Struttura del corso; Concetti Introduttivi su Rendimenti e Valutazione delle Attività Finanziarie
|
|
- Annibale Mosca
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Struttura del corso; Concetti Introduttivi su Rendimenti e Valutazione delle Attività Finanziarie Corsi di Economia delle: - Scelte Finanziarie e di Portafoglio (vecchia 3nale) - Scelte di Portafoglio (magistrale SDFA) (prof. G. Ferri): Lezione 1 1
2 Programma dell intero corso 1. Scelte in condizioni di incertezza * 2. Rendimenti e valutazione * 3. Efficienza, prevedibilità e volatilità * 4. Cenni alle questioni econometriche per testare il CAPM (ARCH, GARCH, ecc.) * 5. Evoluzioni recenti e crisi nei mercati finanziari: fatti e canali di trasmissione * 6. Strumenti quantitativi di valutazione della performance degli investimenti finanziari e agenzie di rating ** * Parti comuni al corso triennale e magistrale ** Parte del solo corso magistrale 2
3 Programma 1. Scelte in condizioni di incertezza Concetti base della finanza (rendimenti, preferenze e scelte ottimali investimento/consumo) 2. Rendimenti e valutazione 2.1. Il Capital Asset Pricing Model (CAPM) 2.2 Modellazione rendimenti equilibrio (performance, arbitraggio) 2.3 Modelli di valutazione (formula di valutazione razionale) 3. Efficienza, prevedibilità e volatilità 3.1 L ipotesi dei mercati efficienti (implicazioni, aspettative, test) 3.2 I fatti su efficienza mercato azionario (prevedibilità, volatilità) 3.3 Le bolle razionali 3.4 Anomalie, noise traders e caos 4. Cenni alle questioni econometriche per testare il CAPM (ARCH, GARCH, ecc.) 5. Evoluzioni recenti e crisi nei mercati finanziari: fatti e canali di trasmissione 6. Strumenti quantitativi di valutazione della performance degli investimenti finanziari e agenzie di rating 3
4 Testi di riferimento I testi di riferimento sono: K. Cuthbertson & D. Nitzsche (2005), Economia finanziaria quantitativa, Il Mulino, Bologna; traduzione italiana (a cura di G. Ferri) di: Quantitative Financial Economics. Stocks, Bonds and Foreign Exchange, Chichester-New York: John Wiley & Sons, V. D Apice & G. Ferri (2009), L instabilità finanziaria internazionale: dalla crisi asiatica ai muti subprime, Roma: Carocci. G. Ferri & P. Lacitignola (2009), Le agenzie di rating tra crisi e rilancio della finanza globale, Il Mulino, Bologna. [solo per la magistrale] Il programma potrebbe non coprire gli interi volumi NB: lo studente può usare anche le lezioni (sul sito web: 4 ) ma avere il libro è indispensabile
5 Questioni centrali Come la Borsa valuta le imprese? E come investono i risparmiatori? Quale struttura del portafoglio è quella ottimale? Come si confrontano rischio e rendimento delle varie attività alternative? 5
6 Concetti base della finanza Rendimento delle azioni, obbligazioni e attività reali: valore attuale scontato; rendimento sul periodo d investimento (holding period return); Funzione di utilità e curve di indifferenza: utilità attesa; incertezza e rischio; curve di indifferenza; preferenze intertemporali; Scelte d investimento fisico e livello ottimale di consumo 6
7 Rendimento delle azioni ecc. - 1 Interesse semplice vs. interesse composto es. un tasso del 10% annuo è minore di un tasso del 5% semestrale (che dà interessi sugli interessi): 1*(1+0,10) = 1,10 < (1,05)*(1,05) = (1,05) 2 = 1,1025 Ma come si calcola in generale il valore finale di un investimento quando cambia la frequenza con la quale si compongono i tassi di interesse? Consideriamo un ammontare x investito per n anni al tasso di interesse R per ogni anno. Se interessi composti una sola volta all anno: (1) 7
8 Rendimento delle azioni ecc. - 2 Ma se invece che una volta all anno, i tassi di interesse si compongono m volte all anno: (2) E si può mostrare che andando verso la composizione continua: (3) Ove exp = 2,71828 è la e dell esponenziale studiata a matematica 8
9 Rendimento delle azioni ecc. - 3 Esempio dell effetto di una composizione del tasso di interesse sempre più frequente: Frequenza di Valore di 100 a fine anno composizione (R = 10% annuo) Annuale (m=1) 110,00 Trimestrale (m=4) 110,38 Settimanale (m=52) 110,51 Giornaliera (m=365) 110,517 9
10 Rendimento delle azioni ecc. - 4 La relazione tra frequenza di composizione (valore di m) e tasso di interesse annuale effettivo R f è descritta da: ove A debbono coincidere usando l uno o l altro tasso di interesse e anche per cui, se sappiamo R c possiamo usare l ultima formula per calcolare R che risulta con composizione m: 10
11 Rendimento delle azioni ecc. - 5 Il Valore Attuale Scontato (VAS) Se rs (n) è il tasso d interesse annuale su un investimento privo di rischio per n anni, il valore futuro di x tra n anni con interesse composto annualmente è: Ne segue che dovremmo essere indifferenti tra ricevere con certezza VF n tra n anni e avere x oggi ovvero, in termini formali, il valore attuale scontato di VF n è: 11
12 Rendimento delle azioni ecc. - 6 Supponendo ora che il tasso di interesse privo di rischio sugli n anni sia costante e pari a r (curva per scadenza dei tassi di interesse piatta) il VAS di una serie di incassi VF i (i= 1, 2,.., n) privi di rischio è dato da: 12
