OSSERVARE LA COMUNICAZIONE E VALUTARE LA SOFFERENZA

Documenti analoghi
IL LUTTO E IL VISSUTO DI PERDITA IN CURE PALLIATIVE: nuovi criteri diagnostici e nuove prospettive di presa in carico

L'INTERVENTO PSICOLOGICO NEL TEMPO DEL LUTTO:

Il lutto in Cure Palliative: i criteri diagnostici per costruire una diagnosi

Lo spazio della relazione in cure palliative L equipe di fronte ai bisogni relazionali delle famiglie

Tavola Rotonda. L Oncoematologia pediatrica tra vincoli e possibilità

LONG-TERM CARE TWO Edizione 2017 degli Stati Generali dell Assistenza a lungo termine

LONG-TERM CARE TWO Edizione 2017 degli Stati Generali dell Assistenza a lungo termine

L incontro con il paziente oncologico

Fondazione Floriani - Gruppo Geode SCHEDA BPS. Screening - Osservazione - Analisi del Bisogno PsicoSociale

La presenza di bambini e ragazzi: parlare di malattia e di inguaribilità. Come proteggere nel comunicare. Prof.ssa Pia Massaglia

La presenza di bambini e ragazzi: parlare di malattia e di inguaribilità. Come proteggere nel comunicare. Prof.ssa Pia Massaglia

Il processo terapeutico in cure palliative: le risorse di un contesto

CONTENUTI SPECIFICI PSICOLOGO SPECIALISTA

[Tugnoli, 2016] IL COLLOQUIO CON I FAMILIARI

Il ruolo dell infermiere nelle cure palliative in nefrologia. Paola Chiappini U.O Nefrologia e Dialisi A.U.S.L. Piacenza

L'accompagnamento al fine vita: ruolo

CONTENUTI MINIMI COMUNI per l addestramento teorico-pratico del NEO-INSERITO NUOVO ASSUNTO

NARRAZIONE E LETTERATURA IN PEDIATRIA

Competenze Relazionali dell équipe e intervento psicologico in cure palliative: le due Domande Sorprendenti

IL MALATO OGGI: LE SFIDE DELLA BIOETICA

Una questione di integrazione: la responsabilità formativa dello psicologo e le competenze relazionali dell equipe

CORSO DI FORMAZIONE A DISTANZA Modulo 7 - L empatia con la donna Aspetti più rilevanti F. PELLEGRINO, Salerno

Dalla ambivalenza dello psicologo in Hospice alla presa in carico psicologica. Le riflessioni del Gruppo Geode

LA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA COME OCCASIONE PER UN CAMBIAMENTO NEGLI STILI DI VITA

Il valore del tempo nell anziano. Mons. Renzo Pegoraro Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita 12 settembre 2108

I GRANDI TABÙ NELL ACCOMPAGNAMENTO DELLE PERSONE ANZIANE

Aspetti sociali del fine vita

Chiara Bignamini. HPG 23 - Psicologia Clinica Bergamo, 7 giugno 2013

ESSERE INFERMIERA IN HOSPICE. Corso di formazione Donatella Piazza San Vito al T. 24 marzo 2015

CONTENUTI COMUNI per i PROFESSIONISTI che operano nella RETE DELLE CURE PALLIATIVE DELL ADULTO

Il ruolo dello psicologo nella riunione d èquipe

COMUNICARE LA DIAGNOSI ALL INTERNO DEI PROGRAMMI DI SCREENING DELLA REGIONE PIEMONTE: STRATEGIE RELAZIONALI PER AFFRONTARE LE CRITICITÁ

la relazione terapeutica in RSA

?Che cosa accade quando nella scuola si costituisce un ACS. ?Ma perché insieme è meglio che da soli ALUNNO SOCIO APPRENDIMENTI ATTIVITÀ ALUNNO

Corso Integrato Scienze Umane - Medical Humanities

LEGGERE AI BAMBINI IN OSPEDALE: DALL INTRATTENIMENTO AL PRENDERSI CURA.

