IRPET - Regione Toscana EDITORIA TOSCANA: cultura, industria e brand regionale. EDITORIA TOSCANA: cultura, industria e brand regionale
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1 IRPET - Regione Toscana EDITORIA TOSCANA: cultura, industria e brand regionale EDITORIA TOSCANA: cultura, industria e brand regionale
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3 Editoria toscana: cultura, industria e brand regionale Carmelina Brugnano Firenze, 2011
4 RICONOSCIMENTI La presente ricerca è stata affidata all IRPET dalla Regione Toscana - Settore biblioteche, archivi e istituzioni culturali - Area di coordinamento cultura. È stata curata per l IRPET da Carmelina Brugnano, con il coordinamento di Patrizia Lattarulo, responsabile dell Area Territorio, istituzioni locali e finanza. Elena Zangheri ha curato l allestimento editoriale del testo.
5 Indice 5 PRESEnTAZIonE di Cristina Scaletti 7 InTRoDUZIonE IL mercato DELL EDIToRIA L editoria libraria in Toscana fra storia e nuovi scenari L industria editoriale toscana nel panorama nazionale La domanda di lettura 2. LA CAPACITÀ InnoVATIVA DEGLI EDIToRI ToSCAnI: 37 GLI STRUmEnTI DI PEnETRAZIonE DEL mercato Le linee editoriali degli editori toscani, tra tradizione e nuove proposte di mercato L import-export di prodotti editoriali Le nuove tecnologie e la presenza in internet 3. PoLITICHE PUBBLICHE PER L EDIToRIA, IL SISTEmA DELLE 69 AGEVoLAZIonI La legislazione in materia di editoria Un confronto con la normativa internazionale Le criticità del mercato editoriale e le proposte degli operatori 91 RIFERImEnTI BIBLIoGRAFICI 93 APPEnDICE STATISTICA 3
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7 PRESEnTAZIonE In Toscana, le imprese editoriali hanno contribuito da sempre in maniera determinante alla crescita qualitativa e quantitativa della produzione culturale regionale, attraverso una collaborazione sempre più forte con accademie, centri di ricerca, istituti di conservazione del patrimonio culturale, università, strutture della formazione, biblioteche ed enti pubblici. Il sistema culturale della Toscana vuole andare oltre e rafforzare questa collaborazione. L impegno della Regione, espresso nel suo Programma di Governo, è proprio quello di elaborare un piano strategico per la cultura di carattere trasversale, che integri soggetti pubblici e privati e che orienti le nuove politiche alla logica dell economia della cultura e della conoscenza. In questa prospettiva, la Regione Toscana si impegna a promuovere e valorizzare tutte le pubblicazioni culturali, con particolare riguardo alle produzione della piccola e media editoria. È questa la novità del nuovo documento di programmazione delle politiche culturali, in applicazione del Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali (L.R. 21/2010). Da qui la decisione di affidare all IRPET il presente rapporto, i cui risultati potranno servire ad orientare le politiche regionali. Questa ricerca mette bene in evidenza, fino dal titolo, come la duplice natura del libro, bene economico e bene culturale, abbia determinato e continui a determinare la necessità di un approccio complesso e multidisciplinare all intero settore. La Toscana non è nuova a questo approccio e ha sempre lavorato per approfondire la conoscenza dell editoria in regione: ricordiamo, in particolare, Gli archivi degli editori toscani: materiali dal censimento regionale, recentemente pubblicato, che, sotto un profilo storico e documentario, dà testimonianza di un patrimonio essenziale alla storia culturale e politica della Toscana e del Paese. Cristina Scaletti Assessore alla Cultura, turismo e commercio della Regione Toscana 5
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9 PREmESSA La ricerca si pone quale obiettivo quello di descrivere le caratteristiche rilevanti e le principali linee evolutive dell industria editoriale in Toscana al fine di porre in evidenza i cambiamenti avvenuti in questo settore nel corso degli ultimi dieci anni, quali spunti di riflessione in merito alle prospettive future. L analisi del mercato è stata condotta sotto un doppio aspetto: il libro come bene economico, fonte di profitto, ed il libro come veicolo di innovazione e di idee culturali che alla memoria storica unisce uno sguardo verso il futuro. Per questo motivo, le variabili economiche del settore sono state analizzate a partire dalla dimensione del settore produttivo e del fatturato, ma guardando alle innovazioni di processo e distributive e alle preferenze dei lettori. L analisi, realizzata sulla base delle statistiche disponibili, si è avvalsa anche dell indagine presso alcune imprese editoriali presenti sul territorio scelte per dare un quadro, sebbene non esaustivo, comunque rappresentativo della storica editoria toscana e di quella nuova, dell editoria specializzata e di quella più generalista. Una premessa innanzitutto è d obbligo, ovvero che delineare un quadro della realtà editoriale rappresenta un compito difficile per la scarsa definizione dell ambito di indagine. Nel farlo ci si deve scontrare con una pluralità di soggetti eterogenei i quali, con presupposti, finalità, mezzi economici e strutture profondamente diverse, agiscono con l obiettivo di diffondere libri nell ottica più o meno prioritaria di un ritorno economico. A rendere maggiormente articolata la figura dell editore è il ruolo di operatore culturale che agisce come una sorta di mediatore tra i vari protagonisti coinvolti nella realizzazione e nella fruizione del libro e, più in generale, nella creazione e diffusione del prodotto culturale: autori, enti ed istituti di ricerca, biblioteche, enti pubblici, lettori e tutti gli altri attori del mondo della cultura. La vastità di tipologie imprenditoriali nelle quali è possibile ravvisare i profili della figura dell editore fa sì che risulti complessa anche la definizione del numero di soggetti appartenenti realmente a questa categoria e, specificatamente, a quella degli editori di opere librarie. Nell editoria di libri operano due distinte tipologie di operatori: le aziende commerciali ed i cosiddetti pre-editori, ovvero enti pubblici, associazioni culturali e figure giuridiche (generalmente non a scopo di lucro), per i quali l attività editoriale è di supporto a quella primariamente svolta 1. 1 Ai fini della presente indagine, si è ritenuto di non entrare nel merito di questa ulteriore distinzione, fermo restando l interesse per una futura valutazione del peso e delle potenzialità di questo segmento del sistema editoriale. 7
