MARINA CHERUBINI CONTRADA BONOMI S. ROCCO DI ROVERE VERONESE TEL. 348/ PATRIZIA ZINETTI VIA VILLA ZAMBONI, NEGRAR ( VR )

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1 MARINA CHERUBINI CONTRADA BONOMI S. ROCCO DI ROVERE VERONESE TEL. 348/ PATRIZIA ZINETTI VIA VILLA ZAMBONI, NEGRAR ( VR ) tel. 349/ supervisione di Pierpaolo Cristani dir.lavori: arch. Piero Zamboni IL RESTAURO DELLA CHIESA DI S.LEONARDO, EREMO DI S.MORO. S.MAURO DI SALINE 1

2 Già dai primi anni 90, cioè all inizio dei lavori di restauro di cui parleremo, la chiesa di S.Moro si presentava in uno stato di notevole degrado dovuto principalmente ad un lungo periodo di abbandono. L incuria e la quasi totale mancanza di manutenzione, infiltrazioni di acque meteoriche e umidità di risalita, hanno contribuito a questa rovina, salvo qualche sporadico intervento dettato dall urgenza. Come vedremo in seguito, però, alcuni di questi interventi eseguiti nei primi anni del secolo, hanno causato purtroppo un ulteriore danneggiamento, poiché eseguiti con materiali poco idonei ad una buona conservazione sia degli affreschi che degli intonaci antichi. Grazie al coinvolgimento di enti ed istituzioni, ottenuti i fondi necessari alla realizzazione di questo progetto di restauro, si è potuto dare il via, proprio partendo dal tetto, a questo lungo intervento di restauro, iniziato ormai da molti anni. Proseguito con i lavori necessari ad un generale risanamento climatico della chiesa, si stanno ora ultimando anche gli interventi di restauro di affreschi, intonaci antichi, strutture in pietra, oltrechè degli altari e di una pregevole ancona in legno dipinta. La posizione particolarmente felice dell eremo, sempre esposto al sole e all aria, la qualità dei materiali di cui è costituito, e l attuale risanamento e consolidamento, riporteranno la chiesa ad un nuovo stato di salute, restituendoci così un bene veramente importante per la cultura della Lessinia. CONDIZIONE CONSERVATIVA AFFRESCHI Gli intonaci stesi sulle grosse pietre sono mediamente abbastanza sottili, con una base inferiore al centimetro di spessore, degli intonachini, ancora più sottili, quelli affrescati sono stesi inoltre su supporti diversi: Sopra un arriccio quelli trecenteschi della facciata e della controfacciata Sopra un intonaco dipinto a calce e picchettato quelli cinque-sei-settecenteschi delle tre campate affrescate Direttamente sopra la pietra quelli degli specchi degli archi. Vedremo che tipo di difficoltà queste differenze hanno portato durante l'intervento di restauro. Le due volte a crociera all'altezza del presbiterio hanno ampie parti completamente rifatte e riaffrescate in maniera molto approssimativa. La pittura è eseguita a buon fresco, ma con molte finiture a tempera di calce e a secco, La coesione degli intonaci è discreta, mentre pessima è la loro adesione al supporto murario, tra i vari strati di intonaco, soprattutto nelle volte, negli specchi degli archi, laddove vi erano stati interventi di modifiche ( inserimento di altari, porte, ecc.), e lungo tutta la parete a valle della chiesa, che mostra un piccolo cedimento strutturale, e dove vi è stato in passato un intervento di soccorso, eseguito con colate di cemento tra i vari strati di intonaco. A causa di questi passati interventi ci trovavamo davanti un grave problema di solfatazione: tutte queste pareti presentavano grosse zone completamente "imbiancate" di solfati, i quali hanno anche sollevato il colore, dove rifinito a secco, e indebolito e reso polveroso quello steso "a fresco". 2

