Quadro generale La prima parte di gennaio ha segnato un avvio positivo dei mercati finanziari: da un lato, la crescita moderata dell economia

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1 Quadro generale La prima parte di gennaio ha segnato un avvio positivo dei mercati finanziari: da un lato, la crescita moderata dell economia americana nell ultimo trimestre dell anno e i segnali di crescita dell area dell Euro confermano le prospettive di una ripresa globale, seppure graduale e, dall altro lato, la decisione della FED di iniziare la riduzione degli acquisti mensili di titoli già a dicembre, fornendo chiarezza sulla propria strategia di politica monetaria, sembra aver stabilizzato le aspettative degli investitori, con effetti positivi sia per i mercati obbligazionari, sia per le valute dei paesi emergenti. Tuttavia, negli ultimi giorni, gli elementi di debolezza già osservati nella seconda parte del 2013, in particolare connessi ai rischi per la ripresa e alla dinamica dei paesi emergenti, sono tornati a destare preoccupazione, provocando un evidente movimento di avversione al rischio e una correzione dei mercati: le rilevazioni deboli sull occupazione americana a gennaio,gli indicatori dell attività manifatturiera in calo in Cina e, più in generale, il rallentamento delle economie dei mercati emergenti hanno provocato un ondata di vendita sui mercati azionari, che ha favorito la dinamica dell oro e dei titoli di Stato tedeschi, americani e giapponesi e un deciso deprezzamento di quasi tutte le valute emergenti. Negli Stati Uniti, la FED ha annunciato l inizio del tapering in occasione del meeting di dicembre, ma la riduzione dell ammontare di titoli acquistati sul mercato secondario è stata limitata a dieci miliardi (da 85 a 75 miliardi di dollari). La decisione ha inizialmente sorpreso il mercato, poiché l allentamento del quantitative easing ha coinciso con rilevazioni deboli sull inflazione americana e ben al di sotto del target del 2%. L autorità di politica monetaria ha però mantenuto invariate le proprie stime sull inflazione nei prossimi mesi e ha avviato un percorso chiaro e graduale, confermando che il programma di tapering dipenderà strettamente dall andamento dei dati sull economia americana; presumibilmente, se le prossime rilevazioni saranno coerenti con le stime della Banca Centrale, la strategia sarà quella di ridurre l ammontare di titoli acquistati di dieci miliardi ogni mese: in questo modo, la FED potrebbe evitare sorprese, stabilizzando le aspettative e contenendo la dinamica dei tassi a lungo termine; in ogni caso, la dinamica del mercato del lavoro continua a rappresentare un elemento cruciale nel determinare la strategia di politica monetaria della FED, che rimarrà espansiva almeno fino a che il tasso di disoccupazione non sarà sceso sotto la soglia del 6%. Le prossime riunioni del FOMC rivestono quindi un importanza rilevante: in primo luogo, perché sarà importante capire se la strategia potrà cambiare a fronte del peggioramento dei dati sull economia americana; in secondo luogo, perché a partire fine gennaio, sarà operativo il ruolo di Janet Yellen come presidente della FED e sarà importante valutare l impatto di un eventuale cambio non tanto nella strategia, ma nella politica di comunicazione. Nonostante le valutazioni già elevate, le prospettive per il mercato azionario statunitense rimangono relativamente positive, a fronte di uno scenario meno favorevole, invece, per gli strumenti obbligazionari, penalizzati dalle prospettive di rialzo dei tassi di interesse; nel medio periodo, però, sarà importante valutare l impatto della minore liquidità e la dinamica dei flussi sulle classi di attività più rischiose rispetto all effetto di migliori aspettative riguardo l evoluzione del quadro macroeconomico. L incertezza riguardo alla tempistica e all entità del tapering e il riposizionamento globale dei capitali in atto potrebbero invece mantenere una volatilità elevata sui mercati emergenti, in un contesto di tensioni geopolitiche. Se, da un lato, la crescita dei paesi sviluppati dovrebbe servire da stimolo, favorendo le economie maggiormente orientate alle esportazioni, dall altro lato i fattori idiosincratici influenzeranno la dinamica dei paesi e si rifletteranno probabilmente in una maggiore dispersione geografica dei rendimenti e dei movimenti valutari.

