UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTA DI PSICOLOGIA
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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTA DI PSICOLOGIA Corso di Laurea Specialistica in Psicologia Clinica TESI DI LAUREA INTELLIGENZA EMOTIVA: CORRELAZIONI TRA STRUMENTI DI MISURAZIONE E VALIDAZIONE DI TEST EMOTIONAL INTELLIGENCE: CORRELATIONS BETWEEN INSTRUMENTS AND TEST VALIDATION Relatore Prof. ssa Zammuner Vanda Lucia Laureanda Prencipe Giuseppina Matricola Anno Accademico
2 PREMESSA Lo scopo del presente lavoro è quello di descrivere e di ricostruire le tappe di un nuovo ed emergente costrutto della psicologia, quello dell intelligenza emotiva; di consolidare e soprattutto provare se si possa parlare di un costrutto a sé stante anziché di un costrutto che si sovrappone ad altri già esistenti di intelligenza generale. L elaborato, innanzitutto, vuole essere un percorso che si snoda attraverso la definizione che gli psicologi hanno dato del costrutto nel corso della letteratura, delinearne i modelli psicologici sottostanti e dare un quadro d insieme dei molteplici approcci allo studio dell intelligenza emotiva. Questo lavoro vuole sperimentalmente, convalidare uno strumento di misurazione dell intelligenza emotiva (Msceit), verificare l esistenza di una intelligenza che sia indipendente dall intelligenza generale sulla base di supposte correlazioni tra test che misurano l intelligenza emotiva (Msceit, Tieit) e test di personalità, come il Big-Five, o test dell umore, come il Poms, stabilire se esistono differenze individuali nel percepire le emozioni in base al genere, all età o al livello di istruzione. Con la ricerca si è voluto analizzare, tramite la somministrazione dei test suddetti e tramite le loro intercorrelazioni e correlazioni, come i soggetti rispondono all intelligenza emotiva, valutando i risultati dei punteggi ottenuti. 5
3 CAPITOLO 1 L INTELLIGENZA EMOTIVA 1. EI: Un nuovo costrutto L intelligenza emotiva o Emotional Intelligence (EI) è relativamente una nuova e crescente area di ricerca del comportamento ed è per questo che in letteratura sono molte le definizioni e molti gli studiosi a teorizzarla per cui non vi è un unica e univoca definizione della stessa. Sebbene Thorndike (1921), che già stava già scrivendo sull intelligenza emotiva, introducendo il termine intelligenza sociale riferendosi con essa a la capacità di gestire uomini e donne, ragazzi e ragazze, di agire saggiamente nelle relazioni umane e Guilford (1956), e dopo Gardner (1983) avevano accennato a come le emozioni siano importanti per le funzioni intellettuali, il termine EI non fu introdotto nella convenzionale psicologia fino al 1990, anno in cui due psicologi, Peter Salovey e John Mayer, per primi ne coniarono il termine: (EI), riferendosi con esso all abilità di riconoscere il significato delle emozioni e le loro relazioni, all abilità di ragionare e risolvere i problemi sulla base di esse. Prima di loro, Wechsler (1940), propose un modello di intelligenza in cui erano presenti fattori non intellettivi dell intelligenza generale, tra cui fattori affettivi, personali e sociali e ponendo per l appunto l accento su fattori non cognitivi. Egli definì l'intelligenza come l'aggregato o la capacità globale dell'individuo di agire di proposito, di pensare razionalmente e di occuparsi efficacemente del suo ambiente. Ancora, nel 1943 Wechsler proponeva che le abilità non intellettive fossero essenziali per predire le capacità di un individuo di aver successo nella vita. Successivamente Howard Gardner, psicologo della Harvard School of Education, scrisse sull'intelligenza multipla nel Egli sosteneva che l'intelligenza 6
4 intrapersonale e interpersonale ed il tipo di intelligenza (misurata tipicamente dal quoziente intellettivo e prove affini) fossero ugualmente importanti. Nella prima formulazione della teoria, Gardner (1983) descrisse sette principali tipi di intelligenza: verbale, logico-matematica, spaziale, cinestetica, musicale, abilità intrafisiche (intuito, appagamento interno) e intelligenza personale, i tradizionali aspetti cognitivi quindi conviverebbero con quelli emotivi. Gardner riteneva che l intelligenza non fosse formata da un'unica componente generale che può esprimersi in diverse forme, bensì che fosse composta e potesse essere suddivisa in Intelligenza Interpersonale, ossia la capacità di comprendere gli altri, le loro reazioni, i loro bisogni, le loro emozioni e intenzioni; e in Intelligenza Intrapersonale, ossia la conoscenza dei propri processi interni e dei propri sentimenti e la capacità di sviluppare un accurato modello del Sé e di usarlo efficacemente per operare nella vita. Salovey e Mayer furono i primi, come già detto, a coniare il termine intelligenza emotiva nel Essi descrissero l'intelligenza emotiva come una forma di intelligenza sociale che coinvolge la capacità di controllare le sensazioni e le emozioni proprie e quelle degli altri, per discernere fra esse e usare queste informazioni per guidare i propri pensieri e azioni, (Salovey & Mayer, 1990). Salovey