Cina, petrolio ed elevata volatilità caratterizzano l inizio del 2016

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1 Analisi dei mercati Cina, petrolio ed elevata volatilità caratterizzano l inizio del 2016 I mercati finanziari: Le prime settimane del 2016, così come le ultime del 2015, sono state caratterizzate da una significativa correzione dei mercati azionari e da un notevole incremento dell avversione al rischio degli investitori. Esaurito, per il momento, l effetto positivo delle misure espansive delle banche centrali, l attenzione dei mercati è ora concentrata sull evoluzione del quadro macroeconomico e sui possibili rischi per la crescita globale. Il rallentamento cinese e la contrazione del prezzo del petrolio sono stati i principali fattori a pesare negativamente: in assenza di una più chiara definizione del quadro macroeconomico (in meglio o in peggio), questi stessi elementi potranno continuare a condizionare i mercati nel breve periodo, in un contesto di elevata volatilità. I livelli attuali dei principali indici azionari, benché già significativamente inferiori rispetto ai massimi recenti, lasciano 22 gennaio Giulio Casuccio Responsabile Gestioni tradizionali giulio.casuccio@fondacosgr.it +39 (0) Cristina Iemma Gestore cristina.iemma@fondacosgr.it +39 (0) Cristina Chiossi Gestore cristina.chiossi@fondacosgr.it +39 (0) Marina Bosio Relazione con gli investitori marina.bosio@fondacosgr.it +39 (0) spazio ad un ulteriore correzione nel breve/medio periodo, pur rimanendo nell ambito di un trend positivo di medio/lungo periodo. La debolezza e la volatilità dei mercati azionari è risultata dominante su tutte le altre classi di attività, con performance negative per quelle più rischiose, dal credito al debito dei paesi emergenti, ed una modesta riduzione dei tassi di interesse; relativamente stabile è stato, invece, il livello di cambio tra Euro e Dollaro statunitense. Il quadro macroeconomico: Nonostante i recenti segnali di rallentamento del ritmo di crescita, il quadro macroeconomico è ancora positivo sia negli Stati Uniti sia in Europa e le prospettive per la Cina ed i paesi emergenti meno negative rispetto a quanto scontato dai mercati; i rischi di un peggioramento nel corso dell anno sono però aumentati. Negli Stati Uniti, la dinamica del mercato del lavoro continua ad essere estremamente positiva e migliore delle aspettative, mentre i principali indici di fiducia e gli indicatori di economia reale hanno segnato un modesto rallentamento nell ultima parte dell anno appena terminato. La pressione sui prezzi al consumo continua ad essere contenuta, inferiore all 1% a livello aggregato, ma esclusivamente per effetto della significativa contrazione del prezzo del petrolio: l indice core, infatti, è cresciuto del 2,1% su base annua. Lo scenario più probabile riamane quello caratterizzato da una conferma della crescita statunitense su ritmi leggermente superiori al 2% nel corso dell anno e di una convergenza, nei prossimi mesi, dell inflazione verso la soglia del 2%. Pagina 1

