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INSEGNAMENTO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE II METODOLOGIA DELLA RICERCA PEDAGOGICA PROF. LUCIANO GALLIANI

Indice 1 Modello della ricerca pedagogica di natura empirica...3 2 La ricerca orientata alla conoscenza e la ricerca orientata alle decisioni...6 3 Integrazione dei metodi quantitativi e qualitativi...10 2 di 10

1 Modello della ricerca pedagogica di natura empirica Nella lezione precedente è stata analizzata la diversa articolazione della pedagogia che si può suddividere in: pedagogia teoretica; pedagogia clinica; pedagogia sperimentale. La metodologia della ricerca pedagogica può essere divisa sostanzialmente in due parti: una metodologia della ricerca teorica; una metodologia della ricerca empirica. Per ricerca empirica si intende una ricerca che fa riferimento a fatti, teorie e concetti, pertanto le osservazioni empiriche consentono di descrivere un fenomeno al fine di estrapolare delle leggi generali rispetto allo studio di eventi, di processi, di contesti. Queste osservazioni empiriche fanno da base anche per la costruzione delle teorie pedagogiche. Si pensi, alle teorie dell apprendimento che ispirano le teorie dell insegnamento. Fino al secolo scorso si riteneva che la teoria comportamentista dell apprendimento, fondata sulla relazione stimolo-risposta, bastasse a spiegare i comportamenti di apprendimento di bambini, ragazzi e adulti. Il cambiamento radicale si ha con il Cognitivismo di seconda generazione che prende le distanze sia dal Comportamentismo sia da un certo Cognitivismo modello H.I.P. (Human Information Processing), detto appunto Cognitivismo di prima generazione Lo studio del pensiero, dei modi in cui la mente funziona, ha permesso di capire che la teoria comportamentista era insufficiente a spiegare le modalità con cui si apprende e si comunica. Anche la teoria cognitivista è stata successivamente integrata, e si è giunti a sostenere che la costruzione della conoscenza non avviene più solo attraverso una modalità di relazione con la realtà che viene studiata, ma attraverso una costruzione sociale della conoscenza, che oggi viene definita Costruttivismo sociale. 3 di 10

Le tre teorie dell apprendimento hanno ispirato, nel tempo, tre teorie dell insegnamento. 1. La teoria comportamentista ha ispirato una teoria trasmissiva dell insegnamento: le conoscenze vengono trasmesse dall insegnante all allievo e quest ultimo deve comprenderle, acquisirle, organizzarle a livello mentale, memorizzarle e, sostanzialmente, nella fase di verifica e valutazione degli apprendimenti, ripeterle al docente. 2. La teoria cognitivista ha comportato una teoria interazionista dell insegnamento: non si assiste più alla trasmissione di nozioni da un emittente ad un ricevente, ma ad una modalità interattiva di feedback progressivi del docente rispetto all allievo, ma anche dell allievo rispetto al docente. L allievo è emittente e ricevente così come il docente non è solo trasmittente. Questa modalità interattiva è stata applicata anche a livello tecnologico: è possibile che al posto del docente vi sia un programma organizzato, un software rispetto al quale il soggetto diventa interattivo, ha la possibilità, cioè, di ricevere le risposte in funzione delle proprie azioni. Si pensi all organizzazione della conoscenza di natura interattiva, e a come l introduzione del computer nei processi di insegnamento, abbia prodotto elementi di innovazione. 3. La teoria costruttivista ha determinato, sul piano dell insegnamento, lo sviluppo di un apprendimento cooperativo, attraverso la rete, come ad esempio Internet, ma anche all interno delle classi reali in cui si produce istruzione ed educazione. L importanza dell adozione di teorie nella ricerca è dovuta al fatto che esse ispirano le modalità con cui si fa ricerca e nello stesso tempo si sottopongono a verifica empirica. Si riporta di seguito uno schema esemplificativo degli argomenti trattati: 4 di 10

