Il Brentella. EMERGENZA PIAVE Derivazioni d acqua a rischio per l estate. Siamo su Internet: Anno 3 n.

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1 Il Brentella Periodico d Informazione del Consorzio di Bonifica Pedemontano Brentella di Pederobba Anno 3 n. 1 Giugno 2000 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE art. 2 comma 20/c L. 662/96 filiale di Treviso EMERGENZA PIAVE Derivazioni d acqua a rischio per l estate Siamo su Internet:

2 Il Brentella 2 SPRECATE PURE LE PAROLE E LE OCCASIONI, MA NON L ACQUA (Guido Ceronetti) CONSORZIO DI BONIFICA PEDEMONTANO BRENTELLA DI PEDEROBBA Il Brentella Periodico di Informazione del Consorzio Brentella Editore Consorzio di bonifica Pedemontano Brentella di Pederobba MONTEBELLUNA - Via Santa Maria in Colle, 2 Presidente Giuseppe Romano Direttore responsabile Gianlorenzo Mocellin Redazione Andrea Barzan, Paolo Battagion, Tiziana Favero, Enzo Frassetto, Giustino Martignago, Antonio Zannin Foto Stefania Serena La riproduzione delle immagini e dei testi è autorizzata solo citando la fonte Sped. in abb. post. art. 2 comma 20/c L. 662/96 Filiale di Treviso Autorizzazione del Tribunale di Treviso n del 13 ottobre 1977 Stampa Tipografia Asolana - Asolo Orario di apertura Uffici Consorziali Montebelluna - Via S. Maria in Colle, 2 dalle ore 8.30 alle ore MERCOLEDÌ E VENERDÌ: ricevimento pubblico LUNEDÌ, MARTEDÌ E GIOVEDÌ: solo consegna e ritiro documentazioni presso portineria Il Presidente riceve su appuntamento IN QUESTO NUMERO Insieme per le sfide del Un programma impegnativo Un piano strategico Piave, derivazioni a rischio Irrigazione: meglio a pioggia Una cava contro gli allagamenti Contributi: d ora in poi tutto più facile Il conto torna Quel canale vale un museo Così alle urne Le buone regole di casa Brentella PRONTO CONSORZIO? I NUMERI UTILI DI UFFICI E SERVIZI Centralino Settore Lavori PROGETTAZIONE OPERE PUBBLICHE DI IRRIGAZIONE E BONIFICA, DIREZIONE LAVORI, SERVITÙ Settore Catasto CONTRIBUENZA, GESTIONE CATASTO, ORARI IRRIGUI, CONCESSIONI, ELEZIONI, RELAZIONI PUBBLICHE Settore Gestione GESTIONE, MANUTENZIONE OPERE E IMPIANTI, SERVIZIO VIGILANZA E TUTELA DEL TERRITORIO Settore Amministrativo SEGRETERIA, PROTOCOLLO, BILANCIO, PERSONALE, GESTIONE APPALTI E CONTRATTI Direzione Presidenza Fax Per comunicazioni dirette Settore tecnico settore.tecnico@brentella.it Settore amministrativo settore.amministrat@brentella.it Settore catasto settore.catasto@brentella.it Internet NUMERO DI EMERGENZA ATTIVO 24 ORE SU 24 solo per segnalare situazioni di pericolo per persone e cose In copertina: fioriture primaverili lungo le sponde del Brentella

3 ALTA O BASSA CHE SIA PASQUA, LA G HA SEMPRE LA SO FRASCA Il Brentella 3 TANTI PROBLEMI APERTI DA RISOLVERE PER IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE INSEDIATO A GENNAIO INSIEME per le sfide del 2000 Derivazioni dal Piave, ricerca di finanziamenti per urgenti opere strutturali, attuazione del Piano Generale di Bonifica, definizione del Piano di Classifica con i nuovi criteri di imposizione dei contributi. Sono soltanto alcune delle principali questioni che dovrà affrontare la nuova Amministrazione del Consorzio Brentella. Per risolverle al meglio sarà fondamentale promuovere le sinergie con enti e amministrazioni locali, potenziare la struttura, intensificare l attività di informazione. Ma, innanzitutto, sarà indispensabile il massimo impegno dell intero Consiglio L avvento del 2000 ha segnato una svolta anche per il Consorzio Brentella: con il nuovo anno, infatti, si è insediata una nuova Amministrazione, quella emersa dalle elezioni del 5 dicembre 1999, i cui risultati sono riportati a pagina 15. Il lavoro che la nuova Amministrazione è chiamata ad affrontare è di grande rilevanza per la gravità, l importanza e l urgenza dei problemi sul tappeto. Vediamoli in sintesi. Piave: il 20 marzo scorso è stata emanata la circolare applicativa del decreto 22 marzo 1999: si è scoperto così che non solo è stata tagliata del 15% la portata massima, ma sono state previste riduzioni della portata ben maggiori, fino al 28% d estate e fino al 62% d inverno. Solo l approvazione del Piano Stralcio, sul quale il Consiglio Regionale è chiamato ad esprimersi e che l Autorità di Bacino dovrà approvare e resterà poi valido per 7 anni, potrà modificarne i termini. All Amministrazione spetta il compito di far capire la gravità di queste misure ai consorziati, alle organizzazioni produttive e ai cittadini tutti, per arrivare ad un provvedimento accettabile, concordato e condiviso. Finanziamenti: da 20 anni ormai non vengono finanziate opere strutturali, indispensabili per favorire il risparmio idrico e la tutela dell ambiente. E una questione di fondamentale importanza. Se non si potrà accedere ai finanziamenti nazionali o dell Unione Europea (Agenda 2000) per le trasformazioni irrigue, le prospettive per l agricoltura e per l ambiente dell alta e bassa pianura trevigiana e di parte del bacino scolante in laguna saranno davvero poco rosee: poca acqua e molto più costosa, canali asciutti per lunghi periodi, risorgive in esaurimento, ecc. All Amministrazione il compito di individuare la strada per ottenere i finanziamenti necessari. Bonifica: il Piano Generale di Bonifica e Tutela del Territorio Rurale (P.G.B.T.T.R.) approvato già nel 1992 dal Consorzio Brentella, ma non ancora fatto proprio dalla Regione Veneto, ha indicato le linee sulle quali muoversi per aumentare la sicurezza idraulica del territorio: la prima è quella di recuperare un grado di sicurezza adeguato dove è stato compromesso, la seconda è quella di incidere sull urbanizzazione perché sia fatta in modo compatibile con l agricoltura e l ambiente naturale del nostro territorio. All Amministrazione il compito di ottenere il riconoscimento ufficiale del proprio lavoro per renderlo uno strumento efficace a tutela del territorio. Contributi: entro l anno dovrà essere redatta la bozza generale del nuovo Piano di Classifica, piano che individua chi è tenuto a pagare e in che misura. L approvazione è prevista nel 2001, in tempo per l emissione dei ruoli All Amministrazione il compito di approfondire gli indirizzi regionali in materia e di individuare parametri contributivi equi per il nostro territorio. Relazioni con le Amministrazioni locali e statali e rapporti con altri Enti: per il raggiungimento degli obiettivi precedenti è fondamentale lavorare in sintonia con le Amministrazioni locali, in quanto sono i soggetti istituzionali che rappresentano tutti i cittadini e che oggi hanno la responsabilità del corretto sviluppo del proprio territorio. Gli strumenti idonei sono gli accordi di programma. Il rapporto con altri Enti gestori di servizi generali (Azienda di Acquedotto e Fognatura, ANAS, Provincia, ENEL, SNAM, ecc.) è poi condizione indispensabile per operare in modo coordinato e sinergico; esso richiede preparazione tecnica e capacità di indirizzo e risposta. All Amministrazione il compito di esserci nei momenti in cui il ruolo istituzionale del Consorzio deve manifestarsi. Struttura: definire con quale struttura far fronte ai compiti ed alle necessità indicati è questione di primaria importanza. Una struttura all altezza dei propri compiti è condizione necessaria perché i Consorzi possano svolgere il loro ruolo; certo, questo comporta dei costi ma, se non si fanno investimenti, non si può nemmeno sperare di ottenere dei risultati. All Amministrazione il compito di verificare la struttura rispetto alle proprie esigenze, tenendo conto del rapporto costi-benefici. Informazione: riguarda sia quella rivolta ai consorziati che quella rivolta a tutti i cittadini, al mondo politico, al mondo della scuola, al mondo tecnico; è un attività che comporta costi consistenti, ma è anche una scelta obbligata nell era della comunicazione globale. All Amministrazione il compito di individuare priorità, necessità effettive, forme, sinergie. Si tratta di questioni di grande rilevanza e difficili; per approfondirle e per dare loro risposte ci vogliono una volontà amministrativa unitaria, obiettivi precisi e chiarezza negli strumenti per raggiungerli. Penso che la situazione sia tale da richiedere il massimo impegno dell intero Consiglio per dare ai consorziati le risposte attese: a tutti va quindi il mio invito a collaborare per lavorare insieme al meglio. A nome di tutti gli eletti, rivolgo infine ai consorziati un ringraziamento per la fiducia accordata, fiducia che cercheremo di ricambiare con l impegno personale, con la trasparenza dell azione amministrativa, con il coinvolgimento e l informazione. Giuseppe Romano Presidente del Consorzio