2 Analisi dei mercati Le aspettative della Federal Reserve rispetto al prezzo del petrolio e l interpretazione del proprio mandato saranno, dunque, cruciali nei prossimi mesi: se l attuale contrazione del costo delle materie prime verrà considerata temporanea, concentrando la propria attenzione sul movimento dell indice core, la politica monetaria potrà essere, nei prossimi mesi, più restrittive rispetto a quanto attualmente scontato dai mercati. Tale scenario rimane quello più probabile, nonostante i rischi legati alle pressioni deflazionistiche derivanti sia dall impatto eventualmente negativo sull inflazione core di una prolungata fase di basso costo del petrolio sia dalla dinamica dell economia globale. Situazione in parte differente nell area Euro: il rallentamento dei principali indicatori di economia reale è stato accompagnato, in questo caso, da indici di fiducia relativamente stabili o in miglioramento, mentre l inflazione continua a risultare sempre inferiore rispetto alle attese. Il livello dei prezzi al consumo, infatti, è rimasto sostanzialmente invariato su base annua a livello aggregato e l indice core, depurato dell effetto del costo delle materie prime, è cresciuto soltanto dello 0,9%: tutte le rilevazioni risultano, dunque, sensibilmente inferiori rispetto all obiettivo delle BCE, giustificando le attese di ulteriori misure espansive nei prossimi mesi. Le prospettive per la crescita europea continuano ad essere, in ogni caso, modeste e relativamente fragili, soprattutto rispetto al rischio di un rallentamento più forte dell economia cinese e dei paesi emergenti, con un minore contributo della domanda estera. Altro elemento cruciale sarà la capacità della BCE di ancorare le aspettative di inflazione, evitando una spirale deflazionistica potenzialmente recessiva, e di indurre un ulteriore indebolimento del tasso di cambio, indispensabile per sostenere la crescita dell area Euro nel breve e medio termine. I rischi maggiori, però, rimangono quelli politici: le continue tensioni tra i diversi paesi, la perdita di consenso sia dei governi nazionali sia dell Unione Europea nel suo insieme e le conseguente risposte sistematicamente inadeguate ai temi, tra gli altri, legati all accoglienza dei profughi, alla politica estera, all armonizzazione del sistema bancario e fiscale evidenziano una sostanziale graduale ma continua disgregazione, a prescindere dalle intenzioni, dai principi e dai propositi annunciati. In Cina, infine, nonostante la reazione pesantemente negativa dei mercati, gli indicatori di fiducia hanno confermato lo scenario negativo ma risultando sostanzialmente in linea con le aspettative e nessuna delle rilevazioni di economia reale ha sorpreso al ribasso ma, anzi, la dinamica della bilancia commerciale ha sorpreso in positivo. La prospettiva, quindi, di una transizione dell economia cinese verso una maggiore domanda interna di beni e servizi rispetto all esportazione di merci a basso valore aggiunto, accompagnato da un ritmi di cresciuta più contenuti e misure espansive da parte delle autorità locali è rimasta immutata e la recente violenta correzione dei mercati appare eccessiva rispetto all effettiva dinamica del quadro macroeconomico. Da un punto di vista più strategico e di lungo periodo, è interessante osservare come la maggiore crescita del settore dei servizi rispetto a quello manifatturiero sia un elemento comune a tutte le principali economie sviluppate (oltre ad alcuna in via di sviluppo, Cina in primis). Oltre a fattori specifici propri di ogni paese o area geografica, questa tendenza è probabilmente correlata con alcune caratteristiche comuni dell economia moderna indotti dallo sviluppo tecnologico, Pagina 2

