Comportamento a regime dei sistemi di controllo in retroazione Appunti di Controlli Automatici

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Comportamento a regime dei sistemi di controllo in retroazione Appunti di Controlli Automatici"

Transcript

1 Comportamento a regime dei sistemi di controllo in retroazione Appunti di Controlli Automatici Versione 1.0 Ing. Alessandro Pisano

2 SOMMARIO Introduzione 3 1. Stabilità a ciclo chiuso e teorema del valore finale 3 2. Analisi ed esempi Sistemi di controllo di tipo zero Risposta al set-point costante (con disturbo nullo) Risposta al disturbo costante (con set-point nullo) Risposta al set-point e al disturbo costanti agenti simultaneamente Considerazioni aggiuntive Sistemi di controllo di tipo uno Sistemi di controllo di tipo uno con polo nel regolatore Sistemi di controllo di tipo uno con polo nel processo Sistemi di controllo di tipo uno con set-point a rampa Sistemi di controllo di tipo due Sistemi di controllo di tipo due con set-point e disturbi a rampa Tabelle riassuntive 23 2

3 Comportamento a regime dei sistemi di controllo in retroazione Introduzione Il comportamento a regime dei sistemi di controllo si riferisce alla analisi degli effetti a regime di ingressi e disturbi polinomiali (segnali costanti, a rampa, a parabola, etc., detti anche canonici ) oppure ingressi e disturbi avente andamento sinusoidale. Faremo riferimento a sistemi di controllo a retroazione unitaria (Figura 1) d(t) y des (t) e(t) u(t) Figura 1 Sistema di controllo a retroazione unitaria con set-point y des (t) e disturbo sull ingresso d(t) Nello schema in Figura 1 ed u(t) rappresentano l uscita e l ingresso del processo P(s), y des (t) rappresenta il set-point, d(t) rappresenta un disturbo agente sull ingresso, ed R(s) è i regolatore. Per quanto concerne il comportamento a regime per ingressi e disturbi canonici risulta di estremo rilievo la presenza di poli nell origine nel controllore e/o nel processo. E importante sia il numero complessivo di poli nell origine che la loro ripartizione tra controllore e processo. Il concetto importante e rilevante in tale contesto è quello di Tipo del sistema di controllo, che approfondiremo in seguito. Per quanto concerne invece il comportamento a regime a fronte di segnali sinusoidali si fa riferimento ad un criterio di analisi nel dominio della frequenza basato sul concetto di risposta armonica. Verrà anche illustrato, seppur qualitativamente, un criterio di natura più generale denominato principio del modello interno che ci consentirà una descrizione unificata, e un punto di vista differente, su alcuni aspetti relativi all inseguimento del set-point ed alla reiezione dei disturbi. 1. Stabilità a ciclo chiuso e teorema del valore finale Tutte le considerazioni sviluppate nel presente documento hanno come prerequisito essenziale che il sistema in Figura 1 sia asintoticamente stabile a ciclo chiuso In altri termini, richiediamo che la FdT a ciclo chiuso tra il set-point e l uscita: (1) 3

4 abbia tutti i poli a parte reale strettamente negativa. Se vale ciò risulta essere asintoticamente stabile anche la FdT disturbo-uscita (2) Si può difatti osservare come entrambe le FdT (1) e (2) abbiamo a denominatore lo stesso termine, la funzione d anello. Il polinomio caratteristico del sistema a ciclo chiuso sarà (3) Essendo e i denominatori delle Fdt del regolatore e del processo, e, i relativi numeratori. Richiamiamo un risultato di fondamentale importanza ed utilità nello studio del comportamento a regime dei sistemi di controllo Teorema del valore finale. Sia G(s) la TdL di un segnale g(t) avente un limite finito Allora vale la seguente relazione per t tendente all infinito. (4) Per comprendere se il teorema del valore finale è applicabile si può sfruttare il seguente Corollario Corollario 1 Un segnale g(t) ammette un limite finito g* per t tendente all infinito se e solo se la FdT sg(s) non possiede poli a parte reale positiva oppure nulla (o, in altri termini, se e solo se la FdT sg(s) è asintoticamente stabile) Esempio 1. Il segnale ammette limite finito (pari a zero) per t che tende ad infinito. La sua TdL G(s) è pari a:. La FdT ha un unico polo a parte reale negativa, in accordo quindi con il Corollario 1. Applicando il teorema del valore finale si ottiene il valore del limite: (5) Esempio 2. Il segnale (gradino unitario) ammette limite finito (pari ad 1) per t che tende ad infinito. La sua TdL G(s) è pari a:. La FdT non ammette poli a parte reale positiva oppure nulla, come richiesto dal Corollario 1. Applicando il teorema del valore finale si ottiene il valore del limite (6) Esempio 3. Il segnale (rampa unitaria) non ammette limite finito per t che tende ad infinito. Ci attendiamo quindi che la condizione del Corollario 1 non sia soddisfatta. La TdL G(s) 4

5 del segnale è pari a:. La FdT ammette un polo a parte reale nulla, violando quindi la condizione del Corollario 1. Esempio 4. Il segnale non ammette limite finito per t che tende ad infinito. Il segnale si mantiene sempre limitato, ma il limite per t che tende ad infinito non esiste. Ci attendiamo quindi che come nell esempio precedente la condizione del Corollario 1 non sia soddisfatta. La TdL G(s) del segnale è pari a:. La FdT ammette due poli a parte reale nulla, violando quindi la condizione del Corollario 1. Si presti attenzione al fatto che l applicazione del teorema finale fornisce una risposta errata: (7) E quindi fondamentale, ogni qualvolta si desideri applicate il Teorema del valore finale, accertarsi con cura che siano soddisfatte le condizioni di applicabilità. 2. Analisi ed esempi Consideriamo il sistema di controllo a retroazione unitaria in figura 1, e ipotizziamo che il sistema a ciclo chiuso sia asintoticamente stabile. Definiamo preliminarmente il concetto di tipo di sistema di controllo Definizione 1 Tipo di un sistema di controllo Con riferimento al sistema di controllo in Figura 1, si definisce tipo del sistema il numero complessivo di poli nell origine presenti nel controllore e nel processo. Un sistema di controllo potrà pertanto essere di tipo zero, di tipo uno, di tipo due, etc. Nella pratica raramente si eccede il tipo due (a causa dei problemi di stabilità a ciclo chiuso conseguenti alla presenza di un elevato numero di poli nell origine in catena diretta), e i sistemi di tipo uno sono quelli largamente più diffusi Iniziamo l analisi dai sistemi di tipo zero per rivolgere successivamente l attenzione ai sistemi di tipo superiore. 2.1 Sistemi di controllo di tipo zero Se il sistema è di tipo zero è sempre possibile esprimere le FdT di processo e controllore nella forma seguente (8) (9) Tale decomposizione mette in evidenza i guadagni in bassa frequenza (anche denominati guadagni in continua, o semplicemente guadagni) e del regolatore e del processo, rispettivamente. 5

