Comunità Residenziale per persone affette da demenza lieve
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- Adriano Paoli
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1 Progetto sperimentale Nuove forme di residenzialità Comunità Residenziale per persone affette da demenza lieve A cura di: ASL di Brescia GRG Strutture Demenze Dott.ssa Fausta Podavitte - Direttore Dipartimento ASSI Dr. Augusto Olivetti - Direttore D.G.D. 5 Prof. Marco Trabucchi Dr. Stefano Boffelli - Fondazione Poliambulanza Dr. Orazio Zanetti IRCCS Fatebenefratelli 1
2 Il modello Maggio Premessa A distanza di tre anni dalla elaborazione, da parte dell ASL di Brescia, del Progetto Sperimentale Nuove forme di residenzialità leggera per anziani, che ha dato vita alle Comunità Residenziali ed a distanza di due anni dall apertura delle prime unità di offerta di questa tipologia, nasce un nuovo progetto. Esso prevede la creazione sperimentale di Comunità Residenziali dedicate a persone affette da demenza lieve. L idea prende spunto prioritariamente da due fattori: - è stato appurato che non può esistere una proficua convivenza in Comunità Residenziale fra anziani lievemente o moderatamente compromessi nell autonomia e persone con decadimento cognitivo e disturbi comportamentali, per intolleranza dei primi verso questa tipologia di ospiti; - il numero di persone affette da demenza è in crescita, in relazione all invecchiamento della popolazione. L affinata capacità diagnostica maturata dalle Strutture per le demenze e l anticipazione dei tempi di diagnosi, hanno evidenziato un numero assai elevato di anziani con demenza non così gravemente compromessi da essere inseriti in RSA, ma con necessità di vigilanza, oltre che di supporto, già nella fase iniziale della malattia. La nuova unità di offerta presentata in questo documento mutua dalla Comunità Residenziale per anziani (Documento ASL luglio 2010) gli aspetti strutturali e gestionali minimi, oltre che la sua collocazione nella rete, nel centro abitato e nella vita sociale. Specifici invece sono i criteri di individuazione degli ospiti idonei ad essere accolti, oltre che di dimissione verso altra tipologia di struttura, gli specialisti di riferimento, la formazione richiesta per il personale, gli arredi, la valorizzazione degli spazi. Questa tipologia di Comunità Residenziale offre una residenzialità temporanea ai malati affetti da demenza lieve, sia per un periodo di tempo transitorio, in attesa di una riorganizzazione del ritorno al domicilio, sia per un periodo medio-lungo (p.e., mesi) ritardando l ingresso in RSA. Un fattore rilevante è l alleanza che si deve instaurare con il malato per avere il suo assenso ad un progetto di vita in Comunità. Il Progetto ha l ambizione di rendere la Comunità Residenziale una risposta qualificata, protettiva ed economica al bisogno di un ambiente di vita adatto alla persona malata. E un alternativa alla vita a domicilio con badante, soluzione non sempre sostenibile dalle famiglie, su cui gravano tutte le incombenze in qualità di datori di lavoro, oltre che le sostituzioni nei giorni di libertà, la gestione della casa, con garanzia di vitto e alloggio anche per la badante. Un opzione nuova pertanto, da testare con un piccolo numero di posti letto, per ampliare le tipologie di unità di offerta del territorio e avvicinarle sempre più ai bisogni attuali. 2 Il contesto locale L attenzione verso il paziente affetto da decadimento cognitivo e demenza nell ASL di Brescia è alta da anni e numerosi e qualificati sono gli interventi già in atto. L elaborazione di un PDTA dedicato, costruito con l apporto degli addetti ai lavori, si è rivelato un passo importante nella valorizzazione dell esistente, ma anche favorente l apertura di nuovi orizzonti e l ideazione di risposte innovative. 2
