Informazione online, nicchie e dimensione dialogica: le conversazioni di Valigia blu

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1 Informazione online, nicchie e dimensione dialogica: le conversazioni di Valigia blu Introduzione Analisi della letteratura: web e processo democratico Le conversazioni di Valigia Blu Considerazioni preliminari Analisi delle conversazioni Oggetto di studio Metodologia e domande di ricerca Principali dati rilevati Conclusione Bibliografia Sitografia

2 Introduzione Il rapido progresso tecnologico che ha caratterizzato gli ultimi anni ha determinato una proliferazione di flussi dialogici. Se il medium è il messaggio 1, l avanzare dei social media porta nuove logiche e forme di dialogo, date dal diverso tipo di effetto che una comunicazione esercitata attraverso questi canali suscita nei partecipanti. Uno dei principali rischi che pare sia insito in queste nuove piattaforme, come segnalato da più autori, è quello di condurre a una progressiva diminuzione dei cosiddetti incontri all angolo della strada 2 con punti di vista diversi dai propri. Gli utenti dei social media tenderebbero difatti a personalizzare la propria esperienza entrando prevalentemente in contatto con realtà caratterizzate da gusti omogenei e da valori consonanti ai propri, con il risultato di diminuire un accrescimento culturale dovuto al contatto con punti di vista differenti, influendo in ultimo sugli elementi base del processo democratico. Questa dinamica è influenzata in una certa misura dagli stessi algoritmi dei social che, per l appunto, tenderebbero a selezionare per noi informazioni più inclini ai nostri interessi, essendo queste piattaforme realtà private con l obiettivo principale di garantire all utente una esperienza positiva e piacevole. Ma qual è il tenore delle conversazioni al loro interno? L omogeneità che si crea può influire sulle forme di confronto dialogico? Nel presente lavoro verranno analizzati i flussi comunicativi interni alla pagina Facebook del blog collettivo Valigia blu, caratterizzata da contenuti editoriali prettamente politici, con un elevato livello di aggiornamento e di interazioni. Per questi motivi, la pagina si qualifica come caso di studio ottimale per la finalità della presente ricerca, ovvero elaborare un analisi propedeutica a ricerche di più ampio respiro relativamente alle qualità dei flussi comunicativi nelle realtà social, per evidenziare tracce di forme di confronto dialogico. 1 McLuhan, M. (1964), Gli strumenti del comunicare, Milano, il Saggiatore (2008) 2 Sunstein, C.R. (2003) Republic.com. Cittadini informati o consumatori di informazioni?, Bologna, il Mulino 2

3 1. Analisi della letteratura: web e processo democratico I principali filoni teorici sullo studio dello sviluppo delle nuove tecnologie comunicative, e relativi effetti sulla dimensione politica e democratica, possono essere suddivisi in tre distinte fasi 3. La prima è riconducibile agli anni 90, pioneristica. Questa fase è stata caratterizzata da una iniziale scoperta del web come possibile fattore di democratizzazione per i sistemi politici, con l iniziale convinzione che la rete fosse fortemente orizzontale e democratica 4 e portatrice di innovazione; una convinzione non condivisa però dalla totalità degli studiosi, primi tra tutti gli esponenti della corrente francofortese. Nella seconda fase, differentemente, il dibattito si concentra sulla pluralizzazione della sfera pubblica e sulla nascita della blogosfera, la quale rappresenta un anticipo di quello che sarebbe stato il mondo dei social media 5. Si consolida in questo periodo un ideologia ottimistica sull uso di internet, sulle possibilità di abbattere le barriere che avevano limitato l aggregazione sociale, facendo pendere l ago della bilancia sul giudizio relativo all avvento delle nuove tecnologie verso un polo positivo 6. In questo periodo internet viene concepito come catalizzatore, o per lo meno coadiuvante, per lo sviluppo di nuovi movimenti e gruppi portatori di rinnovamento per il processo democratico e politico. Peter Dahlgren approfondisce la questione relativa alla destabilizzazione democratica e i possibili effetti consequenziali all avvento di internet 7. L autore, avanzando una divisione analitica della sfera pubblica in tre piani, strutturale, rappresentativo e interazionale, pone un particolare focus su quest ultima dimensione riferendosi ai rapporti interattivi dei cittadini, mediati e non, per la costruzione di senso. Il web, offrendo nuovi strumenti interattivi, secondo l autore potrebbe infatti contribuire a un rinnovamento della democrazia, attraversante un periodo di crisi, rappresentando uno strumento utile alla nascita di nuove forme democratiche con nuove logiche interattive. Pochi anni dopo, nel 2007, Manuel 3 Cepernich, C. (2015), Web politics, Bologna, il Mulino, Storia del pensiero politico 4 De Rosa, R. (2000), Fare politica in Internet. Come le nuove tecnologie influenzano la politica, Milano, Apogeo 5 Cepernich, C. (2015), Web politics, Bologna, il Mulino, Storia del pensiero politico 6 Shirky, C. (2009), Uno per uno, tutti per tutti. Il potere di organizzare senza organizzare, Torino, Codice Edizioni 7 Dahlgren, P. (2005), The Internet, Public Spheres, and Political Communication: Dispersion and Deliberation, London, Routledge 3

