un innata ritrosia che spinge molti commercianti a mantenere un così rigido riserbo

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1 INCHIESTA SULL ESPOSIZIONE DEI PREZZI Al cliente non far sapere... È fondamentale per confrontare i negozi, scegliere il più conveniente e mettere in moto la concorrenza: eppure il prezzo latita sia nelle vetrine sia sugli scaffali. Indicarlo per ogni merce in vendita è obbligatorio per legge. È un innata ritrosia che spinge molti commercianti a mantenere un così rigido riserbo sui prezzi che, per legge, dovrebbero invece essere esposti, e in maniera chiara e inequivocabile, su ogni prodotto in vendita? Da qualsiasi motivo sia dettato, questo comportamento illegale è purtroppo ancora molto diffuso, innanzitutto nel nostro Paese, ma anche in Belgio, Portogallo e Spagna. I dati, raccolti durante la nostra indagine condotta nei quattro Paesi europei con un contributo della Commissione Europea, non lasciano spazio a interpretazioni benevole. Eppure la legge 26 Altroconsumo 193 ı Maggio 2006 in vigore nella Ue parla chiaro: i prezzi devono essere indicati per tutte le merci in vendita, sia quando esposte in vetrina sia quando collocate all interno del negozio. In Italia, secondo le nostre indagini, quasi la metà (44%), dei negozi specializzati non è in regola. Va ancora peggio nel settore degli ipermercati-supermercati: il 62% dei negozi a libero servizio visitati non mostrava il cartellino del prezzo per ogni merce in vendita. In sintesi: nel 45% dei punti vendita italiani visitati non erano esposti tutti i prezzi. Non è la prima volta che queste carenze vengono al pettine dei nostri controlli. Da una precedente inchiesta concepita per stabilire con quanta sollecitudine i commercianti cominciassero a tenere conto dell euro, che di lì a poco sarebbe circolato nel nostro e in altri 11 Paesi era risultato che non solo la nuova moneta era pressoché assente dai cartellini del prezzo, ma che anche la lira era latitante nella metà dei negozi. Un vizio di vecchia data, quindi, al quale si possono addebitare, in buona misura, gli incrementi selvaggi dei prezzi e quindi del costo

2 Il metodo dell inchiesta L obiettivo della nostra inchiesta, realizzata lo scorso mese di novembre, era verifi care l indicazione dei prezzi delle merci esposte in vetrina e all interno dei negozi, come prevede la legge. Quattro i Paesi esaminati: oltre all Italia, l inchiesta ha coinvolto il Belgio, il Portogallo e la Spagna. Sono 46 le città incluse nell inchiesta, scelte tra le più importanti: 10 in Italia (Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino), 11 in Belgio, 17 in Spagna, 8 in Portogallo. Sono stati presi in considerazione negozi di abbigliamento, alimentari, Tv-video, elettrodomestici, fotografi a, informatica, telefonia, bricolage, profumeria, articoli sportivi, Cd-Dvd, telefonia, prodotti per la casa e calzature. Sono stati visitati sia supermercati e ipermercati sia negozi specializzati (tradizionali o a catena); in totale sono stati passati al setaccio negozi (di cui 788 in Italia), di cui (di cui 396 italiani) vendono abbigliamento, 291 (91 italiani) alimentari, 288 (79 nel nostro Paese) Tv-video. È stata valutata l esposizione dei prezzi sia all interno dei punti vendita sia sulle vetrine; per gli alimentari confezionati, le vernici, i prodotti per la cura della persona e della casa è stata presa in considerazione anche la presenza del prezzo per unità di misura. Leggibilità e chiarezza gli altri due elementi considerati; quando c erano promozioni, è stata controllata la presenza dei due prezzi, quello prima della vendita speciale e quello successivo. della vita, all indomani dell introduzione dell euro. E la conseguente minor capacità d acquisto dei consumatori italiani. Sembra lecito chiedersi quali controlli ci siano stati sulla doppia esposizione dei prezzi lira/euro, che era stata resa obbligatoria per legge e avrebbe dovuto limitare gli aumenti. Visto che, a distanza di anni, il cattivo costume è ancora in auge e la situazione non è neppure identica, ma addirittura peggiorata. Esporre i prezzi, perché? Perché