3 Un indagine effettuata nel 2011 nell ASL ha evidenziato ben persone con demenza, di cui con diagnosi certa, con DA, con altre forme di demenza. In RSA risultavano inseriti pazienti, di cui con DA (Demenza di Alzheimer), mentre in lista d attesa; pazienti hanno invece fruito di ADI. L età media è di 83 anni per le donne e 79,4 per gli uomini. Un progetto sperimentale di sostegno domiciliare attuato nel 2013, grazie a risorse del FNA, ha evidenziato l alto gradimento da parte dei caregiver di interventi psicoeducativi domiciliari, di cui hanno fruito circa 120 pazienti non in carico ad altri servizi, evidenziando un bisogno sommerso. Sono pertanto numerosi gli anziani con demenza gestiti da familiari e badanti; a questo folto numero di situazioni si rivolge la Comunità Residenziale dedicata. 3 Tipologia degli ospiti della Comunità Residenziale per persone con demenza lieve Questa tipologia di Comunità si rivolge a persone affette da Mild Cognitive Impairment (MCI) e da demenza lieve, le cui necessità di supervisione e di supporto nelle attività quotidiane (compiti che coinvolgono la sfera cognitiva e lo stato funzionale) vengono abitualmente soddisfatte da familiari di primo grado, o in loro assenza, da persone che appartengono alla rete amicale (amici, vicini di casa). Meno frequentemente sono i familiari di secondo grado che si attivano per la gestione e la supervisione del malato, più spesso ricorrendo ad un controllo continuativo privato (governante, badante). Nella Comunità pertanto il personale previsto è di tipo assistenziale, con il coordinamento di una figura esperta di gestione delle relazioni e dell organizzazione di servizi. Per gli ospiti di questo tipo, la richiesta di ricovero in strutture residenziali può essere legata a condizioni di isolamento sociale (assenza di familiari, o loro presenza così limitata da non coprire i bisogni ed i tempi di supervisione), o al venir meno dei sistemi di supporto e controllo familiare (malattia o decesso del principale caregiver). Inoltre, condizioni di tipo clinico o funzionale possono determinare la necessità di un supporto residenziale, anche per un periodo temporaneo: per esempio, la convalescenza da una malattia acuta o la perdita delle attività strumentali della vita quotidiana dopo un evento maggiore (intervento chirurgico, intervento ortopedico). In tali situazioni, è dimostrato dalla letteratura che servizi di cura specifici possono migliorare la qualità della vita dei malati e la loro soddisfazione personale, anche nella fase lieve di malattia (Banerjee S et al, 2007). Di seguito vengono brevemente descritti i criteri di ammissione o esclusione dei malati di demenza di grado lieve ai fini dell inserimento nella Comunità Residenziale low profile, alternativa ad una gestione domiciliare non più sostenibile per motivi clinici, funzionali, organizzativi, ed anche ad un inserimento in RSA troppo precoce. Inoltre vengono precisate modalità di valutazione e competenze. a) Criteri di ammissione e di esclusione. Cognitività: possono venire ricoverati i malati con diagnosi di Mild Cognitive Impairment (MCI) e demenza lieve (MMSE compreso tra 30 e 18/30; Clinical Dementia Rating: da 0.5 a 1). Disturbi del comportamento: Non devono essere rilevati disturbi psicocomportamentali (BPSD) disturbanti (es.: aggressività, wandering, disturbi sonno/veglia), oppure che abbisognino di una costante supervisione per la sicurezza del malato e delle altre persone (malati, personale di assistenza). Un'eccezione può essere rappresentata solo da apatia e depressione (UCLA NPI: < 18/144). Funzione: la perdita di alcuni item delle IADL non è un elemento di esclusione. Sono 3