3 Non pochi problemi ha causato anche la percolazione di acque meteoriche dal tetto, che ha pesantemente logorato la pellicola pittorica in più punti con un generale indebolimento della coesione di alcuni pigmenti. Inoltre nel corso dei passati interventi di rifacimento di alcune vaste parti dipinte, soprattutto delle volte a crociera, con ridipintura in stile e con materiali vari, sono state in parte coperte anche le parti originali con colore a tempera di calce e in modo grossolano. Tali rifacimenti si sono col tempo assai alterati, creando comunque una grande confusione nella lettura pittorica. Ancora: alcune zone deteriorate della controfacciata sono state completamente nascoste sotto uno strato di intonaco, e la bella "annunciazione" trecentesca si presentava in parte coperta da residui di "scialbo" di calce. INTONACI A parte i problemi specifici degli affreschi, gli intonaci presentavano ovviamente gli stessi problemi di adesione, coesione, presenza di umidità, rifacimenti con materiali vari, in particolare cementizi, cadute di vaste zone che lasciavano intravedere il supporto murario: in pietra quello delle pareti, in mattoni posati a lisca di pesce quello delle volte a crociera del presbiterio e delle navate laterali. Purtroppo tutte le pareti del lato "a monte " della chiesa, sono state rifatte in cemento, e questa presenza ingombrante crea e mantiene un clima di notevole umidità (non bisogna dimenticare che siamo a m di altitudine, con inverni abbastanza rigidi e nevosi) con conseguente formazione di muffe e con presenza di solfati che, anche se lentamente, stanno indebolendo i pregevoli intonaci dipinti a calce. Come vedremo anche parlando della struttura in pietra, le infiltrazioni dal tetto nelle volte della parete "a monte", hanno portato alla formazione di strati di calcare oltrechè alla "ricarbonatazione" della calce divenuta in questo modo molto somigliante ad uno strato vetroso. Nelle volte e lungo le pareti "a valle", invece, laddove erano cadute porzioni di intonaco, si trovavano radici di piante evidentemente cresciute sul tetto nei lunghi anni di abbandono della chiesa, come risulta anche dalla testimonianza degli abitanti della zona. Un ultimo particolare: gli intonaci della prima volta a crociera a destra, quella dedicata al Santo Patrono sono più recenti, quindi abbiamo deciso di fare delle indagini stratigrafiche, scoprendo tracce della stessa decorazione delle ultime due, destra e sinistra. 3

4 PIETRA Le strutture architettoniche in pietra sono costituite da: cordonature delle volte a crociera del presbiterio e delle navate laterali, lesene lungo tutte le pareti su cui poggiano le cordonature, pilastri della navata centrale a cui sono addossati, solo nella parte sinistra, degli elementi monolitici a forma rettangolare come sostegni di cordonature di un eventuale soffitto a volta mai compiuto, archi e i relativi specchi delle navate laterali e del presbiterio, altari, quattro settecenteschi e uno, molto rudimentale, posto in fondo alla navata laterale destra che si ritiene essere il più antico. Il problema conservativo più evidente era la formazione di strati di calcare per la continua infiltrazione di acque meteoriche, soprattutto lungo tutta la navata destra. Vi erano poi alcune formazioni di muffe dovute all'umidità di risalita su alcuni pilastri, una quantità varia di vecchie stuccature debordanti e di vari colori e alcune pitture assolutamente incongruenti. Alcune cordonature in corrispondenza con le volte affrescate sono a loro volta dipinte. Gli altari avevano qualche rottura, ma complessivamente erano in buono stato di conservazione. Ultimo elemento una bellissima statua in pietra si pensa cinquecentesca del santo patrono, originariamente dipinta, in cui lo strato pittorico è andato però quasi completamente perduto. DESCRIZIONE DELL'INTERVENTO DI RESTAURO Data la varietà di superfici dipinte, diverso è stato anche l'intervento di restauro, cercheremo di descriverlo quindi nei dettagli. FACCIATA Dipinto databile alla fine del Trecento, rappresenta la Madonna del Popolo; nel lato sinistro, il santo in dalmatica è il titolare S.Leonardo, mentre le figure in secondo piano sono i devoti; i tre genuflessi potrebbero essere gli offerenti e l'autore dell'affresco. Rifacendosi alla scritta posta in basso nel montante dell'arco della porta il Simeoni nel 1909 avrebbe letto "questo è il maistro C..O"; quanto ora rimane di questa scritta è illeggibile per lo stato di conservazione. Il dipinto è quasi una larva e il colore è andato indebolendosi sempre più fino quasi a scomparire, anche se il disegno è ancora molto preciso nei suoi contorni. Alcune ridipinture assai disordinate lo rendevano invece alquanto confuso in alcuni particolari. 4

