L impiego di esercitazioni tecniche per lo sviluppo della prestazione fisica nei giochi sportivi

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1 3 La scienza della Repeated Sprint Ability intervista a David Bishop a cura di Carlo Castagna 10 Velocità Massima Aerobica e test a navetta di Carlo Castagna 14 L impiego di esercitazioni tecniche per lo sviluppo della prestazione fisica nei giochi sportivi di Aaron Coutts Analisi dell evoluzione delle qualità fisiche del giocatore di 19 basket dalle categorie giovanili all alto livello: indicazioni per l allenamento di Colli R, Manzi V, Mattioli V, Gebbia G. 35 Abstract Velocità e genetica, detraining e prestazione di forza, alzate olimpiche e prestazione, allenamento della forza e della potenza, forza nel Golf a cura della Redazione Scientifica Anno 6 numero 24 Novembre-Dicembre 2002 Aut. N 11 del 25/3/96 - Trib. Ancona Direttore Scientifico Carlo Castagna Info

2 INTERVISTA Molto veloci, costantemente. di Carlo Santini 1 Coordinatore editoriale Teknosport Giornale In questo numero trovate un utile approfondimento su una delle tematiche più importanti, spesso decisive, della preparazione fisica negli sport di squadra, quella della RSA, della capacità di mantenere alti standard di velocità durante tutto il corso di un incontro. Oggi, ne sono sicuro, è l aspetto vincente della maggior parte degli sport perchè la RSA è una frontiera ancora da scoprire in tutte le sue variabili. Per anni l obiettivo di ogni preparatore e di ogni atleta è stato quello di giungere al termine di un incontro con i migliori livelli di efficienza aerobica possibile. E per questo che dall inizio degli anni Ottanta, abbiamo visto applicare agli sport di squadra sistemi tipici della preparazione atletica. Poi, l evoluzione della ricerca e della sua applicazione si è spostata sulla personalizzazione della preparazione per ogni singolo sport, unendo elementi di tecnica ad elementi di condizionamento fisico aerobico, ampliando quindi le possibilità di effettuare correttamente un gesto tecnico sempre più in avanti nel tempo di un incontro. Oggi, la nuova frontiera è diventata questa: raggiunto un buon livello di condizionamento aerobico, la sfida diventa quella di avere prestazioni di ottima qualità aerobica, unite a un elevato e costante standard di qualità anaerobica: in pratica ottenere altissimi livelli di sprint dal primo all ultimo minuto di gioco. L intervista a Bishop che trovate subito qui sotto, è un ottimo punto di partenza per chi si avvicina a queste tematiche: ma è soprattutto chi sta già adottando sistemi di condizionamento all RSA che ne troverà gli spunti migliori. Buona lettura. Sito Internet: Giornale di Tecnologia dello Sport e dell Attività Fisica Bimestrale - Numero Ventiquattro - Novembre/Dicembre 2002 Aut. N 11 del 25/3/96 Trib. Ancona Questo giornale è iscritto al Registro degli Operatori della Comunicazione Edito da Teknosporting s.r.l. Direttore Responsabile: Luca Borioni (info@teknosport.com) Direttore Scientifico: Carlo Castagna (carlocastagna@teknosport.com) Coordinatore Editoriale: Carlo Santini (carlosantini@teknosport.com) Progetto Grafico e Impaginazione: Logan W. Patch Segreteria: Patrizia Giacconi (patriziagiacconi@teknosport.com) Hanno collaborato a questo numero: D. Bishop, A. Coutts, R. Colli, V.Manzi, V. Mattioli, G. Gebbia Webmaster: Davide Taddei (Mc Group - Ancona) Fotografie: Archivio Teknosport Sede e Redazione: Via Nenni, 7/A, Ancona Tel Fax info@teknosport.com Pubblicità Teknosport Giornale e Teknosport.com: Carlo Santini (carlosantini@teknosport.com) Un numero: Euro 6,00 Abbonamenti: Euro 30,00 Versamenti sul ccp n int. Teknosporting srl - Ancona 2002 Teknosporting srl Informiamo i nostri lettori che secondo quanto disposto dall art. 13, comma 1, della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, hanno diritto, in qualsiasi momento e del tutto gratuitamente, di consultare, far modificare o cancellare i propri dati o semplicemente opporsi al loro trattamento per l invio di materiale promozionale. Tale diritto potrà essere esercitato semplicemente scrivendo a Teknosporting srl Via Nenni, 7/A Ancona 2

3 INTERVISTA La scienza della Repeated Sprint Ability intervista a David Bishop 1 a cura di Carlo Castagna 1 Lettore in Fisiologia dell Esercizio Fisico e dello Sport, School of Human Movement and Exercise Science Università del Western Australia di Perth, Vice Presidente dell Australian Association of Exercise and Sport Science (AAESS) Gli sport di squadra sono sempre più caratterizzati da una attività intermittente svolta ad intensità sconosciute non più tardi di 10 anni fa. Mantenere costante e su livelli di eccellenza la prestazione di gran numero di atleti in una squadra significa, di solito, vincere un incontro. Conosciamo più da vicino i metodi di studio e di lavoro di David Bishop, uno dei maggiori conoscitori di queste dinamiche. I giochi sportivi costituiscono una tipologia di attività fisica estremamente complessa da studiare e questo a causa della loro natura imprevedibile. Infatti nel corso di un incontro di basket, calcio, rugby, pallamano, hockey o tennis si assiste ad un succedersi di attività a varia intensità portate con l intento di condizionare il risultato della partita. Se nella loro globalità (spesa energetica totale) questi sport possono considerarsi a prevalenza aerobica è invece solitamente attraverso azioni svolte ad alta intensità che si creano quelle perturbazioni che determinano la possibilità di realizzare una marcatura. Si ha quindi che nel corso di un incontro un giocatore deve essere in grado di reiterare azioni di sprint con recupero casuale. La capacità di fornire prestazione di sprint con minimo decremento della prestazione massima viene denominata nella letteratura scientifica internazionale con il termine di Repeated Sprint Ability [RSA]. Questa componente della prestazione sportiva pur essendo di grande interesse per chi si occupa di sport di squadra e giochi sportivi in genere, non è stata per il momento studiata a fondo dai ricercatori e quindi molti sono gli aspetti ancora oscuri della sua natura e del suo sviluppo. Data l importanza e l interesse della RSA per il moderno sviluppo della prestazione nei giochi sportivi, abbiamo intervistato sull argomento uno dei ricercatori più geniali e prolifici in questo ambito, ovvero il dottor David Bishop attuale vice presidente dell Australian Association of Exercise and Sport Science (AAESS). TEKNOSPORT: Comincio subito con la domanda più difficile: che cosa intendi in termini scientifici per RSA? BISHOP: Repeated Sprint Ability è l abilità di sprintare, recuperare e quindi sprintare ancora. Questa sequenza (sprint-recupero-sprint) può essere effettuata una o molte volte. Solitamente la RSA viene indicata come una importante componente della preparazione fisica di quegli atleti che competono negli sport di squadra, nel qual caso la sequenza indicata viene appunto reiterata numerose volte nel corso di un incontro. Dal punto di vista squisitamente pratico, quegli atleti che sono in possesso di una buona RSA saranno in grado di ripetere azioni di sprint con un minimo scarto rispetto alla loro migliore prestazione, cosa che non riuscirà a coloro in possesso di una scarsa RSA. 3