è tanto importante esporre il prezzo di ogni merce in vendita? Perché si tratta di un elemento fondamentale di quello che possiamo defi nire il contratto di compravendita : il commerciante propone un prezzo, al quale quel prodotto deve poter essere acquistato. Quando il prezzo è indicato in maniera inequivocabile e con chiarezza, il negoziante è costretto ad applicarlo e il consumatore è tutelato contro eventuali comportamenti disonesti. Inoltre l esposizione dei prezzi rende il mercato più trasparente e favorisce una corretta concorrenza, dalla quale chi acquista può trarre vantaggi: infatti, se ha la possibilità di confrontare agevolmente i prezzi dello stesso prodotto messo in vendita nei differenti negozi, il consumatore può operare la scelta che gli conviene di più e i negozi che praticano i prezzi più convenienti sono premiati. Vi è anche un aspetto psicologico, che gioca a sfavore dell acquirente, se il prezzo viene occultato: quando si entra in un negozio, perché interessati a un oggetto del quale non si conosce il costo, ci si sente poi un po obbligati all acquisto, anche se in realtà non ci sembra conveniente. Ma chi è costretto a entrare per chiedere un prezzo dovrebbe essere consapevole che il contratto di compravendita era zoppo, e quindi dovrebbe sentirsi ancora più libero del solito di non acquistare, specie se la richiesta del commerciante è troppo elevata o se la stessa merce è messa in vendita a prezzo inferiore in un altro negozio. L indicazione del prezzo deve essere inequivocabile Sono tutti questi i motivi alla base della legge che obbliga a esporre i prezzi (n. 84 del 25 febbraio 2000, elaborata per recepire anche in Italia la direttiva 98/6/ Ce). La norma defi nisce il prezzo di vendita come quello finale espresso per unità di prodotto o per una determinata quantità, comprensivo di Iva e di ogni altra imposta. Anche il prezzo per unità di misura (chilo, litro, metro o altro), previsto per alcuni beni, si intende sempre comprensivo dell Iva e di ogni altra imposta. Il prezzo di vendita e il prezzo per unità di misura, quando previsto, devono essere indicati per tutti i prodotti in modo inequivocabile e facilmente leggibile; in linea generale i prezzi devono essere indicati sia all interno del negozio sia in vetrina. La norma prevede pochissime eccezioni all obbligo (vedi anche la tabella di pag. 28): si tratta dei negozi che vendono opere d arte, antichità e oreficeria, che per motivi di sicurezza possono indicare i prezzi della merce esposta solo all interno. Altre norme stabiliscono alcune eccezioni: ad esempio chi vende giornali e riviste non è tenuto a mettere in mostra i prezzi, si dà per scontato che abbiano l indicazione sulla copertina. Nei bar e ristoranti il listino delle consumazioni deve essere ben visibile al pubblico. Inchiesta sul campo Per rendere significativa la ricerca, in Italia sono state selezionate 10 città tra i più importanti capoluoghi di regione: Bari, Bologna, Cagliari, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. I punti vendita, per un totale di 788, sono stati scelti in base alla tipologia: da una parte la grande distribuzione Altroconsumo 193 ı Maggio

3 ESPOSIZIONE DEI PREZZI: OBBLIGHI ED ECCEZIONI SECONDO LE LEGGI Tipo di prodotto/negozio È obbligatoria l esposizione dei prezzi? I prezzi devono essere ben visibili? È obbligatorio il catalogo dei prezzi? È obbligatorio indicare il prezzo per unità di misura? Osservazioni Giornali e riviste no no no - Auto, moto e relativi ricambi Libri Prodotti alimentari no no sì - Solo se non indicati in copertina o in un catalogo a disposizione del pubblico no Solo se non indicati in copertina o esposti sullo scaffale sfusi sì sì no sì confezionati sì sì no sì nei distributori automatici Opere d arte e di antichità e vendite all asta sì sì no no no no no - Orefi ceria e pietre preziose sì no no - Negozi o reparti organizzati con il libero servizio sì sì no nei casi previsti Bar e ristoranti sì sì no no - Il prezzo è stampato direttamente sul giornale Il negoziante deve lasciare il catalogo a disposizione dei clienti Non è obbligatoria l esposizione