5 L'intervento eseguito è consistito in: -Consolidamento e riadesione dell'intonaco alla struttura muraria con Primal AC33 per piccoli distacchi e con composti inorganici, impasti di calce e cocciopesto o carbonato di calcio per le sacche di maggiori dimensioni. -Ricoesionamento dell'intonachino e della pellicola pittorica con acqua di calce fino a saturazione. -Demolizione di vecchie stuccature. -Pulitura, eliminazione di polveri, sabbia, pigmenti disciolti e ridipinture incongruenti con un impacco di acqua e polpa di legno. -Stuccature di piccole mancanze con stucco composto di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo finemente setacciate. -Stuccatura di grosse lacune con malta composta di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo, di colore "neutro" simile all'intonaco dell'intero porticato. -Reintegrazione pittorica con ricuciture sottotono solo dove necessario e con pigmenti da affresco. -Sono state eseguite indagini stratigrafiche sull'intera parete, le quali hanno portato alla scoperta che la parete dell'attuale facciata continuava un tempo sulla sinistra, dove ora si trova una piccola sacrestia di costruzione molto più recente; abbiamo lasciato un piccolo tassello a testimonianza. Durante i lavori di restauro della facciata appariva sempre più chiaro che avremmo dovuto intervenire anche sulle pareti intonacate del porticato, affinchè l'affresco potesse essere messo in risalto in un contesto ordinato. Abbiamo quindi pulito, consolidato e stuccato tutto l intonaco del porticato, che si presentava con numerose pitture sovrammesse, decisamente ammalorato in ampie zone che sono state rifatte, abbiamo adeguato il colore, lasciando comunque in evidenza le parti vecchie con una leggera differenziazione di colore e stesura. CONTROFACCIATA Anche questo dipinto è databile alla fine del trecento-inizio quattrocento, riquadrato da elementi geometrici, probabilmente è patrimonio della chiesa prima del suo innalzamento ed ampliamento, vista la forma della decorazione a "tetto" che finisce a circa metà della attuale altezza della facciata. 5

6 Vi è raffigurata l'annunciazione, con l'arcangelo Gabriele sul lato sinistro, in compagnia di un angelo con scudo crociato e spada in mano, forse l'arcangelo Michele, e una santa genuflessa; nella campitura destra La Vergine, seduta con un fondo di architettura cittadina e, nella parte inferiore, tre santi Al centro, sopra la porta di ingresso, in una nicchia archiacuta, decorata con motivi di conci di tufo e mattoni verso l'interno e da elementi geometrici verso l'esterno, vi dipinto nella specchiatura di fondo il Cristo coronato di spine con le braccia incrociate sul petto. Nella parte bassa della parete ai lati della porta di ingresso, assai rovinati, vi sono dei motivi ornamentali, che erano stati recentemente ricoperti da un intonaco che abbiamo rimosso. Tutto l'affresco è stato in passato ricoperto da uno scialbo di calce di cui erano rimasti i residui più tenacemente "carbonatati". La tecnica di esecuzione è un buon fresco con i colori classici di quel periodo, con le vesti arricchite di motivi ornamentali e le aureole in rilievo. Il motivo che ha procurato maggiore degrado è stato sicuramente l'infiltrazione di acque dal tetto e soprattutto dal rosone posto nella parte alta della controfacciata intonacata e dipinta a calce. L'intervento: -ricoesionamento del colore, soprattutto degli ocra e dei rossi, con acqua di calce fino a saturazione. -Consolidamento e riadesione dell'intonachino e dell'arriccio al supporto murario con iniezioni di Primal AC33. -Demolizione delle vecchie stuccature. -Demolizione degli intonaci che ricoprivano vaste zone dipinte nella parte bassa, operazione durante la quale sono venuti in luce tra i materiali di riempimento, dei piccoli pezzi dell'affresco originale caduto, che abbiamo lasciato sul posto dato che era impossibile ricostruirne la posizione originale, fotografato e ricoperto con la nostra stuccatura finale. -Pulitura meccanica con bisturi e asportazione della calce così ben aderita soprattutto alla figura dell'arcangelo Michele. -Pulitura con impacco di acqua e polpa di legno dai materiali inconsistenti, polveri grasse, colore disciolto, ridipinture. -Stuccatura delle piccole rotture con stucco a base di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo finemente setacciate. -Stuccatura "neutra" delle grosse lacune, ad imitazione delle parti dove l'intonaco antico era rimasto privo di pellicola pittorica, ma non caduto. 6

