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1 B I L A N C I O S O C I A L E La nostra missione, le nostre azioni.

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3 B I L A N C I O S O C I A L E La nostra missione, le nostre azioni.

4 B I L A N C I O S O C I A L E INDICE SOMMARIO PRESENTAZIone 7 IL SALUTO DELL'ASSESSORE AL DIRITTO ALLA SALUTE REGIONE TOSCana 9 NOTA METODOLOGICA AVIS TOSCANA 10 GLOSSARIO 12 SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 18 1 I fondatori di Avis Toscana raccontano la nostra storia 18 2 Intervista a Simona Carli, Direttore del Centro Regionale Sangue 23 3 Donazione Sangue e produzione di farmaci plasmaderivati 29 4 Associazione e territorio 32 5 Dentro l Associazione La dirigenza associativa Direzione e struttura operativa 39 6 Stakeholder 41 7 Mission 44 DAGLI SCOPI ALLE ATTIVITà. L'IMPEGNO DI AVIS TOSCANA. 48 SCOPO 1 Il raggiungimento dell autosufficienza Le Donazioni Avis Toscana: dove, come e quanto Da Un donatore tira l altro a Moto Donatorio: la nuova campagna di comunicazione Strumenti per la programmazione: l AgenDona 54 SCOPO 2 LA TUTELA DEL DIRITTO ALLA SALUTE La salute attraverso la sicurezza: requisiti minimi per l accreditamento delle Unità di Raccolta Progetto Il legame del sangue senza confini Corso di Formazione Culture del Dono Ricerca & salute: il progetto FiorGen 61 SCOPO 3 INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE SANITARIA Educare alla salute e alla solidarietà attraverso il Servizio Civile: il Progetto Il dono nello zaino Scienza, salute e solidarietà: i progetti dei ricercatori Telethon adottati da Avis 67 SCOPO 4 LA DIFFUSIONE DELL ASSOCIAZIone Strumenti di comunicazione interna ed esterna: sito Internet, Newsletter e Intranet Servizi alle sedi: il materiale associativo Diffusione associativa nel rispetto delle norme: seminario di aggiornamento per tesorieri 75

5 B I L A N C I O S O C I A L E INDICE SCOPO 5 LO SVILUPPO DELLA DONAZIONE VOLONTARIA, PERIODICA, ASSOCIATA E NON REMUNERATA I donatori Avis in Toscana: periodicità e sicurezza Storie di sangue donato 79 SCOPO 6 PROMUOVERE LO SVILUPPO DEL VOLONTARIATO Avis in Rosa: il Forum Donne Avis Toscana Avis a sostegno del terremoto in Abruzzo Cesvot: dal rinnovo delle cariche alla trasversalità sul dono 84 LE RISORSE ECONOMICHE: PROVENIENZA E DESTINAZIONE Dalla scrittura alla lettura Da dove sono arrivate le risorse e come sono state spese 92 Le fonti 97

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7 B I L A N C I O S O C I A L E PRESENTAZIONE PRESENTAZIONE Cari amici, oggi più che mai il Bilancio Sociale si propone come uno strumento ineludibile del lavoro associativo, a garanzia di trasparenza gestionale e di coerenza tra l attività e gli scopi sociali. Anno dopo anno siamo giunti alla sesta edizione, cercando di dar vita a un documento sempre rinnovato sia in termini di contenuto che di processo, e arricchito ogni edizione di obiettivi di miglioramento. Il Bilancio Sociale è inoltre diventato nel corso degli anni un vero e proprio strumento di lavoro e di valutazione della qualità del lavoro svolto da Avis Toscana, utile per i dirigenti associativi, per i nostri stakeholder e per la società civile. Tuttavia la redazione del Bilancio Sociale richiede impegno ed energie, e si potrebbe domandarsi se è opportuno per l associazione continuare ad investire risorse umane ed economiche su un progetto che ha perso lo smalto di elemento d innovazione. Recentemente l Agenzia per le Onlus ha prodotto le Linee guida per il Bilancio Sociale delle ONLUS, a conferma dell importanza che il Bilancio Sociale assume nella valutazione delle attività delle organizzazioni di volontariato. In ambienti ministeriali si sta valutando di introdurre il Bilancio Sociale tra i requisiti richiesti per poter accedere all erogazione del 5xmille, mentre sempre l Agenzia per le Onlus lo indica, ai fini del rinnovo dell iscrizione ai registri del volontariato, tra gli strumenti di rendicontazione per le organizzazioni con entrate superiori ai 250 mila euro. Pertanto, anche se ciò che principalmente ci ha spinto a redigere il Bilancio Sociale è stata la voglia di rendicontare le attività in modo semplice e lineare, raccontare gli aspetti meno noti dell associazione e coltivare un processo di analisi interna, è evidente che si attribuisce a questo strumento un grande valore in termini di garanzia di affidabilità del soggetto che lo realizza. Per questa ragione il Bilancio Sociale si conferma ancora un buon investimento, e anzi, di più, una tappa importante del processo di crescita associativa. Per questa edizione abbiamo individuato due principali obiettivi di miglioramento: valorizzare il processo di confronto interno propedeutico alla redazione del rendiconto e superare la produzione del documento cartaceo, veicolando il Bilancio Sociale soltanto in maniera digitale, usando il nostro sito web. Attraverso incontri di lavoro e aggiornamenti via i membri dell'esecutivo di Avis Toscana e un gruppo di dirigenti associativi di Avis locali con esperienza di rendicontazione sociale, accompagnati dal nostro consulente storico Maurizio Catalano, si sono confrontati per raggiungere un contenuto condiviso, attraverso un processo di confronto non sempre facile ma sempre premiante. La scelta di non stampare il volume è frutto di un percorso progressivo iniziato da qualche anno, con il contenimento del numero di pagine prima e la stampa su carta ecologica riciclata poi, a conferma dell'attenzione che Avis Toscana rivolge alla sostenibilità e ai temi dell'ecologia. Il documento integrale pertanto sarà consultabile soltanto on-line, in formato sfogliabile, e conterrà come sempre interviste, testimonianze, grafici, tabelle, foto e allegati linkabili, raccontando chi è l'associazione (identità), cosa ha fatto nell'anno di interesse (attività), e quali sono e come vengono impiegate le proprie risorse (risorse economiche). Per chi non avesse tempo o voglia, il Bilancio Sociale in pillole sarà un veloce estratto del lavoro completo, al quale in ogni caso Vi rimando anche attraverso l uso del Qr code. Che sia rapida o approfondita, Vi auguro in ogni caso buona lettura. Luciano Franchi Presidente Avis Regionale Toscana 7