6 2.1.1 Risposta al set-point costante (con disturbo nullo) Analizziamo la risposta a regime per un set-point costante (il disturbo d(t) è temporaneamente posto pari a zero). (10) Per determinare il valore di regime della uscita del sistema a ciclo chiuso applicando il teorema del valore finale si deve determinare la sua TdL Y(s). Dalla equazione (1) ricaviamo che (11) Applicando il Teorema del valore finale (4) si può determinare a partire dalla (6) il valore di regime della uscita (12) Ragioniamo sulla relazione (12). Osserviamo preliminarmente come il valore a regime non dipenda separatamente dai guadagni e, ma soltanto dal loro prodotto. Ciò è conseguenza del fatto che la FdT a ciclo chiuso W(s) non dipende separatamente dalle FdT R(s) e P(s) di regolatore e processo, ma solo dal loro prodotto R(s)P(s). Il coefficiente rappresenta il guadagno in bassa frequenza della FdT a ciclo chiuso W(s). Il progettista non può in genere modificare il guadagno del processo ma ha a disposizione come parametro modificabile di progetto il guadagno del regolatore. Da un sistema di controllo si desidera che l uscita riproduca il più fedelmente possibile il set-point. Per quanto concerne il comportamento a regime si vorrebbe ottenere la relazione di uguaglianza Appare chiaro dalla (12) come la relazione (13) sia impossibile da ottenere. Non esiste difatti nessuna coppia di valori finiti per i due guadagni che renda unitario il rapporto. Tale quantità è sempre strettamente inferiore ad uno. (13) Per rendere il rapporto sufficientemente vicino all unità si può aumentare il guadagno del regolatore. Difatti se si ha e in definitiva quando è molro grande si ha Tale procedura, che comunque conduce sempre ad un valore inferiore ad uno per il rapporto, deve tener conto del fatto che il sistema a ciclo chiuso può risultare destabilizzato da un valore troppo elevato del guadagno in catena diretta. Una analisi preliminare basata sul luogo delle radici risulta utile a comprendere in quale misura è possibile incrementare il guadagno in (14) 6

7 catena diretta senza incorrere in fenomeni di instabilità del sistema a ciclo chiuso, eventualità che ovviamente invalida tutte le considerazioni sviluppate in precedenza. Esempio 5 Si consideri il sistema in Figura 1 con processo del secondo ordine asintoticamente stabile e regolatore proporzionale R(s)=K r =2. Si valuti il valore dell uscita a regime per un set-point costante y des (t)=2 con disturbo d(t)=0. Svolgimento dell esempio 5 Si può riscrivere la FdT del processo in accordo con la decomposizone (9) (15) Applicando la formula (12) si ottiene, per il valore considerato di K r Se si utilizza un valore superiore per il guadagno del regolatore, ad es. K r =20, (16) Con un valore ancora superiore, ad es. K r =100, si ha (17) Si noti come il valore di regime si avvicina sempre più al set-point. E d obbligo verificare che in corrispondenza dei valori suggeriti per K r il sistema a ciclo chiuso si mantiene asintoticamente stabile. Se cosi non fosse, difatti, la formula (7) perderebbe di validità. Una analisi grafica mediante il Luogo delle radici rivela come il sistema in esame e stabile a ciclo chiuso per ogni valore di K r. Dalla Figura 2 si osserva infatti come i due rami del luogo siano interamente contenuti nel semipiano sinistro. Il medesimo diagramma offre inoltre una valutazione delle caratteristiche dinamiche a ciclo chiuso al variare di K r. Si nota infatti come per valori elevati del guadagno del regolatore si abbiano a ciclo chiuso due poli complessi coniugati la cui parte immaginaria è via via più grande al crescere di K r. Ciò giustifica il diverso andamento transitorio dei tre grafici in Figura 3. (18) 7

8 Amplitude Im Re Figura 2 - Luogo delle radici del processo P(s) dell Esempio Step Response k r =2 k r =20 k r = Figura 3 - Evoluzione dell uscita nell Esempio 5 per tre diversi valori del guadagno del regolatore proporzionale Ritornando a considerare un generico sistema di controllo di tipo zero, ricaviamo con il medesimo approccio il valore a regime della variabile errore e(t)=y des (t)- La FdT tra il set-point e la variabile di errore è Quindi Applicando il teorema del valore finale: Time (sec) (19) (20) (21) 8

9 Poiché e(t)=y des (t)-, il risultato finale della equazione (21) si può anche ricavare più semplicemente a partire dalla (12), in accordo con i seguenti passaggi (22) Risposta a disturbi costanti (con set-point nullo) Ora analizziamo l uscita a regime del sistema in figura 1 sotto l ipotesi di disturbo costante, considerando temporaneamente il set-point nullo. Si ha per ipotesi (23) La FdT tra il disturbo e la variabile di uscita (quando il set-point è pari a zero) è (24) Quindi (25) Applicando il teorema del valore finale si ottiene (26) Sulla eq. (26) vanno fatte considerazioni differenti rispetto alla (12). Il valore a regime dell uscita in risposta ad un disturbo costante (e con set-point nullo) dipende separatamente dai guadagni, e non più soltanto dal loro prodotto. Come detto, da un sistema di controllo si desidera che l uscita riproduca il più fedelmente possibile il set-point operando la compensazione degli effetti del disturbo; quindi per quanto concerne il comportamento a regime a fronte di un disturbo si vorrebbe che Appare chiaro dalla (20) come la relazione (21) sia impossibile da ottenere, se non per valori infinitamente elevati del guadagno del regolatore. Anche nel contesto della reiezione dei disturbi, l incremento del guadagno del controllore si rileva lo strumento progettuale utile a garantire determinate specifiche (ad esempio, sulla attenuazione minima richiesta per il disturbo sull uscita) Come prima, si deve compiere una analisi preliminare basata sul luogo delle radici per comprendere se un guadagno in catena diretta troppo elevato può mandare in instabilità il sistema a ciclo chiuso, e per determinare eventualmente il valore del guadagno critico oltre il quale il sistema a ciclo chiuso viene destabilizzato. e (27) 9

10 Amplitude Esempio 5-continua Con riferimento al sistema di controllo dell esempio 5, si valuti la risposta a regime per un disturbo costante d(t)=d=5, con set-point nullo, in corrispondenza dei tre valori del guadagno del regolatore (K r =2, K r =20, K r =100). Applicando la relazione (20) si ha, per i tre casi: K r =2 (28) K r =20 (29) K r =100 (30) I grafici in Figura 4 confermano le (28)-(30) Step Response k r =2 k r =20 k r = Time (sec) Figura 4 - Evoluzione dell uscita nell esempio 5-cont per tre diversi valori del guadagno del regolatore Risposta al set-point e al disturbo costanti agenti simultaneamente Applicando il principio di sovrapposizione degli effetti si ricava immediatamente il valore di regime dell uscita quando nel sistema di controllo in Figura 1 agiscono, simultaneamente, un set-point costante y des (t)=y d ed un disturbo costante d(t)=d. Si ha infatti 10