10 CATEGoRIE CHE operano nel SETToRE EDIToRIA Editoria pubblica Editori di libri Editori su commessa Pre-editori Stamperie Editori di riviste Fonte: elaborazioni IRPET L informazione statistica sulla realtà editoriale si è rivelata inadeguata per quanto riguarda le dimensioni economiche degli operatori, nonché per comprendere le finalità della produzione e l utilizzo delle nuove tecnologie. Le fonti statistiche disponibili, frammentarie e disomogenee, hanno reso piuttosto complessa la ricostruzione di un quadro organico del settore editoriale. Ci si trova infatti in presenza di una mole di dati e di riferimenti che fanno capo a fonti differenti: dati Istat, Aie (Associazione Italiana Editori) o, ancora, Camera di Commercio. Il rapporto si struttura in tre sezioni. La prima è dedicata alle caratteristiche strutturali del mercato dei libri, all interno del mercato editoriale. Una volta ripercorsa, in modo necessariamente sommario, la storia dell editoria toscana, i dati sulla produzione libraria hanno messo in luce un fenomeno già noto da tempo: le acquisizioni degli anni Ottanta e Novanta di affermate case editrici toscane (tra cui Sansoni, La Nuova Italia e Le Monnier) da parte di grandi gruppi hanno di fatto spostato il baricentro della produzione dal Centro al Nord Italia. Sebbene in Toscana si siano manifestati negli ultimi anni segni di ripresa (in modo particolare per il genere di varia), la produzione libraria regionale ha ridotto la sua presenza sul mercato nazionale. La causa principale è da ricercare certamente nella perdita di quote nel settore scolastico. Oggi la Toscana è comunque la quinta regione per titoli (produce il 6% del totale) e numero di copie (il 6% del dato nazionale). Dalla ricostruzione del numero e delle tipologie di imprese attive nel territorio e della relativa occupazione generata è emersa, inoltre, la tendenza ad una crescente integrazione verticale delle attività editoriali e ad un conseguente aumento degli editori medi a scapito di quelli di piccola dimensione. 8
11 Per quanto riguarda il fenomeno della lettura, il trend analizzato grazie ai dati delle indagini Istat, mostra una crescita dei lettori seppure la quota di questi sul totale della popolazione residente rimanga tutt altro che importante, con un elevata percentuale di lettori deboli anche nella popolazione con elevato titolo di studio. Il secondo capitolo ricostruisce un quadro generale del settore editoriale a livello regionale, indicandone i principali aspetti, le peculiarità della produzione e segnalando gli elementi di specializzazione regionale in merito alle linee editoriali, al commercio con l estero e all impiego delle nuove tecnologie. L editoria toscana rappresenta una componente importante del settore a scala nazionale, non solo per il numero di imprese (pari al 9% del dato nazionale), ma anche per il particolare contributo alla produzione assicurata da imprese piccole e medie, per l elevato numero di novità tra le pubblicazioni (l 80% dei titoli) e per la presenza sui mercati stranieri. Se gli anni 90 sono stati caratterizzati dal numero crescente delle imprese, nel primo decennio degli anni 2000 il settore è stato sottoposto ad un processo di riorganizzazione che ha visto contrarre il numero di imprese e aumentarne le dimensioni medie. Da questo processo di ristrutturazione il settore è uscito rafforzato e pronto ad affrontare la crisi economica oggi in atto. Ciononostante nuovi elementi di criticità si stanno profilando nel prossimo futuro, dal momento che le politiche di contenimento della spesa pubblica sono destinate ad incidere pesantemente sulla competitività del settore. Nella sezione finale si procede con un inquadramento della normativa, statale e regionale, in materia di editoria. Le interviste condotte presso gli operatori del settore, editori e bibliotecari, hanno consentito di delineare le problematiche produttive, di mercato, nonché le critiche espresse verso determinati interventi normativi, tra cui spicca l aumento delle tariffe postali per le spedizioni di libri. Chiude il rapporto una breve riflessione su alcune possibili linee di intervento pubblico formulate anche sulla base delle esigenze e delle aspettative degli editori stessi, nonché attraverso il confronto con le politiche adottate negli altri paesi europei. Un ringraziamento particolare va agli editori contattati e agli addetti alle biblioteche, per la disponibilità dimostrata nel corso delle interviste e per il contributo informativo alla elaborazione della ricerca. 9
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13 1. IL mercato DELL EDIToRIA 1.1 L editoria libraria in Toscana fra storia e nuovi scenari La tradizione libraria toscana che risale alle origini della stampa vede emergere a poco a poco, durante la seconda rivoluzione industriale, la figura dell editore-imprenditore da più figure preesistenti in qualche modo collegate all attività del pubblicare. È il caso di tipografi (come Gaspero Barbèra, Felice Le Monnier, Giulio Cesare Sansoni ed Attilio Vallecchi) e librai, che all attività per conto terzi affiancarono una propria produzione editoriale (cfr. Garin,1991). Il periodo di maggior fortuna della Toscana in campo editoriale è compreso tra la prima metà del XIX secolo ed i primi decenni del Novecento quando la riunificazione del Paese, il progresso delle tecniche tipografiche e la diminuzione dell analfabetismo costituirono le basi per la crescita della produzione di libri. In questi anni matura la consapevolezza che i libri non dovevano essere più oggetti di lusso, ma di consumo generale. Le Monnier e Barbèra con le loro collane popolari sono stati tra i principali protagonisti della modernizzazione dell industria tipografica e della trasformazione del ruolo dell editore. Il primo, con le collane Biblioteca nazionale e Biblioteca diamante, pubblicò autori classici latini e greci, Dante, Petrarca, stranieri e contemporanei. Il