - S. C. Firsich - S. H. Gragg - O. M. Rees Quaderno del Nursing di Base di I. Agnelli - P. Corazza - M. Canossa - R. Dall'Ovo - P. Chiari - A. M. Pongolini Analisi organizzativa dell assistenza infermieristica delle U. O. e Servizi ospedalieri ex USSL 24 di M. Facco - F. Gipponi - A. Giroletti - S. Mauri - G. Melilli - G. Sangiovanni - M. B. Tessadori Curare la Qualità di A. Bonaldi - F. Focarile - A. Torreggiani Manuale didattico ad uso pratico di M. Pincetti Nervi Piccolo dizionario della qualità di S. Beccastrini, A. Gardini, S. Tonelli OBIETTIVI 55
4 56 zione stessa e alla manovre svolte dall infermiere. DESTINATARI: Tutti i soggetti che necessitano di somministrazione di soluzioni farmacologiche per via venosa immediatamente e a breve termine. MATERIALE OCCORRENTE: Vassoio, compresse di garza o di cotone, disinfettante per cute, agocanula di calibro adeguato, guanti monouso non sterili, cerotti ipoallergici, arcella, cuscinetto, tappi luer lock, soluzione fisiologica in fiale, materiale per tricotomia, halibox per aghi. TEMPI: 5 OPERATORI: 1 IP RESPONSABILITÀ: IP PREPARAZIONE DEL PAZIENTE: Informare il paziente in modo dettagliato sull attività che si va a svolgere: spiegare i motivi, le modalità e i tempi di attuazione della manovra. Se il paziente è cosciente chiedere la sua collaborazione anche per l assunzione di una comoda postura durante la somministrazione. TEMPI: 10 OPERATORI:1 IP RESPONSABILITÀ: IP PREPARAZIONE DELL AMBIENTE: Posizionare il paravento/i se necessario. TEMPI:3 OPERATORI:1 OTA RESPONSABILITÀ: OTA -IP PREPARAZIONE DEGLI OPERATORI: Lavare le mani. Indossare guanti monouso. TEMPI:3 OPERATORI:1 IP RESPONSABILITÀ:IP MODALITÀ OPERATIVE Accertarsi sempre che vi sia la prescrizione medica. Mettere in atto una comunicazione attiva e costante con il paziente durante la procedura. Invitare e/o aiutare il paziente ad andare in bagno se necessario. Invitare e/o aiutare il paziente ad assumere una posizione comoda. Se necessario eseguire la tricotomia. Se necessario rimuovere i monili dagli arti superiori. Posizionare il cuscinetto sotto l arto scelto per l incanulamento. Disinfezione della cute (per l alta disinfezione della cute è necessario mantenere il contatto con il disinfettante da 30 a 60 ). Posizionare il laccio emostatico. Procedere all incanulamento: - pungere la vena scelta con la punta del venflon, - verificare che vi sia il reflusso ematico, - rimuovere il laccio emostatico, - proseguire all incanulamento della vena con la parte flessibile del venflon mentre contemporaneamente si retrae il mandrino. Fissare con cerotti ipoallergici il catetere.
5 Collegare il deflussore al venflon e iniziare l infusione oppure lavare il catetere con fisiologica e chiudere con tappo sterile. Segnare sul cerotto la data di posizionamento. Se necessario detergere la cute circostante. Monitorare il paziente durante l infusione (reazioni allergiche da contatto cutanee o generali). Nei pazienti in infusione di liquidi nelle 24 ore eseguire bilancio idrico. Nell infusione di farmaci la velocità di somministrazione deve rispettare la prescrizione medica. Il venflon può essere lasciato in sede per un tempo medio di 48 ore, salvo diversa necessità. Medicazione del punto di accesso ogni 24 ore. Togliere i guanti e lavare le mani. TEMPI: 10' OPERATORI: 1 IP RESPONSABILITÀ: IP VARIABILI DA CONSIDERARE: Patrimonio venoso del paziente. Verificare la necessità di posizionare presidi di immobilizzazione dell arto qualora la situazione lo richieda. RISCHI PER IL PAZIENTE: Rottura della vena incanulata. Flebiti superficiali. Flebiti profonde. Arrossamenti e infiltrazioni della cute causate dallo stravaso di farmaci particolarmente irritanti. Shock anafilattico. Altre lesioni iatrogene (Es. somministrazione di un farmaco non prescritto; problemi legati a somministrazione errata per alta velocità). RISCHI PER L OPERATORE: Contaminazione accidentale con sangue. Puntura accidentale con l ago utilizzato. RIORDINO DELLA STANZA: Ripristinare l ordine della stanza garantendo comfort al malato. TEMPI: 3' OPERATORI: 1 OTA RESPONSABILITÀ: OTA - IP RIORDINO E SMALTIMENTO DEL MATE- RIALE: Smaltire il materiale sporco negli appositi contenitori. Pulire e disinfettare vassoio e arcella. Riordinare il restante materiale. TEMPI: 5' OPERATORI: 1 OTA - IP RESPONSABILITÀ: OTA - IP VALUTAZIONI Verificare l efficacia dell attività svolta e rispondere agli obiettivi preposti. VARIABILI OGGETTIVE Immediatamente dopo la manovra rilevare l assenza di: Shock anafilattico. Tachicardia. Bradicardia. Ipertensione. Ipotensione. Aritmie. Sudorazione profusa. Rottura della vena. 57