2 In Europa, i mercati azionari hanno inizialmente reagito positivamente ai segnali di ripresa dell economia reale, confermati anche dagli indicatori anticipatori pubblicati nel corso del mese; in particolare, la crescita è stata trainata soprattutto dalla performance positiva dei paesi periferici; nell ultima settimana di gennaio, il movimento di avversione al rischio ha invece provocato un aumento degli spread e la contrazione degli indici azionari, che hanno segnato i minimi da inizio anno. Alcuni fattori saranno destinati a pesare sulla dinamica dell area nel corso dell anno: primo, la ripresa non è per accompagnata da un miglioramento della dinamica del mercato del lavoro e il tasso di disoccupazione aggregato continua a collocarsi ai massimi storici; il potere d acquisto delle famiglie è infatti ulteriormente peggiorato e l aumento del PIL nell ultimo trimestre dell anno è stato trainato soprattutto dalla domanda estera, che ha generato un aumento delle esportazioni nette; secondo, le prospettive di crescita rimangono eterogenee e le debolezze dei paesi periferici rischiano di pesare sull andamento dell intere area; terzo, il rallentamento del tasso di crescita dei prezzi osservato negli ultimi mesi è dovuto anche alla componente core e rende più concreto il rischio di una deflazione: in particolare, preoccupa la dinamica negativa della crescita salariale, evidente nei paesi periferici, anche per gli effetti negativi sul reddito e sui consumi; in un contesto di disinflazione, sarà cruciale per la BCE riuscire a mantenere ancorate le aspettative di inflazione con il proprio target, ovvero la stabilità dei prezzi nel medio periodo; gli effetti di una deflazione, con un conseguente aumento dei tassi reali di interesse e del costo del debito, deprimerebbero la domanda e la crescita, alimentando una spirale deflazionistica; quarto, la politica monetaria espansiva non si è ancora trasmessa al canale del credito: il calo dei tassi ufficiali della BCE non si è tradotto in una riduzione del tasso a cui gli istituti bancari prestano denaro; inoltre, a fronte di un aumento della domanda di credito, i dati diffusi nel bollettino mensile rilevano che un quarto delle banche Europee continua a stringere ulteriormente i requisiti di accesso al credito. Ciò avviene in un contesto di miglioramento della liquidità: la liquidità in eccesso nell Eurosistema si è ridotta drasticamente nel corso degli ultimi mesi, poiché le banche stanno rimborsando parte del denaro preso a prestito alla BCE, provocando inoltre pressioni sui tassi Eonia e Euribor a tre mesi. La discrepanza tra domanda e offerta di credito rappresenta in ogni caso uno dei principali freni per la ripresa, poiché penalizza il tessuto di piccole e medie imprese, che in alcuni paesi come l Italia sono in grado di generare valore aggiunto in misura addirittura superiore alla media europea. Di conseguenza, la politica monetaria della BCE è destinata a rimanere espansiva per un periodo prolungato di tempo e crescono le aspettative per un ulteriore taglio dei tassi entro la metà dell anno e per l utilizzo di strumenti di easing quantitativo. Le prospettive per l anno in corso restano positive: il graduale consolidamento della crescita, sostenuta anche da politiche monetarie accomodanti, dovrebbe portare a un miglioramento dei fondamentali, anche nei paesi periferici; tuttavia, i fatti di debolezza osservati potrebbero condizionare la ripresa in atto, con conseguenze negative sui mercati finanziari.

