ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 1/7
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1 giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 1/7 Titolo: Programma regionale di conservazione e valorizzazione del materiale genetico, di miglioramento del materiale di moltiplicazione vegetativo della vite attraverso la selezione clonale, nonché di verifica genetico sanitaria sui cloni già omologati, ai sensi dei DM 6 febbraio 2001 e 8 febbraio 2005 PREMESSA La selezione clonale è uno dei principali metodi di miglioramento genetico della vite, ed il suo obiettivo è di mettere a disposizione dei viticoltori un materiale (clone) che presenti migliori caratteristiche genetiche e sanitarie. Attualmente il processo di selezione clonale è definito e regolamentato ufficialmente dal decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali del 6 febbraio 2001: Approvazione del protocollo tecnico di selezione clonale, in cui si stabiliscono le disposizioni da seguire per la selezione clonale delle varietà di vite, l'omologazione e l'iscrizione dei relativi cloni nel registro nazionale delle varietà di vite. Tutte le informazioni raccolte sul singolo clone sono sottoposte all'esame del Comitato nazionale per la classificazione delle varietà di vite, istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che ne verifica i risultati e ne stabilisce l'omologazione e l'iscrizione al catalogo nazionale delle varietà di vite. Il protocollo tecnico di selezione clonale prevede innanzitutto l indicazione delle caratteristiche obiettivo della selezione, che servono da linea guida per l individuazione dei soggetti e che vanno a costituire le piante madri dei presunti cloni. Su queste piante vanno eseguiti i test fitosanitari previsti dalla specifica normativa, al fine di escludere la presenza degli agenti virali puntualmente esclusi dalla normativa. Con il materiale proveniente dalle piante madri si costituisce almeno un vigneto di moltiplicazione, preferibilmente nella zona di individuazione o diffusione del vitigno in selezione o comunque in una zona vocata e su terreno esente da nematodi vettori, costituito per almeno 20 ceppi per ogni biotipo, su un portinnesto. I ceppi risultati positivi ai test fitosanitari devono essere propagati separatamente. Sulle discendenze dei presunti cloni si effettuano, per almeno tre annate, rilievi ed analisi al fine di verificare la persistenza, dopo la propagazione, dei caratteri per i quali si è effettuata la selezione. In particolare per i vitigni ad uva da vino, devono essere verificate le potenzialità enologiche del presunto clone attraverso l analisi delle curve di maturazione degli zuccheri, degli acidi fissi, dell'acidità titolabile, del ph e mediante analisi chimiche e sensoriali dei vini ottenuti con microvinificazione per almeno due annate. Per le varietà a bacca colorata vanno valutati inoltre il profilo antocianico, degli acidi idrossicinnaminici legati all acido tartarico, dei flavonoli, degli indici di antociani totali a maturazione. Per quanto riguarda nello specifico il Veneto, regione di antica tradizione viticola con una superficie investita a vite di circa ha - dati ISTAT 2000), la piattaforma ampelografica è costituita sia da vitigni internazionali (siamo tra i principali produttori di vini bordolesi) sia da vitigni di interesse locali, che nel corso degli anni hanno aumentato la loro presenza in termini percentuali e contribuito alla valorizzazione dell intero settore.
