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Psichiatria e Psicoterapia (2011) 30, 4, 233-256 UN CONTRIBUTO ALLA RICERCA SULLA DIFFERENZIAZIONE DEL SÉ E ALLE SUE IMPLICAZIONI IN AMBITO CLINICO Antonello Viola Introduzione Nell ambito del counselling psicologico e delle psicoterapie nel corso degli ultimi decenni si è creato un interesse crescente intorno all applicazione teorica e pratica della terapia dei sistemi familiari (Schneider et al. 1988). Secondo la cornice teorica dei sistemi familiari (Bowen 1976, Kerr e Bowen 1988, Minuchin 1984) gli individui si differenziano psicologicamente e funzionano in un contesto globale non isolato, bensì caratterizzato da relazioni significative con la famiglia, gli amici e altre figure relazionalmente importanti, che assumono un ruolo cruciale nel processo di strutturazione psicologica e di definizione del sé. Le stesse teorie sistemiche enfatizzano la natura socio-relazionale della vita psicologica individuale, e forniscono utili cornici concettuali esplicative per la comprensione del funzionamento psichico in una varietà di contesti culturali (Carter e McGoldrick 1999, Gushue 1993, McGoldrick et al. 1996, Neville e Mobley 2001). Tra i teorici dei sistemi familiari Bowen (1978) si è distinto per aver formulato una teoria sistemica intergenerazionale che tenta di spiegare il funzionamento individuale, rimarcando la funzione fondamentale e necessaria svolta congiuntamente e sinergicamente dalle capacità di autonomia e di legame emotivo per lo sviluppo della maturità psicologica e di un ottimale livello di adattamento personale (Carter e McGoldrick 1999, Kerr e Bowen 1988). In particolare, nella sua teoria, Bowen (1978) ha sviluppato e posto particolare enfasi sul concetto di Differenziazione del sé, concepita come dialettico anello di congiunzione tra due forze vitali, cioè comunanza/ connessione (o gregarietà) e indipendenza/autonomia, e in particolare come capacità matura di bilanciare il proprio funzionamento intellettivo ed emotivo, l intimità e l autonomia in contesti relazionalmente significativi. Lo stesso Bowen ha definito la differenziazione del sé come la facoltà di raggiungere un senso autonomo del sé armonicamente bilanciato, col mantenimento contestuale di legami stretti con altri significativi, e in particolar modo con la propria famiglia (Bowen 1978, Skowron 2004). A un livello intrapsichico, ma su un piano interpersonale, una matura differenziazione del sé comporta la capacità di regolare le proprie emozioni, confrontarsi costruttivamente con l esame attento delle situazioni, di sentirsi a proprio agio con i propri sentimenti, saper distinguere tra pensieri e sentimenti ed essere in grado di preservare la propria autonomia nel contesto di una profonda intimità con altri significativi (Bowen 1976, 1978; Skowron e Dendy 2004). Specificamente, sul piano intrapsichico una maggiore differenziazione del sé rende capaci di assumere una convinta Posizione dell Io nelle relazioni (ovvero, raggiungere la padronanza dei propri pensieri e sentimenti mantenendo una coerenza interiore) e di disporre di una completa consapevolezza delle proprie emozioni con una loro adeguata modulazione, apprezzando nel contempo l intimità e il legame con gli altri (Bowen 1978, Tuason e Friedlander 2000). Gli adulti più differenziati, a un livello fondamentalmente intrapsichico sono ritenuti essere maggiormente capaci di riflettere logicamente quando le circostanze lo richiedono, di percepire consapevolmente e modulare flessibilmente le loro emozioni, di fronteggiare più adattivamente l incertezza e l ambiguità, e di mantenere la calma nelle relazioni intime e anche in risposta all emotività degli altri (Bowen 1978, Kerr e Bowen 1988). Conseguentemente, maggiore è il SOTTOMESSO MAGGIO 2011, ACCETTATO LUGLIO 2011 233

Antonello Viola livello di differenziazione del sé e più elevata sarà la capacità di distinguere tra processi di pensiero e quelli affettivo-emotivi, di modulare le emozioni forti e di ragionare chiaramente sotto stress (Bowen 1978, Skowron e Dendy 2004). Contrariamente, gli individui con una scarsa differenziazione del sé sono emotivamente reattivi, avendo notevole difficoltà a mantenere la calma in risposta all emotività degli altri (Bowen 1976, Kerr e Bowen 1988), e nelle situazioni di stress o d ansia pervasiva tendono ricorrentemente a dinamiche fusionali o alla chiusura emotiva con gli altri (Skowron e Friedlander 1998), data la difficoltà a mantenere un solido senso del sé nelle relazioni strette. Su un piano interpersonale una più elevata differenziazione del sé determina lo sviluppo di un senso del sé autonomo nel contesto di relazioni ad alta valenza emotiva. Gli individui meno differenziati spesso ricorrono a meccanismi interpersonali di regolazione della distanza e di distanziamento per gestire l ansia, mentre le persone più differenziate solitamente si sentono a proprio agio nell intimità e non ricorrono a manovre fusionali o di chiusura emotiva allo scopo di regolare la loro tensione interna (Kerr 1988, Skowron e Dendy 2004). Secondo il modello teorico di Bowen (1978) gli individui scarsamente differenziati che fanno ricorso a manovre fusionali con gli altri, spesso sono soverchiati dall ansia legata alla percezione reale o immaginaria della separazione da altri significativi, mentre coloro che ricorrono a meccanismi di chiusura emotiva tendono a reagire ansiosamente quando si trovino coinvolti in situazioni di intimità emotiva. In particolare la teoria dei sistemi familiari di Bowen (1978) sostiene che la famiglia ben differenziata consente ai suoi componenti il raggiungimento di più elevati livelli di differenziazione del sé, che a loro volta sarebbero legati a più bassi livelli d ansia e di sintomi di disagio psicologico, enfatizzando pertanto una forte correlazione positiva tra il livello di differenziazione del sé e il benessere psicologico. Negli ultimi decenni numerosi studi hanno verificato la validità di molti dei concetti e assunti della teoria di Bowen. Nell ambito della sua teoria egli inizialmente indicò quale unico sistema di misura della differenziazione il colloquio clinico approfondito e protratto per mesi e l interazione terapeuta-paziente, e l utilizzo di una scala di differenziazione del sé con intervallo di misura da 0 a 100, di cui comunque fornì poche linee guida che potessero aiutare i clinici a quantificare accuratamente questo costrutto psicologico. Per questo motivo la scala di differenziazione del sé di Bowen è sempre stata considerata uno strumento essenzialmente teorico (Miller et al. 2004). Da allora sono stati compiuti numerosi sforzi per sviluppare e validare strumenti adeguati di misura che potessero costituire un punto di riferimento sia nella ricerca che nella clinica: tra questi il Personal Authority in the Family System Questionnaire PAFS-Q (Bray et al. 1987) ha costituito un primo strumento statisticamente validato e largamente utilizzato nella ricerca per la verifica degli assunti della teoria di Bowen, pur tuttavia restando comunque uno strumento il cui utilizzo consente di misurare solo per via indiretta il livello di differenziazione del sé. Strumenti di misura più specifici e diretti per questo costrutto sono invece rappresentati dalla Haber s Level of Differentiation of Self Scale (1993) e il Differentiation of Self Inventory-DSI (Skowron e Friedlander 1998): il loro utilizzo è sfociato in un considerevole numero di studi che hanno testato molti dei concetti chiave del modello teorico di Bowen. In particolare, la ricerca empirica degli ultimi decenni ha evidenziato significative correlazioni tra i deficit nel processo di differenziazione del sé e il livello di disagio psicologico, confermando l ipotesi teorica di Bowen per cui gli individui maggiormente differenziati godrebbero di un più elevato adattamento psicologico e avrebbero meno problemi legati alla sfera della salute psicologica e fisiologica (Harvey et al. 1991, Peleg-Popko 2002, Skowron e Friedlander 1998, Tuason e Friedlander 2000, Skowron et al. 2003, Nancy et al. 2004). Le ricerche sulla differenziazione del sé hanno inoltre riscontrato associazioni significative di questo costrutto con deficit nelle abilità di coping e problem solving (Murdock et al. 1998, Nancy et al. 2004), correlazioni positive con la capacità di adattamento e negative con il livello di stress percepito (Nancy et al. 2004, 234