7 -Ritocco con un leggero sottotono ad acquerello delle abrasioni e delle piccole stuccature. La scelta di ritocco è stata qui il più possibile rispettosa dell'originale rimasto, un riordino pittorico che non cambiasse per nulla le caratteristiche di questo prezioso brano di pittura. Anche in questo caso come per il porticato, abbiamo a questo punto sentito la necessità di pulire, consolidare e riordinare pittoricamente anche l'intonaco bianco sopra alla pittura, nonché il rosone e l'arco di ingresso in pietra, per meglio "finire" il lavoro di restauro della bella Annunciazione. NAVATA SINISTRA- PRIMA CAMPITURA Lo spazio corrispondente a questa prima campatura è completamente decorata con affreschi seisettecenteschi di scuola veronese. Il soffitto è a volta a crociera: all'incontro della cordonatura si sovrappone un medaglione decorato al centro con una croce. La cordonatura delle vele è decorata con festoni di foglie e frutta, mentre nell'interno della vela, in uno studiato cartiglio, sono dipinti i quattro Evangelisti. La parete sud ha al centro una porticina che immette in un piccolo locale, corrispondente al corpo del lato sinistro della facciata, probabilmente la sacrestia, costruita probabilmente in tempi più recenti rispetto agli affreschi, dal momento che proprio questi ultimi risultano essere stati demoliti in occasione dell'apertura della porta. Sopra la porta una finestra slanciata con arco ogivale, che un tempo si apriva sull'esterno, non interrompe invece il brano affrescato, 7

8 raffigurante due sante, S.Caterina d'alessandria a sinistra e S.Lucia a destra della finestra; questa parte della parete è decorata a motivi floreali come le cordonature, e finti marmi. Nella parete ovest, in un riquadro rettangolare, la Beata Vergine col bimbo, assisa sopra una vistosa base marmorea adornata con ramoscelli; in alto, due angioletti affiancano la vergine reggendo la corona del Rosario; la stessa vergine consegna la corona del Rosario a monaci e monache genuflessi ai suoi piedi; anche qui motivi floreali e teste di cherubino. Nello specchio dell'arco verso la navata centrale ed in quello verso la seconda campata, in cornici a mo' di cammeo, sono figurate in monocromo giallo-oro, la Giustizia, la Carità, la Fede, la Fortezza. La tecnica di esecuzione: una prima stesura a buon fresco dell'architettura generale, delle figure e di alcuni particolari viene poi arricchita di particolari dipinti con tempera a calce, sia nella volta a crociera sia nelle pareti. In particolare sono interamente dipinti a calce i festoni di foglie e frutta, le teste di cherubino, i ramoscelli e i cartigli. Questa tecnica era assai diffusa nel sei-settecento, studiata appositamente per arricchire di particolari anche le pitture murali. Lo stato di conservazione qui era assai precario, dal momento che si presentavano tutti i problemi che abbiamo poi via via trovato in tutta la chiesa: -cedimento della parete ovest, che ha portato gravi problemi di adesione degli intonaci alla struttura muraria e al quasi completo distacco tra i due strati di intonaco, quello dipinto a calce e picchettato e l'intonachino dell'affresco. -demolizione della parete sud per aprire la porta della sacrestia, con gravi distacchi di porzioni di intonaco. -presenza di radici di piante un tempo cresciute sul tetto della chiesa, le quali crescendo hanno creato molti problemi di adesione degli intonaci. -colature di cemento tra gli strati di intonaco eseguite durante passati approssimativi interventi di restauro, con conseguente immissione di umidità e di sali sia nella volta che nella parete ovest. -indebolimento generale della pellicola pittorica e in particolare delle pitture eseguite a calce, le quali a causa delle migrazioni di sali dall'interno verso la superficie dell'intonaco dipinto, in molte zone erano quasi completamente polverizzate e in parte perdute. -rifacimenti in materiali non idonei di parti cadute e ridipinture approssimative. -passate stuccature e riempimento di grosse sacche con materiali di tipo gessoso, il quale rigonfiandosi poi in presenza di umidità ha deformato l'intonachino dipinto, impedendo il riposizionamento in occasione dell'attuale consolidamento. -gravi distaccamenti dell'intonachino dalle cordonature in pietra e dagli specchi degli archi dovuti alla precaria adesione iniziale. 8

