Economia e dinamica industriale (9 CFU) Economia industriale (6 CFU)

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1 Economia e dinamica industriale (9 CFU) Economia industriale (6 CFU) Lezione 1 del 28/2/2011 Davide Castellani Università di Perugia Facoltà di Economia Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica davide.castellani@unipg.it

2 0. Regole Esame scritto Testi Economia industriale Cabral L. (2002) Economia Industriale, Carocci, Roma (escluso capitoli 4 e 6) Economia e dinamica industriale [LC] Cabral L. (2002) Economia Industriale, Carocci, Roma (escluso capitolo 4) [FM] Malerba F. (1996) La teoria evolutiva: i recenti sviluppi, Cap. 3 in Malerba F. (a cura di) Economia dell innovazione, Carocci [MO] Malerba F., Orsenigo L. (1996) "The dynamics and evolution of industries", Industrial and Corporate Change, 5, 1. Disponibile anche in versione più sintetica (in italiano) Dinamica industriale e relazioni tra imprese, Cap. 9 in Malerba F. (a cura di) Economia dell innovazione, Carocci [GD] Dosi G. (2008) Regolarità statistiche nell evoluzione dei settori industriali. L evidenza empirica e le sfide per la teoria, L industria, XXIX, 2, aprile-giugno. [CS] Syverson C. (2010) "What Determines Productivity?" Journal of Economic Literature, in corso di pubblicazione Tutti i materiali, ad eccezione di [LC] saranno disponibili presso la segreteria del Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica per la consultazione Tesine per frequentanti (facoltative) anche in gruppo (max 4 pax) presentate in classe (fine corso) Fino a 2 punti Ricevimento MAR oppure davide.castellani@unipg.it Sito web

3 1. Oggetto L EI (economia industriale) si occupa di industrie, ovvero di insiemi di imprese (manifatturiere e di servizi) aggregate secondo criteri che vedremo In particolare (come vedremo più in dettaglio) si occupa di: studiare il funzionamento dei mercati mettere a fuoco le condizioni di contesto in cui operano le imprese (definire la struttura delle industrie) studiare le interazioni tra le imprese (natura della competizione) come i comportamenti influiscono sul contesto (effetti dei comportamenti su efficienza ed equità)

4 2. Quali domande? A. Le imprese hanno potere di mercato? Come si misura? B. Come si acquisisce il potere di mercato? C. Quali conseguenze? D. Quale ruolo per la politica pubblica?

5 2. Quali domande? A. Le imprese hanno potere di mercato all interno delle industrie? Come si misura? Ovvero: come si fa a capire se le imprese sono in grado di estrarre un profitto positivo dalle attività produttive? Indicatori usati: differenza tra profitto medio di una impresa e profitto medio dell industria (Harberger) π > π i π = 1 N N i= 1 π i

6 2. Quali domande? indice prezzo-costo L i p = p c i dove p e c denotano il prezzo praticato dall impresa e il costo marginale. La media dell indice prezzo-costo di tutte le imprese operanti in una industria (ponderato per la quota di mercato di ciascuna impresa, si) è detto indice di Lerner e misura il potere di mercato in una industria. L j N = i=1 s i p p c i = p p c

7 2. Quali domande? Le analisi empiriche hanno mostrato che mediamente il potere di mercato è diverso tra industrie e tra imprese all interno di ciascuna industria. B. Come si acquisisce e consolida il potere di mercato? Esiste una relazione piuttosto stretta tra potere di mercato e imperfezione dei mercati Se non esistono barriere all entrata, ci si può attendere che un profitto positivo (o superiore al profitto medio) attiri l entrata di concorrenti, che riduce i profitti fino ad annullarli. se ci sono imprese che fanno profitti i mercati sono imperfetti

8 2. Quali domande? Il potere di mercato si determina e si consolida: per legge (monopolio legale via brevetti, concessioni, licenze, protezionismo) perché, ad alcune condizioni, le strutture più concentrate minimizzano i costi complessivi dell industria (monopolio naturale) con comportamenti strategici innovazione (anche senza protezione del brevetto può determinare posizioni di monopolio) differenziazione del prodotto/pubblicità deterrenza all entrata collusione/fusione

