Descrizione dei bipoli utilizzati in questo corso

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1 Lezione n.2 Descrizione dei bipoli utilizzati in questo corso 1. Descrizione dei bipoli 1.1 Il resistore 1.2 Il circuito aperto 1.3 Il corto circuito 1.4 I generatori di tensione e di corrente Generatori ideali indipendenti di tensione e di corrente Generatori reali indipendenti di tensione e di corrente 1.5 Il condensatore 1.6 L induttore 1.7 L interruttore 2. Schema riassuntivo dei bipoli passivi 3. I bipoli in serie e in parallelo 4. L amperometro, il voltmetro e il wattmetro Tag: resistore, condensatore, induttore, circuito aperto, corto circuito, interruttore, generatori ideali di tensione e corrente, generatori reali di tensione e corrente, resistenza, conduttanza, induttanza, capacità, Ohm, Siemens, Henry, Farad, caratteristica statica, piano i-v, curva caratteristica, carica elettrica, coulomb, flusso di campo magnetico, bipoli serie, bipoli parallelo, amperometro, voltmetro, wattmetro, voltmetrica, amperometrica. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 1/19

2 1. Descrizione dei bipoli Come abbiamo già detto nel paragrafo 2 della Lezione n.1 la relazione caratteristica di un bipolo tempo-invariante sono: v t r i t oppure t g v t i. (1) In questo capitolo daremo forma alla relazione caratteristica di ogni tipo di bipolo che utilizzeremo nel corso. 1.1 Il resistore Il simbolo che rappresenta il bipolo resistore è illustrato in Fig.1. Fig. 1 Simbolo del bipolo resistore. Un resistore è un bipolo adinamico avente la seguente caratteristica: v( t) r( i( t)), i( t) g( v( t)) (2) a seconda se è controllato in corrente o in tensione. Se è controllato in corrente e tensione si ha. 1. r g. (3) Noi tratteremo solo resistori lineari e tempo invarianti. Per questi resistori, avendo introdotto la tensione e la corrente e avendo fatto la convenzione dell utilizzatore come in Fig. 1, possiamo scrivere: v t Ri t, (4) dove R 0 è la resistenza misurata in Ohm ( ). Nel caso in cui avessimo fatto la convenzione del generatore sul bipolo resistore dovremmo considerare un segno Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 2/19

3 negativo davanti al termine al secondo membro della (4). Volendo utilizzare la caratteristica controllata in tensione: 1 i t v t Gv t, (5) R 1 dove G=R 1 0 è la conduttanza misurata in Siemens ( S ). La resistenza R (come la conduttanza) dipende dalla resistività del conduttore e dalla sua geometria. La relazione (4) è data quando è stata fatta sul bipolo la convenzione dell utilizzatore. Introducendo la potenza come nella (6) della Lezione n.1, avremo che, avendo fatto la convenzione dell utilizzatore, la potenza assorbita dal resistore risulta: t v t i t p R i t 2. (6) Analizzando la (6), otteniamo che il segno della potenza assorbita sarà sempre positivo in quanto R è una costante positiva ed il quadrato della corrente sarà sempre, anch esso, positivo qualunque sia il segno della corrente. Il resistore è, dunque, un elemento passivo. v R=tg i Fig. 2 Curva caratteristica di un resistore lineare. In Fig. 2 abbiamo rappresentato la curva caratteristica del resistore lineare che corrisponde alla relazione caratteristica (4). La pendenza della curva è la costante R della (4). È stato possibile considerare la curva caratteristica in quanto il resistore è un bipolo adinamico. Dalla Fig. 2 possiamo osservare che, al variare del tempo t, la coppia di grandezze e si muove lungo l asse rappresentato in figura. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 3/19

4 1.2 Il corto circuito Il simbolo che rappresenta il bipolo corto circuito è quello riportato in Fig. 3. Fig. 3 Simbolo di bipolo corto circuito. Il corto circuito ha una caratteristica controllata in corrente: v( t) 0. (7) Tale bipolo si può modellare con un resistore di resistenza nulla (R 0). Il resistore ha una tensione ai suoi capi pari a zero indipendentemente dalla corrente che lo attraversa, o anche per qualsiasi corrente indotta nel corto circuito, la tensione è nulla. Osserviamo che il bipolo corto circuito è una idealizzazione. Ogni conduttore per quanto ideale presenta sempre, seppur piccola, resistenza finita. v i Fig. 4 Curva caratteristica di un corto circuito. È un bipolo a-dinamico la cui curva caratteristica è rappresentata in Fig. 4. La potenza assorbita o generata da un corto circuito è nulla. Il bipolo corto circuito è un elemento lineare in quanto verifica la condizione (10) della Lezione n Il circuito aperto Il simbolo che rappresenta il bipolo circuito aperto è quello riportato in Fig. 5. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 4/19