4 Castells 8 riferendosi al concetto di società in rete (network society), ovvero caratterizzata dalla proliferazione di reti relazionali, approfondisce ulteriormente l esito dei nuovi flussi comunicativi analizzando le relazioni di potere a lui contemporanee. Attraverso una metodologia incentrata su analisi di secondo livello e appoggiandosi ad altri studi sul mondo della comunicazione, l autore si occupa di esaminare le tendenze che vengono ad affermarsi nello sfondo dialogico e politico della società contemporanea e le mutate configurazioni che assumono in questo nuovo spazio comunicativo, in cui vengono giocate le relazioni di potere, i principali macro attori: media, politici e cittadini. Per l autore, i media tradizionali non vengono soppiantati da quelli nuovi ma, al contrario, Castells individua con anticipo logiche di convergenza fra questi ultimi. Lo studioso evidenzia l importanza del dibattito e del libero scambio di informazioni per una corretta vita democratica soprattutto alla luce del periodo di crisi per la governance contemporanea, ormai vissuta con passività dai cittadini 9. Aggiungendo un tassello fondamentale per il proseguo della nostra analisi, Castells individua il pericolo insito nell'uso, per così dire, oscuro dei media non tanto nella possibilità di plagiare le menti delle persone attraverso messaggi ridondanti ed ipotetici lavaggi del cervello quanto in un fattore molto più nascosto. Gli individui sarebbero infatti ormai abituati a ricevere stimoli e pertanto avrebbero, in linea di massima, sviluppato una sorta di filtro, utile per selezionare e filtrare la marea di informazioni li investono ogni giorno, grazie a processi di esposizione, percezione e memorizzazione selettiva 10. Il vero rischio non consterebbe, quindi, in una tentata coercizione perpetrata dalle élite verso il pensare un qualcosa, indottrinando verso un preciso punto di vista attraverso un bombardamento di informazioni. La pericolosità sarebbe invece insita nella mancanza di dibattito su un qualcosa, ovvero nel condizionare le menti delle persone attraverso l'assenza di certi contenuti all'interno dei media, soppiantandoli con altri. Ciò che non accade nei media non esiste nella pubblica opinione, anche se una minoranza ne è a conoscenza. Questo processo è definito dall autore gatekeeping: la mancanza di temi ed informazioni che vengono filtrati 8 Castells, M. (2007), Communication, Power and Counter-power in the Network Society, California, International Journal of Communication 9 Castells M. (2009), Comunicazione e potere, Milano, Bocconi Università Edizioni 10 Faccioli, P. & Losacco, G. (2016), Nuovo manuale di sociologia visuale. Dall'analogico al digitale, Milano, FrancoAngeli 4

5 da questi simbolici guardiani dei cancelli, gatekeepers. Questo scenario ambiguo composto, è proprio il caso di dire, da luci e ombre, pare in un primo momento entrare in crisi con la diffusione dei social media, il cui inizio di espansione è contestuale agli anni del lavoro di Castells qui citato. I nuovi media, attraverso una rapida e inesorabile pervasività in ogni aspetto nel quotidiano di ogni individuo, promettevano in nuce la condivisione di contenuti in una maniera, almeno in prima battuta, non controllabile dalle élite, in un modo ancora più enfatico e incisivo rispetto al fenomeno dei blogger. Questa condivisione e produzione massiva di comunicazioni, create anche da normali cittadini, pareva in prima battuta possedere a tutti gli effetti le potenzialità per concedere l accesso a nuovi tipi di fruizione dell informazione 11 aggirando quel processo di gatekeeping pericoloso per la democrazia. Questa concezione positiva dei nuovi media trova il suo culmine ideale nella primavera araba 12, soprattutto nei termini attraverso cui è stata narrata dalla stampa occidentale relativamente ai social media. Spesso, anche con toni troppo entusiastici 13, sono state attribuite ai nuovi media potenzialità ascritte, indipendenti dalla volontà dell utilizzatore finale, come se questi ultimi possedessero nei loro elementi costitutivi le peculiarità necessarie per diventare strumenti di democrazia, dimenticando in apparenza la matrice privata e, quindi, orientata al mercato propria di queste nuove piattaforme. Come sostenuto da molti celebri filosofi, la tecnologia di per sé non è né buona né cattiva, è il suo utilizzo che costituisce la discriminante per valutarne le peculiarità in questi termini 14. Ciò premesso, facendo nostra la lezione di McLuhan secondo la quale gli strumenti che creiamo contribuiscono a loro a volta a trasformarci 15, lo scenario si complica profondamente nel giro di pochi anni dal lavoro di Castells. 11 Valeriani, A. (2011), Twitter Factor. Come i nuovi media cambiano la politica internazionale, Roma-Bari, Editori Laterza 12 Maistrello, S. (2010), Giornalismo e nuovi media, Milano, Apogeo 13 Si veda a titolo esemplificato il tono promosso nella seguente relazione parlamentare in merito al ruolo positivo conferito ai social media: tory/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/pi0040app.pdf 14 Monti E. (1997), Sentieri del Conoscere, Milano, FrancoAngeli 15 McLuhan, M. (1964), Gli strumenti del comunicare, Milano, il Saggiatore (2008) 5