4 Il Brentella 4 DOVE NON VA ACQUA CI VUOLE LA ZAPPA OBIETTIVI E STRUMENTI DELL AMMINISTRAZIONE PER I PROSSIMI CINQUE ANNI Un programma IMPEGNATIVO Tutela dell acqua, trasformazioni irrigue, sicurezza idraulica: sono le priorità del piano quinquennale che si è dato il nuovo governo del Consorzio Brentella, che malgrado le crescenti difficoltà provocate dalla riduzione delle derivazioni, dalla continua urbanizzazione e dall inquinamento idrico, punta a uscire dall attuale fase di grande incertezza affrontando il futuro con determinazione e lungimiranza Saranno 5 anni impegnativi quelli che attendono la nuova Amministrazione del Consorzio Brentella eletta lo scorso dicembre. Riuscire a gestire la risorsa acqua nel modo migliore per l intera collettività, conciliando le diverse esigenze della tutela ambientale, dell agricoltura e della sicurezza del territorio non è impresa facile. Nonostante le crescenti difficoltà derivanti dai tagli alle derivazioni, dai danni della continua urbanizzazione e dall inquinamento idrico, la nuova Amministrazione si è data un programma ambizioso per il prossimo quinquennio. Obiettivi e strumenti sono illustrati nei due riquadri di queste pagine. Ma, per poter attuare queste iniziative, dovranno anzitutto essere soddisfatte alcune condizioni che sono premesse indispensabili per raggiungere i risultati desiderati. Sarà cioè necessario agire con onestà e con la massima trasparenza amministrativa, presentando con chiarezza gli obiettivi e i mezzi individuati per raggiungerli, attraverso programmi di attività e indirizzi e regolamenti di attuazione. Inoltre, dovrà essere data continua pro- GLI OBIETTIVI Ecco, punto per punto, il programma che l Amministrazione del Consorzio Brentella si prefigge per il quinquennio: LA TUTELA DELL ACQUA Tutelare l acqua in quantità e qualità, per l agricoltura, per l ambiente, per la salute del territorio, significa: ottenere il rinnovo della concessione di derivazione del Piave; mantenere l acqua nei canali di pianura; ridurre le fonti di inquinamento; educare al rispetto dell acqua e dei canali; accumulare acqua nei momenti di abbondanza. LE TRASFORMAZIONI IRRIGUE Passare dall irrigazione a scorrimento a quella ad aspersione, per dare alle aziende agricole la sicurezza e la disponibilità dell acqua irrigua come strumento indispensabile per un agricoltura moderna ed ecologica. L irrigazione a scorrimento è ancora praticata su ettari, obiettivo è realizzare nuovi impianti almeno su ettari. LA SICUREZZA IDRAULICA È necessario recuperare ed aumentare la sicurezza idraulica di città, paesi e campagne, sicurezza che le opere dei secoli scorsi non sono più in grado di garantire, data l estesa urbanizzazione e la conseguente impermeabilizzazione del suolo. Si procederà alla realizzazione delle casse di espansione previste dai piani e si procederà sulla strada della prevenzione incentivando e promuovendo l infiltrazione dell acqua piovana ed il recupero di volumi di invaso. IL COINVOLGIMENTO DEL TERRITORIO RURALE E DELL AGRICOLTURA NELLA PROGRAMMAZIONE Programmazione urbanistica, dell attività di cava, delle strutture a rete (strade, gasdotti, elettrodotti, ecc.) con parità di diritti e di doveri rispetto agli altri soggetti e settori (molti dei guasti al territorio derivano proprio dall uso indiscriminato del territorio rurale, considerato come terreno da urbanizzare). Ciò significa partecipare alla programmazione ed essere propositivi. LE RELAZIONI ESTERNE Il Consorzio deve essere punto di riferimento per gli Enti locali, per i consorziati, per i cittadini; in materia di terra ed acqua i Consorzi hanno un esperienza ineguagliata che deve essere riconoscibile, messa a disposizione e usata perché senza di essa non si fa tutela ambientale. A.Z.