9 L'intervento: -fissaggio della pellicola pittorica con soluzione di acqua e primal AC33 in diluizione 5% attraverso carta giapponese. -consolidamento dei vari strati di intonaco con iniezioni di impasti di calce, cocciopesto e carbonato di calcio laddove erano presenti grandi sacche vuote, e con materiali alleggeriti tipo plma-l nelle volte a crociera. -demolizione di vecchie stuccature cementizie laddove non c'era rischio di rendere ancora più precario lo stato delle pitture. -ripetuta rimozione di sali attraverso impacchi di polpa di legno e acqua deionizzata. -pulitura meccanica a bisturi e risciacquo. -stuccatura delle grosse lacune, con malta a base di grassello di calce, sabbia grossa e fine, polveri di marmo, finitura con malta a base di grassello di calce e polveri di marmo di colore neutro. -stuccatura delle piccole mancanze con lo stesso tipo di malta, più fine. -ritocco pittorico ad acquerello delle abrasioni e delle piccole stuccature, ridipintura delle vecchie stuccature non demolite con pittura a base di calce e terre colorate. NAVATA SINISTRA - TERZA CAMPITURA Sopra un altare sagomato settecentesco, in una riquadratura rettangolare terminante con un timpano, vi è dipinto ad affresco S.Giovanni Battista, opera della seconda metà del secolo XVII di scuola veronese. Questo dipinto è stato eseguito a buon fresco su un intonaco steso al di sopra dell'intonaco dipinto a calce, come tutti gli intonaci affrescati delle navate laterali e delle volte, e anche qui troviamo un'enorme area completamente distaccata. Abbiamo considerato a questo punto che nonostante l'intonaco sottostante in tutti i casi fosse "picchettato",, il fatto che fosse dipinto a calce e quindi molto liscio rispetto ad un tradizionale arriccio, ha molto spesso portato dei distacchi di enormi dimensioni. Anche qui come vedremo poi nell'ultima cena e nella parete con S.Giulitta, l'affresco stava " verticale e intero" grazie alla buona compattezza iniziale più che perché attaccato al muro. Anche qui abbiamo trovato radici di piante tra il supporto murario e il primo intonaco dipinto a calce, con gravi distacchi e porzioni già cadute, passati interventi con immissione di materiali cementizi e conseguente formazione di sali in superficie, anche se in misura minore rispetto alla prima campitura. L'intervento è quindi consistito in un doppio consolidamento, dei vari strati di intonaco e in parte anche della struttura muraria laddove le radici delle piante avevano creato dei vuoti tra le varie pietre. 9

10 -iniezioni di composti a base di calce e cocciopesto. -rimozione meccanica dei sali in superficie. -pulitura con acqua de-ionizzata e spugne, con rimozione di vecchie stuccature. -stuccatura delle piccole mancanze con stucco a base di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo finemente setacciate. -stuccatura delle grosse lacune con malta a base di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo. -ritocco ad acquerello delle abrasioni e delle piccole stuccature. -pittura a calce di colore simile all'originale delle grandi lacune stuccate. -sistemazione delle zone di raccordo tra la parete e l'altare con stuccatura, consolidamento e pittura a calce. -pulitura e stuccatura dell'altare. NAVATA SINISTRA - QUINTA CAMPITURA ( ABSIDE NAVATA SINISTRA) In questa absidula abbiamo trovato le più belle sorprese e anche i guai peggiori. Vi si trova un altare settecentesco del quale merita menzione il bel medaglione posto nel pagliotto, con un bassorilievo raffigurante la Vergine col bambino, in marmo bianco assai simile ad uno scolpito in un altare della chiesa dei SS.Nazaro e Celso a Verona. Sopra l'altare vi era un'ancona intagliata, dipinta e dorata, divisa da doppie colonne scanalate e, fra queste, formelle raffiguranti i misteri del Rosario, che si completa nella parte alta ad arco a tutto sesto. Pessimo lo stato di conservazione, e discutibile era la posizione all'interno della chiesa. Sicuramente non è nata per stare su questo altare, dal momento che ne è stata tagliata la sommità. La parete sopra l'altare è stata demolita per incastrarvi "a forza" la nicchia posteriore di questo mobile e, nonostante questo, l'ancona era inclinata rispetto alla perpendicolare perché lo spazio non era ancora sufficiente. La scelta a questo punto era quasi obbligatoria: restaurare e spostare questo mobile, mettere in luce in questo modo gli affreschi della parete posteriore. L'ancona è stata spostata sull'altare maggiore, che era nel frattempo rimasto privo del bellissimo polittico in legno dipinto, composto di 25 statue, trafugato negli anni '60. 10