13 Rendimento delle azioni ecc. - 7 Progetto di investimento fisico Consideriamo un progetto di investimento fisico, es. una nuova fabbrica, da cui si prevede di ricevere un flusso di incassi (profitti) di VF i (i= 1, 2,.., n). Supponiamo che il costo capitale del progetto, pagato inizialmente (a t=0),sia CK. Allora l imprenditore investirà nel progetto se: VAS CK ovvero, in termini di valore attuale netto (VAN) deve valere: VAN = VAS CK 0 Se VAN=0 i profitti del progetto sono appena sufficienti a ripagare il capitale (montante e interessi). Se VAN>0 ci sono profitti positivi. 13
14 Rendimento delle azioni ecc. - 8 Al crescere del costo dei fondi (r) VAN cala per dato VF i. Esiste un valore di y=r (10% in figura) per cui VAN=0, d e t t o t a s s o d i r e n d i m e n t o i n t e r n o ( T R I ) dell investimento: 14
15 Rendimento delle azioni ecc. - 9 Ora rimuoviamo l ipotesi di r costante e diciamo che i flussi a 1 anno (VF i ) sono scontati con rs (1), quelli a 2 anni con rs (2) e così via, il VAS è dato da: ove δ i = (1 + rs (i) ) -i sono i fattori di sconto e gli rs (i) sono tassi di interesse a pronti (spot) applicati ai flussi di cassa sui periodi rs (1) = 0-1 anno, rs (2) = 1-2 anni e così via. La relazione tra i tassi di interesse a pronti è il tema della struttura a termine dei tassi di interesse. Se rs (1) < rs (2) < rs (3) curva dei rendimenti crescente. Ma l investimento fisico non è privo di rischio e il fattore di sconto è il tasso spot privo di rischio rs (i) più un premio al rischio rp (i) : δ i = (1 + rs (i) + rp (i) ) -i ma qui serve un modello per il premio al rischio (CAPM) 15
16 Rendimento delle azioni ecc Titoli a sconto puro e rendimenti a pronti Consideriamo di investire in titoli a sconto puro (zero coupon bonds, es. BOT, CTZ) che hanno un prezzo di rimborso fisso M 1 a una scadenza prefissata e non pagano cedole. Il rendimento è determinato dal fatto che si acquistano a P t < M 1. Per un titolo a 1 anno, rendimento: rs t (1) = (M 1 P 1t ) / P 1t ove rs t (1) è una proporzione. Ma, ragionando in termini di VAS vediamo che il titolo a 1 anno dà flusso futuro M 1 alla fine dell anno contro P 1t oggi (=CK) con TRI: P 1t = M 1 / (1 + y 1t ) 16
17 Rendimento delle azioni ecc Ma, riorganizzando abbiamo: y 1t = (M 1 P 1t ) / P 1t per cui il tasso a pronti a un anno è semplicemente il TRI del titolo. Applicando la formula a un titolo a 2 anni con valore di rimborso M 2 il tasso di interesse (composto) rs t (2) del titolo è la soluzione di: ovvero P 2t = M 2 / (1 + rs t (2) ) 2 rs t (2) = (M 2 / P 2t ) ½
18 Rendimento delle azioni ecc Rendimento sul periodo di mantenimento (Holding Period Return HPR) Gran parte della letteratura sulle azioni tratta lo HPR a 1 periodo H t+1 definito come: H t+1 = (P t+1 - P t )/P t + D t+1 /P t ove il primo termine è il guadagno/perdita in conto capitale e il secondo (la proporzione de) il dividendo: è ovvio che P t+1 e D t+1 vanno previsti e non sono noti. Ne segue che: 1 + H t+i+1 = (P t+i+1 + D t+i+1 )/P t+i Per cui, se investo A in azioni (e reinvesto tutti i dividendi) il ricavato dopo n periodi è: Y = A(1+H t+1 )(1+H t+2 ) (1+H t+n ) 18
19 Rendimento delle azioni ecc Letteratura su efficienza mercato azionario ha guardato prima se H t+1 a 1 periodo sono prevedibili, poi ha studiato se i prezzi azionari uguagliano VAS dei dividendi futuri, più di recente a tutte e due le cose. Con piccole modifiche, lo H t+1 a 1 periodo può essere definito per qualsiasi attività. Per un titolo di maturità iniziale dopo n periodi e cedola C: H (n) t+1 = (P(n-1) t+1 - P(n) t )/P(n) t + C/P(n) t 19
20 Rendimento delle azioni ecc Le azioni La difficoltà nell applicare il VAS alle azioni sta nel fatto che i pagamenti futuri (dividendi) sono incerti. È anche per questo che le azioni sono rischiose e, perciò, si può non voler scontare gli incassi futuri con un tasso di interesse costante e privo di rischio. Mostreremo che se lo HPR atteso a 1 periodo E t H t+1 =q t allora possiamo vedere il valore fondamentale di un azione come il VAS dei dividendi futuri attesi E t D t+j deflazionati con appositi fattori di sconto (incorporanti premio al rischio). Il valore fondamentale è quindi: V t = E t [D t+1 /(1+q 1 ) + D t+2 /(1+q 2 ) + ] 20
21 Rendimento delle azioni ecc Se non ci sono opportunità di profitto sistematiche da fare acquistando e vendendo azioni tra investitori razionali ben informati, allora il prezzo di mercato effettivo delle azioni P t deve essere uguale al valore fondamentale V t, cioè al VAS dei dividendi futuri attesi. Per esempio, se P t < V t allora gli investitori dovrebbero acquistare le azioni sottovalutate e, quindi, realizzare guadagni in conto capitale a mano a mano che P t si innalza verso V t. In un mercato efficiente, tali opportunità di profitto dovrebbero essere prontamente eliminate. È chiaro che V t non può essere calcolato direttamente per confrontarlo con P t perché i dividendi attesi (e i fattori di 21 sconto) non sono osservabili.