5 va di determinazione nell affrontare problemi e situazioni, collaborando con chi ha proposte concrete e realizzabili ed evitando di prestarsi a strumentalizzazioni politiche. IN APRILE OGNI GOCCIA VAL MILLE LIRE Il Brentella 5 Infine, si dovrà avere sempre il coraggio di guardare avanti, di investire nel futuro anche in un momento di grande incertezza come quello attuale, cioè saper prendere decisioni anche difficili, per il bene dell Ente: quando un idea è convincente, le risorse economiche ed umane si devono trovare. Antonio Zannin GLI STRUMENTI Per realizzare il proprio programma l Amministrazione del Consorzio Brentella intende far ricorso a diversi strumenti e iniziative. In sintesi: LA COMUNICAZIONE La comunicazione come fattore strategico per il raggiungimento degli obiettivi. Ciò significa: carta dei servizi giornalino newsletters convegni partecipazione a studi e ricerche adesione ad associazioni culturali. LA RICERCA DI FINANZIAMENTI Finanziamenti comunitari (previsti dall Agenda 2000), nazionali (secondo la legge 183/89 sulla difesa suolo), regionali e locali, per poter eseguire quelle opere irrigue e di bonifica infrastrutturali che sono indispensabili per la tutela qualitativa e quantitativa dell acqua e per la difesa idraulica, proponendo le progettazioni relative (impianti di Crocetta, Vedelago e Trevignano, recupero di cave come bacini idrici, ecc.). Operai del Consorzio impegnati nei lavori di manutenzione di canali LA SBUROCRATIZZAZIONE Sburocratizzare le attività e semplificare le procedure per instaurare un rapporto di fiducia tra Ente, cittadini e consorziati. È da portare a termine la suddivisione delle competenze tra Regione e Consorzio per quanto riguarda i corsi d acqua (art. 2 L.R. 9/83), in modo che il cittadino sappia a chi rivolgersi. Sono da definire procedure semplici nei rapporti Ente-consorziati. È da definire la carta dei servizi. LE SINERGIE Da sviluppare con tutti gli operatori, pubblici e privati: conoscendo le reciproche necessità si possono eseguire interventi più economici e più efficaci; questo richiede, naturalmente, anche una grande apertura alle proposte altrui. IL COINVOLGIMENTO DELLE RISORSE LOCALI Risorse economiche, culturali e produttive, da coinvolgere nelle trasformazioni territoriali: ciò che non si riesce ad ottenere dalle finanze pubbliche, ma è indispensabile, spesso può essere attuato mettendo insieme le risorse dei soggetti interessati. Per presentare proposte opportune in questa direzione sono programmati incontri con Enti, Organizzazioni ed Associazioni. LA COLLABORAZIONE Collaborare tra Consorzi e tra Enti per dare più forza all azione della bonifica e per contenere i costi generali. Iniziative coordinate come quelle del Gruppo Piave, studi, ricerche e progetti di carattere comune, l integrazione delle rispettive programmazioni ed indirizzi. UNA STRUTTURA PROFESSIONALE Una struttura motivata, efficiente e conscia del proprio ruolo, per un migliore servizio ai consorziati, ottenibile con la formazione e la valorizzazione delle professionalità e con l inserimento di nuove professionalità e strumentazioni, per tenere il passo con i tempi. A.Z.

6 CHI ARA TERRA BAGNATA, PER TRE ANNI L HA ROVINATA Il Brentella 6 IL PIANO GENERALE DI BONIFICA E TUTELA DEL TERRITORIO RURALE (PGBTTR) UN PIANO STRATEGICO Il programma della nuova Amministrazione si inserisce nel quadro di un programma di azioni ben più ampio, che è stato tracciato 8 anni fa con il varo del PGBTTR, lo strumento fondamentale che fissa i criteri per tutta l attività consortile e che rappresenta un punto fermo nella vita del Consorzio Il Piano Generale di Bonifica e Tutela del Territorio Rurale individua le azioni di tutela del territorio rurale, con le proprie risorse ambientali, paesaggistiche, idriche; definisce le opere ed i progetti necessari per la bonifica, per il risanamento idraulico, l irrigazione, la difesa del suolo, la razionalizzazione delle destinazioni d uso dell acqua. Attraverso lo studio si sono individuate le soluzioni più idonee a raggiungere un corretto assetto idraulico del territorio, in armonia con le direttive generali per la sistemazione di bacini idraulici. Studi specifici sono stati eseguiti per raccogliere tutte le informazioni necessarie a una completa conoscenza del comprensorio: i caratteri fisici del territorio, in particolare l idrologia; la geomorfologia e i dissesti, che hanno messo in luce la fragilità del territorio; lo studio del suolo, eseguito con il supporto di una lunga serie di rilievi; l uso del suolo (colture in atto) rilevato in scala 1:10.000, che ha messo in risalto il consistente livello degli investimenti fondiari, a riprova della vitalità delle aziende agricole; il sistema insediativo e infrastrutturale: sono state calcolate le superfici destinate a uso abitativo, produttivo e ai servizi, l incidenza delle superfici extra agricole sul totale delle superfici comunali. Nell analisi delle infrastrutture si è cercato di rilevare tutte le opere a rete che insistono sul territorio agricolo e che lo influenzano direttamente. Le indagini eseguite testimoniano quanto lo spazio rurale sia importante per lo sviluppo sociale e quanto il modello attuale di sviluppo economico gravi sulla gestione delle aziende agricole. Un altra approfondita indagine ha riguardato il quadro ambientale: sono stati analizzati i caratteri che compongono il paesaggio, la sua evoluzione nella storia e l attuale diversificazione dell ecosistema agrario. Una parte importante del PGBTTR contiene i programmi di tutela del territorio: essa si articola in una classificazione agronomica dei terreni, in una carta di tutela delle aziende agricole, in una carta degli ambiti naturalistici e in una carta conclusiva, sintesi di tutte le precedenti, finalizzata alla tutela degli ambiti agricoli. Viene dato il maggior ruolo possibile all azione di salvaguardia del territorio agricolo rispetto ad usi alternativi del suolo. Escluse le aree di espansione urbana, cioè prioritariamente le zone intercluse, e solo in seconda battuta quelle comprese tra le zone di ramificazione dell attuale sistema insediativo e infrastrutturale, tutto il resto viene considerato di preminente interesse agricolo e quindi a massimo grado di salvaguardia. Nello studio relativo all irrigazione, sono stati seguiti gli obiettivi fissati dalla programmazione regionale, ovvero: conseguire il massimo risparmio d acqua; ottenere la massima economia di gestione per Consorzio e aziende; realizzare impianti che possano adattarsi ai cambiamenti tecnologici e colturali; eseguire opere e trasformazioni irrigue a impatto positivo su ambiente e suolo; impostare progetti fattibili e affidabili. Le problematiche relative alla gestione delle acque di scolo sono state oggetto di uno studio integrato e puntuale del territorio. Da un preventivo esame si è ricavato un quadro denso di preoccupazioni, derivanti dalla constatazione

7 APRILE APRILÈTO OGNI GIORNO UN GOZÈTO Nella pagina a fianco: un partitore a Caerano San Marco Il Brentella 7 A destra: aggiornamento della cartografia a cura di un addetto al Sistema Informativo Territoriale che in tutta la fascia pedemontana si sono compiute e si stanno ancora compiendo azioni che hanno compromesso profondamente l intero assetto idraulico-agrario: l urbanizzazione e l impermeabilizzazione dei suoli, diffuse ed estese; il tombinamento, il restringimento e l eliminazione di alvei pede-collinari; la progressiva impermeabilizzazione delle reti irrigue; la continua eliminazione delle zone di espansione naturale delle acque; la mancanza di manutenzione degli alvei pedecollinari pedemontani; l assoluta assenza di interventi in diversi tratti di alcuni corsi d acqua. Gli obiettivi della progettazione idraulica si possono così sintetizzare: difesa degli insediamenti e delle attività produttive sul territorio; raggiungimento di un nuovo assetto idraulico nelle zone ad intensa urbanizzazione; raggiungimento di un nuovo equilibrio idraulico tra acque di superficie e acque di falda. Un importante funzione, in tale contesto, è riconosciuta alle cave, che possono trovare un impiego finale decisivo ai fini della difesa idraulica e della ricarica delle falde, come casse di espansione. Accanto ai nuovi progetti, sono state infine incrementate le attività di gestione e di manutenzione, e indirizzate a una più significativa presenza del Consorzio, resa possibile anche dalle maggiori disponibilità finanziarie derivanti dall estensione del contributo agli immobili non agricoli. Civiltà dell acqua di Guido Ceronetti Le conosco le vostre case. Ignorano che la relazione tra l acqua e l uomo è di madre a figlio, che lo spreco sprezzante dell acqua è una delle forme più sottili del parricidio. Apri il rubinetto e giù acqua È la maledizione della facilità Andare a prenderla con un secchio e una bottiglia, quando c è un guasto, subito ti ricorda che l acqua è preziosa, che la vita è sforzo. Versarla da una brocca è gesto che educa: Dopo il pediluvio, me ne resta ancora un po di tiepida per la barba, Dopo la barba me ne resta ancora abbastanza per farmi un uovo in camicia, Dopo cotto l uovo, nell acqua raffreddata metto a bagno la dentiera. Questa è civiltà. Inciviltà dell acqua Riparare ai danni di questo tipo di civiltà ci costa più di 70 milioni ogni anno

