Quadro generale Febbraio 2013

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1 Quadro generale Dopo il movimento positivo dei mercati alimentato da un generale incremento della propensione al rischio degli investitori all inizio del nuovo anno, nel mese di febbraio è seguita una sostanziale stabilizzazione accompagnata da un moderato aumento della volatilità e dell incertezza, in seguito ai segnali ancora contrastanti dell economia reale e delle vicende dell area Euro. L evoluzione del quadro macroeconomico, in particolare, è stata almeno in parte peggiore rispetto alle aspettative, inducendo una parziale correzione dei mercati azionari europei e senza conseguenze rilevanti, invece, negli Stati Uniti, dove è proseguito il consolidamento del movimento positivo in atto, accompagnato da un limitato ma sensibile incremento del livello dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi ed europei. Negli Stati Uniti la dinamica dei mercati finanziari è tornata, negli ultimi mesi, coerente con l evoluzione dei fondamentali economici: il graduale consolidamento della crescita ha determinato una dinamica positiva del mercato azionario ed un rialzo dei tassi di interesse, anche se entrambi i movimenti risultano ancora significativamente influenzati dalla politica monetaria della Federal Reserve, efficace, fino ad ora, ad indurre una graduale normalizzazione dei mercati stessi. Nonostante l inattesa stagnazione dell economia nell ultimo trimestre dell anno e il miglioramento ancora estremamente moderato del mercato del lavoro, infatti, le prospettive rimangono positive, soprattutto alla luce della continua crescita del reddito disponibile, supportata dalla ripresa del mercato immobiliare e di quello azionario, e dalle conseguenze positive sugli ordini ed i consumi interni. Un fattore di incertezza potrà essere rappresentato dall evoluzione della situazione fiscale, sia per l effetto sui consumi della maggiore pressione fiscale sia per i rischi legati al confronto politico sui tagli alla spesa pubblica ma l economia statunitense appare in grado di continuare a crescere in maniera contenuta ma relativamente stabile nel medio periodo e qualsiasi eventuale fase di momentanea correzione sul mercato potrebbe rappresentare una buona opportunità di investimento. Viceversa, la debolezza del mercato obbligazionario, limitata dall azione della Fed e dal ritmo moderato della crescita, potrebbe proseguire ed accentuarsi nel medio periodo attraverso un graduale ma costante incremento dei tassi di interesse prima sulle scadenze più lunghe e successivamente su quelle più brevi, quando il mercato comincerà a scontare un cambio di direzione della politica monetaria. Differente la situazione in Europa, dove il deterioramento del quadro macroeconomico è stato decisamente peggiore, i fattori potenzialmente positivi sono pochi ed i possibili rischi ancora numerosi. La contrazione del PIL nell ultimo trimestre dell anno, infatti, è stata peggiore dell aspettative in tutti i principali paesi dell area Euro e, di conseguenza, a livello aggregato (-0,6% dopo -0,1% del trimestre precedente), variando dal -0,3% della Francia al -0,9% dell Italia, nonostante il consenso fosse già unanime riguardo un significativo deterioramento. I (pochi) segnali positivi giungono dalla dinamica della produzione industriale nel mese di dicembre, compensati, però, dalle relativa debolezza delle esportazioni e dal pesante crollo (-1,7%) delle vendite al dettaglio in Germania, cioè il paese europeo più competitivo, e dalle rilevazioni molto negative registrate in Italia, la terza economia più importante in Europa. Leggermente migliore appare la situazione della Francia, dove i consumi interni hanno offerto un utile sostegno per una sostanziale stagnazione dell economia ma la necessità di politiche fiscali restrittive, al fine di rispettare il contenimento del debito pubblico imposto dalle regole comunitarie, andrà presumibilmente ad erodere anche questo debole elemento positivo.