6 Il 4 dicembre del 2009 Google opera un netto cambio di passo, gettando le basi del processo di personalizzazione dei risultati che avrebbe investito il web e dopo pochi anni anche i social media. È questa infatti la data esatta in cui il colosso di Mountain View procede alla modifica del suo famoso algoritmo, PageRank. Dal dicembre 2009, Google non è più stato uguale per tutti 16, personalizzando i risultati restituiti del motore di ricerca sulla base di ciò che viene ritenuto più gradito all utente. Il collegamento con il settore privato come motivazione fondamentale di questa scelta è lampante: permettere una profilazione dell utente e delle sue ricerche in base alle sue preferenze, rappresenta una base solida e facilmente capitalizzabile tramite la vendita a inserzionisti pubblicitari di un target maggiormente definito, e non solo. Se per un certo periodo è sembrato che internet potesse portare nuova linfa alla politica e alla democrazia nella società, il processo di personalizzazione dei contenuti intrapreso dalle maggiori piattaforme online ha in poco tempo fortemente minato questi presupposti, ricordando a tutti la matrice privata orientata al profitto dei giganti del web. Facebook, il principale social media al mondo e quotato ufficialmente in borsa dall 8 maggio 2012, ha seguito in poco tempo la stessa dinamica di personalizzazione dei contenuti nello stream delle notizie sulla base delle nostre interazioni e, infine, delle nostre preferenze. Del resto, il social media di Mark Zuckerberg ha sempre avuto tra i suoi tratti distintivi quello di massimizzare la positività dell utente per garantirgli un esperienza felice, filtrata e tarata su quest ultimo, come denota la mancanza del pulsante non mi piace 17. Il processo di personalizzazione e, se vogliamo, addomesticazione del web, viene parimenti denunciato da Chris Hughes con la storica affermazione le app hanno ucciso il web, contenuta all interno di un suo articolo 18 pubblicato nel 2010, l anno successivo alla rielaborazione dell algoritmo di ricerca di Google. In questo contesto mutato si sviluppa un cambio di paradigma che dà il via alla terza fase degli studi sulle nuove tecnologie e relativi effetti sulla dimensione democratica e politica. Questo ultimo assetto porta infatti alla nascita di una 16 Pariser, E. (2012), Il Filtro, Milano, il Saggiatore 17 Pintarelli, F. (2012), Su Facebook, Palermo, :duepunti edizioni