5 Fig. 5 Simbolo di bipolo circuito aperto. Il circuito aperto ha una caratteristica controllata in tensione: i( t) 0. (8) Tale bipolo si può modellare con una conduttanza nulla (G 0). La sua particolarità è di aver una corrente nulla qualunque sia la tensione applicata ai morsetti. È un bipolo a-dinamico la cui curva caratteristica è rappresentata in Fig. 6. La potenza assorbita o generata da un circuito aperto è nulla. v i Fig. 6 Curva caratteristica di un circuito aperto. Il bipolo corto circuito è un elemento lineare in quanto verifica la condizione (11) della Lezione n I generatori di tensione e di corrente In questo paragrafo introduciamo i bipoli che alimentano i circuiti, grazie alla loro presenza è possibile osservare valori non nulli delle tensioni e correnti dei circuiti. I generatori indipendenti forniscono al circuito l energia necessaria al suo funzionamento. La caratteristica peculiare di questi bipoli è che le cariche si muovono dal potenziale più basso a quello più alto. Questo accade grazie a delle forze di altra natura (meccaniche, chimiche) esistenti all interno dei bipoli generatore. Le cariche si muovono in verso contrario al campo elettrico. In questo modo corrente e tensione avranno stesso segno se considerate con lo stesso verso. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 5/19

6 Vedremo prima i bipoli generatori ideali e poi i generatori reali. L uso dei generatori ideali, seppur consentito dalla teoria dei circuiti, costituisce una eccessiva idealizzazione; pertanto, quando si utilizzano nei circuiti, è necessario verificare che non generino delle configurazioni che mostrino delle patologie. Nel paragrafo 2.2 della Lezione n. 4 sono mostrati alcuni esempi Generatori ideali indipendenti di tensione e di corrente Il simbolo che rappresenta il generatore ideale di tensione è illustrato in Fig. 7. e(t) Fig. 7 Simbolo di bipolo generatore ideale indipendente di tensione. La relazione caratteristica di questo bipolo è la seguente e t v t, (9) dove e t è una funzione nota. Questo bipolo è un bipolo adinamico, attivo e controllato in corrente. La curva caratteristica è rappresentata in Fig. 8. v e i Fig. 8 Curva caratteristica di un generatore ideale indipendente di tensione. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 6/19

7 Osserviamo che quando il generatore ideale di tensione è spento si comporta come un corto circuito in quanto v t 0. Il simbolo che rappresenta il generatore ideale di corrente è illustrato in Fig. 9. j(t) Fig. 9 Simbolo di bipolo generatore ideale indipendente di corrente. La relazione caratteristica di questo bipolo è la seguente j t i t, (10) dove j t è una funzione data. Questo bipolo è un bipolo adinamico, attivo e controllato in tensione. La curva caratteristica è rappresentata in Fig. 10. Osserviamo che quando il generatore ideale di corrente è spento si comporta come un circuito aperto in quanto i t 0. v j i Fig Curva caratteristica di un generatore ideale indipendente di corrente. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 7/19

8 1.4.2 Generatori reali indipendenti di tensione e di corrente I generatori ideali sono delle idealizzazioni di sistemi elettrici i quali, seppur piccoli, presenterebbero degli effetti resistivi. In particolare, nei generatori ideali di tensione andrebbe considerata una resistenza in serie (vedi paragrafo 3 per la definizione di serie) come illustrato in Fig. 11. In questo caso possiamo parlare di generatore reale di tensione. Analogamente per il generatore di corrente. In questo caso andrebbe considerata una resistenza in parallelo (vedi paragrafo 3 per la definizione di parallelo) come in Fig. 13 ottenendo il generatore reale di corrente. R e(t) Fig. 11 Rappresentazione di un generatore reale indipendente di tensione. Il generatore reale di tensione ha in serie (vedi paragrafo 3 per la definizione di serie) una resistenza. Se l avessimo considerata in parallelo (vedi paragrafo 3 per la definizione di parallelo), qualora il generatore (ideale) fosse spento comportandosi come un corto circuito, imporrebbe una tensione nulla alla resistenza in parallelo in modo che il bipolo equivalente si comporti globalmente come un corto circuito. In questo modo gli effetti resistivi comunque ineliminabili non verrebbero tenuti in conto. Il discorso duale vale per il generatore reale di corrente: se avessimo considerato una resistenza in serie (vedi paragrafo 3 per la definizione di serie) non avremmo ben modellato la presenza di effetti resistivi interni in quanto a generatore ideale spento, equivalente ad un circuito aperto, la resistenza in serie rimarrebbe fluttuante, ossia non vedrebbe corrente al suo interno. Avendo scelto i versi della tensione e della corrente come in Fig. 11, la relazione caratteristica del generatore reale di tensione è la seguente: e v t Ri t t, (11) Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 8/19

