All. 6.4 IL BAMBINO ADOTTATO A SCUOLA: BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA

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1 All. 6.4 IL BAMBINO ADOTTATO A SCUOLA: BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA La presenza di bambini adottati nella scuola italiana è ad oggi numerosa e mostra un trend in costante aumento negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda le adozioni internazionali. Inoltre l impatto con la scuola per una famiglia che ha adottato un bambino è un momento caratterizzato da diversi punti di criticità; sia la famiglia che la scuola possono avere timori ed aspettative irrealistiche riguardo all inserimento scolastico e a ciò che il bambino dovrebbe ottenere dalla scuola. È quindi importante che la scuola sia in grado di strutturare un accoglienza ed una didattica in grado di garantire l inserimento sereno di questi bambini. Il nostro Istituto Comprensivo ha prodotto questo protocollo di autoregolazione interna al fine di essere preparato all accoglienza di bambini adottati. In un ottica inclusiva vogliamo far sì che la nostra scuola sia in grado di far vivere ai bambini adottati ed alle loro famiglie un esperienza scolastica positiva, in un clima di condivisione e collaborazione. Chi è il bambino adottato Il bambino adottato viene accolto in una famiglia che l ha molto pensato e desiderato; è senza dubbio un bambino voluto, la cui attesa spesso è durata degli anni. Egli viene perciò inserito in un contesto familiare molto accogliente e desideroso di godere della sua presenza; il bambino diviene presto perno delle attenzioni dei nuovi genitori e del loro entourage, trovando quindi nella nuova famiglia un contesto positivo sotto diversi aspetti. Nonostante ciò l adozione rappresenta per lui anche un esperienza di doppia perdita (spesso purtroppo non la prima per lui): da un lato in termini di abbandono della famiglia biologica e/o della struttura in cui viveva, dall altra come perdita dell ambiente di vita in cui fino ad allora era inserito; il bambino adottato lascia un contesto ambientale, linguistico, culturale, normativo e relazionale e viene inserito in un ambiente nuovo, spesso completamente diverso sotto tutti questi punti di vista. Chi non è il bambino adottato È soprattutto a causa del vissuto di abbandono e di perdita di cui si parlava poc'anzi che il bambino adottato non è da considerare come un bambino extracomunitario né immigrato, in quanto, a differenza di questi ultimi, vive un distacco radicale da quella che era la sua famiglia d origine e la sua cultura di provenienza.

2 Normativa sull inserimento scolastico: lo stato dell arte Nel giugno 2011 è stato costituito presso il MIUR un Gruppo di lavoro misto con il compito di studiare le problematiche relative all inserimento scolastico dei minori adottati e in affido e di individuarne le più adeguate modalità di accoglienza scolastica. Il 26 marzo 2013 è stato poi siglato un Protocollo d intesa tra il MIUR e il CARE (Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete) per "Agevolare l'inserimento, l'integrazione e il benessere scolastico degli studenti adottati". Il Protocollo ha la validità di tre anni e vuole rappresentare una base per future iniziative che permettano alle scuole di sostenere il percorso scolastico dei loro alunni adottivi o in affido. Infine la recente normativa scolastica sui Bisogni Educativi Speciali (BES), volta a potenziare inclusione e benessere scolastico di bambini e ragazzi che presentano fragilità non riconducibili ad una situazione di disabilità certificabile, pur non nominando espressamente i minori adottati, presenta elementi di interesse anche per il loro percorso scolastico. È possibile quindi elaborare un Piano Didattico Personalizzato in modo da accompagnare il bambino adottato nel suo percorso di inserimento, venendo incontro ai suoi bisogni emotivi e di carattere didattico. Direttiva ministeriale 27/12/2012 Strumenti d intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica. Circolare ministeriale n.8 del 06/03/2013 Strumenti d intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica. Indicazioni operative. Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati del 18/12/2014. Come pianificare l inserimento (allegati 1, 2, 3) 1. Ascoltare i genitori: programmare un incontro conoscitivo tra la scuola ed i genitori al fine di conoscere la storia adottiva del loro bambino, quanto quest ultimo conosce rispetto ad essa, alla sua famiglia biologica, alla sua cultura di provenienza. Da tale incontro la scuola dovrebbe imparare cosa sa fare il bambino, quali sono i suoi interessi, cosa si può fare per valorizzarlo, cosa si dovrebbe evitare, quali sono i suoi bisogni, cosa funziona e cosa no per colmarli. 2. Sostenere i genitori: accogliere e validare le aspettative e i timori dei genitori rispetto all ingresso di loro figlio a scuola, rassicurandoli e informandoli di ciò che il nostro Istituto comprensivo offre loro. 3. Osservare i bambini: osservare il comportamento dei bambini al fine di conoscerne interessi, abilità, lacune, modalità di relazione. Guardare il bambino significa anche rispettarne il passato, essere consapevoli che non è solo identificato con la famiglia adottiva ma che in lui c è anche la presenza della famiglia di origine. 4. Collaborare con i servizi: se possibile organizzare un incontro congiunto scuolafamiglia- rete istituzionale che ha accompagnato i genitori nel percorso dell adozione,