catalogo di Barbèra, la cui attività era caratterizzata da una forte impronta risorgimentale annoverava tra i suoi autori Gioberti, D Azeglio, De Amicis, Carducci e D Annunzio. Oltre che all editoria scolastica, che vede operare editori come Sansoni e Felice Paggi che nel 1883 pubblica Le avventure di Pinocchio, Firenze appare votata alla cultura umanistica e letteraria. Ne è espressione l esperienza di Leo Samuel Olschki, di origine ebraica nato nella Prussia orientale e venuto a Firenze nel 1896, la cui storia si colloca tra quella di tipografi, stampatori, editori stranieri che, a ridosso dell Unità d Italia, si stabiliscono in Italia (come Hoepli, Sperling & Kupfer, Loescher), la cui attività con forti interessi filologici ed artistici, legata prevalentemente alla pubblicazione di cataloghi e descrizioni bibliografiche, si è da subito contraddistinta tra gli studiosi non solo italiani. Il ruolo centrale dell editoria toscana nella storia politica e culturale del Paese è ancora più chiaro se si considera la nascita delle innumerevoli riviste tra fine 800 ed inizio 900, alcune 11
14 delle quali strettamente legate all editore Vallecchi, fautore delle nuove avanguardie 2. Il maggiore dinamismo aziendale a seguito della modernizzazione che caratterizza il periodo fascista è alla base dei numerosi passaggi di azioni e dei vari accordi finanziari e commerciali tra imprese che preludono o conducono alla formazione di veri e propri gruppi editoriali 3, tra i quali spicca Bemporad. Questa, nel settore scolastico e per ragazzi, già nel 1889 aveva assorbito l editore Paggi, continuando la sua espansione grazie all ingresso in diversi consigli di amministrazione di altre case editrici. Nello stesso tempo, molte delle imprese gestite finora in modo artigianale entrano in difficoltà. È il caso di alcune case editrici fiorentine di antica tradizione (Barbèra, Le Monnier, Sansoni) che a seguito della crisi conseguente alla Riforma Gentile (la legge n. 5/1929 che sancisce l adozione del Libro unico di testo in tutte le scuole elementari) determina l entrata degli istituti di credito nei consigli di amministrazione nel tentativo di superare le difficoltà economiche (cfr. Tranfaglia e Vittoria, 2007). L editoria diviene strumento di organizzazione del consenso rivolto alle nuove generazioni in via di formazione politica e culturale. Basta scorrere i cataloghi di quel periodo di Sansoni, di Vallecchi, di Le Monnier, di Bemporad e della Nuova Italia per rendersi conto dell influenza di Giovanni Gentile, allora direttore scientifico della Enciclopedia Italiana Treccani (cfr. Ferretti, 2004). L editoria post-bellica è contraddistinta da alcuni elementi innovatori: la diffusione del libro in formato tascabile (introdotto con la collana BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, nel 1949); l apertura agli autori anglosassoni; la nascita di un filone editoriale politico-culturale (a volta espressione diretta dei grandi partiti di massa). Purtroppo nessuna sigla editoriale toscana seppe realmente approfittare di queste novità, che andarono quasi interamente a favore dell industria editoriale piemontese e lombarda. Pur tuttavia, favorito anche dall abolizione del testo unico, in questi anni si riscontra un graduale sviluppo dell editoria scolastica. Al rilancio di questo settore hanno notevolmente contribuito le case editrici toscane: Le Monnier, Sansoni, Giunti-Marzocco, D Anna (fondata a 2 Caratterizzate da un varietà di orientamenti (nazionalistici, futuristici, idealistici, democratici), quasi tutte hanno posto l accento sul ruolo degli intellettuali e sul rapporto tra cultura e politica. Fra queste ricordiamo: Il Leonardo, fondata nel 1903 da Papini e Prezzolini su posizioni dannunziane e nietzschiane; Lacerba, legata al Futurismo; La Voce più eterogenea nei suoi interessi. Quest ultima, nata nel 1908 a Firenze, è stata espressione dei più vari aspetti della vita e della cultura italiana, potendosi giovare della collaborazione di figure quali quelle di Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Luigi Einaudi, Gaetano Salvemini e Giuseppe Ungaretti. 3 Nel 1938 le leggi razziali emanate dal regime costringono la casa editrice Bemporad a cambiare ragione sociale e nome: nasce la Marzocco, che richiama l antico emblema del comune di Firenze, un leone che regge con la zampa uno scudo con il giglio. 12
15 Messina), Bulgarini, La Nuova Italia che con l intellettuale Tristano Codignola contribuì attivamente alla definizione di una nuova riforma scolastica (cfr. Tranfaglia e Vittoria, 2007). Negli anni 80, specie nel settore scolastico, queste raggiungono insieme circa un terzo del fatturato nazionale (150 miliardi). Ancora case editrici come Belforte, Nistri Lischi, Olschki, Pacini, Sandron, con una storia secolare, raggiungono nel settore dell editoria di cultura e per l infanzia e i ragazzi posizioni di primato sul piano nazionale. Di contro vi è in questi anni la rinuncia degli editori fiorentini ad operare nel settore della narrativa e dell attualità politica e culturale (cfr. Ferretti, 2004). In generale, dal 1970 al 1990, il fenomeno della concentrazione che contraddistingue l editoria settentrionale (a cui si affianca anche la nascita di piccole e medie case editrici capaci di ritagliarsi nicchie di mercato) vede molte sigle editoriali toscane, il cui arretramento d immagine e di consistenza aziendale è ormai una realtà, entrare a far parte di gruppi editoriali più vasti. Per citare solo i casi più noti: la Sansoni e La Nuova Italia, sottoposta a radicali tagli come la rinuncia alla rivista Il Ponte, sono state acquistate dal gruppo Rizzoli; la Salani, dopo il rischio di chiusura, è entrata a far parte della milanese Longanesi; Le Monnier ceduta alla Mondadori; la Vallecchi, colonizzata dal grande capitale finanziario e industriale del nord (Montedison) che non è riuscito nell intento di valorizzare l industria culturale fiorentina, è stata riacquistata da Enrico Vallecchi nel Negli ultimi anni, dunque profondi cambiamenti hanno interessato gli assetti societari di molte storiche case editrici. Se da un lato questi sono stati vissuti con timore, dall altro hanno consentito la prosecuzione di una grande editoria