9 2. Quali domande? C. Quali conseguenze del potere di mercato? equità: trasferimento di risorse dai consumatori alle imprese inefficienza allocativa: se c è potere di mercato le risorse produttive in genere sono allocate in modo tale che si produce (e consuma) meno output di quanto i consumatori sarebbero disposti ad acquistare inefficienza produttiva: se c è potere di mercato è probabile che le risorse vengano impiegate in modo più costoso a parità di output (curve dei costi marginali più alte) rent seeking behaviour: per mantenere il potere di mercato si sprecano risorse in attività di lobbying efficienza dinamica: se c è potere di mercato si possono modificare nel tempo la disponibilità di risorse, le tecniche di produzione (spostamento delle curve di costo) e il tasso di introduzione di nuovi prodotti (variazione della combinazione di output)

10 2. Quali domande? C. Quale ruolo per la politica pubblica? In microeconomia l intervento pubblico è giustificato solo dai fallimenti del mercato beni pubblici, asimmetrie informative, esternalità In Economia Industriale l intervento pubblico si giustifica per: Limitare le conseguenze negative del potere di mercato (regolamentazione, antitrust e politiche per l industria) Rafforzare la posizione competitiva di alcune imprese/settori (politica industriale)

11 3. Paradigma SCP Struttura numero di concorrenti/acquirenti, concentrazione, barriere all entrata, standard produttivi/tecnologici Condotte Strategie di prezzo, R&S, Pubblicità e differenziazione, Cooperazione, internazionalizzazione Performance redditività/produttività, potere di mercato, innovazione, crescita, efficienza

12 3. Paradigma SCP L approccio SCP ipotizza S = f (X) dove X sono delle variabili considerate esogene all industria come le istituzioni, la tecnologia e la domanda C = g (S) P = h(c, S) = φ (S) è centrale l analisi di S e delle condizioni esterne (esogene, X) che determinano S, perché questo da modo di prevedere C e P

13 3. Paradigma SCP Sono coerenti con questo approccio una serie di contributi che fanno discendere C e P da S come: se n i produttori vendono meno a prezzi più alti, creando inefficienza allocativa (Cournot) se n la collusione è più facile perché deviare da un accordo collusivo costa di più (si perde una fetta di mercato più grande) ed è più facile monitorare i partner (Stigler) barriere all entrata/uscita condizionano comportamenti introducendo/limitando la concorrenza potenziale (Baumol-Panzar-Willig) Struttura concorrenziale favorisce comportamenti innovativi (Arrow) Alti costi di trasporto e basse economie di scala favoriscono investimenti diretti esteri

14 3. Paradigma SCP Approcci alternativi ad SCP A partire dalla metà degli anni 80 si sono sviluppati diversi filoni che propongono approcci alternativi all EI rispetto al SCP Enfasi sul processo concorrenziale (da statica comparata ad analisi dinamica) Enfasi sul comportamento strategico come causa di cambiamento della struttura

15 3. Paradigma SCP Esempi di performance che influenzano la struttura (P S) alta profittabilità incentiva l entrata di nuove imprese e riduce la concentrazione bassa profittabilità induce alcune imprese ad uscire dal mercato e aumenta la concentrazione innovazione crea monopolio temporaneo

16 3. Paradigma SCP Esempi di strategie (comportamenti) che influenzano la struttura (C S) R&S volta all innovazione di prodotto apre nuovi mercati, mette in discussione quelli esistenti e crea posizioni di potere di mercato e aumenta la concentrazione R&S volta all innovazione di processo abbassa i costi e i prezzi degli innovatori, ne aumenta il potere di mercato, costringe i non innovatori ad uscire dal mercato Strategie predatorie rendono non profittevole l entrata sul mercato, conservando mercati concentrati Accumulo di capacità produttiva in eccesso può rappresentare una minaccia credibile che l incumbent renderà non profittevole l entrata, riducendo il numero di imprese attive sul mercato

17 3. Paradigma SCP Esempi di mercato concentrato che favorisce comportamenti competitivi Mercati concentrati rendono possibile R&S su larga scala e migliorano le performance innovative In mercati concentrati si possono avere prezzi bassi per: i.) guerre di prezzo per il mantenimento/controllo del mercato; ii.) effetto di introduzione di nuove tecnologie Mercati concentrati possono favorire la cooperazione tra imprese (non-collusiva), che può dar luogo ad innovazione tecnologica

18 4. Definizioni e confini Quali confini per le industrie? Industria: i. settore produttivo/manifatturiero/secondario vs. primario (agricoltura) e terziario (servizi). ii. grande industria e piccola industria. i. è corretta, ma troppo ampia per l uso del concetto di industria che faremo in questo corso, mentre ii. non è corretta