4 inseribili nella comunità persone che hanno perso una sola funzione di base della vita quotidiana (fare il bagno, in quanto è la prima funzione persa); oltre a questa, può essere presente anche un altra funzione compromessa, che richieda solo supervisione (p.e. vestirsi o lavarsi). Bisogno psicosociale: già nel corso della visita ambulatoriale presso la Struttura per le demenze ed inoltre approfonditi dalle UCAM di riferimento, vanno chiariti i motivi per cui i pazienti con demenza lieve debbano essere accolti in struttura, giustificando il cambiamento rispetto alla vita abituale al domicilio, sia che il paziente sia solo o gestito con aiuto (familiari, badante, Centro Diurno, SAD-ADI). Motivi di esclusione: non sono accoglibili in Comunità persone non gestibili nell'ambito dei limitati supporti disponibili, pertanto: -malati con bisogni assistenziali elevati nelle BADL (necessità di aiuto per lavarsi/vestirsi, presenza di incontinenza stabile) -malati con decadimento cognitivo moderato-severo (MMSE <18/30) -malati con BPSD disturbanti per sé e per gli altri (insonnia, vocalizzazioni, aggressività, deliri, allucinazioni, wandering, etc). -malati con elevata instabilità clinica e/o bisogno di supporti assistenziali che richiedano una qualificata presenza assistenziale. b) Valutazione del paziente ed indicazione al ricovero La presenza dei criteri sopraindicati sarà rilevata, nel singolo malato, da parte dell'equipe della Struttura per le Demenze di riferimento, in collaborazione con l UCAM ed il MMG, che dovrà occuparsi del proprio assistito anche in comunità. L obiettivo è di rispondere ai sopravvenuti bisogni assistenziali e sociali del malato nel corso della demenza, garantendo una continuità fra gli interventi domiciliari e le RSA, dedicate storicamente alla gestione della fase severa di malattia. Si vuole così favorire la vita in comunità di un gruppo di persone affette da deficit cognitivo, ma in grado di esprimere il proprio consenso per il trasferimento in esse e per permanervi. Persone quindi capaci di una vita ancora parzialmente autonoma all'interno ed all'esterno (pur con facilitazioni), bisognose prevalentemente di interventi di supporto per l'esecuzione delle terapie, di accompagnamento nelle varie fasi della giornata, di controllo nelle normali attività della vita quotidiana, di prevenzione degli eventi clinici intercorrenti. Di fatto, la struttura si pone l obiettivo di garantire una vita nell'ambito della comunità che possa essere di soddisfazione per gli ospiti e le loro famiglie. c) Assessment multidimensionale (VMD) (ingresso, follow up, dimissione) La valutazione del paziente deve essere effettuata utilizzando la VMD già in atto, secondo il PDTA della ASL di Brescia (ASL Brescia, 2011). In particolare, vengono valutate le funzioni cognitive (MMSE, CDR) ed i disturbi del comportamento (UCLA NPI, stress del caregiver), lo stato funzionale (IADL e BADL: funzioni perse), cui si deve aggiungere una valutazione puntuale della comorbilità (scala CIRS) per escludere malati con elevato carico medico-infermieristico. Le UCAM ASL, in accordo con MMG e operatori della comunità residenziale e quelli sociali del Comune, completano la valutazione, evidenziando le motivazioni dell ingresso e gli obiettivi di intervento, per definire un piano individuale. La verifica di funzionalità di Progetto prevede una prima valutazione di ingresso, corrispondente alla valutazione della Struttura per le demenze ed alle informazioni relative a pazienti e familiari, attraverso l utilizzo di un programma già in uso per le Comunità Residenziali per quanto riguarda: - dati anagrafici; - motivo di ammissione e dimissione; 4