di qualità per la formazione delle generazioni future e l ingresso di nuovi operatori: la Mandragora, Maschietto Editore, Barbes, Edifir, Polistampa, Cesati Editore, tanto per citarne alcuni. Non mancano tuttavia gli esempi di case editrici che hanno dimostrato una certa continuità e stabilità: Giunti, che incorpora numerose sigle editoriali di grandi tradizioni quali Barbera, Bemporad, Marzocco; la colta Olschki che ha festeggiato da poco centoventicinque anni di attività, in una indiscussa continuità familiare; l editrice Bonechi, che fra vocazione localistica e divulgazione turistico-artistica si è affermata anche sul piano internazionale; la Alinari, casa editrice d arte fondata nel 1854, la prima a specializzarsi nelle riproduzioni artistiche e fotografiche; Passigli, sigla storica dell editoria fiorentina fondata nel 1829 e rinata nel 1982 per iniziativa di Stefano Passigli e Domitilla Baldeschi; Casalini Libri, attiva da cinquant anni, specializzata in testi di bibliografia e di biblioteconomia. 13
16 1.2 L industria editoriale toscana nel panorama nazionale di oggi L analisi dell industria del libro in Toscana sconta la scarsa disponibilità di informazioni statistiche opportunamente aggiornate. I dati forniti annualmente dalle rilevazioni Istat 4 descrivono le principali caratteristiche dei prodotti editoriali realizzati nel corso dell anno. La produzione libraria Nel 2009, ultimo anno disponibile, il numero di libri pubblicati a livello nazionale e le copie stampate ammontano rispettivamente a e a poco più di 208 milioni, per una tiratura media pari a copie per titolo. Rispetto al 1997, il numero complessivo di libri pubblicati è aumentato del 13%, mentre la tiratura è decisamente diminuita: complessivamente il calo è pari a 30 punti percentuali, mentre quella media ha subito un calo di 2 mila copie per opera (nel 1997 era di copie per titolo). Una peculiarità che distingue la produzione libraria è l elevato grado di concentrazione territoriale (Graf. 1.1) che negli anni non sembra aver subito significativi cambiamenti. La distribuzione nelle diverse regioni italiane vede più dell 80% per cento della produzione libraria e circa il 90% delle copie pubblicate attribuita a sole cinque regioni. La Lombardia ha il primato assoluto con il 51% della tiratura nazionale e il 38% circa dei titoli pubblicati; segue il Piemonte (con il 20% delle copie e il 16% dei titoli), il Lazio (che produce il 12% delle opere ed 5% della tiratura nazionale) 5 e l Emilia Romagna (con il 10% delle opere ed l 8% di copie stampate). La quinta regione per numero di titoli e tiratura complessiva è la Toscana, la cui produzione nel 2009 si attesta rispettivamente al 6% dei titoli (3.988 titoli) e al 6% di copie pubblicate (una tiratura pari a 13 milioni di copie). Il trend in atto dal 2000 vede, a fronte di un aumento dei titoli immessi sul mercato, una netta diminuzione del numero delle copie e dunque della tiratura media nazionale. La dinamica complessivamente crescente della 4 L Istat raccoglie annualmente i dati sull editoria a stampa. Sono oggetto di indagine le opere librarie di almeno 5 pagine, ad esclusione dei prodotti editoriali a carattere propagandistico o pubblicitario e le pubblicazioni di servizio (cataloghi, listini prezzi, orari ferroviari, elenchi telefonici, programmi di spettacolo, calendari). Le informazioni rilevate riguardano: il numero di volumi di cui è composta ciascun opera; il genere di opera; la materia trattata; il tipo di edizione; la lingua di pubblicazione; il numero di copie stampate; l eventuale presenza di supporti multimediali allegati. La rilevazione è effettuata attraverso un apposito modello inviato all inizio di ogni anno ai soggetti che svolgono attività editoriale registrati in un archivio informatizzato che viene aggiornato annualmente: editori, compresi quelli che non hanno prodotto libri nel corso dell anno oggetto d indagine, centri studio o di ricerca, enti che volgono attività di produzione editoriale. Nel 2008 hanno risposto all indagine il 77,8% degli editori registrati in archivio. 5 Nel caso del Lazio, pesa in modo considerevole il ruolo della provincia di Roma la cui produzione ha una forte componente statale e religiosa. 14
17 produzione italiana è tuttavia l effetto di evoluzioni irregolari riscontrate nelle diverse regioni, in modo particolare negli ultimi anni (Graf. 1.2). Grafico 1.1 LA PRoDUZIonE LIBRARIA. DISTRIBUZIonE TIToLI E CoPIE. ITALIA Valori % 100% 80% 60% 40% 20% Altre regioni TOSCANA Emilia Romagna Lazio Piemonte Lombardia Altre regioni TOSCANA Emilia Romagna Lazio Piemonte Lombardia 0% Titoli Tirature Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria Grafico 1.2 AnDAmEnTo DELLA PRoDUZIonE LIBRARIA. TIToLI E CoPIE. ITALIA E ToSCAnA numeri indice (1997=100) Titoli Italia Copie Italia Titoli TOSCANA Copie TOSCANA Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria. Anni vari 15
18 Per quanto riguarda la Toscana, la riduzione della presenza sul mercato nazionale, marcata nella prima metà degli anni Novanta, è oggi in parte superata, sebbene questo sia il risultato di andamenti discontinui: si è passati dal 6,7% dei titoli pubblicati nel 1997 al 6,9% nel 2009 e dal 4,9% delle tirature al 6,3% (Graf. 1.3). L andamento positivo in corrispondenza degli anni 2003, 2006 e 2007 e quello negativo per il 2004, il 2005 ed il 2008 è attribuibile principalmente alla produzione di titoli scolastici 6. Grafico 1.3 InCIDEnZA DELLA PRoDUZIonE LIBRARIA ToSCAnA SULLA PRoDUZIonE nazionale. TIToLI E CoPIE Valori % 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% Titoli Copie Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria. Anni vari Per quanto riguarda la produzione per generi, la varia risulta in tutte le regioni quella più diffusa 7. Relativamente ad altri generi, la Lombardia ed il Piemonte controllano il segmento della produzione scolastica assicurando nel 2009 il 64% dei titoli pubblicati ed il 72% della tiratura complessiva, ma anche l Emilia ha un peso rilevante (pari al 15% delle opere ed all 11% delle copie). La distribuzione territoriale della produzione per ragazzi tende a coincidere per lo più con la produzione di editoria scolastica, ma in 6 Nell ambito dell indagine Istat si distingue il tipo di pubblicazione per il genere di contenuto ed il tipo di pubblico al quale si rivolge in via prevalente la pubblicazione: le opere per ragazzi, le opere scolastiche (libri di testo delle scuole elementari, medie e secondarie superiori) e la varia adulti costituita dall insieme delle pubblicazioni indicate dagli editori come opere di altro genere. 7 Ad eccezione del Friuli dove la produzione di opere editoriali per ragazzi è superiore a quella dei titoli di varia. A compensare questo (unico) dato anomalo è sufficiente osservare che esistono regioni nelle quali il peso dell editoria di varia si aggira intorno al 90% o raggiunge il 100% come nel caso della Basilicata. 16