9 dove e t è una funzione nota, R è la resistenza della Fig. 11. Questo bipolo è un bipolo adinamico, attivo e controllato in corrente. La curva caratteristica è rappresentata in Fig. 12. Osserviamo che quando il generatore ideale di tensione è spento il bipolo si comporta come una resistenza di valore R. v e i Fig. 12 Curva caratteristica di un generatore reale indipendente di tensione. Avendo scelto i versi della tensione e della corrente come in Fig. 13, la relazione caratteristica del generatore reale di corrente è la seguente: v t i t j t i t Gv t j t, (12) R dove j t è una funzione nota, R è la resistenza della Fig. 13. Questo bipolo è un bipolo adinamico, attivo e controllato in tensione. La curva caratteristica è rappresentata in Fig. 14. Osserviamo che quando il generatore ideale di corrente è spento si comporta come un i t. circuito aperto in quanto 0 j(t) R Fig. 13 Rappresentazione di un generatore reale indipendente di corrente. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/2018 9/19

10 v j i Fig Curva caratteristica di un generatore reale indipendente di corrente. Osserviamo che la (11) e la (12) rappresentano la stessa caratteristica se risulta essere: e t t Rj. (13) La (13) ci dice che i due generatori reali sono equivalenti se si verifica una condizione sui valori delle grandezze erogate. Questo risultato, molto interessante ai fini pratici, sarà ampiamente ripreso nella Lezione n.7, quando introdurremo il Teorema del generatore equivalente. 1.5 Il condensatore Il simbolo che rappresenta il bipolo condensatore è illustrato in Fig. 15. Fig. 15 Simbolo del bipolo condensatore. Per descrivere fisicamente il condensatore facciamo riferimento ad una realizzazione molto semplice. Consideriamo il condensatore piano. Questo è costituito da due lastre piane conduttrici, le cosiddette armature, poste frontalmente (esistono geometrie Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

11 non per forza piane), ciascuna delle quali è collegata ad un morsetto mediante un conduttore supposto ideale (conducibilità infinita) come in Fig.16. Fig. 16 Schema di un condensatore piano. Tra le due armature del condensatore è posto del materiale dielettrico (ad esempio l aria) che impedisce il passaggio di corrente all interno delle due piastre. Supponendo l idealità del conduttore e del dielettrico, le cariche opposte si possono distribuire uniformemente su ciascuna armatura che sarà una superficie equipotenziale. Quando il condensatore presenta ai suoi morsetti una tensione non nulla, allora vorrà dire che vi sono sulle due armature due distribuzioni di cariche di segno opposto. Anche se i morsetti del condensatore non sono chiusi su altri bipoli, grazie al fatto che possono esserci comunque le distribuzioni di cariche sulle armature, possiamo misurare una tensione non nulla tra le armature. Il condensatore può immagazzinare energia, in questo caso elettrostatica. L energia immagazzinata può venire messa a disposizione del circuito una volta che il condensatore venga nuovamente collegato ad un sotto-circuito. Per esempio, se si connette un condensatore ad un resistore l energia immagazzinata si dissiperà per effetto Joule nel resistore fino a che ai capi dei due componenti vi sarà una tensione nulla (il resistore consentirà alle cariche separate sulle armature del condensatore di ricombinarsi). Un condensatore scarico può essere caricato. In questo caso occorrerà un generatore reale, come vedremo nelle prossime lezioni, che lo carichi, portando la tensione dal valore nullo ad un valore dato non nullo. In questo caso il generatore forza le cariche ha separarsi e le distribuisce sulle armature. In Fig. 17 abbiamo rappresentato i circuiti di carica di un condensatore, circuito RC serie e RC parallelo. La carica sulle armature è legata alla tensione ai capi del condensatore con una relazione di proporzionalità: q t Cv t, (14) Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