5 - tipologia di servizi aggiuntivi attivati; - tipologia e ore lavoro operatori; - tipologia ed attività garantite da volontari e familiari; - la registrazione degli esiti delle scale di valutazione. Considerata la tipologia degli ospiti, è fondamentale garantire valutazioni periodiche trimestrali, oltre alla valutazione alla dimissione. d) Sintesi degli item per la valutazione durante la degenza in struttura Cognitività (MMSE) Funzione (IADL e BADL perse) BPSD (UCLA NPI) Indicatori di stabilità clinica (numero di visite al Pronto Soccorso, numero di ricoveri ospedalieri durante la degenza) ed indicatori del grado di protezione necessario: numero attivazioni ADI, ADP, SAD, MCA Scala di soddisfazione del familiare L obiettivo è di raccogliere informazioni in modo rapido quanto efficace, per valutare l efficacia della struttura sulla stabilità del malato ed il gradimento di malato e famiglia. e) Consenso del paziente Data la diagnosi di demenza lieve, è necessario considerare la capacità decisionale del malato; deve essere garantito un consenso informato, che riporti in modo semplice e sintetico i motivi del ricovero, gli obiettivi, la libertà di rivalutare il passaggio successivo alla struttura, organizzando un ritorno al domicilio (quando oggettivamente possibile) o la prosecuzione delle cure in RSA. 4 Gestione del malato Clinica La responsabilità della salute degli ospiti rimane in carico al MMG. Per i controlli riguardanti i disturbi cognitivi, la presenza di disturbi comportamentali o di polipatologia associata, resta la competenza della Struttura per le Demenze di riferimento (accesso telefonico o elettronico via ). Assistenziale La supervisione funzionale sulle attività strumentali e di base (IADL, fare il bagno) è di competenza della struttura ospitante. Vanno individuati programmi che prevedano la stimolazione del ritmo di vita quotidiano (pasti, sonno), le attività di riattivazione cognitiva, funzionale, ludica. Tali programmi possono essere simili a quelli già esistenti per i Centri Diurni Integrati, dato il lieve deficit cognitivo. Strutturale L ambiente deve essere organizzato in modo da ridurre il rischio di confusione e disorientamento (luci, colori, illuminazione, segnaletica interna). Sono previste indicazioni di sicurezza per gli ambienti a rischio (ascensori, scale, ingressi). Durata della degenza I malati possono ritornare al domicilio se si modificano le condizioni che avevano determinato l ingresso in struttura (p.e. guarigione del caregiver principale). Inoltre, gli ospiti possono essere trasferiti in RSA in caso di aggravamento cognitivo, clinico o funzionale. 5
6 5 Passaggio ad altro luogo di vita (domicilio, RSA) L UCAM, in accordo con MMG, Struttura per le Demenze, Comunità Residenziale e Comune, rivaluta l ospite ai fini della dimissione verso altro ambiente di vita, supportando la famiglia nella scelta ed inserendo la persona in lista d attesa per l ingresso in RSA, quando nuova soluzione. In particolare se, alla valutazione di controllo, il MMSE risultasse sotto il cut off di 18/30, per il paziente deve essere previsto il trasferimento in struttura più adatta. 6 Fase avvio Nelle fasi iniziali dello studio si ipotizza un'adozione elastica dei criteri di accoglienza, sia per facilitare la saturazione dei posti disponibili in tempi ristretti, sia per identificare su base sperimentale in modo più accurato la finestra delle condizioni di malattia che meglio si prestano ad un'assistenza nelle comunità residenziali. Inizialmente sarà anche importante trasmettere ai cittadini un messaggio positivo sulla vita nella comunità, per evitare che venga assimilata ad una RSA e per fare comprendere i punti di forza rispetto al domicilio per alcune situazioni selezionate. 6
7 Modalità organizzative e soggetti coinvolti a livello distrettuale Il Distretto Socio Sanitario e i Comuni Il Distretto Socio Sanitario e i Comuni costituenti l'ambito intervengono direttamente, per le specifiche competenze, a sostegno della Comunità Residenziale non solo nella valutazione,ma anche per la eventuale attivazione ed erogazione dei Servizi sociosanitari e sociali a favore degli ospiti. In particolare: rilevano e pianificano i bisogni sociali e socio-sanitari; elaborano il Piano di Assistenza Individuale (PAI), orientato alla più bassa intensità praticabile; Il Distretto Socio Sanitario mediante l'ucam, in accordo con il MMG: delinea, in base alle caratteristiche assistenziali, i seguenti parametri: 1. necessità di prestazioni terapeutiche, farmacologiche, controlli clinici anche a periodicità predefinita; 2. l attivazione dell ADI nelle sue varie forme, prestazionali e con profili assistenziali, solo per il periodo temporaneo di bisogno; 3. attivazione dell ADP del MMG; 4. attivazione di procedure per le prestazioni protesiche; 5. aggiornamento periodico del quadro generale dell ospite. I Comuni mediante l'assistente Sociale: delineano, sulla base delle richieste dell'utente o dei familiari, i bisogni assistenziali e sociali e provvedono all'aggiornamento periodico della situazione sociale; contribuiscono, se ritenuto obiettivo perseguibile, ai costi della retta, totalmente a carico dell ospite e della sua famiglia. Il Medico di Medicina Generale è il responsabile della gestione clinica del proprio paziente ospitato; effettua, nei propri orari di attività, i controlli clinico diagnostici necessari all interno della Comunità, di norma in fasce orarie prestabilite, definite in accordo con l'ucam ed il coordinatore della comunità residenziale; garantisce la continuità della conduzione clinica, integrandosi con i medici del Servizio di Continuità Assistenziale (MCA); compila e aggiorna il diario clinico come avviene al domicilio dei pazienti, con particolare riferimento all'eventuale terapia e/o accertamenti prescritti; mantiene i rapporti, in accordo con le UCAM, con la struttura per le demenze che ha in carico l ospite. L'Ente Gestore Garantisce interventi di natura alberghiera ed assistenziale a supporto dell ospite, quale ausilio delle attività quotidiane; fornisce i servizi generali (es. pulizie, lavanderia, manutenzioni); mantiene una lista di attesa delle persone considerate idonee all ingresso in base ai requisiti descritti in precedenza. 7
8 I Familiari Vengono coinvolti nella fase decisionale di ingresso in Comunità Residenziale e, quando presenti, nella partecipazione alla vita della Comunità, in base alle loro disponibilità. Strumenti per la gestione assistenziale. Essi sono: PIANO ASSISTENZA INDIVIDUALE (PAI): contenente tutte le informazioni a seguito di valutazione multidimensionale a cura dell UCAM ASL e dell Assistente Sociale Comunale, oltre alle motivazioni della scelta della Comunità. Il piano viene aggiornato in caso di sostanziali cambiamenti;contiene oltre ai dati sociali, i riferimenti ad eventuali bisogni sanitari dell ospite. PATTO DI ASSISTENZA: è redatto per ciascun ospite e da esso sottoscritto e/o dai familiari e dal Coordinatore della struttura. Contiene i Servizi offerti e gli impegni assunti relativamente ai costi del soggiorno in comunità residenziale ed alle responsabilità. RIEPILOGO DEL RUOLO E DELLE RESPONSABILITÀ DEGLI ATTORI Attivazione Cure domiciliari ADI Assistenza medica diurna Assistenza Medica Notturna, Festiva e Prefestiva Assistenza Protesica Assistenza Farmaceutica Servizio di lavanderia e stireria Servizio di portierato Servizio trasporti Ospiti Servizio Pasti Servizio di assistenza alla persona Servizio di pulizia Servizio di manutenzione e utenze Assistenza sociale Servizio Amministrativo UCAM (Unità Continuità Assistenziale Multidimensionale) distrettuale, integrata dal Medico di Medicina Generale Medico di Medicina generale Medico di Continuità Assistenziale Ufficio protesico distrettuale mediante UCAM Medico di Medicina generale con farmaceutica territoriale Ente gestore anche mediante affidamento a ditta esterna Ente gestore o volontari Familiari degli ospiti o volontari Ente Gestore anche mediante affidamento a ditta esterna Ente Gestore Ente Gestore anche mediante affidamento a ditta esterna Proprietario o concessionario dello stabile Comune di provenienza Ente Gestore Documentazione sanitaria e sociale La documentazione utilizzata è composta dal fascicolo utente formato dalle seguenti sezioni: scheda di valutazione Struttura delle Demenze; diario clinico; piano Assistenza Individuale (PAI); patto di Assistenza; scheda di valutazione del Medico (CIRSS). Tale documentazione si configura come supporto ad attività equiparabili all assistenza 8