19 questo caso la produzione toscana è piuttosto rilevante (l 8% dei titoli ed il 12% delle tirature) 8. Sempre a scala nazionale da un confronto tra il 1997 e il 2009 possiamo osservare: una sostanziale crescita della produzione di varia (tanto di titoli quanto di copie), una generale riduzione della produzione scolastica ed una ripresa del genere per ragazzi. Questi andamenti risultano abbastanza omogenei tra le diverse aree territoriali. Esaminando i dati disaggregati a livello provinciale della produzione libraria emerge chiaramente il ruolo predominante giocato dalla provincia di Firenze in Toscana che nel 2009, con titoli immessi sul mercato, copre una percentuale pari al 66% della produzione regionale (ma ben l 88% nel 1990 era edito nella provincia di Firenze). A questa fa seguito, ampiamente distaccata, Pisa con 552 titoli ed una quota del mercato del 14%, Siena (313 titoli) e Livorno (132 titoli) la cui produzione si attesta rispettivamente intorno all 8% e al 3% del mercato toscano. Alle restanti province è attribuibile la produzione del 9% dei libri. Prendendo in considerazione la tiratura la situazione rimane invariata; la concentrazione della produzione nella provincia di Firenze risulta ancora più forte se si considerano i generi scolastico e per ragazzi, rispetto alla produzione di varia, dove invece le altre province della regione hanno raggiunto negli anni un peso sempre maggiore (Graf. 1.4). Grafico 1.4 InCIDEnZA PRoVInCIALE DELLA PRoDUZIonE LIBRARIA DI TIToLI SUL ToTALE DELLA REGIonE ToSCAnA. ConFRonTo Firenze 88% 1990 Livorno 3% Pisa 2% Lucca 3% Siena 3% Altro 1% Firenze 66% 2009 Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria. Anni vari Livorno 3% Pisa 14% Lucca 3% Pistoia 2% Arezzo Siena 2% Altro 8% 2% 8 Il segmento produttivo è rilevante per il profilo e il funzionamento dell azienda. La strategia produttiva adottata dalla casa editrice differisce se la produzione si inserisce nell ambito della varia o in quello dei libri per i ragazzi o ancora nello scolastico in merito a più aspetti (dimensioni, rapporto autore/ editore, distribuzione). Nel caso della varia per adulti, segmento più diffuso tra le case editrici della regione, l editore generalmente seleziona le opere proposte, l editing tende ad essere poco complesso (in alcuni casi è lo stesso autore che consegna l opera già impaginata e formattata secondo le indicazioni dell editore) e la distribuzione avviene su tutto l arco dell anno. 17
20 Sebbene la produzione risulti prevalentemente realizzata nella provincia di Firenze, il contributo apportato dalle altre province alla produzione libraria vede, tra il 1990 e il 2009: -- per la provincia di Pisa, una notevole crescita del numero dei titoli pubblicati (rispetto al 1990 il tasso di crescita dei titoli è del 9 ), anche se il numero di copie immesse sul mercato sembra avere un andamento altalenante; -- una sostanziale stabilità della produzione nella provincia di Siena, risultato di una forte espansione di varia (da 63 a 312 titoli) e di una diminuzione dei titoli per ragazzi; -- il consolidamento di un sistema di aziende editrici nel lucchese dove la produzione libraria, in costante espansione, è attribuibile ad imprese di ridotte dimensioni che hanno rivelato una notevole capacità di introdurre sul mercato nuovi titoli (da 74 a 129); -- la notevole crescita della produzione libraria nella provincia di Livorno, dove dal 2003 si registra la produzione di titoli scolastici ed un aumento di quelli per ragazzi; -- nelle altre province si osservano andamenti del numero di titoli e di copie stampate con tendenza positiva, sebbene con variazioni cicliche accentuate, il che testimonia una presenza sul mercato dell editoria libraria ancora debole. Se si esclude Firenze, la produzione libraria per genere nel resto delle province toscane non rileva importanti produzioni nel campo dell editoria destinata alla scuola né in quella destinata ai ragazzi. Tuttavia, negli ultimi anni, si assiste ad un consolidamento di questi comparti nelle Province di Pisa, Siena, Livorno ed Arezzo. La provincia di Firenze, pur mantenendo la sua leadership all interno della regione, tende a perdere la sua posizione di quasi unico centro di produzione: il calo di incidenza sul totale regionale, passa dall 88% della produzione di titoli nel 1990 al 66% nel 2009 (cfr. Graf. 1.4). L offerta di libri è caratterizzata dal prevalere delle novità. L Istat distingue la produzione libraria per tipo di edizione: prime edizioni (novità), cioè la prima pubblicazione di un opera (tradotto o meno); edizione successive (nuove edizioni), cioè un edizione che si differenzia dalle precedenti per modifiche apportate al testo originale o per variazioni nella veste tipografica; ristampe, cioè l edizione che non comporta nessuna modifica rispetto all edizione precedente. Nel 2008 sono state pubblicate dalle case editrici toscane, tra novità e ristampe, oltre titoli ed immessi nei canali di vendita più di 8 milioni di copie di libri: l 82% dei titoli sono classificabili come prime edizioni, ed il numero di volumi immessi sul mercato dalle varie case editrici raggiunge il 60% della tirature totali. La restante parte è composta in prevalenza da ristampe, dato che indica una 18