Figura 1: Modello della ricerca pedagogica di natura empirica 5 di 10

2 La ricerca orientata alla conoscenza e la ricerca orientata alle decisioni La ricerca empirica può avere due grandi campi di applicazione: una ricerca orientata alla conoscenza; una ricerca orientata alle decisioni. In ambito educativo, esistono, però, dei limiti alla ricerca. 1. Il primo limite è di natura deontologica. Quando si conduce una ricerca bisogna sempre tenere in conto il fatto che si esaminano delle persone, spesso in età dello sviluppo e, quindi, non si può condurre una ricerca che ha come finalità quella di modificare, violentare la crescita dei soggetti, ma è necessario condurre lo studio nel rispetto dell identità delle persone. 2. Il secondo limite è legato al contesto in cui si svolge la ricerca. Fare ricerca nella scuola o nella famiglia significa rispettare il normale equilibrio dello specifico contesto analizzato. 3. Il terzo limite è rappresentato, invece, dagli attori dei contesti di ricerca. Infatti, nel momento in cui si conduce la ricerca, gli operatori educativi devono essere aiutati al fine di divenire essi stessi dei ricercatori. Se si adottano metodi quantitativi, nella ricerca orientata alla conoscenza, si privilegia la ricerca sperimentale, se invece, si usano metodi qualitativi si conduce una ricerca idiografica di natura interpretativa dei singoli soggetti o casi. La ricerca orientata alle decisioni, se adotta metodi quantitativi, dà vita ad una ricerca operativa, se invece usa metodi qualitativi produce la ricerca-azione. Le finalità della ricerca educativa sono: la comprensione, intesa come attività finalizzata a rilevare il collegamento logico con gli altri eventi (ad esempio il collegamento logico tra gli esiti scolastici, il profitto degli allievi, il contesto familiare e il ceto sociale è utile per comprendere i risultati finali del processo di apprendimento). 6 di 10

La predizione, al fine di conoscere ciò che avverrà. Predizione significa creare un rapporto empirico con gli eventi antecedenti, in modo tale da apportare miglioramenti o prendere provvedimenti rispetto ai processi che probabilmente si svolgeranno nel modo previsto. Il controllo degli eventi di natura educativa. Tutto il sistema di valutazione, di natura formativa e sommativa all interno di tutti i sistemi educativi, tende a controllare i processi formativi. Per fare ciò è necessario manipolare variabili indipendenti, connesse funzionalmente per ottenere risultati, cioè delle variabili dipendenti di miglioramento. La ricerca scientifica intorno agli eventi educativi tende, dunque a comprendere, predire, controllare ed è per questo che si parla di pedagogia sperimentale, una disciplina che adotta metodi empirico - sperimentali. La ricerca orientata alle conclusioni generalizzabili, rappresenta una ricerca orientata a scoprire delle leggi di comportamento generale, mentre una ricerca orientata alle decisioni è finalizzata a determinare dei cambiamenti all interno delle istituzioni e delle organizzazioni. Ma analizziamo le caratteristiche delle due ricerche. Una ricerca orientata alle conclusioni è quasi sempre motivata dai ricercatori e dai professionisti della ricerca, che sono a conoscenza di problemi presenti in aree che non sono state ancora esplorate fino in fondo. La ricerca orientata alle decisioni, invece, prende vita dalla situazione problematica specifica, cioè da un problema che non si riesce a risolvere (ad esempio l inserimento dei bambini stranieri a scuola, rappresentava un problema sconosciuto sino a qualche anno fa, ma nel momento in cui riguarda il 10% degli allievi nella scuola italiana, tale fenomeno assume lo status di problema per i docenti che non sono preparati ad affrontare tale situazione). Se una ricerca orientata alle conclusioni è una ricerca nomotetica, cioè finalizzata alla ricerca di regolarità, la ricerca orientata alle decisioni, invece, come lo studio del caso, o la ricercaazione è ricerca idiografica, orientata allo studio del singolo individuo, o del gruppo o dell ambiente. La ricerca orientata alla conoscenza si pone come fine primario la spiegazione dei fenomeni educativi, mentre la ricerca orientata alle decisioni ha come fine primario la comprensione dei fenomeni. 7 di 10