INCONTRI DI EDUCAZIONE

Dal Curare al Prendersi Cura

Dott.ssa Enrica Locati, psicologa INCONTRI RIVOLTI ALLE EDUCATRICI

CONTENUTI SPECIFICI PSICOLOGO SPECIALISTA

IL METODO CLINICO. (Tugnoli, 2013)

GENITORI POSSIBILI : ITINERARI TERAPEUTICI TRA ATTACCAMENTO E DIPENDENZA

Trasformare le assenze. La formazione dell U nità di C risi come risorsa nei vissuti di lutto naturale e traumatico della comunità scolastica

I DISTURBI PSICOSOMATICI IN ETA EVOLUTIVA Studio clinico

CORSO DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI FAMILIARI DEL COMUNE DI SESTO SAN GIOVANNI

Percorsi Decisionali per la gestione del bambino e dell adolescente

Proposta di formazione "La sedazione nella SLA" per Hospice di Bitonto. Luglio 2018

CORSO DI FORMAZIONE PER ASSISTENTI FAMILIARI DEL COMUNE DI SESTO SAN GIOVANNI

aspetti teorici, di ricerca e di assistenza

PERCORSO FORMATIVO AFFETTIVITA E SESSUALITÀ DELLE PERSONE DISABILI E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA'

Esperienze di narrazione con i figli

Corso Integrato SCIENZE UMANE

COMUNICAZIONE:IL FILO CHE CI COLLEGA AL MONDO LA COMUNICAZIONE

31 Congresso Nazionale ANIARTI. Davide Bove. Riva del Garda,

Le attività dello psicologo in cure palliative

Il professionista sanitario impegnato in ambito vaccinale: aspetti comunicativo-relazionali

UN NUOVO MODELLO UMANISTICO ESISTENZIALE PER LA MEDICINA PSICOSOMATICA

LA FAMIGLIA, IL PADRE E LA MADRE NELL EDUCAZIONE DEI FIGLI.

MODELLO CURE PALLIATIVE ZONA ELBA

Il ruolo del volontario

Aspetti psicologici del dolore

11 Corso (aula 1): Prima esercitazione sulla movimentazione di un Paziente non autosufficiente

CASO CHIARA UNA PROSPETTIVA PSICOANALITICA

La famiglia nelle cure domiciliari. Maria Borsari Responsabile Ufficio Infermieristico Distretti Modena e Castelfranco E.

Erika Pietrolongo Psicologa-psicoterapeuta

Guida al Sant Andrea Hospice

Giornata Studio Medicina Narrativa in Oncologia. Appunti di viaggio. Struttura Complessa di Oncologia Medica ASL 10 Firenze

Competenze infermieristiche in Cure Palliative

CONTENUTI COMUNI per i PROFESSIONISTI che operano nella RETE DELLE CURE PALLIATIVE DELL ADULTO

LA VALUTAZIONE PSICOSOCIOEDUCATIVA

O Territorio: 23 comuni. O 540 pz oncologici seguiti nel O Equipe

«PRONTI E VIA!» mondo del lavoro

Trasformare le assenze. La formazione dell Unità di Crisi come risorsa nei vissuti di lutto naturale e traumatico della comunità scolastica

Condotte giovanili a rischio e autolesionismo OMCeO Monza Brianza 8 febbraio 2018

SCIENZE UMANE MODULO DI PSICOLOGIA LEZIONE 4 26/10/15. (Tugnoli, 2015)

L IMPATTO SOCIALE della GRAVE DISABILITA in ETA EVOLUTIVA

L Anziano un utente che cambia: nuovo approccio terapeutico/assistenziale per casi ad alta complessità sanitaria in residenzialità e/o a domicilio

Corso Integrato SCIENZE UMANE

Fibromialgia: casi clinici

Curricolo Verticale Scuola dell Infanzia - Istituto Comprensivo Statale Via Libertà San Donato Milanese (MI) TRE ANNI