3 Macroeconomic Data Euro Area Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 9-gen EC BCE Annuncio tassi GEN 0.25% 0.25% 0.25% 14-gen EC Produzione industriale area Euro m/m NOV 1.4% 1.8% -1.1% 10-gen FR Produzione industriale m/m NOV 0.4% 1.3% -0.3% 9-gen GE Produzione industriale m/m NOV 1.5% 1.9% -1.2% 13-gen IT Produzione industriale m/m NOV 0.3% 0.3% 0.5% 8-gen GE Esportazioni m/m NOV 0.8% 0.3% 0.2% 8-gen GE Ordini di fabbrica NOV 1.5% 2.1% -2.2% 7-gen GE Vendite al dettaglio m/m NOV n.d. 1.5% -0.8% 8-gen EC Vendite al dettaglio m/m NOV 0.1% 1.4% -0.2% 24-gen IT Vendite al dettaglio m/m -0.3% 20-gen IT Ordini Industriali m/m NOV 0.0% 2.3% -2.5% 8-gen IT Disoccupazione NOV 12.6% 12.7% 12.5% 8-gen EC Disoccupazione NOV 12.1% 12.1% 12.1% Il miglioramento dell economia reale nella rea dell Euro è proseguito anche nel quarto trimestre dell anno e anche gli indicatori anticipatori e di fiducia pubblicati a gennaio sembrano segnalare un miglioramento del quadro macroeconomico; tuttavia, la crescita al di sotto del proprio potenziale di lungo periodo continua a penalizzare l occupazione, con conseguenze sul reddito delle famiglie e la domanda interna; l attività economica dell intera area beneficia invece del rafforzamento della domanda estera, con un aumento sensibile delle esportazioni; tuttavia, l andamento dell economia reale è più solido nei paesi core, mentre la debolezza dei paesi periferici e la loro fragilità finanziaria rischiano di condizionare l andamento dell intera area nei prossimi mesi. A livello aggregato, la produzione industriale è cresciuta dell 1,8% a novembre, in misura superiore alle attese e sostenuta soprattutto dal contributo dei paesi core; le vendite al dettaglio sono cresciute dell 1,4% rispetto a ottobre, mentre permane invece la debolezza del mercato del lavoro: la disoccupazione dell intera area è rimasta stabile pari al 12,1%. In Germania, le rilevazioni macroeconomiche sono state positive: sia sul fronte della produzione, sia sul fronte della domanda: la produzione industriale è cresciuta dell 1,9% a novembre e gli ordini di fabbrica sono aumentati in misura superiore alle attese, del 2,2%; le vendite al dettaglio sono cresciute dell 1,5% rispetto a settembre mentre l andamento delle esportazioni continua a essere positivo, nonostante il rafforzamento dell Euro, con una crescita però moderata, pari allo 0,3%.

4 In Italia, le rilevazioni macroeconomiche confermano deboli segnali di ripresa, in particolare sul fronte della produzione: a novembre,la produzione industriale è salita dello 0,3%, le vendite al dettaglio sono cresciute dell 1,4%, in misura nettamente superiore alle aspettative, mentre gli ordini industriali sono cresciuti del 2,3% rispetto al mese precedente; a parziale bilanciamento, e condizioni del mercato del lavoro sono rimaste peggiorate e la disoccupazione si attesta al 12,7%; La BCE ha deciso di mantenere il tasso di interesse ufficiale allo 0,25%: il contesto macroeconomico fragile, le prospettive di crescita del PIL al sotto della capacità produttiva potenziale, l assenza di pressioni inflazionistiche e il materializzarsi di rischi di deflazione lasciano presagire un livello basso dei tassi per un periodo di tempo prolungato. Le rilevazioni ultime macroeconomiche e, in particolare, il miglioramento degli indici di fiducia e degli indicatori anticipatori dell area relativi all ultimo trimestre dell anno confermano la graduale ma fragile ripresa in atto: permangono infatti elementi di debolezza, anche legati all andamento dell Euro, in particolare contro il dollaro, e correlati con le strategie di politica monetaria, e legati alla dinamica dei paesi periferici.

