PIANO DI ZONA

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1 Regione del Veneto AZIENDA ULSS 16 PADOVA CONFERENZA DEI SINDACI dei COMUNI DELL ULSS 16 PIANO DI ZONA

2 PIANO DI ZONA INDICE 1. FASE DI AVVIO E MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEL TERRITORIO pag DESCRIZIONE DEL TERRITORIO. pag. 5 AREE TEMATICHE 3.1. AREE TEMATICHE PREMESSA. pag INFANZIA ADOLESCENZA FAMIGLIA. pag ADULTI-ANZIANI pag INCLUSIONE SOCIALE.. pag MARGINALITA SOCIALE.. pag IMMIGRAZIONE. pag DISABILITA. pag SALUTE MENTALE pag DIPENDENZE.. pag AREE TRASVERSALI pag QUADRO RIASSUNTIVO RISORSE. pag MODALITÀ DI MONITORAGGIO E GESTIONE. pag. 146 ALLEGATI All. 1 - Composizione gruppi di lavoro. pag. 147 All. 2 - Cruscotto Area Salute Mentale 2009 pag. 151 All. 3 - Tabelle strutture.. pag

3 Premessa PIANO DI ZONA ULSS 16 FASE DI AVVIO E MODALITA DI COIVOLGIMENTO DEL TERRITORIO L anno 2010 ha rappresentato, e tuttora rappresenta, un periodo di particolare impegno per l Azienda ULSS 16 e per i Comuni dell ambito territoriale: dall , infatti, 9 Comuni del Piovese, già facenti parte del territorio dell ULSS 14, sono stati accorpati all ULSS 16. Ciò ha comportato, per tutti i soggetti coinvolti nella programmazione e nella realizzazione di servizi, la necessità di analizzare e definire i diversi aspetti riguardanti l estensione al nuovo territorio, ponendo le basi per la futura programmazione. Ovviamente tale situazione e l evoluzione in atto hanno inciso sui tempi e sulle modalità di definizione e realizzazione del percorso per il nuovo Piano di zona e il processo per la sua predisposizione è stato avviato nella consapevolezza che quanto realizzato allo scopo di presentare il Piano entro i termini indicati dalla Regione Veneto, cioè entro il 30 novembre 2010, rappresenta solo un primo passaggio che permane indicativo per tutto il Nei primi mesi del 2011 saranno infatti definite, in accordo con i diversi soggetti pubblici e del privato sociale, strategie condivise per l aggiornamento e l integrazione dei contenuti del Piano, nell ambito dei gruppi di lavoro di area tematica. Organizzazione Sulla base delle indicazioni regionali e in continuità con i precedenti Piani di zona, sono stati costituiti: il Gruppo di indirizzo (composto dall Esecutivo della Conferenza dei Sindaci e dal Direttore Servizi Sociali dell ULSS) con le seguenti funzioni: - definizione di linee di indirizzo e priorità per l elaborazione del Piano di Zona, - definizione di obiettivi, priorità e contenuto del Piano di zona, sulla base dei dati e delle proposte fornite dal Gruppi tecnici di area, - presentazione del Piano di zona alla Conferenza dei Sindaci per l approvazione. il Gruppo di coordinamento (coordinato dal Direttore Servizi Sociali, in collaborazione con il Coordinatore dell Esecutivo dei Sindaci, e composto da un Dirigente della Direzione Servizi Sociali dell ULSS, dalla Segreteria tecnica di Piano e dai Coordinatori di area tematica) con funzioni di: - coordinamento e raccordo tra le diverse aree, - supporto metodologico al processo di analisi, - elaborazione del documento finale. 6 Gruppi tecnici di area tematica: Infanzia-Adolescenza-Famiglia, Adulti-Anziani, Inclusione sociale (per le aree Marginalità Sociale e Immigrazione ), Disabilità, Salute Mentale e Dipendenze. I coordinatori dei Gruppi tematici sono stati individuati secondo il criterio dell attribuzione della competenza prevalente: tre coordinatori dei Comuni (Comune di Padova) per le aree Infanzia-Adolescenza-Famiglia, Adulti-Anziani e Inclusione Sociale ; tre coordinatori dell ULSS per le aree Disabilità, Salute Mentale e Dipendenze. Per le aree Infanzia-Adolescenza-Famiglia e Adulti-Anziani è stato inoltre individuato un co-coordinatore dell ULSS. I Gruppi tematici di area, composti da 2 amministratori (un Sindaco in rappresentanza dei Comuni dei distretti 1, 2, 3, 4 e 5 e un Sindaco in rappresentanza dei Comuni della Saccisica) e da operatori dei servizi pubblici (in particolare Comuni e ULSS), avevano il compito di raccogliere i principali dati demografici ed epidemiologici riferiti all area tematica, aggiornare le informazioni sui servizi e le 3

4 risorse del territorio, effettuare una prima analisi dei bisogni, formulando un ipotesi di priorità, oltre che coinvolgere tutti i soggetti del territorio attraverso appositi momenti di consultazione. Per quanto riguarda l area Infanzia-Adolescenza-Famiglia, si è ritenuto opportuno far coincidere Gruppo tecnico con il Tavolo tecnico di coordinamento costituito ai sensi della DGRV 2416/2008 Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e tutela del minore Biennio 2009/2010, i cui lavori dovranno concludersi entro il 31/12/2010 e costituiranno parte integrante del Piano di zona. Tempi e soggetti coinvolti Nel mese di aprile 2010, l Esecutivo della Conferenza dei Sindaci ha provveduto a nominare i Coordinatori dei Gruppi tecnici; successivamente ha individuato i Sindaci delegati a partecipare ai lavori delle diverse aree e a garantire il raccordo con la Conferenza dei Sindaci. A partire dal mese di maggio sono state avviate la fasi preparatorie per la definizione dei Gruppi tecnici di area e per la consultazione dei soggetti del territorio: si sono dovuti, infatti, aggiornare e integrare i diversi elenchi del privato sociale, con attenzione alla nuova area del Piovese. Durante i mesi estivi, e in particolare a seguito dell approvazione degli indirizzi regionali in area sociale e sociosanitaria (DGRV 2082 del 3 agosto 2010), sono stati predisposti, a cura dei coordinatori di area, i materiali preparatori per le attività dei Gruppi tecnici. I Gruppi tecnici, sulla base delle indicazioni pervenute dagli Amministratori locali, dalla Direzione strategica dell ULSS, dagli altri soggetti pubblici coinvolti sono stati nominati all inizio del mese di ottobre. I lavori dei suddetti Gruppi, ai quali hanno partecipato complessivamente n. 139 soggetti (v. elenchi componenti in allegato), sono stati avviati nella seconda settimana di ottobre e si sono conclusi entro il 15 novembre Contestualmente all attività dei Gruppi tecnici di area, sono stati realizzati dei momenti di coinvolgimento del privato sociale del territorio (complessivamente sono stati coinvolti n. 347 soggetti tra associazioni, gruppi, cooperative, enti gestori), pur nella consapevolezza che, come già detto in premessa, stante i tempi assai ridotti, ciò rappresenta solamente un primo passaggio e pertanto, a partire dai primi mesi dell anno 2011, si dovranno avviare azioni condivise per l aggiornamento, l integrazione e il monitoraggio del Piano di zona. Nel mese di ottobre è stata inviata a tutti i soggetti una nota per comunicare l avvio del percorso e la possibilità di far pervenire ai coordinatori di area tematica eventuali osservazioni e/o proposte da sottoporre all attenzione del Gruppo di indirizzo e dei Gruppi tecnici. Il 15 novembre sono stati, inoltre, realizzati degli incontri pubblici di consultazione, distinti per area tematica; detti incontri (il cui calendario è stato pubblicato sul sito dell ULSS 16) sono stati preceduti dall invio (via mail) ai soggetti interessati del documento di analisi e proposta elaborato dai Gruppi tecnici di area, allo scopo di raccogliere in merito osservazioni e proposte. Il Gruppo di indirizzo ha, altresì, realizzato degli incontri di consultazione a livello istituzionale che hanno coinvolto Provincia, Università, Scuola, Diocesi, Questura, Prefettura, Ministero di Giustizia (Casa di reclusione, Casa Circondariale, UEPE - Ufficio Esecuzione Penale Esterna), Organizzazioni sindacali, Associazioni di categoria (ultima settimana di novembre). Il Piano di zona è stato, infine, approvato dalla Conferenza dei Sindaci nella seduta del 30 novembre