3 nell ottica di un lavoro di rete dove tutti gli attori sono coinvolti e condividono informazioni e buone prassi per un accoglienza a trecentosessanta gradi di quello specifico bambino. Tutti dovrebbero avere la percezione di essere inseriti in una rete di supporto reciproco, dove un clima di fiducia fa da collante tra genitori, bambini, insegnanti e servizi. 5. Il timing per l inserimento: è importante valutare bene: quando inserire il bambino a scuola: compatibilmente con la normativa vigente ed in relazione all età del bambino si discute con la famiglia se inserirlo appena arrivato in Italia oppure se e quanto tempo aspettare, in base a quali parametri scegliere l ingresso a scuola. In linea di massima è preferibile non temporeggiare troppo, in quanto il bambino adottato viene spesso da un contesto di comunità, per cui, seppur magari con regole diverse, è già abituato a stare in relazione con altri bambini; in quale classe: Un inserimento ben strutturato dovrebbe consentire la scelta della miglior classe per quello specifico bambino, che non sarà necessariamente quella dei compagni di pari età. La legge consente infatti un inserimento graduale ed a classi aperte. Bisogna ricordare però che per questi alunni l instaurarsi di legami di attaccamento è un processo difficile e doloroso, in quanto riattiva degli schemi mentali di esperienze di attaccamento precoci che nella maggior parte dei casi sono state traumatiche o comunque molto dolorose. Perciò, all inserimento in classi aperte e allo spostamento in itinere da una classe all altra, bisognerebbe ricorrere solo se effettivamente necessario, consapevoli che tali spostamenti rappresenteranno per il bambino adottato momenti critici in cui si attiveranno tutte le memorie (più o meno coscienti) delle precoci esperienze di attaccamento e di perdita delle figure significative; per quanto tempo. L obiettivo che noi insegnanti ci dobbiamo porre è quello di non far vivere ai bambini l inserimento a scuola come una perdita, per cui il bambino va rassicurato rispetto al fatto che il genitore lo lascia sì a scuola, ma poi torna sempre a prenderlo. Rispetto a tale obiettivo può essere utile un primo impatto con la scuola tramite una visita programmata in cui il bambino entra nell edificio scolastico con i genitori e si lascia loro il tempo di cui hanno bisogno per esplorare e conoscere l ambiente scuola, recependo, se presenti, i pareri dei professionisti che seguono il minore. Se si optasse poi per un inserimento a pieno ritmo, in cui il bambino seguirà l orario di classe, bisogna ricordare che per lui i tempi di concentrazione ed attenzione saranno inizialmente molto limitati. Nella sua mente si affacceranno spesso ricordi (in termini narrativi o anche solo emotivi) delle precoci esperienze di attaccamento e di abbandono, le quali possono provocare sentimenti di angoscia e paura, ma anche di rabbia e di sfida nei confronti delle nuove figure di attaccamento, quali soprattutto gli insegnanti.