21 politica di produzione più attenta e parsimoniosa rispetto al passato ma che, grazie anche alle nuove tecnologie, riesce a stare al passo con la domanda. In rapporto ai generi possiamo immaginare che un notevole apporto a questo dato sia ascrivibile alla narrativa e più in generale alla varia che non allo scolastico. Trattandosi di case editrici che stanno in larga parte costruendosi il proprio catalogo, contraddistinte da progetti editoriali fortemente orientati all esplorazione di nuove nicchie di mercato e di domanda di lettura, attente ai cambiamenti ed alle tendenze culturali e letterarie, l incidenza delle novità risulta essere sostanzialmente più alta. Dall analisi dei dati AIE nel 2009 il dato medio delle novità per gli editori nati dal 1990 è di 15 titoli, contro i 9 degli editori che operano da più anni, dati ottenuti escludendo i grandi gruppi e le case editrici di medie dimensioni per le posizioni acquisite riescono a selezionare autori e progetti editoriali che incontrano più facilmente i gusti della domanda. Purtroppo non abbiamo dati in merito alla durata dei titoli in catalogo, ma il numero di novità che annualmente esce dalle case editrici ci porta a pensare che solo un numero limitato di editori riesce ad individuare titoli capaci di durare in libreria. Questa evidenza mette in luce come parte della strategia competitiva consista nel puntare ad una costante visibilità sui banchi e sugli scaffali delle librerie tramite l immissione di nuovi titoli. Il che significa ricercare nuovi autori e/o acquisire diritti di editore da mercati stranieri, tutti aspetti che incidono direttamente sul conto economico dell impresa editrice. Un impatto non solo economico, in quanto il fenomeno incide anche sulla vita e sulla durata dei titoli, la quale diminuendo ha come effetto quello di accresce le difficoltà relative alla reperibilità dei libri ed alla loro valorizzazione in termini culturali. A questo proposito, nell ambito della conservazione dei libri come beni culturali rivestono un ruolo chiave l introduzione ed il ricorso alle nuove tecnologie da parte degli editori (cfr. 2.3), nonché la presenza sempre più attiva delle istituzioni bibliotecarie, con il deposito legale ed una politica degli acquisti più mirata. Gli editori Nel 2009, dati Istat, l universo di riferimento degli editori italiani censiti risulta composto da unità (compreso editori con produzione nulla), ripartiti tra piccoli editori (44%), medi editori (22%) e grandi editori (9%); il 25% degli editori ha dichiarato una produzione nulla 9. In Toscana, il 9 Questa tripartizione della categoria non è basata sulla dimensione economica (fatturato e numero di dipendenti) della casa editrice, bensì sulla produzione libraria annuale espressa in numero di titoli pubblicati, dato non strettamente legato alle dimensioni economiche dell impresa o dell ente. Il criterio stabilito dall Istat definisce piccoli gli editori che, nel corso dell anno, hanno pubblicato da 1 a 10 opere; medi editori, quelli che hanno pubblicato da 11 a 50 opere; grandi editori i soggetti che, nel corso dell anno, hanno pubblicato più di 50 opere. Infine, si considerano inattivi gli editori che, non avendo pubblicato alcuna opera nel corso dell anno di riferimento, hanno sospeso temporaneamente l attività editoriale. 19
22 modo in cui gli editori (in totale 203, 145 gli editori con produzione non nulla) si suddividono in base alla dimensione è piuttosto in linea con la ripartizione nazionale (Graf. 1.5). Grafico 1.5 numero ED InCIDEnZA PERCEnTUALE DEGLI EDIToRI PER CLASSE DImEnSIonALE. ConFRonTo ITALIA-ToSCAnA ITALIA TOSCANA Editori prod. nulla 575 Editori grandi 193 Editori medi 483 Editori piccoli 974 Editori prod. nulla 58 Editori grandi 20 Editori medi 44 Editori piccoli 81 Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria Mettendo in relazione la produzione libraria italiana con la dimensione degli editori (Graf. 1.6) emerge che in Italia il 75% della produzione è frutto del lavoro degli editori di grandi dimensioni, mentre gli editori medi e piccoli detengono la quota del 26% della produzione; guardando alla Toscana questi ultimi presentano un livello produttivo quasi doppio. Circa quattro libri su dieci prodotti nella regione sono attribuiti a piccoli e medi editori. Grafico 1.6 InCIDEnZA PERCEnTUALE DELLA PRoDUZIonE LIBRARIA SEConDo LA DImEnSIonE DELL EDIToRE. ConFRonTo ITALIA-ToSCAnA ,8% Italia TOSCANA 63,4% 6,9% 10,0% 18,3% 26,6% Editori piccoli Editori medi Editori grandi Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria
23 La presenza degli editori nelle oramai note e poche regioni italiane è pressoché rimasta invariata: nel 2009 la Lombardia risulta la regione con il maggiore numero di editori (451, pari al 20% complessivo), seguita dal Lazio (378 che corrisponde al 17% del totale) e dalla Toscana (203 pari al 9%). La Toscana che si colloca, come visto, al quinto posto in termini di produzione di titoli e copie ha un numero di editori inferiore solo a quello di Lombardia e Lazio, a conferma dell importanza rivestita da questo settore. Alla frammentazione appena descritta si accompagna un elevata dinamicità favorita dalle basse barriere all ingresso. Pur tuttavia, gli elevati tassi di crescita negli anni passati essersi oggi invertiti. In Toscana, la crescita negli anni Novanta (dal 1992 al 2000) è pari al 65%, risultando più alta della crescita a livello nazionale del 59%. La stessa dinamicità di questo settore, si riscontra anche in senso contrario nel periodo successivo, durante il quale il tasso di decrescita regionale supera quello registrato a livello nazionale (nel 2009 vi è una differenza di 3 punti percentuali, il -19% toscano contro il -16% nazionale) (Graf. 1.7). Grafico 1.7 AnDAmEnTo DEL numero DEGLI EDIToRI. ITALIA E ToSCAnA numeri indice (2002=100) TOSCANA Italia Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria. Vari anni In una precedente indagine dell Irpet (IRPET, 2005), l analisi dei dati Istat faceva emergere la crescita di imprese di piccole e piccolissime dimensioni lungo il periodo , che hanno consolidato la loro posizione all interno del mercato specializzandosi in prodotti di nicchia, soprattutto nei libri per ragazzi e nella varia, dove meno forte era la posizione dominante dei gruppi di maggiore dimensione. L inversione di tendenza dal 2002 al 2009 vede i piccoli editori diminuiti del 21%, mentre quelli di media e grande dimensione sono aumentati 21