4 INTERVISTA TEKNOSPORT: Insomma, un attività dipendente da un numero di variabili piuttosto eterogeneo. Quali sono i parametri oggettivi che la influenzano? BISHOP: La RSA dipende sia dalla durata degli sprint effettuati che del periodo di recupero. Dato che questi due importanti parametri variano in maniera non stabilita durante gli sport di squadra la RSA risulta, purtroppo, molto difficile da studiarsi in questo ambito. Comunque attraverso una simulazione di quanto avviene, in media, nel corso di un tipico incontro, relativamente alla durata dello sprint e del successivo recupero, si può avere una buona idea della natura della RSA. TEKNOSPORT: E gli aspetti soggettivi, fisiologici, che influenza possono avere? BISHOP: Le nostre ricerche ci suggeriscono che tre sono le principali determinanti della RSA, sebbene sia probabile che ulteriori indagini ne rivelino delle altre. La prima è la potenza anaerobica dell atleta. Infatti atleti in possesso di una elevata potenza anaerobica sono in grado di produrre molto lavoro meccanico nel corso del primo e dei successivi sprint. E comunque vero che questi atleti esperiscono anche un maggior decremento della potenza nel corso degli sprint successivi. Questo in genere può essere causato da una maggior deplezione delle scorte di PCr o da un maggior accumulo di idrogenioni [H + ] oppure da altri meccanismi che si combinano con questi ultimi due. Nei nostri studi abbiamo riscontrato significative correlazioni tra le variazioni di ph e RSA. La seconda componente della RSA risulta essere la condizione aerobica dell atleta. E bene comunque dire che l importanza di questa componente scema con il crescere del livello del condizionamento aerobico. Ovvero in pratica si verifica l esistenza di più elevati livelli di correlazione tra condizione aerobica e RSA nei soggetti non allenati, rispetto agli atleti ben allenati. Sebbene l argomento necessiti di maggior approfondimento, io credo che esista una soglia al di sopra della quale i miglioramenti della condizione aerobica non siano probabilmente in grado di promuovere vantaggi alla RSA. La terza importante componente della RSA è la capacità tampone. Nei nostri studi abbiamo dimostrato che la RSA è in relazione con la capacità tampone e che sia un suo incremento a livello muscolare che del sangue è in grado di far migliorare in maniera significativa la RSA. Ulteriori ricerche sono comunque necessarie per determinare come la capacità tampone si relazioni alla RSA e quale siano le maniere migliori per migliorare la capacità tampone. TEKNOSPORT: Cosa faresti per allenare un atleta alla RSA? BISHOP: Come sai esiste molta poca letteratura scientifica su quale sia la miglior maniera di allenare la RSA. Personalmente penso che troppi allenatori ed atleti compiano l errore di effettuare troppo lavoro che semplicemente replica quello che avviene nel corso della partita. Questo per me è un aspetto molto interessante dato che questo non avviene in altri sport come ad esempio il nuoto, il ciclismo, il mezzofondo ed il fondo. Io penso quindi che il miglior approccio sia quello di determinare le componenti fisiologiche della RSA e quindi allenarle. Secondo quanto detto prima ritengo che le vie principalmente da seguire siano probabilmente tre: lo sviluppo della potenza anaerobica, della potenza aerobica e della capacità tampone. 4

5 INTERVISTA Naturalmente per allenare tutte queste componenti è necessaria una attenta periodizzazione. E qui la faccenda si complica. TEKNOSPORT: Alludi al fatto che data la grande importanza e la variabilità di queste tre componenti diventa difficile adottare schemi fissi? Ci daresti dei ragguagli relativamente alle strategie che meglio ritieni utili per sviluppare il livello di queste tre componenti della RSA? BISHOP: Voglio dire che se è già difficile trovare la strategia giusta per allenare, nella maniera giusta, una capacità sola, figurati se questa capacità è composta da tre distinte variabili. Ad ogni modo, provo a dirti la mia. Relativamente alla potenza anaerobica essa dovrebbe essere migliorata impiegando un allenamento specifico della forza e lo sprint-training. In generale io raccomando per lo sprint-training durate delle ripetizioni simili a quello che in genere è probabile avvenga nel corso di un incontro, con periodi di recupero abbastanza lunghi da favorire un recupero completo. Nella maggior parte degli sport di squadra solamente in rarissime occasioni il giocatore effettivamente raggiunge la sua velocità di picco e quindi risulta molto importante effettuare esercitazioni per migliorare l accelerazione. Successivamente ad un periodo di allenamento della forza generale quello per lo sviluppo della forza specifica dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo della potenza. Young Investigator Award all ECSS di Atene 2002 David Bishop è attualmente lettore in fisiologia dell esercizio fisico e dello sport presso la School of Human Movement and Exercise Science dell University of Western Australia. Ha pubblicato circa 20 articoli scientifici in riviste a revisione anonima e presentato 50 abstract in convegni nazionali ed internazionali. Prima dei giochi Olimpici di Sydney del 2000 si è occupato della preparazione olimpica presso il Western Australian Institute of Sport. La sua attività di ricerca è stata insignita di numerosi riconoscimenti da parte della comunità scientifica internazionale quali il Young Investigator Award (Biophysical Sciences) al congresso pre-olimpico di Brisbane (2000) ed il Young Investigator Award (Poster) all European Congress of Sport Science tenutosi ad Atene nel Inoltre sempre nel 2002 a Bishop è stato premiato con il titolo di Best Conference Paper allo Sports Medicine Australia meeting in Melbourne. Nel 2001 la International Sports Medicine Federation (FIMS) gli ha attribuito l Asia Intercontinental Travelling Fellowship. Attualmente fa parte dell editorial board del The Journal of Science and Medicine in Sport ed è vice presidente, settore scienza dello sport, per l Australian Association of Exercise and Sport Science (AAESS). La sua attività di ricerca è allo stato attuale focalizzata sulla RSA e sulla prestazione dei triatleti. Nel suo tempo libero è un appassionato fotografo e tra i suoi sogni vi è quello di vivere e lavorare un giorno in Italia. 5