2 Anche le vicende politiche non offrono spunti incoraggianti: congelata ogni discussione riguardo la supervisione bancaria e la riforma delle istituzioni europee, l attenzione dell Eurogruppo è concentrata sulla definizione di un piano di salvataggio per Cipro, paesi piccolo ma con un sistema bancario il cui peso sul PIL è simile a quello dell Irlanda, un economia decisamente più debole e forti legami con i capitali russi, e sulle difficoltà nella ristrutturazione delle banche greche, mentre il paese sprofonda in una recessione sempre più grave e socialmente insostenibile. Cresce, inoltre, l incertezza riguardo l esito delle elezioni italiane ed il rischio di un risultato non in grado di garantire stabilità e quindi governabilità al paese mentre la contrazione dell economia mette a rischio anche la stabilità di bilancio a partire dal 2014; in Spagna, intanto, gli scandali e le accuse di corruzione all interno del governo di Madrid non agevolano l azione del Primo Ministro Rajoy. Nonostante tutto questo, però, il differenziale di rendimento tra i titoli dei paesi periferici rispetto a quelli tedeschi sono relativamente stabili ed oscillano intorno a valori relativamente contenuti rispetto a quanto osservato nei mesi precedenti, in un contesto di tassi di interesse in lieve rialzo anche in Germania e la correzione del mercato azionario risulta essere ancora moderata. Le prospettive sono però negative nel medio periodo, le valutazioni non in linea con i fondamentali macroeconomici e con la situazione politica ed i rischi di nuove fasi di volatilità ed avversione al rischio rimangono elevati, non compensati da rendimenti attesi adeguati. Una parte importante del dibattito economico e politico delle ultime settimane, inoltre, ha riguardato il mercato delle valute ed i rischi di politiche monetarie e fiscali attuate (anche) attraverso l intervento sul mercato dei cambi; la significativa volatilità ed il repentino e fugace apprezzamento dell Euro è stata la causa scatenante della discussione ma, probabilmente, soltanto un sintomo di qualcosa di diverso e più ampio. Un aspetto è relativo ai diversi obiettivi delle differenti banche centrali e degli strumenti a loro disposizione per perseguirli: in alcuni casi, come ad esempio il Giappone, le scelte di politica monetaria sono di fatto coordinate con la politica fiscale ed il tasso di cambio è parte di tali scelte, nel caso degli Stati Uniti, invece, questo coordinamento non è così diretto ma in ogni caso presente, soprattutto negli ultimi anni, e la dinamica della valuta non rientra in maniera esplicita negli obiettivi della Federal Reserve. Diversa ancora la situazione nell area Euro, dove un unica Banca Centrale coesiste con diversi governi nazionali, le cui politiche economiche e fiscali sono a loro volta poco coordinate, e persegue un unico obiettivo, cioè il controllo delle aspettative inflazionistiche, attraverso un unico (in teoria) strumento, il livello del tasso di rifinanziamento, ed il controllo del valore dell Euro è esplicitamente escluso dalle sue prerogative. Questo significa, in sostanza, che mentre nel caso di paesi quali Giappone, Stati Uniti o Regno Unito il tasso di cambio delle divise nazionali è, almeno in parte, il risultato della relazione tra le scelte di politica monetaria delle rispettive banche centrali e quelle di politica fiscale ed economica dei governi, le oscillazioni di valore dell Euro sono funzione non tanto (o non solo) delle scelte della BCE ma anche di quelle dei diversi paesi europei e delle altre banche centrali, con risultati a volte poco coerenti. L apprezzamento della moneta unica nelle ultime settimane, ad esempio, è assolutamente insensato e controproducente in un contesto di politiche fiscali estremamente restrittive e penalizzanti per la domanda interna, le quali individuano, di fatto, nella domanda estera e nelle esportazioni l unico fattore possibile di ripresa economica, ma è piuttosto il risultato delle scelte compiute da altri paesi e da altre banche centrali. Il Presidente Draghi è intervenuto in occasione dell ultima riunione della BCE, ribadendo la propria terzietà rispetto il valore dell Euro ma sottolineando gli eventuali rischi per la stabilità finanziaria dell Europa e trasmettendo così un segnale poco chiaro ma efficace, almeno nel breve periodo, ai mercati ed innescando una repentina correzione.

3 Un secondo aspetto, probabilmente determinante nel medio e lungo periodo, riguarda i fondamentali macroeconomici delle diverse valute, sulle quali pesa la debolezza dell economia europea, il possibile graduale rialzo dei tassi di interesse statunitensi, la dinamica della bilancia commerciale delle differenti economie nazionali. Il risultato dell interazioni tra tanti fattori differenti rende molto difficile formulare previsioni o aspettative, soprattutto nel breve periodo, ma lo scenario più probabile rimane quello di una continua significativa volatilità sui mercati valutari nei prossimi mesi in assenza, però, di movimenti direzionali forti ma piuttosto continue oscillazioni entro bande relativamente ampie. Un ultima riflessione, infine, riguarda i mercati emergenti o meglio presunti tali: come nei planisferi a cui ancora siamo abituati, l attenzione degli analisti e di buona parte degli investitori pone ancora al centro l Europa ed il mondo occidentale ma il cambiamento dell asse di gravità dell economia mondiale, un processo lento ma con radici sociali, politiche e demografiche salde e lontane nel tempo, appare sempre più evidente nell economia reale. L analisi dei dati macroeconomici dell anno appena concluso mettono in evidenza una crescita ancora sostenuta, prossima al 5% a livello aggregato, anche se in moderato calo rispetto al biennio precedente ma, soprattutto, la capacità politica ed economica di gestire la pressione sui prezzi al consumo di una domanda interna in costante aumento, conseguendo un significativo rallentamento dell inflazione (dal 5,4% nel 2011 al 2,9% nel 2013 in Cina, ad esempio) senza penalizzare significativamente la crescita. Ovviamente la situazione non è la medesima per tutti i paesi (ad esempio l inflazione prossima al 10% in India o superiore al 24% in Argentina) ed i rischi e l instabilità politica rimangono un fattore importante ma è sempre più chiaro come, andando oltre l etichetta probabilmente ormai troppo generica di economie in via di sviluppo, il contesto sociale e le istituzioni economiche e politiche siano ormai in molti casi assolutamente adeguate ad assecondare lo sviluppo di paesi con potenziali di crescita ancora enormi e sempre più prossimi ad assumere un ruolo centrale nell economia globale. Di fronte all incertezza politica ed alle scarse o contenute aspettative di crescita di molti dei paesi sviluppati (e forse in via di de-sviluppo), quindi, anche gli investitori dovranno considerare i paesi emergenti non soltanto come un opportunità marginale di diversificazione o di investimento opportunistico ma sempre più come un elemento (probabilmente il principale) di creazione di valore nel medio e lungo periodo.