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9 B I L A N C I O S O C I A L E IL SALUTO DELL'ASSESSORE IL SALUTO DELL'ASSESSORE AL DIRITTO ALLA SALUTE REGIONE TOSCANA Le buone pratiche, come tutte le buone abitudini devono essere confermate e consolidate, ed eccoci quindi alla presentazione del sesto Bilancio Sociale di Avis Toscana, un appuntamento a cui l Assessorato regionale alla Sanità guarda con rinnovato apprezzamento e forte interesse. Apprezzamento perché Avis in Toscana si è distinta all interno del mondo del volontariato, essendo la prima associazione regionale nel settore socio-sanitario ad editare il bilancio di missione cogliendo così un duplice scopo: quello di veicolare all esterno il messaggio solidaristico, utilizzando al tempo stesso il bilancio come strumento di rendicontazione sociale interna all organizzazione. In sintesi il vostro rappresenta ormai un qualificato e riconosciuto strumento di dialogo con i principali stakeholder: dal vostro corpo associativo alla Regione Toscana, dai centri trasfusionali ai medici di famiglia. Uno strumento siffatto sollecita un forte interesse anche da parte della regione ed in particolare di questo assessorato, che ha pensato di sperimentarlo attraverso il Centro Regionale Sangue, il quale ha già iniziato l elaborazione della sua prima edizione. Un impegno assunto lo scorso anno, che ora la direzione del Crs sta portando avanti con entusiasmo, coinvolgendo tutti gli attori del sistema in un virtuoso lavoro di rete che utilizza le professionalità e le esperienze già maturate, a partire dalla vostra che si è rivelata assolutamente preziosa. D altra parte lo strumento del Bilancio Sociale ha nel suo Dna la necessità di una ampia condivisione, che peraltro gli conferisce un valore etico aggiunto, rendendolo maggiormente credibile. Il nostro obiettivo è quello di elaborare un documento trasparente, che offra ai lettori uno strumento completo attraverso il quale poter conoscere e confrontarsi sulle scelte e sulle azioni intraprese, sulle risorse utilizzate, sui risultati ottenuti e su quelli attesi. Il Bilancio Sociale si configura come un ausilio indispensabile a sostenere e indirizzare la costante necessità di migliorare le prestazioni del sistema, per offrire la migliore risposta agli utilizzatori della sanità toscana e quindi in primis ai nostri pazienti, che non sono solo i residenti toscani, ma che provengono anche da fuori regione, a conferma della qualità e dell apprezzamento extraregionale della nostra organizzazione sanitaria. Inoltre abbiamo iniziato un lavoro di riqualificazione della nostra rete deputata alla raccolta di emocomponenti adeguandone la qualità e la sicurezza agli standard europei che sono stati recepiti sia dalla normativa nazionale che da quella regionale. Contemporaneamente ci stiamo impegnando per migliorare i percorsi di accoglienza dei donatori e delle donatrici nei centri trasfusionali delle aziende sanitarie e ospedaliere. All Avis e alle altre associazioni di volontariato, l Assessorato alla Sanità chiede un impegno costante,teso ad implementare la propria capacità di risposta per adeguarla al crescente fabbisogno che registriamo anche quest anno e quindi ad incrementare le proprie donazioni di sangue. Da parte mia, insieme ad un sincero ringraziamento alla vostra organizzazione e all opera insostituibile dei vostri volontari, la piena disponibilità a lavorare per un sistema trasfusionale che abbia come obiettivo quello dell eccellenza. Daniela Scaramuccia Assessore al Diritto alla Salute Regione Toscana 9

10 B I L A N C I O S O C I A L E NOTA METODOLOGICA AVIS TOSCANA NOTA METODOLOGICA AVIS TOSCANA A cura di Maurizio Catalano Il presente documento è il sesto bilancio sociale realizzato da Avis Toscana. Il contenuto è suddiviso in tre parti: Identità Relazione sociale Bilancio Nella prima parte viene presentata l associazione: la sua storia, i suoi valori, gli scopi, il contesto di relazioni in cui è inserita, la vita associativa e istituzionale nonché l assetto organizzativo. La seconda parte racconta integrando informazioni descrittive, grafici, immagini e dati quantitativi - l attività svolta nel La terza parte presenta in conti dell associazione, la provenienza e la destinazione delle risorse economiche acquisite nell anno. Ogni parte è autonoma e allo stesso collegata alle altre riferendosi di fatto allo stesso oggetto ma con punti di vista e di analisi diversi. Esistono quattro luoghi di connessione nel documento che rendono evidente questo collegamento: Tra il primo e il secondo capitolo, il connettore è rappresentato dalla tavola di collegamento tra gli scopi della mission e le attività svolte che si trova all inizio della relazione sociale. Per ogni scopo dello statuto vengono infatti collegate in modo diretto le attività che hanno permesso nel 2009 di perseguirlo. SCOPO 1: Il raggiungimento dell'autosufficienza 1.1 LE DONAZIONI AVIS TOSCANA: DOVE, COME E QUANTO 1.2 DA "UN DONATORE TIRA L ALTRO" A "MOTO DONATORIO": LA NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE 1.3 STRUMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE: L AgenDona Sempre tra il primo e secondo capitolo, un collegamento che evidenzia l intensità delle relazioni tra Avis Toscana e i propri interlocutori si trova all interno del paragrafo degli Stakeholder. Con riferimento alle principali categorie di interlocutori vengono evidenziati i paragrafi dove si parla del tipo di collaborazione o rapporto avvenuti. DONATOri I rapporti con le associate si traducono spesso in attività che vedono coinvolti anche i donatori: attori in occasione delle donazioni (par. 1.1 Le donazioni Avis Toscana: dove, come e quanto; par. 5.1 I donatori Avis in Toscana: periodicità e sicurezza); fruitori di nuovi strumenti di programmazione (par. 1.3 Strumenti per la programmazione: l AgenDona) e comunicazione (par. 4.1 Strumenti di comunicazione interna ed esterna: sito internet, Newsletter e Intranet; collaboratori in occasione di progetti e iniziative particolari come la ricerca Fiorgen (par. 2.4 Ricerca e salute: il progetto Fiorgen) o ospiti (par. 6.1 Avis in Rosa: il Forum Donne Avis Toscana 2009). 10