3 Analisi dei mercati dalla sempre maggiore attenzione all impatto ambientale dell attività produttiva e dalla riduzione dei costi, quali la condivisione o la fruizione di beni piuttosto che la proprietà, il riutilizzo delle materie prime, la riduzione degli sprechi. Poiché tali fattori appaiono permanenti e non temporanei, l impatto sul processo di crescita globale nel prossimo futuro potrà essere rilevante e dovrà essere tenuto in considerazione nella valutazione delle prospettive dei diversi paesi, considerando il peso del settore dei servizi nelle loro strutture produttive, le potenzialità di crescita ed il livello di competitività. Il nostro Outlook: L attuale fase di debolezza dei mercati azionari e il deciso incremento dell avversione al rischio degli investitori riflette la maggiore incertezza riguardo l evoluzione del quadro macroeconomico nei prossimi mesi, ed in particolare l impatto sulla crescita globale di un eventuale ulteriore rallentamento dell economia cinese. In un contesto di elevata volatilità, inoltre, fattori specifici hanno condizionato le scelte degli investitori, ed in particolare i timori riguardo la continua discesa del prezzo del petrolio, accelerando l aggiustamento del livello dei principali indici. Anche se nel breve periodo singoli elementi potranno continuare a pesare sulla dinamica dei mercati, le valutazioni di molte classi di attività appaiono ormai in linea, se non peggiori, rispetto al quanto implicito nel quadro macroeconomico, la cui evoluzione tornerà ad essere determinante nei prossimi mesi. Le rilevazioni di economia reale relative al trimestre in corso saranno fondamentali per allontanare i timori di una brusca frenata della crescita cinese e confermare la solidità della ripresa economica statunitense, sostenuta soprattutto dalla dinamica positiva della domanda interna e del reddito disponibile. Pur escludendo la possibilità, ad oggi remota, di un ritorno dei mercati azionari in prossimità dei livelli massimi osservati lo scorso anno, un recupero almeno parziale è probabile nel medio periodo, in un contesto, però, di variazioni ancora significative. In generale, la dinamica della crescita e dell inflazione statunitensi saranno cruciali per le prossime decisioni della Federal Reserve, probabilmente destinata a proseguire nella propria politica di rialzo dei tasso di interesse, con un atteggiamento anche più restrittivo di quanto attualmente atteso dagli investitori. Viceversa, nell area Euro la BCE dovrà continuare a fronteggiare il deterioramento delle aspettative di inflazione, in un contesto di crescita estremamente moderata, con probabili nuovi interventi espansivi, i quali potranno sostenere le valutazioni della periferie e del credito europeo, oltre a indurre un ulteriore deprezzamento della moneta unica. Relativamente ai paesi emergenti, infine, in ambito azionario le prospettive sono ancora incerte e l approccio rimane estremamente cauto mentre in ambito obbligazionario la dispersione tra paesi e valute differenti rimarrà elevata, favorendo quelli importatori di petrolio e le economie caratterizzate da un maggiore equilibrio della bilancia commerciale e, quindi, da una minore sensitività alla dinamica dei tassi di interesse statunitensi. Pagina 3

4 Analisi dei mercati L impatto di una probabile ulteriore svalutazione della valuta cinese dovrà, inoltre, essere monitorato con attenzione, anche se l interesse delle autorità locali di evitare movimenti repentini e contenere la volatilità del livello di cambio dovrebbe rappresentare un attenuante per questo rischio. I nostri Fondi: In ambito obbligazionario, la dinamica dei tassi ha favorito i titoli governativi dell area Euro, mentre i mercati governativi internazionali sono stati penalizzati maggiormente dalla dinamica valutaria: il fondo Fondaco Euro Gov Beta ha guadagnato circa sessanta centesimi nel corso del mese, mentre il fondo governativo internazionale Fondaco World Gov Active Beta Non Euro e il fondo governativo asiatico Fondaco Lux Asia Gov Active Beta hanno perso poco più di un punto percentuale e mezzo. In ambito obbligazionario a breve termine, il fondo Fondaco Euro Cash è rimasto sostanzialmente stabile nelle prime settimane dell anno, In ambito multi-asset, il fondo di fondi Fondaco Global Opportunities ha guadagnato circa un punto percentuale, mentre il valore della quota del fondo di fondi Fondaco Multi-Asset Income è scesa di circa un punto percentuale e mezzo. Il Fondaco Select Opportunities, fondo di fondi hedge, al 30 novembre 2015 ha conseguito un rendimento positivo pari al 6,35%; dall avvio del fondo (luglio 2011) la performance è positiva e pari al 37,6% a fronte di una volatilità del 4,5%. Pagina 4

5 Analisi dei mercati 126 Fondaco Euro Cash 170 Fondaco Euro Gov Beta ,92 0,64% 0,30% -0,04% 160,70 1,95% 1,06% 0,62% 130 Fondaco World Gov Active Beta 112 Fondaco Global Opportunities gen dic set dic gen dic set dic ,16-0,67% -1,50% -1,69% 106,95-0,79% 1,52% 0,99% Fondaco Lux Asia Gov Active Beta 12 Fondaco Multi-Asset Income , , gen dic set dic gen dic set dic ,22 2,34% 3,65% -1,58% 105,50-0,89% 0,07% -1,46% Pagina 5