6 INTERVISTA Parlando di potenza aerobica (condizione aerobica come detto precedentemente) sembra che essa sia sensibile in gran parte al volume dell allenamento. Quindi da un punto di vista fisiologico è probabilmente non così importante se l atleta effettui allenamento ad intervalli, fartlek o allenamento continuo, fintanto che si provvede ad un graduale e progressivo aumento del volume di allenamento. Comunque dal punto psicologico l introduzione di fartlek o interval training può essere di grande ausilio per mantenere l allenamento interessante e per quindi alleviare la noia. Come ho detto prima, l importanza della condizione aerobica sembra diminuire con il crescere della forma fisica e sebbene questo argomento necessiti ulteriori ricerche, credo che al di sopra di una data soglia l ulteriore sviluppo della componente aerobica sia addirittura controproducente per lo sviluppo delle altre componenti della RSA e questo particolarmente per la potenza anaerobica. Per quanto riguarda la terza componente della RSA che ho tirato in ballo ovvero la capacità tampone, sembra che per sortire miglioramenti di essa sia necessario effettuare dell interval training ad alta intensità [superiore alla soglia del lattato] con brevi periodi di recupero [inferiori al minuto]. In un nostro precedente studio abbiamo sperimentato l efficacia di un protocollo di lavoro consistente in 6-10x 2 min [con un minuto di recupero] ad una intensità pari al % della soglia del lattato. Il protocollo nel corso della sperimentazione venne svolto tre volte alla settimana e questo per un periodo di 5 settimane. Al termine del periodo di allenamento rilevammo un incremento pari al 25% della capacità tampone, risultato questo notevolmente superiore a quanto riportato in altri studi longitudinali. Va comunque detto che protocolli di lavoro che prevedevano la ripetizione [15-20] di brevi sprint [20s ] o di frazioni più lunghe [5-6x5 min] sempre con un periodo di recupero pari ad un minuto sono stati in grado di produrre significativi miglioramenti della capacità tampone [~16%]. Sebbene abbia trattato dell allenamento di queste tre componenti della RSA in maniera separata, questo non deve necessariamente succedere nella pratica. Infatti nel caso del nostro studio mirante all aumento della capacità tampone, abbiamo osservato oltre al citato aumento di essa [25%] un miglioramento del VO 2 max uguale a quanto realizzato da coloro che in qualità di gruppo di controllo avevano svolto un allenamento continuo equivalente per volume. Quindi in certi momenti dell allenamento può risultare utile introdurre dell interval-training sia per l incremento della potenza aerobica che per lo sviluppo della capacità tampone nei muscoli. TEKNOSPORT: Quali test suggerisci per la valutazione della RSA? BISHOP: Nei nostri studi abbiamo solitamente impiegato 5 sprint della durata di 6s con 24s di recupero tra le ripetizioni. Comunque in una nostra recente ricerca (2001) abbiamo notato che la validità di questo tipo di test diminuisce al diminuire della durata degli sprint. Quindi alla luce di ciò ritengo importante la determinazione di un test che adotti sia una durata dello sforzo massimale che del relativo recupero, che sia probabile ritrovare nel corso di un incontro. Dall analisi del primo sprint possiamo ottenere una indicazione della potenza anaerobica dell atleta mentre dal lavoro totale e dal decremento della prestazione di sprint possiamo avere un idea della sua RSA. Abbiamo recentemente mostrato l esistenza di una moderata correlazione tra la capacità tampone nel muscolo e nel sangue ed i risultati del test per la RSA e 6

7 INTERVISTA questo sta ad indicare che il rilievo del ph e della concentrazione del lattato nel sangue capillare prima e dopo il test per la RSA, dovrebbero darci una indicazione della capacità tampone degli atleti. Come vedi sono molte le informazioni che si possono ottenere mediante questo test! Naturalmente il test per l RSA può essere effettuato in campo sprintando su una prestabilita distanza o tempo. Comunque nonostante questa allettante possibilità rimane molto più facile determinare il lavoro e la potenza compiuta in laboratorio utilizzando un cicloergometro. Nel nostro laboratorio noi fra l altro utilizziamo un cicloergometro speciale che consente l accesso frontale (vedi la foto qui sotto) per cui così facendo, il test dell RSA non risulta molto differente da quanto sarebbe possibile fare correndo. Foto 1 Per quanto riguarda la determinazione della condizione aerobica si può sia impiegare un test per la determinazione del VO 2 max che semplicemente far effettuare un test a navetta con dettato sonoro. Per quanto riguarda gli atleti praticanti sport di squadra io penso che quest ultima opzione sia più che sufficiente e di gran lunga economica almeno in termini di tempo. A seconda della fase di allenamento risulta importante valutare se l allenamento della forza e della potenza stanno sortendo gli effetti sperati, impiegando per valutare ciò quei test che solitamente si effettuano in palestra. TEKNOSPORT: Quali sono le variabili che si devono prendere in considerazione per determinare la RSA una volta effettuato il test? BISHOP: Uno degli aspetti più difficoltosi dell analisi della RSA è che essa può suddividersi in due componenti. La prima è il lavoro totale effettuato, il decremento osservato negli sprint invece costituisce la seconda variabile. Per me un buon giocatore di sport di squadra deve realizzare buoni risultati in entrambe le componenti. Ti faccio un esempio: se testiamo un atleta allenato alla resistenza esso mostrerà un ridotto decremento nella prestazione di sprint [che è una buona cosa!], ma sicuramente avrà anche realizzato un ridotto lavoro meccanico totale cosa ovviamente non positiva! Prendiamo ora un esempio opposto ovvero quello di uno sprinter: gli sprinter hanno la tendenza a totalizzare un buon punteggio nel lavoro meccanico totale cosa, come abbiamo già detto, positiva ma anche a 7