11 (31) da cui si ricava, con procedura analoga a prima, il seguente valore di regime per l uscita nelle condizioni in esame (32) all aumentare di si realizza, con precisione progressivamente crescente, la relazione (33) Considerazioni aggiuntive Sono stati sinora considerati set-point e disturbi costanti. Va rimarcato come le considerazioni sviluppate valgano anche in casi più generali in cui set-point e disturbi siano tempo varianti ma tendano ad un valore costante per t tendente all infinito. Ciò può essere formalizzato come segue. Siano h 1 (t) ed h 2 (t) due funzioni qualunque tali che il limite per t tendente all infinito sia pari ad 1 per entrambe. Siano inoltre g 1 (t) e g 2 (t) due funzioni qualunque tali che il limite per t tendente all infinito sia pari a 0 per entrambe: (34) Si consideri il sistema di controllo in Figura 1 sotto l azione simultanea dei seguenti segnali di setpoint e disturbo E chiaro che, sulla base delle relazioni (34), i segnali in (35)- (36) sono tali che Si mostra facilmente a partire dalla (37) che il valore di regime dell uscita del sotto l azione simultanea dei segnali di set-point e disturbo (35) e (36) è ancora espresso dalla relazione (32). L evoluzione transitoria dell uscita può risultare, naturalmente, completamente differente rispetto alla applicazione di set-point e disturbi costanti, ma il valore di regime è comunque lo stesso. Per sistemi di controllo di tipo zero abbiamo visto quindi come le uniche grandezze che intervengono nella determinazione dei valori di regime siano il guadagno del processo ed il guadagno del regolatore. Ai fini della determinazione dei valori di regime delle grandezze di interesse (l uscita, o equivalentemente l errore e(t)) si può fare pertanto riferimento ad uno schema semplificato, riportato in Figura 5, in cui le parti dinamiche R (s) ed P (s) di controllore e processo vengono rimosse. Si presti attenzione al fatto che lo schema equivalente in Figura 5 vale solo se il sistema di controllo è di tipo zero, e, inoltre, si rimarca come l equivalenza tra gli schemi in figura 1 e 5 sussista soltanto con riferimento al comportamento a regime. Si rimarca anche (35) (36) (37) 11

12 come l analogia vale soltanto se il sistema completo in Figura 1 è asintoticamente stabile a ciclo chiuso. d(t) y des (t) e(t) K r u(t) K p Figura 5 - Schema equivalente per l analisi del comportamento a regime di sistemi di controllo di tipo zero La risposta di sistemi di controllo di tipo zero a set-point o disturbi a rampa è divergente a regime e in qualche modo instabile, e come tale non viene indagata. 2.2 Sistemi di controllo di tipo uno Lo schema in retroazione in Figura 1 viene detto di tipo 1 se nel regolatore, oppure nel processo, è presente un polo nell origine. I due casi sono equivalenti per quanto concerne la risposta al set point, ma conducono a comportamenti differenti per quanto concerne la risposta al disturbo, pertanto verranno trattati separatamente Sistemi di controllo di tipo uno con polo nel regolatore Se il sistema è di tipo uno, e se il polo nell origine è presente nel regolatore, è sempre possibile esprimere le FdT di processo e controllore nella forma seguente (38) (39) Per un set-point costante y des (t)=y d zero, si ha, e considerando il disturbo d(t) temporaneamente pari a (40) Si deve assumere, al solito, che la funzione di trasferimento a ciclo chiuso sia asintoticamente stabile. Applicando il Teorema del valore finale si può determinare a partire dalla (40) il valore di regime della uscita E stato ricavato nella (41) un risultato completamente differente rispetto ai sistemi di tipo zero e in particolare alla relazione (12). La relazione (41) mostrato come il valore di regime dell uscita (41) 12

13 coincida esattamente con il set-point indipendentemente dai valori del guadagno del regolatore e del processo. Per quanto riguarda la variabile errore e(t)=y des (t)- si ha, ovviamente: (42) (43 Per un disturbo costante d(t)=d, con set-point y des (t) assunto nullo, si ha (44) Applicando il Teorema del valore finale alla (44) si ottiene (45) La (45) ci mostra che un sistema di controllo di tipo 1 con il polo nel regolatore è in grado di operare la reiezione completa a regime di un disturbo costante. Il valore di regime dell uscita dovuta alla sola presenza del disturbo è pari a zero indipendentemente dall ampiezza D del disturbo e dai guadagni di regolatore e processo. Applicando il principio di sovrapposizione degli effetti si ricava il valore di regime dell uscita sotto l azione simultanea del set-point y des (t)=y d e del disturbo d(t)=d. Si ottiene: (46) Tale relazione stabilisce una importante proprietà di precisione statica robusta. La relazione (46) si conserva difatti indipendentemente dai guadagni, e dalla struttura dinamica, del regolatore e del processo. Essa è unicamente garantita dalla presenza del polo nell origine nel regolatore (e dalla stabilità a ciclo chiuso). E uno dei motivi della ampia diffusione dei regolatori PI. Vale naturalmente ancora quanto detto nella sez circa l applicazione dei set-point e disturbi tempo varianti (35) e (36) che tendano asintoticamente ai valori costanti e. La relazione (46) continua ad essere valida anche in questo caso. L intera trattazione perde di validità se il sistema a ciclo chiuso non è asintoticamente stabile. Esempio 6 Si consideri il sistema in Figura 1 con processo del secondo ordine asintoticamente stabile ed un regolatore integrale. Si valuti il valore dell uscita a regime in presenza di un set-point costante y des (t)=2 e di un disturbo tempovariante d(t)=10(1-e -t ) considerando i seguenti valori per il guadagno del regolatore integrale: K r =1, K r =5, K r =20, 13

14 Riscriviamo le FdT del processo e del regolatore in accordo con la decomposizone (38)-(39) (47) (48) La particolare espressione tempovariante del disturbo rende possibile l applicazione dei risultati conseguiti in precedenza (eq. (46)) in quanto d(t) tende asintoticamente al valore D=10. La relazione (39) si particolarizza a. Tale relazione è valida se K r =1 e se K r =5, ma non più quando K r =20, valore del guadagno in corrispondenza del quale il sistema a ciclo chiuso è instabile. La Figura 5a mostra lo schema simulink (file esempio6.mdl, v. pagina web del corso). I grafici ottenuti per i tre valori del guadagni sono mostrati nella Figura 5b. 10*(1-exp(-u)) Clock Fcn 2 Constant 1 s Integrator 20 Gain 2 conv([1 1],[1 4])(s) Scope Transfer Fcn Figura 5a - Modello Simulink del sistema dell esempio 6 con Kr= K r =1 K r =5 K r = Figura 5b - Uscita del sistema dell esempio 6 con Kr=1, Kr=5, Kr=20. 14