22 Utilità e curve di indifferenza - 1 Spesso gli economisti usano modelli di portafoglio in cui l individuo sceglie un insieme di attività in modo da massimizzare un valore monetario (es. profitti o rendimento a un periodo del portafoglio) oppure l utilità associata a tale portafoglio. La teoria dell utilità può anche applicarsi: alle scelte su eventi incerti: sulla base della forma della loro funzione di utilità, classificheremo gli investitori come avversi al rischio, amanti del rischio o neutrali al rischio ; a scontare utilità su un orizzonte intertemporale 22
23 Utilità e curve di indifferenza - 2 Utilità attesa Supponiamo che W rappresenti i possibili risultati di una partita di calcio (vittoria, sconfitta, pareggio) e che l individuo assegni probabilità p(w) a tali risultati, cioè p(w) = N(W)/T ove N(W) è il numero di vittorie, sconfitte, pareggi della stagione e T è il numero di partite giocate. Diciamo che l individuo assegni livelli di utilità soggettiva a vittoria (4 unità), sconfitta (0) e pareggio (1) per cui: 23
24 Utilità e curve di indifferenza - 3 Incertezza e rischio La prima restrizione sulla funzione di utilità è che di più è sempre preferito a di meno: U (W)>0 ove U(W)/ W. Consideriamo una scommessa sul lancio di una moneta bilanciata in cui si riceve 2 se viene testa e 0 se viene croce ; il valore monetario atteso è 1 : (1/2)2+(1/2)0=1 La scommessa costa 1. Il risultato di non scommettere è 1 (non speso). Rispetto al rischio l individuo è: avverso se preferisce non giocare U(1)>(1/2)[U(2)+U(0)] neutrale se è indifferente U(1)=(1/2)[U(2)+U(0)] amante se preferisce giocare U(1)<(1/2)[U(2)+U(0)] 24
25 Utilità e curve di indifferenza - 4 L atteggiamento verso il rischio dipende da: U (W) < 0 avverso al rischio (curva U concava) U (W) = 0 U (W) > 0 neutrale al rischio (curva U retta) amante del rischio (curva U convessa) Il grado di avversione al rischio si misura sul grado di concavità della funzione di utilità, il valore di U (W): R A (W) = -U (W)/U (W) indice assoluto di Arrow-Pratt R R (W) = R A (W) W indice relativo di Arrow-Pratt L avversione assoluta (relativa) al rischio è decrescente se al crescere di W si investe di più in attività rischiose 25 (la
26 Utilità e curve di indifferenza
27 Utilità e curve di indifferenza - 6 Diverse forme della funzione di utilità hanno diverse implicazioni in termini di avversione al rischio, es.: U(W) = ln(w) implica R A decrescente (DARA) e R R costante (CRRA) Solo per alcune specifiche funzioni di utilità il problema di massimizzare l utilità attesa si riduce a un problema di sola massimizzazione di una funzione che dipende dai rendimenti attesi (Π e ) e dal rischio (misurato dalla varianza σ 2 Π ). Ad es., massimizzare la seguente CARA: E[U(W)] = E[a b exp( cw)] equivale a massimizzare: Π e (c/2) σ 2 Π con rendimenti normali e c = coefficiente costante di avversione assoluta al rischio 27
28 Utilità e curve di indifferenza - 7 Curve di indifferenza Il legame tra ricchezza finale e investimento iniziale in un portafoglio con rendimenti attesi Π è W=(1+Π)W 0. Anche se ciò vale solo sotto specifiche restrizioni, assumiamo di avere una funzione di utilità del soggetto avverso al rischio per cui si può guardare solo ai rendimenti attesi e alla varianza del portafoglio: U = U(Π e,σ 2 Π ) U 1 >0, U 2 <0, U 11 <0, U 22 <0 U 1 >0 utilità rendimento; U 2 <0 disutilità rischio; U 11 <0 utilità marginale decrescente rendimento; U 22 <0 disutilità marginale crescente rischio. In questo caso, le curve di indifferenza sono convesse come segue 28
29 Utilità e curve di indifferenza
30 Utilità e curve di indifferenza - 9 In un punto come A sulla curva di indifferenza I 1 l individuo richiede un rendimento atteso più elevato (da A a A ) quale compenso per il più elevato rischio (da A a A ) per mantenere lo stesso livello di utilità: curve di indifferenza con pendenza positiva nel piano rischio-rendimento. Inoltre, curve di indifferenza convesse verso l asse rischio: nel punto C, per sopportare lo stesso aumento del rischio (A A =C C ) l individuo (avverso al rischio) vuole più grande aumento del rendimento atteso (A A <C C ). Le curve di indifferenza nel piano rischio-rendimento atteso ci serviranno nell analisi del CAPM 30
31 Utilità e curve di indifferenza - 10 Utilità intertemporale Vari modelli assumono che gli investitori derivano utilità solo dal consumo. In ogni momento del tempo: U = U(C t ) U (C t )>0, U (C t )<0 con una funzione di utilità simile a quella precedente del soggetto avverso al rischio. La funzione generale di utilità intertemporale sull arco di vita è data da: U N = U(C t, C t+1, C t+2,, C t+n ) di solito si assume separabilità e tasso di sconto costante: U N = U(C t ) + δu(c t+1 ) + δ 2 U(C t+2 ) + + δ N U(C t+n ) 31
32 Utilità e curve di indifferenza - 11 Una forma funzionale usata spesso è (ove d<1): U(C t ) = ac t (1-d) U =a(1-d)c t -d >0, U =-a(1-d)dc t -d-1 <0 Il tasso di sconto intertemporale dipende dalle preferenze dell individuo. Se definiamo δ = 1/(1+d) allora è il tasso soggettivo di preferenza intertemporale, il tasso al quale l individuo accetta di scambiare consumo tra diversi momenti del tempo. In questo caso, le curve di indifferenza hanno la forma tradizionale, cioè sono convesse verso l origine nel piano C t, C t+1 32
33 Investimento fisico e consumo ottimale - 1 Se i ricavi futuri fossero certi gli imprenditori dovrebbero ordinare i progetti di investimento fisico secondo il VAN (>0) o il TRI (>r). Per l economia nel suo complesso, gli investimenti richiedono di rinunciare a consumo presente in cambio di consumo futuro; ma tale scelta potrebbe non essere coerente con le scelte dei consumatori. Come fanno i mercati finanziari a ben coordinare le scelte di investimento delle imprese e quelle di cosumo/risparmio delle famiglie? 33
