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1 SRL: UN CRUSCOTTO PER LA GOVERNANCE Business Plan, il piano d'impresa adatto alle PMI Relatore Luca Piovano Torino, 25 giugno

2 Il Business plan NON è un semplice conto economico prospettico 2

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4 Il Business plan è: Strumento per la gestione aziendale: o o Pianificazione strategica Controllo di gestione Strumento di supporto decisionale nella scelta degli investimenti Strumento di supporto nella valutazione aziendale Strumento necessario in alcune operazioni straordinarie 4

5 Il Business plan è: la rappresentazione organica e prospettica del progetto aziendale un documento che esplicita in modo chiaro e preciso: o o o o l idea del business; il modello di funzionamento; le azioni definite e la valutazione delle azioni in termini economici finanziari strumento di comunicazione 5

6 Il Business plan è anche un utile strumento di «auto-analisi» perché deve essere costruito con il massimo coinvolgimento delle risorse aziendali secondo una logica: top-down per gli aspetti di indirizzo bottom-up per gli input 6

7 INDICE DI UN BUSINESS PLAN I. Executive Summary: sintesi dei contenuti del business plan II. Impresa: I. profilo aziendale III. II. storia della Società, dei soci e dei managers (soprattutto per start up) III. mission aziendale: prodotti/servizi offerti Mercato: I. mercato di riferimento: attuale, prevedibili andamenti futuri II. analisi della domanda III. vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti IV. sales plan V. marketing plan 7

8 INDICE DI UN BUSINESS PLAN IV. Piano degli investimenti: I. investimenti previsti e caratteristiche tecniche II. aspetti finanziari e eventuali agevolazioni III. tempistiche di esecuzione degli investimenti e messa in funzione V. Contenuti economici, finanziari e patrimoniali: I. conto economico previsionale II. situazione patrimoniale previsionale III. rendiconto finanziario previsionale (cash flow) 8

9 LA REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN si fonda quindi su una: visione interna, focalizzata sull impresa; visione esterna, incentrata sull ambiente di riferimento e sul contesto competitivo. E necessaria consapevolezza, conoscenza approfondita della propria realtà aziendale. 9

10 Visione interna Attuale identità strategica dell impresa: - modello di business; - la vision; - la mission E necessaria consapevolezza, conoscenza approfondita della propria realtà aziendale. 10

11 Visione interna - se si opera su più business, necessaria suddivisione in SBU strategic business unit (ad es. per area geografica, tipologia di clienti, canali distributivi, etc) - modello di business: individuazione della attività svolte all interno e in outsourcing - analisi approfondita quantitativa e qualitativa, per ciascuna business unit, degli indirizzi strategici e dei risultati conseguiti 11

12 L analisi quantitativa e qualitativa Strumento per monitorare sia variabili quantitative (monetarie) sia variabili qualitative (non monetarie) è la «balanced scorecard»: Obiettivo: tradurre le strategie competitive in indicatori di performance (scorecard) assicurando l equilibrio (balance) tra le prestazioni di breve termine, misurate attraverso parametri di natura finanziaria e quei fattori di natura non finanziaria che dovrebbero condurre l impresa a prestazioni competitive superiori e sostenibili nel tempo. fonte: Eutekne, Collana Piero Piccatti Aldo Milanese, Predisposizione e ruolo del business plan nell'ambito della gestione delle pmi 12

13 Balanced scorecard Gli indicatori di performance sono organizzati in quattro diverse prospettive di valutazione: prospettiva finanziaria (financial perspective); prospettiva del consumatore (customer perspective); prospettiva interna dell impresa (internal process perspective); prospettiva di innovazione e apprendimento (organisational capacity perspective) fonte: Eutekne, Collana Piero Piccatti Aldo Milanese, Predisposizione e ruolo del business plan nell'ambito della gestione delle pmi 13

14 Balances scorecard fonte: 14

15 Mercato di riferimento e contesto competitivo Si rappresentano: Il contesto in cui l impresa opera (mercato di riferimento) I competitors Posizionamento dell impresa nel mercato di riferimento Trend storici Rischi e opportunità del mercato di riferimento STEP / PEST Analysis Scenario planning 15