11 B I L A N C I O S O C I A L E NOTA METODOLOGICA AVIS TOSCANA Infine, tra il primo, secondo e terzo capitolo, il collegamento si trova per le risorse in ingresso nel paragrafo sulla provenienza (3.2) mentre per quelle in uscita nel paragrafo di come sono state spese (3.3). Questa edizione ha conferme e novità, di seguito le principali: Le novità La scelta di non stampare il documento ma di renderlo più accessibile dal sito attraverso un software che permette di sfogliarlo come un libro. La presenza delle interviste ai fondatori di Avis Toscana, testimoni delle motivazioni e dei primi passi dell associazione regionale. Le conferme La realizzazione e la stampa del Bilancio sociale in pillole per favorire una più ampia diffusione della conoscenza di Avis Toscana e delle sue attività. L utilizzo, nella sintesi cartacea, del QR code per favorire un rapido collegamento alla più ampia informazione del documento completo disponibile sul sito. La presenza nel documento sfogliabile di collegamenti ipertestuali di approfondimento evidenziati da un piccolo mouse. L attenzione alla leggibilità e chiarezza del documento attraverso la cura grafica e l organizzazione dei contenuti. QR code Il documento è stato realizzato con il coinvolgimento di un gruppo di lavoro composto da dipendenti e da dirigenti associativi, luogo di confronto e riflessione anche rispetto all utilità e allo sviluppo della rendicontazione sociale all interno del contesto associativo regionale. 11

12 B I L A N C I O S O C I A L E GLOSSARIO GLOSSARIO AFERESI è il termine usato per indicare una metodologia di prelievo a scopo trasfusionale, che consente la separazione e la raccolta di un singolo, specifico emocomponente. Si effettua con l ausilio di apparecchiature (separatori cellulari) che, utilizzando materiale sterile monouso, prelevano il sangue e lo separano per centrifugazione o per filtrazione, restituendo al donatore, attraverso un unico accesso venoso, i componenti non utilizzati. Con alcuni tipi di separatori cellulari è addirittura possibile raccogliere i componenti del sangue variamente combinati tra loro, ad esempio globuli rossi e plasma, globuli rossi e piastrine, plasma e piastrine ecc. Questo tipo di donazione prende il nome di Aferesi Multicomponent. Il prelievo di solo plasma si chiama Plasmaferesi. AGENDONA L AgenDona è un sistema informatico di prenotazione della donazione via web sviluppato dal CRS che per favorire e migliorare l accesso alla donazione. Permette di prenotare il giorno e l ora della donazione attraverso le Associazioni o direttamente al Centro Trasfusionale. AGENZIA REGIONALE DI SANITÀ Ente della Regione Toscana, svolge compiti di studio e ricerca sulla qualità dei servizi e delle prestazioni erogate dal servizio sanitario regionale. ASL e AO Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere. In Toscana sono sedici; sono interlocutori privilegiati di AVIS in quanto gestori delle strutture trasfusionali. AZIENDE PER LA LAVORAZIONE DEL PLASMA Aziende che svolgono il servizio relativo al ritiro, trasferimento nello stabilimento di lavorazione, trasformazione del plasma conferito dalle strutture trasfusionali dell Accordo Interregionale per la Plasmaderivazione (AIP), produzione, stoccaggio e consegna di emoderivati. CENTRO TRASFUSIONALE (SERVIZIO TRASFUSIONALE, SIT, SIMT) Struttura ospedaliera ove si effettua la raccolta, la tipizzazione, la conservazione e l assegnazione di sangue. Svolgono inoltre attività di medicina trasfusionale. In Toscana sono complessivamente quaranta, articolati in sedici Simt (servizi di immunoematologia e medicina trasfusionale) da cui dipendono ventiquattro Sit (sezioni trasfusionali). 12

13 B I L A N C I O S O C I A L E GLOSSARIO La rete è completata dalle unità di raccolta fisse o mobili (autoemoteche), gestite dalle associazioni di volontariato, e comunque sotto la responsabilità degli stessi centri trasfusionali. CESVOT Il Centro di Servizio per il Volontariato della Toscana, è un associazione di associazioni promossa e gestita dalle principali realtà associative della regione. Infatti la Legge 266/91 prevede la costituzione di centri di servizio a disposizione delle organizzazioni del volontariato, e da queste gestiti, con la funzione di sostenerne e qualificarne l attività. Il Cesvot offre servizi di formazione, consulenza, assistenza alla progettazione e svolge attività di ricerca, documentazione, promozione e informazione a favore delle oltre associazioni di volontariato presenti nel territorio toscano. Partecipando ai bandi periodicamente indetti dal Cesvot, Avis Toscana, che è tra i soci fondatori, realizza progettualità, iniziative, attività formative e di ricerca sul territorio regionale. CHIAMATA Attività fondamentale svolta dalle sezioni Avis, consiste nell invitare il socio donatore a recarsi presso il servizio trasfusionale per effettuare la donazione. COMITATO DI PROGRAMMAZIONE PER LE ATTIVITÀ TRASFUSIONALI Costituito dalla direzione del Dipartimento per il diritto alla salute, individua annualmente gli obiettivi quantitativi e qualitativi del sistema trasfusionale toscano. Ne fanno parte rappresen tanti delle direzioni sanitarie delle ASL e AO, medici trasfusionisti, rappresentanti del volonta riato, ed è coordinato dal direttore del CRCC. Avis è stata rappresentata dal Presidente Luciano Franchi. COMMISSIONE REGIONALE PER LE ATTIVITÀ TRASFUSIONALI Svolge funzioni di indirizzo e controllo, propositive e consultive per le attività di raccolta e pro duzione di emocomponenti, per la medicina trasfusionale e per i contenuti della convenzione per la lavorazione del plasma. Verifica i risultati dell azione del CRS in base alle relazioni del direttore. CRS: CENTRO REGIONALE SANGUE Organismo regionale di coordinamento, costituito ed operante presso la Direzione Generale del Dipartimento per Il Diritto alla Salute, coordina i processi di programmazione, monitoraggio e verifica delle attività trasfusionali. Garantisce la raccolta dei dati dell attività delle strutture trasfusionali, verifica le rese del plasma inviato al centro di produzione convenzionato, rende disponibili alle sedi regionali le informazioni relative all andamento delle donazioni. 13