per unità di misura per alcuni prodotti (preconfezionati costituiti da prodotti diversi, vendibili a pezzo...) Se esposti insieme prodotti identici dello stesso valore è suffi ciente l uso di un unico cartellino L obbligo di pubblicità è assolto tramite l esposizione di un listino affi sso in luogo ben visibile al pubblico con i suoi ipermercati e supermercati, dall altra i negozi specializzati (cioè che vendono un solo tipo di prodotto), sia tradizionali sia a catena. Inoltre si è cercato di rappresentare i settori merceologici maggiormente gettonati, tra quelli che la legge obbliga all esposizione dei prezzi. Vetrine mute a Cagliari e Bari Nelle diverse città abbiamo visitato negozi di abbigliamento, alimentari, Tv-video, elettrodomestici, fotografi a, informatica, telefonia, bricolage, profumeria, articoli sportivi, Cd-Dvd, prodotti per la casa e calzature, controllando se i prezzi erano esposti correttamente, sia in vetrina, sia all interno. Interno. Se si considera la presenza di tutti i prezzi all interno del punto vendita, tra i negozi specializzati mostrava lacune il 44%, quasi la metà. La percentuale sale al 62% nel caso di ipermercati e supermercati: anche se bisogna tenere in conto che all interno di un supermercato o di un ipermercato sono stati oggetto dell inchiesta molti reparti e quindi, secondo la legge delle probabilità, era più difficile per un punto vendita di questo tipo contribuire all aumento 45% Punti vendita che non espongono tutti i prezzi all interno. L assenza del prezzo non permette la scelta più conveniente. della percentuale dei negozi con tutti i prezzi esposti: bastava che un solo reparto non fosse in regola per far retrocedere quel negozio nella lista dei cattivi. Vetrina. L esposizione nelle vetrine è relativa solo ai negozi che ne sono provvisti, quindi non riguarda alcun punto vendita della grande distribuzione. In totale, i negozi che non esponevano tutti i prezzi in vetrina sono risultati ben un terzo (33%). L oscar per la vetrina muta va a Cagliari e Bari, che distaccano le altre città di parecchi punti percentuali. Ci si chiede come facciano i cagliaritani a effettuare acquisti oculati quando ben il 75% dei negozi della ESPOSIZIONE PREZZI ALL INTERNO DEI NEGOZI SPECIALIZZATI Città Numero di negozi Negozi che non esponevano tutti i prezzi (%) BARI NAPOLI CAGLIARI ROMA GENOVA FIRENZE TORINO BOLOGNA MILANO PALERMO 57 5 TOTALE ESPOSIZIONE PREZZI IN VETRINA NEI NEGOZI SPECIALIZZATI Città Numero di vetrine Negozi che non esponevano tutti i prezzi (%) CAGLIARI BARI GENOVA ROMA BOLOGNA NAPOLI FIRENZE MILANO PALERMO 44 9 TORINO 52 8 TOTALE Altroconsumo 193 ı Maggio 2006

4 ESPOSIZIONE DEL PREZZO PER CONFEZIONE E UNITÀ DI MISURA Settore catena Punti vendita senza esposizione completa (%) loro città espone sì le merci per attirare i passanti, ma si guarda bene dall informare sui prezzi. Pessima situazione anche a Bari, dove forse i negozianti contano sulla telepatia dei possibili acquirenti, visto che il 67% non ritiene necessario segnalare in vetrina la risposta alla semplice domanda quanto costa?. Abbiamo verifi cato anche leggibilità e chiarezza delle indicazioni del prezzo (quando ci sono, ovviamente), che sono entrambi requisiti richiesti dalla legge. Ben il 24% dei negozi che espongono i prezzi all interno non ha la qualità della leggibilità, mentre il 12% manca di chiarezza. Nelle vetrine (dove come si è visto ben il 33% dei venditori non comunica i prezzi delle merci esposte), il 13% non è leggibile e il 9% non è chiaro. Esposizione per unità di misura. Se ci si avventura nel territorio dei prezzi espressi per unità di misura, indicazione spesso essenziale per fare confronti, le sorprese sgradite sono numerose. Il dato è stato verificato, così come la legge prevede, per alimentari confezionati (come carne, frutta, verdura, salumi e formaggi, latticini); vernici; prodotti per la cura della persona (profumi, deodoranti, shampoo e dentifrici) e prodotti per la casa (detersivi per lavastoviglie). Partiamo dal dato migliore, quello che riguarda gli alimentari venduti negli ipermercati: solo il 18% dei punti