16 STEP / PEST Analysis Analisi dell ambiente esterno tramite la valutazione delle seguenti variabili: S - Social T - Technological E Environmental P - Political 16

17 STEP / PEST Analysis 17

18 Scenario planning fonte: forbes.com/ 18

19 Evoluzione del mercato di riferimento Identificati i fattori esterni di cambiamento, è necessario valutare come tali fattori impattino sul settore di riferimento. Modello delle cinque forze di Potter: Potere contrattuale degli acquirenti Potere contrattuale dei fornitori Concorrenza interna Minaccia di prodotti sostitutivi Barriere all entrata di nuovi concorrenti 19

20 Evoluzione dell impresa Identificata l evoluzione del settore di riferimento, è necessario valutare gli impatti sull impresa. SWOT ANALYSIS Strengths Punti di forza Weakness Punti di debolezza Opportunities - Opportunità Threats - Minacce 20

21 SWOT analysis fonte: 21

22 Linee Guida strategiche Vision: valori e aspirazioni Mission: scopo dell impresa Risorse dell impresa TANGIBILI e INTANGIBILI: o o o o o o Capitale finanziario Capitale produttivo Capitale umano - competenze Capitale intellettuale e organizzativo brevetti, know how, licenze, etc Capitale sociale e relazionale Capitale naturale 22

23 Indirizzi strategici Declinazione pratica delle linee guida strategiche, attraverso la costruzione del modello di Business 23

24 fonte: 24

25 I risultati attesi I. conto economico previsionale II. situazione patrimoniale previsionale III. rendiconto finanziario previsionale (cash flow) su un arco temporale di sviluppo delle previsioni (normalmente 3-5 anni) 25

26 Iter della preventivazione economica-finanziaria fonte: Eutekne, Collana Piero Piccatti Aldo Milanese, Predisposizione e ruolo del business plan nell'ambito della gestione delle pmi 26

27 BUSINESS PLAN E CONTROLLO DI GESTIONE I. dal business plan al budget (dal bilancio previsionale pluriennale al bilancio previsionale annuale, mensile, per area, etc) II. Reporting: a) Indicatori economico finanziaria b) Indicatori non monetari indicatori che variano in funzione dell obiettivo misurato (ore lavorate, numero clienti, incidenza scarti, etc) 27

28 VALUTAZIONE D AZIENDA Nella pratica professionale, i metodi di valutazione utilizzati sono i seguenti: metodo patrimoniale semplice; metodo patrimoniale complesso; metodo reddituale; metodo misto patrimoniale - reddituale con stima autonoma dell avviamento; metodo misto patrimoniale - reddituale con valutazione controllata delle immobilizzazioni; metodo misto patrimoniale - reddituale EVA; metodo finanziario; metodo dei multipli. 28

29 Metodo patrimoniale semplice il patrimonio netto rettificato è definito dalla somma del capitale netto contabile, delle plusvalenze e minusvalenze accertate, dedotti, se del caso, gli oneri fiscali potenziali. ove: PNR = valore del patrimonio netto rettificato C = capitale netto contabile P = plusvalenze M = minusvalenze t = aliquota fiscale PNR = C + [(P1 + P2 + Pn) - (M1 + M2 + Mn)] (1-t) 29

30 Metodo patrimoniale complesso Attraverso tale metodo il valore del capitale economico è determinato sommando il valore degli elementi intangibili non iscritti in bilancio al patrimonio netto rettificato: ove: W = valore del capitale economico PNR = valore del patrimonio netto rettificato BI = valore degli intangibili non contabilizzati W = PNR + BI 30

31 Metodo reddituale Il valore dell azienda viene calcolato mediante l attualizzazione dei risultati economici attesi normalizzati. I beni accessori, cioè gli investimenti non inerenti la gestione caratteristica vengono valutati a parte. La valutazione dell avviamento non è autonoma bensì ricompresa nella dinamica reddituale. a) attualizzazione del reddito medio normale atteso. Tale processo corrisponde all ipotesi di durata indefinita nel tempo del reddito atteso e si traduce in una formula valutativa che corrisponde al valore attuale di una rendita perpetua; b) attualizzazione del reddito medio normale atteso per un periodo definito di anni. Essa poggia sull ipotesi di una durata limitata nel tempo del reddito e si traduce in una formula valutativa che corrisponde al valore attuale di una rendita annua posticipata di una durata pari ad un numero limitato di anni; c) attualizzazione dei redditi analiticamente previsti per un certo numero di anni completata dalla determinazione di un valore terminale stimato sulla base del reddito atteso al termine del periodo oggetto di previsione analitica. 31