5 Macroeconomic Data United States Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 23-dic US Reddito personale NOV 0.5% 0.2% -0.1% 14-gen US Vendite al dettaglio DIC 0.1% 0.2% 0.7% 10-gen US Variazione salari non agricoli DIC 197k 74k 203k 10-gen US Disoccupazione DIC 7.0% 6.7% 7.0% 6-gen US Ordini di fabbrica NOV 1.7% 1.8% -0.9% 24-dic US Ordini di beni durevoli NOV 2.0% 3.5% -2.0% 16-gen US Indice dei prezzi al consumo m/m DIC 0.3% 0.3% 0.0% 16-gen US CORE CPI m/m DIC 0.1% 0.1% 0.2% 16-gen US Indice dei prezzi al consumo a/a DIC 1.5% 1.5% 1.2% 16-gen US CORE CPI a/a DIC 1.7% 1.7% 1.7% 17-gen US Produzione industriale DIC 0.3% 0.3% 1.1% La ripresa statunitense prosegue a ritmo moderato: in particolare, la propensione al consumo delle famiglie americane è cresciuta, il settore immobiliare si sta rafforzando, gli investimenti fissi sono in crescita. Tuttavia, le condizioni del mercato del lavoro si sono rivelati più fragili rispetto alle attese. Le ultime rilevazioni sono state leggermente inferiori alle aspettative: a novembre, il reddito personale è cresciuto dello 0,2%, mentre a dicembre le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,2%; In base agli ultimi dati disponibile, la dinamica del mercato del lavoro è stata inferiore alle attese: benché il tasso di disoccupazione si sia ridotto al 6,7% a dicembre, il numero di occupati nel settore privato a gennaio è cresciuto di appena settantaquattromila unità. I dati relativi all economia reale hanno offerto segnali solo parzialmente incoraggianti: gli ordini di fabbrica e gli ordini di beni durevoli si sono entrambi ridotti in misura rispettivamente pari allo 1,8% e al 3,5%; inoltre, la produzione industriale è cresciuta dello 0,3% rispetto a ottobre, in linea con le attese. A novembre, l indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,3% su base mensile, mentre è aumentato dell 1,2% su base annua; la componente core è invece cresciuta dello 0,1% su base mensile, con una crescita dell 1,7% su base annua; i dati mostrano l assenza di pressioni inflazionistiche di breve periodo, in particolare riflettendo il calo dei prezzi dei beni energetici e delle materie prime. Le prospettive per l economia statunitense rimangono positive nel medio periodo, grazie alla maggiore solidità dei consumi, al miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e alla ripresa di quello immobiliare; la FED ha però iniziato il piano di riduzione degli acquisti mensili di titoli; di conseguenza, i minori stimoli derivanti da una politica monetaria meno espansiva, unita agli effetti presumibilmente negativi della stretta fiscale e della riduzione della spesa pubblica, potrebbero condizionare la ripresa in atto.

6 Market Monitor Equity Indices DJ EuroStoxx S&P MSCI World (Euro) Price Performance Price Performance Price Performance ,55% 5,56% -1,62% ,34% 7,13% -3,06% ,95% 4,13% -1,85% FTSE MIB Topix MSCI Emerging Mkt (Euro) Price Performance Price Performance Price Performance ,96% 11,04% 2,06% ,94% 6,05% -2,89% ,07% -4,54% -4,57% Il mercato statunitense, dopo i decisi guadagni del 2013, ha iniziato il nuovo anno dapprima in trend laterale, con i principali indici poco sotto i massimi storici, per poi subire una repentina correzione nel corso degli ultimissimi giorni: le forti vendite sembrano scaturire dall incertezza sull entità del tapering da parte della Fed già a partire dalla prossima riunione, situazione che porterebbe a drenare ulteriore liquidità nel sistema, in un contesto che resta comunque caratterizzato da continui segnali di miglioramento della crescita economica, supportato dalle trimestrali societarie che rilasciano un quadro nel complesso ancora positivo. L avvio dell anno per le borse europee è stato positivo, in particolare per i listini dei paesi periferici come Italia e Spagna, grazie alle aspettative di riduzione del premio al rischio paese ed alla contrazione dello spread sui titoli di debito pubblico, per poi subire una repentina correzione: l andamento delle borse europee rimane, infatti, pesantemente condizionato dal ritracciamento della borsa statunitense e dalle turbolenze valutarie che hanno colpito i mercati emergenti. Da inizio anno l indice S&P 500 ha subito una perdita prossima a tre punti percentuali, l indice MSCI World ha perso quasi due punti percentuali, l indice EuroStoxx ha perso oltre un punto percentuale e mezzo, mentre il rendimento dell indice FTSE MIB, nonostante la correzione subita, rimane positivo di due punti percentuali. La riduzione degli acquisti di titoli da parte della Fed ha favorito un ritorno dell avversione al rischio tra gli investitori e un movimento di deflusso dei capitali dai mercati emergenti: l indice MSCI Emerging Markets ha subito una perdita di oltre quattro punti percentuali e mezzo da inizio anno, confermando il trend decrescente degli ultimi mesi. Il mercato giapponese, dopo la forte crescita del 2013, ha subito una perdita prossima a tre punti percentuali, in un contesto di elevata volatilità.