7 teoria critica di internet 19 che abbandona quasi definitivamente il cyberutopismo 20. Nel dibattito si affermano i nuovi temi qui già introdotti, come l avvento dei processi di personalizzazione e filtro, sia palesi come nei processi già noti nella Kodak culture 21, sia dissimulati e per ciò esperiti in maniera inconsapevole. È quindi in questa terza fase che l autore Eli Pariser si colloca, concentrandosi soprattutto su quest ultimo punto, relativo alla personalizzazione inconsapevole che, per lo studioso, minerebbe fortemente la possibilità del web, così come lo conosciamo ai giorni nostri, possa costituire uno strumento utile al rinnovamento della democrazia nel senso inteso da Dahlgren. Pariser conia il concetto di bolla dei filtri 22, ovvero un nuovo universo di informazioni caratterizzato per: indebolimento delle relazioni; invisibilità agli occhi degli utenti di questi filtri; obbligatorietà, in quanto non aggirabili e soprattutto non frutto di una vera e propria scelta. Questa bolla di filtraggio nascerebbe per semplificare un ambiente ormai costituito da una miriade di input, per offrire un mondo su misura agli utenti, nel quale ogni aspetto è adeguato ai gusti dei fruitori. Con queste premesse, il rischio denunciato da Pariser è quello che i filtri esercitino una forma di autopropaganda invisibile 23, disciogliendo l individuo in una sorta di pseudoambiente 24 plasmato sui propri gusti con possibili evidenti ricadute anche sul processo democratico. In accordo con Boccia Artieri, in questi anni la Rete diventa non solo un medium ma un vero e proprio territorio reale dove vengono create relazioni sociali e costruzioni comuni di significati tra vite e spettatori connessi 25. Se questo territorio reale dove costruire senso e significati, stante 19 Cepernich, C. (2015), Web politics, Bologna, il Mulino, Storia del pensiero politico 20 Morozov, E. (2011), L ingenuità della rete. Il lato oscuro della libertà di internet. Torino, Codice Edizioni 21 Faccioli, P. & Losacco, G. (2016), Nuovo manuale di sociologia visuale. Dall'analogico al digitale, Milano, FrancoAngeli 22 Pariser, E. (2012), Il Filtro, Milano, il Saggiatore 23 Ibidem 24 Lippmann, W. (1922), L opinione pubblica, Roma, Donzelli editore (2004) 25 Boccia Artieri, G. (2012), Stati di Connessione, Milano, FrancoAngeli 7

8 quanto fin qui premesso, è fortemente depauperato della possibilità di crescita personale attraverso il contatto, anche non cercato, con punti di vista diversi dai propri 26, pare netto il pericolo insito per un corretto esercizio della vita democratica all interno di questo ecosistema mediale Sunstein, C.R. (2003) Republic.com. Cittadini informati o consumatori di informazioni?, Bologna, il Mulino 27 Boccia Artieri, G. (2012), Stati di Connessione, Milano, FrancoAngeli 8

9 2. Le conversazioni di Valigia Blu 2.1 Considerazioni preliminari 2.2 Analisi delle conversazioni 2.1 Considerazioni preliminari Ecosistema (mediale) indica, per definizione, un sistema autosufficiente di elementi in un complesso organico e funzionale. L autoreferenzialità di questa nuova dimensione è un fattore concreto la cui pericolosità, soprattutto per chi non ha sviluppato in sé la forma mentis adeguata per interagire in questa dimensione, pare concreta e attuale. Se oggi strappa un sorriso la storia leggendaria sulla fuga degli spettatori in preda al panico durante la proiezione cinematografica a fine 800 de L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat, metafora di come un nuovo mezzo di comunicazione necessiti di un pubblico consapevole dei codici comunicativi di quest ultimo, per analogia, assistere all enorme quantità di fake news anche paradossali che vengono tuttavia condivise e prese in considerazione come verità, non può che far riflettere. Pare, a detta di chi scrive, troppo semplicistica la tesi che ricollega una generale diffusa ignoranza all incapacità di scindere notizie vere e notizie false sul web, sotto il cappello omnicomprensivo e ormai abusato dell analfabeta funzionale. Ogni notizia letta sul web dovrebbe infatti essere presa non in maniera acritica ma con le dovute premesse. La parola chiave, in questo processo, sembra quindi consapevolezza. In un recente articolo, Claire Wardle propone di fare un passo in avanti sulle fake news problematizzandole come oggetto di studio 28 e di studiare in ottica più approfondita il fenomeno, mentre è dalle colonne del Washington Post 29 che è stata formulata una guida, composta da diversi atteggiamenti attuabili da chiunque, per orientarsi all interno del web attuale. La consapevolezza auspicata da questi contributi per contrastare il fenomeno delle notizie false e strumentali, potrebbe parimenti essere la stessa risposta utile per una corretta fruizione delle nuove tecnologie, minimizzandone i rischi e massimizzandone la componente positiva di rinnovamento democratico similarmente a quanto teorizzato da Dahlgren nel suo contributo qui esaminato