4 Macroeconomic Data Euro Area Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 7-feb EC BCE Annuncio tassi FEB 0,75% 0,75% 0,75% 13-feb EC Produzione industriale area Euro m/m DIC 0,2% 0,7% -0,3% 11-feb FR Produzione industriale m/m DIC -0,2% -0,1% 0,5% 7-feb GE Produzione industriale m/m DIC 0,2% 0,3% 0,2% 8-feb IT Produzione industriale m/m DIC 0,3% 0,4% -1,0% 8-feb GE Esportazioni m/m DIC 1,4% 0,3% -3,4% 6-feb GE Ordini di fabbrica DIC 0,7% 0,8% -1,8% 31-gen GE Vendite al dettaglio m/m DIC -0,1% -1,7% 1,2% 5-feb EC Vendite al dettaglio m/m DIC -0,5% -0,8% 0,1% 20-feb IT Ordini Industriali m/m DIC -0,2% -1,8% -0,5% 24-gen IT Vendite al dettaglio m/m NOV -0,1% -0,4% -1,0% 1-feb IT Disoccupazione DIC 11,2% 11,2% 11,1% 1-feb EC Disoccupazione DIC 11,9% 11,7% 11,8% 30-gen SP PIL t/t 4 TRIM -0,6% -0,7% -0,3% 14-feb FR PIL t/t 4 TRIM -0,2% -0,3% 0,1% 14-feb GE Pil t/t 4 TRIM -0,5% -0,6% 0,2% 14-feb IT PIL t/t 4 TRIM -0,6% -0,9% -0,2% 14-feb EC PIL t/t 4 TRIM -0,4% -0,6% -0,1% In Europa, l andamento dell economia reale continua ad essere negativo: a penalizzare ulteriormente la dinamica dell intera area, oltre alla recessione in atto nei paesi periferici, è stato l evidente rallentamento anche dei paesi considerati più solidi, Francia e Germania in particolare. La congiuntura negativa dell area dell Euro è destinato a continuare anche nel A livello aggregato, il PIL del quarto trimestre del 2012 si è ridotto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente: mentre si aggrava la recessione nei paesi periferici (In Italia e Spagna il PIL si è contratto rispettivamente dello 0,9% e dello 0,7%), per la prima volta dall inizio della crisi dei debiti sovrani, l attività economica si è contratta anche in Francia e Germania, penalizzando ulteriormente l intera area dell Euro. La produzione industriale aggregata è cresciuta dello 0,7% a dicembre, in misura leggermente superiore alle aspettative; le vendite al dettaglio aggregate sono invece diminuite dello 0,8 % rispetto a novembre scorso. Infine, nonostante la debolezza del mercato del lavoro, in particolare nei paesi periferici, il tasso di disoccupazione si è leggermente ridotto all 11,7% a dicembre, benché la riduzione sia probabilmente legata a un effetto di stagionalità. La Germania continua a risentire del rallentamento dell economia globale, in particolare europea ed essendo storicamente dipende dalle esportazioni è stata penalizzata dall apprezzamento dell Euro osservato negli ultimi mesi; la debolezza della domanda interna continua ad avere riflessi negativi sulla produzione: a dicembre, a fronte di una riduzione delle vendite al dettaglio in misura pari all 1,7%, la produzione industriale è cresciuta di appena lo 0,3%, gli ordini di fabbrica