7 Market Monitor Fixed Income Indices 200 Citigroup EGBI 510 Citigroup WGBI 270 JP Morgan GBI-EM Price Performance Price Performance Price Performance 199 3,69% 2,60% 1,44% 475-6,20% -0,78% 2,12% ,28% -5,90% -2,72% 160 Citigroup AGBI , Price Performance 24-gen dic set dic ,09% -2,75% -0,97% Da inizio anno la dinamica dei titoli di Stato dei paesi sviluppati è stata positiva: l indice mondiale è cresciuto di oltre due punti percentuali soprattutto per effetto dell apprezzamento del dollaro statunitense verso le principali valute estere, mentre l indice europeo è cresciuto di quasi un punto percentuale e mezzo. L andamento dei mercati obbligazionari dei paesi emergenti rimangono caratterizzati da un elevata volatilità, influenzati soprattutto dalle prospettive di liquidità dei prossimi mesi, confermando il trend discendente osservato nell ultimo trimestre del 2013: dopo un inizio anno di movimento laterale, gli ultimissimi giorni sono stati caratterizzati da un forte sell-off, che ha generato perdite per l indice generale emerging market pari a quasi tre punti percentuali in valore assoluto, penalizzato in particolare dalle turbolenze che stanno colpendo i paesi LATAM, mentre la perdita dell indice asiatico è stata più contenuta e prossima al singolo punto percentuale

8 Market Monitor Inflation Linked and Commodities Indices 235 BarCap World Inflation Linked Bond (HedEUR) 205 BarCap Euro Inflation Linked Bond 305 BarCap US Inflation Linked Bond (USD) Price Performance Price Performance Price Performance 212-4,43% -0,05% 1,40% 194-3,27% 0,22% 0,66% 275-7,60% -0,38% 1,83% 300 DJUBS Commodities 110 WTI Crude Oil 1750 Golds Price Performance Price Performance Price Performance 256-8,62% -0,07% % 97 5,25% -4,46% -1,94% ,19% -4,43% 5,34% Le prime settimane dell anno sono state positive per le obbligazioni indicizzate all inflazione: l indice statunitense, maggiormente penalizzato nel 2013, ha ottenuto un rendimento dell 1,80%, seguito dall indice mondiale, con un rendimento dell 1,40% e da quello europeo, che ha ottenuto un rendimento più contenuto e prossimo a settanta centesimi. Da inizio anno la dinamica del mercato delle commodities è stata positiva, ad eccezione del settore energetico: l indice generale di commodities ha guadagnato un punto percentuale da inizio anno, nonostante permanga un quadro di relativa incertezza sul fronte della Cina, caratterizzato da un rallentamento della crescita economica a cui si aggiungono interventi di politica monetaria e austerity fiscale volti a preservare il paese da eventuali rischi finanziari, mentre il prezzo del petrolio è sceso sotto quota 97 dollari al barile dopo aver superato la soglia dei 100 negli ultimi giorni del Il ritorno dell avversione al rischio degli investitori ha, invece, favorito la domanda di oro, svolgendo il suo ruolo di bene rifugio, con un apprezzamento da inizio anno di oltre cinque punti percentuali.

9 Market Monitor German Interest Rates 0,15 0,10 0,05 0,00-0,05 GE 1YR 0,35 0,30 0,25 0,15 0,10 0,05 0,00-0,05 GE 2YRS 1,20 0,60 GE 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,10-0,02% 0,00% -0,08% 0,13 0,14% -0,04% -0,09% 0,75 0,45% -0,04% -0,17% 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 GE 10YRS 2,90 2,80 2,70 2,60 2,50 2,40 2,30 2,20 2,10 2,00 GE 30YRS Price Variation Price Variation 24-gen dic set dic gen dic set dic-13 1,66 0,34% -0,12% -0,27% 2,56 0,38% -0,03% -% Da inizio anno il livello dei tassi d interesse dei titoli tedeschi è diminuito su tutte le scadenze: il movimento più evidente ha riguardato il titolo decennale, con una riduzione prossima a trenta centesimi, mentre è stato più contenuto sul segmento più breve della curva, con variazioni inferiori ai dieci centesimi; i titoli sul tratto medio della curva e quelli con scadenza a lunghissimo termine hanno subito una riduzione di circa venti centesimi. I titoli a uno e due anni offrono un rendimento prossimo a dieci centesimi, il tasso dei titoli a cinque anni è prossimo a settantacinque centesimi, il tasso a dieci anni è pari all 1,65% mentre il tasso trentennale è prossimo al 2,5%. Rispetto ai livelli osservati all inizio dell anno 2013, i tassi dei titoli di stato tedeschi hanno subito un generale incremento su tutte le scadenze, con un trend più evidente a partire da aprile in particolare sulle scadenze intermedie, ad eccezione di quello ad un anno, rimasto sostanzialmente invariato.