15 Il blocco Scope deve essere configurato (menu Parameters-Data History) come nella parte sinistra della Figura 5c. La simulazione deve essere lanciata tre volte di fila, inserendo il valore corrente di Kr=1, 5, o 20 nello schema, e scrivendo k1, k5 o k20 nella casella in Figura. Nella parte destra, il codice matlab per generare la figura 5b dopo che sono state effettuate le prove in sequenza t1=k1.time; y1=k1.signals.values; t5=k5.time; y5=k5.signals.values; t20=k20.time; y20=k20.signals.values; plot(t1,y1,t5,y5,t20,y20), axis([ ]) legend('k_r=1','k_r=5','k_r=20') Figura 5c - Scope Parameters e m-file per la realizzazione del grafico in Figura 5b Sistemi di controllo di tipo uno con polo nel processo Se il sistema è di tipo uno, e se il polo nell origine è presente nel processo, è sempre possibile esprimere le FdT di processo e controllore nella forma seguente (49) (50) Quando il disturbo è pari a zero, la risposta al set-point del sistema a ciclo chiuso in Figura 1 non dipende separatamente dalle FdT di regolatore e processo, ma solo dal loro prodotto, che per le due diverse tipologie di sistemi di controllo di tipo uno è equivalente. Infatti, sia considerando la decomposizione (38)-(39) che considerando la decomposizone alternativa (49)-(50) il prodotto delle due FdT è costante, e vale (51) Si ha quindi che la relazione (46) vale anche per i sistemi di tipo uno con polo nel processo. Con riferimento invece alla risposta al disturbo, le cose cambiano rispetto al caso precedente. Considerando un set-point nullo ed un disturbo costante si ha (52) 15

16 Applicando il Teorema del valore finale si può determinare a partire dalla (40) il valore di regime della uscita (53) Si può notare come in questa tipologia di sistemi di controllo di tipo uno l effetto del disturbo a regime è diverso da zero. Cosi come nei sistemi di tipo zero, tale effetto possa essere ridotto incrementando il guadagno del regolatore (senza eccedere nei valori che destabilizzano il sistema a ciclo chiuso). Tutti i sistemi fisici, per effetto delle inevitabili dinamiche non modellate, vengono destabilizzate da valori di guadagno troppo elevati. Una differenza tra i sistemi di tipo uno considerato ed i sistemi di tipo zero è che nei primi l errore a regime dovuto al disturbo (relazione (53)) dipende solo dal guadagno del regolatore, e non da quello del processo come invece avveniva nella precedente relazione (26) Sistemi di controllo di tipo uno con set-point a rampa Consideriamo il comportamento di un sistema di controllo di tipo uno avente la struttura in Figura 1, e soggetto ad un set-point a rampa e ad un disturbo posto pari a zero. Il sistema a ciclo chiuso con disturbo nullo può essere rappresentato dallo schema compatto in Figura 6 (54) y des (t) e(t) Figura 6 - Sistema di controllo di tipo 1 in assenza di disturbo L uscita del sistema a ciclo chiuso tenderà a divergere per t che tende ad infinito, poichè anche il set-point (54) tende a divergere asintotcamente. Si può facilmente verificare come per la TdL Y(s) risultante siano violate le condizioni di applicabilità del teorema del valore finale (v corollario 1). Considerando il set-point (54) e la sua TdL Si ha infatti che nel caso in esame (55) Pertanto (56) (57) 16

17 e poiché la FdT (57) possiede un polo a parte reale nulla risulta appunto la violata la condizione espressa nel corollario 1. Si deve quindi necessariamente analizzando la variabile di errore e(t)=y des (t)-, confidando che ammetta un limite finito e che il teorema del valore finale sia effettivamente applicabile. La FdT tra il set-point e l errore è (58) Si ha pertanto = (59) = (60) che è per ipotesi una FdT asintoticamente stabile. Quindi la variabile di errore e(t)=y des (t)- ammette un limite finito, ed il suo valore è il seguente Un tipico andamento per il set-point a rampa e per la relativa variabile di uscita in un sistema di controllo di tipo 1 è mostrato nella seguente Figura 7.1. La Figura 7.2 mostra l evoluzione della variabile di errore (61) Figura Set point a rampa e relativa variabile di uscita in un sistema di contollo di tipo 1 Figura Variabile di errore in un sistema di contollo di tipo 1 con set point a rampa Esempio 7 Si consideri il sistema di controllo in retroazione in Figura 8, con un processo del primo ordine asintoticamente stabile e un regolatore da progettare. d(t) y des (t) e(t) u(t) Figura 8 Sistema di controllo dell esempio 7 17

18 Le specifiche sono le seguenti - S1. Un set-point costante deve essere copiato a regime con un errore massimo dell 1% - S2. Un disturbo costante deve essere attenuato a regime in misura pari almeno al 99% Le specifiche sono compatibili con le prestazioni di un sistema di controllo di tipo zero. Quindi un semplice regolatore poroporzionale è in grado di soddisfare entrambe le specifiche. Una rapida analisi mediante LdR (v. Figura 9) indica come il sistema a ciclo chiuso resta stabile per quanlunqe valore, anche arbitrariamente grande, del guadagno. Im Re Figura 9 LdR del sistema in Figura 7 con un regolatore proporzionale Il polinomio caratteristico del sistema a ciclo chiuso con il regolatore proporzionale e (62) E pertanto il polo a ciclo chiuso assume il seguente valore in dipendenza dal guadagno L espressione (63) è in perfetto accordo con il LdR in Figura 9. Il sistema a ciclo chiuso è di fatto rappresentato dalle FdT set-point uscita e disturbo-uscita Si noti che entrambe le FdT (64) e (65) sono casi particolari della di una FdT elementare del tipo con i guadagni e la medesima costante di tempo Siamo in grado di prevedere accuratamente le traiettorie della uscita e della variabile di errore mettendo a frutto quanto visto a proposito della risposta al gradino dei sistemi elementari. La rapidità con la quale l uscita converge verso il valore di regime è pertanto analoga, sia a fronte del set-point che a fronte del disturbo. Schemi di controllo più sofisticati, non trattati nel presente corso, permettono di correggere selettivamente la velocità di estinzione dei transitori di risposta al set-point e di risposta al disturbo. (63) (64) (65) (66) (67) (68) 18

19 Al crescere di, come precedentemente dimostrato, si riduce, anche in presenza di un disturbo, la differenza tra l uscita a regime e il valore del set-point La specifica S1 è soddisfatta se si garantisce che Tale condizione è soddisfatta se che conduce alla seguente diseguaglianza su La specifica S2 è soddisfatta se si garantisce che che conduce alla seguente diseguaglianza su La diseguaglianza piu stringente è la (73), pertanto il problema di controllo oggetto del presente esempio 7 è soddisfatto da un regolatore proporzionale con guadagno. E consigliabile scegliere un valore incrementato di una certa percentuale per compensare possibili variazioni parametriche sfavorevoli. (69) (70) (71) (72) (73) Nota. Se il set-point, o il disturbo, variano in maniera sufficientemente lenta rispetto alle costanti di tempo piu lente delle FdT a ciclo chiuso, le proprietà di precisione statica e reiezione del disturbo continuano a essere qualitativamente soddisfatte. Per chiarire meglio questo aspetto, una lenta deriva del set-point in un sistema di controllo di tipo uno da luogo ad una corrispondente analoga deriva per l uscita, con un mantenimento, a regime, della seguente relazione anche a fronte di ampie, purché lente, escursioni del set-point, con un andamento qualitativo simile a quello riportato in Figura 10. (74) Figura 10 Traiettoria qualitativa di un sistema di controllo di tipo uno con set-point lentamente variabile. t 19