8 INTERVISTA realizzare un decremento della prestazione negli sprint molto ampio che come ovvio non è auspicabile. Un atleta praticante sport di squadra deve fare necessariamente bene in entrambe le due componenti! TEKNOSPORT: Come calcoli il decremento della prestazione nel corso di un test per la RSA? BISHOP: Mentre altri ricercatori hanno impiegato il cosiddetto fatigue-index [FI] quale rilievo della RSA, noi riteniamo che esso non fornisca informazioni realistiche su essa in quanto esso calcola solamente la differenza tra il primo e l ultimo degli sprint realizzati, non fornendo di conseguenza nessuna informazione sugli sprint intermedi. Il mio gruppo di ricerca impiega la seguente procedura per la prima volta indicata da FitzSimons e coll. (1993): Prendo l esempio di una prova da laboratorio condotta con l attrezzatura descritta nella Foto 1, consistente in 5x6s sprint con 24s di recupero 5 x 6-s cycle test Repetizioni Lavoro Meccanico (kj) Lavoro Totale (LTkJ) Lavoro Ideale (LIkJ) Decremento (%) = 30.9 = lavoro migliore in 6-s x 5 = 6.7 x 5 = 33.5 = (LT/LI x 100) = (30.9/33.5 x 100) = = 7.8 % TEKNOSPORT: David fin qui abbiamo parlato degli aspetti più prettamente fisiologici della RSA, da preparatore atletico mi verrebbe voglia di chiederti se hai mai verificato la validità dei test per la RSA nel predire la prestazione di gioco. BISHOP: Come al solito vai al sodo, Carlo. In effetti, quello della validazione è il campo sul quale si scontrano tutte le teorie! Bene, posso dirti che noi abbiamo parzialmente risposto alla tua domanda studiando la relazione esistente tra il nostro test per la RSA e la prestazione di sprint nel corso di una partita simulata. In effetti, abbiamo trovato una relazione piuttosto buona tra il test per la RSA e gli sprint lunghi [20-30m] mentre per quelli più corti [5-10m] la correlazione non fu altrettanto elevata. L altra cosa interessante che abbiamo notato attraverso alcuni dei nostri lavori effettuati con i giocatori di hockey su prato, è che, di fatto, gli sprint nel corso di un incontro non si succedono con quella frequenza che pensavamo. I nostri rilievi hanno indicato come in genere un giocatore di hockey effettui uno sprint della durata di 2-4 secondi ogni 2 minuti. Gli studi realizzati da Balsom ed altri 8

9 INTERVISTA ricercatori ci suggeriscono che ciò potrebbe essere mantenuto senza effetti negativi sulla prestazione quasi infinitamente. Comunque in alcune occasioni abbiamo pure notato che ai giocatori venne richiesto di effettuare 4-7 sprint spesso con meno di 20 secondi di recupero tra di essi. Io credo che sia solamente in alcuni ma cruciali momenti di un incontro che i giocatori di hockey necessitano di una ben sviluppata RSA e che i nostri test probabilmente rispecchino piuttosto bene questa abilità. TEKNOSPORT: Grazie per le tue risposte, David, ti aspettiamo in Italia, so che hai ancora qualche lontano parente qui e magari è l occasione per conoscere un po del lavoro che si fa dalle nostre parti. BISHOP: Sì, in effetti sono un po italiano anche io come tanta gente qui in Australia. Grazie a a te per questa intervista: non nascondo che le tue domande siano state molto impegnative, quasi come sostenere un esame! Ma sono stato davvero contento di poter parlare ai vostri lettori del mio lavoro. Esiste ancora molto da fare sulla RSA, ma spero che le mie risposte possano servire come spunto di studio ed analisi. E non escluso che in futuro si possa collaborare a qualche cosa di interessante. 9

10 Velocità Massima Aerobica e test a navetta di Carlo Castagna 1 1 Direttore Scientifico di Teknosport Giornale, Responsabile Centro Ricerche Teknosport.com I test a navetta sono diventati la metodica più impiegata nella valutazione della prestazione. Questo per la loro particolare affidabilità e semplicità di utilizzo. Ma anche se rimangono uno degli esercizi più studiati dai ricercatori rimane una serie di punti oscuri sui quali bisognerebbe fare luce. Proviamo ad analizzarne uno: come dobbiamo considerare la massima velocità raggiunta in questi test? INTRODUZIONE I cosiddetti test a navetta a dettato sonoro per la stima della Massima potenza aerobica hanno e stanno riscuotendo un notevole successo grazie alla loro indiscussa praticità, dimostrata validità ed economicità (3). Una volta effettuato il test il preparatore fisico entra in possesso di almeno due variabili quali la distanza percorsa e, mediante tabella di conversione, la stima del massimo consumo di ossigeno relativo [ml kg -1 min -1 ]. L acquisizione di questi dati da sola giustifica il successo di questa metodica di valutazione da campo, ma pone questi test tra la schiera delle cosiddette prove di prescrizione generale. Infatti con il test a navetta, per sua originale definizione (3), non si entra in possesso di dati specifici utili per prescrivere in maniera abbastanza accurata, tabelle di allenamento per lo sviluppo della massima potenza aerobica che invece stimano. Nell intento di maggiorare l utilità pratica di questa metodica di valutazione alcuni autori si sono impegnati nel verificare l esatto significato della velocità finale raggiunta nel corso di essi. Ahmadi e coll. (1) hanno messo a confronto la velocità finale del test a navetta con quella corrispondente alla MVA nel corso di corsa al nastro trasportatore, osservando significative differenze tra esse [16%]. Sempre gli stessi autori (1) verificarono che la velocità finale nel test di Léger era del 19% inferiore a quella rilevata negli stessi soggetti nel corso del Montreal Track Test (3). Dal punto di vista sia pratico che teorico, esistono una serie di lati oscuri sulla questione, che se chiariti sicuramente sarebbero di discreto interesse per il preparatore fisico. 10