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico Skowron et al. 2004), correlazioni positive con l intelligenza emotiva (Gomes 2005), correlazioni negative con le difficoltà nelle capacità decisionali di carriera (Larson 1995, Larson e Wilson 1998), con il grado di conflitto coniugale (Kosek 1998, Skowron 2000), con le difficoltà di controllo volitivo (Skowron e Dendy 2004) e persino con un rischio potenziale d abuso fisico sui bambini (Skowron 2001, Skowron e Platt 2005). Per quanto concerne l ambito più specifico di verifica degli assunti teorici del modello di Bowen, la maggiore delle proposizioni teoriche secondo la quale la differenziazione del sé correlerebbe negativamente con l ansia cronica (Kerr e Bowen 1988) ha ricevuto una sostanziale validazione empirica (Haber 1993, Griffin e Apostal 1993, Maynard 1997, Skowron e Friedlander 1998, Tuason e Friedlander 2000): gli studi hanno altresì evidenziato un associazione significativa tra differenziazione-ansia e adattamento psicologico e soddisfazione coniugale (Haber 1984, Richards 1989, Skowron e Friedlander 1998, Skowron 2000, Lal 2007). Knauth et al. (2006), hanno condotto uno studio su un campione multiculturale di 161 studenti adolescenti, ottenendo risultati che supportano il modello teorico boweniano e che mostrano che la differenziazione del sé costituisce un importante fattore cognitivo che consente agli adolescenti di gestire l ansia cronica e li rende più forti nell utilizzo di strategie di problem solving, determinando così un minore coinvolgimento in comportamenti a rischio e aumentando il coinvolgimento scolastico. Alcuni studi di Peleg (2002, 2005) hanno riscontrato una correlazione negativa tra il livello di differenziazione del sé familiare e l ansia sociale dei suoi componenti, e tra il livello di differenziazione dei genitori e il livello d ansia sociale dei figli. In particolare, recentemente Peleg et al. (2006) hanno condotto un interessante ricerca riscontrando una significativa correlazione negativa tra il livello di differenziazione del sé di un campione di madri e il grado d ansia da separazione esibita dai loro bambini nel processo d adattamento alla scuola materna. Inoltre, la ricerca empirica ha generalmente sostenuto l ipotesi boweniana del legame tra differenziazione e benessere psicologico e fisiologico, riscontrando correlazioni significative tra la diffenziazione del sé, disfunzioni comportamentali e benessere psicologico su campioni di soggetti adulti (Bowen 1976, 1978; Kerr e Bowen 1988; Haber 1993; Bohlander 1995, 1999). In particolare Skowron e Friedlander (1998) hanno riscontrato una relazione significativa tra il livello di differenziazione e la sintomatologia psicologica, con risultati di differenziazione (misurati con la scala DSI, Differentiation of Self Inventory di Skowron e Friedlander) che spiegavano il 42% della varianza dello stress psicologico sul campione in studio. Analogamente in un altro studio Tuason e Friedlander (2000) riscontrarono una correlazione significativa tra DSI e livelli di disagio psicologico, valutati con il Global Severity Index della scala SCL-90 (Symptom Check List-90, di Derogatis), su un campione di 306 soggetti filippini adulti: gli autori hanno altresì riscontrato l applicabilità transculturale del concetto di differenziazione del sé (supportando l ipotesi di universalità della teoria di Bowen) e una sensibile correlazione negativa tra differenziazione e disagio psicologico. Elieson e Rubin (2001) hanno trovato una correlazione significativa (-0,51) tra DSI e depressione, valutata con il Beck Depression Inventory, su un campione di 301 soggetti adulti, apportando ulteriore sostegno alla teoria di Bowen. Successivamente Skowron et al. (2003) hanno confermato la correlazione tra la differenziazione e la condizione di benessere psicologico, valutata con il Life Satisfaction Index, su un campione di 221 soggetti adulti, con una correlazione valida per ambo i sessi. In un loro studio su un campione di 279 studenti, Johnson e Buboltz (2000) hanno riscontrato che bassi livelli di individuazione dalla famiglia di origine, valutati attraverso il grado di differenziazione (misurato con il PAFSQ, Personal Authority in the Family System Questionnaire, di Bray et al. 1984) erano predittori di elevati livelli di reattività psicologica (valutata con QMPR, The Questionnaire for the Measurement of Psychological Reactance, di Merz 1983): secondo tali risultati gli autori inferiscono che i giovani adulti meno capaci di funzionare in modo autonomo e autodeterminato sono altamente reattivi in relazione alle restri- 235

Antonello Viola zioni delle loro libertà. Un studio di Jenkins et al. (2005) ha rilevato una correlazione significativa tra i livelli di differenziazione del sé (misurati con il DSI) e quelli di sviluppo psicosociale (misurati con MPD, Measure of Psychosocial Development, di Hawley 1988), da un lato confermando ulteriormente i risultati correlazionali ottenuti da Johnson e Buboltz (2000) tra differenziazione e reattività psicologica: dai risultati ottenuti gli autori hanno rilevato una sensibile correlazione positiva tra due scale del DSI (posizione dell Io-IP e Chiusura Emotiva-EC) e il livello di sviluppo psicosociale, e inoltre hanno inferito che gli individui rispondenti agli stimoli ambientali con un sensibile livello di labilità emotiva e ipersensibilità tendono a essere meno fiduciosi nelle loro capacità e hanno un identità meno stabile. Questi risultati, che supportano uno dei più importanti assunti della teoria di Bowen, riguardante il legame tra il livello di differenziazione del sé e la condizione di benessere psicologico, confermano ulteriormente i risultati già ottenuti da Skowron et al. (2003) indicanti che un livello minore di chiusura emotiva (misurato dalla scala EC del DSI) era predittivo di maggiori livelli di benessere psicologico su soggetti maschi e femmine adulti. In un recentissimo studio condotto da Hollander (2008) su un campione di soggetti in fase di età adulta emergente, i risultati hanno confermato la valenza predittiva del livello di maturità psicosociale rispetto al grado di differenziazione del sé, e alcune associazioni significative tra le dimensioni dell attaccamento (ansia ed evitamento) con alcune dimensioni del DSI, già riscontrate precedentemente da altri studi (Skowron 2004, Vick 2006) che rendevano conto della correlazione tra l attaccamento sicuro e una buona differenziazione del sé. Pertanto, in generale il corpus delle ricerche condotte fino a oggi intorno alla validità degli assunti della teoria di Bowen, ha dato maggiore e più ampia validazione all ipotesi dell associazione tra il livello di differenziazione del sé e l ansia cronica (che sarebbe tanto più alta quanto più basso sarebbe il grado di differenziazione), tra differenziazione e livello di benessere e adattamento psicologico, e con il grado di conflitto-soddisfazione coniugale. Altri importanti assunti teorici boweniani hanno invece trovato minore sostegno empirico, come l ipotesi della trasmissione intergenerazionale dei processi emotivi, che non è stata ancora empiricamente confermata (Miller et al. 2004). Finora, anche l ipotesi dell universalità della teoria non è stata sufficientemente confermata: tuttavia alcuni studi recenti hanno prodotto risultati che convergono a supporto della solidità di questa ipotesi (Skowron 2004, Chung e Gale 2006) e che si aggiungono a quelli già precedentemente ottenuti (Yang 1999, Tuason e Friedlander 2000). In particolare, Tuason e Friedlander (2000) hanno condotto uno studio tra due campioni di soggetti rispettivamente statunitensi e filippini, riscontrando una correlazione significativa tra i livello di differenziazione del sé e la condizione di benessere psicologico e l ansia. Successivamente Skowron (2004) ha ulteriormente indagato sulla validità trans-culturale del concetto di differenziazione della teoria boweniana con uno studio condotto su un campione multiculturalmente eterogeneo costituito da 61 soggetti di colore residenti in USA, evidenziando una correlazione significativa del livello di differenziazione del sé, adattamento psicologico e capacità di problem solving in ambito sociale. Un altro recentissimo studio trans-culturale di Chung e Gale (2006) ha indagato sulla validità dell assunto di universalità della teoria di Bowen, valutando su un campione di 427 studenti coreani e 375 studenti statunitensi d origine europea rispettivamente residenti nei paesi d origine, le differenze nella relazione tra livello di differenziazione del sé e benessere psicologico, testandone specificamente due indici, cioè l autostima e il livello depressivo. Questo studio ha fornito un ulteriore supporto alla validità dell assunto di universalità della teoria di Bowen, confermando la correlazione significativa tra il livello di differenziazione del sé e il benessere psicologico, rilevando una correlazione positiva tra DSI e autostima, e negativa tra DSI e livello depressivo: questa ricerca ha comunque evidenziato che le componenti strutturali della differenziazione del sé (reattività emotiva, chiusura emotiva, posizione dell io e fusionalità) spie- 236