8 Il Brentella 8 CHI SEMINA CON L ASCIUTTO RACCOGLIE BUON FRUTTO RIDOTTA ULTERIORMENTE DALL AUTORITÀ DI BACINO LA QUANTITÀ D ACQUA DERIVABILE DAL FIUME PIAVE: derivazioni a rischio La circolare applicativa del 20 marzo scorso ha aggravato gli effetti negativi del provvedimento sul taglio delle derivazioni emanato nel 1999, rischiando di mettere in crisi le irrigazioni dalla prossima estate. Su fronti contrapposti, pianura e montagna, rivieraschi dei laghi e agricoltori, amministratori locali e amministrazione centrale. L unico, vero nemico comune è l assenza di programmazione e di investimenti Non si è ancora risolta la crisi che si è aperta lo scorso anno sulle derivazioni di acqua dal fiume Piave. Anzi, si è aggravata notevolmente rispetto a quanto scritto nel Il Brentella dell aprile 99. Quattro sono i punti caldi della questione: 1. la deliberazione 22 marzo 1999 dell Autorità di Bacino (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n 157 del 7 luglio 1999, modificata con deliberazione del 26 ottobre 1999) e la relativa circolare applicativa datata 20 marzo 2000, che tagliano la portata derivabile fino al 28% d estate (con un minimo del 15% quando vi è disponibilità d acqua) e fino al 62% da metà settembre a metà aprile; 2. il Piano stralcio per l uso delle acque del Piave, che prevede in sette anni la riduzione delle portate irrigue fino al 30% delle attuali, non subordinata all attuazione di misure di accompagnamento strutturale; 3. il parere regionale sul Piano Stralcio per l uso delle acque del Piave, che non è stato espresso per decadenza dell Amministrazione Regionale, ragion per cui l iter per la sua espressione dovrà ricominciare da capo; 4. i finanziamenti strutturali, che sono inconsistenti in rapporto ai fabbisogni. Sul primo punto, la linea di difesa giudiziaria, attivata fin dal settembre 1999 con ricorso al Tribunale Superiore Acque Pubbliche (T.S.A.P.), non ha dato ancora risultati. Il ricorso si basa sull infondatezza dei presupposti, sul danno immediato e irreversibile, sul danno ambientale, sulla discriminazione tra utilizzatori. La circolare applicativa ha aggravato gli effetti negativi del provvedimento che, di fatto, taglia l acqua in misura ben superiore al 15% ed anche a quel 30% che sono rispettivamente l obiettivo intermedio e finale di piano. Sul secondo e terzo punto, va detto che la fase dell esame delle osservazioni, da Le cifre della discordia Di tanto diminuirà la quantità d acqua derivabile dal Piave (tagli previsti dalla circolare applicativa del decreto 22 marzo 1999 emessa dall Autorità di Bacino il 20 marzo scorso) -15% riduzione minima in estate per i primi 3 anni riduzione massima -28% in estate -30% -62% riduzione finale prevista entro 7 anni riduzione massima da metà settembre a metà aprile parte della Regione e dell Autorità di Bacino stessa, non è conclusa. Perché il Consiglio Regionale, competente ad esprimersi sulle osservazioni al Piano, avanzasse all Autorità di Bacino le proposte accettabili, è stato di grande rilievo l impegno profuso dai Consorzi del Gruppo Piave (Brentella, Destra Piave, Sinistra Piave e Basso Piave) e dall Unione Veneta Bonifiche (che raggruppa tutti i Consorzi veneti); è stato importante l appoggio dei Comuni (in particolare di quelli di Altivole, Asolo, Caerano di San Marco, Castello di Godego, Castelfranco Veneto, Cornuda, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Loria, Maser, Montebelluna, Moriago della Battaglia, Pederobba, Resana, Riese Pio X, San Zenone degli Ezzelini, Trevignano, Vedelago, Vidor, Volpago del Montello); è stato importante l appoggio delle organizzazioni professionali agricole; sono stati importanti l appoggio e la comprensione delle conseguenze del provvedimento da parte dell Assessore regionale ai lavori pubblici Gaetano Fontana e di alcuni Consiglieri (in particolare di Francesco Adami). Il parere era giunto in Consiglio regionale all ultima seduta del 1 marzo, ma su tale punto e sul Piano ambientale del Parco Dolomiti Bellunesi la seduta si è conclusa senza approvazioni. L iter quindi dovrà iniziare da capo con la nuova Amministrazione, e passare di nuovo all esame della Giunta regionale, delle Commissioni consiliari e del Consiglio, sempre che l Autorità di Bacino, che finora non ha tenuto conto del parere espresso dalla Giunta regionale e dalla 7a Commissione, non decida di procedere autonomamente, essendo abbondantemente decorsi i termini per l espressione del parere. I veri punti nodali della questione non sono però gli obiettivi fissati dal Piano (15% di riduzione delle derivazioni nei primi tre anni, fino al 30% nei quattro anni successivi), quanto il metodo con il quale si vogliono raggiungere. Infatti, mentre gli obiettivi ed i modi per raggiungerli sono stati fissati con il metodo della concertazione e quindi condivisi, il decreto 22 marzo 1999, il Piano del Parco delle Dolomiti Bellunesi (che rende impossibile utilizzare il lago del Mis come riserva d acqua ad uso irriguo, benché fosse stato costruito a tale scopo) e la concreta assenza di significativi investimenti per attuare le misure previste dal Piano hanno messo in evidenza una volontà coercitiva ed impositiva inaccettabile, scatenando la battaglia del Piave, che vede, a torto, contrapposti pianura e montagna, riviera-