5 sono aumentati dello 0,8%, dopo la contrazione pari all 1,8% osservata il mese precedente; il rallentamento dell attività economica globale e il rafforzamento dell Euro continuano a riflettersi sulla dinamica delle esportazioni, che sono cresciute dello 0,3%, in misura largamente inferiore alle aspettative. In Italia, prosegue la fase recessiva e le rilevazioni del mese di dicembre sono state particolarmente negative: nonostante il lieve incremento della produzione industriale pari allo 0,4 %, gli ordini industriali sono diminuiti dell 1,8% su base mensile; inoltre, la recessione economica continua a riflettersi nella dinamica del mercato del lavoro: a novembre, il tasso di disoccupazione è cresciuto all 11,2%. La Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere inalterato il tasso di interesse ufficiale, alla luce della dinamica e delle aspettative di inflazione nel medio periodo, sottolineando nel contempo il peggioramento dell economia reale e la necessità che le misure intraprese comincino a riflettersi positivamente non solo sulla dinamica dei mercati ma anche sulle grandezze economiche. Le prospettive per l evoluzione del quadro macroeconomico dell area Euro nel medio periodo, quindi, rimangono negative: nonostante la previsione di un accelerazione del processo di crescente integrazione economica, fiscale e politica all interno dell area Euro e la dichiarata attenzione verso l esigenza di stimolare la crescita da parte dei governi, il rischio principale rimane quello che le politiche economiche restrittive, imposte dall approccio scelto per affrontare l attuale crisi, aggravino la recessione dei paesi periferici e impediscano una ripresa dell intera area nel breve e medio periodo. Di conseguenza, nonostante la propensione al rischio osservata sul mercato e il sensibile restringimento degli spread dei paesi periferici, permangono elementi di debolezza che potrebbero alimentare la volatilità del mercato obbligazionario e aggravare la crisi in atto, in particolare la possibile richiesta di aiuto della Spagna al fondo salva-stati, con conseguente eventuale intervento delle BCE, e l ulteriore riduzione del merito di credito dei titoli di Stato iberici sotto il livello investment grade e l esito incerto delle elezioni in Italia, che alimenta i rischi di instabilità politica.

6 Macroeconomic Data United States Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 31-gen US Reddito personale DIC 0,8% 2,6% 0,6% 13-feb US Vendite al dettaglio GEN 0,1% 0,1% 0,5% 1-feb US Variazione salari non agricoli GEN 165k 157k 155k 1-feb US Disoccupazione GEN 7,8% 7,9% 7,8% 4-feb US Ordini di fabbrica DIC 2,3% 1,8% 0,0% 28-gen US Ordini di beni durevoli DIC 2,0% 4,6% 0,7% 21-feb US Indice dei prezzi al consumo m/m GEN 0,1% 0,0% 0,0% 21-feb US CORE CPI m/m GEN 0,2% 0,3% 0,1% 21-feb US Indice dei prezzi al consumo a/a GEN 1,6% 1,6% 1,7% 21-feb US CORE CPI a/a GEN 1,8% 1,9% 1,9% 30-gen US PIL t/t 4 TRIM 1,1% -0,1% 3,1% Negli Stati Uniti, le ultime rilevazioni dipingono un quadro macroeconomico misto e confermano, in particolare, una moderata ripresa della crescita accompagnata da un evoluzione positiva, anche se graduale, dell occupazione e del mercato del lavoro. L aumento del potere di acquisto delle famiglie americane, benché più moderato negli ultimi mesi, continua a sostenere la domanda aggregata, con effetti potenzialmente positivi sull occupazione nel medio periodo e si è anche tradotto in un una dinamica positiva del mercato immobiliare. Il reddito personale è cresciuto dello 0,6% rispetto a ottobre e le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,5% a dicembre; gli ordini di beni durevoli sono cresciuti dello 0,7% a novembre, in misura superiore alle aspettative, confermando la dinamica positiva; gli ordini di fabbrica sono rimasti stabili rispetto a ottobre, contrariamente alle aspettative di una crescita moderata. Il mercato del lavoro americano ha avuto una dinamica parzialmente positiva nel corso del mese di dicembre: i nuovi salari sono cresciuti di 155mila unità, superando di poco le aspettative; tuttavia, il tasso di disoccupazione è nuovamente cresciuto al 7,8%. L indice dei prezzi al consumo non è cresciuto rispetto a novembre, mentre l incremento su base annua è stato pari all 1,7%; il dato core è cresciuto dello 0,1%, in misura leggermente inferiore alle attese, e l aumento su base annua è stato pari all 1,9%. Le prospettive di crescita dell economia statunitense nel breve periodo rimangono moderatamente positive; tuttavia, nonostante la solidità dei fondamentali economici, il rallentamento delle economie emergenti e la possibile recessione europea potranno pesare sulla dinamica dell economia, unitamente alle decisioni in materia di politica monetaria e fiscale; in particolare, l accordo sul fiscal cliff e l esigenza di trovare un equilibrio tra l esigenza di riduzione del debito pubblico, per evitare di sforare il limite, fissato per legge e già aumentato l estate scorsa, e la necessità di un rinnovare lo stimolo fiscale alla crescita rappresentano due fattori cruciali per le prospettive dell economia statunitense nel medio periodo.