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico gano la varianza dei due indici di benessere psicologico (autostima e livello depressivo) in misura diversa, in relazione alla connotazione individualistica e collettivistica che caratterizza rispettivamente la cultura statunitense e coreana, determinando una maggiore forza dell associazione tra DSI e benessere psicologico nel campione americano piuttosto che in quello coreano. Alla luce della rassegna sulla principale produzione bibliografica precedentemente presentata, è evidente che il numero di ricerche sulla differenziazione del sé e l effettiva produzione di dati empirici in un contesto essenzialmente clinico è del tutto esiguo. Fanno eccezione pochissimi studi, fra i quali spicca la ricerca condotta da Bartle-Haring e Prost (2004) incentrata sulla reattività emozionale e il distress psicologico in un campione clinico, la quale comunque indagava sul livello di differenziazione del Sé per valutazione indiretta, attraverso l Adult Behavioral and Emotional Reactivity Index (Bartle-Haring et al. 1997), e comunque su un campione di soggetti in un contesto di sostegno psicologico pubblico (università, struttura clinica). Finora, non sono stati prodotti sufficienti risultati clinici che evidenzino l impatto del livello di differenziazione del sé e delle sue implicazioni sul funzionamento psicologico (intrapsichico e interpersonale) di individui che sperimentino una palese condizione di disagio psichico e che siano coinvolti in un processo terapeutico (di consulenza o psicoterapico). Di conseguenza ancora non si dispone di sufficienti dati comparativi (tra campioni di soggetti non clinici e clinici) che testimonino della portata dell incidenza degli assunti del modello teorico di Bowen su campioni di soggetti clinici, e tanto meno si dispone di dati che possano indicare quali possano essere gli effetti terapeutici di un intervento che tenga conto di un eventuale deficit nel livello della differenziazione del sé dei pazienti, e che per questo sia rivolto al recupero e al consolidamento di un sano livello di funzionamento intrapsichico e interpersonale basandosi proprio sulle implicazioni cliniche del costrutto Differenziazione del sé, e su di esse incentrando l intervento terapeutico. L obiettivo di questo studio è stato propriamente quello di fornire, a un primo livello, una valutazione diretta e dati comparativi sulla connotazione del grado di differenziazione del sé e delle sue correlazioni con la condizione di benessere e adattamento psicologico (valutando il tenore del disagio, della presenza di sintomi, del livello di autostima personale e la qualità del prototipo d attaccamento adulto), su un campione di pazienti in ingresso al counseling psicologico professionale. La ricerca è stata svolta a un livello d indagine microdimensionale su un campione di 25 soggetti: tuttavia i dati apportati da questo studio costituiscono a oggi, una fonte unica di risultati comparativi sulla connotazione della differenziazione del sé e delle sue correlazioni con indici salienti della condizione di disagio psicologico in un contesto essenzialmente clinico di consulenza psicologica, fornendo in quest ambito un ulteriore verifica di alcuni assunti della teoria di Bowen e della centralità del concetto di differenziazione del Sé in relazione alla condizione globale di benessere psicologico. Metodo Partecipanti Lo studio è stato condotto su un campione costituito da 25 pazienti adulti in ingresso al processo di consulenza psicologica, richiesta in relazione a una gamma varia di condizioni psicologiche disfunzionali: tale campione era costituito da un 60 % di donne e il restante 40 % di uomini (del campione globale un 8 % aveva un identificazione di genere dichiaratamente omosessuale, e un 8 % un identificazione bisessuale), con un età media del campione di 35,6 (Deviazione Standard, DS = 9,8). Il campione era costituito per lo più da soggetti con livello evolutivo di organizzazione della personalità di tipo nevrotico, e in parte da soggetti di livello 237

Antonello Viola borderline (Kernberg 1975), la cui classificazione psicodiagnostica di tipo psicodinamicoevolutivo è stata effettuata attraverso l intervista strutturale di Kernberg (1981, 1984) e la SWAP- 200 (Westen et al. 2003). Nella tabella seguente sono riassunti i dati socioanagrafici salienti del campione. Tabella 1. Composizione del campione per dati socioanagrafici GENERE SESSUALE Maschi Femmine 40 % 60% ETA MEDIA Deviazione Standard Campione globale 35,6 9,8 Maschi 34,5 9,4 Femmine 36,4 10,3 COINVOLGIMENTO IN REALAZIONI AFFETTIVE INTIME E STATO CIVILE Coinvolti in relazioni 72,0 % Coniugati 36,0 % Separati/Divorziati 12,0 % Single 28,0 % GRADO DI ISTRUZIONE Diploma Scuola media 28,0 % Diploma Scuola media 52,0 % inferiore superiore Laurea 20,0 % IMPIEGO IN ATTIVITA LAVORATIVE STABILI Impiego stabile 52,0 % Impiego periodico 20,0 % Disoccupati/Pensione 28,0 % PRECEDENTI ESPERIENZE COUNSELING/PSICOTERAPIA Soggetti con precedenti esperienze 56 % di counseling o psicoterapia 238

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico Strumenti Symptom Checklist-90-R (SCL-90-R). Questa scala è costituita da 90 item che valutano nove dimensioni primarie della sintomatologia: somatizzazione, ossessività-compulsione, sensibilità ai rapporti interpersonali, depressione, ansia, ostilità, ansia fobica, ideazione paranoide e psicoticismo (Derogatis et al. 1973). L indice generale di severità (General Severity Index, GSI) della SCL-90 fornisce un indicazione globale della sintomatologia presente, e costituisce un eccellente sommario nella misura del numero dei sintomi nelle diverse aree e dell intensità del livello di distress psicologico (Derogatis 1994). Ciascun item del questionario viene valutato in termini di livello di distress sperimentato negli ultimi 7 giorni, su una scala a 5 punti in cui 0 = per niente, 4 = moltissimo. Il Symptom Checklist-90-R è stato scelto in quanto ha costituito uno strumento di valutazione di riferimento in altri importanti studi sulla differenziazione del Sé, tra i quali la ricerca su vasta scala condotta da Tuason e Friedlander (2000), e nella forma ridotta (Brief Symptom Inventory, BSI; Derogatis 1993) da Nancy et al. (2004). Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2, Butcher et al. 1989). Questo questionario, è ampiamente utilizzato quale oggettivo strumento di misura ad autosomministrazione per la valutazione della personalità generale, e costituisce inoltre uno strumento empiricamente derivato per la valutazione dei livelli generali di psicopatologia. Il MMPI-2 è costituito da 567 item a risposta vero-falso, e fornisce 10 scale cliniche sintomatologiche che valutano vari elementi della psicopatologia e dell adattamento emotivo negli aspetti più significativi della personalità: Scala 1, Ipocondria (Hs); Scala 2, Depressione (D); Scala 3, Isteria (Hy); Scala 4, Deviazione Psicopatica (Pd); Scala 5, Mascolinità Femminilità, (Mf); Scala 6, Paranoia (Pa); Scala 7: Psicastenia (Pt); Scala 8, Schizofrenia, (Sc); Scala 9, Mania (Ma); Scala 10, Introversione Sociale (Si). Il MMPI-2 contiene inoltre 6 scale di validità (L, F, K, Fb, VRIN, TRIN) volte ad accertare con quale accuratezza e sincerità il soggetto ha compilato il questionario, 15 scale di contenuto e 16 scale supplementari che rispettivamente approfondiscono la trattazione dei problemi clinici e dei vari disturbi e permettono di descrivere diverse variabili di personalità. In questo studio sono state utilizzate sia le scale cliniche che quelle supplementari e di contenuto, che hanno permesso di raccogliere un quadro definito e strutturato degli aspetti fondamentali della personalità dei pazienti e della portata dei fattori psicologici disfunzionali presenti, in aggiunta al SCL-90 contestualmente somministrato. The Experiences in Close Relationships Scale (ECR; Brennan et al. 1998). Il questionario ECR è un inventario dell attaccamento adulto ad autosomministrazione, costituito da 36 item, sviluppato sulla base di altri 14 strumenti di valutazione dell attaccamento esistenti, e composto da due scale d ordine superiore che misurano l ansia d attaccamento e l evitamento d attaccamento. La scala dell Ansia valuta il livello di preoccupazione nelle relazioni, la paura del rifiuto e il desiderio di fusione con gli altri. La scala dell Evitamento contiene item che misurano il grado di disagio nelle condizioni di vicinanza e di dipendenza, la negazione dei bisogni d attaccamento e la fiducia compulsiva in sé. Ciascun item viene valutato sulla base di come generalmente ci si sente nelle relazioni, su una scala da 1 (fortemente in disaccordo) a 7 (fortemente d accordo). I punteggi più alti indicano maggiori livelli d ansia o di evitamento con riferimento alle rispettive scale. The Relationships Questionnaire-RQ (Bartholomew e Horowitz 1991). Il questionario RQ è uno strumento ad autosomministrazione che valuta l attaccamento adulto secondo le quattro categorie configurate nella cornice teorica di Bartholomew (1990): gli stili A e B corrispondono rispettivamente ai prototipi d attaccamento sicuro e timoroso-evitante; gli stili C e D corrispondono rispettivamente ai prototipi d attaccamento preoccupato e distanziante-evitante. Ciascuno stile viene valutato su una scala da 1 (per niente come me) a 7 (moltissimo come me). Come 239