34 Investimento fisico e consumo ottimale - 2 Consideriamo un semplice modello a 2 periodi della scelta di investimento con risultati certi (privi di rischio) ed espressi in termini reali (inflazione=0). Vedremo che in queste ipotesi vale un principio di separazione: se ogni imprenditore massimizza il valore dell impresa, cioè investe fino a quando VAN=0 (ovvero TRI=r), ciò consente ai consumatori di massimizzare il benessere individuale scegliendo il profilo di consumo desiderato. In altri termini, scelta ottimizzante dell impresa e scelta del consumatore sono tenute separate: prima l impresa sceglie il livello di produzione e poi il consumatore va sul mercato finanziario per dare o prendere fondi in modo da ottenere il profilo temporale di consumo desiderato 34
35 Investimento fisico e consumo ottimale - 3 Scelta di ottimizzazione dell impresa Tutta la produzione è destinata a consumo o a investimento fisico. L imprenditore ha una dotazione iniziale W 0. Egli ordina i progetti di investimento per VAN decrescente scontando col tasso di interesse privo di rischio r. Destinando parte della dotazione iniziale a consumo futuro C 0 (1), ottiene risorse per investire I 0 = W 0 C 0 (1). L investimento fisico nel progetto con VAN più elevato dà prodotto consumabile a t=1 in misura C 1 (1) > C 0 (1) (fig. seguente). Il TRI del progetto (espresso in termini di consumo) è: 1 + TRI (1) = C 1 (1) / C 0 (1) 35
36 Investimento fisico e consumo ottimale - 4 N.B.: A A = B B 36
37 Investimento fisico e consumo ottimale - 5 A mano a mano che l imprenditore assegna di più della sua dotazione iniziale ad altri progetti di investimento con VAN decrescente il TRI (C 1 /C 0 ) cala dando luogo alla curva delle opportunità di produzione (fig. precedente) Il primo (e più produttivo) investimento ha: VAN (1) = [C 1 (1) /(1+r)] I 0 > 0 e TRI (1) = C 1 (1) / C 0 (1) > r Consideriamo ora il problema del finanziamento. Sul mercato dei capitali, C 0 e C 1 hanno valore attuale (VA): VA = C 0 + C 1 /(1+r) da cui C 1 = VA(1+r) (1+r)C 0 Per dato valore di VA, questo genera una linea retta (linea del mercato monetario) con pendenza (1+r) che dà il 37 rendimento di prestare e indebitarsi sul mercato
38 Investimento fisico e consumo ottimale
39 Investimento fisico e consumo ottimale - 7 L imprenditore con dotazione iniziale W 0 continua a investire fin che TRI=r, punto in cui determina la coppia (C 0 *, C 1 *) e anche I* = W 0 C 0 * A destra di X, TRI>r mentre a sinistra TRI<r. Ma scelte di investimento e di consumo sono coerenti? Se il consumatore ha flussi di reddito nei due periodi pari a VA, le sue possibilità di consumo sono: VA = C 0 + [C 1 /(1+r)] Sia la funzione di utilità sull arco di vita: U = U(C 0, C 1 ) Il consumatore ha curve di indifferenza come segue e determina la sua coppia ottimale (C 0 **, C 1 **) al punto di 39 tangenza con la linea di bilancio
40 Investimento fisico e consumo ottimale
41 Investimento fisico e consumo ottimale - 9 In generale non vi è garanzia che le coppie (C 0 *, C 1 *) e (C 0 **, C 1 **) coincidano (vedi figura seguente): si raggiunge l equilibrio attraverso il mercato dei capitali. L imprenditore ha prodotto il profilo di consumo (C 0 *, C 1 *) che massimizza il valore dell impresa. Supponiamo che lo paghi in forma di dividendo. Il VA* di questo flusso di cassa è: VA* = C 0 * + [C 1 */(1+r)] Esso è pagato al consumatore (anche proprietario impresa). Ma, in condizioni di certezza, il consumatore può scambiare il flusso VA* per ogni combinazione tale che: VA* = C 0 + [C 1 /(1+r)] quindi, prendendo e dando credito (al tasso r), può raggiungere la coppia desiderata (C 0 **, C 1 **) 41
42 Investimento fisico e consumo ottimale
43 Investimento fisico e consumo ottimale - 11 In generale, dunque, il principio di separatezza ci aiuta a risolvere il problema di ottimizzazione in due stadi e noi ci concentreremo su come fa il consumatore a: 1. Allocare il proprio portafoglio tra varie attività con diverso grado di rischio (CAPM); 2. Raggiungere il profilo di consumo desiderato usando il mercato dei capitali. 43
Indice della lezione. Incertezza e rischio: sinonimi? Le Ipotesi della Capital Market Theory UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PRM FCOLT DI ECONOMI Indice della lezione Corso di Pianificazione Finanziaria Introduzione al rischio Rischio e rendimento per titoli singoli La Teoria di Portafoglio di Markowitz
DettagliI modelli dei rendimenti di equilibrio. Corso di Economia delle Scelte Finanziarie e di Portafoglio (prof. G. Ferri): Lezione 3
I modelli dei rendimenti di equilibrio Corso di Economia delle Scelte Finanziarie e di Portafoglio (prof. G. Ferri): Lezione 3 1 In questa lezione Rimuoviamo alcune ipotesi restrittive fatte nella derivazione
DettagliGli investimenti, il tempo e il mercato dei capitali
Capitolo 15 Gli investimenti, il tempo e il mercato dei capitali A.A. 004-005 Microeconomia - Cap. 15 1 Questo file per Power Point (visibile anche con OpenOffice ) siti e file può
DettagliRischi di mercato. Francesco Menoncin
Rischi di mercato Francesco Menoncin 6-0-0 Sommario Le risposte devono essere C.C.C (Chiare, Concise e Corrette). Il tempo a disposizione è di (due) ore. Esercizi. Su un mercato completo con tre stati
DettagliLezioni di Economia Politica
Università degli Studi ROMA TRE Facoltà di Giurisprudenza Lezioni di Economia Politica I principi fondamentali dell economia e gli strumenti per lo studio Giovanni Nicola De Vito - 2010 Microeconomia area
DettagliIl teorema di separazione di Fisher
Il teorema di separazione di Fisher G. Travaglini December 2, 2003 1 Introduzione. Per spiegare alcune delle proprietà attribuibili al sistema finanziario partiamo da un esempio molto semplice. Prendiamo
DettagliUniversità di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA DELLE SCELTE FINANZIARIE E DI PORTAFOGLIO 17/07/2010 COGNOME NOME MATRICOLA FIRMA
Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA DELLE SCELTE FINANZIARIE E DI PORTAFOGLIO 17/07/2010 COGNOME NOME MATRICOLA FIRMA Parte A: 15 domande a scelta multipla (punteggio max:
DettagliIl sistema finanziario cap.10
10-5-2017 Il sistema finanziario cap.10 Svolge la funzione di trasferire risorse finanziarie ai soggetti che ne dispongono a quelli che le impiegano Strumenti finanziari principali (par. 10.2.1) Strumenti
DettagliEconomia e Politica Monetaria. Mercati Finanziari