9 domiciliare svolta presso il domicilio abituale. L aggiornamento del diario clinico è curato dal M.M.G. oltre al Medico di Continuità Assistenziale. Requisiti strutturali minimi generali 1. Altezza 2.70 m, solo per corridoi e bagni 2.40 m; 2. superficie minima per le stanze a un letto 9 mq, per quelle a due letti 14 mq; eventuali stanze a quattro letti devono avere una superficie di 28 mq; 3. aereo illuminazione naturale indispensabile per le stanze di degenza corrispondente a 1/8; 4. presenza di un bagno assistito; 5. eventuali dispositivi per chiamate di emergenza nelle camere 6. i bagni a norma per disabili devono essere presenti in numero di almeno n.1 per piano, gli ulteriori bagni dovranno rispondere al requisito dell'adattabilità; 7. almeno una cucina per la porzionatura e scaldavivande; 8. una sala da pranzo; 9. un locale polivalente per le attività collettive riabilitative e/ socializzazione; 10. un locale stazionamento personale, utilizzabile anche dal MMG ed altri operatori (es. ADI); 11. eventuale locale (spazio) per la reception/informazioni; 12. servizio igienico e spogliatoi per il personale (se inferiori a n.10 unità non è necessaria la divisione per sesso); 13. arredi, attrezzature tali da consentire agevoli operazioni di pulizia ed adeguate condizioni di sicurezza (evitare: spigoli acuti, gradini, radiatori sporgenti, infissi con bordi taglienti, ecc.). TABELLA STANDARD STRUTTURALI STRUTTURA SOCIO-SSISTENZIALE DI RIFERIMENTO Camere a due posti letto Camere a un posto letto Sevizi igienici Spazi collettivi (soggiorno + sala da pranzo) Ufficio/Ambulatorio/Infermeria Superficie minima 14 mq Superficie minima 9 mq Superficie minima 5 mq Superficie minima 1,5 mq x utente (soggiorno) Superficie minima 1,5 mq x utente (sala da pranzo) Superficie minima 15 mq Cucina per porzionatura e scaldavivande Superficie minima 20 mq Atrio Bagno assistito Spogliatoi con servizi igienici personale La struttura dovrà essere priva di barriere architettoniche. 9
10 Standard personale (requisiti gestionali minimi) Per il personale di assistenza si prevede la presenza di un ASA 24 ore su 24 e possibilmente la compresenza di un secondo ASA per n. 8 ore giornaliere nei momenti di maggiore necessità assistenziale. E' possibile prevedere la presenza di eventuali badanti, che possono integrare o sostituire parte delle funzioni ASA, di aiuto nella cura delle persone e vigilanza e tutela di notte e nelle ore pasti. Anche i volontari possono diventare una risorsa aggiuntiva, di ausilio nelle attività di assistenza, trasporto, animazione, oltre che alberghiere. In questo caso è consigliabile garantire percorsi informativi e formativi, affinchè acquisiscano maggior dimestichezza con la tipologia di ospiti. La comunità residenziale è coordinata da un operatore con capacità organizzative e di gestione delle relazioni. Tale figura, con presenza part-time per una comunità di 20 posti letto, deve avere preferenziale la qualifica di Assistente Sociale, Psicologo o Educatore, considerata la tipologia degli ospiti ed in particolare la rilevanza del clima di vita comunitaria, oltre che delle dinamiche che scaturiscono dal coinvolgimento contestuale di familiari, volontari ed altre figure. Retta mensile ospite La retta media, totalmente a carico dell ospite o della sua famiglia, deve essere inferiore alla retta minima applicata dalle RSA del territorio, per rendere la struttura fruibile. Questo principio è già applicato nelle Comunità Residenziali per anziani in funzione nel territorio dell ASL. La dimensione delle Comunità Residenziali per persone con demenza lieve è inferiore ai 20 posti letto previsti per le altre Comunità Residenziali e si attesta fra i 12/15 posti letto, per renderne più sicura la gestione e la sorveglianza. La retta mensile prevista è stata ipotizzata indicativamente fra i 1.400/1.500 euro, mentre la retta applicata nelle Comunità Residenziali per anziani è di circa euro. Uno degli obiettivi trasversali ai progetti sperimentali di nuove forme di residenzialità rimane l economicità della soluzione, accanto all innovazione nella conduzione della vita quotidiana nella comunità. 10