Antonello Viola mostrato da Brennan et al. (1991), gli stili A, B e C, corrispondono rispettivamente agli stili Sicuro, Evitante e Ansioso/Ambivalente così come classificati da Hazan e Shaver (1987, 1990). Il RQ di Bartholomew aggiunge allo strumento di valutazione una quarta categoria, la distanzianteevitante, già precedentemente considerata nell ambito della Adult Attachment Interview-AAI (Main e Goldwyn 1989). The Differentiation of Self Inventory-DSI-R (Skowron e Friedlander 1998, Skowron e Schmitt 2003). Il DSI-R è un questionario ad autosomministrazione costituito da 46 item che valuta il livello di differenziazione del Sé negli adulti, focalizzandosi sulle loro relazioni significative e le loro attuali relazioni con la famiglia d origine. Gli item si distribuiscono in 4 sottoscale e vengono valutati su una scala da 1 (per niente vero nel mio caso) a 6 (moltissimo vero nel mio caso). In particolare il questionario comprende una sottoscala di Reattività Emozionale (ER) costituita da 11 item, che descrive il grado di responsività indotta da incontenibili ondate emozionali e il livello di labilità emotiva e/o ipersensibilità; una sottoscala di Chiusura Emotiva (EC) costituita da 12 item che riflettono le paure di intimità e/o sensazioni di minaccia nell intimità, o sensazioni di oppressione e fagocitazione nelle relazioni e le concomitanti difese comportamentali contro queste paure; una sottoscala di Fusione con gli Altri (FO) costituita da 12 item che riflettono l iper-coinvolgimento emotivo con altri significativi e l iper-identificazione coi propri genitori nell assunzione dei valori genitoriali, credenze e aspettative senza porli in questione; una sottoscala di Posizione dell Io (IP) costituita da 11 item che riflettono un senso chiaramente definito di sé e la capacità di aderire sollecitamente alle proprie convinzioni, persino quando pressati a fare altrimenti. In particolare, i fattori ER e IP rappresentano le dimensioni intrapsichiche della differenziazione del sé, mentre EC e FO ne costituiscono le dimensioni interpersonali. Sia i punteggi delle sottoscale che della scala globale possono variare da 1 a 6: i valori maggiori corrispondono ai più alti livelli di differenziazione del Sé. Rosenberg Self-Esteem Scale-RSES (Rosenberg 1965). Questo questionario, costituito da 10 item valutati su una scala a 6 punti, con un campo di variazione da 1 (fortemente in disaccordo) a 6 (fortemente d accordo), misura il livello di autostima individuale. Lo strumento comprende 5 item che esprimono un autopercezione positiva, e i restanti 5 che esprimono un autopercezione negativa. Procedura Sui pazienti in ingresso al processo di consulenza psicologica, da tutto principio è stata effettuata una valutazione della condizione di adattamento e benessere psicologico attraverso la somministrazione della lista di controllo dei sintomi (Symptom Checklist-90-R) e il Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2), e contestualmente una misura del livello generale di autostima e dei prototipi d attaccamento adulto, insieme a una valutazione del livello di differenziazione del Sé. Risultati e discussione Nella tabella 2 vengono riassunti i valori medi e di dispersione dei risultati ottenuti sul campione in relazione al livello di differenziazione del Sé e delle sue 4 componenti, al grado di autostima, al livello d attaccamento ansioso ed evitante e ai prototipi d attaccamento adulto. Per quanto concerne il livello globale di differenziazione del Sé, come dati di riferimento sono stati assunti i risultati ottenuti in 4 degli studi su vasta scala maggiormente rappresentativi in 240

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico Tabella 2. Risultati descrittivi nelle dimensioni attaccamento evitante e ansioso (EVIT-ECR; ANS-ECR), nei prototipi d attaccamento adulto (SIC, TIM, PREOC, DIST), autostima, e differenziazione del Sé (DS) con le sue componenti (ER, EC, IP, FO) 1YDOLGL 0HGLD 0LQLPR 0DVVLPR 'HY6WG (9,7(&5 $16(&5 6,&54 7,054 35(2&54 ',6754 $87267,0$ (5,3 (& )2 '6 (9,7(&5 GLPHQVLRQHHYLWDPHQWR([SHULHQFHVLQ&ORVH5HODWLRQVKLSV6FDOH $16(&5 GLPHQVLRQHDQVLD([SHULHQFHVLQ&ORVH5HODWLRQVKLSV6FDOH 6,&54 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRVLFXUR5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH 7,054 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRWLPRURVR5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH 35(2&54 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRSUHRFFXSDWR5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH ',6754 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRGLVWDQ]LDQWH5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH '6 'LIIHUHQ]LD]LRQHGHO6p(5 5HDWWLYLWj(PRWLYD,3 3RVL]LRQHGHOO,R (& &KLXVXUD(PRWLYD)2 )XVLRQHFRQJOLDOWUL quest ambito di ricerca (vedi tabella 3): uno dei campioni normativi utilizzati da Skowron e Friedlander (1998) con un età media di 42,23, costituito dal 41,7% di uomini e il 58,3 di donne; il campione di Skowron et al. (2003) con età media di 51,46, composto dal 39 % di uomini e il 61 % di donne; il campione di Chung e Gale (2006) con età media di 21,13 costituito dal 25,6 % di uomini e il 74,4 % di donne, il campione di Tuason e Friedlander (2000) con età media di 47,8, composto dal 46,1 % di uomini e il 53,9 % di donne. Non essendo disponibili risultati relativi a campioni di soggetti essenzialmente clinici, i dati relativi ai suddetti campioni attualmente si possono considerare (nonostante la consistente differenza in termini di numerosità e pertanto di rappresentatività statistico-descrittiva rispetto al campione di questo studio) quelli più significativi ai fini di un analisi statistica esplorativa, che in questo caso specifico si configura nei termini di un indagine pilota. Dall analisi comparativa risulta immediatamente evidente che il dato medio del livello globale di differenziazione del Sé sul campione di soggetti clinici di questa ricerca, risulti inferiore rispetto a quello degli altri tre studi condotti su popolazioni di soggetti non clinici (-6,8 % rispetto al dato medio dei tre campioni di riferimento): in particolare sembrerebbe che nei soggetti clinici 3 dei fattori costitutivi del grado di differenziazione del sé risultino deteriorati in ragione di circa il 12,5 % (EC -12,4 %; ER 241

Antonello Viola Tabella 3. Campioni di riferimento e relativi dati di differenziazione del Sé e sue componenti in ricerche su vasta scala su popolazione di soggetti statunitensi e filippini Campione USA Campione USA Campione USA Campione filippino Media Skowron e Friedlander 1998 Skowron et al. 2003 Chung e Gale (2006) Tuason e Friedlander (2000) dei 3 campioni N = 127 N = 221 N = 375 N = 306 DS 3,74 (,60) 3,93 * 3,86 (,51) 3,78 (0,53) 3,83 ER 3,37 (,94) 3,81 (,82) 3,49 (,86) 3,62 (0,96) 3,57 EC 4,53 (,79) 4,35 (,61) 4,75 (,82) 4,18 (0,74) 4,45 IP 4,08 (,85) 4,55 (,68) 4,10 (,68) 4,31 (0,75) 4,26 FO 2,92 (,85) 3,0 (,73) 3,27 (,62) 2,80 (0,94) 2,99 ( ) deviazione standard * dato di deviazione standard mancante in letteratura DS= punteggio totale differenziazione del sé ER= reattività Emotiva EC= chiusura Emotiva IP= posizione dell Io FO= fusione con gli altri -12,2 %; IP -12,8 % rispetto al dato medio di riferimento). Pertanto questi risultati sembrano suggerire che in un campione clinico la capacità di aprirsi emotivamente e di raggiungere un buon grado di intimità emotiva, insieme a quella di autoregolazione emozionale e di sostenere assertivamente la propria posizione dell Io, sia sensibilmente inferiore rispetto a quella di una popolazione non clinica. Contrariamente invece, spicca il dato relativo alla dimensione Fusione con gli altri, risultante parimenti superiore (ma inversamente rispetto alle altre tre dimensioni) in confronto al dato medio ottenuto negli altri tre studi (+13,6 %): questo interessante risultato sembrerebbe suggerire che in una condizione psicologica genericamente disadattiva, comunque caratterizzata da un deterioramento nello sviluppo individuativo della differenziazione del Sé, la tendenza iperidentificativa e il coinvolgimento emotivo con altri significativi sia generalmente inferiore. Tenendo conto della globalità dei risultati ottenuti sulle 4 scale, questo dato potrebbe forse indicare la sussistenza di un probabile disimpegno relazionale, oltremodo verificato contestualmente dal livello sensibilmente superiore di chiusura emotiva EC, oppure potrebbe essere legato a uno slittamento dei valori di FO riconducibile a fattori che attengono al contesto socioculturale. Comunque, il dato medio di DS sembra suggerire una conferma di una delle maggiori ipotesi della teoria boweniana, secondo la quale a un minor grado di differenziazione del sé corrisponderebbe un maggior grado di distress psicologico: i risultati di questo studio infatti, a un livello esplorativo evidenziano che il livello medio globale di DS in un campione di soggetti clinici è inferiore rispetto a quello delle popolazioni di riferimento di soggetti non clinici. Per quanto riguarda la valutazione del livello di autostima, che certamente fornisce un importante indicatore in merito al livello di benessere psicologico e coesione del sé, pur rientrando il dato medio di autostima rilevato (16,6) all interno dell intervallo di normalità (15-25; Rosenberg 1965), tuttavia ricadendo poco al di sopra del limite inferiore di normalità, il 44 % dei soggetti del nostro campione ha comunque riportato un livello insufficiente di autostima. I risultati raccolti in merito ai prototipi d attaccamento adulto, suggeriscono che nei soggetti clinici è soprattutto elevata l ansia relazionale d attaccamento: i dati medi più elevati sono quelli relativi al livello d ansia (4,16; strumento ECR) e al prototipo d attaccamento Timoroso (esso corrisponde al modello d attaccamento altrimenti chiamato Ansioso-ambivalente ). L analisi della tipologia dei prototipi d attaccamento adulto condotta sulla base dell incrocio dei livelli d ansia e di evitamento riscontrati attraverso lo strumento ECR (strumento maggiormente analitico del RQ), 242