6 Appendice Macroeconomic Data Euro Area Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 21-gen EC BCE Annuncio tassi GEN 0.05% 0.05% 0.05% 13-gen EC Produzione industriale area Euro m/m NOV -0.3% -0.7% 0.6% 8-gen FR Produzione industriale m/m NOV -0.3% -0.9% 0.7% 8-gen GE Produzione industriale m/m NOV 0.5% -0.3% 0.5% 14-gen IT Produzione industriale m/m NOV 0.2% -0.5% 0.5% 8-gen GE Esportazioni m/m NOV 0.5% 0.4% -1.3% 7-gen GE Ordini di fabbrica NOV 0.1% 1.5% 1.7% 7-gen GE Vendite al dettaglio m/m NOV 0.5% 0.2% -0.3% 7-gen EC Vendite al dettaglio m/m NOV 0.2% -0.3% -0.1% 7-gen IT Disoccupazione NOV 11.5% 11.3% 11.8% 7-gen EC Disoccupazione NOV 10.7% 10.5% 10.8% 25-gen GE IFO Aspettative GEN n.d. n.d gen EC CPI m/m DIC 0.0% 0.0% 0.1% 19-gen EC CPI a/a DIC 0.2% 0.2% 0.1% Le ultime rilevazioni macroeconomiche nell area Euro mostrano una dinamica meno positiva rispetto ai mesi scorsi; tuttavia, il rallentamento dell economia cinese continua a pesare sulla dinamica dell area, in particolare sulla Germania, mentre permane un contesto di assenza di pressioni inflazionistiche; A livello aggregato, la produzione industriale è scesa dello 0,7% su base mensile, in misura superiore alle attese e la dinamica appare generalizzata; il contributo è stato negativo e contrario alle attese della Germania, così come quello italiano (-0,5%) e francese (-0,9%). Sul fronte della domanda, le vendite al dettaglio si sono leggermente ridotte rispetto a ottobre(-0,3%) e la disoccupazione si è ridotta leggermente su base mensile, attestandosi al 10,5%. Le rilevazioni riguardo all economia tedesca sono state miste e influenzate da più fattori, come il rallentamento cinese e la dinamica dell Euro: la domanda interna è cresciuta leggermente a novembre (-0,2%); le esportazioni sono cresciute dello 0,4% rispetto a ottobre,, gli ordini di fabbrica sono cresciuti in misura superiore alle attese (+1,5%) ma la produzione industriale è cresciuta dello 0,3% rispetto a ottobre; inoltre, le aspettative di crescita, misurate grazie all indice IFO, sono rimaste invariate, riflettendo la fiducia riguardo alla dinamica di crescita dell economia tedesca. L economia italiana mostra deboli segnali di ripresa: la produzione industriale è scesa rispetto a ottobre (-0,5%), ma disoccupazione si è ridotta all 11,3% e la dinamica dell occupazione è stata influenzata dall attuazione della riforma del lavoro (jobs act). La BCE ha mantenuto i tassi al minimo storico, mantenendo invariato il programma di quantitative easing, con acquisti mensili superiori ai sessanta miliardi di Euro; tuttavia, ha annunciato ulteriori misure espansive a sostegno dell economia e per preservare la stabilità dei prezzi, che verranno introdotte a marzo. A dicembre, l indice dei prezzi al consumo è rimasto fermo su base mensile, ma è cresciuto dello 0,2% su base annua. Pagina 6