4 In tali momenti si potranno verificare spesso veri e propri momenti dissociativi, in cui il bambino è sì fisicamente in classe, ma la sua coscienza è altrove. Il ruolo dell insegnante Una volta che il bambino viene effettivamente inserito in classe, diviene fondamentale il ruolo dell insegnante. Al fine di rendere possibile un ingresso sereno ed inclusivo egli dovrà: rassicurare il bambino circa i suoi timori di abbandono da parte dei genitori che l hanno lasciato a scuola, nel caso in cui egli possa temere che non andranno a prenderlo. Fargli capire che se anche loro in questo momento non ci sono ci sono io insegnante che mi prendo cura di te, su cui puoi contare, e che poi comunque loro torneranno. La finalità di tali interventi è quella di evitare che questi bambini possano rivivere l esperienza della separazione come esperienza di abbandono. creare un clima favorevole all accoglienza e all incontro con la storia del minore, attraverso un atteggiamento positivo ed una disponibilità all ascolto, ma senza eccessiva compassione: questi bambini vogliono sentirsi ed essere trattati come i compagni; esplicitare le regole del gruppo classe, in quanto queste non sono universali: il bambino arriva da un contesto dove non necessariamente le regole e le abitudini erano le stesse; lasciare il tempo necessario affinché ci possa essere un assestamento linguistico: a differenza dei bambini stranieri che giungono in Italia con la loro famiglia, in seno alla quale conservano le loro tradizioni e la loro lingua d origine, il bambino adottivo perde spesso ogni contatto con la lingua madre. Ciò rappresenta per lui un ulteriore ferita identitaria, una netta cesura con la sua storia passata; valorizzare le abilità ed unicità di ciascun bambino e quindi anche del bambino adottato; questi bambini infatti sono ben consapevoli delle loro lacune e poco delle loro capacità che, seppur presenti, spesso faticano a far emergere nel gruppo classe (probabilmente anche per l alto livello d ansia che provano nel periodo dell inserimento); permettere al bambino di ottenere subito dei successi negli apprendimenti, riducendo se necessario qualità e quantità delle richieste. Ciò al fine di stimolarlo e motivarlo all apprendimento, in quanto questi bambini arrivano spesso a scuola senza avere nemmeno i prerequisiti per la letto-scrittura, indipendentemente dalla loro età. Come si è già detto i loro tempi di attenzione e concentrazione possono essere ridotti e può essere necessario molto tempo perché i bambini adottivi si adattino ai ritmi della nostra scuola e soprattutto perché le paure e i pensieri che spesso invadono la loro mente si assopiscano.

5 Strumenti possibili per parlare di adozione in classe LA STORIA PERSONALE È bene avvisare la famiglia del bambino adottivo di come si vorrebbe affrontare l argomento, per capire il rapporto che ha il bambino con la propria adozione, a che livello ne è consapevole e se è in una fase di accettazione o rifiuto della stessa. Bisognerebbe evitare di affrontare la storia personale chiedendo ai bambini di portare la loro prima foto, un ecografia della gravidanza, il primo dentino o la ricostruzione del loro albero genealogico. Una soluzione potrebbe essere quella di chiedere ai bambini di portare a scuola qualcosa di quando erano piccoli, qualcosa scelto da loro. Inoltre anziché chiedere di portare una foto si può lavorare con dei disegni o con altre produzioni creative personalizzate che facilmente i bambini possano condividere con i compagni. IMMAGINE DELL ALBERO Far disegnare a ciascun bambino un albero, dove la chioma e le fronde rappresentano il vissuto attuale mentre le radici quello biologico. Ciò permette al bambino adottato, se lo desidera, di inserire nel disegno anche la sua famiglia d origine e di visualizzare una continuità del suo vissuto prima e dopo l'adozione. LA RUOTA DELL IO Si disegna una ruota con al centro il nome del bambino. Ciascun alunno è poi invitato a inserire in ogni raggio le persone per lui significative, con le quali è o è stato in relazione, e che per lui sono importanti. UN FIORE: ALBERO GENEALOGICO ALTERNATIVO Si disegna un cerchio con al centro il nome del bambino. Attorno al disco si disegnano altri cerchi (petali) disposti a raggiera. Un petalo è per i genitori, uno per i nonni, uno per i fratelli e le sorelle, uno per gli zii ed i cugini e uno per le altre persone importanti della propria vita. Qualche petalo può restare vuoto (non tutti hanno per esempio fratelli e sorelle), ma qualche altro può riempirsi a sorpresa (per esempio col nome di un genitore d origine o di una famiglia affidataria). I MONDI DEI BAMBINI LA SCATOLA DEI RICORDI Ogni bambino si procura una scatola che poi decorerà completamente. Questo contenitore è il suo mondo. L esterno dipinto e manipolato con cartapesta, stoffe e colori, in modo libero per ciascun bambino. Dentro saranno poi deposti oggetti personali legati a momenti importanti del passato del bambino. Quando ognuno ha completato il lavoro l insegnante proporrà un momento di condivisione in classe, in cui ciascun bambino possa raccontarsi.