20 2.3 Sistemi di controllo di tipo due Nell ambito delle diverse possibili casistiche di sistemi di controllo di tipo due, analizziamo quella con maggior rilevanza pratica, che è quella in cui è presente un polo nell origine nel regolatore, ed un polo nell origine nel processo, secondo lo schema a blocchi in Figura 11 d(t) y des (t) e(t) u(t) Figura 11 Un sistema di controllo di tipo due Applicando il principio di sovrapposizione degli effetti e generalizzando al caso in esame le relazioni precedentemente sviluppate si mostra facilmente come il valore di regime dell uscita sotto l azione simultanea di un set-point costante y des (t)=y d e di un disturbo costante d(t)=d risulta essere pari al valore del set-point statica robusta (75) Si ha in sintesi la proprietà di precisione statica robusta (cosi come si aveva anche nei sistemi di controllo di tipo uno con il polo nel regolatore, cfr. sezione 2.2.1). La relazione (75) si conserva difatti indipendentemente dai guadagni, e dalla struttura dinamica, del regolatore e del processo. Essa è unicamente garantita dalla presenza del polo nell origine nel regolatore (e dalla stabilità a ciclo chiuso) Sistemi di controllo di tipo due con set-point e disturbi a rampa I sistemi di tipo due danno luogo ad un comportamento differente, rispetto a quelli di tipo uno, se si considera un set-point a rampa e ad un disturbo posto preliminarmente pari a zero. Il sistema a ciclo chiuso con disturbo nullo può essere rappresentato dallo schema compatto in Figura 12 (76) y des (t) e(t) Figura 12 - Sistema di controllo di tipo 2 in assenza di disturbo 20

21 L uscita del sistema a ciclo chiuso tenderà a divergere per t che tende ad infinito, poichè anche il set-point (76) tende a divergere asintotcamente. Analizziamo, come fatto in precedenza, il comportamento a regime della variabile di errore e(t)=y des (t)-. La FdT tra il set-point e l errore è (77) Si ha pertanto = (78) = (79) che ha per ipotesi tutti i poli a parte reale strettamente negativa. Quindi la variabile di errore e(t)=y des (t)- ammette un limite finito, ed il suo valore è il seguente L uscita pertanto si sincronizza esattamente (copia) a regime il set-point a rampa in accordo con le evoluzioni qualitative dell uscita e dell errore riportate nelle seguenti Figure 13.1 e 13.2 (80) Figura Set point a rampa e relativa variabile di uscita in un sistema di contollo di tipo 2 Figura Variabile di errore in un sistema di contollo di tipo 2 con set point a rampa Per quanto concerne il comportamento dell uscita in presenza di un disturbo a rampa (e un set-point assunto pari a zero) si mostra facilmente che (81) (82) 21

22 Applicando il Teorema del valore finale si può determinare a partire dalla (82) il valore di regime della uscita (83) L evoluzione temporale dell uscita in risposta al disturbo a rampa sara pertanto qualitativamente analoga a quella mostrata in Figura 14 t Figura 14 - Uscita di un sistema di tipo due con disturbo a rampa e set point nullo Il valore di regime dell uscita del sistema di tipo due in esame in presenza di un set-point costante e di un disturbo a rampa sarà valutabile con semplicità applicando il principio di sovrapposizione degli effetti alla luce delle relazioni (75) e (83) (84) (85) (86) 22

23 2.4 Tabelle riassuntive Nelle seguenti tabelle si riassumono i risultati delle analisi fin qui svolte con riferimento alla risposta al set-point ed al disturbo di sistemi di tipo 0, 1 e 2 (per set-point e disturbi costanti, a rampa, o parabolici), e si fornisce, nelle ultime righe e/o colonne delle Tabelle, anche qualche nuova relazione non precedentemente ricavata. Il segnale Errore è la differenza e(t)=y des (t)- tra il set-point e l uscita, cioè il segnale applicato in ingresso al regolatore R(s). Tabella riassuntiva Risposta al set-point (con disturbo nullo) Set-point Tipo 0 Tipo 1 Tipo 2 Costante Errore costante Errore 0 Errore 0 Rampa Errore infinito Errore costante Errore 0 Parabola Errore infinito Errore infinito Errore costante Tabella riassuntiva Risposta al disturbo (con set-point nullo) è il numero di poli nell origine presenti nel regolatore Set-point Costante Errore costante Errore 0 Errore 0 Rampa Errore infinito Errore costante Errore 0 Parabola Errore infinito Errore infinito Errore costante La simmetria alla base della struttura delle Tabelle e facilmente desumibile. Abbreviazioni FdT TdL LdR I/O SISO Funzione di trasferimento Trasformata di Laplace Luogo delle radici Ingresso-Uscita Single-Input-Single-Output 23

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale CONTROLLO IN RETROAZIONE

CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale CONTROLLO IN RETROAZIONE CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale CONTROLLO IN RETROAZIONE Ing. Luigi Biagiotti Tel. 5 29334 / 5 29368 e-mail: lbiagiotti@deis.unibo.it http://www-lar.deis.unibo.it/~lbiagiotti

Dettagli

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo:

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo: .5 Stabilità dei sistemi dinamici 9 Risulta: 3 ( s(s + 4).5 Stabilità dei sistemi dinamici Si è visto come un sistema fisico può essere descritto tramite equazioni differenziali o attraverso una funzione

Dettagli

Nome: Nr. Mat. Firma:

Nome: Nr. Mat. Firma: Controlli Automatici - A.A. 1/11 Ingegneria Gestionale 13 Settembre 11 - Esercizi Nome: Nr. Mat. Firma: Rispondere alle seguenti domande. a) Calcolare la trasformata di Laplace X(s) dei seguenti segnali

Dettagli

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L.

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010 Parte 3, 1 Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento Prof. Lorenzo Marconi DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093788 Email: lmarconi@deis.unibo.it URL:

Dettagli

Prova scritta di Controlli Automatici - Compito A

Prova scritta di Controlli Automatici - Compito A Prova scritta di Controlli Automatici - Compito A 21 Marzo 27 Domande a Risposta Multipla Per ognuna delle seguenti domande a risposta multipla, indicare quali sono le affermazioni vere. 1. Si consideri

Dettagli

Controllo di velocità angolare di un motore in CC

Controllo di velocità angolare di un motore in CC Controllo di velocità angolare di un motore in CC Descrizione generale Il processo è composto da un motore in corrente continua, un sistema di riduzione, una dinamo tachimetrica ed un sistema di visualizzazione.