Economia e Politica Monetaria Mercati Finanziari Funzioni dei mercati finanziari 1. Canalizzare risorse da agenti in surplus (risparmiatori) ad agenti in deficit (imprese/prenditori) 2. Direct finance:
DettagliRischio e rendimento. dott. Matteo Rossi
Rischio e rendimento dott. Matteo Rossi Argomenti trattati Teoria di portafoglio di Markowitz Relazione rischio-rendimento Validità e ruolo del CAPM Alternative al Capital Asset Pricing Model Teoria di
DettagliGli investimenti, il tempo e il mercato dei capitali
Capitolo 15 Gli investimenti, il tempo e il mercato dei capitali A.A. 008-009 Microeconomia - Cap. 15 1 Questo file (con nome secondo_semestre.pdf) può essere scaricato da www.klips.it siti e file Provvisoriamente
DettagliCONSUMO. 3. Il Saggio Marginale di Sostituzione (SMS)
CONSUMO 1. Le Preferenze del Consumatore 2. Curve di Indifferenza 3. Il Saggio Marginale di Sostituzione (SMS) 4. La Funzione di Utilità Utilità Marginale e Utilità Marginale Decrescente Utilità Marginale
DettagliLe curve di indifferenza sulla frontiera di Markowitz
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PRM FCOLT DI ECONOMI Corso di Pianificazione Finanziaria Evoluzione della teoria del rischio finanziario da Markowitz al teorema della separazione e al CPM 1 Le curve di indifferenza
DettagliIndice della lezione
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PRM FCOLT DI ECONOMI Corso di Corporate anking and Finance a.a. 2012 2013 (Professor Eugenio Pavarani) Introduzione al rischio PF CPITOLO 9 1 Indice della lezione Rischio e rendimento
DettagliLezioni di Microeconomia
Lezioni di Microeconomia Lezione 5 Le preferenze del consumatore Lezione 5: le preferenze del consumatore Slide 1 Il vincolo di bilancio individua tutti i panieri di beni (q 1 e q 2 ) accessibili dato
DettagliINDICE - SOMMARIO. Presentazione... pag. XV PARTE PRIMA SISTEMI FINANZIARI CAPITOLO 1 COSA SONO E COSA FANNO I SISTEMI FINANZIARI
INDICE - SOMMARIO Presentazione... pag. XV PARTE PRIMA SISTEMI FINANZIARI CAPITOLO 1 COSA SONO E COSA FANNO I SISTEMI FINANZIARI 1. Il sistema finanziario: una visione d assieme... pag. 3 1.1. Transazioni
DettagliArgomenti trattati Capitolo 8. Teoria del portafoglio di Markowitz. Rischio e rendimento. Teoria del portafoglio di Markowitz
Capitolo 8 Principi di Finanza aziendale 5/ed Richard. realey, Stewart C. Myers, Franklin llen, Sandro Sandri e rendimento Lucidi di Matthew Will Francesco Millo. Tutti i diritti riservati rgomenti trattati
DettagliMATEMATICA FINANZIARIA RISCHI: RAPPRESENTAZIONE E GESTIONE (CENNI)
Matematica Finanziaria, a.a. 2011/2012 p. 1/315 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA MATEMATICA FINANZIARIA RISCHI: RAPPRESENTAZIONE E GESTIONE (CENNI) ANNAMARIA OLIVIERI a.a. 2011/2012
DettagliECONOMIA APPLICATA ALL INGEGNERIA (Docente: Prof. Ing. Donato Morea)
ESERCIZIO n. 1 - La produzione ed i costi di produzione (1 ) Un impresa utilizza una tecnologia descritta dalla seguente funzione di produzione: I prezzi dei fattori lavoro e capitale sono, rispettivamente,
DettagliLa teoria delle scelte del consumatore
La teoria delle scelte del consumatore La teoria delle scelte del consumatore Descrive come i consumatori distribuiscono i propri redditi tra differenti beni e servizi per massimizzare il proprio benessere.
DettagliMoneta e Finanza Internazionale LA DOMANDA DI MONETA
Moneta e Finanza Internazionale 1 LA DOMANDA DI MONETA La velocità della moneta e l equazione degli scambi 2 M P Y PY V = offerta di moneta = livello dei prezzi = produzione aggregata (PIL Reale, Reddito)
DettagliLA MODERNA TEORIA DI PORTAFOGLIO
LA MODERNA TEORIA DI PORTAFOGLIO Dal concetto di rischio e rendimento, ai dettami dell APT Gino Gandolfi La diversificazione di Markowitz IL RENDIMENTO DEL PORTAFOGLIO Poiché un portafoglio è un insieme
DettagliLe curve di indifferenza sulla frontiera di Markowitz
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PRM FCOLT DI ECONOMI Corso di Corporate Banking a.a. 2010-2011 (Professor Eugenio Pavarani) Evoluzione della teoria del rischio finanziario da Markowitz al teorema della separazione
DettagliLa teoria dell offerta
La teoria dell offerta Tecnologia e costi di produzione In questa lezione approfondiamo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta. In particolare: è possibile individuare
DettagliFUNZIONE DI UTILITÀ CURVE DI INDIFFERENZA (Cap. 3)
FUNZIONE DI UTILITÀ CURVE DI INDIFFERENZA (Cap. 3) Consideriamo un agente che deve scegliere un paniere di consumo fra quelli economicamente ammissibili, posto che i beni di consumo disponibili sono solo
DettagliCapitolo 6 Economia dell informazione e scelta in condizioni di incertezza
Capitolo 6 Economia dell informazione e scelta in condizioni di incertezza COSA ABBIAMO FATTO FINORA Concetti introduttivi della microeconomia Teoria della scelta razionale del consumatore in condizioni
DettagliMisura e Valutazione del
- Finanza Aziendale Prof. Arturo Capasso 8 Misura e Valutazione del A. Rischio - Argomenti Il rischio Il rischio negli investimenti finanziari La misurazione del rischio Varianza e scarto quadratico medio
DettagliCapitolo 3 La scelta razionale del consumatore
Capitolo 3 La scelta razionale del consumatore Il comportamento del consumatore Tre fasi distinte di analisi nello studio del comportamento del consumatore 1. Le preferenze del consumatore 2. I vincoli
DettagliEconomia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A Prof. R. Sestini
Economia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A. 2013-2014. Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA SECONDA SETTIMANA Si consideri che: gli individui non possono consumare un infinito
DettagliLezioni di Economia Politica
Università degli Studi di Roma TRE - Dipartimento di Giurisprudenza Lezioni di Economia Politica Le scelte e l equilibrio del consumatore Giovanni Nicola De Vito Le scelte del consumatore Il consumatore
DettagliAPPROFONDIMENTI DI MACROECONOMIA
APPROFONDIMENTI DI MACROECONOMIA PROF. ANNAMARIA VARIATO A.A. 2009 2010 SOTTOPERIODO II SOLUZIONE DOMANDE A RISPOSTA CHIUSA IL CONTESTO ATTUALE Per i quesiti fare riferimento al sottoperiodo precedente.
DettagliINTRODUZIONE. La base di partenza di questo lavoro è il risparmio, ovvero. consumi.