2 ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 2/7 I vitigni internazionali, la cui introduzione era iniziata verso la metà del 1800, hanno consolidando la propria presenza a partire dalla seconda metà del 1900 e sono principalmente lo Chardonnay, il Cabernet franc, il Cabernet sauvignon, il Carménère, i Pinots bianco, grigio e nero e il Sauvignon, la loro importanza è andata crescendo in considerazione anche che sono entrati nella composizione ampelografia di diverse denominazioni di origine venete. A fianco di questi vitigni sono comunque presenti delle antiche varietà, che nel tempo hanno qualificato importanti territori veneti e caratterizzato talune delle principali denominazioni. E' il caso del Prosecco ed il Raboso Piave, rispettivamente per la collina e per la pianura trevigiana, la Garganega per l area a cavallo delle provincie di Verona, Vicenza e Padova e le Corvine per il veronese. Queste varietà, ed altre di minore diffusione e/o minore importanza regionale sono state interessate nel corso degli anni sia da programmi di salvaguardia delle risorse genetiche sia da diversi progetti di selezione clonale iniziati in Italia negli anni 70, del secolo scorso. Per le principali varietà interessanti la viticoltura veneta, sono stati attualmente omologati e resi disponibili per i viticoltori un certo numero di cloni ottenuti principalmente dall'ex Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano, anche in collaborazione con diversi enti locali veneti. I cloni che sono stati omologati nella prima fase dei lavori, quindi negli anni 70 e 80, utilizzando criteri e metodologie di selezione a volte superati rispetto agli attuali obiettivi sanitaria ed enologici. Seppure rappresentino un primo risultato di miglioramento qualitativo dei materiali di propagazione, risultano per talune loro caratteristiche ormai superati, infatti il viticoltore richiede delle novità soprattutto in ordine alle risposte qualitative ed in particolare alla capacità di trasmette ai vini taluni elementi in grado di marcare il prodotto desiderato. Inoltre è da precisare che per alcuni vitigni interessanti per il Veneto non esistono ancora selezioni clonali omologate, come per esempio per la: Bianchetta trevigiana, Boschera, Pedevenda, Perera, ecc. STATO ATTUALE DEI LAVORI Negli ultimi anni grazie alla collaborazione tra CRA-ex ISV, Regione Veneto e Veneto Agricoltura si sono attivati importanti progetti di selezione clonale di varietà interessanti per il Veneto che hanno portato all'individuazione in diversi areali di interessanti biotipi, per alcuni dei quali sono stati costituiti anche i campi di confronto. Varietà Areale di selezione Stato di avanzamento della selezione Bianchetta Treviso Campo Az. Collalto - Susegana Cabernet franc varie aree viticole Veneto Individuazione biotipi - campi di confronto Cabernet sauvignon varie aree viticole Veneto Individuazione biotipi - campi di confronto Garganega Verona, Padova, Vicenza Individuazione biotipi - campi di confronto Merlot Belluno Campi a Crespignaga Marzemina bianca Padova, Vicenza Campi a Spresiano (CRA-VIT) e Bassano (Ist. Parolini) Pedevenda Vicenza Campi a Spresiano (CRA-VIT) e Bassano (Ist. Parolini) Prosecco Treviso Barbatelle in vivaio - ERSA Raboso veronese Treviso Campo Az. Basei - Vazzola Trevisana nera Belluno 2
3 ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 3/7 Garganega e Trebbiano di Soave Verona Vicenza Campo di San Floriano (VR) Corvina, Molinara e altre varietà Verona Campo di San Floriano (VR) autoctone veronesi Altri lavori di selezione si sono recentemente conclusi con la presentazione (giugno 2007) della richiesta di omologazione per quattro cloni di Prosecco (2007 ISV-VA 4, 6, 7 e 8), uno di Pinot nero (2007 ISV-C. VI- VA 2 "Canaja"), uno di Malvasia Istriana (2007 ISV-VA 101) ed uno di Incrocio Manzoni 2-15 (2007 ISV- VA 1) e dell iscrizione recentemente al Registro nazionale delle varietà di viti dei seguenti vitigni: Corbina, Recantina, Turchetta, Marzemina grossa e Cavrara. L'ampliamento della variabilità genetica e l'individuazione per ogni singolo vitigno di una serie di cloni è fondamentale per permettere la costituzione di vigneti policlonali in grado di rispondere nel modo migliore alle diverse esigenze viticolo-enologiche. E' importante quindi proseguire nella selezione clonale di varietà affermate che garantiscono produzioni enologiche di qualità (Merlot-Cabernets, Prosecco, Garganega, Corvina-Corvinone, Verduzzo ecc.) ma anche