11 La scoperta degli affreschi è stato uno dei momenti più belli dell'intervento di restauro, e uno dei più delicati. In origine vi era affrescato un trittico, probabilmente con al centro la Vergine col bimbo, alla sinistra un santo non identificato e alla destra una figura rimasta miracolosamente intera di S.Giulitta col figlio Quirico. L'affresco è cinquecentesco, sullo sfondo del polittico una tappezzeria dipinta che richiama quella della adiacente Ultima Cena, dipinta sulla parete ovest, di cui abbiamo trovato la data di esecuzione 15.. All'appello mancano completamente le figure di tre apostoli, a causa delle enormi cadute di intonaco. Il soffitto è con volta a crociera; nei medaglioni delle vele figurano alcuni Dottori della Chiesa, mentre nei medaglioni posti negli specchi degli archi figurano S.Cristoforo e S.Omobono e altri Santi non identificati. La tecnica di esecuzione di questi affreschi è la stessa, uguale la data. Sopra gli intonaci dipinti a calce, opportunamente picchettati, è steso un sottile strato di intonaco assai compatto, dipinto a fresco con finiture a secco. Nella volta sono presenti molti rifacimenti e molte ridipinture. Lo stato di conservazione era pessimo. In dettaglio: parete di S.Giulitta una grandissima parte della parete era stata demolita per potervi incastrare l'ancona in legno dipinto, quindi mancano la parte superiore del santo a sinistra e della Madonna in trono con Bimbo. Quel che resta stava lì per miracolo, per la compattezza dell'intonaco che risultava staccato dall'intonaco a calce quasi completamente e il distacco era in certi punti di qualche centimetro. Caduti sull'altare 11

12 si trovavano moltissimi frammenti dell'affresco demolito, di cui non siamo riusciti ad identificare la posizione per la presenza di molti motivi architettonici e brani di tappezzeria tutti uguali e che sono custoditi in una scatola. I colori di ciò che rimane sono assai vivi. Non vi sono ridipinture, né interventi passati. Parete ultima cena - troviamo qui il solito problema del piccolo cedimento della parete ovest, con conseguente distacco degli intonaci dal supporto murario. Grandi aree affrescate erano già cadute ed erano state rifatte e ridipinte in modo assai approssimativo e per di più oramai illeggibili. Una gran quantità di colate di cemento tra i due strati di intonaco, con trattenimento di umidità e formazione di sali, immissione di materiali gessosi in prossimità di alcune piccole stuccature, che col tempo si sono gonfiati deformando la superficie della parete. Moltissime stuccature sia in cemento che in gesso. Volta a crociera - Identica la condizione della volta, con cadute, zone assolutamente pericolanti e rifacimenti con materiali vari e incoerenti. L'architettura che racchiude i medaglioni delle vele e le cordonature in pietra sono state qui quasi completamente ridipinte con tempera a calce e in modo assai grossolano, per cui è andata perduta completamente l'originale decorazione. L'intervento: -il primo intervento dopo lo spostamento dell'ancona dipinta è stato un "pronto intervento": protezione con velinatura e paraloid B72 di tutte le parti pericolanti, quasi tutta la superficie; consolidamento e riadesione dei vari strati di intonaco, con composti a base di calce, cocciopesto e carbonato di calcio, con materiali alleggeriti tipo PLM-AL nelle volte, durante e dopo ogni immissione di materiale nel supporto murario e fra gli strati di intonaco, abbiamo dovuto "riposizionare" la superficie dipinta riadagiandola al supporto, a almeno dove ciò era possibile -demolizione di vecchie stuccature in materiali non idonei e/o esteticamente deturpanti. 12