7 Market Monitor Equity Indices DJ EuroStoxx S&P 500 MSCI World (Euro) Price Performance Price Performance Price Performance 264 8,17% 1,28% -1,64% ,46% 6,86% 1,60% 138 3,99% 3,98% 1,87% FTSE MIB Topix MSCI Emerging Mkt (Euro) Price Performance Price Performance Price Performance ,23% 1,33% -5,44% ,95% 9,61% 0,23% 300 2,96% -0,06% 1,49% Da inizio anno il mercato azionario europeo è tornato ad avere una performance relativa inferiore rispetto a quello statunitense: nel corso delle ultime settimane le incertezze sul fronte politico e i recenti dati macro inferiori alle attese hanno influenzato negativamente la dinamica del mercato europeo e, in particolare, ad essere maggiormente penalizzati son stati nuovamente i Paesi periferici, i cui indici azionari, dopo il rally particolarmente positivo osservato nei primi giorni dell anno, hanno ridotto sensibilmente i guadagni; il mercato USA, invece, rimane supportato da buoni dati macro e dall andamento positivo dei risultati societari relativi all ultimo trimestre del Da fine gennaio le perdite subite dall indice italiano FTSE MIB e da quello europeo DJ EuroStoxx sono state prossime rispettivamente a cinque e due punti percentuali; tuttavia, il loro rendimento da inizio anno rimane positivo e di poco superiore al singolo punto percentuale. L indice S&P 500 ha conseguito un rendimento pari all 1,60% mentre quello dell indice mondiale è stato prossimo all 1,90%: da inizio anno, l indice statunitense continua a mostrare una maggior forza relativa rispetto all indice mondiale, ottenendo il primo un risultato pari a circa il 7% contro un rendimento del 4% del secondo, confermando la tendenza osservabile dall ultimo trimestre dell anno passato. Con riferimento ai mercati emergenti, mentre l indice generale ha subito una correzione nel mese di gennaio, recuperando nelle ultime settimane solo parzialmente le perdite subite, il mercato nipponico ha mostrato un trend decisamente positivo nel mese di gennaio, rallentando però la crescita negli ultimi giorni: la performance dell indice generale MSCI Emerging Market è sostanzialmente nulla da inizio anno, mentre l indice nipponico ha ottenuto un rendimento prossimo al 10%;

8 Market Monitor Fixed Income Indices 195 Citigroup EGBI 560 Citigroup WGBI 270 JP Morgan GBI-EM Price Performance Price Performance Price Performance 190 2,42% -0,57% -0,06% 487-7,82% -3,90% 0,21% 254 1,53% -0,08% 2,14% 160 Citigroup AGBI Price Performance 15-feb set dic gen ,17% -0,81% 2,71% Nonostante il recupero osservato nelle ultime settimane, la performance del comparto obbligazionario da inizio anno continua ad essere negativa su tutti i mercati. L indice mondiale risulta essere maggiormente penalizzato, mostrando una maggior debolezza sia rispetto al mercato europeo sia a quello dei paesi emergenti e subendo da inizio anno una perdita prossima ai quattro punti percentuali in valore assoluto. Il mercato europeo ha mostrato una maggior stabilità negli ultimi giorni, conseguendo, tuttavia, da inizio anno una perdita contenuta prossima a sessanta centesimi. Sul fronte dei mercati emergenti, la dinamica dell indice generale e di quello asiatico è stata simile nei primi due mesi dell anno: entrambi gli indici hanno subito una pesante correzione, sebbene più violenta per l indice AGBI, nella seconda metà di gennaio, la quale ha annullato i risultati positivi conseguiti nei primi giorni dell anno e recuperando poi solo parzialmente negli ultimi giorni le perdite subite: da inizio anno i risultati sono comunque negativi, pari a circa dieci e ottanta centesimi in valore assoluto rispettivamente per l indice MSCI Emerging Markets e per l indice asiatico.

9 Market Monitor Inflation Linked and Commodities Indices BarCap World Inflation Linked Bond (HedEUR) BarCap Euro Inflation Linked Bond BarCap US Inflation Linked Bond (USD) Price Performance Price Performance Price Performance 220 1,17% -0,48% -0,81% 197 0,01% -1,57% -0,11% 293-0,68% -1,38% -0,63% DJUBS Commodities WTI Crude Oil Golds Price Performance Price Performance Price Performance 280-6,24% 0,10% -2,24% 96 3,08% 4,40% -1,67% ,14% -3,89% -3,22% Nel corso delle ultime settimane la dinamica delle obbligazioni indicizzate all inflazione è stata negativa su tutti i mercati: da inizio mese il mercato maggiormente penalizzato è stato quello mondiale, seguito da quello statunitense, mentre più contenute sono state le perdite subite dal mercato europeo; tuttavia, da inizio anno il mercato relativamente più debole risulta essere quello europeo, con una perdita prossima all 1,60%, mentre il mercato mondiale ha conseguito un rendimento negativo prossimo a cinquanta centesimi in valore assoluto; nell ambito del mercato delle materie prime tutti gli indici hanno realizzato variazioni negative nelle prime settimane di febbraio, subendo un inversione di tendenza rispetto a quanto osservato nei primi giorni dell anno: l indice generale di commodities ha perso oltre due punti percentuali, influenzato dai dati negativi relativi al ciclo economico europeo, e trascinato in particolare dalla caduta delle quotazioni dell oro, in linea con le ipotesi di graduale interruzione dello stimolo monetario della Fed, e in misura minore dalla discesa dei prezzi del petrolio. Nonostante le perdite subite, il rendimento dell indice rappresentativo del petrolio rimane positivo da inizio anno e pari al 4,40%, mentre inferiore e pari a dieci centesimi è stato il risultato positivo conseguito dall indice generale. L indice rappresentativo dell oro, invece, ha subito una contrazione prossima a quattro punti percentuali.