10 Market Monitor Italian Interest Rates 1,80 1,60 1,40 1,20 0,60 IT 1YR 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 IT 2YRS 4,00 3,80 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 IT 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,75-0,64% -0,42% -0,17% 1,06-0,93% -0,83% -% 2,50-0,81% -0,76% -0,24% 5,00 4,80 4,60 4,40 4,20 4,00 3,80 3,60 IT 10YRS 5,50 5,30 5,10 4,90 4,70 4,50 IT 30YRS Price Variation Price Variation 24-gen dic set dic gen dic set dic-13 3,91-0,58% -0,52% -0,21% 4,73-0,34% -0,43% -0,15% La dinamica del livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato italiani è stata decrescente nelle prime settimane dell anno, in un contesto di volatilità contenuta, per poi subire un inversione di tendenza negli ultimissimi giorni, con un ritorno dell avversione al rischio che ha penalizzato in particolare i paesi periferici dell area Euro; da inizio anno si è comunque assistito ad una generale riduzione dei tassi su tutte scadenze, pari mediamente a venti centesimi. Il tasso ad uno e due anni sono prossimi all 1%, il tasso quinquennale è pari al 2,5%, il tasso decennale è sceso sotto la soglia del 4%, e il tasso trentennale è pari al 4,7%. Rispetto ai livelli massimi toccati nel 2013, prima a febbraio e poi a giungo, i tassi d interesse sui titoli italiani è diminuito su tutte le scadenze, in un anno in cui la volatilità è stata comunque elevata.

11 Market Monitor US Interest Rates 0,15 0,10 0,05 US 1YR 0,55 0,50 0,45 0,35 0,30 0,25 0,15 US 2YRS 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 0,60 US 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,10-0,04% 0,02% -0,01% 0,34 0,09% 0,02% -0,04% 1,54 0,82% 0,16% -% 3,10 2,90 2,70 2,50 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 US 10YRS 4,20 4,00 3,80 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 US 30YRS Price Variation Price Variation 24-gen dic set dic gen dic set dic-13 2,72 0,96% 0,11% -0,31% 3,63 0,68% -0,05% -0,34% Da inizio anno il livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato statunitensi è rimasto sostanzialmente invariato sulle scadenze a breve termine, con il tasso ad un anno pari allo 0,10% e quello a due anni pari allo 0,34%, mentre è diminuito sulle scadenze medio-lunghe: il tasso quinquennale è diminuito di venti centesimi, superando di poco la soglia dell 1,50%, mentre sulle scadenze superiori ai dieci anni il movimento è stato prossimo ai trenta centesimi, con il Treasury decennale sceso al 2,7%, dopo aver raggiunto i livelli massimi a fine anno 2013, superando la soglia del 3%, e con il trentennale sceso al 3,60%, dopo aver anch esso toccato i massimi negli ultimi giorni dell anno, sfiorando la soglia del 4%. Rispetto ai livelli osservati all inizio del 2013, i tassi dei titoli statunitensi sono cresciuti su tutte le scadenze, ad eccezione che per i tassi a brevissima scadenza.

12 Market Monitor UK Interest Rates 0,55 0,45 0,35 0,25 0,15 0,05 UK 1YR 0,75 0,65 0,55 0,45 0,35 0,25 0,15 0,05 UK 2YRS 2,00 1,80 1,60 1,40 1,20 0,60 UK 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,38 0,05% -0,02% 0,02% 0,53 0,21% 0,09% -0,03% 1,68 0,83% 0,16% -0,18% 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 1,80 1,60 1,40 UK 10YRS 3,80 3,60 3,40 3,20 3,00 2,80 UK 30YRS Price Variation Price Variation 24-gen dic set dic gen dic set dic-13 2,77 0,94% 0,05% -0,25% 3,54 0,44% 0,00% -0,13% Da inizio anno il livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato del Regno Unito è rimasto sostanzialmente invariato sulle scadenze a breve termine, con il tasso ad un anno pari allo % e quello a due anni pari allo 0,50%, mentre è diminuito sulle scadenze a medio e lungo termine, con un movimento più evidente sui titoli a cinque e dieci anni, diminuiti mediamente di circa venti centesimi e pari rispettivamente all 1,70% e al 2,80%, mentre più contenuto è stato il decremento sui titoli a lunghissima scadenza, con il trentennale sceso di circa dieci centesimi e pari al 3,5%. Rispetto ai livelli osservati all inizio del 2013, i tassi dei titoli statunitensi sono cresciuti su tutte le scadenze, ad eccezione che per i tassi a brevissima scadenza.