7 Macroeconomic Data US Area Data Paese Indicatore Periodo Atteso Effettivo Precedente 23-dic US Reddito personale NOV 0.3% 0.3% 0.4% 15-gen US Vendite al dettaglio DIC -0.1% 0.1% 0.2% 22-dic US Consumo personale 3 TRIM 2.9% 3.0% 3.0% 8-gen US Variazione salari non agricoli DIC 200k 292k 211k 8-gen US Disoccupazione DIC 5.0% 5.0% 5.0% 6-gen US Ordini di fabbrica NOV -0.2% -0.2% 1.5% 23-dic US Ordini di beni durevoli NOV -0.6% 0.0% 2.9% 20-gen US Indice dei prezzi al consumo m/m DIC 0.0% -0.1% 0.0% 20-gen US CORE CPI m/m DIC 0.2% 0.1% 0.2% 20-gen US Indice dei prezzi al consumo a/a DIC 0.8% 0.7% 0.5% 20-gen US CORE CPI a/a DIC 2.1% 2.1% 2.0% 15-gen US Produzione industriale DIC -0.1% -0.2% -0.9% Il quadro economico statunitense rimane positivo: tuttavia, la volatilità osservata nelle ultime settimane e alimentata dal rallentamento della crescita cinese ha influenzato la dinamica dell economia e peserà sulle decisioni future di politica monetaria della Federal Reserve. La dinamica dei consumi è stata positiva nel terzo trimestre dell anno (+3%), ma leggermente inferiore alle attese, coerentemente con l incremento del potere di acquisto (il reddito personale è cresciuto dello 0,3% rispetto a ottobre);le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,1% a dicembre; la fase di stabilizzazione del mercato del lavoro è proseguita, registrando un numero di posti di lavoro creati a dicembre decisamente superiore alle attese, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 5%; sul fronte produttivo, la dinamica non è stata positiva ma superiore alle attese: la produzione industriale è scesa dello 0,2% a dicembre, sesto calo consecutivo; gli ordini di fabbrica sono rimasti invariati mentre gli ordini di beni durevoli sono calati dello 0,2% rispetto a novembre. Le prospettive dell economia reale continuano in ogni caso a essere moderatamente positive, anche se alcuni fattori di incertezza potranno gravare sulla dinamica di crescita; dopo il primo rialzo avvenuto nella riunione di dicembre, atteso dal mercato, la dinamica delle decisioni della Federal Reserve sarà dunque influenzato anche dagli sviluppi internazionali e dalla dinamica dell inflazione e del mercato del lavoro statunitense. Osservando la dinamica dell inflazione, l indice dei prezzi al consumo a novembre si è ridotto dello 0,1% su base mensile, mentre è cresciuto dello 0,7% su base annua; il dato core è cresciuto dello 0,1% rispetto a novembre, mentre è aumentato del 2,1% su base annua. Pagina 7

8 Market Monitor Equity Indices DJ EuroStoxx S&P ,65% -4,20% -9,84% ,20% -2,02% -8,47% 240 MSCI World (Euro) FTSE MIB ,12% -1,94% -9,54% ,52% -12,08% -12,58% Topix MSCI Emerging Mkt (Euro) ,74% -7,62% -15,89% ,51% -9,98% -12,97% L inizio del 2016 è stato negativo per tutti i listini azionari come non accadeva da diversi anni: tra i timori di un rallentamento più marcato della crescita economica cinese ed il relativo impatto sull economia internazionale, il crollo del prezzo del petrolio e le tensioni geopolitiche l umore dei mercati è decisamente peggiorato. In tale contesto di avversione al rischio le Borse europee hanno perso, da inizio anno, in media tra il 9% e il 14%: l indice azionario Euro Stoxx ha perso circa il 10%, mentre l indice domestico Ftse Mib il 13%. Anche gli indici statunitensi hanno subito una forte correzione: la volatilità è aumentata con l indice Vix tornato sui livelli dello scorso settembre e l indice S&P si è trovato a cedere importanti aree supportive, subendo una perdita da inizio anno prossima all 8,50%. Particolarmente penalizzati sono stati i mercati azionari emergenti: l indice MSCI Emerging Markets Equity ha perso circa il 13% nelle ultime settimane, mentre la Borsa di Tokio, maggiormente sensibile al tracollo delle borse asiatiche, ha perso quasi il 16%. Pagina 8