INTRODUZIONE La base di partenza di questo lavoro è il risparmio, ovvero la quota del reddito prodotto che non viene destinata ai consumi. Questa quota di reddito può essere accantonata senza destinazione
DettagliOrganizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8. Ing. Marco Greco Tel
Organizzazione aziendale Lezione 13 Organizzazione e Incentivi Cap. 8 Ing. Marco Greco m.greco@unicas.it Tel.0776.99.3641 Il rapporto principale - agente n principale delega ad un agente lo svolgimento
DettagliTest ingresso lauree magistrali_fin
Test ingresso lauree magistrali_fin 1. Determinare quale punto appartiene alla curva di equazione a. (4, 0) (2, 2) (1, 3) nessuna delle precedenti risposte è corretta 2. Il profitto economico: a. è dato
Dettagli1. TEORIA DEL CONSUMATORE
. TEORIA DEL CONSUMATORE ~ 9 ~ ~ 0 ~ Domande a risposta aperta D. Definire gli assiomi della teoria del consumatore. RD. Gli assiomi della teoria del consumatore sono: a) Completezza: un consumatore può
DettagliIl Capital Asset Pricing Model e lo Arbitrage Pricing Theory
Il Capital Asset Pricing Model e lo Arbitrage Pricing Theory Pierpaolo Montana Università di Roma I Il Capital Asset Pricing Model può essere visto come una evoluzione del modello media-varianza di scelta
DettagliCapitolo 6 La teoria della scelta del consumatore e la domanda
Capitolo 6 La teoria della scelta del consumatore e la domanda Trasparenti tratti, con modifiche e integrazioni, da: David Begg, Stanley Fischer e Rudiger Dornbusch, Economia,, cap.5 McGraw-Hill, 2001
DettagliTeorie non finanziarie dell investimento
Teorie non finanziarie dell investimento Investimento, Informazione e Razionalità A. M. Variato Saggi di Teoria e Politica Economica, Giuffrè, 2004 Daniela Maggioni Tatiana Conti 1 Teorie non finanziarie
DettagliCriteri di Scelta Finanziaria
3 Criteri di Scelta Finanziaria 3.1 Introduzione Spesso occorre confrontare operazioni definite su scadenzari diversi. Nel seguito presentiamo due criteri, quello del valore attuale netto (VAN) e quello
DettagliCAPITOLO 1 LA FUNZIONE DI PRODUZIONE E LA CRESCITA ECONOMICA
CAPITOLO 1 LA FUZIOE DI PRODUZIOE E LA CRESCITA ECOOMICA 11 La funzione di produzione Data una funzione di produzione in cui la quantità prodotta () dipende dalla quantità di capitale () e di lavoro ()
DettagliEconomia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA PRIMA SETTIMANA
Economia, Corso di Laurea Magistrale in Ing. Elettrotecnica, A.A. 2013-2014. Prof. R. Sestini SCHEMA DELLE LEZIONI DELLA PRIMA SETTIMANA ALCUNE PREMESSE Cosa e la microeconomia? E la disciplina che studia
DettagliElenco dei simboli più comunemente usati in economia politica
Elenco dei simboli più comunemente usati in economia politica Simboli matematici m Coefficiente angolare di una retta generica Misura la pendenza della retta; se ha segno positivo la retta è crescente,
DettagliCapitolo 9 La produzione
Capitolo 9 La produzione LA PRODUZIONE Le risorse che le imprese usano per produrre beni e servizi sono dette fattori produttivi o input I beni e i servizi realizzati dalle imprese sono definiti semplicemente
DettagliLezione 15 Equilibrio economico generale
Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 15 Equilibrio economico generale e pareto ottimalità Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza (valutare le allocazioni) Economia del benessere
DettagliLa teoriadellasceltadel
La teoriadellasceltadel consumatore Sommario del Capitolo 4 1. Il vincolo di bilancio 2. La scelta ottima 3. Preferenze rivelate(cenni) 4. Scelta intertemporale 2 Il vincolo di bilancio Si supponga che
DettagliEsercitazione 26 Febbraio 2009
Esercitazione 26 Febbraio 2009 Economia Monetaria (6058) Classe 14 5 marzo 2009 1 Esercizio (a) Considerate il modello della domanda di moneta per investimento della ricchezza. Supponete in particolare
DettagliMetodi matematici II 9 dicembre 2003
Metodi matematici II 9 dicembre 2003 TEST - PREAPPELLO Cognome Nome Matricola Crocettare la casella che si ritiene corretta nel caso di risposta multipla (una sola risposta è corretta). Si indichi la risposta,
DettagliCapitolo 9 La produzione. Robert H. Frank Microeconomia - 4 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 9 La produzione Dopo la teoria del (la scelta razionale del) consumatore OGGI INIZIAMO LA SECONDA (E CENTRALE) PARTE DEL CORSO: TEORIA DELLA PRODUZIONE E DELLA STRUTTURA DEI MERCATI LA PRODUZIONE
DettagliIrving Fisher. Investimenti e Consumi
Irving Fisher Investimenti e Consumi Fondamenti Teorici del mercato dei capitali del costo del capitale Scelte tra consumi e Investimenti Max il Valore Scelta degli investimenti Serve uno Star Gate Dinamica
DettagliLa teoria del consumo
La teoria del consumo Il surplus del consumatore e la domanda di mercato. Mario Sportelli Dipartimento di Matematica Università degli Studi di Bari Via E. Orabona, 4 I-70125 Bari (Italy) (Tel.: +39 (0)99
DettagliEsercitazione 14 Aprile 2016 (Viki Nellas)
Esercitazione Aprile 06 (Viki Nellas) Esercizio Considerate un impresa che utilizzi una tecnologia descritta dalla seguente funzione, ; i prezzi dei fattori lavoro e capitale sono pari rispettivamente
DettagliDefinizioni economia applicata all ingegneria
Definizioni economia applicata all ingegneria October 28 2011 In questo documento assolutamente non ufficiale sono contenute le definizioni date durante le lezioni di economia applicata all ingegneria.
DettagliEconomia Politica e Istituzioni Economiche. Barbara Pancino Lezione 4
Economia Politica e Istituzioni Economiche Barbara Pancino Lezione 4 La domanda di moneta Come allocare la ricchezza finanziaria risparmiata? La moneta può essere usata per transazioni, ma non paga interessi.
Dettagli+ 1 p = MC. Il costo marginale nel caso proposto dall esercizio è pari a zero. L equazione 6.3 può quindi essere scritta:
Esercizio 6.1 Dall equazione 6.3 del testo sappiamo che il massimo profitto dell impresa si ottiene quando il valore dell inverso dell elasticità della (( domanda ) al prezzo ) più uno moltiplicato per
DettagliCapitolo 10. La domanda aggregata, I. Capitolo 10: La domanda aggregata, I
Capitolo 10 La domanda aggregata, I 1 Il percorso La domanda aggregata, I La curva IS La croce keynesiana Il modello dei capitali di prestito La curva LM La teoria delle preferenze per la liquidità Il
DettagliPreferenze del consumatore. Assiomi Utilità totale e marginale Curva di indifferenza: pendenza e posizione nel piano
Preferenze del consumatore Assiomi Utilità totale e marginale Curva di indifferenza: pendenza e posizione nel piano Le preferenze del consumatore Dobbiamo capire perché la domanda individuale e quella
Dettagli= 1. Dall equazione 8.4. z = z = 4 3
Esercizio 8.1 L equazione 8. definisce che il prezzo di vendita del prodotto è dato dal prodotto tra mark-up e costo marginale nel caso del duopolio. Nel caso dell esercizio, possiamo agevolmente calcolare
DettagliCapitolo 3 La scelta razionale del consumatore. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 3 La scelta razionale del consumatore L'INSIEME OPPORTUNITÁ E IL VINCOLO DI BILANCIO Un paniere di beni rappresenta una combinazione di beni o servizi Il vincolo di bilancio o retta di bilancio
DettagliMicroeconomia lezione 3. Utilità totale. Esempio: U= 2x + y ; x=panini; y=hamburger 28/02/2016. Materiale tratto dal Cap.