13 Market Monitor Japanese Interest Rates 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 JPY 1YR 0,16 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 JPY 2YRS 0,45 0,35 0,30 0,25 0,15 0,10 0,05 JPY 5YRS Price Variation Price Variation Price Variation 0,08-0,01% -0,01% -0,01% 0,10 0,00% -0,01% 0,00% 0,02% -0,04% -0,05% 0,90 0,70 0,60 0,50 JPY 10YRS 2,05 1,95 1,85 1,75 1,65 1,55 1,45 1,35 1,25 1,15 JPY 30YRS Price Variation Price Variation 24-gen dic set dic gen dic set dic-13 0,63-0,16% -0,05% -0,11% 1,63-0,35% -0,08% -0,11% La dinamica del livello dei tassi d interesse dei titoli di Stato giapponesi è stata decrescente nelle prime settimane dell anno per i titoli con scadenza superiore ai dieci anni, con una variazione negativa di circa dieci centesimi, mentre i tassi sulle scadenze inferiori a cinque anni sono rimasti sostanzialmente invariati: i tassi ad uno e due anni offrono entrambi un rendimento prossimo a dieci centesimi, il titolo quinquennale offre un rendimento di venti centesimi, mentre il tasso d interesse offerto dal titolo decennale e dal trentennale è pari rispettivamente allo 0,60% e all 1,60%. Dopo l incremento osservato nella prima parte del 2013, i tassi a breve e media scadenza sono diminuiti, riportandosi sui livelli osservati all inizio dell anno scorso, mentre sul tratto più lungo della curva, dopo aver toccato i minimi nel mese di marzo sono tornati a crescere, portandosi su un livello inferiore rispetto a quello osservato all inizio del 2013.

14 Market Monitor Euro vs Currencies 1,40 1,38 1,36 1,34 1,32 1,30 1,28 1,26 USD 0,88 0,87 0,86 0,85 0,84 0,83 0,82 0,81 GBP JPY Price Performance Price Performance Price Performance 1,368 3,68% 1,12% -0,77% 0,829 2,02% -0,86% -% 139,980 22,45% 5,33% -3,56% 1,27 1,26 1,25 1,24 1,23 1,22 1,21 1,20 CHF Price Performance 24-gen dic set dic-13 1,225 1,43% 0,05% -0,06% Da inizio anno l Euro si è deprezzato nei confronti delle principali valute: in particolare lo Yen, dopo essersi significativamente deprezzato nel corso del 2013, ha guadagnato oltre tre punti percentuali e mezzo nei confronti della valuta unica, con il cambio EUR-YEN sceso sotto la soglia dei 140; tuttavia, la valuta nipponica rimane strutturalmente debole, complici BoJ e Governo attraverso l implementazione dell Abenomics. Negli ultimi giorni il dollaro statunitense si è rafforzato nei confronti dell Euro, dopo l evidente debolezza di fine 2013, con il cambio EUR/USD salito fino a 1,38; l andamento della valuta Usa rimane fortemente legato alle future azioni della Fed: una riduzione del ritmo di acquisti di titoli rafforzerebbe inevitabilmente il dollaro. Si è rafforzata anche la sterlina inglese, con il cambio EUR-GBP sceso sotto 0,83, in virtù del miglioramento del quadro macroeconomico inglese, che allontana l ipotesi di un ulteriore espansione del programma di acquisto titoli. Nei confronti del franco svizzero l Euro si è apprezzato nei primi giorni dell anno, superando la soglia di 1,237, per poi tornare intorno ad un livello di 1,225.