9 Market Monitor Fixed Income Indices 235 Citigroup EGBI 600 Citigroup WGBI ,64% 1,45% 0,98% 575 9,02% 3,02% 1,50% 200 Citigroup AGBI 270 JP Morgan GBI-EM , ,72% 4,11% -1,27% 218-8,38% -0,67% -3,32% Da inizio anno la dinamica dei mercati obbligazionari è stata positiva per i titoli di debito dei paesi sviluppati. Le ultime settimane sono risultate volatili ma nel complesso positive per i governativi europei, con un ampliamento della dispersione tra i titoli core, che hanno performato meglio, e i periferici, penalizzati dall incremento dell avversione al rischio: nel complesso, l indice rappresentativo dell area Euro ha guadagnato quasi un punto percentuale da inizio anno. L indice governativo internazionale si è apprezzato dell 1,50%, favorito in particolare dal movimento di generale riduzione dei tassi d interesse, mentre il contributo valutario è stato residuale. Discorso diverso per i titoli governativi dei paesi emergenti, penalizzati in particolar modo dalla dinamica valutaria, mentre i tassi in valuta locale risultano poco mossi: l indice generale ha subito una correzione superiore al 3% mentre più contenuto è stato il movimento dell indice asiatico, che ha perso poco più dell 1%. Anche nelle prime settimane dell anno si conferma, quindi, ancora una divergenza tra aree geografiche, con una performance relativa superiore del mercato asiatico rispetto al resto dei paesi in via di sviluppo. Pagina 9

10 Market Monitor Inflation Linked and Commodities Indices BarCap World Inflation Linked Bond (HedEUR) BarCap Euro Inflation Linked Bond ,57% -0,39% 0,70% 203 0,35% 0,45% -0,46% BarCap US Inflation Linked Bond (USD) DJUBS Commodities ,61% -0,52% 0,11% ,22% -15,94% -6,06% 65 WTI Crude Oil 1350 Golds ,5-45,01% -35,18% -22,64% ,06% -1,24% 3,75% Nel corso delle ultime settimane la dinamica dei titoli indicizzati all inflazione è stata complessivamente positiva al livello globale, ma con delle differenze a livello geografico: l indice europeo, infatti, ha perso circa cinquanta centesimi da inizio anno, mentre l indice US è cresciuto di una decina di centesimi. Continua la discesa dei prezzi delle commodities che non sembrano riuscire a dare un segnale convincente di recupero, complice la debolezza dei listini asiatici e i dubbi sulla domanda di risorse di base in arrivo dalla Cina la cui economia è destinata a rallentare: l indice generale ha perso circa il 6% da inizio anno, trascinato dal tracollo del prezzo del petrolio, che ha raggiunto nuovi minimi scivolando sotto i trenta dollari al barile. L avversione al rischio ha, invece, premiato i metalli preziosi, i quali, nell ottica di bene rifugio, riacquisiscono appeal verso gli investitori: il prezzo dell oro, da inizio anno, è cresciuto di quasi quattro punti percentuali. Pagina 10

11 Market Monitor German Interest Rates GE 1YR GE 2YRS -0,10-0, ,30-0,30-0,40-0,45-0,50-0,43-0,36% -0,16% -0,05% -0,45-0,35% -% -0,10% GE 5YRS GE 10YRS 0,30 0,10-0,10 1,00 0,80 0,60 0, ,30-0,24-0,26% -0,23% -0,19% 0,45-0,09% -0,14% -0,18% GE 30YRS 1,80 1,40 1,00 0,60 Price Variation 21-gen dic set dic-15 1,22-0,17% -0,11% -0,27% Il livello dei tassi d interesse tedeschi è diminuito lungo tutta la curva, con movimenti più marcati sulle scadenze superiori ai cinque anni, determinando un movimento di flattening della curva: da inizio anno i tassi sono scesi di circa venti centesimi per i titoli con scadenza a 5 e 10 anni e di circa trenta centesimi per i titoli a più lunga scadenza, mentre il movimento sul tratto breve e brevissimo della curva è stato più contenuto, con una riduzione di dieci centesimi per il tasso a due anni e di cinque centesimi per i tassi ad un anno. Pagina 11