10 Se si accetta quanto ora premesso, si elimina la controfattualità restituita nell esaminare come i regimi dittatoriali contemporanei si dimostrino avversi alle nuove tecnologie e ai social media. Se questi ultimi non rappresentassero un rischio, allora non esisterebbe nemmeno un dispiegamento di energie o una vera e propria censura da parte dei regimi dittatoriali contro le nuove piattaforme, come dimostrato da uno studio recente che evidenzia l attività del governo cinese di distogliere l attenzione pubblica da argomenti scottanti e suscettibili di attivare forme di associazionismo dal basso 30, o ancora, dalla recente pretesa del governo russo di censurare contenuti considerati critici verso il suo governo e verso il presidente Putin, riportata dal The Wall Street Journal 31. Inoltre, se è vero che un proliferare incontrollato di input di tutti i tipi finisce per mescolarsi in un unicum senza senso come sostenuto da George Simmel 32, la personalizzazione e il filtro dei contenuti può assumere un connotato dai tratti utili e positivi. Ancora una volta il problema non sembra risiedere nello strumento, quanto nella consapevolezza delle corrette potenzialità di quest ultimo, ridimensionandone gli attributi. Nel solco di queste considerazione si inserisce il seguente contributo che tenta di rappresentare un approfondimento in merito alle potenzialità delle nuove tecnologie in ottica di coadiuvanti del processo democratico, riferendosi a un caso specifico, con l obiettivo di stimolare ulteriormente il dibattito su questo tema in ambito accademico. 30 King, G & Pan, J. & Roberts, M.E. (2013), How Censorship in China Allows Government Criticism but Silences Collective Expression, American Political Science Review Simmel, G. (1903), Die Grosstädte und das Geistesleben, Metropoli e la Vita dello Spirito, Roma, Armando Editore (1995) 10

11 2.2 Analisi delle conversazioni Oggetto di studio Valigia Blu 33 è un blog collettivo senza scopo di lucro nato nel 2010 che incentra le sue attività prevalentemente sui social media. Tra i suoi obiettivi e tratti distintivi, questa realtà annovera attività di analisi critiche di media e politica, approfondimenti tematici e studi sulla cultura digitale, ispirandosi ai principi enunciati da Bill Kovach e Tom Rosentiel 34 secondo i quali il giornalismo dovrebbe attenersi a obblighi di: Verità: il primo dovere del giornalismo è la verità; Lealtà: il suo primo obbligo di lealtà è verso i cittadini; Verifica: la sua essenza è la disciplina della verifica; Indipendenza: chi lo pratica deve essere indipendente da coloro su cui informa; Controllo del potere: deve esercitare un controllo del potere; Critica: deve fornire un foro per la critica e il commento pubblico; Deve sforzarsi di rendere ciò che è importante, interessante e rilevante; Deve presentare le notizie in modo che siano esaustive e proporzionali; Chi lo pratica ha l obbligo di esercitarlo secondo coscienza; I cittadini hanno allo stesso tempo diritti e responsabilità, ancor di più se diventano produttori essi stessi. Valigia Blu è presente su vari social media tra cui Facebook, attraverso un omonima pagina 35 caratterizzata da un elevata produzione di contenuti e notevoli flussi dialogici. Nelle conversazioni della pagina sono intervenuti personaggi dell'entourage di politici di spicco, testimoniando la considerazione di cui gode il portale a livello nazionale e istituzionale, costituendo una nicchia in merito a conversazioni di matrice politica di primaria importanza e qualificandosi come caso di studio ottimale per le finalità della presenza ricerca Kovach, B. & Rosentiel, T. (2001), The Elements of Journalism, New York, Three Rivers Press

12 Metodologia e domande di ricerca L obiettivo del presente contributo è quello di elaborare un analisi propedeutica a ricerche di più ampio respiro relativamente alle qualità dei flussi comunicativi sui social media, approfondendo un singolo caso di studio per evidenziare tracce di forme di confronto dialogico, al fine di qualificare e quantificare l eventuale presenza di esplicito dissenso da parte degli utenti rispetto alla linea editoriale espressa dalla pagina. Ciò, verosimilmente, potrebbe rappresentare la possibilità per gli utenti di Valigia Blu di entrare in contatto con punti di vista dissonanti da quelli espressi dalla pagina. Le domande che guideranno la presente ricerca qualitativa sono quindi le seguenti: RQ1) Sono presenti forme di dissenso esplicite nei commenti sulla pagina di Valigia Blu rispetto alla linea editoriale della pagina? RQ2) Se presenti, in che quantità e per quali motivi si verificano? L arco temporale della ricerca equivale a sei mesi: sono stati selezionati tutti i post prodotti dalla pagina da febbraio ad agosto 2017 dando vita al campione T1. Questo lasso di tempo garantisce l attualità dei risultati e al contempo un ampiezza adeguata per procedere ad ulteriori analisi: Tab. 1: Campione T1 Numero totale di post 273 Numero totale di commenti 7620 Successivamente sono stati filtrati i post con il maggior numero di commenti ricevuti, per un duplice motivo. Primariamente, Facebook attraverso il suo algoritmo premia in visibilità quei post caratterizzati da maggiore engagement. Pertanto i contenuti con un elevato numero di commenti possono essere ritenuti ancora più importanti per trasmettere informazioni, data la loro più elevata viralità, quindi più adatti agli obiettivi indagati nella presente ricerca. Secondariamente, post con un maggior numero di commenti offrono la possibilità di comparare questi ultimi anche in termini percentuali con una maggiore affidabilità e quindi di procedere ad analisi più dettagliate. In totale il 12