24 rispettivamente del 2% e 33%, ma si tenga presente che le percentuali risentono del basso valore assoluto di partenza (Graf. 1.8). Sembra dunque che la strategia messa in atto dalle imprese editoriali per affrontare la crisi della produzione e della crescente segmentazione del mercato, sia stata quella di ampliare la loro offerta libraria dando vita a gruppi editoriali di medie e grandi dimensioni Grafico 1.8 AnDAmEnTo DEL numero DEGLI EDIToRI PER CLASSE DImEnSIonALE. ToSCAnA numeri indice (2002=100) Editori piccoli Editori medi Editori grandi Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT. La produzione libraria. Vari anni L occupazione Per avere un quadro più completo della struttura dell industria editoriale, occorre fare riferimento al numero di occupati. Secondo l Archivio Imprese dell Istat, in Toscana nel 2008 su un totale di 276 imprese censite da questa rilevazione nel settore Editoria di libri sono stati rilevati 856 addetti contro i precedenti 885 del 2000, un calo del 3,3% (Graf. 1.9). La riduzione del numero degli addetti associata al calo del numero delle imprese è un trend messo in evidenza già dalla precedente indagine per il periodo Oggi questo fenomeno, che sta interessando il campo dell editoria italiana specie per quanto riguarda le imprese editoriali di dimensione medie e piccole può essere imputato all adozione di strategie di spin-off ed outsourcing, praticate per acquisire una maggiore flessibilità e favorire il contenimento dei costi fissi (cfr. Unioncamere Piemonte, 2008). 10 Nel periodo precedente il calo degli addetti a livello nazionale era dovuto in modo particolare alla diminuzione delle imprese più grandi, quelle con più di 500 addetti, che nel 2001 raggruppavano solo il 24,3% degli occupati, rispetto al 28,4% del 1991 e soprattutto al 30,6% del 1996 (Cfr. IRPET, 2005). 22
25 Grafico 1.9 ImPRESE ED ADDETTI nel SETToRE EDIToRIA DI LIBRI (CoD. ATECo 58.11). VARIAZIonE 2000/2008. REGIonE ToSCAnA Valori % Imprese Addetti 0,0% -0,7% -1,4% -2,1% -2,8% -3,5% -3,16-3,30 Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT-Asia Il confronto con i dati relativi agli anni 2000 e 2008 mette in evidenza un rilevante cambiamento nel numero di imprese per tipologia di forma giuridica (Graf. 1.10), presentando una tendenza già emersa nella precedenti pagine verso la costituzione gruppi editoriali di medie e grandi dimensioni. La crescita della dimensione media delle imprese toscane che operano nel settore dell editoria è confermata dalla crescita, seppur marginale, delle società di capitali (le uniche ad aumentare). 20% Grafico 1.10 FoRmA SoCIALE DELLE ImPRESE nel SETToRE EDIToRIA DI LIBRI. VARIAZIonE 2000/2008. REGIonE ToSCAnA Valori % 0% - 20% - 40% - 60% Impresa individuale Soc. di capitale Soc. di persone Altre forme Imprese Addetti Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT-Asia 23
26 In merito all occupazione per provincia, nel 2009, il 68% dell occupazione nelle imprese editrici di libri si concentra nella provincia di Firenze. Il resto degli occupati si distribuisce in modo più uniforme tra Pisa (7%), Pistoia (7%), Lucca (5%), Siena (6%) (Graf. 1.11). Grafico 1.11 DISTRIBUZIonE PRoVInCIALE DEL numero DEGLI ADDETTI DELLE ImPRESE nel SETToRE EDIToRIA DI LIBRI. REGIonE ToSCAnA Valori % GR 1% LI 2% LU 5% MS 1% PI 7% FI 68% PT 7% PO 1% SI 6% AR 2% Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT-Asia 2009 I ricavi delle imprese Considerando unicamente l editoria di libri la banca dati AIDA, contenente i bilanci riclassificati di oltre 700 mila società di capitale italiane ha rilevato che per il 2009 le imprese editoriali che rientrano nella categoria Ateco Editoria ed Editoria di libri in Italia hanno registrato ricavi dalle vendite per circa 8 miliardi di euro. La distribuzione territoriale del fatturato riflette ovviamente quanto detto finora, ad eccezione del Veneto che pur avendo una produzione (di poco) inferiore alla Toscana detiene una quota di ricavi superiore. Nel grafico 1.13 sono indicate le quote dei ricavi ascritte ad ogni regione per i settori Editoria ed Editoria di libri (la scelta di non limitare i dati a quest ultimo settore è stata dettata dal fatto che molti gruppi importanti -ad esempio Mondadori, ma non è il soloricadono nella prima categoria). Nel 2009, il primo gruppo editoriale italiano per fatturato è l Arnoldo Mondadori Editore S.p.a.. La società che opera nel settore dell editoria e della comunicazione vanta una quota di mercato del 27,1 % nel
27 Leader nel mercato della varia, narrativa e tempo libero anche grazie alle numerose acquisizioni (Einaudi, Piemme e Sperling & Kupfer in primis), a partire da gennaio 2010 divide le sue attività in due aree di responsabilità: Trade, che include libri di narrativa e saggistica, ed Educational, che raggruppa tutti i libri scolastici, d arte e illustrati. Grafico 1.12 InCIDEnZA REGIonALE DEI RICAVI PER I SETToRI EDIToRIA ED EDIToRIA DI LIBRI. ITALIA Valori % Lombardia 55% Piemonte 11% TOSCANA 3% Veneto 5% Altre regioni 5% Emilia Romagna 8% Lazio 13% Fonte: elaborazioni IRPET su dati AIDA 2009 Al secondo posto il gruppo milanese RCS Libri, articolato in cinque divisioni: Libri Italia, Education, Collezionabili, Flammarion e Rizzoli Usa. Fanno parte di RCS Libri case editrici ricche di storia e prestigio (Rizzoli, Bompiani, BUR, Sonzogno, Fabbri, Adelphi, Marsilio) e la società è attiva anche nell editoria scolastica e professionale (Fabbri, Etas, La Nuova Italia, Sansoni, Tramontana, Oxford) e nell editoria giuridica, universitaria e professionale (Etas e La Tribuna). Seguono il gruppo De Agostini, la cui offerta non è solo orientata sul prodotto collezionabile venduto in edicola, ma spazia dalle grandi enciclopedie alle collane di libri per ragazzi; Zanichelli nel cui catalogo trovano posto libri universitari; opere e riviste giuridiche; titoli scolastici; libri di varia; il gruppo editoriale toscano Giunti Editore, una delle più antiche case editrici italiane. Fra le imprese editoriali toscane presenti nel data set AIDA (Tab. 1.13) emergono alcune delle aziende più importanti dell editoria libraria regionale di cui avremo modo di parlare nel seguito della ricerca. 25