Dettagli

ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE

ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale e della Integrazione di Impresa http://www.automazione.ingre.unimore.it/pages/corsi/controlliautomaticigestionale.htm ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO

Dettagli

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche:

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: 3. Specifiche dei Sistemi Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: nel dominio del tempo (tempo di salita, tempo di assestamento, sovraelongazione, ecc.); nel dominio della

Dettagli

Richiami: funzione di trasferimento e risposta al gradino

Richiami: funzione di trasferimento e risposta al gradino Richiami: funzione di trasferimento e risposta al gradino 1 Funzione di trasferimento La funzione di trasferimento di un sistema lineare è il rapporto di due polinomi della variabile complessa s. Essa

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Funzioni di trasferimento: stabilità, errore a regime e luogo delle radici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail:

Dettagli

Il luogo delle radici (ver. 1.0)

Il luogo delle radici (ver. 1.0) Il luogo delle radici (ver. 1.0) 1 Sia dato il sistema in retroazione riportato in Fig. 1.1. Il luogo delle radici è uno strumento mediante il quale è possibile valutare la posizione dei poli della funzione

Dettagli

SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO

SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO INGEGNERIA E TECNOLOGIE DEI SISTEMI DI CONTROLLO Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: secchi.cristian@unimore.it

Dettagli

Nome: Nr. Mat. Firma:

Nome: Nr. Mat. Firma: Fondamenti di Controlli Automatici - A.A. 7/8 4 Dicembre 7 - Esercizi Compito A Nr. Nome: Nr. Mat. Firma: a) Determinare la trasformata di Laplace X i (s) dei seguenti segnali temporali x i (t): x (t)

Dettagli

La trasformata Zeta. Marco Marcon

La trasformata Zeta. Marco Marcon La trasformata Zeta Marco Marcon ENS Trasformata zeta E l estensione nel caso discreto della trasformata di Laplace. Applicata all analisi dei sistemi LTI permette di scrivere in modo diretto la relazione

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Progetto di controllo e reti correttrici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 053 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1

Dettagli

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k Capitolo 4 Serie numeriche 4. Serie convergenti, divergenti, indeterminate Data una successione di numeri reali si chiama serie ad essa relativa il simbolo u +... + u +... u, u 2,..., u,..., (4.) oppure

Dettagli

Trasformate di Laplace

Trasformate di Laplace TdL 1 TdL 2 Trasformate di Laplace La trasformata di Laplace e un OPERATORE funzionale Importanza dei modelli dinamici Risolvere equazioni differenziali (lineari a coefficienti costanti) Tempo t Dominio

Dettagli

Una definizione di stabilità più completa di quella precedentemente introdotta fa riferimento ad una sollecitazione impulsiva.

Una definizione di stabilità più completa di quella precedentemente introdotta fa riferimento ad una sollecitazione impulsiva. 2. Stabilità Uno dei requisiti più importanti richiesti ad un sistema di controllo è la stabilità, ossia la capacita del. sistema di raggiungere un stato di equilibrio dopo la fase di regolazione. Per

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4

Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4 Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4 2 Aprile 26 Sia dato il sistema di controllo a controreazione di Fig. 1, in cui il processo ha funzione di trasferimento P (s) = 1 (1 +.1s)(1 +.1s).

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo

L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo CONTROLLORI PID PID L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo Può essere applicato ai più svariati ambiti, dal controllo di una portata di fluido alla regolazione

Dettagli

Intorni Fissato un punto sull' asse reale, si definisce intorno del punto, un intervallo aperto contenente e tutto contenuto in

Intorni Fissato un punto sull' asse reale, si definisce intorno del punto, un intervallo aperto contenente e tutto contenuto in Intorni Fissato un punto sull' asse reale, si definisce intorno del punto, un intervallo aperto contenente e tutto contenuto in Solitamente si fa riferimento ad intorni simmetrici =, + + Definizione: dato

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Risposte canoniche e sistemi elementari Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

Rappresentazione nello spazio degli stati

Rappresentazione nello spazio degli stati Chapter 1 Rappresentazione nello spazio degli stati La modellazione di un sistema lineare di ordine n, fornisce un insieme di equazioni differenziali che una volta trasformate nel dominio discreto, possono

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

SINTESI DEI SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO

SINTESI DEI SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO SINTESI DEI SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO Requisiti e specifiche Approcci alla sintesi Esempi di progetto Principali reti stabilizzatrici Illustrazioni dal Testo di Riferimento per gentile concessione

Dettagli

Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati

Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati Ingegneria dell'automazione Corso di Sistemi di Controllo Multivariabile - Prof. F. Amato Versione 2.2 Ottobre 2012

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

Tesina di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati

Tesina di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati Tesina di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati Ceccarelli Egidio e Papi Alessio 19 Luglio 2000 1 Indice 1 Introduzione 3 2 Valutazioni relative all identificazione 3 3 Prove 4 4 Conclusioni 5

Dettagli

CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA

CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/sistemicontrollo.html CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA Ing. Luigi Biagiotti e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it

Dettagli

Funzioni. Parte prima. Daniele Serra

Funzioni. Parte prima. Daniele Serra Funzioni Parte prima Daniele Serra Nota: questi appunti non sostituiscono in alcun modo le lezioni del prof. Favilli, né alcun libro di testo. Sono piuttosto da intendersi a integrazione di entrambi. 1

Dettagli

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione 2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M

Dettagli

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Automazione industriale dispense del corso 10. Reti di Petri: analisi strutturale Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Analisi strutturale Un alternativa all analisi esaustiva basata sul grafo di raggiungibilità,

Dettagli

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6 EQUAZIONI DIFFERENZIALI.. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x log t (d) x = e t x log x (e) y = y 5y+6 (f) y = ty +t t +y (g) y = y (h) xy = y (i) y y y = 0 (j) x = x (k)

Dettagli

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica. Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

Analisi di sospensioni attive e passive con Matlab-Simulink

Analisi di sospensioni attive e passive con Matlab-Simulink Analisi di sospensioni attive e passive con Matlab-Simulink Appunti di Controlli Automatici Versione 1.0 Ing. Alessandro Pisano Miglioramento del comfort Iniziamo analizzando una sospensione passiva. Riferiamoci

Dettagli

ESERCITAZIONE (7-11-13) Ing. Stefano Botelli

ESERCITAZIONE (7-11-13) Ing. Stefano Botelli FONDAMENTI di AUTOMATICA ESERCITAZIONE (7-11-13) Ing. Stefano Botelli NB in presenza di matrici 3x3 bisogna intuire che esiste un metodo risolutivo particolare perchè non verrà mai richiesto a lezione

Dettagli

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica (Gli esercizi sono suddivisi in base ai capitoli del testo di De Vincenti) CAPITOLO 3. IL MERCATO DEI BENI NEL MODELLO REDDITO-SPESA Esercizio.

Dettagli

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI INTEGRATORE E DERIVATORE REALI -Schemi elettrici: Integratore reale : C1 R2 vi (t) R1 vu (t) Derivatore reale : R2 vi (t) R1 C1 vu (t) Elenco componenti utilizzati : - 1 resistenza da 3,3kΩ - 1 resistenza

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Funzioni di trasferimento: robustezza e prestazioni Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it

Dettagli

Rette e curve, piani e superfici

Rette e curve, piani e superfici Rette e curve piani e superfici ) dicembre 2 Scopo di questo articolo è solo quello di proporre uno schema riepilogativo che metta in luce le caratteristiche essenziali delle equazioni di rette e curve

Dettagli

Considerazioni sulle specifiche.

