14 maggio 2019 DIALOGO CON GLI STUDENTI PRESSO L UNIVERSITA CATTOLICA. Dr. Alberto Longhi Psicologo

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1 14 maggio 2019 DIALOGO CON GLI STUDENTI PRESSO L UNIVERSITA CATTOLICA Dr. Alberto Longhi Psicologo

2 Ma Alberto Longhi... Chi è?! Psicologo Clinico e Del Lavoro

3 Area Clinica: Specializzando in psicoterapia presso Istituto SIPRe (Società Italiana di psicoanalisi della relazione) di Milano Psicologo clinico presso studio privato Supervisore presso Comunità Alloggio Il Ciliegio 2 Psicologo presso RSA La Madonnina Psicologo presso UCP DOM di Padanassistenza

4 Area Del Lavoro: Psicologo Consulente Organizzativo Libero Professionista Formatore presso CESVIP Formatore presso EvoForm Consulting Formatore presso API Servizi

5 Oggetto della riflessione STRESS: secondo la definizione di Selye lo stress è un «risposta non specifica dell organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso» (Selye, 1957). BURN OUT: letteralmente significa «bruciarsi» e indica uno stato di malattia professionale da distress maturata nel contesto lavorativo (Maslach, 1976).

6 Stress e Stressor È importante tenere presente che lo stressor, cioè l agente stressante, che provoca la reazione di stress, può essere interno (valori personali o mete) o esterno (contesto di lavoro). Lo stress viene distinto principalmente in due categorie (Pellegrino, Abate e Della Porta, 2005): 1. Eustress: stress positivo. Porta alla mobilitazione di risposte adattive in rapporto a domande dell ambiente a cui è possibile rispondere. 2. Distress: stress negativo. Porta alla mobilitazione di risposte disadattive. Vi è un sovraccarico di stimoli e il sentimento che accompagna lo stress è negativo. Le condizioni stressanti superano le capacità del soggetto di farvi fronte.

7 Lavorare a contatto con la sofferenza: il rischio del burn out Maslach (1976) descrive il burn out distinguendo tre dimensioni: Esaurimento emotivo: indica la fatica, stanchezza e angoscia causate al lavoratore da un contesto di lavoro stressante Depersonalizzazione: indica la tendenza a smettere di percepire gli utenti come persone, che vengono quindi trattati con freddezza, apatia o aggressività Gratificazione personale: indica il piacere legato al successo professionale vissuto dall operatore Le cause possono essere principalmente rintracciabili nel rapporto tra il lavoratore e: l oggetto di lavoro, il gruppo di lavoro la cultura organizzativa. Esiste poi una vulnerabilità individuale che può facilitare l insorgenza di patologie da stress.

8 Riflessione sulle cause del burn out Vulnerabilità individuale: il modo in cui la persona elabora la propria esperienza definisce la qualità stressogena dell esperienza stessa (Lazarus e Folkman, 1984) e l impatto che l esperienza ha sul soggetto dipende da come il soggetto riesce a far fronte (coping) alle difficoltà da un punto di vista emotivo, cognitivo e comportamentale (Lazarus, 1991). Esiste inoltre una vulnerabilità individuale che predispone un soggetto a manifestare una sintomatologia da stress (Zubin e Spring, 1977; Campbell, 1989). Rapporto con l oggetto di lavoro: il termine burn out è stato coniato in ambito sanitario data la complessità del rapporto con l oggetto di lavoro, cioè persone sofferenti di cui come operatori si è chiamati a prendersi cura (Maslach, 1976). L impatto che lavorare con soggetti sofferenti ha sull operatore non è da trascurare, nella misura in cui attiva sia una risposta del singolo in relazione allo stress, sia processi psicologici e intersoggettivi che impattano su tutto il gruppo di lavoro.

9 Riflessione sulle cause del burn out Rapporto con i colleghi: un organizzazione è pensabile come un gruppo di lavoro allargato, composto a sua volta da molteplici sottogruppi (Kaneklin, Olivetti Manoukian, 1990; Kaneklin, 2010). Le relazioni tra colleghi, specialmente se difficili, sono una potenziale fonte di stress. D altra parte, lo stress del singolo facilmente impatta sul gruppo di lavoro. Rapporto con la cultura organizzativa: La cultura organizzativa può essere definita come l insieme di assunti fondamentali che un dato gruppo ha inventato, scoperto o sviluppato imparando ad affrontare i suoi problemi di adattamento esterno e di integrazione interna e che hanno funzionato abbastanza bene da poter essere considerati validi e perciò insegnati a nuovi membri come modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a quei problemi (Schein, 1986). La cultura stessa, specialmente se coerente e orientata al benessere delle persone, può favorire la tutela da stress e burn out. Al contrario, incoerenze culturali o culture poco orientate al benessere (a favore, per esempio, della competizione) possono causare stress.

10 Fasi del burn out Maslach, a proposito dell evoluzione della sindrome, scrive: «l evoluzione organica di tale processo si manifesta in coloro che hanno relazioni di aiuto impegnative, stressanti, protratte nel tempo» (Maslach, 1976). Tale sindrome è caratterizzata dal susseguirsi di 4 fasi: 1. Entusiasmo idealistico: normalmente una persona che intraprenda una helping profession è motivata dal desiderio di rendersi utile prendendosi cura dei problemi dell altro (paziente, discente, utente, cittadino...) 2. Stagnazione: le aspettative idealistiche del lavoratore nei confronti del lavoro vengono disattese. Le sfide lavorative progressivamente superano le risorse del lavoratore, che inizia ad avvertire disagio 3. Frustrazione: il disagio del lavoratore si connota con profondo senso di inutilità, perdita di valori, emozioni intense e dolorose (ansia, impotenza, umore deflesso). Spesso vengono messi in atto comportamenti come allontanamenti dal posto di lavoro senza giustificazioni, pause prolungate o frequenti assenze per malattia 4. Apatia: la sofferenza del lavoratore diventa intollerabile al punto da portare il lavoratore alla morte professionale. Il lavoratore sofferente diventa insensibile all altro e incapace di prendersene cura. E incapace di assolvere al proprio compito e di aiutare qualcuno, probabilmente nemmeno se stesso.