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico ha evidenziato la presenza di un prototipo d attaccamento Preoccupato nel 48 % dei casi, di un prototipo Timoroso nel 16 % dei casi, e di un prototipo d attaccamento Distanziante nel 12 % dei casi: pertanto il 76% dei soggetti del campione era caratterizzato da un prototipo d attaccamento insicuro, di cui il 64 % aveva strutturato un prototipo d attaccamento adulto improntato a un elevato livello d ansia. L analisi correlazionale (tabella 9) ha evidenziato un associazione statisticamente significativa (coefficiente di correlazione lineare di Pearson, r = 0,53; p= 0.007) tra il livello d ansia stimato con il ECR e il punteggio assegnato al prototipo Timoroso mediante il RQ : questo risultato suggerisce che all aumentare dell ansia relazionale d attaccamento corrisponde un aumento della negatività del modello rappresentazionale del Sé e degli Altri significativi (negatività rappresentazionale che caratterizza il prototipo Timoroso ). Questo studio ha voluto inoltre indagare sulle correlazioni esistenti tra la natura della sintomatologia e del distress psicologico e le dimensioni del costrutto Differenziazione del sé. A tale scopo è stata condotta un analisi correlazionale sui risultati prodotti dal campione, che riassumiamo nelle tabelle seguenti, differenziando tra correlazioni esistenti tra la Differenziazione del sé (DS) e la sintomatologia presente (SCL-90-R) (tabella 4), quindi tra la DS e le scale cliniche, di contenuto e supplementari del MMPI-2 (tabella 6, 7, 8), e infine tra la DS, l autostima e la connotazione dei prototipi d attaccamento adulto (tabella 9). Dall analisi correlazionale risulta immediatamente evidente che il livello globale di differenziazione del sé correla negativamente (r= -0,55, p=0,005) con l indice globale di severità sintomatologica, confermando pertanto l ipotesi boweniana secondo la quale a un livello inferiore di differenziazione del sé corrisponde un maggior grado di distress psicologico, assunto già verificato in altri studi su popolazioni di soggetti non clinici (Haber 1993; Bohlander 1995, 1999; Skowron e Friedlander 1998; Tuason e Friedlander 2000; Skowron 2004): questo risultato conferma oltremodo l ipotesi di universalità della teoria di Bowen, in quanto si riferisce a una popolazione di soggetti italiani, ampliando pertanto la solidità della validità esterna di questo impor- Tabella 4. Matrice di correlazione lineare (r di Pearson) tra i punteggi prodotti dal campione (N=25) nelle scale sintomatologiche del SCL-90-R e la Differenziazione del sé nelle sue dimensioni intrapsichiche e interpersonali. Tutti i coefficienti di correlazione con specificazione del livello p sono risultati statisticamente significativi (p< 0,05) 620 2&,6 '(3 $1; +26 3+2% 3$5 36< *6, 367 36', (5 S S S S S S S S S S,3 S S (& S S S )2 S S S S S S S S S '6 S S S S S S S S S S (5 UHDWWLYLWjHPRWLYD,3 SRVL]LRQHGHOO,R(& FKLXVXUDHPRWLYD)2 IXVLRQHFRQJOLDOWUL'6 OLYHOORJOREDOHGLGLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVp 620 VRPDWL]]D]LRQH2& RVVHVVLYLWjFRPSXOVLYLWj,6 VHQVLELOLWjDLUDSSRUWLLQWHUSHUVRQDOL'(3 GHSUHVVLRQH$1; DQVLD +26 RVWLOLWj3+2% DQVLDIRELFD3$5 LGHD]LRQHSDUDQRLGH36< SVLFRWLFLVPR*6, JOREDOVHYHULW\LQGH[LQGLFHJOREDOHGLVHYHULWj 36', SRVLWLYHV\PSWRPGLVWUHVVLQGH[LQGLFHGHOGLVWUHVVQHLVLQWRPLSRVLWLYL367 SRVLWLYHV\PSWRPWRWDOWRWDOHQHLVLQWRPLSRVLWLYL 243

Antonello Viola tante assunto teorico. La stessa significatività di correlazione inversa è stata riscontrata sugli altri due indici generali, che testimoniano dell associazione tra il basso grado di DS e l ampiezza di diffusione dei sintomi (PST: r= -0,59; p= 0,02) e la gravità dei sintomi positivi (PSDI: r= -0,49; p= 0,012). Andando più in dettaglio nell analisi della matrici di correlazione, è evidente che la forza della correlazione negativa del livello di differenziazione del sé è maggiore rispetto ai sintomi relativi alla Sensibilità ai rapporti interpersonali (IS: r= -0,73) e alla Deviazione paranoide (PAR: r= -0,68): questi risultati suggeriscono che tanto minore é lo sviluppo individuativo nella differenziazione del sé, quanto maggiore è il livello disadattivo e il senso di inadeguatezza nelle dinamiche coinvolte nelle relazioni interpersonali, insieme alla tendenza proiettiva nell ideazione paranoide. Il grado di differenziazione del sé correla negativamente a un livello statisticamente significativo anche coi sintomi di ostilità (legati all emozione della rabbia, all aggressività, l irritabilità e il risentimento), con i sintomi relativi all area psicotica (nel campione erano presenti anche soggetti con livello evolutivo di organizzazione della personalità di tipo borderline; Kernberg, 1975), con la sintomatologia ossessivo-compulsiva, e con quella depressiva e ansiosa. Dall analisi correlazionale emerge altresì con chiara evidenza, che i fattori della differenziazione del sé che presentano un numero maggiore di correlazioni statisticamente significative con le dimensioni sintomatologiche sono la Reattività emotiva (ER) e la Fusione con gli altri (FO): questi risultati suggeriscono quindi, che una minore capacità autoregolativa di modulazione emotiva e una maggiore tendenza iperidentificativa e fusionale nelle relazioni (a una maggiore differenziazione del sé corrisponde un minor grado di FO) sono generalmente associate a un maggior livello di distress psicologico. L analisi statistica non ha evidenziato correlazioni statisticamente significative tra i fattori socioanagrafici presi in considerazione e le dimensioni della differenziazione del sé, e neppure sono emerse differenze statisticamente significative per genere sessuale. A un livello successivo è stata condotta una regressione multipla (tabella 5) per verificare il livello di variabilità che i quattro fattori della differenziazione del sé riescono a spiegare sulle dimensioni sintomatologiche (SCL-90), e il relativo grado di significatività. Da tale analisi è emerso che i 4 fattori della DS utilizzati insieme come predittori spiegano il 65% (F= 9,18; p< 0,001) della variabilità della sintomatologia nella scala IS (sensibilità ai rapporti interpersonali), il 53% della variabilità della sintomatologia sulla scala PAR di ideazione paranoide (F= 5,71; p< 0,01), e il 42% della variabilità della sintomatologia di natura psicotica nella scala PSY (F= 3,65; p< 0,05). Dalla successiva analisi dei coefficienti b nelle equazioni di regressione del modello utilizzato è emerso che l importanza predittiva maggiore è detenuta a un livello statisticamente significativo dal fattore Chiusura emotiva : pertanto, maggiori livelli di chiusura emotiva predicono un più elevato livello di sintomi nell area IS dei rapporti interpersonali (b= 0,59; t= -4,36; p< 0,001), un maggiore ricorso all ideazione paranoide (PAR) coi relativi meccanismi proiettivi (b= 0,43; t= -2,79; p< 0,05) e una maggiore presenza di sintomatologia di natura psicotica PSY (b= 0,44; t= -2,53; p< 0,05). Il valore predittivo del fattore EC si pone oltremodo a conferma dei risultati già ottenuti da Skowron et al. (2003): alla luce dei risultati ricavati se ne potrebbe desumere che il fattore specifico Chiusura emotiva della differenziazione del sé, che in un Sé scarsamente differenziato indica una marcata tendenza al distanziamento emozionale (sostenuto da un timore radicato di fagocitazione nelle relazioni e dall incapacità di entrare in un autentica intimità), a un livello marcatamente deteriorato potrebbe costituire un indicatore abbastanza importante di una personalità che si è organizzata a un livello evolutivo tendenzialmente borderline (Kernberg 1975), o nei casi estremi tendenzialmente psicotico, a seconda della gravità della sintomatologia presente. L analisi di correlazione tra le scale del Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI- 2) e la Differenziazione del sé, per semplicità è stata limitata alla scala globale della DS, che 244