13 campione così filtrato è equivalso a 18 post, ovvero tutti quei contenuti con un totale di commenti superiore alle 100 unità: Tab. 2: Campione T2 Numero totale di post 18 Numero totale di commenti 3011 Dopo quest opera di selezione, di stampo più prettamente quantitativo, è stato analizzato ulteriormente il campione T2 sulla base degli effettivi temi dibattuti in questi ultimi post, secondo logiche qualitative, principale matrice della presente ricerca. È stato cosi rilevato che parte di questi contenuti verteva su un opera di debunking, ovvero di analisi oggettiva di notizie mal riportate da parte di altre testate, e non su una vera e propria presa di posizione editoriale o opinionistica da parte di Valigia Blu, invece essenziale per rispondere alle domande di ricerca qui esposte. Per questo motivo, dei 18 post filtrati, 8 sono stati considerati fuori tema per procedere alla successiva fase di analisi: Tab. 3: Campione T3 Numero totale di post 10 Numero totale di commenti da utenti 1559 I post e i commenti del campione T3 rappresentano il campione finale, costituito da contenuti con una vera presa di posizione da parte di Valigia Blu su molteplici temi e da commenti rilasciati esclusivamente da utenti sulla pagina. La successiva wordcloud ha l obiettivo di riassumere questi ultimi al lettore, attraverso una restituzione visiva di tipo quantitativa volta ad agevolare la comprensione del presente lavoro. L etichettatura concettuale e il relativo livello di generalità delle nomenclature è volutamente espressa su un livello omogeneo e macro di scala di generalità 36, al fine di semplificarne la fruibilità e pregnanza: 36 Marradi, A. (2007), Metodologia delle scienze sociali, Bologna, il Mulino 13

14 Fig.1: Wordcloud dei temi trasversalmente presenti nei post analizzati Il campione così ricavato è stato sottoposto a un analisi qualitativa semantica, simile alle procedure necessarie per la sentiment analysis 37, il cui obiettivo è quello di definire strumenti automatici per estratte informazioni come opinioni e sentimenti dalle conversazioni 38. Nella presente analisi si è perseguito il medesimo obiettivo ma con un focus diverso, attraverso un analisi empirica più qualitativa e cercando non tanto di rilevare il sentimento positivo o negativo sotteso alle conversazioni del campione analizzato attraverso una sentiment analysis quanto l emersione di punti di vista differenti, divergenti dalla linea editoriale prevalente espressa nei diversi post della pagina analizzati, definibile come divergent analysis, volta a rilevare quei commenti divergenti ovvero che esplicitano, motivandola, un opinione diversa da quello espressa da Valigia Blu. 37 Pozzi, F.A. & Fersini, E. & Messina, E. & Liu, B. (2016), Sentiment Analysis in Social Networks, Burlington, Morgan Kaufmann Publishers 38 Ibidem 14

15 Principali dati rilevati Analizzando il campione sono stati rilevati un totale di 220 commenti espressi da Valigia Blu, 271 commenti divergenti rispetto alla linea editoriale della pagina e 1068 commenti in linea con la posizione espressa o senza una esplicita presa di posizione: Fig.2: Distribuzione dei commenti divergenti rispetto al totale dei commenti In linea o altro Divergenti Valigia Blu 1068 Scremando i commenti di Valigia Blu in quanto logicamente in linea con la propria linea editoriale, è possibile affermare che la presenza di commenti divergenti sia pari al 20% dei commenti totali lasciati dagli utenti: Tab.4: Percentuale commenti divergenti rispetto il totale dei commenti degli utenti Commenti totali (utenti) Commenti divergenti (valore assoluto) Commenti divergenti (valore percentuale) % 15

16 La quantità, pur variando in base al post, risulta racchiusa tra valori abbastanza omogenei senza picchi significativi in una forbice ristretta racchiusa tra il 15% e il 26%: Fig.3: Distribuzione delle percentuali di commenti divergenti per post 100% 80% 60% 40% 23% 22% 16% 18% 20% 26% 15% 17% 23% 17% 20% 0% Sovrapponendo al precedente grafico la percentuale di commenti per gli stessi post da parte di Valigia Blu, è possibile notare che non sia presente correlazione, la quale risulta infatti pari a 0,004: Fig. 4: Distribuzione delle percentuali di commenti divergenti e di Valigia Blu per post 100% 80% 60% 40% 20% 0% Divergenti Valigia Blu 16