5 DESCRIZIONE DEL TERRITORIO L assetto organizzativo territoriale dell Azienda ULSS 16 ha visto un sostanziale cambiamento nel corso del 2010, conseguente alla aggregazione, avvenuta con decorrenza 1/1/2010, di una parte del territorio afferente all Azienda Ulss 14. Ciò ha comportato, in sostanza, che l ambito territoriale preesistente, riferito ad un territorio di 20 comuni, tra i quali figura anche la città di Padova, è stato ampliato con l inclusione di ulteriori 9 comuni, ricompresi nel territorio della Saccisica (tab.1). L ambito ULSS che si è venuto a costituire ha visto pertanto un incremento di popolazione all incirca del 15%, a fronte di una estensione territoriale di oltre il 35%. Oltre ad un ampliamento della popolazione e del territorio, si è operata una fusione tra due realtà diverse per storia e caratteristiche. La realtà preesistente era caratterizzata, infatti, da una discreta complessità in termini socio - economici e geografici, si pensi in particolare alla variabilità nel dimensionamento dei 20 comuni e alla diversa vocazione economica dei relativi territori (industriale, turistica, agricola, di servizi) e da un ruolo di leadership svolto dal Comune di Padova, in quanto rappresentativo del 50% della popolazione ULSS. L assetto territoriale che è stato incluso si caratterizza invece per una maggiore omogeneità nel dimensionamento dei comuni, pur con l eccezione del Comune di Piove di Sacco che da solo ospita 1/3 della popolazione totale della Saccisica, e da una tendenziale identificazione del tessuto socio - economico in una vocazione più marcatamente di tipo agricolo rispetto al territorio dell ex ULSS 16. Tab. 1 - POPOLAZIONE RESIDENTE al 31/12/2009 nei COMUNI afferenti all'ulss 16 a decorrere dal 1/1/2010 COMUNI POPOLAZIONE TERRITORIO (Kmq) 5 DENSITA' (Ab/Kmq) 1 Abano Terme , Albignasego , Arzegrande (Ex Ulss 14) , Brugine (Ex Ulss 14) , Cadoneghe , Casalserugo , Cervarese S. Croce , Codevigo (Ex Ulss 14) , Correzzola (Ex Ulss 14) , Limena , Legnaro (Ex Ulss 14) , Maserà , Mestrino , Montegrotto Terme , Noventa Padovana , Padova , Piove di Sacco (Ex Ulss 14) , Polverara (Ex Ulss 14) , Pontelongo (Ex Ulss 14) , Ponte S. Nicolò , Rovolon , Rubano , Saccolongo , S. Angelo di Piove (Ex Ulss 14) , Saonara , Selvazzano Dentro , Teolo , Torreglia , Veggiano , , Fonte dei dati: Anagrafi Comunali - Elaborazione: U.O. Statistica dell'u.l.s.s. n 16

6 Le specificità proprie di tale contesto territoriale sono state garantite nella fase di ridefinizione degli assetti distrettuali (vedi Figura 1) essendo il territorio costituito dai 9 comuni della Saccisica legato ad un unico distretto. L attuale configurazione vede pertanto una strutturazione in 6 Distretti con la seguente composizione: DISTRETTO n 1 Comuni di PADOVA (Quartieri n.1 Centro; n.3 Est; n.5 Sud - Ovest) - NOVENTA Ab PADOVANA - SAONARA DISTRETTO n 2 Comuni di PADOVA (Quartieri n. 2 Nord; n.6 Ovest) CADONEGHE - LIMENA Ab DISTRETTO n 3 Comuni di PADOVA (Quartiere n. 4 Sud - Est) ALBIGNASEGO CASALSERUGO - Ab MASERA' - PONTE S. NICOLO' DISTRETTO n 4 Comuni di CERVARESE S.CROCE MESTRINO ROVOLON RUBANO Ab SACCOLONGO SELVAZZANO DENTRO TEOLO - VEGGIANO DISTRETTO n 5 Comuni di ABANO TERME - MONTEGROTTO TERME - TORREGLIA Ab DISTRETTO n 6 Comuni di ARZEGRANDE BRUGINE CODEVIGO CORREZZOLA LEGNARO - PIOVE DI SACCO POLVERARA PONTELONGO - S.ANGELO DI PIOVE Ab In tal modo si sono garantiti gli assetti territoriali ed organizzativi preesistenti ed è stata mantenuta la particolarità territoriale propria della zona del Piovese. Anche sul fronte della dotazione di servizi e di risorse strutturali, come rilevabile grazie alla rappresentazione delle strutture (UDO) e dei servizi (ICP) identificati come risorse presenti nel territorio per la realizzazione degli obiettivi del Piano, si evidenzia una realtà parzialmente disomogenea. Sul fronte dei servizi offerti dai comuni risultano presenti in modo sostanzialmente omogeneo i servizi considerati essenziali nella dotazione delle amministrazioni; si pensi in particolare ai servizi domiciliari per gli anziani o alla presenza di servizi strutture per la prima infanzia. Diversa appare invece la distribuzione di strutture tra i distretti dell ex Ulss 16 ed il nuovo distretto 6, con riferimento alle unità di offerta socio-assistenziali e socio-sanitarie a carattere residenziale o diurno. 6