14 B I L A N C I O S O C I A L E GLOSSARIO DONAZIONE Prelievo di sangue intero, plasma o piastrine. Il volume massimo di sangue prelevato, stabilito per legge, è uguale a 450 ml +/- il 10%, quello per il plasma è di 650 ml. INTERNET è la più grande rete telematica mondiale, termine nato dalla contrazione dell espressione INTERconnected NETwork. È l insieme di tecnologie e standard che consentono ad ogni singolo computer connesso tramite il World Wide Web (Rete Mondiale del Web) di collegarsi in tempo reale per lo scambio di dati e informazioni. INTRANET Una rete ad accesso ristretto che funziona come il Web, ma non si trova sul Web. Generalmente posseduta e gestita da un azienda, associazione o ente, una rete Intranet permette al soggetto titolare di condividere le proprie risorse di dati, documenti, appuntamenti, indirizzi con i suoi interlocutori interni (dipendenti, soci, collaboratori e dirigenti), senza rendere disponibili le informazioni confidenziali a tutti gli utenti che dispongono di un accesso ad Internet. LEUCEMIA Sotto questo nome rientrano tutti i tumori dei globuli bianchi (leucociti), che sono una delle popolazioni di cellule circolanti nel sangue. Infatti questa malattia è dovuta ad una produzione di globuli bianchi superiore di volte alla quantità normalmente prodotta dall organismo. ONLUS Organizzazione non lucrativa di utilità sociale. OPERATORI SERVIZIO CIVILE Ragazzi e ragazze dai 18 ai 28 anni, cittadini italiani, che scelgono di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico presso Associazioni ed Enti no-profit. PLASMA Rappresenta la componente liquida del sangue, grazie alla quale le cellule presenti nel sangue possono circolare. Il plasma è costituito prevalentemente da acqua (90%), e contiene sostanze pre ziose tra le quali le proteine e i fattori della coagulazione. Mediante la sua lavorazione si posso no ottenere l albumina, le immunoglobuline, i fattori della coagulazione (VIII e IX). PLASMASAFE è un prodotto farmaceutico ottenuto da plasma fresco congelato AB0 gruppo specifi- 14

15 B I L A N C I O S O C I A L E GLOSSARIO co attraverso un processo industriale di purificazione e virus inattivazione. Il plasma è raccolto nella Regione da donatori abituali ed è sottoposto ad un processo industriale di purificazione ed inattivazione virale e batterica. Ne deriva un prodotto riconosciuto farmaco dal Ministero della Salute, le cui indicazioni d uso sono le stesse del plasma fresco congelato. RELAZIONE ASSEMBLEARE Documento di apertura dell assemblea regionale presentato dal presidente dell associazione, a nome del consiglio direttivo, in cui vengono descritti gli obiettivi e i risultati realizzati nell arco dell anno, e proposte le linee di indirizzo per le attività future. SANGUE Il sangue è composto da una parte corpuscolare ( globuli rossi, globuli bianchi, piastrine ) e da una parte liquida (plasma). SOCI DONATORI ATTIVI Coloro che nel corso dell anno hanno effettuato almeno una donazione. SOCI COLLABORATORI Coloro che non potendo effettuare donazioni, esplicano funzioni non retribuite di riconosciuta validità nell ambito associativo. SOCI EX DONATORI Coloro che per ragioni di età o di salute hanno cessato l attività donazionale e partecipano all at tività associativa. UNITÀ DI RACCOLTA Strutture fisse o mobili (autoemoteche) finalizzate alla raccolta di sangue e plasma. Sono gestite dalle associazioni di volontariato, e dipendono dal centro trasfusio nale competente territorialmente. 15

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17 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 I f o n d a t o r i d i A v i s T o s c a n a r a c c o n t a n o l a n o s t r a s t o r i a I n t e r v i s t a a S i m o n a C a r l i, D i r e t t o r e d e l C e n t r o R e g i o n a l e S a n g u e D o n a z i o n e s a n g u e e p r o d u z i o n e d i f a r m a c i p l a s m a d e r i v a t i A s s o c i a z i o n i e t e r r i t o r i o D e n t r o l ' A s s o c i a z i o n e S t a k e h o l d e r M i s s i o n

18 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 I fondatori di Avis Toscana raccontano la nostra storia La buona prassi del Bilancio Sociale richiede che si dedichi la parte introduttiva del documento alla storia del soggetto che si racconta. Dopo cinque edizioni in cui abbiamo raccontato e descritto la nascita dell Associazione a livello nazionale e la sua progressiva diffusione locale, diventa difficile non ripetersi; ed è per questo che quest anno abbiamo provato a ricostruire la storia della nostra Associazione regionale attraverso le parole, le testimonianze e i ricordi di alcuni fondatori di Avis Toscana. Avis è nata a Milano nel 1927, e si è costituita in Toscana come Associazione Regionale nel Nella sede associativa di Borgognissanti 16 a Firenze è conservato il quadro che vedete riprodotto e che ricorda i 14 sottoscrittori dell atto fondativo, che consideriamo un po come i padri fondatori dell Avis Toscana. Molti di loro non sono più tra noi, ma altri, tra i firmatari o tra coloro che li affiancarono in quella esperienza, ancora sono legati all Associazione e addirittura svolgono attività associativa. 18

19 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 Queste le loro testimonianze Manrico Mazzoni - Presidente Onorario Avis Regionale Toscana Ieri Oggi "Le necessità di sangue in passato erano molto inferiori rispetto a quelle odierne, ed erano soddisfatte in massima parte dai familiari degli ammalati e per il rimanente fabbisogno ricorrendo a donazioni remunerate, fornite da donatori occasionali. La trasfusione di sangue intero stava diventando una terapia sempre più seguita perché si dimostrava spesso salvavita e nelle città sedi di ospedali importanti - Firenze, Pisa, Siena - si andava sempre più diffondendosi. E proprio da queste città partirono le prime persone che, spesso avendo fatto l esperienza della prima donazione gratuita per necessità, sentirono maturare nelle loro coscienze la volontà di fare qualcosa per gli altri, impegnandosi in una cosa tangibile, concreta, umanamente civile, vincendo l indifferenza e la pigrizia. Davvero, con spirito pionieristico, si misero all opera, contattando, stimolando e coinvolgendo altri donatori occasionali. Soltanto in queste città esistevano centri trasfusionali. Nulla in comune con quelli di oggi: c erano un medico o due e uno o due infermieri e un tecnico di laboratorio. Fu, però, attraverso contatti sempre più vicini e sentiti fra donatori e medici che maturò la necessità di organizzare i futuri donatori. A Milano era stata costituita, già da diversi anni, un associazione che voleva appunto unire i donatori: l A.V.I.S. Cominciarono così a nascere le varie sezioni dell associazione sul territorio nazionale che raggruppavano i primi donatori disposti ad effettuare le donazioni volontariamente, gratuitamente e anonimamente. Ogni gruppo era qualcosa a sé stante non conoscendo l esistenza di altri, ad esempio in provincia di Pisa esisteva già a Volterra per merito dell impegno del chirurgo Prof. Casini e dei donatori Flavio Borghesi e Mario Dominici. A Firenze presso il Centro trasfusionale dell allora ospedale S Giovanni di Dio, per l impegno del donatore Bruno Bertoletti. A Pisa, poiché chi scrive è stato fondatore anche di questa sezione, con l aiuto del Prof. Fosella, allora direttore del Centro trasfusionale, furono riuniti vari gruppetti: postelegrafonici, ferrovieri, vigili urbani, gruppi religiosi, studenti. E così via, piano piano, lavorando costantemente, con impegno e buona volontà spin- 19

