Convegno 29 maggio 2011 LA DISPRASSIA.Questa Sconosciuta Fondazione Santa Lucia I.R.C.C.S. A cura di: Carlo MUZIO NPI- Psicoterapeuta Doc. Neurolinguistica Uni. PV Istituto di Riabilitazione SantoStefano - Porto Potenza Picena (MC) carlo.muzio55@alice.it
Disprassia evolutiva - DCM DISTURBI DELL ORGANIZZAZIONE DEL MOVIMENTO VOLONTARIO alterazioni che interessano l organizzazione mentale (PROGETTAZIONE) dell atto motorio e/o l ESECUZIONE dell atto motorio
SISTEMI MOTORI
Azioni e gesti espressi in base alle modalità sensoriali Modalità IMITATIVA Modalità VISUO- TATTILE Modalità VISIVA Modalità VERBALE Si produce un azione imitando un gesto mostrato al soggetto Si produce un gesto osservando e manipolando gli oggetti Si produce un gesto sulla base della semplice osservazione dell oggetto. Si recupera il piano d azione sulla base del solo comando verbale
DISPRASSIA sintomatolgia difficoltà di organizzazione dell atto motorio e di integrazione delle varie componenti sequenziali dell atto motorio difficoltà ad adattare il movimento al variare della situazione ambientale difficoltà a proporre e individuare strategie motorie originali per risolvere un problema nuovo o posto in modo diverso dal solito difficoltà percettive tattili, cinestesiche, visive
1 Per la diagnosi il DSM IV -TR 2000 prevede i seguenti criteri principali: - è presente una marcata difficoltà o ritardo nello sviluppo della coordinazione motoria (abilità motorie in compiti quotidiani inferiori a quanto atteso per età e QI) - le difficoltà di coordinazione non sono dovute a condizioni patologiche quali P.C.I. distrofia muscolare o altro; 2 - se il ritardo di sviluppo è evidente, le difficoltà motorie sono prevalenti rispetto ad altre generalmente associate. 3 - queste difficoltà interferiscono con l apprendimento accademico e con le attività della vita quotidiana. 4
L ICD-10 evidenzia il Disturbo Evolutivo Specifico della Funzione Motoria (SDDMF) identificandolo attraverso i seguenti criteri: Difficolta di coordinazione, presente dalle prime fasi di sviluppo e non dipendente da deficit neurosensoriali e neuromotori; il deficit della coordinazione motoria non può essere spiegato da una condizione di ritardo mentale Entita della compromissione variabile e modificabile in funzione dell eta ; Ritardo di acquisizione, (non costante), delle tappe di sviluppo motorio, a volte accompagnato da ritardo dello sviluppo del linguaggio (componenti articolatorie);
Goffaggine nei movimenti; Ritardo nell organizzazione del gioco e del disegno (tipo di deficit costruttivo); Difficoltà in compiti visuo-spaziali Presenza (non costante) di segni neurologici sfumati, privi di sicuro significato localizzatorio; Presenza (non costante) di difficoltà scolastiche e di problemi socio-emotivocomportamentali.
Quest ultimo aspetto difficoltà scolastiche e di problemi socio-emotivocomportamentali non va sottovalutato in ambito clinico; Occorre considerare il carico di frustrazione che il bambino disprattico deve sopportare nel corso dello sviluppo e rispetto alle richieste dell ambiente; spesso i bambini disprattici vengono considerati poco intelligenti, pigri, svogliati. Il rischio è quindi quello di innescare disturbi comportamentali e psicopatologici.
Nell esperienza clinica ritroviamo spesso componenti disprattiche in vari disturbi SPECIFICI dello sviluppo in età evolutiva: D G S (Dist. Spettro Autistico) D M SS ADHD, o ADD in cui si evidenziano gravi componenti disprattiche DSL con componenti disprattiche (DCD) DSA con conclamata disgrafia su base disprattica
Co-morbilità. Incidenza della sovrapposizione di Disturbo di Coordinazione Motoria (DCM), Disprassia Deficit di Attenzione con o senza Iperattività (ADHD, ADD), Disturbi Specifici di Linguaggio e Apprendimento (DSL,DSA) e Disturbo Generalizzato dello Sviluppo(DGS) DSA DSL DCM ADHD ADD DGS
Altri disturbi (disturbo da ansia di separazione, disturbo reattivo dell'attaccamento, disturbo da Disturbi infantili Disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale Disturbi delle capacità motorie Disturbi della comunicazione (comprensione ed espressione del linguaggio) Disturbi generalizzati dello sviluppo (disturbo autistico) Disturbi da deficit dell'attenzione e da comportamento dirompente Disturbi della condotta Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione Disturbi da tic DSM-IV Disturbo della funzione motoria Disturbi dell'eloquio e del linguaggio Disturbo da alterazione globale dello sviluppo psicologico (autismo infantile e autismo atipico) Sindromi ipercinetiche Disturbi della condotta e della sfera emozionale (disturbo della condotta depressiva) Altri disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale nell'infanzia (disturbo dell alimentazione) Disturbo di tipo tic ICD-10
Classificazione diagnostica della salute mentale e dei disturbi di sviluppo nell`infanzia La Classificazione diagnostica 0-3 categorizza i pattern emotivi e comportamentali che rappresentano le deviazioni piu` significative dello sviluppo normativo nei primi anni di vita. Alcune delle categorie presentate costituiscono nuove formulazioni della salute mentale e delle difficolta` di sviluppo. 14
Disturbo Multisistemico di Sviluppo Caratterizzato da: Danneggiamento significativo, ma non assenza completa, della capacità di stabilire relazioni emotive e sociali con i genitori. Danneggiamento significativo nella capacità di formare, mantenere e/o sviluppare una comunicazione. Disfunzione significativa nell elaborazione delle informazioni uditive. Disfunzione significativa nell elaborazione di altre sensazioni e nella pianificazione motoria.