13 -stesura dei vari strati di intonaco, rinzaffo, arriccio e intonachino, e ricostruzione del muro in mattoni nella parete di S.Giulitta. -nelle volte sono state mantenute le vecchie stuccature per non impoverire troppo l'immagine. -rimozione delle veline e del paraloidb72. -pulitura con pennellini e acqua della parete di S.Giulitta e della volta a crociera, pulitura meccanica dei residui di vecchie stuccature. -asportazione dei sali dalla parete dell'ultima Cena con impacchi ripetuti in varie stagioni di polpa di legno e acqua de-ionizzata, pulitura meccanica di residui di vecchie stuccature in gesso e cemento e di ridipinture. -stuccatura di piccole mancanze con stucco a base di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo finemente setacciate. -stuccatura di grosse lacune con malta "a neutro" composta di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo. -stuccatura e riordino pittorico con pittura a calce della volta a crociera in cui sono state mantenuti i vecchi rifacimenti. -ritocco ad acquerello con leggero sottotono delle abrasioni e delle piccole stuccature nelle due pareti. -rimozione di materiali di demolizione e di riempimento tra l'altare e la parete di S.Giulitta, per portare alla luce un ulteriore brano di affresco. Finitura di questo spazio con mattoni antichi a mo' di pavimento Per completare l'intervento lungo la navata sinistra e mettere in risalto la pittura, abbiamo restaurato tutti gli intonaci dipinti a calce, che presentavano più o meno gli stessi gravi problemi di adesione degli intonaci, presenza di radici di piante, grosse mancanze. L'intervento è stato di consolidamento, demolizione di zone marce o eccessivamente ammalorate, ristesura dei vari strati di intonaco, pulitura con acqua e spugne, pittura a calce a imitazione dell'originale delle stuccature. 13

14 NAVATA DESTRA PRIMA CAMPITURA La prima campata, a destra entrando, è elevata dal piano della chiesa e delimitata da una rozza balaustra, con accesso alla navata; è pure passaggio dall'interno della chiesa alla cella campanaria. In questo spazio recinto vi è un altare settecentesco in marmo intarsiato, sopra, centralmente, vi spicca una statua in pietra tenera con tracce policrome, raffigurante San Leonardo, scultura di discreta fattura databile al sec. XVI. E' rappresentato con gli attributi iconografici più frequenti: in dalmatica e nella mano destra i ceppi. In questa campitura abbiamo eseguito dei saggi stratigrafici durante l'intervento di restauro degli intonaci, scoprendo al di sotto dell'attuale intonaco l'originale dipinto e ricoperto da uno scialbo di calce. Nella volta si può individuare la stessa decorazione architettonica delle volte delle absidule laterali. L intervento di restauro si è limitato in questa campitura agli intonaci e alle specchiature degli archi, affrescate, come del resto in tutta la chiesa, su un sottilissimo strato di intonachino direttamente steso sulla pietra, e che in questa parte della chiesa risultava quasi completamente staccato. E stato riadagiato sulla pietra, con un consolidamento con resina acrilica attraverso carta giapponese e spugne naturali. Come di fronte ad altri problemi che si sono presentati durante il lungo intervento di restauro, abbiamo deciso anche in questo caso per una soluzione che mantenesse il più possibile naturale l'aspetto finale delle pitture, lasciando quindi a vista la bella pietra rosa nelle grandi lacune. NAVATA DESTRA QUINTA CAMPITURA (ABSIDE NAVATA DESTRA) Vi si trova un rozzo altare, forse il più antico della chiesa e, quale suo pagliotto, la pietra della mensa di uno più antico, che potrebbe essere quello primitivo. Nelle vele della volta a crociera, in medaglioni entro architetture decorate, sono dipinti gli Evangelisti, opera dei primi del cinquecento, come quelli della abside sinistra. Nella parete nord, vari strati di intonaco sotto i quali sono rimaste solo piccolissime tracce dell'affresco che la decorava. Nella parete est i saggi stratigrafici non hanno portato alla luce nulla; pensiamo che fosse stata un tempo affrescata, ma che sia andato tutto perduto: è la parte più umida della chiesa, come testimoniano le formazioni e le colature calcaree sia sugli intonaci che sulla pietra, e le formazioni di muffa lungo i pilastri e anche in qualche vela. La presenza in questa navata di intere pareti intonacate con cemento sicuramente peggiora la situazione nonostante l'intervento di restauro del tetto. Nelle specchiature degli archi all'interno di medaglioncini sono dipinti i Profeti: Davide Geremia e Malachia, Ezechiele, Zaccaria e uno non identificabile. 14