20 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA ti da un sentimento che non era altruismo, ma soltanto senso del vivere civilmente in una società solidale, i donatori formarono nelle città più importanti le sezioni avisine. Nessun dirigente aveva finanziamenti e le eventuali spese - telefono, posta o altro - erano sostenute dagli stessi, e per molto tempo fu così. Precorrendo i tempi, con l intuito che lo distingueva, Bruno Bertoletti convocò a Firenze, nel lontano 1972, i presidenti delle sezioni capoluogo di provincia o di città importanti. Quattordici persone. Ci riunimmo in alcuni locali dell ospedale S. Giovanni di Dio (dove ora è la sede della comunale di Firenze e della regionale) e decidemmo di costituire la sezione regionale dell Associazione. Nacque così l Avis Regionale Toscana. Furono presi contatti con l allora Assessore alla Sanità della Regione, Vestri e cominciò la collaborazione con gli enti pubblici. Le amministrazioni pubbliche capirono il problema, ma capirono soprattutto che la soluzione sarebbe venuta soltanto collaborando con la neonata Associazione. Successivamente furono costituiti i gruppi Fratres e della Pubblica Assistenza, oltre che altri gruppetti più piccoli. Ma l Avis attirò l attenzione e la simpatia di molti cittadini e il consenso aumentò ogni giorno. A Pisa, e me ne riconosco, con orgoglio (che mi sia consentito o no) il merito, capimmo la necessità di contattare gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado per iniziare i giovani alla conoscenza di valori umani di civiltà e di solidarietà. Iniziò così la collaborazione con il Provveditorato agli Studi. Ma occorreva che, per primi, i dirigenti associativi fossero a conoscenza dei problemi ed avessero, una benché minima cultura della medicina trasfusionale. Così cominciammo dei corsi serali tenuti dal Direttore del Centro Prof. Fosella, mentre altre attività furono fatte proprie dal consiglio regionale e diffuse in tutta la regione. Poiché in tutto il territorio nazionale non esisteva un servizio trasfusionale organizzato, l Avis Regionale Toscana (forse la prima dopo la Lombardia) cominciò l esportazione della sua esperienza su altri territori diffondendo i principi della donazione volontaria. Compito che ancora assolve in maniera encomiabile, ovviamente con metodi diversi da quelli iniziali anche per il progresso della tecnologia dei mezzi di comunicazione e con l aiuto finanziario degli enti pubblici. L Avis Toscana per prima, si fece promotrice della presentazione a livello regionale, di nuove norme che regolassero tutta l attività inerente ai problemi in questione. Successivamente, e con il trascorrere del tempo ed il progresso scientifico della medicina trasfusionale, anche lo Stato ha sentito il dovere di intervenire con leggi e norme da estendere su tutto il territorio nazionale. Anche in questo l Avis non è stata seconda a nessuno: ha dimostrato, e lo dimostra sempre, il suo ruolo specifico ed essenziale per la diffusione dei concetti basilari che devono essere primari per una convivenza partecipe e solidale fra tutti i cittadini in assoluta libertà di opinioni, di censo e di credenze religiose. Gli effetti si conoscono poiché, in particolar modo a livello regionale, è stata quasi raggiunta l autosufficienza per il fabbisogno di sangue intero e di emoderivati. Per concludere posso dire in tutta coscienza e conoscenza che da quando abbiamo fondato l associazione avisina toscana non è mai mancato l impegno costante e assi- 20

21 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 duo dei dirigenti e dei donatori per il fine, che poi è il bene comune di tutti i cittadini, da raggiungere. Entusiasmo, dedizione, spirito soli-daristico e fraterno ci hanno seguito e abbiamo sempre testimoniato, e sono certo di questa affermazione che posso fare a nome di tutti i soci fondatori anche di quelli che non ci sono più, la nostra fede in quello che facevamo per la continuazione del nostro credo di umana solidarietà. Serietà di intenti e onestà assoluta sono stati e saranno la testimonianza dell operare di tutti noi e la presentazione più efficace perché ogni cittadino si renda davvero conto di quanto e di come può essere necessario il suo contributo di amore per gli altri. Tramandiamole in modo da raggiungere così, forse, l utopia di una società più giusta". Mario Dominici - Presidente Avis Intercomunale Alta Val di Cecina e Membro Consiglio Regionale Avis Toscana Ieri Oggi Da sinistra: Bruno Bertoletti, (Presidente Avis Toscana) Renzo Innocenti, (Vicepresidente Avis Toscana) Mario Dominici, (Presidente Avis Volterra) "Quando nel 1972 fu costituita l Avis Regionale Toscana, mi ricordo benissimo che assieme a Flavio Borghesi fummo invitati a parteciparvi e nella mente mi passano ancora i volti dei tanti amici di estrazioni diverse che vollero aggregarsi a nome dei territori sparsi nella nostra Toscana, per fondare questo importante organismo. I principi furono sociali e di aggregazione delle Avis sparse in Toscana, mentre i valori furono quelli di aiutare il prossimo e di creare un organismo che vigilasse anche per il buon uso del sangue. 13 Persone si incontrarono nel 1972 e furono operatori di una attività onesta e disciplinata che ancora oggi prosegue. Non mi è difficile descrivere la figura di Bertoletti, (il Gran Duca) che conoscevo già per la sua militanza politica come dirigente nel P.S.I. e incontrato quando era Segretario dell allora Ministro della Sanità Mariotti. La sua storia come partigiano e come democratico sarebbe da scrivere, anche perché con il suo carattere sapeva esprimere affetto, amicizia e volontà di fare sempre meglio, come ha dimostrato in tanti anni di presidenza regionale. Lo ricordo con affetto e, come dissi in occasione del Convegno tenutosi a Firenze il 24 ottobre 2006 davanti ai suoi familiari e a tante autorità del suo vecchio partito, è 21