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico Tabella 5. Risultati delle analisi di regressione multipla sulla sintomatologia nelle scale Sensibilità ai rapporti interpersonali, IS, Ideazione paranoide, ID, e Psicoticismo, PSY,6 3$5 36< 3UHGLWWRUL % E % E % E (5,3 (& )2 6WDWLVWLFKH 5 5 5 GHOPRGHOOR ) ) ) S S SWHQGHDOODVLJQLILFDWLYLWj(5 UHDWWLYLWjHPRWLYD,3 SRVL]LRQHGHOO,R (& FKLXVXUDHPRWLYD)2 IXVLRQHFRQJOLDOWUL riassume il livello globale individuativo nel processo di differenziazione del Sé: i risultati vengono riportati nelle tabelle seguenti (tabella 6, 7, 8), che sintetizzano separatamente le correlazioni tra la DS e rispettivamente le scale cliniche di base, le scale supplementari e infine quelle di contenuto. Dall analisi riferita alle scale cliniche di base emergono correlazioni negative e statisticamente significative con tutte e 3 le scale dell area psicotica (paranoia, psicastenia, schizofrenia: Pa, Pt, Sc), con la scala nevrotica dei correlati psicopatologici della depressione D (risultato che conferma i dati raccolti da Elieson e Rubin, 2001), con quella di Deviazione psicopatica (Pd), e infine con la scala di Introversione sociale (Si). In particolare, la correlazione è particolarmente elevata nel caso dei correlati psicopatologici della paranoia e della depressione, confermando pertanto i risultati precedentemente illustrati e ottenuti con il SCL-90. La globalità delle associazioni rilevate suggerisce che tanto minore è il livello individuativo nella Tabella 6. Matrice di correlazione lineare (r di Pearson) tra i punteggi prodotti nelle scale cliniche di base del MMPI-2 e il livello globale di Differenziazione del sé (N=25). Tutti i coefficienti di correlazione con specificazione del livello p sono risultati statisticamente significativi (p< 0,05) 003,6&$/(&/,1,&+(',%$6( +V ' +\ 3G 0I 3D 3W 6F 0D 6L '6 S S S S S S +V LSRFRQGULD' GHSUHVVLRQH+\ LVWHULD3G GHYLD]LRQHSVLFRSDWLFD0I PDVFROLQLWjIHPPLQLOLWj 3D SDUDQRLD3W SVLFDVWHQLD6F VFKL]RIUHQLD0D LSRPDQLD6L LQWURYHUVLRQHVRFLDOH'6 GLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVp 245

Antonello Viola differenziazione del sé, quanto maggiore è l emersione di componenti strutturali psicopatologiche dell area psicotica e borderline (in particolare l ideazione paranoide), di tratti nevrotici depressivi, sociopatici e di chiusura alle relazioni interpersonali. Estendendo l analisi correlazionale alle scale supplementari (tabella 7), subito rileviamo che la correlazione negativa più elevata (r= -0,81) si riscontra tra il livello della DS e i correlati psicopatologici dell ansia nella scala A, risultato ulteriormente confermato dalla correlazione negativa tra la DS e il gruppo dei sintomi interni ansiogeni nella scala di contenuto Anx (r= - 0,60): questo dato conferma la maggiore delle proposizioni teoriche della teoria di Bowen, secondo la quale la differenziazione del sé correlerebbe negativamente con l ansia cronica (Kerr e Bowen 1988), aggiungendosi pertanto al corpus dei risultati già ottenuti a sostegno di questo assunto fondamentale (Haber 1993, Griffin e Apostal 1993, Maynard 1997, Skowron e Friedlander 1998, Tuason e Friedlander 2000). Inoltre, il livello di differenziazione del sé correla positivamente (r= 0,60) con la scala supplementare relativa alla forza dell Io (Es), indicandoci quindi che tanto minore è il livello di differenziazione del sé quanto minore è la funzionalità dell istanza psichica dell Io, rilevabile in termini di capacità adattiva e di fronteggiare lo stress, di capacità di recupero, di stabilità emotiva e di salute psicologica generale. Questo dato si pone a sostegno dell associazione tra livello di differenziazione del sé nel processo individuativo ed emersione di un quadro di organizzazione della personalità di tipo borderline o psicotico: i risultati sembrerebbero indicare che tanto minore sia il livello di differenziazione del sé, quanto minore risulti lo sviluppo della forza dell io nelle sue funzioni di adattamento alla realtà, senso ed esame di realtà (McWilliams 1999), quanto minore la conseguente coesione del Sé nella capacità individuale di far fronte alle difficoltà della vita in modo adattabile e realistico. La stessa correlazione inversa tra differenziazione del sé e capacità di adattamento viene riscontrata anche sulla scala Mt di disadattamento universitario-scolastico (r= -0,68). Nelle scale supplementari il dato emergente di forte correlazione negativa (r= -0,68) tra il livello individuativo di DS e la scala di disagio coniugale (Mds) si pone a conferma dei risultati precedentemente ottenuti da Kosek (1998) e Skowron (2000), indicando che un più basso livello di DS si associa a maggiori problematiche relazionali nel contesto del sistema coniugale. È interessante anche la forte correlazione negativa emersa tra il livello di DS e la scala del disturbo post traumatico da stress (r= -0,64): questo risultato potrebbe indicare che tanto minore è livello di DS, quanto maggiore la probabilità che le risorse disponibili non consentano di fronteggiare funzionalmente e adattivamente l impatto di importanti stressor, la cui risonanza potrebbe pertanto condurre all insorgenza di una serie di sintomi Tabella 7. Matrice di correlazione lineare (r di Pearson) tra i punteggi prodotti nelle scale supplementari del MMPI-2 e il livello globale di Differenziazione del sé (N=25). Tutti i coefficienti di correlazione con specificazione del livello p sono risultati statisticamente significativi (p< 0,05) 003,6&$/(6833/(0(17$5, $ 5 (6 0$&5 2+ 'R 5H 0W *P *I 3V3N 0GV $SV $DV '6 S S S S S S S $ DQVLHWj5 UHSUHVVLRQH(6 IRU]DGHOO,R0$&5 VFDOD0DF$QGUHZGLDOFROLVPR2+ RVWLOLWjLSHUFRQWUROODWD'R GRPLQDQ]D 5H UHVSRQVDELOLWjVRFLDOH0W GLVDGDWWDPHQWRXQLYHUVLWDULR*P VFDODGLUXRORGHOJHQHUHPDVFKLOH*I VFDODGLUXRORGHOJHQHUHIHPPLQLOH3V3N VFDODGLGLVWXUERSRVWWUDXPDWLFRGDVWUHVV0GV VFDODGLGLVDJLRFRQLXJDOH$SV VFDODGLWRVVLFRGLSHQGHQ]DSRWHQ]LDOH $DV VFDODGLDPPLVVLRQHGLGLSHQGHQ]D'6 GLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVp 246

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico che configurano il disturbo post-traumatico da stress. Nella matrice di correlazione relativa alle scale di contenuto del MMPI-2 (Tabella 8) del Gruppo dei sintomi interni rileviamo la forte correlazione negativa (-0,72) tra il livello di DS e l ossessività (Obs), l ansia (r= -0,60), la depressione (r= -0,63) e l ideazione bizzarra (r= -0,57). Nelle scale di contenuto relative al Gruppo delle tendenze aggressive esterne, riscontriamo una significativa correlazione negativa (r= -0,51) tra il livello di DS e i sintomi di rabbia incontrollata (Ang), e una discreta correlazione negativa con il cinismo-tendenza misantropica (Cyn, r= -0,45) e la struttura sintomatologica del Tipo A (Tpa, r= -0,41). Riteniamo che questi ultimi risultati confermino il dato di correlazione negativa già ottenuto sulla scala dei sintomi di ostilità (HOS) già illustrato nel quadro dati del SCL-90. Di rilevanza maggiore è certamente la concordanza negativa (r= -0,68) che si è riscontrata tra il livello di DS e il grado di autopercezione negativa (Lse): questo risultato ci suggerisce che a un minor grado di differenziazione del sé si associa un livello inferiore di autostima (a un maggior punteggio sulla scala Lse corrisponde un minor grado di autostima). Procedendo con l analisi correlazionale sulle scale di contenuto relative al Gruppo dei problemi generali, spicca la forte concordanza negativa (-0,68) tra il livello di DS e il grado di disagio e stress nell ambito lavorativo (Wrk) e con la scala Trt (-0,69) indicante il rischio potenziale di insorgenza di difficoltà di trattamento nel contesto psicoterapico. Risultano significative anche le moderate correlazioni negative riscontrate tra la DS e il livello di conflittualità e di disagio nel contesto familiare (Fam, r= -0,47) e il livello di disagio sociale (Sod, r= -0,44). Le correlazioni negative riscontrate sulle scale di contenuto dei problemi generali (Sod, Fam, Wrk, Trt) insieme a quelle sulle scale Mds e Mt, sembrano sostenere la validità dei risultati correlazionali ottenuti tra il livello di DS e il gruppo dei sintomi sulla scala di Sensibilità ai rapporti interpersonali (IS) del SCL-90, poiché i dati ricavati indicano ulteriormente che a un Sé scarsamente differenziato si associa un maggior grado di disagio in ambito relazionale coniugale, familiare, lavorativo e sociale. Questo studio ha voluto indagare altresì sulle correlazioni esistenti tra il livello individuativo della differenziazione del sé e la qualità del prototipo d attaccamento adulto (Bowlby 1969, 1973, 1980; Ainsworth et al. 1978; Hazan e Shaver 1987; Main e Goldwyn 1989; Bartholomew e Horowitz 1991; Brennan et al. 1998) caratterizzante il campione di soggetti clinici, valutando l eventuale sussistenza di condizioni di significatività statistica. Come precedentemente osservato, emerge una forte correlazione positiva significativa tra la dimensione Ansia rilevata sul ECR e il punteggio assegnato alla scala del prototipo d attaccamento Timoroso (r= 0,53; p= 0,007): questo risultato suggerisce che tanto più elevata è l ansia relazionale d attaccamento, Tabella 8. Matrice di correlazione lineare (r di Pearson) tra i punteggi prodotti nelle scale di contenuto del MMPI-2 e il livello globale di Differenziazione del sé (N=25). Tutti i coefficienti di correlazione con specificazione del livello p sono risultati statisticamente significativi (p< 0,05) 003,6&$/(',&217(1872 $Q[ )UV 2EV 'HS +HD %L] $QJ &\Q $VS 7SD /VH 6RG )DP :UN 7UW '6 S S S S S S S S S S S S S $Q[ DQVLD)UV SDXUHIRELH2EV RVVHVVLYLWj'HS GHSUHVVLRQH+HD SUHRFFXSD]LRQLSHUODVDOXWH%L] LGHD]LRQHEL]]DUUD$QJ UDEELD&\Q FLQLVPR $VS FRPSRUWDPHQWLDQWLVRFLDOL7SD WLSR$/VH EDVVDDXWRVWLPD6RG GLVDJLRVRFLDOH)DP SUREOHPLIDPLOLDUL :UN GLIILFROWjVXOODYRUR7UW LQGLFDWRULGLGLIILFROWjGLWUDWWDPHQWR'6 GLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVp 247