11 Questi punti sono: 1. La velocità finale nel test a navetta corrisponde veramente alla MVA esercizio specitica [MVA ES ]? 2. La frequenza cardiaca rilevata nel corso del test può essere usata per determinare il verificarsi della MVA ES? 3. Le tabelle comunemente fornite per la stima del VO 2 max soddisfano alle esigenze dell operatore casuale? Con l intento di far chiarezza sui punti sopra elencati si sono studiati 20 soggetti praticanti sport indoor tra cui calcio a 5 e basket, mentre svolgevano lo Yo-yo Endurance Test [livello 1] indossando un metabolimetro portatile a tecnologia respiro per respiro (K4b 2, COSMED, Roma). RISULTATI Mediante questo sofisticato metodo di indagine è stato possibile verificare che la velocità finale non sempre risulta essere coincidente a quella della cosiddetta MVA. Infatti da questa sperimentazione è risultato che in generale nel corso dello yo-yo endurance test si ottiene un livellamento del consumo di ossigeno a partire dal terz ultimo step realizzato [Fig.1]. Questo sta ad indicare che l impiego della velocità finale quale segno della MVA costituisce in genere una sovrastima della VMA modalità di esercizio specifica. E bene ricordare che per MVA si intende la minima velocità in grado di determinare il raggiungimento del VO 2 max (2) ,5 battiti min # * * 54 53, , , ,5 ml kg -1 min -1 FC VO2 186 Quartultimo Terzultimo Penultimo Finale 50 Step Figura 1: Valori del VO 2 max e della FC nel corso delle fasi finali dello Yo-yo Endurance Test [Livello 1] e # valori significativamente diversi da quelli finali [p<0.05]. * Il confronto tra la velocità finale e quella alla MVA ha fatto registrare differenze significative [p<.05], risultando rispettivamente essere pari a 12.6 ± 0.6 e 12.2 ± 0.7 km h

12 Relativamente all impiego della monitorizzazione della frequenza cardiaca [FC] per la determinazione della MVA, si è notato che la frequenza cardiaca rilevata al termine dello Yo-yo Endurance Test Livello 1 risulta essere differente da quella massima del soggetto [200±11 vs 198±11 battiti min -1, p=.004]. Si è comunque scoperto che la FC finale [198 ± 11 pulsazioni min -1 ] non risulta significativamente differente [p>.05] da quella determinata al corrispondente momento del penultimo step [197 ± 13, Fig.1]. Questo sta ad indicare che è possibile individuare l occorrenza della VMA impiegando un cardiofrequenzimetro ed operando un ispezione della curva FC-tempo dello Yo-yo Endurance Test. Analizzando la relazione FC-tempo nel momento in cui la FC mostra un plateau si può con sufficiente approssimazione affermare che si è in presenza della MVA esercizio specifica. Relativamente alla bontà delle tabelle (3) per la conversione distanza percorsa- VO 2 max la nostra sperimentazione ha evidenziato differenze non significative [p>.05] tra i valori massimali del VO 2 dello Yo-yo Endurance [54.87 ± 6.39 ml kg -1 min -1 ] e quelli calcolati mediante l impiego delle tabelle di conversione [46.55± 4.69 ml kg -1 min -1 ]. La correlazione tra distanza percorsa e picco di ossigeno ha rivelato una relazione pari a r=0.51, [p=0.02] che sta ad indicare una significativa, anche se debole, relazione tra i livelli individuali di potenza aerobica e la prestazione nello Yo-yo Endurance Test. CONCLUSIONI ED APPLICAZIONI PRATICHE Come si evince dai dati rilevati in questa sperimentazione è possibile determinare una MVA esercizio specifica impiegando lo Yo-yo Endurance Test livello 1. Tale velocità non corrisponde a quella finale raggiunta dal soggetto, ma come dimostrato dai nostri dati corrisponde in genere a quella raggiunta dal soggetto nel corso degli 1-2 step precedenti al termine del test. Infatti si è osservato un livellamento del VO 2 già nel corso del terzultimo step del test [Fig. 1] e la differenza tra la VMA e la velocità finale risulta di circa 0.5 km -1 ovvero di uno step [vedi risultati]. Nella pratica si verifica in genere che, nelle fasi finali del test, alcuni soggetti interrompono la prova dopo alcune navette, senza completare tutta la progressione prevista per lo step. Questo porta a possibili indecisioni nella scelta della MVA esercizio-specifica [MVAes] qualora il soggetto abbia di fatto completato solo poche navette dello step finale. La casistica studiata in questa sperimentazione [Tabella 1] ci porta a consigliare di considerare quale MVAes la velocità corrispondente allo step precedente nel caso non si siano completate almeno 5 navette [100m] dello step di fermata. Step Fermata Casi Durata step finale Navette step finale Finale N=7 25s 4.5 Penultimo N=9 19s 3.3 Terzultimo N=3 36s 6.3 Quartultimo N=1 60s 11 Tabella 1: Frequenza della determinazione della MVA nei vari step dello Yo-yo Endurance Test nei 20 casi osservati. 12

13 Relativamente all impiego della frequenza cardiaca quale ausilio per la determinazione della MVA si può affermare che essa, se monitorata mediante l ausilio di un cardiofrequenzimetro interfacciabile con un computer, può costituire un valido ausilio per la individuazione della MVA. Infatti dato che FC finale e FC dello step precedente ad esso non sono significativamente differenti e tenendo conto di quanto detto per la MVA ES, si può dire che nel momento in cui si individua un livellamento della FC di esercizio si sia in probabile presenza della MVA ES. Relativamente ai criteri utili per la determinazione della fine del test, l evidenza sperimentale consiglia di ammonire il soggetto alla primo ritardo [ cm] e di fermarlo nel caso che ripeta il fallo una seconda volta. Criteri diversi da questo si dimostrano in grado di consentire una continuazione della prestazione concomitante ad una diminuzione dei valori del VO 2, condizione questa avversa allo scopo del test. Per quanto riguarda l impiego delle tabelle di conversione distanza percorsa-vo 2 max relativo (3) si consiglia di impiegare tali valori nelle prime fasi della preparazione particolarmente con atleti che non si conoscono e quindi tenere conto della distanza percorsa quale parametro con cui valutare il progresso del soggetto. Nella nostra sperimentazione pur non rilevando come detto differenze significative tra stima e rilievo diretto dei valori massimali del VO 2 max, in alcuni casi si sono registrate differenze pari al 28% [sottostima media pari al 14% ]. BIBLIOGRAFIA 1. Ahmaidi, S., Collomp, K., Caillaud, C. e Prefaut, C. Maximal and functional aerobic capacity as assessed by two graduated field methods in comparison to laboratory exercise testing in moderately trained subjects. Int. J. Sports Med. 13(3): Billat, V., Renoux, J.C., Pinoteau, J., Petit, B. e Koralsztein, J.P. Reproducibility of running time to exhaustion at VO 2 max in subelite runners. Medicine and Science in Sport and Exercise, 26: Castagna, C. La valutazione della massima potenza aerobica con i test a navetta. Teknosporting. Ancona,