vendita di questo tipo non espone con accuratezza il prezzo per confezione o per unità di misura. L ottimismo passa immediatamente se si dà uno sguardo agli altri dati in tabella (in alto): considerando l intero arco di negozi presi in esame, il 42% non espone, come legge comanda, sia per confezione sia per unità di misura. Significa che quasi la metà dei punti vendita non dà questa importante informazione al probabile cliente. Non sono carenze da poco, visto che spesso è proprio dal prezzo al chilo o al litro che chi acquista riesce a individuare il prodotto più conveniente. Se gli si tace il prezzo per unità di misura, gli si cela un importante elemento per confrontare i prezzi ed effettuare acquisti oculati. Ad esempio le industrie talvolta ricorrono a confezioni più grandi per contenere la stessa quanti- ipermercato supermercato tradizionale Tutti ALIMENTARE BRICOLAGE CURA DELLA PERSONA PRODOTTI PER LA CASA RISULTATI COMPLESSIVI Punti vendita che non espongono i prezzi per confezione e unità di misura: diventa difficile confrontare confezioni diverse. 42% tà di prodotto contenuta in pacchetti più piccoli, di fronte al quale il consumatore è disorientato. Se non viene informato sul prezzo al chilo o al litro (per fare due esempi) può essere indotto a ritenere, a torto, più conveniente la confezione più grande. Le migliori e le peggiori. Se i dati si fossero basati esclusivamente su Milano, Bologna e Palermo, la percentuale dei supermercati e ipermercati che non rispettano la legge sarebbe scesa al 20%. Ma Bari, Cagliari, Genova, Roma e Napoli, con il loro zero per cento di negozi del tutto corretti (non si è trovato tra quelli prescelti nemmeno un negozio a libero servizio che mostrasse tutti i prezzi in tutti i comparti), hanno trascinato verso il basso il dato che sta a indicare, in sintesi, la poca correttezza dei commercianti nei confronti dei consumatori. La città più virtuosa d Italia è Palermo: la migliore in classifica con ben l 86% nel segmento dei supermercati e ipermercati. Ancor più rilevante, rispetto alle altre città italiane, il risultato ottenuto dal capoluogo siciliano nei negozi specializzati: il 95% di quelli presi in esame dalla nostra inchiesta era in perfetta regola con la legge. Persino Milano, che in queste occasioni fa sempre un po la prima della classe, è stata superata da Palermo: a Milano abbiamo trovato infatti solo il 90% dei negozi specializzati con tutti i prezzi ben esposti accanto a ogni prodotto in vendita. Per il dato che segnala le vetrine completamente esplicite nell indicare il costo dei prodotti in testa alla classifica con le percentuali 92, 91 e 90 troviamo rispettivamente Torino e ancora Palermo e Milano. Ultimi della classe: alimentari e abiti Considerando una per una le merceologie oggetto dell inchiesta, c è qualche comparto per così dire più esplicito di altri, in fatto di prezzi? I risultati migliori sono quelli degli elettrodomestici, che negli ipermercati e supermercati sono sprovvisti del Negozi specializzati che non espongono i prezzi in vetrina. Il cliente è costretto a entrare nel negozio per chiedere informazioni. 33% Altroconsumo 193 ı Maggio

5 MAGLIA NERA ALL ITALIA Al 100% di punti vendita che espongono tutti i prezzi, così come vuole la legge, non giunge nessuna delle quattro nazioni, passate alle lente di ingrandimento dalla nostra indagine, ossia Belgio, Italia, Portogallo e Spagna. Il migliore risultato lo ottiene il Belgio, dove la percentuale dei negozi specializzati che non espongono i prezzi è il 28%, contro il 32% del Portogallo e il 42% della Spagna. Una maglia nera all Italia con il 44%. ESPOSIZIONE DEI PREZZI ALL INTERNO DEL PUNTO VENDITA E IN VETRINA PER SETTORE Iper e Negozi specializzati super Settore LE LACUNE PAESE PER PAESE Negozi Paese Iper e super (%) specializzati (%) Negozi che non espongono tutti i prezzi all interno Belgio Spagna Italia Portogallo Media dei paesi Negozi che non espongono tutti i prezzi in vetrina Belgio 37 Spagna 47 Italia 33 Portogallo 47 Media dei paesi 41 negozi al cui interno non sono esposti tutti i prezzi (%) vetrine senza tutti i prezzi