Il primo tipo di ricerca è autonomo, mentre la ricerca orientata alle decisioni è al servizio di chi ha il potere decisionale e di chi è coinvolto all interno delle istituzioni. La ricerca orientata alla conoscenza predilige la verificabilità, la consistenza, la generalizzazione dei risultati, la ricerca orientata alle decisioni privilegia l utilità sociale dei risultati e delle soluzioni ed è contestualizzata allo specifico caso. La conoscenza rappresenta l obiettivo della ricerca orientata alle conclusioni, mentre l obiettivo per la ricerca orientata alle decisioni è rappresentato dal valore che si va a costruire. Il piano con cui si conduce il lavoro di ricerca, per quanto riguarda la ricerca orientata alle conclusioni, è di natura sperimentale e osservativa, mentre, nel caso della ricerca orientata alle decisioni, bisogna adattare la ricerca all intervento degli attori. Nella ricerca orientata alle conclusioni si tende a svolgere uno studio che abbia un riconoscimento di validità sia interno che esterno ed è quasi sempre una ricerca monodisciplinare. Nella ricerca orientata alle decisioni si svolge, invece, uno studio di natura multidisciplinare, una ricerca che si misura con la credibilità, con forme di analogia e con altre situazioni piuttosto che con la validità interna ed esterna. La distinzione tra ricerca orientata alle conclusioni generalizzabili che si regge sull osservazione e sulla sperimentazione e quella orientata alle decisioni, ci permette di capire quali sono le teorie di riferimento e come si conduce la ricerca. La ricerca empirica in educazione è una ricerca che vuole portare un miglioramento nei processi educativi, formativi, all interno delle istituzioni, nei contesti sociali, quindi è una ricerca sempre finalizzata a determinare un miglioramento sia quando si ricercano regole generali dei comportamenti, sia quando si ricercano interventi specifici in contesti particolari. Si riporta di seguito uno schema esemplificativo degli argomenti trattati: 8 di 10

Figura 2: La ricerca orientata alla conoscenza e la ricerca orientata alle decisioni 9 di 10

3 Integrazione dei metodi quantitativi e qualitativi Tornando alla questione dei metodi quantitativi e qualitativi, non è più possibile renderli fra di loro non complementari e integrabili, infatti, i due paradigmi, quello neopositivista, che utilizza metodi di natura quantitativa e quello fenomenologico-ermeneutico, che utilizza metodi di natura qualitativa, sono due modalità da integrare anche nella ricerca di natura empirico-sperimentale. Tali paradigmi rappresentano due approcci distinti ma complementari perché i soggetti dell educazione sono allo stesso tempo simili (leggi generali) e diversi (differenze specifiche). Per studiare le similarità, è opportuno utilizzare metodi di natura quantitativa, mentre per analizzare le diversità si adottano metodi di natura qualitativa. Il metodo di natura quantitativa è riconducibile alla generalizzazione dei risultati della ricerca nomotetica e della verifica delle ipotesi che avviene attraverso la logica statistica (l esempio classico consiste nel passare da un campione rappresentativo all intero universo di coloro che presentano le stesse caratteristiche, dunque, una generalizzazione dei risultati). Per quanto riguarda la ricerca idiografica non si possono generalizzare i risultati, ma si dovrebbe riuscire a trasferirli, poiché l interpretazione dell evento avviene in base ad una logica di natura euristica e non statistica. Due diversi modi per conoscere la realtà sociale ed educativa, due diversi stili di ricerca e un unica logica, quella dell inferenza, che parte dallo studio della realtà per giungere alla costruzione della spiegazione dei fenomeni educativi e alla comprensione delle persone che vivono e producono questi fenomeni. 10 di 10