22 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA stato per me uno di famiglia ed un buon dirigente di Avis Toscana. Oggi dei fondatori di Avis Toscana siamo rimasti in pochi e certamente dal 1972 il ruolo di Avis Toscana è cambiato in meglio sia per l organizzazione, sia perché i tempi che progrediscono hanno portato l associazione al passo con i tempi per la ricerca e la donazione di sangue e plasma. è importante mantenere una continuità con le nuove generazioni e per avvicinare i giovani occorre oltre ad una linearità chiara, una promozione mirata per i giovani con un linguaggio idoneo dando loro la certezza dell utilità del loro gesto. Facendo leva su quei sentimenti di solidarietà che purtroppo oggi, non sono così diffusi e recepiti. Sta all Avis, ma soprattutto alle istituzioni preposte, fare una compagna di educazione civica, alla donazione di sangue nelle scuole superiori e in tutta la società e personalmente, anche come uomo della strada, auspico che ciò avvenga nel più breve tempo possibile". Bruno Menconi, Presidente Avis Zonale Lunigiana Ieri Oggi "I primi incontri con Bruno Bertoletti avvenivano quasi mensilmente presso la Sede Provinciale di AVIS Carrara già alcuni anni prima del Il desiderio maggiore era di avere un organismo regionale di guida, come avveniva nelle altre regioni soprattutto del Nord Italia. Quando Bertoletti prese maggior confidenza della mia attività più volte venne ad Aulla presso la sede Avis comunale, e dopo vari incontri mi pose a conoscenza della sua idea di costruire una sezione regionale credendo nella necessità di una forza toscana. Bertoletti era un toscano in ogni sua manifestazione: chiaro, solare, positivo e che nulla lasciava al caso. Fui invitato alla riunione in Firenze presso la sede del PSI in Via Porta al Prato e ancora non conoscevo le persone che avrebbero, in seguito, fatto parte del gruppo fondatore dell organo regionale. Durante la riunione Bertoletti fece una relazione molto convincente e vi furono altri interventi, tra cui quelli di Mazzoni e di Carlotti, mentre io tacqui perché tale era l entusiasmo di quanto stava accadendo che non ebbi parole ma fui molto orgoglioso di partecipare a questo evento. Nel corso degli anni l Avis Toscana è cambiata per necessità storiche e ha assunto una maggiore organizzazione, inserendosi nel tessuto sociale con forza ed intelligenza come dimostrano i rapporti con il Centro Regionale Sangue e con l Assessorato alla Sanità". 22

23 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA A Milano VITTORIO FORMENTANO fonda l AVIS - Associazione Volontari Italiani Sangue In Toscana compaiono i primi gruppi di donatori di sangue A Firenze nasce l AVIS Comunale avis è riconosciuta dallo Stato con la Legge n A Firenze viene inaugurata la prima autoemoteca avis inaugura a Firenze il primo Centro Trasfusionale della Toscana La prima Legge (n. 592) che regolamenta la raccolta, la conservazione e la distribuzione del sangue umano sul territorio nazionale Nasce AVIS Regionale Toscana. In toscana viene approvata la Legge istitutiva del CRE (Centro Regionale Emoderivati). Primo presidente Bruno bertoletti Con la Legge regionale n. 58 del 7 maggio nasce l albo regionale del volontariato organizzato. AVIS Toscana si iscrive nel La prima Legge quadro (n. 107) disciplina le attività trasfusionali relative al sangue umano ed ai suoi componenti e per la produzione di plasmaderivati Dai il meglio di te stesso : la prima campagna di Comunicazione di avis Toscana in collaborazione con la Regione A Firenze nasce il numero verde avis AVIS Toscana è sul web con il primo SITO internet Parte il primo progetto toscano di servzio civile sulle sedi di: Firenze, Livorno, Pisa, Prato e Viareggio avis toscana si certifica per la qualità. Pubblicazione del primo Bilancio Sociale Avis Toscana. Torrita di Siena (Si) e Serravalle pistoiese (Pt): le ultime associate avis nate in Toscana. 23

24 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 2 Intervista a Simona Carli, Direttore del Centro Regionale Sangue Com è strutturato il Sistema trasfusionale Toscano e qual è il ruolo del Centro Regionale Sangue? Il Sistema Trasfusionale Toscano costituisce un modello di rete i cui nodi principali sono rappresentati da strutture trasfusionali, associazioni di volontariato e aziende sanitarie. Il CRS che fa parte del Settore del Governo Clinico della Regione Toscana, è il fulcro della rete e ne rappresenta lo strumento di governance. Con i Servizi Trasfusionali e le Associazioni vengono programmate la raccolta di sangue e plasma in modo da soddisfare le necessità in un ottica di autosufficienza. Simona Carli, Direttore del Centro Regionale Sangue Il Sistema Trasfusionale nel 2009 si è modificato e rinnovato, ottenendo un aumento delle donazioni totali del 5.6%, un aumento delle donazioni di emazie di oltre il 6%. Parallelamente, e con più velocità, è cresciuta l attività sanitaria nella Regione Toscana, determinando un incremento nel consumo di sangue di oltre l 8%. Anche la raccolta del plasma ha visto buoni risultati con un incremento totale del 5%. Incremento plasma anno 2009: raffronto raccolta regionale/raccolta Avis 6,99% 5% Incremento plasma Avis Toscana Incremento plasma raccolta regionale Incremento nel consumo di sangue > 8% 24

25 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 Il Sistema Trasfusionale Toscano L organizzazione territoriale ST ST ST ST MS Vg LU PI ST L I ST ST PT ST PO ST Emp Pont ST ST FI 1 FI 3 FI 2 ST ST ST ST ST SI ST AR ST ST ST ST ST ST GR ST ST LEGENDA 1 Centro Regionale Sangue 3 SIMT di Azienda Ospedaliera Universitaria 12 SIMT di Azienda USL ST 25 Sezioni Trasfusionali 74 Unità di Raccolta Associative 25

26 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA ASSESSORE DIRETTORE GENERALE Il Sistema Trasfusionale della Toscana AREA COORDINAMENTO SANITà SETTORE ASSISTENZA SANITARIA ORGANISMI DEL GOVERNO CLINICO ITT OTT CSR GRUPPO TECNICO DI LAVORO DIRETTORE: Simona Carli AMMINISTRATIVI: Barbara Ermini Susanna Demarchi UFFICIO DIREZIONE Il Centro Regionale Sangue (CRS) è al centro del Sistema Trasfusionale della Toscana. Creato il 4 agosto 2008 con Delibera regionale n.658 è diretta emanazione dell Assessorato Diritto alla Salute e Politiche di Solidarietà. Mission del CRS è coordinare le attività del sistema trasfusionale, che risulta essere sempre di più al centro delle attività sanitarie della Toscana. A questo scopo si relaziona con le Aziende Sanitarie, le Associazioni di Volontariato, i centri di ricerca universitari e le aziende farmaceutiche di riferimento. AREA VASTA NORD OVEST AREA VASTA CENTRO AREA VASTA SUD EST ASL 1 ASL 3 ASL 8 FAUSTO PECORI ASL 2 ROSARIA BONINI* ASL 12 ADOLFO MORETTI ASL 6 PIERO PALLA Massa Carrara Pontremoli Fivizzano Lucca Castelnuovo G.na Barga Viareggio Livorno Cecina Piombino Portoferraio ADRIANA TOGNACCINI ASL 4 DOMENICO D ELIA ASL 10 GIUSEPPE DI PIETRO ANTONELLA BERTELLI* Pistoia Pescia Prato Nuovo S. Giovanni di Dio Borgo S. Lorenzo Ponte a Niccheri Figline ASL 11 Empoli ISIO Fucecchio MASINI Castelfiorentino AOU CAREGGI Arezzo Bibbiena PIERLUIGI Cortona LUMBRUNO Sansepolcro Valdarno ASL 7 Poggibonsi Montepulciano ASL 9 Grosseto GIULIANA Massa Marittima BARGAGLI Orbetello Castel del Piano AOU SENESE VITTORIO Siena FOSSOMBRONI ASL 5 PAOLO PETRUCCIANI AOU PISANA FABRIZIO SCATENA Pontedera Volterra Cisanello S. Chiara GABRIELE GRAZIANI AOU MEYER Careggi Meyer (aggiornato al 1 Giugno 2010) Legenda SIMT ST AZIENDA SANITARIA DIRETTORE SIMT *FACENTE FUNZIONI Fonte: CRS 26