Dall Albero genealogico al Genogramma

INTRODUZIONE. Provincia di Bergamo Settore Affari Generali e Politiche Sociali

La Continuità Assistenziale nelle Cure Palliative

Stresa, 1 Ottobre 2015 Il GIC quale strumento di appropriatezza clinico-assistenziale: il ruolo dell Infermiere

PSICOLOGIA GENERALE. 1 Università degli Studi dell Insubria - Psicologia Generale Docente: F. Carini

LA RELAZIONE EDUCATIVA. Progetto Mentor 17 novembre 2014 Dott.ssa Arianna Zanetti

Focus group 1. Ruolo degli infermieri e human caring

Importanza della relazione

INDICE. Fase sociale, presentazione laterale e linee guida del primo incontro (Marco Vannotti) 33

Capacità di trasformare un esperienza dolorosa o stressante in un apprendimento.

Le difficoltà emergenti nel contesto scolastico. Tra apprendimenti ed emozioni. dott. Michele Borghetto dott.ssa Sonia Bortolot dott.

L obiettivo. Facilitare. Non è convincere. La comunicazione per una scelta consapevole

Dai colloqui con due mamme portatrici di Esostosi sono emersi, relativamente alla malattia, alcuni importanti temi psicologici:

Sofferenza cronica Cosa significa?

Il Percorso del Paziente Oncologico Anziano Il parere del Palliativista

L AIUTO AI GENITORI DELLE CLASSI PRIME. Dr.ssa Laura Poggi Dott.ssa Orietta Mocci Psicologhe Sert Dipartimento Dipendenze ASL 4

Consultori Privati Accreditati di Treviglio e Caravaggio

Centro Diurno di Aprilia. Un esperienza riabilitativa

Trasformare le assenze. La formazione dell Unità di Crisi come risorsa nei vissuti di lutto naturale e traumatico della comunità scolastica

Dipartimento per la Salute Mentale A.O. Mellino Mellini Chiari (BS) Cosa stiamo facendo

Transcript:

OSSERVARE LA COMUNICAZIONE E VALUTARE LA SOFFERENZA Dott.ssa Giada Bartocetti Psicologa Psicoterapeuta Associazione Il Mantello Mariano Comense (CO)

Osservare la comunicazione e valutare la sofferenza come spazio relazionale di tutta l equipe, non solo pertinenza dello psicologo. Obiettivo CLINICO: percorso di consapevolezza, processo decisionale.

OSSERVARE LA COMUNICAZIONE tra equipe e pazienti/familiari Dall informazione alla comunicazione Saper porre domande Saper parlare della perdita Riconoscere l emotivo proprio e altrui

OSSERVARE LA COMUNICAZIONE all interno delle famiglie Difficoltà a stare nella conversazione se si parla di malattia e morte Comunicazione non verbale Differenze rilevanti nel racconto della storia familiare Modalità comunicative e relazionali che ostacolano la costruzione di un rapporto funzionale all assistenza

Lo specifico dello psicologo Costruzione di nuovi significati individuali o familiari, favorendo la comunicazione tra pazienti e familiari per integrare il vissuto di perdita nel proprio universo semantico

VALUTARE LA SOFFERENZA La sofferenza è alterazione temporale, rottura del filo narrativo dell esistenza (P. Ricoeur) Riguarda il rapporto con sé, con gli altri, con il senso

VALUTARE LA SOFFERENZA I due assi ASSE SÉ - ALTRI Crisi d identità Crisi d alterità ASSE AGIRE - PATIRE Diminuita capacità d azione, in cui c è pur sempre una tensione a sopportare

VALUTARE LA SOFFERENZA Il tempo del soffrire LA SOFFERENZA INTERROGA Fino a quando? Perché io? Perché il mio caro? LA SOFFERENZA CHIAMA La sofferenza espressa dal lamento è un invocazione all altro richiesta di senso soffrire-con

VALUTARE LA SOFFERENZA Le domande strategiche Qual è il suo dolore? Qual è secondo lei il dolore del suo caro? Per che cosa soffre? Il dolore ha molte facce e quindi altrettanti significati

VALUTARE LA SOFFERENZA Lo sguardo dell equipe Di quale sofferenza mi devo occupare? Quale sofferenza devo osservare e riferire? Normale reazione alla perdita o impasse nell adattamento a malattia e morte?