intensificare gli sforzi per il miglioramento dei vitigni minori locali (Boschera, Raboso, Bianchetta, Marzemina bianca ecc.), a cui il mercato presta una sempre maggiore attenzione, e che contribuiscono alla diversificazione della piattaforma varietale ed identificano il territorio. In particolare: Varietà Boschera Dorona di Venezia Garganega Merlot Marzemino Raboso Piave Raboso veronese Trevisana nera Verduzzo trevigiano varietà autoctone veronesi Areale da indagare Treviso Venezia, Padova Padova, Vicenza Belluno Treviso, Padova Venezia, Padova Belluno Verona Per la Dorona di Venezia è anche da prevedere l'iscrizione al registro nazionale delle varietà di vite. METODOLOGIA 1. Individuazione fenotipica L individuazione fenotipica dei presunti cloni verrà compiuta su vecchi vigneti situati negli areali di origine e/o di tradizionale diffusione del vitigno, utilizzando i seguenti i criteri di scelta: - assenza dei sintomi macroscopici delle principali virosi e fitoplasmosi, con osservazioni ripetute in particolare nei momenti di massima espressione delle sintomatologie, - rappresentatività della variabilità della popolazione; - produttività e fertilità inferiore/superiore rispetto alla media della popolazione; - migliori caratteristiche morfologiche del grappolo, e migliore potenziale enologico I controlli da effettuare su ogni singolo biotipo in selezione saranno relativi a -fenologia (rilievo delle epoche di germogliamento, fioritura, invaiatura e maturazione delle uve); -morfologia (per la descrizione del clone e per controllare che il biotipo in selezione mantenga le caratteristiche ampelografiche originarie); -produttività (fertilità reale e potenziale delle gemme lungo il capo a frutto, produzione per ceppo, numero di grappoli per ceppo, peso, percentuale di attacco botritico, peso dei tralci di potatura, ecc.) -qualità (principali componenti del mosto: zuccheri, acidità totale, ph, acido tartarico e acido malico). Al fine di verificare le potenzialità enologiche del presunto clone dovranno essere effettuate: 3
4 ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 4/7 - curve di maturazione individuando, a partire dall'invaiatura, l'andamento degli zuccheri, degli acidi fissi, dell'acidità titolabile, del ph; - microvinificazione delle uve dei diversi biotipi con successive analisi chimiche dei vini ottenuti e giudizio sensoriale qualitativo e di tipicità dei vini. Per i vitigni a buccia colorata si eseguono inoltre le seguenti analisi chimiche delle uve: - profilo degli antociani della buccia. Se il clone è dotato di polpa colorata, è necessario determinare anche il profilo degli antociani di questa parte dell'acino. - Profilo degli acidi idrossicinnamici legati all'acido tartarico della buccia e della polpa. - Profilo dei flavonoli della buccia. - antociani totali a maturazione. 2. Saggi sanitari Il materiale verrà sottoposto a saggi di verifica dello stato sanitario nei riguardi delle principali malattie da virus e virus-simili. I ceppi individuati verranno innanzitutto saggiati con il test ELISA per accertare l assenza di ArMV, GFLV, GLRaV 1,2,3, GFkV. GVA e GVB. Successivamente verranno sottoposti a saggi di trasmissione mediante innesto su specifiche piante indicatrici. Per questi indexaggi arborei si utilizzeranno almeno 5 innesti di saggio per ogni combinazione ed il controllo sulla manifestazione dei sintomi verrà fatto per tre stagioni. Fitopatia Saggi immunoenzimatici con il Saggi legnosi con metodo ELISA Complesso dell'arricciamento ArMV (Arabis mosaic virus), V. rupestris St. George GFLV (Grapevine fanleaf virus) Maculatura infettiva GFkV (Grapevine fleck virus) V. rupestris St. George Complesso dell'accartocciamento fogliare GLRaV 1, 2, 3 (Grapevine leafroll associated virus) V. vinifera cv Cabernet franc o altra sensibile Complesso del legno riccio GVA (Grapevine virus A) V. Berlandieri X V. riparia cv Kober 5BB per Kober stem grooving V. rupestris du Lot per Rupestris stem pitting ibrido LN 33 per LN stem grooving Suberosi corticale GVB (Grapevine virus B) ibrido LN 33 per corky bark Enazioni ibrido LN 33 Necrosi delle nervature V. berlandieri x V. rupestris cv 110 Richter Mosaico delle nervature V. riparia cv Gloire de Montpellier 3. Microvinificazioni Le microvinificazioni dei biotipi saranno effettuate presso la cantina di microvinificazione del Centro Regionale per la Viticoltura, l Enologia e la Grappa di Veneto Agricoltura a Conegliano. Si opera su un quantitativo minimo di un quintale