7 Errore. 7

8 Per quanto riguarda le caratteristiche sociali e demografiche del territorio, come evidenziate dalle analisi condotte dai gruppi di area tematica, si confermano le peculiarità proprie della realtà italiana, pur con alcune particolarità. Si rileva infatti un continuo processo di invecchiamento della popolazione, contestuale alla riduzione della popolazione infantile. Al 31/12/2009 la popolazione in età compresa tra 0 e 19 anni rappresenta il 18% del totale della popolazione, mentre la fascia degli over 65 è pari al 20,5% della popolazione totale, percentuale leggermente superiore alla media nazionale, pari al 20,01%. Spostando l attenzione sulla famiglia, si evidenzia una tendenziale presenza di nuclei con una composizione ristretta, e con una propensione alla riduzione, visto che si è passati da una media di 2,71 componenti per nucleo del 2003 ad una media di 2,53 del Questa tendenza sembra assumere la valenza di indicatore sulla vulnerabilità della famiglia stessa, connessa con la difficoltà/rinuncia alla procreazione, con l instabilità dell istituto del matrimonio e con una tendenziale frammentazione dei nuclei, aspetto questo che costituisce, a sua volta, un fattore di esposizione al rischio di povertà e disagio, ulteriormente aggravato dall incremento congiunturale della disoccupazione. Sul fronte dalla strutturazione della famiglia è l andamento demografico della popolazione straniera presente nel nostro territorio a segnalare un andamento inverso. Si evidenzia infatti un trend incrementale, come dimostra il tasso di aumento dell 8,8% della popolazione straniera con tendenziale aumento della componente minorile, che costituisce il 22% del totale degli stranieri; il fenomeno è legato sia al trend delle nascite sia ai ricongiungimenti familiari. Rispetto alla distribuzione degli stranieri nel territorio, la popolazione appare maggiormente concentrata nella città di Padova (57%), che diviene, pertanto, la città maggiormente coinvolta sul piano delle politiche di intervento e supporto. Parte di tale popolazione, in particolare adulti maschi, presenta condizioni di vita particolarmente gravi, identificabili come stati di marginalità grave. Di tale gruppo, infatti, ben il 56% è composto da cittadini stranieri, con storie di recente immigrazione, che vivono in situazioni di esclusione e presentano un rischio elevato di peggioramento nelle loro condizioni di vita. L insieme di tali aspetti, con le ulteriori declinazioni e specificazioni, anche di natura epidemiologica, ha contribuito alla definizione di uno scenario di riferimento per la conduzione e lo sviluppo delle riflessioni in seno ai diversi gruppi di area tematica. Ciò ha permesso, per ciascuna area, l identificazione delle principali criticità e dei livelli di bisogno prevalenti, sui quali delineare le politiche di riferimento e le azioni da perseguire nel corso della vigenza del presente piano di zona. 8

9 AREE TEMATICHE Premessa Le 7 parti tematiche in cui, secondo e indicazioni regionali, si articola il Piano di zona , sono state curate e predisposte dai coordinatori di area: Infanzia-Adolescenza-Famiglia dott.ssa Nadia Liberto (Comune di Padova) 1, Adulti-Anziani - dott.ssa Aurora Mitaritonna (Comune di Padova) 2, Marginalità Sociale - dott.ssa Fiorita Luciano (Comune di Padova) 3, Immigrazione Unità di Progetto Accoglienza e Immigrazione del Comune di Padova 4, Disabilità - dott.ssa Arianna Gionimi, Salute Mentale - dott. Giancarlo Cuccato, Dipendenze - dott. Andrea Vendramin. Si evidenzia che, per la stima delle risorse e delle fonti di finanziamento, per le aree Infanzia-Adolescenza-Famiglia, Adulti-Anziani, Marginalità Sociale e Immigrazione è stata principalmente considerata la spesa sociale dei Comuni per l anno 2009 rilevata con la recente indagine Istat ( Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati Anno Rilevazione 2009, conclusa il 30/10/2010); per le aree Disabilità, Salute Mentale e Dipendenze si è fatto riferimento al Bilancio consuntivo 2009 dell Azienda ULSS e a eventuali ulteriori informazioni ricavabili dal Bilancio preventivo Si tratta, come detto, di una stima essendovi ad oggi incertezza sui finanziamenti. Si precisa che per le UDO sono indicati i costi complessivi, non essendo sempre disponibili quelli distinti per singola UDO, e che detti costi sono quelli sostenuti dall ente pubblico. Si sottolinea, infine, che per quanto riguarda le azioni di potenziamento, innovative e i progetti, non sono stati indicati i costi del personale dei servizi pubblici, in quanto già compresi nelle attività correnti. 1 Co-coordinatore dott.ssa Mariagrazia D Aquino (ULSS 16) 2 Co-coordinatore dott. Gianmaria Gioga (ULSS 16) 3 La dott.ssa Fiorita Luciano ha coordinato il Gruppo tecnico di area Inclusione sociale che comprende le aree Marginalità sociale e Immigrazione. 4 L Unità di Progetto Accoglienza e Immigrazione del Comune di Padova ha partecipato al Gruppo tecnico di area Inclusione sociale. 9