12 Market Monitor Italian Interest Rates 0,40 IT 1YR 0,60 IT 2YRS 0, ,07-0,36% -0,11% -0,03% 0,02-0,52% -0,12% 0,05% 1,70 IT 5YRS 2,50 IT 10YRS 1,20 2,00 0,70 1,50 1,00 0,55-0,41% -% 0,04% 1,56-0,33% -0,16% -0,03% IT 30YRS 3,80 3,30 2,80 2,30 1,80 Price Variation 21-gen dic set dic-15 2,70-0,53% -0,14% % I tassi d interesse dei titoli di Stato italiani si sono mossi poco rispetto ai livelli osservati a inizio anno: i tassi dei titoli con scadenze a brevissimo termine sono diminuiti, diventando negativi, i tassi a due anni offrono un rendimento sostanzialmente nullo, i tassi a cinque anni offrono un rendimento prossimo ai cinquanta centesimi, mentre il decennale e il trentennale offrono rispettivamente rendimenti intorno alla soglia dell 1,60% e del 2,70%. Pagina 12

13 Market Monitor US Interest Rates US 1YR US 2YRS 0,80 1,20 0,60 1,00 0,80 0,40 0,60 0,40 0,44 0,23% 0,13% -0,16% 0,83 0,17% % -0,21% 2,00 US 5YRS 2,60 US 10YRS 1,80 2,40 1,60 2,20 1,40 2,00 1,20 1,80 1,00 1,60 1,44-0,21% 0,09% -0,32% 2,03-0,14% -0,01% -0,24% 3,40 3,20 3,00 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 US 30YRS Price Variation 21-gen dic set dic-15 2,81 0,06% -0,04% -% Nel mese di gennaio i tassi d interesse statunitensi sono diminuiti su tutte le scadenze, con movimenti più evidenti sul tratto medio-lungo della curva: i tassi a cinque e dieci anni sono diminuiti rispettivamente di trenta e venticinque centesimi, mentre più contenuti sono stati i movimenti sulle altre scadenze, con una riduzione mediamente prossima a venti centesimi: il tasso ad un anno offre circa quarantacinque centesimi, il tasso a due anni è prossimo a ottanta centesimi, mentre il decennale è sceso intorno al 2% e il trentennale è tornato sotto la soglia del 3%. Pagina 13

14 Market Monitor UK Interest Rates 0,60 0,50 0,40 0,30 UK 1YR 0,80 0,70 0,60 0,50 0,40 0,30 UK 2YRS 0,38 0,10% -0,13% 0,10% 0,43-0,02% -0,14% -0,22% 1,80 1,60 1,40 1,20 1,00 0,80 UK 5YRS 2,30 2,10 1,90 1,70 1,50 1,30 UK 10YRS 1,03-0,13% -0,16% -0,31% 1,67-0,09% -0,09% -0,29% 3,00 UK 30YRS 2,80 2,60 2,40 2,20 2,00 Price Variation 21-gen dic set dic-15 2,47-0,04% % -% Nelle ultime settimane i tassi d interesse dei titoli di Stato del Regno Unito sono diminuiti su tutte le scadenze, con movimenti più evidenti sul tratto medio-lungo della curva, ad eccezione dei tassi con scadenza ad anno, i quali sono invece incrementati di circa dieci centesimi; i tassi dei titoli con scadenza a cinque e dieci anni hanno subito il maggior decremento, con una riduzione prossima ai trenta centesimi, mentre i tassi a due anni e quelli a più lunga scadenza sono diminuiti di circa venti centesimi. Pagina 14

15 Market Monitor Japanese Interest Rates 0,06 0,04 0,02-0,02-0,04-0,06 JPY 1YR 0,06 0,04 0,02-0,02-0,04-0,06 JPY 2YRS 0,02% -0,01% 0,05% 0,02% -0,02% 0,01% 0,15 0,10 0,05 JPY 5YRS 0,60 0,50 0,40 0,30 0,10 JPY 10YRS 0,03 % -0,04% % 0,23-0,10% -0,12% -0,03% 1,60 JPY 30YRS 1,45 1,30 1,15 1,00 Price Variation 21-gen dic set dic-15 1,20-0,04% -0,21% -0,07% I tassi d interesse dei titoli di Stato giapponesi sono rimasti stabili sul tratto breve e medio della curva mentre sono incrementati sulle scadenze a brevissimo termine e lievemente diminuiti sulle scadenze a lungo termine: i tassi ad uno e due anni sono nulli, mentre il tasso a dieci anni offre un rendimento prossimo a venti centesimi. Pagina 15