14 L impiego di esercitazioni tecniche per lo sviluppo della prestazione fisica nei giochi sportivi di Aaron Coutts 1 1 MHMSc MAAESS, School of Leisure, Sport and Tourism, University of Technology, Sydney (Australia) Tempo a disposizione per l allenamento e qualità dello stesso sono due delle variabili fondamentali per chi prepara e chi si prepara ad uno sport. L ideale da raggiungere rimane quello di unire il condizionamento fisico alle esercitazioni tecniche proprie dello sport, anche se troppo spesso questo sistema viene ingiustamente trascurato. Ecco come trarre i migliori benefici da questa pratica. INTRODUZIONE Molti sport di squadra come i vari codici del football, l hockey su prato, il netball e la pallacanestro, richiedono l effettuazione di esercizio intermittente nel corso del quale brevi periodi di attività svolta ad alta intensità vengono casualmente ad alternarsi a periodi di maggior durata condotti ad intensità inferiore o a recupero. Questi sport di squadra inoltre richiedono una ben sviluppata resistenza, velocità agilità, flessibilità, forza muscolare e potenza per ben riuscire in essi. Date le complesse esigenze di questi sport, lo sviluppo di queste capacità fisiche può richiedere un considerevole impiego di tempo prezioso sottoforma di preparazione fisica. Purtroppo per la maggior parte degli allenatori ed atleti il tempo di allenamento costituisce una disponibilità molto limitata, dati gli impegni di studio, lavoro e familiari. Essendo quindi il tempo dedicato all allenamento una entità preziosa in termini economici, va da sé che qualsiasi metodo che ne preveda un uso più funzionale sia più che ben accolto. In questo articolo cercherò di analizzare in qualità di fisiologo dell esercizio fisico che opera anche come preparatore fisico, alcuni dei vantaggi che si possono ottenere impiegando le esercitazioni tecniche nell intento di migliorare le caratteristiche fisiche degli atleti praticanti gli sport di squadra. L APPROCCIO TRADIZIONALE L approcio tradizionale allo sviluppo della condizione fisica prevede l impiego di esercitazioni di corsa, interval training o l impiego di metodi propri del crosstraining quali il nuoto e la corsa. Questi metodi solitamente richiedono che gli atleti svolgano sforzi ripetuti o lunghe corse in un ambiente che si differenzia alquanto dalla situazione di gara. In queste condizioni una delle difficoltà che spesso l allenatore deve fronteggiare e quella di promuovere la necessaria motivazione nel corso degli allenamenti. Impiegando invece esercitazioni tecniche come partite a ranghi ridotti, i giocatori tendono a gradire meglio i carichi di lavoro ponendo alle volte l allenatore nella inconsueta posizione di frenare i sui atleti nel corso delle sedute atletiche! 14

15 IL NUOVO APPROCCIO AL CONDIZIONAMENTO FISICO Le esercitazioni tecniche a tema fisico sono attualmente ampiamente utilizzate da molte squadre di alto livello. Questa tipologia di esercitazioni fisiche infatti offre molti vantaggi sia agli atleti che agli allenatori degli sport di squadra. In particolare, il condizionamento fisico-tecnico risulta molto adatto per i giocatori in quanto ottimizza il loro tempo di allenamento incrementando il contenuto tecnico delle sedute fisiche e quindi la loro specificità. Inoltre questa pratica si prova efficace nel ridurre i rischi di incorrere in infortuni di allenamento. COMBINARE TECNICA E CONDIZIONAMENTO FISICO Uno dei più ovvi benefici della pratica delle esercitazioni tecnico-fisiche è costituita dalla combinazione di elementi specifici della tecnica dello sport con i temi necessari al condizionamento fisico. Mediante la proposta di giochi sport-specifici a ranghi ridotti, agli atleti viene richiesto di pensare sotto pressione e di completare gesti tecnici in stato di fatica mentre si gareggia in un gioco che simula per modello di spostamento ed intermittenza la competizione (3). In particolare Gabbett (3) suggerisce che simulando le situazioni di pressione sull avversario tipiche del gioco, come la marcatura condizionata su avversari, si rendono le esercitazioni sport-specifiche di condizionamento fisico particolarmente utili. In conseguenza di ciò i giocatori diverranno padroni della loro tecnica e quindi in grado di sfruttarla nel corso della competizione, comunicando in maniera più sicura quando si presentano situazioni simili. IL RISCHIO DI INFORTUNI Molto spesso gli allenatori pur comprendendo i benefici della pratica delle esercitazioni tecnico-fisiche esitano nell inserirle nel programma di allenamento, per paura di aumentare il rischio di infortuni. Recenti ricerche condotte da Tim Gabbett (4) sui giocatori di rugby, hanno rivelato come l allenamento fisico effettuato mediante l impiego di partite, produca un minor tasso di infortuni (10.7%) rispetto all allenamento atletico tradizionale (37.5%). Infatti nel corso di queste attività di gioco, il rischio di infortuni può essere ridotto introducendo modifiche alle regole di gioco e/o alle attrezzature impiegate. Nel caso del rugby questo può essere ottenuto riducendo il numero di contatti/collisioni superflui ed aumentando la quantità di abbigliamento protettivo indossato. Inoltre il rischio di infortunarsi può essere ulteriormente ridotto svolgendo partite a ranghi ridotti o le esercitazioni tecniche che prevedono l occorrenza di contatto fisico all inizio della seduta di allenamento ovvero quando gli atleti sono freschi. INTENSITÀ E MIGLIORAMENTO DELLA CONDIZIONE Aumenti della potenza aerobica [VO 2 max ] e della soglia anaerobica si sono dimostrati in grado di migliorare la prestazione di sport di natura intermittente (2, 5). In una recente ricerca un gruppo di scienziati dello sport norvegese ha dimostrato che tramite un aumento del VO 2 max e della soglia anaerobica, ottenuta in nove calciatori juniores mediante 8 settimane di allenamento, si ottenne un miglioramento della prestazione di gioco intesa come distanza percorsa, intensità di gioco, numero di sprint e di azioni individuali con la palla rispetto al loro gruppo di controllo che non conseguì miglioramenti sia del VO 2 max che della soglia anaerobica. 15