e Mayer inoltre iniziarono un programma di ricerca progettato per sviluppare valide misure dell'intelligenza emotiva e per esplorare la sua importanza. Originariamente questi ricercatori conclusero che l EI consiste in tre processi mentali: valutazione e espressione delle emozioni proprie e degli altri, la regolazione e la gestione delle emozioni. L intelligenza emotiva (Salovey e Mayer ) fu pertanto definita come la capacità di monitorare le proprie ed altrui emozioni, di differenziarle e di usare tale informazione per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni. Nel 1997 essi ridefinirono l EI in quattro abilità mentali: 1. percezione/identificazione delle emozioni, 2. integrazione delle emozioni in processi cognitivi, 3. comprensione delle emozioni, 7
5 4. gestione delle emozioni. Essi posero l accento sulla capacità di pensare i sentimenti e sulla capacità di regolare le emozioni. Attualmente Currently, Mayer, Salovey, e colleghi sostengono che l EI incorpora processi coinvolti nel processamento dell informazione affettiva. Sempre nel 1997, Reven Bar-On caratterizza l EI come un insieme di capacità, competenze e abilità non-cognitive, che influenzano le abilità dell individuo di avere successo nell affrontare le richieste e le pressioni dell ambiente esterno (Bar-On, 1997). Nel fare ricerca per il suo primo libro, Daniel Goleman prese coscienza del lavoro di Mayer e Salovey agli inizi degli anni 90. Essendosi formato come psicologo ad Harvard, in cui lavorò con David McClelland scrisse il bestseller popolare Intelligenza Emotiva (1995), in cui offrì la prima prova che i fattori irrazionali e sociali sono importanti. Goleman nel 1995 acconsente con i Cinque Domini Principali di Salovey dell'intelligenza Emotiva e cioè: conoscere le proprie emozioni (autoconsapevolezza), riconoscere una sensazione mentre accade; gestire le emozioni, ossia avere l'abilità di maneggiare le sensazioni in modo da renderle adatte all'occasione; motivazione di se stesso, ordinare le emozioni a servizio di un obiettivo; riconoscere le emozioni negli altri, avere empatia e consapevolezza sociale; maneggiare i rapporti; avere abilità nel gestire le emozioni negli altri. Più recentemente, Goleman promuove soltanto quattro domini dell'ei. I 4 domini hanno categorie sottostanti, come descritto nel suo libro (2002): autoconsapevolezza (autoconsapevolezza irrazionale, accurata autovalutazione e confidenza con se stessi) ; auto-gestione (Self-Control Emotivo, trasparenza e attendibilità, adattabilità, orientamento al successo, iniziativa, ottimismo, coscienziosità); 8
6 consapevolezza sociale (empatia, consapevolezza organizzativa, orientamento al servizio); gestione dei rapporti (leadership, sviluppo degli altri, catalizzatore di cambiamento, gestione di conflitti, costruttore di obbligazioni, lavoro di squadra e collaborazione, comunicazione). Un aspetto importante è che - secondo Goleman - queste competenze di EI non sono talenti innati bensì abilità acquisite. 2. Modelli di intelligenza emotiva Come già affermato non esiste una definizione univoca dell intelligenza emotiva per cui ci si imbatte in molteplici definizioni, alcune di esse criticano alcuni aspetti di quelle che le hanno precedute altre si arricchiscono di nuovi aspetti, tuttavia esiste una, seppur non netta distinzione, tra chi concettualizza l intelligenza emotiva come l abilità di focalizzarsi sulle proprie emozioni e le loro interazioni con il pensiero, ed è quello che postulano i modelli dell abilità mentale o ability models e chi la concepisce come una varietà di altre caratteristiche come la motivazione, gli stati di consapevolezza e l attività sociale, ed è quello che si postula nei modelli misti o mixed models. Delineo di seguito alcune definizioni considerate chiave all interno di questi due classici approcci dell intelligenza emotiva. A seconda del modello preso in considerazione vi sono differenti definizioni di Intelligenza Emotiva. Di seguito riporto 3 definizioni che riflettono tre diverse concezioni: secondo Mayer & Salovey (1997) L Intelligenza Emotiva è un insieme di abilità che spiega come le persone percepiscano e come la loro comprensione vari per quanto riguarda l accuratezza percettiva, l intelligenza emotiva quindi è vista come l abilità di percepire ed esprimere l emozione, assimilando l emozione nel pensiero, 9