10 AREA FAMIGLIA, INFANZIA, ADOLESCENZA, MINORI IN STATO DI BISOGNO, GIOVANI Dati generali relativi alla popolazione L analisi della struttura demografica dell ambito territoriale dell Ulss16 conferma le tendenze già rilevate con il precedente Piano di Zona, che vengono di seguito indicate. Le famiglie sono sempre più piccole: il numero medio di componenti per famiglia è sceso da 2,71 nel 2003 a 2,53 nel Tale fenomeno è da ricondurre alla persistenza di un basso livello di natalità e del progressivo aumento della vita media. L effetto combinato di queste due tendenze fa sì che le popolazioni infantili (0-14 anni) e minorili (0-17 anni) rappresentino nel corso di questi anni quote sempre più modeste della popolazione fenomeno della rarefazione dei bambini, a fronte del continuo processo di invecchiamento della popolazione. Come dimostrano i dati Istat la fascia della popolazione 0-14 nel territorio dell'azienda U.L.S.S. n. 16 corrisponde a abitanti e il totale della popolazione minorile (0-19) a ; rispettivamente il 13% e il 18% sul totale della popolazione residente ( abitanti al 1/1/2009 compresi i nove comuni della Saccisica) in costante diminuzione negli ultimi anni. In valori assoluti la popolazione minorile del nostro territorio si distribuisce come segue: Fascia d età Popolazione U.L.S.S. 16 all'1/1/2009 Popolazione U.L.S.S. 16 esclusa Padova Fascia d età 0-4 anni Fascia d età 5-9 anni Fascia d età anni Fascia d età anni Fonte dei dati: ISTAT; Settore Progr. E Controllo/Ufficio Statistica del Comune di Padova Elaborazione: U.O. Statistica dell'u.l.s.s. n 16 Sempre più coppie non hanno figli: il tasso di fecondità generale diminuisce progressivamente. Nel territorio dell' U.L.S.S. 16 nel 2009 il numero medio di figli per donna è pari a 1,95. I fattori correlati a questa diminuzione di fecondità sono: il costo dei figli, la conciliazione lavoro-famiglia, lo spostamento in avanti dell età della maternità. Il basso livello riproduttivo e l'aumento della popolazione nelle età senili, demograficamente improduttive, hanno portato ad un ricambio insufficiente nelle generazioni e ad un rapido invecchiamento della popolazione, con la conseguenza che la popolazione residente sarebbe già effettivamente diminuita se non fosse stata sostenuta dalle immigrazioni dall'estero. Una importante caratteristica del sistema familiare attuale si conferma essere quella dell instabilità dell istituto matrimoniale, che vede l aumento del numero di divorzi dei corrispondenti tassi di divorzialità (divorzi anno/popolazione media anno*1000ab.). Dai dati Istat si può risalire al numero di uomini divorziati nell'anno 2009, 4.026, il cui tasso di divorzialità è di 17,23 su 1000 abitanti maschi, e al numero di donne divorziate che è di 6.179, il cui tasso di divorzialità è di 24,59 su 1000 abitanti femmine. Questi dati non comprendono la quota di separati, che restano nella condizione di separazione almeno per 3 anni, e le persone divorziate che si sono risposate, dando vita a una famiglia ricostituita. 10

11 Da ciò consegue la frammentazione e la moltiplicazione dei nuclei familiari, che diventano sempre più piccoli e sempre più fragili ed esposti a rischi di povertà e disagio. Il fenomeno è più grave quanto più i due redditi dei coniugi sono necessari al mantenimento della famiglia. Il divorzio agisce, inoltre, come compressore della fecondità femminile. Nella città di Padova i liberi/divorziati rappresentano il 2,55% dell intera popolazione. Si evidenziano, quindi, consistenti cambiamenti nella struttura e nei comportamenti familiari con la crescita di nuove e diverse tipologie di famiglie. Tra questi, la tendenza ad accentuare il carattere mononucleare della famiglia e a restringere la numerosità dei membri; il calo del numero dei matrimoni e l innalzamento dell età in cui ci si sposa; l aumento delle famiglie di fatto; un aumento del numero delle famiglie ricomposte, in cui almeno uno dei partner proviene da una precedente unione, con lo sviluppo di relazioni "plurifamiliari" per i bambini e i ragazzi; un aumento delle famiglie monogenitoriali, dove la presenza di un solo genitore è nella maggioranza dei casi imputabile alla separazione dei coniugi: tra le diverse tipologie familiari le monogenitoriali denunciano il maggior grado di difficoltà economica seguite dalle famiglie numerose per numero di figli. La popolazione straniera residente nell Azienda U.L.S.S. 16 ammonta a persone al 1/1/2009, con un incremento del 8,8% di stranieri al 31/12 dello stesso anno. Per una molteplicità di fattori la quota più consistente di tale popolazione risiede nella città di Padova ( stranieri su un totale di residenti) pari al 12% della popolazione totale del Comune e il 57% degli stranieri residenti nell'intero territorio dell'u.l.s.s. 16. Il restante 43% della popolazione straniera si distribuisce in misura non omogenea nel territorio dell Ulss, con prevalenza nei comuni di media dimensione. All interno della popolazione straniera residente la componente in più rapida crescita è quella minorile, sia per le nascite da genitori stranieri residenti sia per i nuovi immigrati giunti a seguito dei ricongiungimenti familiari. Nell'U.L.S.S. 16 la popolazione minorile straniera residente al 1/1/2009 ammonta a minori, pari al 10% della popolazione. La crescente proporzione di bambini si può leggere come un segnale di stabilizzazione delle famiglie straniere e un indicatore indiretto di maggiore integrazione nel tessuto della nostra comunità. In Italia il loro numero è duplicato in cinque anni e quasi quadruplicato in nove: al 1/1/2001 i minori stranieri residenti erano , e nel 2009 sono arrivati a , pari al 22% del totale degli stranieri residenti. Ai minori stranieri residenti vanno aggiunti: i minori in possesso di un regolare permesso di soggiorno, proprio o incluso in quello dei genitori, ma che non risultano ancora iscritti all anagrafe; i minori in situazione di irregolarità. È rilevante presentare anche il dato riferito alle seconde generazioni: gli stranieri nati in Italia nel territorio dell U.L.S.S. 16 nel 2009 sono 6399, il 13% della popolazione totale straniera. Una stima della consistenza numerica delle seconde generazioni all inizio del 2007 per il territorio italiano oscilla tra 550 e 650 mila unità, con una previsione di ulteriore crescita. Per l area famiglia risultano particolarmente significativi anche i dati relativi ai tassi di attività e disoccupazione, che sono indicatori utili a definire il grado di benessere della popolazione. Il tasso di attività rapporto tra popolazione occupata e popolazione in età lavorativa (residenti tra 15 e 65 anni) si attesta nel 2009 sul valore di 50,0 per la provincia di Padova contro il 52,5 del Veneto e il 48,5 del valore medio italiano. Anche nel nostro territorio la disoccupazione registra a partire dal 2008 una crescita consistente, con importanti ripercussioni sulle condizioni delle famiglie. Le situazioni più critiche sono quelle delle famiglie senza occupati in cui vivono una o più persone in cerca di lavoro, seguite dalle famiglie con genitori e figli con un unico reddito da lavoro. A partire dal 2008 si registra un incremento dei padri disoccupati nelle coppie con figli. Al tempo stesso è aumentata in misura rilevante la disoccupazione giovanile. Quest ultimo fenomeno concorre a rendere più difficile i percorsi di uscita dei giovani dalla propria famiglia di origine e, conseguentemente, la realizzazione di progetti di vita autonoma e responsabile. 11