16 In maniera simile Castagna e colleghi (2) hanno recentemente osservato una maggior percorrenza di gioco in arbitri di calcio di elite in possesso di valori di soglia anaerobica più elevati. Questi dati presi nel loro insieme, suggeriscono che gli atleti dediti agli sport intermittenti risultano essere in grado di realizzare prestazioni migliori se in possesso di livelli superiori di VO 2 max e soglia anaerobica. Perciò con l intento di sviluppare queste importanti componenti della prestazione fisica, gran parte dell allenamento per gli sport intermittenti dovrebbe essere effettuato ad una intensità di lavoro superiore all 80% della frequenza cardiaca massima individuale. Fortunatamente la programmazione di partite a ranghi ridotti risulta una soluzione ideale nell intento di ottenere intensità di allenamento pari all 80-95% della FC max, vantaggio questo che si va ad unire alla contemporanea pratica degli elementi tecnici specifici. VANTAGGI DELLE ESERCITAZIONI TECNICHE SOTTO FORMA DI GIOCHI A RANGHI RIDOTTI IMPIEGATE QUALI METODI ALTERNATAVI DI CONDIZIONAMENTO: Maggior gradimento da parte dei giocatori quando si offre loro la scelta tra lavoro fisico o gioco. Sollecita l abilità del giocatore di compiere delle decisioni sotto pressione dell avversario ed in condizioni di affaticamento. Promuove maggior motivazione. Sviluppo delle componenti tecniche mediante specifiche condizioni di gioco. Sviluppo del gioco e dello spirito di squadra. Sviluppo di virtuosismi di gioco. Aumento del coinvolgimento del giocatore. Maggior transfert tecnica-competizione. UTILIZZO DELL APPROCCIO GIOCOSO AL CONDIZIONAMENTO FISICO Un illustre ricercatore quale il Dr. Paul Balsom che lavora con la nazionale svedese di calcio, ha recentemente portato a termine una serie di studi su calciatori impiegando giochi a ranghi ridotti per lo sviluppo della condizione fisica specifica (1). Le considerazioni organizzative per la determinazione di esercitazioni di gioco che seguono sono state tratte dai risultati di questi studi e dalla mia personale esperienza quale preparatore fisico (1): 1. Motivazione Una volta che si è deciso di adottare esercitazioni tecniche specifiche sotto forma di giochi a ranghi ridotti, per conseguire elevate intensità di lavoro i giocatori devono essere in possesso di elevati livelli di motivazione. Per ottenere questo è necessario che i nostri giocatori comprendano bene gli obbiettivi di ciascun gioco. Nella mia esperienza ho travato di grande utilità dare ai giocatori sia degli obbiettivi tecnici che di condizionamento fisico per ogni esercitazione. Inoltre effetti positivi sulla motivazione si ottengono spiegando ai giocatori i benefici che possono essere conseguiti mediante questa metodica di allenamento e questo si ottiene specialmente se li si rendere consapevoli dell opportunità di sostituire le sedute di corsa, nel caso che le esercitazioni di gioco siano 16

17 completate con successo. In fine risulta importante per il conseguimento della necessaria intensità di gioco che l allenatore organizzi bene le esercitazioni, formando squadre ben bilanciate in termini di abilità tecnica. 2. Numero di giocatori Cambiando in queste esercitazioni il numero di giocatori, l intensità di gioco, il conivolgimento in esso e le richieste tattiche vengono a modificarsi. Infatti riducendo il numero di giocatori l intensità di gioco viene ad aumentare e così anche il coinvolgimento del giocatore. Al contrario aumentando il loro numero, si ottiene una diminuzione dell intensità di gioco come anche del coinvolgimento del giocatore. 3. Periodi lavoro Balsom (1) raccomanda periodi di lavoro della durata di 2-4 minuti con un periodo di recupero compreso tra i 30 ed 2 minuti per ottenere intensità di esercizio in grado di portare le frequenze cardiache ai livelli necessari per il miglioramento del VO 2 max [circa 90% della FC max ]. Nel caso si impieghino periodi di lavoro di durata pari ai minuti, si dovrebbe lavorare ad una intensità di lavoro più bassa pari all 80-85% della FC max. Per controllare l intensità di lavoro in queste esercitazione si dovrebbe prevedere l uso di cardiofrequenzimetri o prendere manualmente la frequenza cardiaca nel corso delle pause. 4. Il campo di gioco La scelta delle dimensioni della superficie di gioco dipende dal tipo di sport, dallo scopo della sessione e dal numero di giocatori previsti nell esercitazione. In generale maggiore è il rapporto superficie per numero di giocatori e maggiore sarà l intensità dell esercitazione. Comunque è sempre bene che nel corso di ciascuna delle esercitazioni, i giocatori abbiano un cardiofrequenzimetro allo scopo di verificare l utilità dell esercitazione in atto. La superficie di gioco può essere modificata impiegando le linee già esistenti all interno di esso, coni o delimitatori. 5. Variazioni delle regole di gioco L allenatore può anche controllare l intensità di allenamento modificando in maniera conveniente le regole del gioco. Ad esempio si può aumentare l intensità di gioco applicando delle restrizioni del tipo che i giocatori devono correre verso determinati punti del campo in attesa della palla o essere in una certa zona del campo perché un goal possa essere considerato valido. Altre regole possono invece essere impiegate con l intento di aumentare la specificità dell allenamento, per esempio insistendo affinché un dato numero di giocatori sia in gioco prima che un goal /punto possa essere realizzato o richiedendo l applicazione di schemi di gioco specifici. CONCLUSIONI Come si può evincere da quanto proposto, lo sviluppo delle esercitazioni sportspecifiche a scopo condizionante è limitato solamente dall immaginazione dell allenatore. Infatti queste esercitazioni possono facilmente essere adattate alla situazione di squadra in termini di superficie di gioco disponibile, condizioni metereologiche e temi tattici previsti. Per il successo di queste strategie di allenamento i giocatori dovrebbero nel corso 17