6 IL CONCETTO DI FAMIGLIA Nella didattica si fa spesso riferimento al concetto di famiglia. Sarebbe importante, in questi casi, riferirsi anche al concetto di famiglia adottiva e presentarla non come un surrogato di qualcosa d altro, ma come famiglia a tutti gli effetti. Nella società contemporanea i bambini sono a contatto con diverse modalità di famiglia (tradizionale, allargata, con genitori separati, adottiva), per cui il fatto che non esista un solo tipo di famiglia fa già parte del loro repertorio esperienziale. Bibliografia Per genitori e insegnanti Alloero, Pavone, Rosati, 2004, Siamo tutti figli adottivi. Nove unità didattiche per parlare a scuola di maternità e paternità, ed. Rosenberg e Sellier. Bandini G., 2007, Adozione e formazione. Guida pedagogica per genitori, insegnanti, educatori, ETS editore. Botta L. (a cura di), Alunni adottati in classe Vademecum per insegnanti, Erga edizioni (le scuole e i singoli insegnanti possono richiederne una copia omaggio a contatti@adozionescuola.it. Christolini M. (a cura di), 2006, Scuola e adozione. Linee guida e strumenti per operatori, insegnanti, genitori, Ed. Franco Angeli. Farri, Pironti, Fabrocini (a cura di), Accogliere il bambino adottivo. Indicazioni per insegnanti, operatori delle relazioni di aiuto e genitori, Ed. Erickson. Polli L., 2008, Maestra sai sono nato adottato. Piccolo vademecum di sopravvivenza per genitori e insegnanti, ed. Mammeonline. Miliotti A.G., 2005, E Nikolaj va a scuola: adozione e successo scolastico, ed. Franco Angeli. Proposte narrative in classe Butti Balestra, Mille e mille modi di amare. Le fiabe del filo invisibile Denti, Il cerchio dei tre fratelli Masini La porta, Bibo nel paese degli specchi Mllani, L orsacchiotto non è più solo. L adozione raccontata ai bambini. Ed. Ancora Namvar Piumini, Il cerchio chiuso Ninke, Rosita Rinaldi, Arriva un bambino, ma come arrivano i bambini? Zanotti, Mihai

7 ALLEGATO 1 Scheda di raccolta informazioni a integrazione dei moduli d'iscrizione 1. ADOZIONE NAZIONALE 2. ADOZIONE INTERNAZIONALE: AFRICA AMERICA meridionale AMERICA settentrionale ASIA EUROPA OCEANIA 3. ALTRO.. 4. Nome e cognome del minore:.. 5. Genere: Maschile Femminile 6. Luogo di nascita: 7. Data di nascita: / / / / (gg.) (mm.) (aaaa) 8. Il minore potrebbe iniziare - La classe prima ad inizio corso di studi con il gruppo classe ed ha frequentato la scuola dell infanzia - La classe prima ad inizio corso di studi con il gruppo classe e NON ha frequentato la scuola dell infanzia - Ad inizio anno scolastico di un percorso di studi già avviato (es,: cl. 2^, 3^, 4^, 5^) - Ad anno scolastico avviato con compagni di classe della stessa età - Ad anno scolastico avviato con compagni di classe più piccoli della sua età 9. Data di ingresso del minore nella famiglia / / / / (gg.) (mm.) (aaaa) 10. Data di ingresso del minore in Italia: / / / / (se si tratta di un adozione internazionale) (gg.) (mm.) (aaaa) 11. I genitori desiderano inserire il b.no a scuola, dal suo ingresso in famiglia, dopo: settimane mesi (specificare numero di settimane/mesi) 12. Il/La bambino/a è già stato scolarizzato/a? NO SI Se a conoscenza, indicare da che età / / / e la durata / / / mesi /anni Informazioni sulla famiglia d accoglienza: 13. Sono presenti figli biologici? NO SI... (specificare il numero) Indicare per ciascuno il genere e l età: anni maschi Femmine 14. Sono presenti altri figli precedentemente adottati/in affidamento? Deve ancora essere inserito SI NO Deve ancora arrivare in Italia SI NO Indicare per ciascuno il genere e l età: anni maschi Femmine 15. Eventuali fratelli hanno frequentato/frequentano l attuale Scuola? SI NO