10 Market Monitor German Interest Rates 0,25 GE 1YR GE 2YRS GE 5YRS 0,30 0,15 0,10 0,05 0,10 0,80 0,60 0,00 0,00-0,05-0,10-0,15-0,10-0,00 Price Variation Price Variation Price Variation 0,06 0,05% -0,07% -0,09% 0,19 0,17% % -0,08% 0,66 0,15% 0,36% -0,11% GE 10YRS 2,90 GE 30YRS 2,20 2,70 2,00 2,50 1,80 1,60 1,40 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 Price Variation Price Variation 15-feb set dic gen feb set dic gen-13 1,65 0,21% 0,34% -0,03% 2,44 0,18% 0,26% 0,05% Il livello dei tassi dei titoli tedeschi è cresciuto su quasi tutte le scadenze da inizio anno, mentre solo il tasso ad un anno ha subito una variazione negativa di circa sette centesimi, offrendo un rendimento estremamente basso pari a sei centesimi. Il rendimento dei tassi a due anni è cresciuto di circa venti centesimi, offrendo un rendimento di diciannove centesimi; il rendimento dei titoli a cinque e dieci anni hanno subito la variazione maggiore, pari a circa trentacinque centesimi, offrendo un rendimento rispettivamente pari a sessantasei centesimi e all 1,65%. Il rendimento dei titoli trentennali è cresciuto di ventisei centesimi, portandosi ad un livello del 2,44%.

11 Market Monitor Italian Interest Rates 4,60 4,10 3,60 3,10 2,60 2,10 1,60 1,10 0,60 IT 1YR 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 IT 2YRS 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 IT 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,89-0,97% -0,49% -0,16% 1,58-0,78% -0,41% -0,05% 3,17-0,83% -0,14% 0,06% 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 4,00 IT 10YRS 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50 5,00 4,50 IT 30YRS Price Variation Price Variation 15-feb set dic gen feb set dic gen-13 4,38-0,71% -0,12% 0,07% 5,02-0,81% -0,05% 0,03% Nel corso delle ultime settimane la dinamica dei tassi d interesse sui titoli di Stato italiani è stata parzialmente divergente: mentre il livello dei tassi sulle scadenze ad un anno si è ridotto, offrendo un rendimento prossimo a novanta centesimi, il rendimento dei titoli con scadenze superiori all anno sono leggermente aumentati: i titoli a due anni offrono circa l 1,60%, i titoli quinquennali circa il 3,20%, i titoli decennali circa il 4,40%, mentre i titoli a lunghissima scadenza offrono circa il 5%. Da inizio anno, tuttavia, i livelli dei tassi d interesse si sono ridotti su tutti i segmenti della curva, e sono ormai decisamente inferiori rispetto a quelli osservati all inizio dell anno 2012.

12 Market Monitor US Interest Rates 0,25 0,15 0,10 0,05 0,00 US 1YR 0,45 0,35 0,30 0,25 0,15 US 2YRS 1,40 0,80 0,60 US 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,15-0,01% 0,01% 0,02% 0,27 0,04% 0,02% 0,00% 0,86 0,24% 0,14% -0,02% 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 US 10YRS 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 US 30YRS Price Variation Price Variation 15-feb set dic gen feb set dic gen-13 2,00 0,37% 0,24% 0,02% 3,18 0,35% 0,23% 0,00% Il livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato statunitensi rimane ancora molto basso ed è rimasto invariato sulle scadenze a breve termine, con rendimenti pari a quindici centesimi per i titoli con scadenza ad un anno e a ventisette centesimi per i titoli con scadenza a due anni, mentre è cresciuto sulle scadenze a mediolungo termine, con una variazione di quattordici centesimi da inizio anno per i titoli quinquennali, i quali offrono un rendimento pari a ottantasei centesimi, mentre la variazione sulle scadenze a dieci e trent anni è stata superiore ai venti centesimi, con il rendimento dei titoli decennali che ha raggiunto la soglia del 2% mentre quello dei titoli trentennali ha superato il 3%.