17 In ultimo, non sembra esserci un nesso logico causale netto tra il verificarsi di commenti divergenti e il tema di fondo dei post in esame: Fig. 5: Distribuzione delle percentuali di commenti divergenti per tema Immigrazione Economia Giustizia 16% 16% 17% Politica Sanità Razzismo 19% 20% 20% Terrorismo Giornalismo 23% 23% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 17

18 3. Conclusione L avanzare dei social media porta con sé nuove forme di dialogo e logiche comunicative, connesse a processi di personalizzazione dei contenuti. Il rischio che si para all orizzonte è quello di condurre a una progressiva diminuzione delle possibilità di incontro con punti di vista diversi dai propri all interno di questo nuovo ecosistema mediale, ingenerando un diffuso impoverimento per il processo democratico. Le domande della presente ricerca già introdotte vertevano sulla presenza sul caso di studio rappresentato dalla pagina Facebook Valigia Blu di commenti divergenti, ovvero portatori di punti di vista differenti rispetto alla linea editoriale esplicitata, e sulla possibilità di approfondire quantità e qualità di questi ultimi. Orientandoci sulla base dei quesiti appena ricordati, primariamente è possibile affermare che esistano forme di dissenso esplicito e motivato sulla pagina di Valigia Blu. L analisi qui condotta, seppur non suscettibile di inferenze su tutto l universo web trattando un caso di studio specifico, restituisce pertanto la conferma dell esistenza di forme di commenti divergenti ovvero punti di vista differenti dalla linea editoriale espressa dalla pagina. Secondariamente, approfondendo ulteriormente, diversamente da quanto intuitivamente sostenibile, la presenza di questi ultimi non pare correlata né a un massiccio interventismo da parte dei gestori della pagina né alle diverse tematiche espresse nei diversi post analizzati, anche considerando i numeri contenuti. Colpisce quindi la costante quantità di commenti divergenti presenti, sostanzialmente in maniera omogenea. È difatti possibile avanzare una primaria quantificazione di questi ultimi anche se, per poter operare un analisi più esaustiva, si ribadisce la necessità di compiere ulteriori indagini sia su un campione più esaustivo, sia ampliando ulteriormente le variabili rilevate. Nel corso dell analisi è infatti emersa una peculiarità nei commenti divergenti, in merito agli autori di questi ultimi. La quantità di profili fake promotori di commenti divergenti risulta infatti consistente, anche se non è stato possibile quantificarla, dato che lo studio richiederebbe un livello di profondità e un focus differenti. L impressione è che la rete, attraverso la garanzia dell anonimato, 18

19 agevoli anche l esposizione di punti di vista divergenti, costruttivi e contenutistici. Avanzando una ulteriore ipotesi, pare plausibile spiegare questa dinamica ricorrendo alla celebre teoria della Spirale del silenzio 39. Se è infatti asseribile che un punto di vista anche solo percepito come marginale non venga espresso per cause riconducibili alla desiderabilità sociale 40, alimentando una spirale viziosa, la garanzia dell anonimato rappresenta uno strumento utile a scardinare questa dinamica. Esprimendo un punto di vista minoritario tramite profili fake in un commento divergente, potrebbe infatti erodersi questo meccanismo permettendo ad altre persone di esplicitare la propria opinione e punto di vista diversi, in maniera critica e costruttiva, ed è proprio su quest ultimo punto che pare rivelarsi importante il lavoro di Valigia Blu. I gestori della pagina operano una continua moderazione per istigare il confronto costruttivo, chiedendo sovente agli utenti di usare un linguaggio consono a un dibattito critico, censurando comportamenti aggressivi e promuovendo un confronto sui contenuti, chiedendo le fonti di ciò che si esprime quando necessario. Il risultato pare essere quello di innescare un meccanismo virtuoso, dove tutta la community aiuta Valigia Blu nell opera di moderazione di un flusso di commenti altrimenti troppo ampio: Fig. 6: Un commento di Valigia Blu inerente le policy della pagina Anche se la presenza di commenti di Valigia Blu pare non correlare direttamente con la presenza di commenti divergenti, la sua opera di moderazione può ritenersi comunque importante affinché punti di vista differenti emergano, sentendosi gli utenti maggiormente titolati a farlo all interno di un clima favorevole. In quest ottica, potrebbe essere interessante individuare casi di studio simili per operare confronti tra pagine che applicano o meno una moderazione 39 Noelle-Neumann, E. (1947), La spirale del silenzio, Roma, Meltemi Editore (2002) 40 Cipolla, C. (a cura di) (1998), Il ciclo metodologico della ricerca sociale, Milano, FrancoAngeli 19