8 16. Riferimenti dei Servizi Territoriali o altri Enti che hanno seguito/seguono il nucleo famigliare: Nella scuola/classe in cui sarà inserito vostro/a figlio/a ci sono bambini che lui già conosce? SI NO Chi? In generale vostro/a figlio/a è in contatto con bambini accolti in adozione da famiglie o provenienti dalla medesima realtà adottiva? SI NO descrivere il tipo di relazione Data di compilazione:

9 ALLEGATO 2 Primo colloquio insegnanti famiglia (dati da tutelare secondo le modalità previste dalla Legge n.675 del 31 dicembre 1996 Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali) 1. Dopo l adozione è stato cambiato il nome? SI NO Quale? (esplicitarlo solo se non vi sono restrizioni per motivi di privacy). Se è un nome straniero: la scrittura esatta è:.. la pronuncia corretta e il suo significato (se noto) sono: 2. Dopo l adozione è stato aggiunto un altro nome? SI NO Quale? Come viene abitualmente chiamato/a vostro figlio/a in famiglia? Vostro/a figlio/a ha la conoscenza e/o percezione di: SI No In parte 1. quand è nato/a 2. dov è nato/a 3. dove vive (se arriva da un altro Paese) e dove abita ora 4. essere diventato/a figlio/a attraverso l adozione 5. della sua storia passata 6. della storia familiare adottiva 7. del ricordo di legami con figure affettive (affidatari, fratelli ) 8. di essere stato eventualmente /a scolarizzato/a e del ricordo di legami e figure di riferimento 9. dal suo inserimento in famiglia quali sono i legami per lui più significativi oltre ai genitori/nonni (es.: cuginetti, fratelli eventuali)? Quali? Dall arrivo in famiglia il/la bambino/a ha frequentato/frequenta attività ricreative quali: ludoteche oratori attività sportive altro..

10 E mezzi di cura quali: psicomotricità: a scuola in privato in carico ai Servizi Territoriali logopedia: a scuola in privato in carico ai Servizi Territoriali ippoterapia: a scuola in privato in carico ai Servizi Territoriali musica, musico-terapia: a scuola in privato in carico ai Servizi Territoriali altro.. 6. Come valutate l atteggiamento prevalente di vostro/a figlio/a di fronte a una nuova esperienza? Se SI, valutare su una scala da 1 a 7: 1. SOCIEVOLE SI NO NON SO Poco Molto 2. LEADER SI NO NON SO Poco Molto 3. COLLABORATIVO SI NO NON SO Poco Molto 4. ISOLATO SI NO NON SO Poco Molto 5. REATTIVO SI NO NON SO Poco Molto 6. PASSIVO SI NO NON SO Poco Molto 7. INDIFFERENTE SI NO NON SO Poco Molto N.B.: Occorre tenere presente che si tratta di situazioni dinamiche, in evoluzione. Può inoltre verificarsi che la famiglia non sia in grado di rispondere, al momento del colloquio iniziale, ad alcune domande (nel caso, ad esempio, di inserimenti recenti) e che queste vadano poi riprese e completate nel corso dell anno. 6. Secondo voi vostro figlio è interessato a: valutare ciascun item su una scala da 1 a 7: 1. Conoscere nuovi compagni. Poco Molto non so Conoscere nuove maestre Poco Molto non so Desiderio di apprendere nuove Poco Molto non so conoscenze Altro Poco Molto non so