32 Metodo misto con stima autonoma dell avviamento Il metodo misto è oggi definito, nella versione base, con stima autonoma dell avviamento come somma di due addendi: il capitale netto rettificato, espresso a valori correnti (PNR, che diviene PNR se si comprendono anche gli intangibili specifici); l avviamento, inteso come reddito medio differenziale atteso su n anni, attualizzato, ove il concetto di reddito differenziale corrisponde ai risultati medio-normali attesi, ridotti del costo del capitale sul capitale investito (PNR o PNR ). Il modello misto patrimoniale-reddituale si presenta con tre formule alternative: con attualizzazione limitata del reddito differenziale medio; con attualizzazione dei redditi differenziali analitici per n anni; con capitalizzazione illimitata del reddito differenziale medio. 32

33 Metodo misto con valutazione controllata delle immobilizzazioni Una versione alternativa alla versione base del metodo misto, utilizzabile in presenza di rilevanti valori di intangibili specifici, quindi con rilevanti differenze fra PNR e PNR, è quella con separazione delle immobilizzazioni. 33

34 Metodo misto EVA Economic Value Added (EVA). Tale metodo di valutazione: a) muove dalla grandezza di reddito residuale (Nopat Net Operating Profit After Tax) al fine di tenere conto del costo derivante dall uso di tutti i capitali investiti, sia propri che di terzi, neutralizzando pertanto l effetto leva e rendendo omogenei e confrontabili i risultati ottenuti da società caratterizzate da diverse strutture finanziarie; b) fa riferimento ad una nozione di reddito normalizzato, vale a dire corretto al fine di minimizzare le distorsioni derivanti dall applicazione dei principi e delle convezioni contabili. 34

35 Metodo finanziario Discounted Cash Flow Il metodo finanziario conosciuto con il nome di Discounted Cash Flows (DCF) è il processo di valutazione più diffuso consistente nell attualizzazione dei flussi di cassa. L idea alla base del DCF è tanto semplice quanto robusta: nel lungo termine nessuna impresa può distribuire dividendi in misura superiore alla sua capacità di generare flussi di cassa. Non può però trascurarsi che l affidabilità delle stime circa la misura ed il tempo in cui le risorse finanziarie si genereranno e si libereranno deve nella pratica fare i conti con la difficoltà di previsione dei flussi finanziari ed impone pertanto l attenta verifica del risultato attraverso metodi di controllo. 35

36 Metodo dei multipli Il metodo dei multipli consente di determinare il valore del capitale aziendale sulla base dei prezzi negoziati per titoli rappresentativi di quote del capitale di imprese comparabili in base al rapporto tra la loro capitalizzazione borsistica e parametri diversi, quali, a seconda dei casi, l utile netto, l EBIT, l EBITDA, il Cash Earning, il fatturato, il Book Value. 36

37 VALUTAZIONE DEGLI INTANGIBLES Nella pratica professionale, i metodi di valutazione utilizzati sono i seguenti: metodo del costo: costo storico costo di riproduzione metodo dei risultati differenziali: attualizzazione dei risultati differenziali; costo della perdita 37

38 VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI Le tecniche di valutazione degli investimenti si basano sui flussi di cassa generati dall investimento stesso: Determinazione del Tasso Interno di Rendimento (TIR) Determinazione del Valore Attuale Netto (VAN) Determinazione del Tempo di Recupero 38

39 BUSINESS PLAN NELLE OPERAZIONI STRAORDINARIE Operazioni che comportano stime di valore: Fusione e scissione Conferimento di azienda Trasformazione Recesso o esclusione del socio Liquidazione della quota agli eredi Aumenti di capitale a pagamento Emissione prestiti obbligazionari Compra-vendita di azienda 39

40 BUSINESS PLAN Non si può più prescindere dall adozione del business plan 40

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