Microeconomia lezione 3 Materiale tratto dal Cap. 2 del libro testo Utilità totale E la soddisfazione totale, talvolta indicata da un valore numerico, che si ricava dal consumo di un particolare paniere
DettagliLezione Gli strumenti di debito, i Titoli di Stato
Lezione Gli strumenti di debito, i Titoli di Stato Obiettivi Classificare i titoli di debito e analizzare le loro caratteristiche Strumenti di debito Il titoli di debito sono strumenti rappresentativi
DettagliEconomia Finanziaria e Monetaria
Economia Finanziaria e Monetaria Lezione 3 - Moneta, attività finanziarie ed equilibrio macroeconomico Da domanda di moneta keynesiana a scelte di portafoglio 1 0. Outline Scaletta della lezione 3 1. Domanda
DettagliAnalisi Costi-Benefici
Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome Analisi Costi-Benefici Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma Scelta pubblica Intervento pubblico realizzazione di progetti esempi: infrastrutture,
DettagliOFFERTA DI LAVORO. p * C = M + w * L
1 OFFERTA DI LAVORO Supponiamo che il consumatore abbia inizialmente un reddito monetario M, sia che lavori o no: potrebbe trattarsi di un reddito da investimenti, di donazioni familiari, o altro. Definiamo
DettagliIL PREZZO DI UN BOND
IL PREZZO DI UN BOND in pratica, il titolo con cedole viene scomposto in tanti zero coupon bond quanti sono i flussi di cassa: il suo prezzo è pari alla somma dei prezzi di tali zero coupon bond P = P
DettagliTeoria del consumatore 2
Teoria del consumatore 2 Preferenze Mappa di indifferenza È un campione rappresentativo dell insieme delle curve di indifferenza del consumatore, usato come riassunto grafico dell ordinamento dei panieri
DettagliRICETTIVITÀ TURISTICA a.a. 2008/09
RICETTIVITÀ TURISTICA a.a. 2008/09 PROF. FRANCESCO MARANGON Dipartimento di Scienze Economiche Come è descritto in microeconomia il problema di scelta del Secondo l ottica consequenzialista la scelta tra
DettagliCapitolo 1 MODELLI ECONOMICI DEL TASSO DI CAMBIO 11
Indice INTRODUZIONE p. 8 Capitolo 1 MODELLI ECONOMICI DEL TASSO DI CAMBIO 11 1.1 - TASSI DI CAMBIO E MERCATI VALUTARI: APPROCCIO DI PORTAFOGLIO 11 1.1.1 TASSI DI CAMBIO E TRANSAZIONI INTERNAZIONALI Prezzi
DettagliLe preferenze del consumatore e il concetto di utilita
Università degli Studi di Napoli Federico II Corso di studi CLEA Anno accademico 2012/13 Le preferenze del consumatore e il concetto di utilita Ornella Wanda Maietta maietta@unina.it Sommario 1. Rappresentazione
DettagliBosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2012 Capitolo I, lezione 1 Il problema e alcune premesse
Il problema e alcune premesse La costruzione della grande frontiera delle utilità e l ottimo l paretiano La scienza delle finanze studia le entrate e le uscite pubbliche con un approccio normativo e positivo
DettagliEsercitazione 1 - Microeconomia
Esercitazione - Microeconomia Esercizio Uno studente dedica 8 ore al giorno all ascolto della musica; per M ore ascolta Mozart e per B ore ascolta Beethoven. La funzione di utilità dello studente è U M
DettagliEsonero di Microeconomia CLEC / CLSS Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Esonero di Microeconomia CLEC / CLSS Università degli Studi di Bari Aldo Moro Versione A - Prof. Peragine Domande Vero Falso 1. Il saggio marginale di preferenza intertemporale è una misura della impazienza
DettagliCapitolo 10 Costi. Robert H. Frank Microeconomia - 4 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 10 Costi I COSTI NEL LUNGO PERIODO Nel lungo periodo non esistono costi fissi Il problema dell impresa è quello di scegliere la combinazione ottimale di input in relazione all output che si intende
DettagliREGIMI DI CAPITALIZZAZIONE E SCONTO (Esercizi)
REGIMI DI CAPITALIZZAZIONE E SCONTO (Esercizi) Elena Coffetti Copyright SDA Bocconi INDICE INDICE... REGIMI DI CAPITALIZZAZIONE E SCONTO...1 INFLAZIONE...4 TASSI EQUIVALENTI...5 Avvertenza: nonostante
DettagliPrerequisiti: regole base di derivazione; funzioni a più variabili; derivate parziali; nozione di integrale
Microeconomia Economia e Finanza Prerequisiti: regole base di derivazione; funzioni a più variabili; derivate parziali; nozione di integrale Introduzione. L oggetto dell economia politica; l oggetto della
DettagliESAME 13 Gennaio 2011
ESAME 13 Gennaio 2011 Esercizio 1. Si consideri un operazione finanziaria che ha valore x 0 = 120 in t 0 = 0 e restituisce x 1 = 135 all istante t. Supponendo che l operazione in esame sia soggetta ad
DettagliDomande 1. La domanda e l offerta del bene 1 sono date rispettivamente da:
Domande 1. La domanda e l offerta del bene 1 sono date rispettivamente da: DD SS 10 0,2 2 2 5 0,5 a) Calcolare la quantità e il prezzo di equilibrio sapendo che il reddito a disposizione del consumatore
DettagliProgramma delle Lezioni 7-9 Marzo
Università degli Studi di Bologna Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea in Scienze Politiche, Sociali e Internazionali Microeconomia (A-E) Matteo Alvisi Parte 2(a) LA SCELTA OTTIMALE EL CONSUMATORE
DettagliGrant, L'analisi strategica per le decisioni aziendali, Il Mulino, 2011 Capitolo II. Obiettivi, valori e risultati OBIETTIVI, VALORI E RISULTATI
OBIETTIVI, VALORI E RISULTATI 1 Strategia e creazione di valore L obiettivo primario dell impresa è la massimizzazione del profitto nel lungo termine. Il valore si crea attraverso: produzione scambio Valore
DettagliESERCITAZIONE 7: STRATEGIE DI PREZZO E EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE
MICROECONOMI CLE.. 00-004 ssistente alla didattica: Elena rgentesi ESERCITZIONE 7: STRTEGIE I PREZZO E EQUILIRIO ECONOMICO GENERLE Esercizio : iscriminazione di prezzo del terzo tipo [Secondo parziale
Dettaglidifferiticerti.notebook November 25, 2010 nov 6 17.29 nov 6 17.36 nov 6 18.55 Problemi con effetti differiti
Problemi con effetti differiti sono quelli per i quali tra il momento di sostentamento dei costi ed il momento di realizzo dei ricavi intercorre un certo lasso di tempo. Nei casi in cui il vantaggio è
DettagliLe curve di indifferenza sulla frontiera di Markowitz
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA Corso di Corporate Banking and Finance a.a. 2012-2013 (Professor Eugenio Pavarani) Evoluzione della teoria del rischio finanziario da Markowitz al teorema
DettagliL ANALISI BENEFICI-COSTI LA CONVENIENZA NEI PROGETTI PUBBLICI
capitolo10-1 L ANALISI BENEFICI-COSTI LA CONVENIENZA NEI PROGETTI PUBBLICI PRIMA DI PROCEDERE ALL EFFETTIVA OFFERTA DI UN BENE O SERVIZIO PUBBLICO OCCORRE UN ATTIVITA DI PROGETTAZIONE. L ANALISI COSTI
DettagliLa valutazione degli investimenti. - Scelte di lungo periodo - VAN e SIR
La valutazione degli investimenti - Scelte di lungo periodo - VAN e SIR Scelte di lungo periodo N.B. Per seguire questa parte del programma è indispensabile la conoscenza della matematica finanziaria.