11 8. Secondo voi vostro figlio/a preferisce interagire con: valutare su una scala da 1 a 7: 1. Coetanei SI NO NON SO Basso Alto 2. Bambini più piccoli SI NO NON SO Basso Alto 3. Bambini più grandi SI NO NON SO Basso Alto 4. Adulti SI NO NON SO Basso Alto 5. Figure femminili SI NO NON SO Basso Alto 6. Figure maschili SI NO NON SO Basso Alto Focus narrativi per raccogliere altre informazioni, al fine di predisporre la miglior accoglienza del/la bambino/a in classe. Dall arrivo in famiglia: 9. Quali sono gli interessi prevalenti di vostro figlio/a? 10. Nel gioco vostro figlio/a predilige. giocare da solo giocare con la presenza prevalente di un adulto giocare ricercando il coetaneo giocare ricercando un ruolo di gioco in gruppo giocare evitando un ruolo di gioco in gruppo altro.. non lo so ancora 11. Nel gioco vostro figlio/a di fronte all insuccesso continua con ostinazione abbandona si ferma e rinuncia chiede aiuto tenta soluzioni accetta suggerimenti diventa reattivo verso gli oggetti diventa reattivo verso le persone altro.. non lo so ancora

12 12. Nel gioco vostro figlio/a tende a scambiare i giochi con i coetanei a dividere i giochi con i compagni ad accettare l aiuto di un coetaneo ad offrire spontaneamente aiuto ad un compagno a reagire eccessivamente se un compagno non lo aiuta altro.. non lo so ancor 13. Ci sono eventuali comportamenti e/o rituali che ritenete utili segnalarci? 14. In riferimento al rapporto con l alimentazione di vostro figlio ci sono eventuali aspetti o ritualità che ritenete utili segnalarci? (usi, gusti, abitudini relative alle proprie origini, accettazione della nostra cultura/varietà alimentare, capacità e volontà dell uso delle posate ). 15. In riferimento ad eventuali ansie e relative sue reazioni/modalità consuete ci sono strategie preventive o di intervento che ritenete utile segnalare? 16. Qual è la reazione di vostro figlio/a di fronte ad un disagio fisico e/o emotivo? N.B. DA RIVEDERE IMPOSTAZIONE IN FUNZIONE DI RICHIESTA (OVVERO INTENSITA DI REAZIONE ADEGUATA OPPURE SPECIFICAZIONE (ES.PIANGE DISPERATO QUANDO ) piange disperato/a si isola, chiudendosi nel mutismo si isola, nascondendosi si dondola, si ritrae, nasconde il volto non piange mai diventa aggressivo/a tende ad allontanarsi rifiuta il contatto fisico ricerca il contatto fisico si mostra contrariato/a altro..

13 17. Se è un bambino adottato da un Paese straniero. In riferimento al rapporto con la lingua d origine di vostro figlio, ci sono eventuali aspetti che intende segnalarci (rifiuto, utilizzo predominante, usata come intercalare)?

14 ALLEGATO 3 Tabella delle buone prassi per l inclusione di bambini adottati a scuola TEMPI SOGGETTI COINVOLTI AZIONI A SCUOLA Al momento dell iscrizione Genitori, Servizi competenti e Scuola) Acquisizione documentazione amministrativa Acquisizione schede sanitarie (se necessarie ed esistenti) Ad avvenuta iscrizione Dirigente scolastico e/o Insegnante referente, Genitori del bambino adottato Acquisizione dati informativi circa l alunno, la sua storia di adozione e la conoscenza che il bambino ha della stessa e della sua storia precedente e condivisione delle problematiche che si potrebbero verificare al momento dell accoglienza a scuola Prima che l alunno sia accolto in classe Dirigente scolastico e/o Insegnante referente, Genitori, Servizi competenti Acquisire informazioni sul progetto di accompagnamento dell alunno adottato elaborato dai servizi per valutare le modalità di inserimento (quando, dove, per quanto tempo). Valutare il ricorso a strumenti e professionalità specifiche quali un mediatore linguistico e/o culturale Prima che l alunno sia accolto in classe Inizio anno scolastico o comunque prima che l alunno sia accolto in classe Prima che l alunno sia accolto in classe Tutto il team docenti/ CdC Informare i colleghi del consiglio di classe/interclasse/plesso dell arrivo del bambino adottato Consiglio di classe, Insegnante referente e/o Dirigente scolastico e Genitori Insegnanti di classe, alunno, genitori Predisposizione di un percorso di inserimento con programma educativo ad hoc, nonché calendarizzazione di eventuali momenti di verifica dello stesso Visita alla scuola e incontro conoscitivo con gli insegnanti

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