Antonello Viola quanto più i modelli rappresentazionali del Sé e degli Altri significativi avranno una connotazione negativa, condizione quest ultima che caratterizza questo specifico modello d attaccamento (Bartholomew e Horowitz 1991). Inoltre, il costrutto globale Differenziazione del sé esibisce una forte correlazione negativa (r= -0,52; p= 0,008) con l ansia d attaccamento (ECR) e il punteggio assegnato alla scala RQ del prototipo d attaccamento Timoroso (r= -0,53: p= 0,006), e contestualmente una correlazione moderatamente negativa (r= -0,43; p= 0,034) con il punteggio assegnato alla scala RQ del prototipo d attaccamento Preoccupato. Questi risultati suggeriscono che a un basso livello individuativo di differenziazione del sé generalmente si accompagna la strutturazione di un prototipo d attaccamento adulto insicuro, caratterizzato da un elevata ansia e da un modello rappresentazionale del Sé negativo (il quale caratterizza sia l attaccamento insicuro di tipo Preoccupato che quello Timoroso ). Esaminando più analiticamente la matrice di correlazione nei fattori della differenziazione del sé, emerge la forte correlazione negativa (r= -0,59; p= 0,002) tra la reattività emotiva ER (a un basso punteggio sulla scala ER corrisponde un alta reattività emozionale) e l ansia relazionale d attaccamento ECR (il risultato conferma il dato già ottenuto da Skowron e Dandy 2004), e con il punteggio sulla scala RQ del prototipo d attaccamento insicuro Preoccupato (r= -0,56; p= 0,004), e infine una moderata correlazione negativa (r= -0,40; p= 0,048) con il punteggio sulla scala RQ del prototipo d attaccamento insicuro Timoroso. Allo stesso modo, il fattore Fusione con gli altri (FO) esibisce una forte correlazione negativa (r= -0,54; p= 0,006) con l ansia relazionale d attaccamento ECR (anche questo risultato conferma il dato già ottenuto da Skowron e Dandy 2004), e una correlazione inversa moderata con il punteggio sulla scala RQ del prototipo d attaccamento insicuro Timoroso (r= -0,47; p= 0,019). Questi risultati mostrano che i prototipi d attaccamento insicuri di tipo ansioso (preoccupato e timoroso) si accompagnano a un elevata reattività emotiva, caratterizzata da scarsa capacità autoregolativa di modulazione dei propri stati emotivi, e a un elevato tenore di fusionalità caratterizzata da un ipercoinvolgimento emotivo e da un alta iperidentificazione con Altri significativi. Da un punto di vista clinico, questa osservazione suggerisce l esigenza e l adeguatezza di lavorare psicoterapicamente sui processi autoregolativi di modulazione emozionale, su una maggiore definizione della coesione e dei confini del Sé e sul senso d identità individuale, al fine di apportare un miglioramento ai modelli operativi interni del prototipo d attaccamento, e quindi di conseguenza alle dinamiche delle relazioni interpersonali significative. Inoltre, tra i dati di correlazione spicca la forte correlazione negativa (r= -0,59; p= 0,002) esibita dal fattore chiusura emotiva EC (tanto minore è il punteggio sulla scala quanto maggiore la chiusura emotiva) e l evitamento relazione d attaccamento (ECR), anche in questo caso confermando il dato già precedentemente ottenuto da Skowron e Dandy (2004). Questo risultato indica che a un Sé scarsamente differenziato, particolarmente caratterizzato da un alto timore di intimità e di fagocitazione nelle relazioni, si associa la strutturazione di un prototipo d attaccamento di tipo evitante: a un livello clinico questo suggerisce la necessità di lavorare psicoterapicamente sui timori e sulle distorsioni cognitivo-affettive che sostengono le paure d intimità e lo stile inibente di regolazione emozionale che caratterizza gli individui con attaccamento evitante, al fine di apportare cambiamenti migliorativi e maggiormente adattivi ai relativi modelli operativi interni dell attaccamento e contestualmente produrre una maggiore differenziazione del Sé. Per completare l analisi correlazionale sono state valutate le correlazioni tra le dimensioni della Differenziazione del sé e l autostima: questo ulteriore livello d indagine offre informazioni molto importanti, poiché il costrutto autostima rappresenta un indice importante del benessere psicologico globale di un individuo, costituendo essa l autovalutazione cognitivo-emotiva del valore percepito di una persona e rappresentando un bisogno e una motivazione umana di base (Branden 1969, 2001; Maslow 1987; Mruk 2006). Dalla matrice di correlazione emerge 248

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico Tabella 9. Matrice di correlazione lineare (r di Pearson) tra i punteggi prodotti dal campione (N=25) nelle scale di evitamento e d ansia d attaccamento (ECR), nelle scale dei prototipi d attaccamento sicuro, timoroso, preoccupato e distanziante (RQ) e nella scala d autostima (RSES) e la Differenziazione del sé nelle sue dimensioni intrapsichiche e interpersonali. Tutti i coefficienti di correlazione con specificazione del livello p sono risultati statisticamente significativi (p< 0,05) (9,7(&5 $16(&5 6,&54 7,054 35(2&54 ',6754 $87267,0$ (9,7(&5 S $16(&5 S S 6,&54 S 7,054 S S 35(2&54 S ',6754 S $87267,0$ S (5 S S S S,3 S (& S S S S )2 S S S S '6 S S S S S WHQGHDOODVLJQLILFDWLYLWjVWDWLVWLFD(5 UHDWWLYLWjHPRWLYD,3 SRVL]LRQHGHOO,R(& FKLXVXUDHPRWLYD )2 IXVLRQHFRQJOLDOWUL'6 OLYHOORJOREDOHGLGLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVp (9,7(&5 GLPHQVLRQHHYLWDPHQWR([SHULHQFHVLQ&ORVH5HODWLRQVKLSV6FDOH $16(&5 GLPHQVLRQHDQVLD([SHULHQFHVLQ&ORVH5HODWLRQVKLSV6FDOH 6,&54 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRVLFXUR5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH 7,054 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRWLPRURVR5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH 35(2&54 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRSUHRFFXSDWR5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH ',6754 SURWRWLSRG DWWDFFDPHQWRDGXOWRGLVWDQ]LDQWH5HODWLRQVKLSV4XHVWLRQQDLUH 249