12 Alcuni dati Epidemiologici Nel 2006 in Veneto sono state presentate domande di separazione consensuale e domande di separazione giudiziale. Le separazioni concesse sono state Per quanto riguarda i divorzi, invece, sono state presentate domande di divorzio consensuale e di divorzio giudiziale. I divorzi concessi sono stati I minori affidati nel 2006 a seguito di separazioni sono 5,5 per mille minori e a seguito di divorzi sono 2,1 per mille minori. La maggior parte dei minori sono affidati esclusivamente alla madre (47,2%: minori affidati solo alla madre in sede di separazione; 60,5%: minori affidati solo alla madre in sede di divorzio), mentre una percentuale minore rappresenta i figli affidati esclusivamente al padre (3%: minori affidati solo al padre in sede di separazione; 3,9%: minori affidati solo al padre in sede di divorzio). Un dato da non sottovalutare è quello degli affidamenti congiunti e/o alternati che nel corso degli anni continua a crescere anche nelle separazioni e nei divorzi giudiziali. Nel 2006 in Veneto gli affidi congiunti e/o alternati nelle separazioni corrispondevano al 49,5% e nei divorzi al 35%. Nel corso dell'anno 2009, persone hanno usufruito complessivamente dei Servizi di Consultorio Familiare, NPI-PEE e Logopedia dell'ulss 16 di Padova. I provvedimenti accolti a tutela dei minori nell anno 2007 sono: - provvedimenti per la decadenza della potestà dei genitori (art. 330 c.c.) provvedimenti limitativi della potestà dei genitori (art. 333 c.c.) provvedimenti per la regolamentazione della potestà dei genitori naturali (art. 317 bis) 9 - affidamenti familiari (art.4 co.2) affidamenti a comunità alloggio o istituti 31 [Fonte: Tribunale per i minorenni di Venezia] I minori in affido residenziale nell U.L.S.S. 16 nell anno 2007 sono 67, di cui 26 in affido consensuale e 41 giudiziale. [Fonte: Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia, Banca dati affido] I minori in carico ai Centri regionali di cura e protezione nell anno 2007 sono 373 per i seguenti motivi: maltrattamento fisico intrafamiliare (66 casi) e extrafamiliare (2 casi), abuso sessuale intrafamiliare (115) ed extrafamiliare (47), grave trascuratezza intrafamiliare (54), violenza sessuale assistita intrafamiliare (18) ed extrafamiliare (1), violenza fisica assistita intrafamiliare (45) ed extrafamiliare (3), maltrattamento psicologico intrafamiliare (23) ed extrafamiliare (1). [Fonte: Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia, Banca dati abuso e maltrattamento] I minori residenti nel territorio dell U.L.S.S. 16 accolti in strutture residenziali del Veneto nell anno 2007 sono 139, di cui 42 maschi e 97 femmine. I motivi principali dell istituzionalizzazione dei minori, spesso compresenti, sono: minori stranieri non accompagnati (43,6%), carenze educative da parte dei genitori (28,7%), salute e patologie psicofisiche dei genitori (27%), maltrattamento e incuria del minore (23,8%), 12

13 problemi relazionali in famiglia (19,7%), salute e patologie psicofisiche del minore (19,4%), problemi economici, abitativi, lavorativi della famiglia (17,7%), nomade (10,3%), abbandono del minore (9,1%), provvedimenti penali sul minore (7,2%), violenza sessuale sul minore (5,6%), problemi giudiziari dei genitori (4,9%), decesso di uno o di entrambi i genitori (2,7%). [Fonte: Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia, Banca dati minori in struttura] PRIORITA DEL PIANO DI ZONA L'analisi compiuta all'interno del gruppo di area tematica ha portato all'individuazione delle seguenti priorità, intese come bisogni più rilevanti espressi e/o rilevati nella popolazione di riferimento: PRIORITÀ 1 DIFFICOLTÀ DELLE FAMIGLIE NELLA GESTIONE DELLA VITA QUOTIDIANA Le diverse implicazioni dovute alle grandi trasformazioni del sistema famiglia all'interno di un contesto sociale ed economico in continuo cambiamento fanno sì che le famiglie si trovano ad affrontare oggi una complessità che riguarda molteplici livelli: quello organizzativo, relazionale, educativo, intergenerazionale, oltre a quelli riferiti ai bisogni primari, che vanno ad interessare alcune quote di popolazione. L'insieme dei bisogni/problemi emerso dall'analisi del gruppo di area può essere così sintetizzato: - difficoltà dei genitori unici nell accudimento /gestione/crescita dei figli - fragilità del ruolo educativo genitoriale - Fragilità del ruolo genitoriale in presenza di figli adolescenti, in particolare, nel caso di famiglia straniera - difficoltà nella conciliazione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro - Separazioni conflittuali in presenza di figli minori - Problematiche della donna - disagio economico delle famiglie - difficoltà di reperimento di alloggi - Difficoltà nella ricerca di lavoro Politiche 1. Promozione della famiglia e dei servizi dedicati - sviluppo di interventi di promozione della socializzazione e delle relazioni tra famiglie e tra generazioni 2. Promozione e sostegno della genitorialità incentivazione degli interventi dei consultori familiari pubblici e privati scuole genitori, conferenze, incontri, sportello donna 3. Sostegno e protezione della genitorialità -programmazione di politiche e interventi di sostegno/sgravi di ordine economico e tariffario sportello lavoro sviluppo della mediazione familiare 4. Politiche e interventi di supporto alla funzione educativa dei genitori ( sostegno educativo, doposcuola ) 5. Coordinamento istituzionale e interistituzionale per lo sviluppo di politiche a sostegno della famiglia Azioni 13

14 - Trasferimenti per integrazione del reddito/riduzioni tariffarie - Trasferimenti per pagamento rette asili nido, centri diurni, interventi semiresidenziali - Trasferimenti per pagamento rette per interventi residenziali, comunità - Assegnazioni economiche per il sostegno alla domiciliarità e dell'autonomia personale (assegno di cura) - Servizio sociale professionale - Sostegno socio-educativo territoriale e scolastico - Sostegno educativo domiciliare - Sportello genitori attività di consulenza - Centro ricreativo estivo - Incontri genitori, Scuola genitori, Conferenze sulla genitorialità, Percorso genitori in presenza di figli specie se stranieri - Sportello Donna - Centri di aggregazione - Trasporto sociale - Supporto all inserimento lavorativo - Promozione reti di solidarietà familiare - Stesura protocolli - Linee Guida - Consultori Familiari + NPI e PEE + Pediatria di Comunità - Servizio di mediazione familiare - Contrasto alla violenza domestica - Sostegno all esercizio della genitorialità condivisa nella coppia separata o divorziata, anche straniera/mista-spazio Neutro - Attività di supporto al reperimento alloggi - Comunità educative diurne per minori/adolescenti o altri servizi semi-residenziali - Animazione territoriale - Attività estive per minori - Progetto "Passo dopo passo": laboratorio socio-educativo pomeridiano per i ragazzi - Lavoro di comunità - Attività di Spazio Giovani in Consulorio Familiare e di Contatto Giovani - UVMD - Percorsi per coppie genitoriali ad alta conflittualità - Spazio neutro (genitori separati) PRIORITÀ 2 PROBLEMI DELLA FAMIGLIA NEL TEMPO DELLA MATERNITÀ Un attenzione particolare merita la prima generazione, quella dei nuovi nati: avere cura di come un nuovo uomo o donna nasce rappresenta una grandissima opportunità; grazie alla creatività individuale affiancabile a quella della natura siamo anche potenzialmente creatori di un mondo migliore o peggiore ( Lepori, 1992). La qualità dell accoglienza alla nascita e il tipo di relazione precoce che il neonato stabilisce con i suoi genitori sono fattori determinanti per il suo sviluppo. Conseguentemente si rileva la 14