27 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 è corretto dire che oltre la quantità, c è qualità nel Sistema trasfusionale Toscano? è corretto dire non solo che oltre la quantità c è la qualità, ma direi che prima della quantità c è la qualità per garantire sicurezza al donatore e al ricevente. Qualità in termini di processo, ma anche qualità che riguarda le strutture sia pubbliche sia associative per il soddisfacimento dei requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici. Durante l arco dell anno sono frequenti gli appelli di carenza o le segnalazioni di eccedenza. Cosa farà il CRS per provare a ottenere una ragionevole stabilizzazione? Il consumo crescente sarà sicuramente una realtà con la quale occorrerà confrontarsi nei prossimi anni. Nel 2009, tra raccolta e consumo di emazie, c è stato un saldo negativo di circa unità. Il progressivo aumento del consumo rispetto alla raccolta, sta diventando una costante nelle regioni con buoni sistemi sanitari e caratterizzati da punti di eccellenza, che comportano una forte attrazione di pazienti da fuori Regione. Nel corso del 2009 ci sono stati spesso momenti di carenza, anche in periodi diversi da quello estivo, nei quali è stato necessario ricorrere all approvvigionamento presso regioni eccedentarie. Ma è accaduto anche l inverso, in momenti di esubero, verso le Regioni carenti. Il meccanismo della compensazione tra Regioni è testimone di un sistema a rete, che governato a livello nazionale, consente il mantenimento di un sufficiente grado di autosufficienza. Uno dei principi basilari del Sistema Trasfusionale è la gestione delle disponibilità su base regionale, ovvero la ricerca dell autosufficienza regionale. Si tratta di un sistema che assicura prestazioni di qualità, basato sul contributo di tutti, anche se sempre di più questo concetto si allarga a livello nazionale, a testimonianza di un sistema gestito e governato a livello centrale che permette di provvedere alle necessità di tutta la nazione. CURIOSITà I numeri in Toscana La fascia di popolazione oltre i 65 anni, rappresenta circa il 24%, rispetto a una media nazionale del 20%. Negli ultimi 10 anni la vita media delle persone si è allungata di 3 anni. Sono più dell 11% i pazienti degli ospedali della Toscana provenienti da altre regioni d Italia. 27

28 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA Perché l autosufficienza non viene raggiunta? Occorre ricordare che l autosufficienza è un obiettivo dinamico che coinvolge più responsabilità e che si rapporta continuamente alle crescenti esigenze dei pazienti e alla disponibilità dei donatori. Il Centro Regionale sangue ha contribuito alla ricerca della minore variabilità infraannuale possibile, mettendo a disposizione dei donatori la possibilità di prenotare le donazioni con l AgenDona, e permettendo così, anche una visione anticipata delle situazioni critiche. Le Associazioni di volontariato hanno un ruolo chiave in tutto il sistema. Cosa farà il CRS per supportarle? Le Associazioni rappresentano un insostituibile punto di forza. Rivestono un ruolo strategico nella promozione della donazione, nella fidelizzazione, nella tutela dei donatori e nel contributo attivo e responsabile alla programmazione delle attività di raccolta. Garantiscono donatori volontari, anonimi, gratuiti, consapevoli e periodici. Le Associazioni di Volontariato sono uno strumento fondamentale per creare coscienza civica e sociale. Sul piano concreto dell attività con il CRS, sono parte integrante del Sistema Trasfusionale Toscano, partecipano attivamente al percorso di programmazione e di definizione degli obiettivi. Sono, inoltre, parte dell Ufficio di Direzione del CRS e collaborano fattivamente a tutti i progetti. Il compito del CRS consiste nel fornire alle Associazioni un supporto tecnico scientifico qualificato, nel rispetto, ovviamente, dei ruoli e delle competenze diverse di ciascuno. Inoltre, nel percorso di accreditamento delle strutture di raccolta, il CRS potrà svolgere per le Associazioni e per i Centri Trasfusionali, il ruolo di facilitatore e di unificatore dei processi. CURIOSITà Gli strumenti del CRS per le Associazioni PERCHè DONARE il depliant informativo sui percorsi della donazione sono le copie stampate e distribuite alle Associazioni di Volontariato e nei Centri Trasfusionali degli ospedali. Disponibile in 7 lingue (inglese, francese, spagnolo, rumeno, albanese, arabo e cinese) 28

29 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 3 Donazione Sangue e produzione di farmaci plasmaderivati Intervista a Mario ORLANDO, Responsabile Marketing Kedrion Intervista a Mario Orlando, responsabile marketing Kedrion, sul nuovo prodotto farmaceutico ottenuto dalla lavorazione del plasma: il Plasmasafe. Kedrion è un azienda biofarmaceutica specializzata nello sviluppo, produzione, commercializzazione e distribuzione di farmaci plasmaderivati. è l unica azienda convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale e autorizzata alla lavorazione del plasma proveniente dalle donazioni volontarie compiute in Italia. Lo stabilimento della Kedrion ❶ In breve, cos è il Plasmasafe? Plasmasafe è un prodotto farmaceutico ottenuto da plasma fresco congelato AB0 gruppo specifico attraverso un processo industriale di purificazione e virus inattivazione. ❷ Come si ottiene e qual è il suo impiego? Plasmasafe in Italia è offerto alle Regioni come servizio per la valorizzazione del plasma donato ed il miglioramento della terapia trasfusionale. Il plasma raccolto nella Regione da donatori abituali è sottoposto ad un processo industriale di purificazione ed inattivazione virale e batterica. Ne deriva un prodotto riconosciuto farmaco dal Ministero della Salute. Il Plasmasafe (plasma di grado farmaceutico) viene quindi riconsegnato alle Regioni per l uso appropriato nei vari ospedali. Le indicazioni d uso di Plasmasafe sono le stesse del plasma fresco congelato: deficit combinati di fattori della coagulazione (coagulopatie da consumo o coagulopatia da insufficienza epatica); deficit isolati di fattori della coagulazione (in caso di non disponibilità del concentrato dello specifico fattore); terapia sostitutiva nel deficit di fattori della coagulazione in situazioni di emergenza; risoluzione di overdose di anticoagulanti orali (come indanedione o cumarina); Porpora Trombotica Trombocitopenica (PTT) associata a plasmaferesi; emorragia critica intraoperatoria. 29