Antonello Viola chiaramente l elevata correlazione tra il livello globale individuativo di differenziazione del sé e l autostima (r= 0,72; p< 0,001), e altresì correlazioni molto alte tra i fattori della DS, in particolare tra la Posizione dell Io, IP (r=0,65; p< 0,001), la Reattività emotiva, ER (r= 0,56; p= 0,004), la Fusione dell Io, FO (r= 0,52; p= 0,008) e l autostima. Ovviamente questi risultati suggeriscono che tanto maggiore è il livello individuativo della differenziazione del sé quanto maggiore il livello di autostima individuale, e pertanto il grado di autopercezione positiva della persona, il quale si inquadra nell ampio contesto del benessere psicologico individuale. Inoltre, questo dato supporta ulteriormente il risultato di correlazione ottenuto sulla scala di contenuto dell autostima Lse (r= 0,68) del MMPI-2 (tabella 8) e i risultati precedentemente ottenuti da Chung e Gale (2006) in una loro ricerca su campioni di soggetti koreani e statunitensi, confermando pertanto l ipotesi di universalità della teoria di Bowen e sostenendo l assunto per cui il livello di differenziazione del sé si accompagna a un buon livello di benessere psicologico, pertanto correlando positivamente con esso. Peraltro, anche i risultati ottenuti da Chung e Gale (2006) evidenziarono una correlazione maggiormente elevata tra il fattore IP e l autostima, chiaramente emersa anche in questa ricerca. Per concludere l analisi dei dati, questo studio ha indagato sul piano statistico inferenziale per verificare la presenza di differenze statisticamente significative in relazione al diverso livello individuativo di differenziazione del sé raggiunto dai soggetti del campione. A tale scopo il campione è stato ripartito in due gruppi (tabella 10), caratterizzati rispettivamente da un livello medio-basso (1-3,5) e un livello medio-alto (3,6 6) di Differenziazione del sé, e verificando successivamente se al test t di Student per campioni indipendenti (α = 0,05) emergevano differenze statisticamente significative (tabella 11) in relazione alla presenza di sintomatologia (global severity index, GSI), al prototipo d attaccamento (livelli d ansia ed evitamento ECR, scale dei prototipi d attaccamento adulto RQ) e al grado d autostima (RSES). Nella seguente tabella vengono riassunti i dati descrittivi dei due gruppi in relazione al livello di DS. In effetti la statistica inferenziale ha evidenziato alcune differenze statisticamente significative molto interessanti: il gruppo di pazienti con livello di differenziazione del sé medio-alto presenta un livello di benessere psicologico medio, in termini di presenza di sintomatologia (GSI) e di autostima, decisamente superiore rispetto al gruppo dei pazienti con livello di DS mediobasso. In particolare il gruppo con DS medio-alta presenta un indice globale di severità sintomatologica medio (GSI) di grado basso (che indica una presenza sintomatologica molto limitata) contro un GSI medio di grado moderato del gruppo con DS medio-bassa (p= 0,034), il quale pertanto presenta la sussistenza di una gravità sintomatologica già considerevole. Inoltre Tabella 10. Valori medi e deviazioni standard della DS nei due gruppi '6 0HGLD 1 '6 'HY6WG *UXSSR *UXSSR 7XWWL *UXSSR VRJJHWWLFRQGLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVpPHGLREDVVD *UXSSR VRJJHWWLFRQGLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVpPHGLRDOWD 250

Differenziazione del sé e alle sue implicazioni in ambito clinico Tabella 11. Risultati della statistica con il test per campioni indipendenti (p< 0,05) tra i due gruppi con livello di differenziazione del sé medio-basso e medio-alto 0HGLD JUXSSR 0HGLD JUXSSR 9DORUHW JGO S *UXSSR VRJJHWWLFRQGLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVpPHGLREDVVD *UXSSR VRJJHWWLFRQGLIIHUHQ]LD]LRQHGHOVpPHGLRDOWD 1 JUXSSR 1 JUXSSR 'HY6WG JUXSSR 'HY6WG JUXSSR 5DSS) YDULDQ]H *6, 7,054 $87267,0$ nel gruppo 2 (DS medio-alta) la media esibita sulla scala del prototipo d attaccamento timoroso (caratterizzato da modelli rappresentazionali del sé e dell altro negativi, e dalla presenza di un notevole livello d ansia ed evitamento relazionale) è di grado basso, contro un livello nettamente superiore (moderato-alto) esibito invece dal gruppo 1 con DS medio-bassa(p= 0,021): pertanto, inferenzialmente questo risultato indica che gli individui con un Sé maggiormente differenziato presentano meno problematiche ansiose ed evitanti nel contesto di relazioni ad alta valenza affettiva. Per quanto concerne il tenore d autostima, il gruppo di pazienti con DS medio-alta ha esibito un livello medio nella normalità, mentre il gruppo con DS medio-bassa era caratterizzato da un autostima media di livello decisamente inferiore e di grado un poco al di sotto dell intervallo di normalità (p= 0,001). Inferenzialmente anche questi risultati confermano la validità e l universalità dell ipotesi boweniana secondo la quale gli individui che non hanno raggiunto un sano livello individuativo di differenziazione del sé sono caratterizzati da un grado di distress psicologico più elevato, che si estrinseca nella presenza di un notevole tenore di sintomatologia psicopatologica, con un livello carente di autopercezione positiva e la presenza di un più elevato grado d ansia ed evitamento nelle relazioni affettivamente significative. Conclusioni Il concetto di differenziazione del sé è nato e si è inizialmente sviluppato nel contesto della teoria dei sistemi familiari. Tuttavia la ricerca empirica ha evidenziato un numero consistente di correlazioni significative con una sensibile quantità di costrutti psicodinamici, che ne hanno fatto emergere l importanza quale indice potenziale della dinamica del processo evolutivo della psiche: pertanto, possiamo considerare un livello sufficiente o elevato di differenziazione del Sé come uno dei prodotti del processo di sviluppo e strutturazione psicologica sufficientemente sano ed equilibrato. I dati emergenti di questo studio dimostrano come il costrutto differenziazione del sé rappresenti una componente del Sé globale dell individuo adulto il cui sviluppo deficitario correla con una condizione di malessere psicologico riflessa dalla presenza di un corteo di sintomi, dal deficit di autostima e dalla strutturazione di modelli operativi interni insicuri dell attaccamento adulto. Quindi, data l associazione significativa del fattore Differenziazione del sé con una notevole quantità di elementi psicodinamici, esso può essere considerato come un utile costrutto per la valutazione integrata della condizione di benessere psicologico dell individuo. Per questa ragione la valutazione della differenziazione del sé con le sue componenti psicologi- 251

Antonello Viola che intrapsichiche e interpersonali in un individuo adulto, può rappresentare una importante componente di analisi il cui utilizzo può essere psicoterapicamente orientato nella risoluzione della condizione disadattiva del paziente. Infatti, agire psicoterapicamente sugli elementi psicologici che determinano un livello disfunzionale di chiusura emotiva (EC), o di eccessiva fusione emotiva e/o iperidentificativa con altri significativi, o un carente livello di affermazione del proprio Sé e della propria identità in ambito intrapsichico e interpersonale, oppure un grado deficitario di modulazione degli stati emotivi (ER), può comportare una sensibile riduzione della sintomatologia, un viraggio positivo dei modelli operativi interni dell attaccamento adulto, e un recupero o un rafforzamento di un sano livello di autostima individuale, rendendo l individuo a una condizione maggiormente adattiva e di sufficiente benessere psicologico. Pertanto, l accurata valutazione del livello di differenziazione del sé può consentire di individuare quelle specifiche componenti strutturali che esibiscono uno sviluppo carente, e conseguentemente orientare selettivamente e costruttivamente l intervento psicoterapico focalizzando il processo proprio sugli elementi psicodinamici connessi, la cui riarmonizzazione può favorire una canalizzazione più veloce di cambiamenti positivi verso una maggiore forza dell Io e una più elevata coesione del Sé, o anche verso una proficua compensazione del livello evolutivo di organizzazione della personalità. Riassunto Questo studio fornisce una panoramica sulle principali ricerche realizzate in merito alla Differenziazione del Sé, e un corpus di dati che presentano a un primo livello esplorativo e inferenziale le correlazioni tra le componenti psicologiche di questo importante costrutto psicologico e il livello generale di adattamento e benessere psicologico valutati attraverso la presenza di sintomatologia psicopatologica, il livello di autostima e gli elementi disfunzionali dei prototipi d attaccamento in un campione di 25 soggetti adulti nell ambito di un contesto essenzialmente clinico di consulenza psicologica e psicoterapia. I dati prodotti apportano un contributo clinico finora unico alla verifica degli assunti della teoria di Bowen, a sostegno della centralità e dell importanza trasversale del costrutto della differenziazione del Sé nell ambito della psicoterapia e della consulenza psicologica. I risultati mostrano inoltre come il costrutto differenziazione del sé rappresenti un importante componente del Sé globale dell individuo adulto, il cui sviluppo deficitario correla con una condizione di malessere psicologico riflessa dalla presenza di un corteo di sintomi, dal deficit di autostima e dalla strutturazione di modelli operativi interni insicuri dell attaccamento adulto. A RESEARCH CONTRIBUTION ON DIFFERENTIATION OF SELF AND ITS CLINICAL IMPLICATIONS Abstract Key Words: differentiation of self, psychological wellbeing, adult attachment prototypes, self-esteem This study provides a general review of the main researches developed on the Differentiation of self, and a corpus of data which show, at a first descriptive and inferential level, the correlation between the components of this important psychological construct and the global level of psychological adjustment and wellbeing evaluated through the presence of psychopathological symptoms, the self-esteem entity and the dysfunctional elements of the adult attachment prototypes, in a sample of 25 adult subjects supported by a context of psychological counselling and psychotherapy. Data yielded by this research supply with a unique and original clinical contribution the test of Bowen theory assumptions, confirming the centrality and the 252