13 Market Monitor UK Interest Rates 0,50 0,45 0,35 0,30 0,25 0,15 0,10 0,05 0,00 UK 1YR 0,60 0,50 0,30 0,10 0,00 UK 2YRS 1,40 0,80 0,60 0,00 UK 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,31 0,12% -0,03% -0,05% 0,31 0,12% -0,01% -0,06% 0,97 0,25% 0,11% -0,02% 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 UK 10YRS 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 UK 30YRS Price Variation Price Variation 15-feb set dic gen feb set dic gen-13 2,19 0,47% 0,37% 0,10% 3,43 0,37% 0,33% 0,11% Il mercato dei titoli di Stato del Regno Unito è stato interessato da un leggero aumento dei tassi d interesse sul segmento più lungo della curva, mentre il rendimento dei titoli con scadenza a breve termine è nuovamente diminuito, riportandosi sui livelli di inizio anno. Il rendimento dei titoli con scadenza ad uno e due anni offrono lo stesso rendimento, pari a trent uno centesimi, il tasso a cinque anni è cresciuto di circa dieci centesimi da inizio anno e offre un rendimento che sfiora il singolo punto percentuale; il tasso a dieci anni è stato interessato dal movimento più importante, con una crescita di quasi quaranta centesimi da inizio anno, offrendo un rendimento pari a circa il 2,20%, mentre il rendimento del trentennale ha raggiunto il 3,43%, con una variazione positiva di trentatré centesimi da inizio anno.

14 Market Monitor Japanese Interest Rates 0,14 0,13 0,12 0,11 0,10 0,09 0,08 0,07 0,06 0,05 JPY 1YR 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 JPY 2YRS 0,35 0,30 0,25 0,15 0,10 JPY 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,07-0,03% -0,03% -0,02% 0,08-0,02% -0,02% 0,00% 0,14-0,06% -0,04% -0,01% 1,10 1,05 0,95 0,90 0,85 0,80 0,75 0,70 0,65 0,60 JPY 10YRS 2,05 2,00 1,95 1,90 1,85 1,80 1,75 1,70 JPY 30YRS Price Variation Price Variation 15-feb set dic gen feb set dic gen-13 0,76-0,02% -0,04% 0,00% 1,94 0,05% -0,04% -0,05% Il mercato dei titoli di Stato giapponesi continua ad essere caratterizzato da bassi tassi d interesse, con rendimenti prossimi a otto centesimi per i titoli con scadenza ad uno e due anni e inferiori ai quindici centesimi sulle scadenze a cinque anni; il tasso a dieci anni offre un rendimento di circa settantasei centesimi, mentre il tasso trentennale sfiora il 2%.Rispetto all inizio dello scorso anno i tassi a breve termine sono rimasti sostanzialmente invariati, i tassi a cinque e dieci anni hanno subito una riduzione di circa venti centesimi, mentre il tasso trentennale è rimasto sostanzialmente stabile.

15 Market Monitor Euro vs Currencies 1,40 1,35 1,30 1,25 1,15 USD 0,89 0,87 0,85 0,83 0,81 0,79 0,77 GBP JPY Price Performance Price Performance Price Performance 1,34 3,71% 1,19% -1,69% 0,86 7,91% 5,86% 0,51% 124,86 24,46% 9,22% 0,64% 1,25 CHF 1,24 1,23 1,22 1,21 1,19 Price Performance 15-feb set dic gen-13 1,23 1,99% 2,13% -0,12% Nel corso delle ultime settimane l Euro è tornato a deprezzarsi nei confronti del dollaro statunitense, mentre continua ad apprezzarsi nei confronti della sterlina inglese e dello Yen giapponese; il livello del franco svizzero è leggermente diminuito, rimanendo sostanzialmente invariato rispetto a quello osservato lo scorso mese. L indebolimento della valuta nipponica è da imputarsi al perseguimento delle politiche monetarie e fiscali di sostegno all economia da parte del governo: da inizio anno lo Yen giapponese ha subito una deprezzamento significativo, superiore al 9%. Anche il deprezzamento della sterlina inglese è stato importante da inizio anno, prossimo al 6%, mentre di minore entità è stato quello nei confronti del dollaro statunitense, di poco superiore al singolo punto percentuale.