DettagliCosa decidete di fare?
Immaginate di aver trovato un lavoretto estivo in un bar All inizio lavorate 5 ore al giorno (5 giorni alla settimana) a 8 euro l ora Poi il padrone del bar impazzisce e vi raddoppia la paga (16 euro all
DettagliCapitolo 10 La domanda aggregata, I. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore 2004 Capitolo 10: La domanda aggregata, I 1
Capitolo 10 La domanda aggregata, I 1 Il percorso La domanda aggregata, I La curva IS La croce keynesiana Il modello del mercato dei fondi mutuabili La curva LM La teoria della preferenza per la liquidità
DettagliECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI
ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI 6 febbraio 2012 PROVA SCRITTA Inserire i propri dati: Numero di Matricola Nome Cognome CORSO DI LAUREA: Sezione 1. Indicare se le seguenti affermazioni sono vere o false,
DettagliGli strumenti di partecipazione
Gli strumenti di partecipazione Ricevimento: giovedì 14:30 16:30 previa email (da vostro indirizzo istituzionale) marika.carboni@uniroma3.it 1 Agenda Gli strumenti di partecipazione: un quadro d insieme
DettagliIl comportamento del consumatore
Capitolo 3 Il comportamento del consumatore A.A. 2010-2011 Microeconomia - Cap. 3-1 La Teoria del consumo Due ipotesi fondamentali nello studio del comportamento del consumatore: 1. Massimizzazione dell'utilità
DettagliDalla microeconomia alla macroeconomia
Dalla microeconomia alla macroeconomia MICROECONOMIA: studio dei comportamenti individuali Economia politica MACROECONOMIA: studio dei comportamenti collettivi Lo studio dei comportamenti collettivi deve
DettagliESERCIZI DI ECONOMIA POLITICA
ESERCIZI DI ECONOMIA POLITICA (Nozioni preliminari per lo studio dell economia) Giovanni Nicola De Vito 03/03/2010 1 MICROECONOMIA (1/3) Studia i comportamenti dell individuo in presenza di beni scarsi
DettagliCapitolo 21: Il Modello dell Utilità Scontata
Capitolo 21: Il Modello dell Utilità Scontata 21.1: Introduzione In questo capitolo studiamo le proprietà di una particolare funzione di utilità di grande rilevanza empirica e capace di descrivere le preferenze
DettagliLezione 12 Il problema dell impresa: La ricerca del massimo profitto e l offerta
Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 12 Il problema dell impresa: La ricerca del massimo profitto e l offerta Facoltà di Scienze della Comunicazione Università
DettagliLa Valutazione Finanziaria
La Valutazione Finanziaria Prof. Rosa Cocozza Università degli Studi di Napoli Federico II http://www.docenti.unina.it/rosa.cocozza rosa.cocozza@unina.it Introduzione Per caratterizzare finanziariamente
DettagliESERCITAZIONE DI ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI ANNO ACCADEMICO
ESERCITAZIONE DI ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI ANNO ACCADEMICO 2016-2017 A cura Dott.ssa Federica Miglietta ESERCITAZIONE Ad uso degli studenti frequentanti LE OBBLIGAZIONI - Il prezzo Esercizio
DettagliArgomenti trattati. CAPM e Portfolio Theory. Teoria deòòa Finanza Aziendale
Teoria deòòa Finanza ziendale CPM e Portfolio Theory 1- rgomenti trattati Relazione rischio-rendimento Testare il Capital sset Pricing Model lternative e al Capital sset Pricing Model 1-3 Combinare più
DettagliMicroeconomia - Problem set 4 - soluzione
Microeconomia - Problem set 4 - soluzione (Prof Paolo Giordani - TA: Pierluigi Murro) 2 Maggio 2015 Esercizio 1 Calcolare i prodotti marginali di ciascun fattore produttivo (P M 1, P M 2 ) e il saggio
DettagliElementi di matematica finanziaria
Elementi di matematica finanziaria 1. Percentuale Si dice percentuale di una somma di denaro o di un altra grandezza, una parte di questa, calcolata in base ad un tanto per cento, che si chiama tasso percentuale.
DettagliIl sistema fiscale. Le imposte sui redditi da lavoro: incidenza
Il sistema fiscale Le imposte sui redditi da lavoro: incidenza Le imposte sui redditi da lavoro: incidenza Le imposte sui redditi da lavoro si applicano al lavoratore (contribuente di diritto) ma possono
Dettaglidell'asset Allocation Le nuove frontiere nella gestione dell Asset Allocation D o c e n t e : Raimondo Marcialis w w w. P F A c a d e m y.
Le nuove frontiere nella gestione dell'asset Allocation Le nuove frontiere nella gestione dell Asset Allocation D o c e n t e : Raimondo Marcialis w w w. P F A c a d e m y. i t Tutti in fila dal debt doctor
DettagliLa Trasmissione della Politica Monetaria. Giorgio Di Giorgio
La Trasmissione della Politica Monetaria Giorgio Di Giorgio La Funzione di Reazione Collega variazioni dello strumento obiettivo operativo (tasso di interesse) a scostamenti delle variabili di interesse
Dettagli