il cannocchiale dello storico: miti e ideologie / 7 Collana diretta da Achille Olivieri A11 488
Achille Olivieri Dalla pazia di Erasmo alle figure di Galileo uno sguardo sul lungo rinascimento
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Indice 7 Introduzione 11 1. Pazia e civiltà: il viaggio di Giosafat Barbaro verso la Tana 31 2. Gli homini maledicti : XV e XVI secolo 45 3. Le acque, la natura, la melanconia : Leonardo e Montaigne 59 4. Il soldato di ventura e la società italiana del Rinascimento. L ironia di Erasmo 81 5. Movimenti religiosi, emblemi: intersezioni a Ghedi nel Cinquecento 95 6. L ironia come scoperta del mondo : Pietro Aretino 115 7. Historia, mitologie: Guido Casoni Appendice 143 8. Galileo e le mutazioni di figure 165 9. Per lo commune utile : le virtù del cristiano ideale in Antonio Pagani 195 10. Prospero Alpini, Galileo Galilei: la ricerca delle nuove geografie del sapere 5
6 Dalla pazia di Erasmo alle figure di Galileo 217 11. Congetturare sul Secolo corrente 239 12. L Encyclopédie e la medicina methodica: Prospero Alpini e de Jaucourt (1765) 249 Conclusione 251 Apparato iconografico 267 Indice dei nomi 273 Indice dei nomi e dei luoghi
Introduzione Pietro Bembo nelle Rerum venetarum historiae libri XII 1 si era lungamente attardato ad approfondire il ruolo dell erudizione, oltre che della historia per interpretare le vicende degli stati e la formazione dei grandi imperi, quindi non solo di Venezia. Il tema degli imperi non solo della loro formazione ma anche del loro potenziamento era stato il problema che aveva avvicinato inserendolo nella trama delle scoperte oceaniche: di fronte gli antichi imperi dell Europa e del Mediterraneo erano all improvviso comparse le Isole Fortunate, Cuba, e le grandi culture americane. Questo singolare arricchimento imperiale dell Europa Pietro Bembo l aveva collocato all insegna della novità: nelle sue pagine il novus tempo degli imperi e del Mediterraneo e di Venezia si era aperto. Le considerazioni di Pietro Bembo possono essere riprese e collocate come uno sfondo avvincente ai temi che nelle presenti pagine sono stati ripresi; ed in particolare il tentativo di rivedere quelli che sono gli elementi culturali che preparano l Elogio della pazzia di Erasmo. Il tema della pazzia e delle società dove i matti sono comparsi per tracciare una linea di differenziazione dalle società che li esprimono, costituisce un problema che la cultura mercantile della seconda metà del Quattrocento a Venezia, aveva avvicinato. Il tema della pazzia pertanto prima di Erasmo era costituito da questa trama che si rivela ben presto fiorente per interpretare gli sviluppi era- 1. Epistola, Lutetiae, 1551, p. 3. 7
8 Dalla pazia di Erasmo alle figure di Galileo smiani ed al tempo stesso per potere cogliere tutti gli elementi della Utopia di Tommaso Moro (1516). Se esiste una dimensione ove il novus tracciato da Pietro Bembo si colloca questa dimensione è costituita dall apparizione non solo in Sebastian Brandt bensì nei mercanti veneziani del tema della pazzia. Gradatamente il tema scorre e quando Erasmo soggiorna a Venezia nel 1508 con ogni certezza ne capta la tradizione mercantile, ed altrettanto Tommaso Moro nella sua Utopia risente l interesse per questa tradizione che nel mondo veneziano si era formata. In altri termini la pazzia apre la via alla novità nella interpretazione dei principî di una società e delle sue caratteristiche fondamentali ed introduce il tema che è il probabile e non la certezza dogmatica ad essere l elemento trainante delle culture, ed al tempo stesso attorno al probabile si inizia a dibattere su quelli che costituiscono i diritti naturali dell uomo e fra questi la libertà politica e la libertà di coscienza. Se esiste un elemento trainante per la cultura del Rinascimento che porta il lettore alla soglia di Galileo è proprio il tema del probabile che Galileo sviluppa nella ricerca scientifica ed astronomica. Tutti gli emisferi chiusi del passato stanno concludendosi e ciò che si apre all interno del probabile è l infinito dei mondi e l infinito del cosmo che Galileo porta a compimento. Questi diversi modelli di cultura da un lato è possibile descriverli, dall altro lato se si va alla ricerca di una linea interpretativa non si può non ricorrere al termine libertinismo. Il libertinismo attraversa il pensiero di Erasmo e attraversa il pensiero di Galileo, il libertinismo inteso come libertinismo scientifico: se questa prospettiva era presente in Erasmo sul piano della descrizione dell uomo e della sua grandezza, in Galileo ne era diventata una forma di metodologia che lo stesso Galileo non riesce a perfezionare: la pazzia apre la via al probabile nella ricerca dell uomo. In questo itinerario si inserisce Prospero Alpini, pure lui partecipe dell ambiente di Galileo e al tempo stesso promotore di immagini e di problemi che con Galileo si congiungono. Accanto a Galileo il ruolo di Prospero Alpini è ben più ampio delle usuali utilizzazioni che della sua opera dedicata all Egitto vengono
Introduzione 9 compiute: l Egitto 2 di Prospero Alpini influisce nelle iconografie delle accademie del Seicento ed in particolare dell Accademia degli Incogniti, quando l emblema che la caratterizza è appunto il Nilo e quindi l Egitto. Ed è interessante che questa iconografia si accompagni alla famosa affermazione: dal cognito all incognito emblema nel quale vengono rappresentate le discontinuità del probabile. Al centro di questa problematica si asside Venezia oltre che la Universitas patavina e non è inopportuno ripensare all iconografia pubblicata nel 1655 1656 a Bologna quando nella raccolta delle Opere di Galileo Galilei compare lo stesso Galileo che alle Muse in numero di tre mentre è inginocchiato presenta il suo cannocchiale e con il dito mette in risalto le lune di Giove ovvero gli astri medicei. Ancora una volta il libertinismo scientifico di Galileo si abbina alla tradizione dell umanesimo e delle sue retoriche poetiche, interpretazione che non lascia dubbi su quella interdipendenza tra ricerca scientifica moderna e tradizione umanistica che percorre il Rinascimento di Padova e di Venezia. 2. Edward Muir, Guerre culturali. Libertinismo e religione alla fine del Rinascimento. Roma Bari 2008. Ringrazio in particolare la dott.ssa Elisa Ruggiero sia per la organizzazione e la scelta dell apparato iconografico, sia per la redazione del testo. Ringrazio inoltre il prof. Federico Doglio e il prof. Giorgio Borelli.