Reattività sensoriale atipica -iper- o iporeattività ai rumori -iper-o iporeattività a luci -iper reattività alle sensazioni tattili e/o ipersensibilità orale -iporeattività al tocco o al dolore -iper o iporeattività agli odori -iper o iporeattività alla temperatura -iper-o iporeattività stimolazioni labirintiche Difficoltà motorie -disturbi del tono -deficit nelle abilità di pianificazione -deficit di modulazione nelle attività motorie -deficit della motricità fine Difficoltà motorie -deficit nella elaborazione visuospaziale -deficit nell elaborazione uditivoverbale Difficoltà attentive Difficoltà di interazione sociale - marcata compromissione nell'uso dei comportamenti non verbali - incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei - mancanza di ricerca spontanea di esperienze di condivisione - mancanza di reciprocità sociale o emotiva Difficoltà comunicative - ritardo o totale mancanza del linguaggio parlato - marcata compromissione nella capacità di sostenere una conversazione - uso di linguaggio stereotipato, ripetitivo o eccentrico - mancanza di giochi di simulazione o di imitazione sociale Comportamenti ripetitivi - dedizione a interessi ristretti e anomali per intensità e focalizzazione - sottomissione rigida a inutili abitudini o rituali - manierismi motori - persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti
I 9 sistemi implicati nei processi dello sviluppo e dell apprendimento Sistema del PENSIERO SOCIALE Sistema PERCETTIVO Sistema di controllo ATTENTIVO Sistema MNEMONICO Sistema del PENSIERO SUPERIORE SISTEMI NEUROEVOLUTIVI Sistema LINGUISTICO Sistema MOTORIO Sistema di Ordinamento SEQUENZIALE Sistema di Ordinamento SPAZIALE
I Disturbi dello Sviluppo Eventi congeniti: sviluppo pre-natale Sviluppo del SNC: Fattori genetici ambientali - relazionali Class. ICD10 DSM IV Class. 0-3 Sindromi malformative: cromosomiche, Genetiche, noxe patogene esterne Patologie neurobiologiche: P.C.I. Epilessie Dist. del metabolismo Disabilità Intellettiva D I - R M Quadri clinici complessi Disturbi Pervasivi dello Sviluppo - DSA - (Disturbi dello Spettro Autistico) Disturbi Specifici dello Sviluppo Dist. Spec. del Linguaggio DANV Disturbo di Apprendimento Non Verbale - Sd. di Rourke (deficit visuo-spaziali) D.S.A. - Disturbi Specifici dell Apprendimento Dist. spec. di Evoluzione della Funzione Motoria D C M - Disprassia evolutiva ADHD Disturbi precoci della relazione (modalità di Attaccamento) DMS - Disturbi Multisistemici dello sviluppo. Disturbi della Regolazione Disturbi della Condotta e della Sfera Emozionale Disturbi di Personalità A cura di : Carlo MUZIO - NPI - 2010
Sulla base dell esperienza clinica e dell intervento riabilitativo neuropsicologico la Disprassia non rappresenta solo un quadro sindromico, ma anche una caratteristica o sintomo presente in diversi disturbi neuroevolutivi ( ad es. Sd di Williams, Sd. Asperger, Sd. Down ) ovvero in quei bambini che sebbene con patologie maggiori, presentano anche sintomi di disfunzione dei sistemi di pianificazione dell atto motorio volontario spesso associati a disturbi nell area delle competenze visuospaziali.
In sintesi la disprassia si può presentare come deficit specifico (DE) e come insieme di segni e sintomi presenti in diversi ambiti dello sviluppo, quindi con diverse tipologie, spesso associate, delle quali una o più sono prevalenti ed appaiono in primo piano nell osservazione clinica.
La comorbilità e la presenza di componenti disprattiche all interno di altri quadri diagnostici ci permette di arrivare ad un concetto chiave per il nostro approccio teorico e clinico interpretando la disprassia come disturbo multisistemico che coinvolge diversi aspetti dello sviluppo che vengono ad influenzarsi reciprocamente e dove la disorganizzazione sul piano motorio e deficit percettivi hanno gravi ricadute su altri ambiti dell apprendimento
La disprassia, in questa visione dello sviluppo neuroevolutivo, assume un pregnante significato sia nella valutazione sia rispetto alla terapia in relazione al concetto della stretta correlazione tra PERCEZIONE -AZIONE - COGNIZIONE Oggi questo non è più solo un modello teorico ma è sostenuto dalle recenti scoperte nel campo delle neuroscienze e dei neuroni specchio
PERCEZIONE C O G N I Z I O N E IL CIRCUITO AZIONE Carlo Muzio, Neuropsichiatra Infantile, Psicoterapeuta, doc.di Neurolinguistica UNI.PV- carlo.muzio@fastwebnet.it
C O G N I Z I O N E RICHIESTA (dall esterno) Sistema uditivo Elaborazione linguistica Aspetti emotivi (regolazione) aggiustamento carlo.muzio@fastwebnet.it PERCEZIONE Rilevazione dati fisici PROGETTAZIONE dell AZIONE ANTICIPAZIONE della STRATEGIA PIANIFICAZIONE sviluppo del programma motorio Sistema MOTORIO MONITORAGGIO cognitivo Lo scopo è pienamente raggiunto? SCOPO (bisogno interno) AZIONE FINALIZZATA Memoria implicita A T T E N Z I O N E claudia.cappa@cnr.it