19 4. Definizioni e confini Quali confini per le industrie? Criteri di aggregazione delle imprese: a. relazione prezzo/quantità secondo questo criterio si può definire l industria produttrice del bene X, diversa da quella produttrice del bene Y se la quantità domandata di X non dipende dal prezzo di Y e viceversa. l elasticità incrociata è nulla ξ X dq Q = X X 0, Y dp P Y Y

20 4. Definizioni e confini a. relazione prezzo/quantità L industria dell auto è diversa dall industria delle caramelle perché una variazione del prezzo delle caramelle non influisce sulla domanda di auto raggruppamenti molto ampi In particolare, questo criterio non distingue tra industrie produttrici di beni sostituti (es. the e caffè, plastica e alluminio), per le quali ξ > 0 industrie produttrici di beni complementari (es. computer e stampanti, zucchero e caffè) per le quali ξ < 0 In entrambi i casi il criterio prezzo/quantità porterebbe a concludere che le industrie X e Y non sono diverse.

21 4. Definizioni e confini b. per classi merceologiche (es. ATECO-NACE) 17 Industrie tessili 171 Preparazione e filatura di fibre tessili 1711 Preparazione e filatura di fibre tipo cotone 1712 Preparazione e filatura di fibre tipo lana cardata Preparazione delle fibre di lana e assimilate, cardatura Filatura della lana cardata e di altre fibre tessili a taglio laniero 1713 Preparazione e filatura di fibre tipo lana pettinata Pettinatura e ripettinatura delle fibre di lana e assimilate Filatura della lana pettinata e delle fibre assimilate; preparazioni in gomitoli e matasse 1714 Preparazione e filatura di fibre tipo lino 1715 Torcitura e preparazione della seta (inclusa quella di cascami) e torcitura e testurizzazione di filati sintetici o artificiali 1716 Preparazione di filati cucirini 1717 Attività di preparazione e di filatura di altre fibre tessili 172 Tessitura di materie tessili

22 4. Definizioni e confini c. criteri centrati sulla base tecnologica identificano le industrie in funzione di: caratteristiche delle tecnologie impiegate dinamiche e struttura dei costi interdipendenze e complementarità tra processi produttivi tipo e ventaglio di competenze e attori coinvolti

23 4. Definizioni e confini Esempi di aggregazioni di industrie Per Intensità tecnologica (OCSE) High technology Medium-high technology Medium-low technology Low technology Aerospace, Computers, office machinery, Electronics, communications, Pharmaceuticals Scientific instruments, Motor vehicles, Electrical machinery, Chemicals, Other transport equipment, Non-electrical machinery Rubber and plastic products, Shipbuilding, Other manufacturing, Non-ferrous metals, Non-metallic mineral products, Fabricated metal products, Petroleum refining, Ferrous metal Paper printing, Textile and clothing, Food, beverages and tobacco, Wood and furniture

24 4. Definizioni e confini d. per caratteristiche istituzionali: dimensione di impresa, obiettivi e fonti dell innovazione, appropriabilità dei risultati e barriere all entrata (Pavitt, 1984) Settori tradizionali (Supplier dominated) Settori Specializzati (Specialised Suppliers) Settori ad alta intensità di scala (Scale intensive) Settori basati sulla scienza (Science based) Tessile, abbigliamento, calzature, alimentari Meccanica strumentale, Macchinari, Strumenti di precisione Siderurgia, Auto, Beni di consumo durevole Elettronica, Farmaceutica, Chimica Fine, Aeronautica

25 La tassonomia di Pavitt (1984): Dimensione d impresa Obiettivo dell innovazione Fonte dell innovazione Appropriabilità dei risultati Barriere all entrata Settori tradizionali (Supplier dominated) Settori Specializzati (Specialised Suppliers) Settori ad alta intensità di scala (Scale intensive) Settori basati sulla scienza (Science based) Medio-Piccola Medio-Piccola Medio-Grande Sia GI che PMI Rid. Costi Esterna (fornitori) Apprendimento dall uso Scarsa (imitazione) Miglioramento performance, affidabilità e customizzazione Esterna (interax con utilizzatore) Interna (apprendimento) Elevata (conosc. tacite) Rid. Costi (Δ proc/prod, ec. Scala) Esterna (fornitori) Interna (R&S) Media (brevetti/segretezza) Nuovi prodotti/processi Interna (R&S) Esterna (partnerships) Elevata (brevetti, innovazione continua) Basse Medie Alte Alte Settori Tessile, abbigliamento, calzature, alimentari Meccanica strumentale, Macchinari, Strumenti di precisione Siderurgia, Auto, Beni di consumo durevole Elettronica, Farmaceutica, Chimica Fine, Aeronautica

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