9 ACQUA DE MAIO, PAN PAR TUTO L ANO Il Brentella 9 I finanziamenti necessari 400 miliardi di lire per recuperare 20 m3/s per il Piave e i laghi... e quelli previsti 40 miliardi di lire in 7 anni Il taglio delle derivazioni d acqua dal Piave potrebbe compromettere l irrigazione (sopra) e di conseguenza potrebbe mettere in grave difficoltà le coltivazioni agricole (sotto) schi dei laghi ed utilizzatori irrigui, amministratori locali ed amministrazione centrale: il nemico comune è invece l assenza di programmazione ed investimenti. Sul fronte finanziamenti, infatti, le notizie sono alquanto sconfortanti. Di fronte ad un fabbisogno di 400 miliardi di lire (la spesa necessaria a recuperare 20 m3/s d acqua per il Piave ed i laghi) i finanziamenti concretamente prevedibili in sette anni non superano al momento il 10% del totale necessario (finanziamenti Agenda 2000), pur di fronte ad un indice di rapporto costi-benefici decisamente favorevole (bastano 20 miliardi per recuperare 1 m3/s d acqua). E una conferma in più del fatto che si intende recuperare l acqua mettendo in crisi gli usi consolidati (irrigazione, produzione di energia pulita, ambiente di pianura, Parco del Sile, acquedotti di pianura, ecc.), anziché finanziando gli interventi che rendono possibile conciliare gli usi ed il recupero dell acqua. È evidente quindi che la battaglia è ancora agli inizi, che c è bisogno della consapevolezza della posta in gioco da parte di tutti, che per vincere questa battaglia di civiltà è necessario il supporto di tutti, che l argomento deve diventare motivo di discussione politica. A tale scopo si punta sulla diffusione della consapevolezza delle conseguenze che dovrebbero derivare dalle azioni prospettate dal Piano, perché dalla consapevolezza deriva la capacità di decidere correttamente; questo è stato lo scopo dell esperimento Asciutte 1998, delle iniziative di informazione e divulgazione attuate in questi anni. Quanto a prima vista può apparire scontato, spesso non lo è, come l acqua nei canali e nei tubi irrigui; quanto a prima vista può apparire uno spreco, come la pratica irrigua a scorrimento, che usa molta più acqua di quella strettamente necessaria alle piante, in realtà è determinante per l alimentazione della falda, dei fiumi di risorgiva (Sile e altri) e di altri sistemi idrici (Muson), è un tutt uno con essi ed il territorio, è parte del sistema ambientale della pianura. Le decisioni si stanno però prendendo con scarsissima consapevolezza e lo dimostrano proprio il nominato provvedimento 22 marzo 1999, le previsioni del Piano del Parco delle Dolomiti Bellunesi, le previsioni del Piano di bacino del Sile (che ritengono negative per il fiume le derivazioni dal Piave quando le asciutte hanno dimostrato che almeno il 30% delle sue acque viene dal Piave) e la presa di posizione di alcune amministrazioni di pianura (che non hanno ben capito che l acqua sul loro territorio deriva dal Piave). Lo dimostra anche il poco interesse del Comune di Treviso, che si accorge dell importanza dei canali solo quando l acqua scarseggia per la chiusura delle derivazioni, e lo dimostrano tanti altri casi di protesta contro il Consorzio quando manca l acqua. I provvedimenti indicati, le prese di posizione o il disinteresse confermano che non sono noti tutti i presupposti e le condizioni al contorno del problema derivazioni dal Piave. Ma la sveglia, se ce n era ancora bisogno, è stata suonata dalla circolare applicativa del decreto 22 marzo 1999: e ora, chi non si alza rischia di restare travolto dall onda dei luoghi comuni e di ritrovarsi senz acqua. Antonio Zannin

10 Il Brentella 10 PIOGGERELLA ESTIVA PASSA COME ARRIVA UN SISTEMA CHE CONSENTE DI RISPARMIARE ACQUA E DIMINUIRE IL PASSAGGIO DI INQUINANTI NELLE FALDE Irrigazione: meglio a pioggia Un idrante per ettaro su una superficie totale di oltre 940 ettari tra Castelfranco, Resana, Vedelago: con il progetto Campigo il Consorzio Brentella incentiva il passaggio dall irrigazione a scorrimento a quella a pioggia. Con l obiettivo di limitare i consumi e tutelare le acque della laguna di Venezia Risparmiare acqua, ridurre il dilavamento dei terreni e diminuire in questo modo anche il trasporto di inquinanti alla Laguna di Venezia: sono questi gli scopi del progetto Campigo, che riguarda oltre 940 ettari nei comuni di Castelfranco (380 ettari), Resana (500 ettari) e Vedelago (60 ettari) e la cui esecuzione, per un primo stralcio di 640 ettari, è prevista per il prossimo inverno. Dei tre obiettivi, quello che si è rivelato determinante per ottenere il finanziamento dell opera è la tutela delle acque della Laguna Veneta: la zona in questione è infatti parte del bacino scolante in laguna, bacino per il quale, in base a un Piano direttore, sono stati finanziati numerosi interventi, finalizzati appunto alla riduzione dell inquinamento. Tra questi, nel campo agricolo, rientra la riconversione dei sistemi di irrigazione per ridurre i consumi, attraverso l introduzione di sistemi irrigui a bassa intensità di precipitazione, con getti d acqua a media-bassa pressione che, a differenza di quelli più potenti, bagnano il terreno ma non lo dilavano. Altro obiettivo del Piano direttore, ma anche obiettivo generale per la Regione Veneto, è quello di ridurre i prelievi dalla falda, cioè dai pozzi, prelievi che, in base alle recenti leggi, sono consentiti solo per il consumo potabile e domestico. Anche questo è uno dei motivi del finanziamento del progetto, che consente l abbandono dei numerosi pozzi ad uso agricolo esistenti nella zona. L impianto progettato (le cui caratteristiche tecniche costruttive principali sono riportate nella scheda allegata) è del tipo pluvirriguo, cioè prevede di consegnare l acqua alle aziende agricole alla pressione di 3-4 atmosfere mediante idranti (uno ogni ettaro di superficie), in modo che l utilizzatore possa distribuirla alle proprie colture senza ulteriori spese di sollevamento. La quantità d acqua disponibile sarà di 0,6 l/s per ettaro con un corpo d acqua di 6 l/s ogni 10 ettari, equivalenti a un comizio, unità di suddivisione della superficie irrigata che dispone della portata continua indicata; all interno di ciascun comizio l irrigazione avverrà a turno, secondo orari stabiliti dal Consorzio. Per usi particolari (colture ortive, ecc.) potrà essere resa disponibile, su domanda, una portata aggiuntiva. La distribuzione normale dell acqua avverrà tramite ali mobili dotate di 7 irrigatori da 7 mm. La dotazione iniziale di ali mobili fornita dal Consorzio per un comizio di 10 ettari, è di due ali mobili complete (una in uso, l altra in preparazione). Ogni azienda, naturalmente, potrà dotarsi di propria attrezzatura mobile o di impianti fissi utilizzabili nel rispetto degli orari assegnati e della quantità d acqua prelevabile secondo la specifica autorizzazione del Consorzio. Fondamentale per il corretto funzionamento dell impianto saranno il rispetto degli orari e il rispetto della quantità d acqua prelevabile. L importo del progetto per il primo stralcio è di 4 miliardi e 535 milioni di lire, cifra che include la Centrale di sollevamento per tutti i 940 ettari del Progetto e le condotte adduttrici generali per i rimanenti 300 ettari. Andrea Barzan Sopra: irrigazione ad aspersione A fianco: le aree interessate dall impianto irriguo a pioggia previsto dal Progetto Campigo