SOFFERENZA NORMALE Rispetto a: - Storia personale, familiare e vissuto che conosco - Evento clinico - Momento/situazione assistenziale - Cambiamento clinico di cure Dolore proporzionato alla perdita Il dolore che vedo non mi stupisce

GRAZIELLA, 55 anni, figlia della pz domiciliare Maria Secondogenita di tre figli. Identità familiare rappresentata dal negozio creato e dominato dalla madre, da cui però Graziella era riuscita a differenziarsi. OSSERVAZIONE DELL EQUIPE Bisogno di rinarrare e rinarrarsi il legame con la madre e il significato del proprio processo di separazioneindividuazione. PRESA IN CARICO PSICOLOGICA Non è necessaria. Attivazione delle competenze relazionali dell equipe.

SOFFERENZA ELEVATA Elevata intensità e persistenza della reazione emotiva nel tempo Dolore NON proporzionato alla perdita Il dolore che vedo mi interroga

GIULIO, 50 anni, figlio della pz domiciliare Ada Secondogenito di tre figli, abbandonato dal padre in età infantile, madre principale confidente e complice nel suo percorso di vita (omosessualità, AIDS) OSSERVAZIONE DELL EQUIPE Elevato bisogno di controllo: accudimento eccessivamente meticoloso, estrema fatica a delegare, insonnia. PRESA IN CARICO PSICOLOGICA Rilettura del bisogno di controllo come modo per tenere a bada l angoscia di perdita. Attraversare il dolore per integrare il significato del legame con la madre.

SOFFERENZA PREOCCUPANTE Rischio che la sofferenza possa evolvere in modo disfunzionale Dolore NON proporzionato alla perdita Il dolore che vedo mi allarma

ROBERTA, 37 anni, figlia della pz Hospice Laura Primogenita, sorella deceduta. Dipendenza affettiva dalla madre. OSSERVAZIONE DELL EQUIPE Negazione persistente e spostamento su area illusionale. PRESA IN CARICO PSICOLOGICA Perdita della madre = perdita di sé. Graduale contatto con le sue emozioni e creazione delle premesse per una presa in carico nel tempo del lutto.

IL RUOLO DELLO PSICOLOGO FAVORIRE L ATTIVAZIONE DELLE COMPETENZE RELAZIONALI DEGLI OPERATORI FORNIRE ALL EQUIPE STRUMENTI PER INDIVIDUARE I BISOGNI PSICOLOGICI Restituzioni che non saturano, ma aprono, pongono domande, stimolano l equipe a proseguire la relazione

LO SPAZIO RELAZIONALE DELL EQUIPE Lo sguardo clinico e assistenziale entra nello spazio dell altro e diventa co-costruttore del suo mondo. Spazio condiviso in cui mantenere la memoria significa non perdere l identità. Raccontarsi, entrare in relazione, percepire di essere importanti per gli altri permettono la continuità tra io che ero, io che sono, io che sarò.

NON C È UN IO SENZA UN TU (M. Buber) La narrazione dà forma al disordine dell esperienza e permette di costruire un senso se avviene nella reciprocità La categoria dell IDENTITÀ postula come necessario l ALTRO

Se si vuole essere di aiuto a chi, lambito dalla malattia, avverta in sé la presenza di una dolorosa condizione di fragilità, di indifesa rassegnazione alla malattia e all angoscia della morte che ad essa si accompagna, è necessario ancora una volta ascoltare le parole inespresse del dolore e della solitudine, del silenzio e della fatica di vivere, che fanno parte di ogni umana esperienza di fragilità. (Eugenio Borgna)