15 Market Monitor Money Market 0,32 0,30 0,28 0,26 0,24 0,22 0,18 0,16 Euribor 3 Month 0,49 0,44 0,39 0,34 0,29 0,24 0,19 0,14 0,09 0,04 EONIA 0,60 0,00 Future Euribor 3M Marzo 2014 Price Variation Price Variation Price Variation 0,30 0,11% 0,08% 0,01% 0,19 0,06% 0,01% -0,26% 0,29 0,03% -0,04% 0,01% Future Euribor 3M Settembre ,60 0,00 Dopo il taglio dei tassi d interesse avvenuto a novembre, il Presidente della BCE nel corso della riunione di gennaio ha mantenuto i tassi invariati, confermando il tasso di interesse di rifinanziamento al minimo storico, pari allo 0,25%, il tasso di rifinanziamento marginale allo 0,75% e il tasso di interesse sui depositi detenuti dalle banche presso la BCE allo 0%, ribadendo che il tasso di riferimento rimarrà al livello attuale o ad un livello più basso per un lungo periodo di tempo, e dichiarando la possibilità di nuove decise azioni di politica monetaria accomodante se necessarie. Il tasso Euribor a tre mesi è ancora aumentato nel corso delle ultime settimane e si colloca attualmente ad un livello dello 0,30%. Anche il tasso EONIA è aumentato rispetto al livello osservato lo scorso mese, posizionandosi su un livello relativamente più basso, pari allo 0,19%. I contratti future sull Euribor a tre mesi in scadenza a marzo e settembre 2014 offrono attualmente un rendimento implicito pari a circa trenta centesimi, subendo una lieve riduzione rispetto ai livelli dello scorso mese.

16 Market Monitor Fondi di Fondaco 123,00 Fondaco Euro Cash 142 Fondaco Euro Gov Beta 125 Fondaco World Gov Active Beta 122, , Price Performance Price Performance Price Performance 122,85 1,51% 0,55% 0,27% 140,69 3,40% 2,43% 1,29% 106,11-9,89% -2,70% 0,34% 108 Fondaco Global Opportunities 102,30 Fondaco Lux Euro Cash 110 Fondaco Lux Asia Maximum Bond , , Price Performance Price Performance Price Performance 104,15-0,54% 1,47% 0,65% 102,24-0,03% 0,00% 0,00% 95,00-8,51% -1,39% 0,75% Da inizio anno tutti i fondi di Fondaco hanno ottenuto un risultato positivo. Il fondo monetario italiano Fondaco Euro Cash è cresciuto di circa trenta centesimi nel corso delle prime settimane dell anno, mentre il valore della quota del fondo monetario lussemburghese, coerentemente con le caratteristiche del fondo, è rimasto stabile. Con riferimento ai fondi obbligazionari governativi, il fondo governativo Fondaco Euro Gov Beta ha ottenuto la miglior performance, con un rendimento dell 1,30%, confermando il trend crescente già osservato nei mesi passati, seguito dai fondi fondo Fondaco Lux Asia Max e Fondaco World Gov Active Beta, i quali hanno invece sofferto nel corso del 2013, ottenendo da inizio anno un rendimento rispettivamente pari a settantacinque e trentacinque centesimi. Il fondo Fondaco Global Opportunities è cresciuto di sessantacinque centesimi nel corso delle prime settimane dell anno, confermando il trend positivo dell ultimo trimestre 2013.

17 Il presente documento è stato redatto da Fondaco SGR S.p.A. per i propri clienti istituzionali ( operatori qualificati ai sensi dell art. 31 del Regolamento Intermediari della Consob). Esso è distribuito dal giorno 29/01/2014. Le informazioni e le opinioni contenute in questo documento si basano su fonti ritenute attendibili, ma l esattezza e la completezza delle stesse non è garantita da Fondaco SGR. Il documento è fornito a solo scopo informativo: esso non costituisce proposta contrattuale, offerta o sollecitazione all acquisto e/o vendita di strumenti finanziari o, in genere, all investimento, né costituisce consulenza in materia di investimenti. Fondaco SGR non fornisce alcuna garanzia di raggiungimento di qualunque previsione e/o stima contenuto nel documento stesso. Le informazioni o le opinioni ivi contenute possono variare senza alcun conseguente obbligo di comunicazione in capo a Fondaco SGR. Pertanto, né Fondaco SGR, né i suoi amministratori, dipendenti e collaboratori, possono essere ritenuti responsabili (per colpa o altro) per danni derivanti dall utilizzo o dal contenuto del presente documento. E vietata la riproduzione e/o la ridistribuzione, in tutto o in parte, direttamente o indirettamente, del presente documento, non espressamente autorizzata.

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