18 di esse, effettuare molteplici attività di sprint condotte ad alta intensità impiegando modalità di movimento specifiche per lo sport praticato. La natura intermittente di queste esercitazioni si presta particolarmente per lo sviluppo della potenza aerobica, della velocità specifica di gioco e dell agilità. Inoltre prevedendo l impiego di giochi a ranghi ridotti nell allenamento, i nostri giocatori svilupperanno un maggiore senso del gioco attraverso un collaudato gioco di squadra, abilità di comunicazione e una maggior consapevolezza individuale. Infine probabilmente il vantaggio maggiore offerto da queste esercitazioni ovvero quello del maggior gradimento di questo lavoro da parte dei giocatori rispetto alle tradizionali tecniche di condizionamento fisico. BIBLIOGRAFIA 1. Balsom, P. D. Precision Football. Kempele, Finland, Polar Electro Oy Castagna, C., Abt, G. A., e D Ottavio S. The relationship between selected blood lactate thresholds and match performance in elite soccer referees. The Journal of Strength and Conditioning Research, 16(4): Gabbett, T. J. Increasing training intensity in country rugby league players. Rugby League Coaching Manual. 20: Gabbett, T. J. Severity and cost injuries in amateur rugby league: a case study. Journal of Sport Sciences 19: Helgerud, J., Christian Engen, L., e coll. Aerobic endurance training improves soccer performance. Medicine and Science in Sports and Exercise 33(11):

19 Analisi dell evoluzione delle qualità fisiche del giocatore di basket dalle categorie giovanili all alto livello: indicazioni per l allenamento di Colli R (rcolli@iol.it):, Manzi V, Mattioli V, Gebbia G. Questo è uno studio assolutamente rilevante per il tipo di soggetti analizzati, per la varietà dei sistemi di valutazione, per i dati che i suoi realizzatori ci forniscono. Vi troverete qualche sorpresa e di sicuro una conferma: il confine che consente ad un giovane di talento di avere un ottima carriera o una carriera mediocre è labile e sta nell adeguata scelta dei migliori sistemi di preparazione fisica. INTRODUZIONE Nell ambito dei giochi sportivi rimane sempre molto difficile identificare quale caratteristica fisica risulta maggiormente necessaria affinché un giocatore possa raggiungere l alto livello di prestazione. Ciò naturalmente è dato anche dal fatto che i giochi sportivi, essendo sport di situazione, danno maggiore privilegio a caratteristiche coordinative e di anticipazione, che a volte possono essere più importanti delle qualità fisiche per il raggiungimento del risultato. Negli ultimi anni comunque appare evidente che l unione tra questi due aspetti, fisico e tecnico-tattico, sta diventando sempre più marcato (8, 12). Una prestazione ottimale richiede una combinazione di abilità tecniche e tattiche nonché di un alto livello di qualità fisiche (7, 6). In pratica giocatori dotati di grandi qualità tecnico-tattiche per eccellere, debbono comunque avere qualità fisiche nella norma richiesta dalla prestazione. D altro canto sappiamo anche che giocatori dotati di grandi qualità fisiche non riescono ad eccellere per la povertà delle loro abilità tecnico-tattiche. Inoltre la mancanza di una corretta preparazione fisica nei settori giovanili, comporta una unilateralità nella preparazione dei giocatori, che svolgono molte ore di basket con un indirizzo prevalentemente tecnico-tattico, trascurando totalmente la componente condizionale e dello sviluppo della forza. La ripetitività di gesti atletici intensi senza un supporto muscolare ed articolare adeguato, può oltretutto favorire l insorgenza di molti infortuni cronici (13). MATERIALI E METODI Soggetti Per individuare le metodiche di allenamento fisico più adatte per l evoluzione del giovane giocatore di basket, sono state effettuate una serie di rilevazioni su tutte le categorie giovanili (bam, cadetti, juniores, under 20) e sui giocatori seniores (nazionali A e B), selezionati dai tecnici delle nazionali. In tutte le nazionali erano presenti i migliori giocatori (ritenuti tali dai tecnici preposti) che partecipano o hanno partecipato a competizioni internazionali per squadre nazionali. 19

20 Misure antropometriche La percentuale di grasso corporeo è stata stimata dalla misurazione dello spessore delle pliche pettorale, addominale, e della coscia, utilizzando una formula di conversione per il calcolo della massa grassa (9). La circonferenza della gamba, a 15 cm dalla tuberosità tibiale, della coscia 20 cm sopra la rotula, e del braccio a 10 cm dall incavo braccio-avambraccio, sono state misurate utilizzando un nastro metrico (9). Tutte le circonferenze sono state misurate da seduto con gamba coscia a 90 ed in decontrazione. La larghezza delle braccia è stata misurata come lunghezza da dito medio a dito medio, con il soggetto in piedi. Test per la valutazione delle caratteristiche meccanico-muscolari Le caratteristiche di forza esplosiva, di resistenza alla forza esplosiva (RFV) e di stiffness degli arti inferiori sono state valutate impiegando dei test di salto in accordo con il protocollo di Bosco (2): SALTO VERTICALE MASSIMALE CON CONTROMOVIMENTO (CMJ): l atleta posto sulla pedana a conduttanza (Ergojump Bosco System, Bosco C., 1980), partendo da mani ai fianchi e busto eretto, al via dell istruttore effettuava un salto verticale dopo rapido contromovimento verso il basso, di circa 90. Nella ricaduta l istruttore controllava che l atleta non atterrava a gambe piegate e sui talloni, consigliando dei piccoli rimbalzi sulle punte dei piedi appena caduto a terra; SALTO VERTICALE MASSIMALE CON CONTROMOVIMENTO E BRACCIA LIBERE (CMJBL): l atleta posto sulla pedana a conduttanza (Ergojump Bosco System, Bosco C., 1980) con busto eretto, al via dell istruttore effettuava un salto verticale dopo rapido contromovimento verso il basso, di circa 90, utilizzando liberamente le braccia nell effettuazione del salto. Nella ricaduta l istruttore controllava che l atleta non atterrava a gambe piegate e sui talloni, consigliando dei piccoli rimbalzi sulle punte dei piedi appena caduto a terra; SALTI VERTICALI MASSIMALI CONSECUTIVI CON GINOCCHIA BLOCCATE E BRACCIA LIBERE (BOSCO-VITTORI): l atleta entrava in pedana già con un salto, ed effettuava 10 salti consecutivi a ginocchia bloccate e braccia libere con un appoggio rapido, tale tuttavia da consentirgli azioni di salto di elevata qualità. I valori valutati erano la media dei tempi di contatto e di volo dal 5 al 10 salto; SALTI VERTICALI MASSIMALI CONSECUTIVI CON GINOCCHIA A 90 E BRACCIA LIBERE (RFV): l atleta effettuava 15 salti consecutivi con piegamento del ginocchio intorno ai (2), con un tempo di contatto non inferiore mediamente ai 400 ms. L unica variante è che venivano fatte usare le braccia per consentire un miglior equilibrio in pedana. I valori valutati erano la media dei tempi di contatto e di volo di tutta la prova; 20

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