11 Il caso clinico organizzativo Cliente: RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) Committente: La Coordinatrice della Struttura Consulente: psicologo consulente interno Domanda: viene richiesto allo psicologo di accompagnare la struttura nel processo di superamento delle contenzioni meccaniche

12 RSA: lavoratori coinvolti Coordinatore: Gestisce i turni di lavoro, i piani di lavoro e i processi amministrativi, qualità, sicurezza, formazione... per rendere possibile il funzionamento della struttura Medici: si occupano della valutazione sanitaria degli ospiti, della prescrizione degli esami necessari e della prescrizione delle terapie Psicologo: si occupa della salute psicologica di ospiti, famigliari e operatori Infermieri: si occupano del monitoraggio dello stato di salute degli ospiti, somministrano le terapie e gestiscono il processo assistenziale OSS (Operatori Socio Assistenziali) e ASA (Ausiliari Socio Assistenziali): si occupano dei bisogni fondamentali degli ospiti: la nutrizione, l igiene, gli spostamenti, la sanificazione degli ambienti... Personale ausiliario: si occupano della cucina e della pulizia degli ambienti

13 Gli ospiti in RSA Per la maggior parte si tratta di anziani fragili non autosufficienti. La fragilità può dipendere dal quadro di salute fisica o psicologica dell anziano. Esempio 1: la Sig.ra F. ha 83 anni e viveva sola prima del ricovero. Ha un punteggio di MMSE pari a 28. Presenta una patologia osteoarticolare che le causa forti dolori agli arti inferiori, esponendola a rischio cadute. Esempio 2: la Sig.ra L. ha 92 anni e prima del ricovero viveva con il figlio maggiore. Le è stata diagnosticata una malattia di Alzheimer e il test MMSE non è somministrabile. Presenta un grave disturbo della memoria, grave irrequietezza, comportamenti di aggressività verbale e fisica.

14 Quadro clinico nelle demenze SINTOMI COGNITIVI Perdita di memoria Disorientamento spaziale e temporale Afasia Aprassia Agnosia Difficoltà delle funzioni esecutive Demenza Compromissione funzionale: ADL (lavarsi, vestirsi, muoversi, nutrirsi,continenza, alimentazione...) IADL (uso del telefono, preparare pasti...) SINTOMI NON COGNITIVI (BPSD) Alterazioni tono dell umore Agitazione e aggressività Psicosi Disturbi del ritmo sonno veglia e dell appetito

15 Le contenzioni meccaniche

16 Strumenti di rilevazione dello stress Maslach Burn Out Inventory MBI (Maslach e Jackson, 1986): composto da 22 item che misurano il burn out ed è suddiviso in 3 scale: Esaurimento emotivo: indica la fatica, stanchezza e angoscia causate al lavoratore da un contesto di lavorostressante Depersonalizzazione: indica la tendenza a smettere di percepire gli utenti come persone, che vengono quindi trattati con freddezza, apatia o aggressività Gratificazione personale: indica il piacere legato al successo professionale vissuto dall operatore Colloquio psicologico: a seguito della somministrazione del test, lo psicologo ha analizzato insieme ai lavoratori i risultati con interviste cliniche non strutturate finalizzate alla comprensione dello stato di salute psicologica dell operatore sul luogo di lavoro

17 Punteggi Punteggio Basso Punteggio Medio Punteggio Alto Esaurimento Emotivo > 23 Depersonalizzazione > 6 Gratificazione Personale >

18 Rilevazione settembre 2017 set-17 Esaurimento emotivo Depersonalizzazione Gratificazione personale Soggetti , ,

19 Cosa vedete? Come lo spiegate?

20 Rilevazione febbraio 2018 Esaurimento apr-18emotivo Depersonalizzazione Gratificazione personale Soggetti ,5 3 37,5

21 Cosa vedete? Come lo spiegate?

22 Esaurimento nov-18emotivo Rilevazione novembre 2018 Gratificazione personale Depersonalizzazione Soggetti , ,5 43,

23 Cosa vedete? Come lo spiegate?

24 Il caso di L. Esempio 2: la Sig.ra L. ha 92 anni e prima del ricovero viveva con il figlio maggiore. Le è stata diagnosticata una malattia di Alzheimer e il test MMSE non è somministrabile. Presenta un grave disturbo della memoria, grave irrequietezza, comportamenti di aggressività verbale e fisica. Dorme di giorno ed è sveglia di notte, durante la quale ha costantemente bisogno di un operatore che risponda alle sue domande per rassicurarla (le stesse a distanza di pochi minuti). Se l operatore non le dedica attenzione, la paziente si agita e diviene aggressiva, sia con gli operatori che con gli altri ospiti. La collaborazione dell ospite ai processi assistenziali è molto scarsa. I momenti più impegnativi per gli operatori sono l igiene al mattino, la doccia e la messa a letto. È necessario prestare costante attenzione alla sua deambulazione, essendo molto precaria. L ospite tende a dimenticarlo e il rischio caduta è molto alto. Come aiutare gli operatori a gestire quest ospite senza contenzioni?

25 GRAZIE PER L ATTENZIONE!!!

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