Considerazioni sulle specifiche. # SINTESI PER TENTATIVI IN ω PER GLI ASSERVIMENTI # Considerazioni sulle specifiche. Come accennato in precedenza, prima di avviare la prima fase della sintesi di un sistema di asservimento, e cioe la

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

La funzione di risposta armonica

La funzione di risposta armonica 0.0. 3.1 1 La funzione di risposta armonica Se ad un sistema lineare stazionario asintoticamente stabile si applica in ingresso un segnale sinusoidale x(t) = sen ωt di pulsazione ω: x(t) = sin ωt (s) =

Dettagli

Anno 4 Grafico di funzione

Anno 4 Grafico di funzione Anno 4 Grafico di funzione Introduzione In questa lezione impareremo a disegnare il grafico di una funzione reale. Per fare ciò è necessario studiare alcune caratteristiche salienti della funzione che

Dettagli

Fondamenti di Automatica. Unità 2 Calcolo del movimento di sistemi dinamici LTI

Fondamenti di Automatica. Unità 2 Calcolo del movimento di sistemi dinamici LTI Fondamenti di Automatica Unità 2 Calcolo del movimento di sistemi dinamici LTI Calcolo del movimento di sistemi dinamici LTI Soluzione delle equazioni di stato per sistemi dinamici LTI a tempo continuo

Dettagli

Funzioni di trasferimento. Lezione 14 2

Funzioni di trasferimento. Lezione 14 2 Lezione 14 1 Funzioni di trasferimento Lezione 14 2 Introduzione Lezione 14 3 Cosa c è nell Unità 4 In questa sezione si affronteranno: Introduzione Uso dei decibel e delle scale logaritmiche Diagrammi

Dettagli

Matematica e Statistica

Matematica e Statistica Matematica e Statistica Prova d esame (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie - A.A. 0/3 Matematica e Statistica Prova di MATEMATICA (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie

Dettagli

Controllori PID, metodi di taratura e problemi d implementazione

Controllori PID, metodi di taratura e problemi d implementazione Controllori PID, metodi di taratura e problemi d implementazione Prof. Luigi Glielmo Università del Sannio L. Glielmo 1 / 23 Contenuto della presentazione Controllori PID Metodi di taratura in anello aperto

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

CORSO di AUTOMAZIONE INDUSTRIALE

CORSO di AUTOMAZIONE INDUSTRIALE CORSO di AUTOMAZIONE INDUSTRIALE (cod. 8469) APPELLO del 10 Novembre 2010 Prof. Emanuele Carpanzano Soluzioni Esercizio 1 (Domande generali) 1.a) Controllo Modulante Tracciare qualitativamente la risposta

Dettagli

Introduzione. Margine di ampiezza... 2 Margine di fase... 5 Osservazione... 6 Margini di stabilità e diagrammi di Bode... 6

Introduzione. Margine di ampiezza... 2 Margine di fase... 5 Osservazione... 6 Margini di stabilità e diagrammi di Bode... 6 ppunti di Controlli utomatici Capitolo 7 parte II Margini di stabilità Introduzione... Margine di ampiezza... Margine di fase... 5 Osservazione... 6 Margini di stabilità e diagrammi di ode... 6 Introduzione

Dettagli

Richiami di teoria della domanda di moneta

Richiami di teoria della domanda di moneta Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale

Dettagli

LA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO

LA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO LA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO Può essere espressa sia nel dominio della s che nel dominio della j Definizione nel dominio della s. è riferita ai soli sistemi con un ingresso ed un uscita 2. ha per oggetto

Dettagli

SERIE NUMERICHE. prof. Antonio Greco 6-11-2013

SERIE NUMERICHE. prof. Antonio Greco 6-11-2013 SERIE NUMERICHE prof. Antonio Greco 6--203 Indice Motivazioni........... 3 Definizione........... 3 Errore tipico........... 3 Un osservazione utile...... 3 Condizione necessaria...... 4 Serie armonica.........

Dettagli

analisi di sistemi retroazionati (2)

analisi di sistemi retroazionati (2) : analisi di sistemi retroazionati (2) Marco Lovera Dipartimento di Elettronica e Informazione Politecnico di Milano lovera@elet.polimi.it Indice Piccolo guadagno Stabilita ingresso-uscita Guadagno L 2

Dettagli

Fondamenti di Automatica - I Parte Il progetto del controllore

Fondamenti di Automatica - I Parte Il progetto del controllore Fondamenti di Automatica - I Parte Il progetto del controllore Antonio Bicchi, Giordano Greco Università di Pisa 1 INDICE 2 Indice 1 Introduzione 3 2 Approssimazioni della f.d.t. in anello chiuso 5 3 Metodi

Dettagli

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo Logica Numerica Approfondimento E. Barbuto Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore Il concetto di multiplo e di divisore Considerato un numero intero n, se esso viene moltiplicato per un numero

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0 LEZIONE 23 231 Diagonalizzazione di matrici Abbiamo visto nella precedente lezione che, in generale, non è immediato che, data una matrice A k n,n con k = R, C, esista sempre una base costituita da suoi

Dettagli

Orlando Allocca Regolatori standard

Orlando Allocca Regolatori standard A09 159 Orlando Allocca Regolatori standard Copyright MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-4882-7

Dettagli

Teoria delle code. Sistemi stazionari: M/M/1 M/M/1/K M/M/S

Teoria delle code. Sistemi stazionari: M/M/1 M/M/1/K M/M/S Teoria delle code Sistemi stazionari: M/M/1 M/M/1/K M/M/S Fabio Giammarinaro 04/03/2008 Sommario INTRODUZIONE... 3 Formule generali di e... 3 Leggi di Little... 3 Cosa cerchiamo... 3 Legame tra N e le

Dettagli

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria).

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Aprile 20 Indice Serie numeriche. Serie convergenti, divergenti, indeterminate.....................

Dettagli

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio

Dettagli

Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore.

Capitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. Capitolo II La forma del valore 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. I beni nascono come valori d uso: nel loro divenire merci acquisiscono anche un valore (di scambio).

Dettagli

Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA

Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA Capitolo 1 ANALISI COMPLESSA 1 1.4 Serie in campo complesso 1.4.1 Serie di potenze Una serie di potenze è una serie del tipo a k (z z 0 ) k. Per le serie di potenze in campo complesso valgono teoremi analoghi

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t)

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t) CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti 1. Determinare lim M(sin) (M(t) denota la mantissa di t) kπ/ al variare di k in Z. Ove tale limite non esista, discutere l esistenza dei limiti laterali. Identificare

Dettagli

1. Scopo dell esperienza.

1. Scopo dell esperienza. 1. Scopo dell esperienza. Lo scopo di questa esperienza è ricavare la misura di tre resistenze il 4 cui ordine di grandezza varia tra i 10 e 10 Ohm utilizzando il metodo olt- Amperometrico. Tale misura

Dettagli

Esempi di funzione. Scheda Tre

Esempi di funzione. Scheda Tre Scheda Tre Funzioni Consideriamo una legge f che associa ad un elemento di un insieme X al più un elemento di un insieme Y; diciamo che f è una funzione, X è l insieme di partenza e X l insieme di arrivo.