11 MAIO PIOVOSO, VINO COSTOSO Il Brentella 11 A RIESE UNA CASSA DI ESPANSIONE PER RACCOGLIERE LE ACQUE DI PIENA DEL CANALE BRENTON Una cava contro gli allagamenti Potrebbe essere operativo entro un anno e completato nel giro di tre anni il bacino idrico voluto dal Consorzio Brentella per farvi confluire le piene del Brenton e impedire così il ripetersi di disastrose alluvioni come quelle dell ottobre Costo 4,6 miliardi di lire, dei quali 2,5 già stanziati dalla Protezione Civile. Mancano però i finanziamenti necessari per la bonifica foto di Andrea Barzan Panoramica della cava di Riese La prevenzione, da un lato; l adeguamento di canali e opere idrauliche dall altro: sono i due binari di quella strada maestra tracciata dal Consorzio Brentella nell ormai lontano 1992 con il Piano Generale di Bonifica (P.G.B.T.T.R.), con lo scopo di scongiurare il ripetersi di allagamenti. La prevenzione, fondamentale per non aggravare il grado di rischio, si attua innanzitutto a livello di piani urbanistici (P.R.G.) e poi di singole costruzioni, traducendo in pratica quei 9 buoni consigli che il Consorzio da tempo sta diffondendo (vedi riquadro accanto) per far costruire case, negozi ed edifici pubblici intrinsecamente sicuri ed evitare di impermeabilizzare il suolo. L adeguamento delle opere, che significa sicurezza, comporta invece la realizzazione di quelle opere che consentono di contenere l acqua nei canali esistenti: il progetto cava di Riese rientra in questo secondo tipo di interventi. L idea di utilizzare le cave esaurite per evitare le alluvioni non è nuova per il Consorzio, risale a più di 10 anni fa; di fatto, però, questo è il primo progetto che si prospetta realizzabile, perché non ci sono sul territorio altre cave esaurite disponibili o perché sono state utilizzate come discarica, come nel caso della cava Andreola in Via Schiavonesca, a Riese, indicata nel Piano consorziale del 1992 come sito preferenziale per difendere il territorio dalle piene, ma appunto diventata in seguito una discarica. Un diverso criterio nel rilascio delle concessioni di cava ne consentirebbe un recupero economicamente vantaggioso, sia per la difesa dagli allagamenti che per creare riserve irrigue. Il ripetersi di allagamenti (in particolare quello, molto grave e diffuso, dell ottobre 1998, esteso dall Asolano a Castelfranco, a Loreggia, ecc.) ha portato anche le Amministrazioni locali a toccare con mano la gravità del rischio idraulico e del fenomeno alluvioni. E stato così che, alla fine del 1998, i Comuni di Castelfranco, Riese, Loria, San Zenone, Castello di Godego, Resana, Loreggia e altri si sono trovati d accordo nel destinare la cava di Riese, in via di chiusura, a cassa di espansione per raccogliere le acque di piena del canale Brenton di Riese, canale nel quale confluiscono tutte le acque piovane della zona compresa nel triangolo tra Cornuda, Asolo, Casella e Castelfranco. Nel 1999 il Consorzio ha quindi redatto, con i propri tecnici ed il supporto di un geologo e di altri specialisti esterni, il progetto esecutivo per l utilizzo della cava, che potrà contenere circa m3 d acqua, metà della portata del Brenton per venti ore. Il costo di realizzazione del progetto è di 4,6 miliardi di lire; di questi, 2,5 sono stati già resi disponibili dalla Protezione Civile. Antonio Zannin ALLAGAMENTI: SE LI CONOSCI LI EVITI Cosa fare per aumentare la sicurezza idraulica e prevenire i danni da allagamento 1) Individuare le zone a diverso grado di rischio. 2) Fissare piani di imposta dei fabbricati, degli accessi, sempre superiori di almeno 20 cm rispetto al piano stradale o al piano campagna (e di più in caso di zone allagabili). 3) Impermeabilizzare i piani interrati. 4) Individuare e garantire l accessibilità delle vie di deflusso naturale dell acqua quando si costruiscono strade, recinzioni, fabbricati, lottizzazioni, ecc. 5) Mantenere la capacità filtrante complessiva attraverso l impiego di idonei dispositivi di dispersione (pozzi perdenti di 150 cm di diametro, profondi 5 metri, ogni 1000 m 2 impermeabilizzati). 6) Prevedere zone di accumulo dell acqua (in ragione di 200 m 3 /ettaro in presenza di suoli non drenanti). 7) Consultare preliminarmente il Consorzio prima di predisporre i progetti di fognatura. 8) Consultare il Consorzio per una valutazione del rischio idraulico specifico. 9) Prevedere nelle progettazioni la valutazione del rischio e dell impatto idraulico.

12 Il Brentella 12 CAMBIA DA QUEST ANNO LA CARTELLA ESATTORIALE CONTRIBUTI: d ora in poi TUTTO PIÙ FACILE Con l anno 2000 sono cambiate le modalità di riscossione dei contributi di bonifica. Molte le novità introdotte, tutte con lo scopo di informare i consorziati in modo meno burocratico e più trasparente. Le più significative sono: rate: quest anno, e solo per quest anno, la riscossione avverrà in un unica rata forma: la cartella esattoriale non si presenterà più come un bollettino postale, ma avrà la forma di un foglio lettera colore: invece del rosso, d ora in poi il colore prevalente sarà l azzurro contenuti: la cartella esattoriale conterrà molte più informazioni scadenza: per quest anno, l unica rata andrà versata entro fine giugno L ACQUA È LA RAGIONE PRIMA E UMANA DELLA FECONDITÀ DELLA TERRA E DEL SUCCESSO DELLE IMPRESE AGRICOLE (Peglion) Al posto del vecchio bollettino, una lettera color azzurro con la quale si potrà versare il contributo non solo in posta o all Esamarca ma anche presso le filiali di tutte le banche. E, solo per quest anno, in un unica rata. Da pagare entro fine giugno posticipando la prima rata e anticipando la terza. Contabilmente, l operazione non comporta alcun maggior esborso per i consorziati. Infine, un ulteriore precisazione va fatta relativamente all importo minimo per cartella esattoriale che è stato fissato in lire a seguito del decreto legislativo 46 del 26/2/1999. Operativamente, a tutti i consorziati verrà recapitato come di consueto un avviso di pagamento caratterizzato dal nuovo colore azzurro. L avviso avrà una forma simile a una consueta lettera e sarà composto da due fogli. Con questo tipo di comunicazione sarà possibile pagare il contributo, oltre che allo sportello Esamarca e presso gli uffici postali, anche in quasi tutte le filiali di banca. Questa è una grossa facilitazione che va incontro a una delle richieste che più spesso venivano fatte al Consorzio. Va precisato che questa volta, e solo per questa volta, il pagamento andrà fatto in un unica rata. Cio è stato dovuto all impossibilità di far pervenire le cartelle esattoriali ai consorziati nel solito periodo a causa della mancata emanazione delle disposizioni in merito da parte del Ministero delle Finanze. Si è pertanto ritenuto opportuno unificare la rata fissandone la scadenza in un periodo intermedio, praticamente A fianco e sotto: fac-simile della nuova cartella esattoriale