12 dove q indica la carica elettrica su una armatura misurata in Coulomb (C), v la tensione tra le armature e C la capacità. La capacità dipende dal dielettrico impiegato e dalla geometria, si misura in Farad (F). I valori tipici di capacità utilizzate sono dell ordine dei micro Farad ( F). Pensiamo ora alla scarica del condensatore. Se cortocircuitassimo un condensatore ideale carico (cioè se lo collegassimo ad un resistore di resistenza nulla) avremmo un incompatibilità: la tensione non nulla sul condensatore non sarebbe bilanciata da una tensione uguale sul corto circuito perché questo imporrebbe una tensione nulla. Ma noi sappiamo che il corto circuito è una idealizzazione in quanto ogni conduttore, anche se molto piccola, ha pur sempre una resistività non nulla. Pertanto, se pur piccola, una resistenza andrebbe comunque considerata. Una domanda: se tra le armature non può esserci passaggio di corrente come può essere verificata la legge di continuità della carica che mi dice che scelta una qualunque superficie chiusa (per esempio la di Fig. 16) la somma algebrica delle correnti entranti (o uscenti) deve essere nulla? Come sarebbe bilanciata la corrente del conduttore che attraversa la? Tra le due armature và considerata la corrente di spostamento che esiste grazie al fatto che tra le armature c è un campo elettrico variabile nel tempo. Il bilancio è salvo se nel condensatore vi è una corrente di spostamento E t t e quindi se il campo elettrico che esiste al suo interno varia nel tempo. In questo caso tutte le grandezze varierebbero nel tempo. Questo vuol dire che se siamo in regime stazionario cioè se nel circuito tutte le grandezze sono costanti - non c è corrente di spostamento e il condensatore si comporta come un bipolo circuito aperto anche se si può misurare una tensione non nulla ai suoi capi. La corrente che attraversa il condensatore è data dalla (1) della Lezione n.1: t dq i t, (15) dt Utilizzando la (15) possiamo infine scrivere: i t C dv t, (16) dt avendo supposto C costante nel tempo. La (16) rappresenta la relazione caratteristica del condensatore. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

13 Fig. 17 Circuiti di carica di un condensatore, serie e parallelo. La relazione caratteristica (16) è data con la convenzione dell utilizzatore. Nel caso in cui avessimo fatto la convenzione del generatore sul bipolo condensatore dovremmo considerare un segno negativo davanti al termine al secondo membro della (16). Il condensatore è un bipolo dinamico passivo. Riguardo la passività, se consideriamo la definizione (9) della Lezione n.1, questa risulterà verificata. Da un punto di vista fisico questo vuol dire che il condensatore può immagazzinare e poi, eventualmente, cedere energia ma solo dopo averla ricevuta da una fonte esterna. Se la capacità C è una costante il condensatore è lineare e tempo invariante. 1.6 L induttore Il simbolo che rappresenta il bipolo induttore è mostrato in Fig.18. Fig. 18 Simbolo del bipolo induttore. Descriviamo rapidamente l induttore da un punto di vista fisico. Questo è costituito da un avvolgimento di un certo numero di spire, diciamolen, su un supporto tipicamente di materiale magnetico. Per l induttore non ci sono problemi di correnti di spostamento, perché esso è realizzato da un conduttore continuo attraversato dalla corrente che troviamo ai morsetti. Il problema sorge, invece, per l irrotazionalità del campo elettrico e quindi per la definizione di una tensione tra i due morsetti. Infatti non è detto che, all esterno dell induttore, non ci sia una variazione di campo Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