20 di questo tipo, per verificare empiricamente se effettivamente sia connessa o meno alla presenza di commenti divergenti e con quali effetti. In conclusione, i commenti divergenti sono liberamente accessibili, costituiscono un patrimonio comune dal quale chiunque può attingere, un punto di vista diverso con il quale qualsiasi utente della pagina che fruisca del post può anche inavvertitamente entrare in contatto. Nonostante questo, pare comunque avventato affermare che questi dati rappresentino un fattore negativo o positivo per il processo democratico. Se l assunto alla base è che il web, in questo caso il social media Facebook, ci proponga contenuti prettamente affini ai nostri interessi e alle nostre posizioni, tramite un processo di profilazione e personalizzazione, la presenza di commenti divergenti pare eludere forme di gatekeeping ed erodere la bolla dei filtri. Tuttavia, la mera presenza di per sé non certifica la volontà da parte degli utenti di leggere e entrare effettivamente in contatto con questi punti di vista ma ne rappresenta solo una possibilità. Sotto questa luce, oltre che demandare a cause esclusivamente sistemiche le responsabilità per la crisi della democrazia, ancora una volta la questione sembra vertere anche sulla parola chiave consapevolezza degli utenti-cittadini, sia relativamente alla pericolosità della bolla dei filtri, recentemente problematizzata anche dall Unione europea 41, sia relativamente all importanza e al valore del dibattito di per sé, ovvero nell'ascoltare anche punti di vista opposti dai propri nell ottica di un paradigma prosociale 42. Il presente lavoro, come esplicitato sia a monte che a valle della ricerca, cerca quindi di porre un ulteriore focus su questo aspetto, al fine di contribuire all ampliamento di successivi studi e approfondimenti Fiske, S. T. (2004), Social beings: A core motives approach to social psychology. New York, Wiley 20

21 Bibliografia Boccia Artieri, G. (2012), Stati di Connessione, Milano, FrancoAngeli Castells, M. (2007), Communication, Power and Counter-power in the Network Society, California, International Journal of Communication Castells M. (2009), Comunicazione e potere, Milano, Bocconi Università Edizioni Cepernich, C. (2015), Web politics, Bologna, il Mulino, Storia del pensiero politico Cipolla, C. (a cura di) (1998), Il ciclo metodologico della ricerca sociale, Milano, FrancoAngeli Dahlgren, P. (2005), The Internet, Public Spheres, and Political Communication: Dispersion and Deliberation, London, Routledge De Rosa, R. (2000), Fare politica in Internet. Come le nuove tecnologie influenzano la politica, Milano, Apogeo Faccioli, P. & Losacco, G. (2016), Nuovo manuale di sociologia visuale. Dall'analogico al digitale, Milano, FrancoAngeli Fiske, S. T. (2004), Social beings: A core motives approach to social psychology. New York, Wiley King, G & Pan, J. & Roberts, M.E. (2013), How Censorship in China Allows Government Criticism but Silences Collective Expression, American Political Science Review Kovach, B. & Rosentiel, T. (2001), The Elements of Journalism, New York, Three Rivers Press Lippmann, W. (1922), L opinione pubblica, Roma, Donzelli editore (2004) Maistrello, S. (2010), Giornalismo e nuovi media, Milano, Apogeo Marradi, A. (2007), Metodologia delle scienze sociali, Bologna, il Mulino McLuhan, M. (1964), Gli strumenti del comunicare, Milano, il Saggiatore (2008) Monti E. (1997), Sentieri del Conoscere, Milano, FrancoAngeli Morozov, E. (2011), L ingenuità della rete. Il lato oscuro della libertà di internet. Torino, Codice Edizioni 21

22 Noelle-Neumann, E. (1947), La spirale del silenzio, Roma, Meltemi Editore (2002) Pariser, E. (2012), Il Filtro, Milano, il Saggiatore Pintarelli, F. (2012), Su Facebook, Palermo, :duepunti edizioni Pozzi, F.A. & Fersini, E. & Messina, E. & Liu, B. (2016), Sentiment Analysis in Social Networks, Burlington, Morgan Kaufmann Publishers Shirky, C. (2009), Uno per uno, tutti per tutti. Il potere di organizzare senza organizzare, Torino, Codice Edizioni Simmel, G. (1903), Die Grosstädte und das Geistesleben, Metropoli e la Vita dello Spirito, Roma, Armando Editore (1995) Sunstein, C.R. (2003) Republic.com. Cittadini informati o consumatori di informazioni?, Bologna, il Mulino Valeriani, A. (2011), Twitter Factor. Come i nuovi media cambiano la politica internazionale, Roma-Bari, Editori Laterza Sitografia onali/osservatorio/approfondimenti/pi0040app.pdf swedish-terror-gaffe/2017/02/21/2b2e13e2-f843-11e c _story.html?utm_term=.8458d71ad22e

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