13 FORMENTO IN PACIARÌNA, POLENTA IN POLVARINA Il Brentella 13 CON QUESTO NUMERO DE IL BRENTELLA, UN ALLEGATO CON IL QUADRO COMPLETO DELLA POSIZIONE CONTRIBUTIVA DI CIASCUN CONTOtorna CONSORZIATO Il Si chiama estratto conto ed è un prospetto che riporta tutti i dati sulla base dei quali è stato calcolato il contributo dovuto. Va verificato con attenzione ed eventuali variazioni devono essere comunicate subito per permettere un rapido aggiornamento degli archivi del Consorzio La maggiore novità introdotta con il nuovo sistema di riscossione dei contributi è riportata in allegato a questo numero de Il Brentella e consiste nella comunicazione della posizione contributiva di ciascun consorziato. Dall allegato, denominato estratto conto, il contribuente può conoscere i dati anagrafici del primo intestatario della partita catastale, i dati catastali degli immobili per i quali viene richiesto il contributo e verificare come è stato calcolato l importo dovuto. Vale la pena di sottolineare che i dati catastali riportati vanno verificati e non possono essere presi a riferimento per altre dichiarazioni (es. ICI). Qualora alcuni dati non fossero corretti, sarà sufficiente comunicare quelli esatti al Consorzio, che provvederà a effettuare la variazione. È utile ricordare che le variazioni dei dati anagrafici non comportano alcun onere, mentre per il cambio della proprietà si è tenuti al pagamento della variazione. L Amministrazione sta valutando l ipotesi di aumentare il costo della variazione a carico dei consorziati che non provvedono direttamente a far pervenire tutti i documenti necessari per la voltura. È auspicabile che questo sforzo, anche economico, sostenuto dal Consorzio per dare ai consorziati un informazione sempre più chiara e trasparente, sia premiato dai contribuenti e consenta al Consorzio di aggiornare ancor meglio i dati del proprio archivio. A fianco: giochi d acqua In alto: esempio dell estratto conto inviato a tutti i Consorziati

14 Il Brentella 14 PIOGGIA E SOLE, POLENTA FINCHÉ SE NE VUOLE IL PROGETTO DI UNA TESI DI LAUREA PRESENTATA A MARZO ALL ISTITUTO UNIVERSITARIO DI ARCHITETTURA DI VENEZIA Quel CANALE vale un museo Far nascere un museo all aperto lungo le sponde del Brentella: è l originale idea avanzata da una laureata in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale che ha elaborato una serie di itinerari storico-naturalistici lungo i canali principali del Consorzio. Ecco le ragioni della ricerca e uno dei percorsi proposti Il Brentella: un tesoro del nostro patrimonio storico e ambientale. Molto più di un canale: un corso d acqua che, come un vero fiume, è entrato a far parte della nostra storia e lungo il quale, tra vecchi opifici e ville padronali, scorrono i segni del nostro passato. Grazie alla sua storia secolare, è diventato un segno forte nel paesaggio montelliano e, contrariamente ad altri canali artificiali della zona, è ben inserito nell ambiente che attraversa, fino a poter sembrare un corso d acqua naturale. Merito anche di una manutenzione attenta al paesaggio, della cura della vegetazione di sponda e dell impiego di materiali naturali come la pietra. E proprio dalla considerazione del suo valore storico e ambientale che ha preso corpo il progetto di un museo all aperto del Canale Brentella. Obiettivo, recuperarne la natura di opera costruita dall uomo e farne simbolo di un modo ragionato e sapiente di intervenire, capace non solo di arricchire economicamente il territorio ma anche di aggiungervi valore. E stata studiata una serie di itinerari in grado di spiegare cosa sia e cosa sia stato realmente il Brentella, e quale legame si sia creato nel tempo con il territorio di cui costituisce la nervatura. Sono stati individuati 19 siti significativi, distribuiti lungo il Canale Derivatore e i due canali principali (quello di Caerano e quello del Bosco) che hanno per oggetto alcuni manufatti del Brentella o interventi rilevanti legati alla sua storia. Per ciascun sito è stato predisposto un pannello illustrativo che ne spiega le caratteristiche fondamentali con un breve testo ed un illustrazione. La descrizione degli itinerari, le schede dei siti e gli approfondimenti legati al territorio sono contenuti in un Cd-Rom che assume il ruolo fondamentale di prima tappa del percorso, attraverso il quale i visitatori potranno acquisire non solo le informazioni necessarie per raggiungere i siti, ma anche le nozioni A ONIGO, sulle orme di Fra Giocondo base per meglio comprendere ciò che visiteranno. Il Cd-Rom è strutturato in quattro sezioni: la prima è una breve presentazione della storia del canale e del Consorzio, la seconda contiene la descrizione fisica dell area, la terza raccoglie la descrizione degli itinerari e le schede dei siti, oltre agli approfondimenti relativi al territorio e nella quarta ci sono invece le riproduzioni di planimetrie e mappe storiche tratte dall Archivio del Consorzio. Orietta Pierdonà S.S. 348 Feltrina Punto di partenza dell itinerario è il parcheggio della chiesa di Onigo (Pederobba), raggiungibile dalla S.S. 348 Feltrina o da Cornuda, proseguendo verso nord dal semaforo in centro. Volgendo le spalle alla chiesa, seguite la strada in rapida discesa sulla destra fino a un piccolo incrocio, dove sulla sinistra, troviamo le Terze Porte, il vecchio edificio utilizzato per la derivazione dell acqua, ristrutturato di recente dal Consorzio. Posto alla confluenza del canale Brentella con il torrente Curogna, si chiama così perché è stato realizzato dopo le Prime Porte, costruite a Visnà di Pederobba, e le Seconde Porte, mezzo miglio più a sud. Sono i primi edifici di derivazione in muratura, progettati nel 1507 da Fra Giocondo, considerato uno dei padri del canale, per sostituire gli sbarramenti costruiti con treppiedi in legno, rinforzati con sassi e ramaglie per derivare acqua dal Piave che non resistevano alle improvvise piene del fiume e dovevano essere ogni volta ricostruiti. Dalle Terze Porte riprendete il percorso girando a destra. Dopo il sottopasso della Feltrina, si incontra un ponte sul canale: attraversatelo e proseguite verso nord lungo la strada arginale. Poco dopo sulla sinistra, si trova il Ponte Canale sul torrente Curogna, uno dei manufatti più importanti del Brentella, alla cui storia è legata l opera di Fra Giocondo. L incrocio del Brentella con il torrente rappresentò per ben tre secoli un grosso problema di tecnica idraulica: si doveva assicurare una portata costante al canale senza intervenire sul normale corso del torrente, soggetto a piene improvvise e violente. La prima soluzione, proposta da Fra Giocondo, prevedeva un ponte canale che, passando al di sopra del Brentella, permettesse al Curogna di gettarsi nel Piave, in modo che le acque dell uno non intralciassero il corso dell altro. Ma non veniva risolto il problema della rottura degli argini: anzi, il Curogna, imbrigliato nel ponte canale, spesso danneggiava la struttura. La soluzione fu trovata nel 1872 dagli ingegneri Monterumici e Turazza che proposero la costruzione di un ponte canale per assicurare il passaggio del Brentella al di sopra del torrente, grazie ad una canalizzazione in muratura. Una piena eccezionale del Curogna provocò il crollo del ponte nel 1898, ma l opera fu ricostruita l anno stesso utilizzando per la prima volta il cemento armato. La strada prosegue lungo il canale e raggiunge la Centrale del Molinetto. Chi vuole ritornare sui propri passi può uscire sulla statale Feltrina all altezza di uno svincolo mai finito, nei pressi di un capannone industriale e da qui può attraversare la strada e imboccare la provinciale per Onigo. All incrocio per Curogna, prima del ponte sul torrente, girate a sinistra. Si torna così alle Terze Porte e di lì al parcheggio. Ferrovia Calalzo-Padova