16 Market Monitor Euro vs Currencies 1,25 1,20 1,15 1,10 1,05 1,00 USD 0,79 0,77 0,75 0,73 0,71 0,69 GBP 1,25 1,20 1,15 1,10 1,05 1,00 0,95 1,084-10,38% -3,02% -% 0,763-1,71% 3,30% 3,50% CHF JPY 1,096-8,88% 0,53% 0,88% 127,620-11,99% -4,63% -2,29% Sul fronte valutario, nelle ultime settimane l Euro si è particolarmente apprezzato nei confronti della Sterlina britannica: la prudenza della BoE, la quale nell ultima riunione di gennaio ha confermato i tassi e il programma di acquisto e rimandato al secondo trimestre del 2016 l avvio del rialzo dei tassi, ha contribuito ad accentuare il trend di indebolimento della sterlina, deprezzatasi del 3,50% da inizio anno. Lo yen, invece, si è apprezzato di oltre due punti percentuali rispetto all Euro, anche se le prospettive sono di un inevitabile deprezzamento della valuta nipponica a breve, dopo le affermazioni della BoJ disposta a fare di tutto per raggiungere il proprio target d inflazione del 2%. Il cambio euro-dollaro, invece, si trova pressoché sui livelli di inizio anno, senza mostrare una chiara direzionalità. Pagina 16

17 Market Monitor Money Market Euribor 3 Month EONIA 0,10 0,30 0,05 0,10-0,05-0,10-0,10-0,15-0,30-0,14-0,22% -0,10% -0,01% -0,24-0,38% -0,12% -0,11% Future Euribor 3M Marzo 2016 Future Euribor 3M Settembre ,40-0,40-0,23-0,29% -0,17% -0,06% -0,28-0,40% -0,22% -0,10% Il Presidente della BCE nel corso della riunione di gennaio ha mantenuto invariato il tasso di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%, e il tasso di interesse sui depositi detenuti dalle banche presso la BCE a -0,30%, alimentando, tuttavia, le speranze di un ulteriore stimolo monetario alla prossima riunione di marzo. Il sospetto è che Draghi abbia puntato ad un effetto immediato sul clima di fiducia, in un momento di forte debolezza dei mercati, con il rischio però di deludere a marzo. Il tasso Euribor a tre mesi è rimasto stabile ed è ora negativo di quattordici centesimi, così come anche il tasso EONIA, con un tasso negativo di ventiquattro centesimi. I livelli a termine dei contratti futures sulle scadenze di marzo e settembre sono diminuiti di circa dieci centesimi da inizio anno, offrendo rendimenti negativi rispettivamente di circa venti e trenta centesimi. Pagina 17

18 Il presente documento è stato redatto da Fondaco SGR S.p.A. per i propri clienti istituzionali ( operatori qualificati ai sensi dell art. 31 del Regolamento Intermediari della Consob). Esso è distribuito dal giorno 22/01/2016. Le informazioni e le opinioni contenute in questo documento si basano su fonti ritenute attendibili, ma l esattezza e la completezza delle stesse non è garantita da Fondaco SGR. Il documento è fornito a solo scopo informativo: esso non costituisce proposta contrattuale, offerta o sollecitazione all acquisto e/o vendita di strumenti finanziari o, in genere, all investimento, né costituisce consulenza in materia di investimenti. Fondaco SGR non fornisce alcuna garanzia di raggiungimento di qualunque previsione e/o stima contenuto nel documento stesso. Le informazioni o le opinioni ivi contenute possono variare senza alcun conseguente obbligo di comunicazione in capo a Fondaco SGR. Pertanto, né Fondaco SGR, né i suoi amministratori, dipendenti e collaboratori, possono essere ritenuti responsabili (per colpa o altro) per danni derivanti dall utilizzo o dal contenuto del presente documento. E vietata la riproduzione e/o la ridistribuzione, in tutto o in parte, direttamente o indirettamente, del presente documento, non espressamente autorizzata. Pagina 18

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