14 magnetico tale da rendere il campo elettrico non più irrotazionale. Per affermare che tale sistema è un bipolo, trascureremo rispetto alla regione interna all avvolgimento gli effetti di variazione del campo magnetico all esterno dell avvolgimento. Del resto, abbiamo fatto lo stesso per il condensatore quando abbiamo trascurato la corrente di spostamento fuori delle armature e l abbiamo considerata solo all interno. Se consideriamo una singola spira, sappiamo che la corrente che circola nella spira produce un campo magnetico cui è associato un flusso di campo magnetico, chiamiamolo. Inoltre, sappiamo che il legame tra tale flusso e la corrente che lo B ha prodotto è di tipo proporzionale: B t L 0 i t, (17) dove L rappresenta l induttanza della singola spira. Questa dipende dalla geometria 0 della spira e dal tipo di materiale magnetico impiegato su cui è avvolta la spira. Nel nostro caso, l avvolgimento è costituito da Nspire, pertanto scriveremo NL L, (18) t i t i t B 0 dove abbiamo posto NL =L. L induttanza si misura in Henry (H). Valori tipici sono 0 dell ordine dei milli Henry (mh). Se chiudiamo in corto circuito l induttore (il condensatore lo chiudevamo su un circuito aperto), abbiamo che l induttore, potendo circolare in esso la corrente i t, immagazzina energia magnetica proprio attraverso la presenza del flusso legato alla corrente i t. In questo caso, diciamo che B l induttore è carico. Da quanto accennato prima, è possibile notare una dualità tra l induttore ed il condensatore. Così come il condensatore era carico grazie alla presenza della carica q, ora l induttore è carico grazie al flusso. Nel condensatore misuriamo una B tensione a vuoto, nell induttore misuriamo una corrente di corto circuito. Entrambi i bipoli, per caricarsi, devono immagazzinare energia fornitagli da fonti esterne, mentre per scaricarsi, devono essere collegati ad una resistenza. Fig. 19 Circuiti di carica di un induttore. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

15 In Fig. 19 abbiamo mostrato i circuiti di carica di un induttore. Cerchiamo ora la relazione caratteristica dell induttore. Sempre dai campi, ricordiamo la legge di Faraday-Neumann. Questa ci dice che ai capi di una spira in cui circola una corrente i t, cui è legato il flusso, si misura una tensione v t B data da v t d t B (19) dt e quindi dalla (15) e dalla (16) si ha t di v t L ; (20) dt in cui abbiamo supposto L costante nel tempo. Si osservi che la relazione caratteristica (20) è data avendo scelto la convenzione dell utilizzatore. Nel caso in cui avessimo fatto la convenzione del generatore sul bipolo induttore dovremmo considerare un segno negativo davanti al termine al secondo membro della (20). Anche l induttore è un bipolo dinamico passivo. Se l induttanza L è costante l induttore è lineare e tempo invariante. 1.7 L interruttore In ultimo, vediamo un tipo di bipolo non lineare che, tuttavia, utilizzeremo nei nostri circuiti per la sua utilità nello studio dei transitori. Il simbolo è rappresentato in Fig. 20a - 20b a seconda se l interruttore è in apertura od in chiusura all istante t 0. L interruttore si comporta in questo modo: quando si considera chiuso, si comporta come un corto circuito; quando si considera aperto, si comporta come un bipolo circuito aperto. t=t 0 t=t 0 Fig.20a Interruttore in apertura. Fig.20b Interruttore in chiusura. La relazione caratteristica del bipolo interruttore è per quello di Fig 20a: Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

16 = 0 per t < t 0 ; =0 per t > t 0. (21a) La relazione caratteristica del bipolo interruttore è per quello di Fig 20b: = 0 per t < t 0 ; =0 per t > t 0. (21b) Il bipolo interruttore è un bipolo passivo adinamico non lineare e tempo variante. 2. Schema riassuntivo dei bipoli passivi In questo paragrafo mostriamo nella Tab. 1 una sintesi di tutti i bipoli passivi introdotti e le loro caratteristiche. Resistore lineare t Ri t i t Gvt Circuito aperto lineare 0 v, Corto circuito lineare 0 Condensatore Induttore lineare lineare passivo adinamico Controllato in tensione e corrente i t passivo adinamico Controllato in tensione v t passivo adinamico Controllato in corrente passivo dinamico Controllato i t in tensione v t C dv t dt L di t dt passivo Tab. 1 Classificazione bipoli passivi. dinamico Controllato in corrente 3. I bipoli in serie e in parallelo Introduciamo due concetti fondamentali, la serie e il parallelo di bipoli. Anche se queste nozioni riguardano la connessione dei bipoli piuttosto che la loro natura, preferiamo introdurli in questa Lezione perché per descrivere alcuni bipoli abbiamo utilizzato questi due concetti. Due bipoli si dicono connessi in serie, o più brevemente si dicono in serie, quando hanno un solo morsetto in comune e quando la corrente di un bipolo entrante nel morsetto comune è uguale a quella dell altro bipolo uscente dal morsetto comune (Fig. 21). Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