esposti (%) negozi al cui interno non sono esposti tutti i prezzi (%) ABBIGLIAMENTO ALIMENTARE ARTICOLI SPORTIVI BRICOLAGE CD-DVD CURA DELLA PERSONA ELETTRODOMESTICI FOTOGRAFIA INFORMATICA TELEFONIA TV-VIDEO PRODOTTI PER LA CASA SCARPE Sono necessari controlli a tappeto La legge c è e parla molto chiaro: i prezzi devono essere esposti sia in vetrina sia all interno dei negozi, per garantire la trasparenza, la concorrenza e la libertà di scelta dei consumatori. Purtroppo solo una parte dei commercianti la rispetta, come risulta dalla nostra indagine condotta in Italia, Spagna, Belgio e Portogallo nello scorso novembre. I negozi (grande distribuzione e specializzati) del nostro Paese non brillano per l ottemperanza alla norma né per quanto riguarda la presenza dei prezzi per ciascuna merce messa in vendita all interno o in vetrina, né per quanto riguarda la chiarezza e la leggibilità. Altroconsumo si batte perché vengano effettuati controlli a tappeto da parte degli organi preposti, a partire dagli agenti della polizia municipale, in modo che finalmente sia applicata da tutti i commercianti una legge che tutela i sacrosanti interessi dei consumatori. Se la mancanza dell esposizione dei prezzi è una pratica ancora così comune è anche grazie alla noncuranza di chi dovrebbe effettuare i controlli. cartellino del prezzo nel 16% dei casi, e dei negozi di fotografia che non espongono correttamente all interno al 22%. Il resto del panorama è deludente. Particolarmente grave la situazione nel campo dei negozi alimentari, un settore del commercio a cui nessuno può rinunciare: ebbene, in questo comparto tanto importante il 64% dei punti vendita, ossia molto più della metà, era carente e non mostrava tutti i prezzi degli alimenti in vendita. Sotto ogni livello accettabile l indice di presenza dei prezzi nei reparti abbigliamento in super e ipermercati: ben il 53% non rispetta la legge. Benemeriti, in questa situazione più che lacunosa, i negozianti di scarpe: l 81% mostra senza reticenze tutti i prezzi, che risultano essere leggibili per il 93% e chiari nel 95% dei casi. Promozioni e sconti In 397 dei negozi scelti per effettuare la nostra inchiesta erano messi in vendita prodotti a prezzi promozionali o scontati. In questo caso è corretto, accanto al prezzo di vendita, esporre anche il riferimento al prezzo precedente. In questo tipo di esame è stato bocciato il 54% del campione: più della metà. I meno attenti alla segnalazione del doppio prezzo, cioè quello prima e dopo la promozione, sono risultati gli ipermercati, mentre i negozi tradizionali inadempienti erano il 44%. Una situazione da denunciare Data la scoragginate situazione fotografata dalla nostra inchiesta, è del tutto evidente che chiunque di noi può imbattersi più e più volte in negozi o supermercati che della legge si fanno un baffo. Come possiamo proteggerci? C è un modo per costringere i contravventori a mettersi in regola? La legge stabilisce, per i commercianti che omettono di indicare tutti i prezzi delle loro merci, una sanzione amministrativa, pari al pagamento di una somma che va da 516 a euro. Il compito di controllare e di constatare il mancato rispetto della norma è attribuito a tutti gli organi di vigilanza e polizia, ai quali può rivolgersi liberamente anche il consumatore che vede messo a repentaglio il suo diritto a essere informato con chiarezza. Un comportamento che invitiamo a seguire, data l importanza della materia e di una legge la cui inosservanza va a discapito di tutti i consumatori. Il buon esempio lo diamo noi, utilizzando proprio questi dati, venuti alla luce nel corso dell inchiesta: forti della correttezza sia della metodologia sia dei risultati della ricerca, abbiamo infatti informato le autorità di vigilanza competenti sul territorio del comportamento scorretto di molti commercianti. Inoltre sono stati informati dell esito della nostra indagine anche i negozianti che si sono mostrati più lacunosi nell esporre i prezzi, affinché possano mettersi in regola, speriamo, spontaneamente. 30 Altroconsumo 193 ı Maggio 2006

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