7 comprendendo e ragionando sull emozione e regolandola in se stessi e nelle altre persone. (Emotional Intelligence, Salovey, Brackett, Mayer, 2004); secondo Bar-On (1997) L Intelligenza Emotiva è un raggruppamento di capacità non cognitive, competenze e abilità che influenzano l abilità di ciascuno nel riuscire a rispondere alle richieste ed alle costrizioni. (Salovey, Brackett, Mayer, 2004). Secondo Goleman (1995) Le abilità chiamate Intelligenza Emotiva, includono l autocontrollo, l entusiasmo, la perseveranza e l abilità di motivare se stessi. (Salovey, Brackett, Mayer, 2004). Secondo John D. Mayer e Peter Salovey, i sostenitori chiave dell approccio ability models il territorio dell Intelligenza Emotiva è descritto da un certo numero di abilità mentali tra loro separate. Queste abilità posso essere divise in 4 aree: Percezione ed espressione dell emozione. Significa saper identificare ed esprimere le emozioni sia dal punto di vista fisico che da quello inerente i sentimenti ed i pensieri da trasmettere. Significa inoltre saper identificare ed esprimere le emozioni nelle altre persone. Una persona che coglie un espressione di paura, anche se sfuggente, sul volto di un altro individuo, capisce molto di più, relativamente le emozioni altrui, rispetto ad un altro a cui sfugge tale segnale. Assimilazione dell emozione nel pensiero. Tale classe concerne la facilitazione dell emozione alle attività cognitive. Le emozioni sono una complessa organizzazione di svariati sottosistemi inerenti la psicologia: prettamente psicologici, esperienziali, cognitivi e motivazionali. Le emozioni entrano nei sistemi cognitivi sia come sentimenti di cui si ha cognizione, è il caso, ad esempio, di una persona che pensa Sono un po triste ora, sia come alterazioni cognitive, ad esempio quando una persona al momento triste pensa Non sono bravo. La facilitazione emotiva del pensiero si focalizza su come l emozione influenzi il sistema cognitivo e, per esempio, su come possa essere imbrigliata per la risoluzione di problemi, il 10
8 ragionamento, il prendere le decisioni e per gli sforzi creativi. Ovviamente la cognizione può anche essere danneggiata dalle emozioni, ad esempio da ansia e paura, ma le emozioni possono essere maggiormente decisive rispetto al sistema cognitivo nell individuazione di ciò che è importante e di cosa sia meglio fare in un determinato stato d animo. Comprensione ed analisi dell emozione. Le emozioni producono un ricco e complesso insieme di simboli tra loro interrelati. La più importante competenza di questa classe concerne l abilità di etichettare le emozioni e riconoscere le relazioni esistenti tra i differenti modelli presenti in un ipotetico vocabolario affettivo. L intelligenza emotiva individuale risulta essere l abilità di riconoscere che i termini usati per la descrizioni delle emozioni sono disposti in famiglie e che tali gruppi di termini emozionali formano insiemi sfocati. La persona che è in grado di comprendere le emozioni, il loro significato, come si mescolano tra loro, qual è la loro evoluzione nel tempo, è realmente caratterizzato dalla capacità di comprendere importanti aspetti della natura umana e delle relazioni interpersonali. Gestione dell emozione. Tale classe concerne la gestione e la regolazione dell emozione in se stessi e negli altri, come ad esempio sapere come calmarsi dopo aver provato un sentimento di rabbia oppure come alleviare l ansia di un altra persona. I modelli misti di Intelligenza Emotiva sono sostanzialmente differenti rispetto ai modelli di abilità mentale. Entrambi i tipi di modelli sono stati proposti nei primi articoli accademici sull intelligenza emotiva. Sebbene questi articoli proponessero una concezione di abilità mentale di intelligenza emotiva, descrivevano anche le caratteristiche della personalità che potrebbero accompagnare questa intelligenza. Successivamente i due aspetti furono separati. In contrasto con il modello di Mayer e Salovey, si ha quello di Bar-On. Il suo modello di Intelligenza Emotiva si propone di rispondere alla domanda: Perché ci sono individui che, nella vita, hanno maggior successo di altri?. Bar-On rivisita la 11
9 letteratura psicologica inerente alle caratteristiche di personalità relative al successo nella vita ed identifica 5 aree rilevanti per il successo. Esse sono: Competenze intrapersonali. Esse si dividono in: autoconsapevolezza, assertività, autostima, autorealizzazione, indipendenza. Competenze interpersonali. Esse si suddividono in: relazioni interpersonali, responsabilità sociale, empatia. Adattabilità. Essa si suddivide in: capacità di problem-solving, di compiere esami di realtà e nella capacità di essere flessibili. Gestione dello stress. Questa area si suddivide invece in: tolleranza allo stress, impulso, controllo, stato d animo generale. Di questa classe fanno parte la felicità e l ottimismo. Il lavoro teorico di Bar-On combina ciò che potrebbe essere qualificato come abilità mentali (ad esempio l autoconsapevolezza) con altre caratteristiche che sono state considerate separabili dall abilità mentale, come l indipendenza personale, l autostima e lo stato d animo. Tale approccio va a formare il modello misto di cui sopra. Il terzo punto di vista concettuale inerente all Intelligenza Emotiva è ad opera di Daniel Goleman. Egli ha creato un modello, anch esso misto, composto da 5 aree essenziali. Esse sono: Comprensione delle specifiche emozioni. Quest area indaga il riconoscimento di uno specifico sentimento nel suo accadere ed il monitoraggio dei sentimenti momento dopo momento. Gestione delle emozioni, inerente alla modalità d impiego dei sentimenti in modo appropriato, all abilità di calmarsi ed all abilità di liberarsi dall ansia, dalla malinconia o dall irritabilità. 12
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