6 Dolore. Stravaso del farmaco somministrato. Nel tempo valutare l assenza di: Presenza di arrossamento della cute circostante il punto di inserzione. Presenza di infiltrato. Flebiti superficiali. Flebiti profonde. Disidratazione. Edema. CRITERI I pazienti con catetere venoso periferico non devono presentare arrossamento e pus nel punto di inserzione. I pazienti con catetere venoso periferico non devono presentare dolore, arrossamento e indurimento del decorso venoso. I pazienti devono ricevere le informazioni necessarie per la comprensione dell attività (protocollo) messa in atto. 58 VARIABILI SOGGETTIVE INDICATORI Rilevare la presenza di: Rilevare la presenza di arrossamento e Grado di tollerabilità del paziente alla pus nel punto di inserzione del catetere. somministrazione di farmaci e infusioni. Rilevare la presenza di dolore, arrossamento e indurimento del decorso venoso Comprensione della finalità dell intervento messo in atto. interessato. Disponibilità ad esternare il disagio. Rilevare lo stato comportamentale del Modificazioni comportamentali (depressione, nervosismo, intolleranza, ecc ). paziente rispetto all attività messa in atto. STANDARD DI RISULTATO PREVISTO VALUTAZIONE DEL PROTOCOLLO POSI- 80% dei pazienti che necessitano di posizionamento del catetere venoso periferico ZIONAMENTO CURA E GESTIONE DEL CATETERE VENOSO PERIFERICO non devono presentare arrossamento e pus OBIETTIVI: nel punto di inserzione del catetere. Posizionare il catetere venoso periferico garantendo l infusione di liquidi, far- posizionamento del catetere venoso peri- 80% dei pazienti che necessitano di maci, sangue etc. ferico non devono presentare dolore, Informare il paziente in modo dettagliato arrossamento e indurimento del decorso sullo scopo e le modalità operative del posizionamento di un catetere venoso periferico. 100% dei pazienti che necessitano di venoso interessato. Evitare complicanze legate alla situazione stessa e alla manovre svolte dal- devono ricevere le informazioni posizionamento catetere venoso periferico necessarie l infermiere. per comprendere l attività messa in atto.
7 UNITÀ OPERATIVA DI SCHEDA DI VALUTAZIONE PROTOCOLLO: POSIZIONAMENTO, CURA E GESTIONE DEL CATETERE VENOSO PERIFERICO UTILIZZO DEL PROTOCOLLO: SI NO PUNTO DI INSERZIONE: VA BENE ARROSSAMENTO PUS DECORSO VENOSO: VA BENE DOLORE INDURIMENTO ARROSSAMENTO TEMPO DI PERMANENZA DEL CATETERE: INFERIORE 24 ore 24 ore 48 ore 72 ore SUPERIORE 72 ore MOTIVO DELLA RIMOZIONE: INFORMAZIONI AL PAZIENTE: PAZIENTE COLLABORANTE PAZIENTE NON COLLABORANTE RICHIESTA ULTERIORI INFORMAZ. IL PAZIENTE NON È STATO INFORMATO MOTIVO: DATA POSIZIONAMENTO DATA RIMOZIONE RISULTATO RISULTATO CRITERIO: Assenza di tutte le variabili oggettive considerate nella valutazione. INDICATORE: Rilevazione delle variabili oggettive considerate nella valutazione. STRUMENTO: Scheda di Valutazione (in allegato). STANDARD: 90% di assenza delle variabili oggettive valutate. Nel paziente cosciente rilevare le variabili soggettive attraverso domande mirate relative alla manovra di posizionamento di un catetere venoso periferico (intervista). Revisione del protocollo: 1 volta all anno nel mese di giugno. Tempi di sperimentazione: due mesi. Reparti coinvolti nella sperimentazione: tre U.O. (area medica, chirurgia e critica). Applicazione definitiva in tutte le U.O. a sei mesi dopo la valutazione del periodo di sperimentazione. Nella fase di sperimentazione oltre alla valutazione della soddisfazione del paziente e delle variabili, verrà svolta anche una valutazione sulla completezza e adeguatezza del protocollo stesso con una scheda di valutazione da parte dell infermiere ogni volta che utilizza il protocollo. Nella fase di applicazione definitiva del protocollo la valutazione verrà svolta attraverso una verifica random con l utente (variabili soggetive), e una verifica random del protocollo (variabili oggettive). 59
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