17 Due bipoli si dicono connessi in parallelo, o più brevemente si dicono in parallelo, quando hanno tutti e due i morsetti in comune e quando la tensione su entrambi è la stessa (Fig. 22). Fig. 21 Bipoli in serie. Fig. 22 Bipoli in parallelo. 4. L amperometro, il voltmetro e il wattmetro Spesso in un circuito una o più grandezze non sono note. Quando una parte della rete da analizzare si presenta come una scatola chiusa e quindi quando non esiste una rappresentazione schematica dei collegamenti e dei componenti che sono presenti al suo interno, è praticamente impossibile eseguire calcoli che ci portino alla totale conoscenza della rete elettrica formata da tali oggetti. Per arrivare a dei dati certi, è necessario praticare delle misure elettriche che ci permettono di rilevare mediante opportuni strumenti il valore delle grandezze elettriche. Gli strumenti idonei a tali misure sono due: il Voltmetro e l Amperometro. Si comprende dal nome degli strumenti, che essi servono a misurare rispettivamente la tensione e la corrente. Sotto-circuito C A Bipolo B Fig. 23 Generico circuito nel quale un sotto-circuito non è accessibile all interno. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19 B

18 In Fig. 23 abbiamo rappresentato un bipolo collegato ad un sotto-circuito C di cui supponiamo non poter conoscere la struttura interna, attraverso i morsetti A-B. In questo caso per poter determinare il valore della corrente e della tensione sul bipolo B dobbiamo necessariamente operare una misura di tensione o di corrente. Illustriamo ciò nella Fig. 24a e 24b, dove abbiamo inserito rispettivamente un Voltmetro (V) e un Amperometro (A). Come si vede il Voltmetro è collegato in parallelo al bipolo per la misura di tensione, mentre l Amperometro è collegato in serie al bipolo per la misura di corrente. Abbiamo utilizzato un segno + e un segno per indicare il fatto che il valore di misura consegnatoci dal Voltmetro si riferirà al verso della tensione preso con la freccia che punta sul segno positivo e ha il piede sul segno negativo. Nel caso della Fig. 24a il Voltmetro misura proprio la nostra. Per l amperometro vale il discorso analogo. Basti evidenziare che nella Fig. 24b misuriamo la corrente. Infine volendo determinare il valore della potenza p(t) assorbita dal bipolo B dobbiamo poter valutare il prodotto (si osservi che sul bipolo B abbiamo fatto la convenzione dell utilizzatore). Pertanto dovremo operare nei seguenti modi: 1) Una volta determinato il valore della tensione con il Voltmetro determiniamo la corrente utilizzando la relazione caratteristica del bipolo B e poi calcoliamo p(t). 2) Una volta determinato il valore della corrente con l Amperometro determiniamo la tensione utilizzando la relazione caratteristica del bipolo B e poi calcoliamo p(t). 3) Utilizziamo uno strumento di misura denominato Wattmetro. Il wattmetro (W) è uno strumento che misura la potenza p(t) assorbita o erogata da un bipolo. Questo strumento è dotato di 4 morsetti due per la cosiddetta voltmetrica e due per la cosiddetta amperometrica. In Fig. 25 abbiamo mostrato il suo inserimento. Si osservi come i morsetti della voltmetrica sono collegati in parallelo e quelli dell amperometrica in serie al sotto-circuito C. Sotto-circuito C A V Bipolo B B Fig.24a Inserimento di un voltmetro V. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

19 Sotto-circuito C A Bipolo B Fig.24b Inserimento di un Amperometro A. Come nel caso del Voltmetro e dell Amperometro, anche nel Wattmetro è necessario indicare gli opportuni segni, uno positivo e uno negativo, per il verso della tensione e della corrente. Nella Fig. 25 il Wattmetro misura, avendo scelto i segni mostrati per i quattro morsetti, la potenza assorbita dal bipolo B e, quindi, quella erogata dal sottocircuito C. Conviene sempre indicare esplicitamente i 4 morsetti come indicato in Fig. 25. Si osservi come l amperometrica è indicata dalla presenza dei due cerchietti vuoti. Vedremo nella Lezione n.8 come si può utilizzare il wattmetro per misurare la potenza media assorbita o erogata da un bipolo. In particolare, nel paragrafo 6.1 di quella lezione affronteremo la soluzione di un esercizio che riguarda un circuito in cui è inserito un wattmetro. Sotto-circuito C W A Bipolo B B Fig. 25 Inserimento di un Wattmetro in un circuito per misurare la potenza assorbita da un bipolo B. Corso di Elettrotecnica Prof.ssa Lorenza Corti A.A. 2017/ /19

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