30 1 SCOPI B I L A N C I O S O C I A L E E IDENTITà DI AVIS TOSCANA ❸ Quali problemi di tipo sanitario consente di superare rispetto al plasma congelato? Il plasma fresco congelato è un prodotto biologico e come tale il suo utilizzo clinico è complicato da un lato dalla variabilità nella sua composizione, insita nella sua stessa natura di prodotto non di sintesi chimica, dall altro da un rischio di provocare effetti collaterali nel paziente. Elementi microparticellari immunologicamente influenti (residui di membrane cellulari, leucociti, ecc.) possono provocare nel ricevente reazioni avverse. Ad esempio, la TRALI (danno polmonare acuto trasfusione-indotto), reazione grave che si manifesta più frequentemente a seguito di trasfusione di plasma fresco congelato, può nel 25% dei casi risultare letale. Il Plasmasafe, prodotto standardizzato, offre al clinico la possibilità di dosare meglio il trattamento terapeutico riducendo i consumi di plasma. Il processo produttivo, la virus inattivazione e gli step di purificazione del prodotto riducono significativamente gli effetti collaterali associati alla trasfusione. L analisi dei dati del sistema di emovigilanza della Regione Piemonte riporta che gli effetti collaterali registrati con l uso del Plasmasafe sono stati di grado lieve e dieci volte inferiori rispetto al plasma fresco congelato. ❹ Cosa cambia nelle modalità di raccolta? La procedura di donazione e raccolta non cambia. In collaborazione con i centri trasfusionali regionali, sono state messe a punto le procedure di frazionamento e stoccaggio del plasma di partenza per preservarne il valore biologico ed assicurarne elevati livelli di sicurezza. ❺ Se ci sono, quali sono le difficoltà nel produrlo? Plasmasafe è un farmaco. Il suo processo produttivo è molto complesso e deve essere strettamente controllato sotto il profilo della sicurezza e della qualità, per essere in linea con tutti i requisiti previsti dalla Farmacopea Europea. Esistono delle norme internazionali estremamente restrittive, le GMP (Good Manufacturing Practices - Norme di Buona Fabbricazione), che contengono linee guida per tutto quello che riguarda la produzione farmaceutica, dall arrivo della materia prima all industria fino alla consegna del prodotto finito presso il centro trasfusionale. La difficoltà maggiore, al di là della complessa tecnologia impiegata per produrre il plasma di grado farmaceutico, sta proprio nel riuscire ad eseguire questo processo in modo rigoroso, controllato e riproducibile, per ottemperare alle GMP. Ogni sacca di Plasmasafe che lascia i nostri impianti ha superato dei controlli rigidissimi, inclusi quelli di Stato, eseguiti da un ente esterno, solitamente l Istituto Superiore di Sanità. ❻ In termini numerici, quali ottimizzazioni quantitative e economiche consente di ottenere? La maggior standardizzazione di Plasmasafe permette al clinico di focalizzare meglio la terapia, e quindi di avere consumi di plasma inferiori. Ad esempio, l Azienda Ospe- 30

31 B I L A N C I O S O C I A L E SCOPI E IDENTITà DI AVIS TOSCANA 1 daliera di Padova ha registrato a partire dal 2005, anno in cui ha introdotto l utilizzo di Plasmasafe, una diminuzione del 20% dei consumi clinici di plasma. Uno studio pilota in corso presso l Ospedale di Cisanello (Pisa) sta valutando l uso del plasma nel trapianto di fegato. Questo studio randomizzato confronta due gruppi di pazienti durante il trapianto di fegato; il primo gruppo è trattato con plasma da aferesi, il secondo con Plasmasafe. I risultati preliminari sono molto promettenti ed indicano una significativa riduzione dell utilizzo di plasma nel gruppo trattato con Plasmasafe. Da notare, tra l altro, che il maggior consumo di plasma congelato, oltre a costituire un dispendio economico, espone il sistema trasfusionale regionale a maggiori rischi con conseguenze sociali, economiche e medico-legali. ❼ Il futuro e le prospettive di utilizzo del Plasmasafe. Molte Regioni italiane hanno adottato il progetto Plasma di grado farmaceutico, attivando, all interno di accordi di conto lavorazione con Kedrion, la trasformazione del plasma regionale per l uso clinico in Plasmasafe. I vari progetti regionali hanno l ambizioso obiettivo di migliorare l appropriatezza nell utilizzo clinico del plasma promuovendo l uso di un prodotto sicuro, controllato e standardizzato, legando quindi strettamente dosi di utilizzo e risposte terapeutiche. Inoltre, il minor consumo di plasma permetterà l aumento di produzione degli emoderivati in linea con il progetto regionale per l autosufficienza e il contenimento dei costi. Questi progetti comporteranno vantaggi per tutti, in primis per i pazienti, che beneficeranno di persona del miglioramento terapeutico introdotto da Plasmasafe. Anche le associazioni di volontari, indirettamente, vedranno aumentare il valore del loro dono. Il farmaco plasma aumenterà il suo valore salva vita. ❽ Chi sono i volontari donatori di sangue per un azienda farmaceutica come Kedrion? I volontari donatori sono la base del Sistema Sangue italiano. Se il Sistema ha potuto svilupparsi è proprio grazie all impegno costante delle associazioni di donatori. Fin dalla sua nascita, Kedrion, azienda italiana in Italia, ha dato il suo proprio contributo a per far crescere il Sistema, soprattutto nell ambito dell organizzazione, della gestione, della trasformazione e dell impiego terapeutico del dono. Tutto ciò che di importante è stato fatto è avvenuto solo grazie ad una collaborazione continua di tutti gli attori, ed è solo alimentando questa consapevolezza di partnership che il Sistema Sangue italiano potrà raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. 31

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