11 Iter avvio Comunità Residenziale per persone con Demenza lieve Procedure per le sperimentazioni Norme di riferimento: DdG del n DGR del n.8/11497 La DGR 17 marzo 2010 n. 8/11497 evidenzia il bisogno emergente di aumentare le unità di offerta sociali a favore di anziani in condizioni di fragilità, ma ancora con un buon grado di autonomia, per le quali non è pertinente l accesso al sistema di offerta socio sanitario. Delle due tipologie già esistenti, la prima, comunità alloggio, è ancora considerata sperimentale, la seconda, gli alloggi protetti, più numerosamente presenti, viene definita negli standard dalla DGR sopra citata. La DdG n.1254 del , al titolo 5 Sperimentazioni di nuove unità di offerta (art. 13, comma 1, lettera B, L.R. 3/2008), precisa che i Comuni hanno la funzione di riconoscere e promuovere la sperimentazione di nuove unità di offerta e di nuovi modelli gestionali nell'ambito della rete sociale, nel rispetto della programmazione regionale. Il quadro normativo, pertanto, caratterizzato dalla previsione di una rete aperta e dinamica di unità di offerta, offre la possibilità ai Comuni di sperimentare nuove unità di offerta sociali, purchè compatibili con gli obiettivi e i contenuti della programmazione regionale e locale. Le sperimentazioni avviate sul territorio regionale, dovranno pertanto essere approvate con specifici provvedimenti dal Comune/Ambito territoriale in cui vengono realizzate. In tali provvedimenti dovranno minimamente essere esplicitate le specifiche tecniche ed organizzative del servizio e/o prestazioni erogate, le tempistiche previste per la sperimentazione, gli eventuali obblighi assunti dal Comune/Comuni. Gli atti adottati dai Comuni andranno comunicati alla Direzione Generale Famiglia e Solidarietà e Sociale della Regione Lombardia, anche ai fini dell'adozione dell'eventuale e successivo provvedimento di competenza della Giunta regionale. La Giunta regionale, effettuate le opportune verifiche, può disporre, al termine della sperimentazione e a seguito di istanza del Comune singolo o dei Comuni associati che hanno avviato la sperimentazione e comunque previa definizione dei requisiti di esercizio, l'inserimento del nuovo servizio nella rete delle unità di offerta sociali. 11
12 Allegato n. 1: Scale di valutazione a cura delle Strutture per le Demenze (MMSE, CDR, BADL, IADL, CIRS, UCLA NPI) Soddisfazione utente (familiare) Consenso del paziente al ricovero Bibliografia essenziale ASL Brescia Percorso diagnostico terapeutico - assistenziale nel decadimento Cognitivo/demenza - ASL Brescia, ASL Brescia Nuove prospettive di vita comunitaria per gli anziani ASL Brescia, 2010 Banerjee S, Willis R, Matthews D, et al. Improving the quality of care for mild to moderate dementia: an evaluation of the Croydon Memory Service Model - Int J Geriatr Psychiatry 2007; 22: Trabucchi M, et al. Le demenze - III Ed. UTET, Trabucchi M, Boffelli S. La gestione del paziente demente - Critical Medicine Publishing Roma, Podavitte F., Scarcella C., Trabucchi M Residenze low cost per anziani: proposta di un modello - Psicogeriatria Supplemento 2011, rivista Italiana Psicogeriatria Fotolito Immagine Scarcella C., Mattana E., Podavitte F. Le comunità residenziali. I primi passi della sperimentazione - Sanità Pubblica e Privata n. 6, 2011 Maggioli Editore 12
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