di uva, per arrivare alla fine delle operazioni enologiche ad ottenere circa 50 litri di vino. I vini vengono successivamente degustati in diverse riprese, prima da un panel formato da Veneto Agricoltura, e successivamente da enologi operanti presso strutture private e da liberi professionisti operanti nell area di coltivazione del vitigno. I componenti delle commissioni sono invitati a dare un giudizio complessivo del vino in esame, valutandone le caratteristiche organolettiche e verificando con particolare attenzione la presenza delle caratteristiche organolettiche e verificando con particolare attenzione la presenza delle caratteristiche di tipicità della varietà. 4
5 ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 5/7 Metodologia di vinificazione in bianco Le uve oggetto di vinificazione, raccolte a mano ed in perfetto stato sanitario, sono pigiate con pigiatrice in acciaio inox. L uva pigiata viene pressata mediante pressa a polmone alla pressione di 1 atm. Il mosto ottenuto è addizionato di anidride solforosa in ragione di 4 g/hl ed enzimi pectolitici pari a 1,5 g/hl. Il mosto, torbido, subisce una chiarifica statica in cella termocondizionata alla temperatura di + 10 C per 12 ore. Al termine della chiarifica statica il mosto viene travasato, portato alla temperatura di + 15 C, ed aggiunto di un aliquota di prodotto, pari al 10 %, sul quale è stato eseguito un inoculo con 30 g/hl di Lievito Secco Attivo reidratato (Saccharomyces cerevisiae), attivante di fermentazione in ragione di 30g/hl e scorze di lievito pari a 10 g/hl. La fermentazione alcolica viene condotta alla temperatura di + 18 C. A fermentazione alcolica ultimata (zuccheri riduttori <1 g/l), il vino è travasato in recipienti precedentemente saturati con gas inerte al fine di preservare il più possibile la componente aromatica, aggiunto di anidride solforosa chiarificato con bentonite. La conservazione del vino avviene alla temperatura di + 3 C per un periodo di 7 mesi consecutivi sotto battente di gas inerte e tre travasi eseguiti periodicamente con aggiunte mirate di anidride solforosa in modo da portare il quantitativo di SO 2 molecolare pari a 0,6 mg/l. Al termine della stabilizzazione tartarica i vini verranno prefiltrati per contropressione con filtri a membrana con pori da 10µ, 5 µ e 3 µ, successivamente filtrati in maniera sterile con membrane da 2 µ, 1 µ e 0,65 µ ed infine imbottigliati. Metodologia di vinificazione in rosso Le uve oggetto di vinificazione, raccolte a mano ed in perfetto stato sanitario, sono pigiate con pigiatrice in acciaio inox. Il pigiato è addizionato di 4 g/hl di anidride solforosa, 30 g/hl di Lievito Secco Attivo reidratato (Saccharomyces cerevisiae), attivante di fermentazione in ragione di 30 g/hl e scorze di lievito pari a 10 g/hl. La fermentazione viene effettuata in presenza delle vinacce per un periodo di 8 giorni alla temperatura di +28 C, con due follature giornaliere del cappello di vinaccia. La svinatura è eseguita all ottavo giorno di macerazione e la vinaccia pressata mediante pressa idraulica a polmone a 1 bar di pressione. A fermentazione alcolica ultimata (zuccheri riduttori <1 g/l) il vino viene inoculato di batteri malolattici selezionati (gen. Oenococcus oenii) e mantenuto alla temperatura di +20 C sotto battente di gas inerte (CO 2 ). Al termine della fermentazione malolattica il vino ottenuto subisce tre travasi con aggiunte mirate di anidride solforosa in modo da portare il quantitativo di SO 2 molecolare pari a 0,6 mg/l. Il vino dopo la fermentazione malolattica è conservato alla temperatura di +3 C per un periodo di 7 mesi consecutivi sotto battente di gas inerte. Al termine della stabilizzazione tartarica i vini sono prefiltrati per contropressione con filtri a membrana con pori da 10 µ, 5 µ e 3 µ, successivamente filtrati in maniera sterile con membrane da 2 µ, 1 µ e 0,65 µ ed infine imbottigliati. ATTIVITA PER LA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL GERMOPLASMA La Regione Veneto nel 1997 avviato il Programma di intervento pluriennale per la moltiplicazione di materiale vegetativo non contaminato dal fitoplasma. Tra le attività del programma rientra il Recupero, Conservazione e successiva Moltiplicazione del patrimonio viticolo regionale, in particolare per le cultivar e i biotipi in via di estinzione (L.R. 6/97) affidata a Veneto Agricoltura. Si è costituito subito un gruppo di lavoro con il CRA - Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano che aveva iniziato già da tempo il lavoro di identificazione e recupero. In un primo momento sono state moltiplicate le viti di interesse veneto, già presenti nel campo collezione di Spresiano poi, nei vari anni di lavoro, sono stati reperiti e messi a dimora dei campi collezioni presso l Istituto Sperimentale per la Viticoltura e Veneto Agricoltura, che al momento sono circa 360. Altri campi collezione contengono viti di interesse locale o provinciale(tabella 1). Tab. 1 I primi campi di raccolta vecchie varietà. 5