16 Market Monitor Money Market 1,54 Euribor 3 Month 0,75 EONIA Future Euribor 3M Giugno ,34 1,14 0,94 0,74 0,54 0,34 0,65 0,55 0,45 0,35 0,25 0,15 0,80 0,60 0,14 0,05 0,00 Price Variation Price Variation Price Variation 0,23 0,01% 0,04% -0,01% 0,06-0,05% -0,07% -0,02% 0,27 0,06% 0,10% -0,12% Future Euribor 3M Settembre ,80 0,60 0,00 Price Variation 15-feb set dic gen-13 0,31 0,07% 0,12% -0,16% Il Presidente della BCE nel corso della riunione di febbraio ha confermato sia il tasso di rifinanziamento principale allo 0,75%, il quale era stata tagliato di venticinque basis points nel mese di luglio, sia il tasso sui depositi, che era stato portato allo 0% nel tentativo di disincentivare le banche a depositare elevate somme di denaro presso la BCE. Il tasso Euribor a tre mesi, dopo esser sceso repentinamente in seguito alle decisioni prese a luglio dalla BCE, è ancora diminuito gradualmente nelle settimane successive; dopo aver raggiunto i valori minimi, pari allo 0,18% a dicembre 2012, il tasso è poi leggermente aumentato, collocandosi attualmente ad un livello dello 0,23%. Il tasso EONIA, dopo la caduta subita all inizio di luglio, si è stabilizzato su un livello relativamente più basso, pari allo 0,06%, rimanendo di fatto invariato rispetto al livello osservato lo scorso mese. I contratti future sull Euribor a tre mesi in scadenza a giugno e settembre 2013 scontano un aumento dei tassi d interesse, offrendo attualmente entrambi un rendimento implicito mediamente prossimo a trenta centesimi, con un aumento di circa dieci centesimi rispetto ai livelli di fine anno.

17 Market Monitor Fondi di Fondaco Fondaco Euro Cash Fondaco Euro Gov Beta Fondaco World Gov Active Beta Price Performance Price Performance Price Performance 121,49 0,96% 0,38% 0,12% 135,37 2,53% -0,51% -0,06% 114,33-4,93% -2,91% 0,93% Fondaco Global Opportunities 102,50 Fondaco Lux Euro Cash 110 Fondaco Lux Asia Maximum Bond , ,50 98 Price Performance Price Performance Price Performance 101,66-3,58% -2,92% -2,32% 102,25 0,00% -0,02% 0,00% 103,69 0,24% -0,14% 1,77% Il fondo monetario italiano Fondaco Euro Cash è ancora cresciuto nel corso delle ultime settimane, ottenendo da inizio un anno un rendimento positivo di trentotto centesimi; il valore della quota del fondo monetario lussemburghese è rimasta stabile rispetto allo scorso mese, mentre da inizio anno ha subito una lieve variazione negativa, offrendo quindi un rendimento di poco negativo, pari a due centesimi in valore assoluto. Il valore della quota del fondo obbligazionario governativo europeo Fondaco Euro GovBeta è ancora sceso negli ultimi giorni e il suo risultato da inizio anno è negativo e pari a circa cinquanta centesimi in valore assoluto, in controtendenza rispetto alla dinamica osservata nel corso dell anno passato. Il fondo obbligazionario governativo internazionale Fondaco World GovActive Beta, dopo aver toccato i minimi assoluti ad inizio febbraio, ha recuperato parzialmente le perdite subite nei giorni scorsi: tuttavia, il suo risultato da inizio anno rimane negativo e prossimo a tre punti percentuali in valore assoluto. Anche il fondo Fondaco Lux Asia Max, dopo aver raggiunto il valore minimo da inizio anno ha recuperato parzialmente le perdite subite, conseguendo tuttavia da inizio anno un rendimento negativo di circa quindici centesimi in valore assoluto. Il valore della quota del fondo Fondaco Global Opportunities è sceso repentinamente nella seconda settimana di febbraio, conseguendo una perdita da inizio anno prossima a tre punti percentuali in valore assoluto.

18 Il presente documento è stato redatto da Fondaco SGR S.p.A. per i propri clienti istituzionali ( operatori qualificati ai sensi dell art. 31 del Regolamento Intermediari della Consob). Esso è distribuito dal giorno 27/02/2013. Le informazioni e le opinioni contenute in questo documento si basano su fonti ritenute attendibili, ma l esattezza e la completezza delle stesse non è garantita da Fondaco SGR. Il documento è fornito a solo scopo informativo: esso non costituisce proposta contrattuale, offerta o sollecitazione all acquisto e/o vendita di strumenti finanziari o, in genere, all investimento, né costituisce consulenza in materia di investimenti. Fondaco SGR non fornisce alcuna garanzia di raggiungimento di qualunque previsione e/o stima contenuto nel documento stesso. Le informazioni o le opinioni ivi contenute possono variare senza alcun conseguente obbligo di comunicazione in capo a Fondaco SGR. Pertanto, né Fondaco SGR, né i suoi amministratori, dipendenti e collaboratori, possono essere ritenuti responsabili (per colpa o altro) per danni derivanti dall utilizzo o dal contenuto del presente documento. E vietata la riproduzione e/o la ridistribuzione, in tutto o in parte, direttamente o indirettamente, del presente documento, non espressamente autorizzata.

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