15 A LA MADÒNA (15 AGOSTO), SE VIEN N AQUA, L È ANCORA BÒNA I RISULTATI DELLE ELEZIONI DEL 5 DICEMBRE SCORSO Il Brentella 15 Il Parlamento e il Governo del Consorzio Tutti i componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione, della Giunta, delle Commissioni e del Collegio dei Revisori dei Conti, in carica fino alla fine dell anno ROMANO Giuseppe presidente 2. MARCOLIN Bruno vicepresidente 3. ANDREATTA Antonino 4. BANDIERA Angelo 5. BANDIERA Luigino 6. BANDIERA Lorenzo 7. BATTISTELLA Bruno 8. BEDIN Roberto 9. BENETTA Giovanni 10. BERTON Orlando 11. BOLZONELLO Emilio 12. BONIN Luciano 13. CASSOL Luciano 14. DAMETTO Carlo 15. DAMINATO Aldo 16. DE LUCHI Giorgio 17. DURIGHEL Luigi IL CONSIGLIO 18. FELTRIN Franco 19. GALLINA Sergio 20. GEROLIMETTO Amedeo 21. GHIZZO Adriano 22. LUCCHETTA Eugenio 23. MARTIGNAGO Rino 24. MARTIGNAGO Roberto 25. MARTIGNAGO Romolo 26. MERLO Mario 27. MIOTTO Valter 28. PORCELLATO Damiano 29. SIMEONI Luigino 30. VIDALLI Pietro ROSSO Antonio rappresentante Regione Veneto PERISSINOTTO Moreno rappresentante Provincia di Treviso 1. ROMANO Giuseppe presidente 2. MARCOLIN Bruno vicepresidente 3. BANDIERA Lorenzo 4. DURIGHEL Luigi I REVISORI DEI CONTI LA GIUNTA 5. GEROLIMETTO Amedeo 6. LUCCHETTA Eugenio 7. MERLO Mario ROSSO Antonio rappresentante Regione Veneto BONAMIGO Romano presidente AGOSTINETTO Antonio FOGALE Leopoldo COMMISSIONE CONSILIARE BILANCIO, PIANI E PROGRAMMI DI ATTIVITÀ BANDIERA Luigino BEDIN Roberto MARTIGNAGO Romolo PORCELLATO Damiano BATTISTELLA Bruno VIDALLI Pietro COMMISSIONE CONSILIARE ATTIVITÀ ISTITUZIONALI DE LUCHI Giorgio MARTIGNAGO Rino GALLINA Sergio MARTIGNAGO Roberto MIOTTO Valter GHIZZO Adriano Così alle urne I voti ottenuti dalle tre liste candidate alle scorse elezioni per il rinnovo degli organi amministrativi del Consorzio e la composizione del nuovo Consiglio. Lista Lista Lista Acqua Terra Acqua Bianche Nulle Chiara e Acqua Padana FASCIA FASCIA FASCIA NULLE = 8% BIANCHE = 2% ACQUA PADANA = 17% FASCIA 1 ACQUA CHIARA = 36% TERRA E ACQUA = 37% NULLE = 7% BIANCHE = 1% ACQUA PADANA = 18% FASCIA 2 TERRA E ACQUA = 74% NULLE = 6% BIANCHE = 1% ACQUA PADANA = 13% FASCIA 3 TERRA E ACQUA = 80% COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO ACQUA PADANA = 4 TERRA E ACQUA = 23 ACQUA CHIARA = 3

16 Le buone regole di casa Brentella Diritti e doveri dei Consorziati NUMERI DI SERVIZIO Zona Nord e Quartier del Piave Fabrizio Frassetto Valcavasia, Pederobba, Opera di Presa, Quartier del Piave Eugenio Bressan Crocetta, Ciano, Covolo, Cornuda Sergio Bolzonello Montebelluna, Biadene, Pederiva Zona Occidentale Carlo Pellizzer Maser, Asolo, Fonte, San Zenone, San Vito, Pedemontana Sergio Marcon Busta, Caerano, Caselle, Fanzolo, San Floriano Paolo Barichello Altivole, Riese, Loria, Castello di Godego Zona Sud-Orientale Oscar Ravazzolo Vedelago, Barcon, Salvatronda, Castelfranco, Resana Paolo Schiavon Trevignano, Guarda, Caonada, Fossalunga Maurizio Michielin Volpago, Giavera, Signoressa DISPOSIZIONI DI POLIZIA IDRAULICA E REGOLAMENTARI (Estratte dal R.D.368 del 8/5/1904 e dallo Statuto consorziale) Ogni consorziato è responsabile dei fatti che turbino o pregiudichino il buon ordine del Consorzio, la conservazione dei canali e delle opere consorziali, la qualità ed il buon regime delle acque (Art. 96 Statuto). La violazione delle norme previste dal Regolamento consorziale e dalle leggi vigenti obbliga i trasgressori al pagamento di una penale, stabilita tra un minimo di lire ed un massimo di lire , a titolo di risarcimento del danno indotto sotto il profilo del turbamento della disciplina e dell ordine dei consorziati (Art. 107 Statuto). Se la violazione costituisce reato (es. furto d acqua), è prevista la denuncia all Autorità Giudiziaria (Art. 107 Statuto). LE NORME PRINCIPALI PER L USO DELL ACQUA IRRIGUA Il prelievo da parte di ciascun utente deve esclusivamente avvenire nei tempi, modalità e quantità previste dall orario di competenza o dalla specifica autorizzazione rilasciata dal Consorzio su richiesta dell interessato. I manufatti di derivazione privati, le ali piovane e gli irrigatori devono essere in ottimo stato di efficienza, delle dimensioni previste ed a perfetta tenuta idraulica onde evitare perdite. Ogni utilizzatore deve provvedere a chiudere le bocche di irrigazione al termine del turno. L utilizzo delle eventuali code d acqua è disposto dal personale del Consorzio. I DIVIETI PRINCIPALI È vietato manomettere od arrecare danno agli argini o sponde dei canali ed alle opere consorziali di derivazione o scolo. È vietato manomettere i dispositivi di controllo di partitori e derivazioni (paratoie, saracinesche), deviando o modificando la portata d acqua, salvo il prelievo nei turni di competenza con le modalità previste. È vietato immettere nei canali acque sporche e depositare in essi o lungo le sponde materiali di qualsiasi genere o rifiuti. È vietato eseguire opere (attraversamenti, ponti, edifici, recinzioni, ecc,) all interno o nella fascia di rispetto di canali o tubazioni senza specifica autorizzazione consorziale. È vietato cedere il proprio turno d acqua. Guardiani di sostituzione Gioacchino Conte Roberto Baruffa Il personale di guardiania è rintracciabile nell orario di lavoro ai numeri indicati GLI OBBLIGHI PRINCIPALI NEI CONFRONTI DI CANALI ED OPERE CONSORZIALI Ogni frontista deve provvedere almeno due volte all anno (entro fine maggio e entro fine giugno) allo sfalcio di erba, rovi e ramaglie lungo le sponde dei canali che attraversano o fiancheggiano la proprietà: in caso di inerzia il Consorzio può intervenire con addebito delle spese sostenute. Ogni proprietario deve consentire a chi ne ha diritto l accesso ai manufatti di regolazione e deviazione ed il passaggio dell ala piovana attraverso il proprio fondo per l irrigazione dei fondi vicini. Ogni utilizzatore deve consentire al personale di guardiania l accesso ai fondi per la verifica delle modalità d uso dell acqua. Numero di Emergenza ATTIVO 24 ORE SU 24 SOLO PER SEGNALARE SITUAZIONI DI PERICOLO PER PERSONE E COSE

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