15 necessità di continuare ad investire sulle competenze di cura genitoriali, affichè possano essere valorizzate e sviluppate all interno di un contesto che vede modificarsi la modalità informale di apprendimento della genitorialità e il modo di viverla. Il tema della generatività, che richiama il bisogno di sostegno ai neo-genitori, che spesso si sentono inadeguati di fronte alla responsabilità di crescere un bambino, apre anche la prospettiva della genitorialità adottiva, con le complesse dinamiche che possono caratterizzare la relazione genitori-figli sia nel contesto familiare che in quello sociale. Rientrano in questo ambito tematico anche le criticità collegate alle interruzioni volontarie di gravidanza delle minorenni, che richiedono uno specifico accompagnamento e, più in generale, una attenzione mirata alla prevenzione. Sono individuate le seguenti priorità: - Fragilità del ruolo genitoriale alla nascita di un figlio, in particolare, nel caso di famiglia straniera - Aumento dell infertilità/sterilità nella popolazione adulta in età fertile - Difficoltà della famiglia adottiva - Interruzione volontaria di gravidanza nelle minorenni - Cultura dei paesi a tradizione escissoria: Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) nelle bambine (L. n. 7 del 9/01/2006). Politiche 1. Promozione e sostegno della genitorialità 2. Promozione e sostegno alla genitorialità adottiva 3. Coordinamento interistituzionale e con il privato sociale (applicazione linee guida-protocolli di collaborazione) 4. Sostegno alle minorenni 5. Sostegno e protezione della genitorialità 6. Prevenzione e contrasto alle MGF Azioni - Gruppi di informazione-formazione sull adozione nazionale ed internazionale: Equipe adozioni - Supporto alla genitorialità adottiva - Consultori Familiari, Contatto Giovani, NPI-PEE, Logopedia, Pediatria di Comunità - Applicazione linee guida regionali - Sostegno psicologico dopo il parto - Prevenzione delle IVG - Sostegno alle minorenni e alle loro famiglie - Presa in carico precoce di maternità giovane - Individuazione e prevenzione della maternità fragile e della depressione post-partum - Procedure accreditate per l'integrazione ospedale territorio in ambito materno-infantile - Informazione/ sensibilizzazione al tema delle MGF - Formazione degli operatori socio-sanitari in tema di MGF - Servizio sociale professionale - Centro per le famiglie - Attività di Spazio Giovani in Consultorio Familiare e di Contatto Giovani 15

16 PRIORITÀ 3 DISOMOGENEA PRESENZA NEL TERRITORIO DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA Politiche Promozione al benessere dei bambini 1. Promuovere le azioni che sostengono il potenziamento dei servizi educativi per l infanzia 2. Promuovere la diversificazione delle tipologie di intervento rivolte all infanzia Azioni - Servizi prima infanzia (Nidi in famiglia, micronidi, nidi, centri infanzia ) - Servizi Ludico Ricreativi, Ludoteca bambini-genitori - Trasferimenti per pagamento rette asili nido, centri diurni, interventi semiresidenziali - Progetto Tane Orsetti PRIORITÀ 4 GRAVI DISAGI DEI MINORI Contesti familiari inadeguati o fortemente carenti in quanto a capacità di cura del bambino, fondata sulla necessaria attenzione ai suoi bisogni e alle sue capacità e contesti parentali e sociali privi di fattori protettivi concorrono a determinare disagi importanti nei minori, che richiedono interventi significativi, integrati e a lungo termine; sono individuate le seguenti priorità: - difficoltà socio-educative, relazionali e psicologiche dei minori - difficoltà di apprendimento e problemi di tipo affettivo - carenze genitoriali di cura ed educative - grave trascuratezza/incapacità genitoriale - abusi e maltrattamenti - maltrattamento e abuso in famiglie straniere - disagio psichico - gravi disturbi neuropsichici - gravi disturbi del comportamento - deficit di attenzione e/o iperattività Politiche Protezione e tutela dei minori 1. consolidamento dei processi di deistituzionalizzazione e promozione delle risorse accoglienti 2. sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di maltrattamento e abuso sessuale 3. sviluppo dei processi di accompagnamento dei percorsi adottivi per i bambini adottati con fragilità 4. sviluppo dei percorsi di presa in carico specialistica di ragazzi con psicopatologia, deficit di attenzione e/ iperattività e delle loro famiglie 16

17 5. sostegno alla crescita del minore in idoneo ambiente eterofamiliare 6. tutela del diritto dei minori alla relazione con entrambi i genitori 7. sviluppo dell integrazione tra servizi 8. sostegno e promozione dell autonomia della donna con figli. Azioni - Comunità educative per minori (diurne e residenziali) - UO per il ricovero delle urgenze psichiatriche in età evolutiva (10 p.l.) - Appartamenti di sgancio per mamma-bambino, Spes - Comunità delle ragazze Stefania Omboni Padova, Spes - Comunità educative (UDO), Spes - Comunità terapeutiche riabilitative protette per minori - Contributi alle famiglie affidatarie - Centro per l Affido - Trasferimenti per l attivazione di servizi (affido familiare) - Servizio sociale professionale - Servizio tutela minori - Affiancamento figura professionale psicologo ai servizi sociali - Consulenza legale al personale - Spazio neutro (genitori separati) - Spazio neutro (genitori figli in affido o in comunità con provvedimento T.M.) - Sviluppo di un protocollo operativo per le valutazioni psichiatriche degli adulti nell ambito della tutela minori - Sostegno educativo domiciliare - Assistenza domiciliare - Presa in carico specialistica dei minori e delle loro famiglie - Servizi semiresidenziali per adolescenti con psicopatologia - Servizio ambulatoriale di Neuropsichiatria e psicopatologia dell età evolutiva - Servizio ambulatoriale per minori con deficit di attenzione e/o iperattività ADHD - Presa in carico di minori con difficoltà socio-educative, relazionali, psicologiche, di apprendimento. - Servizio di mediazione familiare - Sostegno socio-educativo territoriale e scolastico - Coordinamento interdisciplinare tra servizi (psichiatria, neuropsichiatria infantile, ecc.) - Coordinamento rete servizi con Centro provinciale I Girasoli - Trasferimenti per pagamento rette per interventi residenziali, comunità - Consultori Familiari - Attuazione Progetto Regionale di Cura e Protezione dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie in situazione di maltrattamento e abuso - Centro I Girasoli - Servizi di NPI-PEE e Logopedia distrettuali e UOC NPIA - Tavolo di concertazione per le politiche a favore dei giovani - Consulenza agli operatori del sistema dei servizi per i casi di maltrattamento e abuso - Attuazione procedura accreditata UVMD minori 17