15 Nello specchio interno del primo pilastro è apparso un interessantissimo disegno a sanguigna, che riproduce un trittico, dove si riconoscono: un santo in dalmatica che altro non può essere che san Leonardo a sinistra, un santo vescovo con pastorale, verosimilmete san Mauro al centro e il terzo non molto leggibile; nel timpano la Vergine col Bimbo. Potrebbe essere il disegno ispiratore di un trittico affrescato sulla parete nord? La tecnica di esecuzione originale era un fresco, assai difficilmente riconoscibile sotto vari e abbondanti strati di ridipintura a tempera, eseguiti in occasione del rifacimento in malta grossolana di grandi porzioni della volta. Lo stato di conservazione dell originale pittura è pessimo, e non buono è lo stato anche dei rifacimenti, che, di cattiva tecnica fin dal loro impianto, si sono ulteriormente deteriorati per la grande umidità presente. L intervento di restauro è stato conseguente alla decisione di mantenere comunque tutti gli strati di intonaco, tutte le grandi stuccature e le ridipinture, per non rendere del tutto illeggibile l intera volta e i suoi quattro evangelisti. -consolidamento e riadesione dei vari strati di intonaco, con composti a base di calce, cocciopesto e carbonato di calcio, con materiali alleggeriti tipo PLM-AL nelle parti pericolanti che sono state riposizionate. -pulitura con pennellini e acqua della volta a crociera, pulitura meccanica dei residui di vecchie stuccature. -stuccatura di piccole mancanze con stucco a base di grassello di calce, sabbia e polveri di marmo finemente setacciate. -riordino pittorico con pittura a calce dove sono stati mantenuti i vecchi rifacimenti. Come per la navata sinistra, lo stesso intervento di restauro degli intonaci antichi è stato eseguito su tutte le volte della navata destra, mentre le pareti, già demolite e rifatte in cemento in anni recenti, sono state lasciate, non per motivi tecnici, ma per esigenze della committenza. A malincuore abbiamo deciso di dipingere con colore a calce queste pareti, per dare ordine estetico all insieme, ma ben sapendo che il mantenimento di tale quantità di materiale cementizio in un luogo freddo e umido non potrà di certo giovare alla chiesa riportata ora ad un antico splendore. NAVATA CENTRALE Il solo elemento decorativo degno di ricordo è l'affresco del secondo pilastro a destra, ove è dipinta una finta nicchia, con alla base una mensola in pietra, affiancata da leggere 15

16 candelabre, ora quasi sparite. Nel centro non vi è immagine dipinta, ma probabilmente era solo una finta nicchia decorata per una statua posta sulla mensola in pietra, ora sparita. La parte alta termina con una nicchia a conchiglia, sopra questa è dipinto un angioletto musicante. Non descriveremo nel dettaglio la tecnica di esecuzione e l intervento di restauro, del tutto simili a quelli delle volte a crociera. L intera navata centrale, compreso il presbiterio, si presentava con gli intonaci antichi dipinti a calce, si notavano i rifacimenti eseguiti durante l intervento dell innalzamento della chiesa, e il nostro restauro è consistito nel consolidamento, risanamento, riordino pittorico con pittura a calce dove necessario. Non possiamo tralasciare a questo punto di descrivere brevemente l interevento eseguito sugli elementi lapidei del complesso. I pilastri, le lesene, le cordonature, ove non dipinte, si presentavano con uno strato di sporco e/o materiali sovrammessi, scialbi grossolani, oppure con spessi strati di calcare nelle zone più umide della chiesa, oppure ancora con colorazioni verdastre per la presenza di muffe. Anche le vecchie stuccature erano state eseguite in modo approssimativo, alcuni pezzi erano pericolanti o addirittura staccati. Gli altari, a parte uno tutti settecenteschi, erano per lo più in stato di abbandono, con problemi di sporco, parti pericolanti o staccate. Dopo una accurata pulitura, eseguita con acqua e spazzole in nylon o saggina, abbiamo stuccato e riordinato il tutto. A questo punto rimarrebbe la descrizione dell intervento eseguito sull ancona in legno dipinta, che sarà fatta separatamente. Ci auguriamo che dopo questo lavoro di restauro la chiesa possa essere oggetto di periodiche manutenzioni, per poter intervenire prontamente di fronte a problemi che potrebbero nuovamente insorgere dovuti al clima particolarmente rigido della zona montana in cui si trova. 16

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