6 ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 6/7 anno impianto Az. Istituto Sperimentale Viticoltura - Spresiano (TV) tutte le varietà reperite dal 1999 Az. Sasse Rami -Veneto Agricoltura - Ceregnano (RO) tutte le varietà reperite dal 1999 Az. Segattini - Pastrengo (VR) varietà veronesi 1975 Az. Amm.ne Prov. le Verona - S. Floriano varietà veronesi ed altre nere interessanti Az. Nicolin - Lonigo varietà dei Berici 1984 Az. Bedin - Brendola (VI) varietà dei Berici 1989 Az. Istituto Parolini - Bassano (VI) varietà locali 1996 Az. Ente Parco - Monte Gemola (PD) varietà padovane 1983 Az. Filò delle vigne - Baone varietà padovane 1986 Az. "Il Serraglio" - Boccon di Vo' (PD) varietà padovane 1996 Az. Dominio di Bagnoli - Bagnoli (PD) varietà padovane 1996 Az. Collalto - Susegana (TV) Corbine Az. Ruggeri - Montebelluna (TV) varietà a bacca rossa 2003 Az- Monteforche - Vo' (PD) varietà a bacca rossa 2004 Consorzio Vit. Polesani - Canaro (RO) Turchetta 2003 Accanto al lavoro di recupero e conservazione è iniziato anche un notevole lavoro di valorizzazione dei vecchi vitigni promosso dalla Regione Veneto attraverso programmi e leggi ad hoc (L.R. 32/99, L.R. n.40/03, Programma regionale biodiversità ). Sui vitigni si è operato con due finalità. La prima è stata quella di caratterizzare i biotipi in modo da poter iscrivere al Registro Nazionale delle Varietà di Vite i vitigni maggiormente interessanti, la seconda è stata quella di proseguire nell esplorare le caratteristiche viticole ed enologiche delle varietà per una loro eventuale valorizzazione commerciale. Metodologia seguita per la 1. Caratterizzazione delle varietà : - ampelografia anche corredata dalla documentazione fotografica di germoglio, foglia, grappolo, acini e vinaccioli); - fillometria indagini biometriche computerizzate dei parametri che caratterizzano la forma della foglia ( Leaf-CRA ISV) con ottenimento della foglia tipo varietale, una specie di impronta digitale della varietà - determinazione isoenzimatica: analisi dei sistemi isoenzimatici Glico Phosfo Isomerali e Phospho Glico Mutasi - analisi molecolari: analisi del DNA su 11 loci microsatellite (SSR), per stabilire o verificare il loro profilo molecolare e quindi l identità varietale - analisi metaboliti secondari quali il profilo antocianico e il profilo aromatico 2. Valorizzazione dei vitigni sono stati effettuati rilievi viticoli rilevando l'epoca di svolgimento delle diverse fasi fenologiche,le produzioni per ceppo, dimensioni di grappoli ed acini, composizione del mosto e valutando le caratteristiche colturali. Le varie accessioni sono state poi vinificate individualmente in quantità di circa 2 q.li di uve, con diverse metodologie più o meno estreme, ed il prodotto derivato caratterizzato chimicamente nonché dal punto di vista organolettico, utilizzando la metodologia dell analisi sensoriale. In un secondo tempo le quantità vinificate sono state aumentate, per i vitigni più promettenti, a quantità che si avvicinano a quelle vinificate commercialmente (circa 4 hl di vino). I risultati del lavoro sin qui effettuato dal 2000, finanziato dalla Regione Veneto e svolti in stretta collaborazione tra Veneto Agricoltura e il citato Istituto ha permesso di presentare la domanda di iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite di n. 5 vecchi vitigni a bacca nera (Corbine, Recantina, Turchetta, Marzemina grossa e Cavrara) e 1 a bacca bianca (Grapariol). Ripartizione finanziaria - Individuazione dei biotipi, controlli sanitari macroscopici, raccolta legno, preparazione barbatelle: ,00 6
7 ALLEGATOA alla Dgr n del 28 dicembre 2007 pag. 7/7 - Test sanitari (ELISA - PCR) e saggi biologici: ,00 - Rilievi sui campi di confronto esistenti (Garganega, Bianchetta, Pedevenda): ,00 - Microvinificazioni ed analisi mosti e vini: ,00 Costi amministrativi e documentazione di presentazione al MIPAF per l omologazione dei cloni: ,00 Totale: ,00 7
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