28 Tabella 1.13 LE PRInCIPALI ImPRESE EDIToRIALI CHE operano nella REGIonE ToSCAnA PER RICAVI DALLE VEnDITE Ragione sociale Provincia Ricavi delle vendite (euro) Dipendenti (unità) Giunti Editore S.p.a. Firenze Giunti Scuola S.r.l. Firenze Casa Editrice Bonechi S.r.l. Firenze Vallecchi S.p.a. Firenze Casa Editrice Bulgarini S.p.a. Firenze G. D anna Casa Editrice S.p.a. Firenze Fabrizio Serra Editore S.r.l. Pisa Giunti Progetti Educativi S.r.l. Firenze mandragora S.r.l. Firenze Sillabe S.r.l. Livorno Casa Editrice Leo S. olschki S.r.l. Firenze Editoriale Scienza S.r.l. Firenze Edizioni ETS S.r.l. Pisa Casa Editrice Le Lettere S.r.l. Firenze Fonte: dati AIDA 2009 L indotto del settore dell editoria L affidamento all esterno di fasi della produzione, specie per i piccoli editori, rappresenta una necessità, che ha portato ad una elevata divisione del lavoro fra imprese che decidono il catalogo (le case editrici) e imprese che realizzano il prodotto librario (le imprese di fase specializzate o subfornitrici). Gran parte del tessuto imprenditoriale che gravita intorno al mercato editoriale è composto da medie e piccole imprese, studi editoriali e singoli professionisti. Queste, alla base dell organizzazione flessibile della produzione, sono indispensabili per la realizzazione di un libro. I dati dell Archivio Imprese dell Istat forniscono alcune indicazioni circa le imprese, le unità locali 11 e gli addetti nei settori che attivano scambi con il settore dell editoria dove nel complesso operano imprese per un totale di addetti di (Graf. 1.14). Nello specifico, per i singoli settori interessati i valori delle unità locali e degli e addetti (e la variazione percentuale di crescita rispetto al 2002 in parentesi) 12 sono: 11 Una unità locale corrisponde a un impresa o ad una parte di un impresa situata in una località topograficamente identificata. L impresa plurilocalizzata, pertanto, è un impresa che svolge le proprie attività in più luoghi, ciascuno dei quali costituisce un unità locale dell impresa. 12 I settori sono classificati con il codice Ateco02: 22.2 (Stampa ed attività dei servizi connessi alla stampa); (Intermediari del commercio di prodotti di carta, cancelleria, libri); (Commercio all'ingrosso di libri, riviste e giornali); (Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi specializzati); (Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste). Per la sua importanza, in termini di imprese e di addetti nella Regione Toscana il settore della fabbricazione della carta, pasta carta, cartone è stato volontariamente omesso in quanto avrebbe distorto i risultati presentati. 26
29 nella stampa ed attività dei servizi connessi alla stampa imprese (-8% rispetto al 2002) con addetti (-4%); nel commercio all ingrosso di libri, riviste e giornali e nel settore degli intermediari del commercio di prodotti di carta, cancelleria, libri operano rispettivamente 58 e 725 imprese (-6% e -24%) che occupano in tutto addetti (-18%); nel commercio di libri al dettaglio le imprese attive sono 299 (-5%) per un totale di addetti pari a (+80%); le agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste operanti in Toscana ammontano a 33 unità (-20%) con 251 addetti (-26%). Grafico 1.14 InCIDEnZA DEI SETToRI CHE operano nell InDoTTo. ToSCAnA 2008 Valori % IMPRESE Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste Commercio all'ingrosso 1% ed al dettaglio di libri, riviste e giornali 16% Intermediari del commercio di prodotti di carta, cancelleria, libri 32% Stampa ed attività dei servizi connessi alla stampa 51% ADDETTI Agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste Commercio all'ingrosso 3% ed al dettaglio di libri, riviste e giornali 18% Intermediari del commercio di prodotti di carta, cancelleria, libri 10% Stampa ed attività dei servizi connessi alla stampa 69% Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT-Asia
30 Le figure 1.15 e 1.16 indicano la cartografia della localizzazione delle unità locali e degli addetti nelle unità locali a livello comunale. Le imprese che operano nella fase che precede la stampa del libro sono in genere localizzate nelle aree geografiche dove c è una forte presenza di case editrici così come emerge dalla presenza nella provincia di Firenze, di Lucca e di Pisa di gran parte delle imprese dell indotto e degli occupati. Inoltre, la diffusione di tecnologie che permettono la trasmissione a distanza di testi e immagini, ha ridotto negli ultimi anni la necessità di una prossimità geografica con la casa editrice. Questo fenomeno è riscontrabile, per esempio, nella dimensione piuttosto significativa dell indotto nelle province di Prato e di Pistoia (Cfr. Unioncamere Piemonte, 2008). Figura 1.15 LoCALIZZAZIonE In ToSCAnA (A LIVELLo ComUnALE) DELLE UnITÀ LoCALI DEL SETToRE EDIToRIA E InDoTTo Unità Locali nell'editoria Comuni Fonte: Asia, Unità locali
31 Figura 1.16 LoCALIZZAZIonE In ToSCAnA (A LIVELLo ComUnALE) DEGLI ADDETTI ALLE UnITÀ LoCALI DEL SETToRE EDIToRIA E InDoTTo Fonte: Asia, Unità locali 2008 Gli editori: la congiuntura del settore Secondo i dati della Camera di Commercio 13, in Toscana tra il 2008 ed il 2011 il numero delle imprese attive nel settore Editoria di libri è aumentato del 10%. Questo dato è in linea con quanto si registra per il medesimo settore a livello nazionale (Graf. 1.17). Il processo di riorganizzazione del primo decennio degli anni 2000 che ha visto contrarre il numero di imprese del settore e aumentarne le dimensioni medie è presumibilmente alla base di questa risposta positiva 13 Trattandosi di un registro informatico aggiornato in tempo reale, il Registro Imprese consente, oltre ad una vera e propria analisi territoriale della presenza imprenditoriale, dati più aggiornati (riferiti al secondo trimestre 2011) e informazioni sulla forma societaria delle imprese che operano nel settore. Attraverso i dati Registro Imprese è possibile determinare la consistenza delle sedi di impresa registrate in Toscana. Tuttavia, bisogna ricordare che nel Registro delle Imprese, un impresa, anche se ha sedi secondarie e/o unità locali, viene iscritta solamente nel Registro tenuto dalla Camera di Commercio in cui è situata la sede principale dell'impresa stessa. 29
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