18 - Passaggio area adulta - Applicazione protocolli buone prassi - Recepimento linee guida per i servizi sociali e socio-sanitari Atto di indirizzo DR Collaborazione con Procure per audizione minori (ICP Centro I Girasoli) - Sviluppo dell integrazione tra UOA Neuropsichiatria I.A. e il sistema dei servizi - Formazione operatori dei diversi servizi sui temi del maltrattamento e abuso - Formazione operatori del centro I Girasoli sui temi del maltrattamento/abuso o in famiglie straniere - Promozione reti di solidarietà familiare - Attuazione progetto Regionale Contrasto al maltrattamento dei bambini piccoli e piccolissimi - Protocolli/linee guida per servizi sociali, socio-sanitari, Scuole, Istituzioni Giudiziarie PRIORITÀ 5 RISCHIO DI DEVIANZA PER I RAGAZZI Precarietà e incertezza dei riferimenti valoriali, sistemi familiari fragili, scarsa partecipazione alle opportunità di socializzazione del territorio, carenza di figure adulte significative, difficoltà ad assumere ruoli attivi all interno dell ambiente di appartenenza, povertà relazionale: molteplici fattori concorrono all aumento dei rischi per i minori di assumere comportamenti devianti, nelle varie forme ed intensità, in un contesto sociale generalmente poco attento ai bisogni dei bambini e dei ragazzi; in particolare sono stati evidenziati i seguenti fattori di rischio: - aumento numero ragazzi con problemi di comportamento - consumi di alcol e droghe, con abbassamento dell età di uso e abuso - fatiche nell acquisizione delle autonomie - scarsa partecipazione alla vita comunitaria - disagio dei giovani - carenza di coordinamento delle politiche per i giovani Politiche 1. Promozione al benessere di adolescenti e giovani a) programmazione di servizi di informazione e sensibilizzazione b) programmazione di interventi di prevenzione 2. Sostegno a adolescenti e giovani a) programmazione di servizi per adolescenti b) programmazione di interventi che perseguano finalità di prevenzione, educazione alla sicurezza/legalità, promozione cittadinanza e responsabilità sociale c) promozione di politiche coordinate per favorire l autonomia dei giovani d) coordinamento politiche per i giovani Azioni - Centri di aggregazione 18

19 - Informagiovani - Sportello di ascolto e consulenza - Programmi per la creatività giovanile - Programmi per la mobilità giovanile - Programmi per il servizio civile - Progetto di cittadinanza attiva - Attività di Spazio Giovani in Consultorio Familiare e di Contatto Giovani - Progetto Clessidra - Progetto "Padova Meeteen" - Progetto "Tutti per uno" - Animazione territoriale - Tavolo di concertazione per le politiche a favore dei giovani PRIORITÀ 6 DIFFICOLTÀ DI INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MINORI STRANIERI Politiche 1. Promozione al benessere di bambini e ragazzi stranieri e delle loro famiglie Azioni - Mediazione linguistico-culturale - Corsi di italiano - Interventi di facilitazione linguistica nelle scuole - Sportello di ascolto e consulenza - Attuazione indicazioni Pubblico tutore Comunicazione scuola servizi - Tavolo interistituzionale territoriale immigrazione ULSS - Laboratorio di integrazione interculturale - Servizio Sociale Professionale - Servizio Tutela minori - Sportelli Sociali tematici - Attività di sensibilizzazione e informazione - Trasferimenti per integrazione del reddito/riduzioni tariffarie - Sostegno socio-educativo territoriale e scolastico - Centro ricreativo estivo - Attività di supporto al reperimento di alloggi - Centri di aggregazione - Supporto all inserimento lavorativo - Attività di Spazio Giovani in Consultorio Familiare e di Contatto Giovani - Consultori Familiare - Equipe adozioni 19

20 - NPI distrettuali e UOC NPIA - Contributi alle famiglie affidatarie - Trasferimenti per l attivazione di servizi (affido familiare) - Centro per l Affido - Sostegno educativo domiciliare - Sostegno educativo scolastico per bambini stranieri e italiani - Sostegno ad adolescenti stranieri e alle loro famiglie PIANO DI ZONA ULSS 16 PRIORITÀ RIFERITE AL SISTEMA DEI SERVIZI PRIORITÀ 7 ESIGENZA DI SVILUPPO DELL INTEGRAZIONE NEL SISTEMA DEI SERVIZI All interno del sistema dei servizi si continuano a rilevare la necessità e la richiesta di interventi finalizzati al miglioramento delle capacità di raccordo, coordinamento ed integrazione all interno delle singole strutture organizzative, tra servizi diversi, tra settore pubblico e privato sociale e, in senso più ampio, all interno delle comunità locali. Il coordinamento e l integrazioni risultano essere funzioni assai complesse, in quanto implicano il superamento dell autoreferenzialità e il riconoscimento del plus valore dato dalla condivisione dei problemi e degli obiettivi e dal riconoscimento degli altri soggetti come risorse utili e facilitanti il raggiungimento dei risultati in termini di cambiamento; in questo ambito, trasversale a tutte le politiche, sono individuate le seguenti priorità: - carenza di coordinamento intra-istituzionale - carenza di coordinamento inter-istituzionale - carenza di collaborazione tra i servizi - carenza di coordinamento tra pubblico e privato sociale Politiche 1. Sviluppo del coordinamento e dell integrazione tra i servizi Azioni - Tavolo di concertazione per le politiche a favore dei giovani - Rivalutazione protocollo buone prassi - Realizzazione azioni previste dalla DGR Veneto 2416/08 - Protocolli/linee guida per servizi sociali, socio-sanitari, Scuole, Istituzioni Giudiziarie - Sviluppo dell integrazione tra UOA Neuropsichiatria I. A. e il sistema dei servizi - Recepimento linee guida per i servizi sociali e socio-sanitari Atto di indirizzo DR Collaborazione con Procure per audizione minori (ICP Centro I Girasoli) 20

21 PRIORITÀ 8 NECESSITÀ DI AZIONI PER SOSTENERE GLI OPERATORI AD AFFRONTARE LA COMPLESSITÀ E LE TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA SOCIALE Politiche 1. Migliorare il sistema di offerta dei servizi 2. Garantire lo sviluppo delle competenze e il miglioramento delle modalità di lavoro degli operatori 3. Garantire adeguati standard di personale nei servizi sociali. Azioni - Consulenza agli operatori del sistema dei servizi per i casi di maltrattamento e abuso - Sperimentazione nuovi modelli di intervento nei casi di maltrattamento e abuso - Supervisione professionale agli operatori dei servizi sociali - Formazione operatori servizi sociali - Recepimento linee guida per i servizi sociali e socio-sanitari Atto di indirizzo DR Formazione operatori dei diversi servizi sui temi del maltrattamento e abuso (Centro I Girasoli) 21

22 AZIONI DI MANTENIMENTO (M) Tipologia Azione M Interventi Trasferimenti per integrazione del reddito/riduzioni tariffarie Soggetti responsabili della gestione Politica Politiche di riferimento Comuni Anno Posti/utenti Risorse Albignasego Rovolon + 59 Noventa P.na + 13 Saonara + 45 Saccolongo Selvazzano Cadoneghe + 15 Maserà + nr Rubano + 30 Ponte San Nicolò Limena + 8 Arzergrande + 17 Brugine + 10 Legnaro Piove di Sacco + 16 S.Angelo Padova + 20 Codevigo + nr Polverara + 20 Pontelongo TOTALE ,00 Albignasego ,00 Rovolon ,00 Noventa P.na ,00 Saonara ,00 Saccolongo ,00 Selvazzano ,00 Sadoneghe Maserà ,00 Rubano ,00 Ponte S. Nicolò ,00 Limena ,00 Arzergrande ,00 Brugine ,00 Legnaro ,00 Piove di Sacco ,00 S.Angelo ,69 Padova ,00 Codevigo +. nr Polverara ,00 Pontelongo TOTALE ,69 Risorse Ulss (se presenti si tratta di un dato complessivo) M Trasferimenti per pagamento rette asili nido, centri diurni, interventi semiresidenziali Comuni Albignasego + 5 Maserà + nr Rubano + 4 Cadoneghe + 10 Noventa + 26 Saonara + 75 Selvazzano + 41 Torreglia + nr. Brugine + nr Correzzola + 29 Legnaro Piove di Sacco Padova + nr Montegrotto spes + nr Codevigo + nr Pontelongo ,00 Albignasego ,00 Maserà ,00 Rubano ,00 Cadoneghe ,00 Noventa P.Na ,00 Saonara ,00 Selvazzano ,00 Torreglia ,00 Arzergrande ,00 Brugine ,00 Correzzola ,00 Legnaro ,00 Piove di Sacco ,31 Padova ,00 Montegrotto ,00 spes ,00 Codevigo ,00 Pontelongo 22

23 M Trasferimenti per pagamento rette per interventi residenziali, comunità Comuni 4e 1.4 TOTALE Correzzola + 1 Legnaro + 4 Piove di Sacco + 1 S.Angelo + 7 Albignasego + 2 Rovolon + 30 Noventa P.na + nr Saonara + 1 Saccolongo + nr Selvazzano + 6 Cadoneghe + 2 Montegrotto + 7 Abano + nr Torreggia + 3 Ponte S. Nicolò+ 1 Selvazzano Padova + 1 Codevigo + 1 Pontelongo TOTALE , ,00 Correzzola ,00 Legnaro ,00 Piove di Sacco ,00 S.Angelo ,00 Albignasego ,00 Rovolon ,00 Noventa P.na ,00 Saonara ,00 Saccolongo ,00 Selvazzano ,00 Cadoneghe ,00 Rubano ,00 Montegrotto ,00 Abano+ nr Torreglia ,00 Ponte S. Nicolò ,00 Selvazzano ,00 Padova ,00 Codevigo ,99 Pontelongo TOTALE 215 TOTALE ,99 M Assegnazioni economiche per il sostegno alla domiciliarità e dell'autonomia personale (assegno di cura) Comuni Padova ,00 Padova 23

24 M M Servizio sociale professionale Sostegno socio-educativo territoriale e scolastico Comuni a,b,c,e,f,g,h Comuni Arzergrande + 88 Brugine + nr Correzzola + 10 Legnaro Piove di Sacco + 10 S.Angelo Padova + nr Rubano + nr Llimena + 53 Montegrotto Abano + 35 Torreglia + 20 Rovolon Saccolongo Selvazzano (per tutte le priorità) Albignasego + 3 Cadoneghe + 60 (per tutte le priorità) Maserà + 10 Codevigo + nr Polverara + 17 pontelongo TOTALE Albignasego + 21 Rovolon + 58 Saccolongo + nr Selvazzano + 4 Cadoneghe + nr Rubano (spazio ragazzi) Abano + 15 Limena + 2 Arzergrande + 35 Brugine + 5 Legnaro + 22 Piove di Sacco+ 4 S. Angelo + 12 Torreglia Padova + 3 Codevigo + 1 Polverara + 37 Pontelongo TOTALE ,00 Arzergrande ,00 Brugine ,00 Correzzola ,00 Legnaro ,53 Piove di Sacco ,00 S.Angelo ,00 Padova ,00 Rubano ,00 Limena ,00 Montegrotto ,00 Abano ,00 Torreglia ,00 Rovolon ,00 Saccolongo ,00 Selvazzano ,00 (per tutte le priorità) Albignasego ,00 Cadoneghe ,00 (per tutte le priorità) Maserà ,00 Codevigo ,00 Polverara ,00 Pontelongo TOTALE , ,00 Albignasego ,00 Rovolon ,00 Saccolongo ,00 Selvazzano ,00 Cadoneghe ,00 Rubano (spazio ragazzi) ,00 Abano ,00 Limena ,00 Arzergrande ,00 Brugine ,00 Legnaro ,00 Piove di Sacco ,00 S. Angelo ,00,Torreglia ,00 Padova ,00 Codevigo ,00 Polverara ,00 Pontelongo TOTALE ,00 M Sportello genitori attività di consulenza Comuni Ulss Albignasego + 51 Noventa ,00 Albignsego ,00 Noventa + 24

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