Dettagli

Capitolo. La funzione di trasferimento. 2.1 Funzione di trasferimento di un sistema. 2.2 L-trasformazione dei componenti R - L - C

Capitolo. La funzione di trasferimento. 2.1 Funzione di trasferimento di un sistema. 2.2 L-trasformazione dei componenti R - L - C Capitolo La funzione di trasferimento. Funzione di trasferimento di un sistema.. L-trasformazione dei componenti R - L - C. Determinazione delle f.d.t. di circuiti elettrici..3 Risposta al gradino . Funzione

Dettagli

Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Mattei

Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Mattei Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Mattei Specializzazione di Elettronica ed Elettrotecnica URBINO Corso di Sistemi Automatici Elettronici ESERCITAZIONE TRASFORMATA DI LAPLACE Circuiti del primo

Dettagli

LEZIONE 7. Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2. 2, x3 +2x +3.

LEZIONE 7. Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2. 2, x3 +2x +3. 7 LEZIONE 7 Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x 3 3 + x2 2 6x, x3 +2x 2 6x, 3x + x2 2, x3 +2x +3. Le derivate sono rispettivamente,

Dettagli

OUT. Domande per Terza prova di Sistemi. Disegnare la struttura generale di un sistema di controllo. retroazionato. (schema a blocchi)

OUT. Domande per Terza prova di Sistemi. Disegnare la struttura generale di un sistema di controllo. retroazionato. (schema a blocchi) Domande per Terza prova di Sistemi Disegnare la struttura generale di un sistema di controllo retroazionato. (schema a blocchi) IN Amp. di Potenza Organo di Regolazione OUT ( ) Regolatore Attuatore Sistema

Dettagli

E1. IMPLEMENTAZIONE in MATLAB-SIMULINK del MODELLO e del CONTROLLO di un MOTORE ELETTRICO a CORRENTE CONTINUA

E1. IMPLEMENTAZIONE in MATLAB-SIMULINK del MODELLO e del CONTROLLO di un MOTORE ELETTRICO a CORRENTE CONTINUA E1. IMPLEMENTAZIONE in MATLAB-SIMULINK del MODELLO e del CONTOLLO di un MOTOE ELETTICO a COENTE CONTINUA 1. EQUAZIONI DEL MODELLO Equazioni nel dominio del tempo descrittive del Modello elettromagnetico

Dettagli

Modellistica e controllo dei motori in corrente continua

Modellistica e controllo dei motori in corrente continua Modellistica e controllo dei motori in corrente continua Note per le lezioni del corso di Controlli Automatici A.A. 2008/09 Prof.ssa Maria Elena Valcher 1 Modellistica Un motore in corrente continua si

Dettagli

LA FUNZIONE INTEGRALE

LA FUNZIONE INTEGRALE LA FUNZIONE INTEGRALE MAGLIOCURIOSO & CAMILLO magliocurioso@hotmail.it Sommario. In questa breve dispensa ho semplicementrascritto in L A TEX il contenuto di questa discussione: http://www.matematicamente.it/forum/

Dettagli

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare Cap.4 giroscopio, magnetismo e forza di Lorentz teoria del giroscopio Abbiamo finora preso in considerazione le condizionidi equilibrio

Dettagli

Rappresentazione grafica di un sistema retroazionato

Rappresentazione grafica di un sistema retroazionato appresentazione grafica di un sistema retroazionato La f.d.t. di un.o. ha generalmente alcune decine di poli Il costruttore compensa il dispositivo in maniera da dotarlo di un singolo polo (polo dominante).

Dettagli

CORSO DI ORDINAMENTO. Tema di: SISTEMI, AUTOMAZIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

CORSO DI ORDINAMENTO. Tema di: SISTEMI, AUTOMAZIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE Sessione ordinaria 211 Seconda prova scritta M48 - ESAME DI STATO DI ISTITUTO PROFESSIONALE ORSO DI ORDINAMENTO Indirizzo: TENIO DELLE INDUSTRIE ELETTRIHE Tema di: SISTEMI, AUTOMAZIONE E ORANIZZAZIONE

Dettagli

Analisi Complessa. Prova intermedia del 7 novembre 2002 - Soluzioni. (z 11 1) 11 1 = 0.

Analisi Complessa. Prova intermedia del 7 novembre 2002 - Soluzioni. (z 11 1) 11 1 = 0. Analisi Complessa Prova intermedia del 7 novembre 2002 - Soluzioni Esercizio. Si consideri l equazione z 0. Quante soluzioni distinte esistono in C? Quante di esse sono contenute all interno del disco

Dettagli

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE Funzione: legge che ad ogni elemento di un insieme D (Dominio) tale che D R, fa corrispondere un elemento y R ( R = Codominio ). f : D R : f () = y ; La funzione f(): A

Dettagli

Prestazioni dei sistemi in retroazione

Prestazioni dei sistemi in retroazione Prestazioni dei sistemi in retroazione (ver..2). Sensitività e sensitività complementare Sia dato il sistema in retroazione riportato in Fig... Vogliamo determinare quanto è sensibile il sistema in anello

Dettagli

SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 TEMA DI MATEMATICA ESAME DI STATO 2015

SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 TEMA DI MATEMATICA ESAME DI STATO 2015 SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 TEMA DI MATEMATICA ESAME DI STATO 015 1. Indicando con i minuti di conversazione effettuati nel mese considerato, la spesa totale mensile in euro è espressa dalla funzione f()

Dettagli

Elettronica e Telecomunicazioni Classe Quinta. La trasformata di Laplace

Elettronica e Telecomunicazioni Classe Quinta. La trasformata di Laplace Elettronica e Telecomunicazioni Classe Quinta La trasformata di Laplace ELETTRONICA E TELECOMUNICAZIONI CLASSE QUINTA A INFORMATICA INDICE Segnali canonici Trasformata di Laplace Teoremi sulla trasformata

Dettagli

La f(x) dovrà rimanere all interno di questo intorno quando la x è all interno di un intorno di x 0, cioè I(x 0 ), cioè:

La f(x) dovrà rimanere all interno di questo intorno quando la x è all interno di un intorno di x 0, cioè I(x 0 ), cioè: 1 Limiti Roberto Petroni, 2011 Possiamo introdurre intuitivamente il concetto di limite dicendo che quanto più la x si avvicina ad un dato valore x 0 tanto più la f(x) si avvicina ad un valore l detto

Dettagli

TRANSITORI BJT visto dal basso

TRANSITORI BJT visto dal basso TRANSITORI BJT visto dal basso Il transistore BJT viene indicato con il simbolo in alto a sinistra, mentre nella figura a destra abbiamo riportato la vista dal basso e laterale di un dispositivo reale.

Dettagli

REGOLATORI STANDARD PID

REGOLATORI STANDARD PID SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/sistemicontrollo.html Regolatore Proporzionale, Integrale, Derivativo - PID Tre azioni di combinate

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

PROBLEMI TRADIZIONALI SIMULAZIONE DELLA PROVA DI MATEMATICA

PROBLEMI TRADIZIONALI SIMULAZIONE DELLA PROVA DI MATEMATICA Simulazione 01/15 ANNO SCOLASTICO 01/15 PROBLEMI TRADIZIONALI SIMULAZIONE DELLA PROVA DI MATEMATICA DELL ESAME DI STATO PER IL LICEO SCIENTIFICO Il candidato risolva uno dei due problemi Problema 1 Nella

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli