SETTORE LATTIERO-CASEARIO Relazioni di filiera attuali e scenari post quote www.ismea.it www.ismeaservizi.it Caravaggio (BG), 16 dicembre 2013
1 LE CARATTERISTICHE DELLA FILIERA www.ismea.it www.ismeaservizi.it
I PRINCIPALI ATTORI DELLA FILIERA La complessità della filiera Aziende mangimistiche (532) materie prime (latte crudo e semilavorati) prodotti finiti Import latte crudo Centri di raccolta (78) Allevatori (35.544) Trasportatori formaggi aziendali intermediari semilavorati Industria dei gelati Cooperative agricole (521) Centrali del latte e caseifici (1.393) Import latte in cisterna Industria dolciaria Industria mangimistica Export Grossisti/agenti/ intermediari Stagionatori Retail Horeca
LA RILEVANZA DEL SETTORE Una stima del valore della filiera (2012 mld ) agricoltura 90% latte 10% Materia prima nazionale 4,8 84% produzione nazionale % quantità 16% materia prima importata industria alimentare 89% lattiero caseario 11% Totale valore materia prima 5,7 Totale valore industria 15,1 41% DOP 78% formaggi 38% altri 20% latte alimentare 2% altri prodotti Totale valore al consumo 27,8 retail 67% export 13% ho.re. ca 20%
90.000 80.000 70.000 LA STRUTTURA DELLA FASE AGRICOLA PRODUZIONE COMMERCIALIZZATA E NUMERO DI ALLEVAMENTI PER CAMPAGNA E PER DIMENSIONE PRODUTTIVA valori assoluti 6% 38% valori in percentuale 45% 18% 60.000 50.000 aziende (n.) 48% 70% 40.000 30.000 20.000 10.000 0 produzione (000 t) 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 56% numero aziende 47% 8% produz. comm. 35% numero aziende 1998/99 2012/2013 fino a 50 t 50-500 t oltre 500 t 27% 2% produz. comm. Fonte: elaborazione su dati AGEA
LA STRUTTURA DELLA FASE INDUSTRIALE CASEIFICI E CENTRALI DEL LATTE: NUMEROSITÀ, DIMENSIONE PRODUTTIVA E LOCALIZZAZIONE 100% 13% 100% 11% 70% 69% 73% 68% 75% 13% 32% 31% 27% 16% 0% numero quantità latte raccolto fino a 5.000 t 5.000-10.000 t oltre 10.000 t 0% Nord quota % imprese quota % prod. latte alimentare quota % prod. formaggi Centro-sud Fonte: elaborazione su dati ISTAT
44 42 40 38 36 34 32 30 LOMBARDIA: IL PREZZO ALLA STALLA GLI ACCORDI DELLE ULTIME CAMPAGNE /100 litri IVA esclusa apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09 lug-09 ago-09 set-09 ott-09 nov-09 dic-09 gen-10 feb-10 mar-10 apr-10 mag-10 giu-10 lug-10 ago-10 set-10 ott-10 nov-10 dic-10 gen-11 feb-11 mar-11 apr-11 mag-11 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 gen-12 feb-12 mar-12 apr-12 mag-12 giu-12 lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 2008/2009 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014
LA REMUNERAZIONE ALLA STALLA CONFRONTO ITALIA UE27 confronto a livello regionale confronto a livello europeo 44 41 Euro/100 litri 42 40 38 36 39 37 35 33 31 39,52 36,51 36,09 37,06 media UE 36,42 34 29 34,23 31,27 32 Lom Ven Pie E-R Cam Pug Laz Tos Sic 2012 37,98 38,25 36,53 37,99 40,69 38,98 39,10 41,19 37,29 2013* 39,44 38,47 38,93 39,86 41,55 40,66 40,83 43,19 38,61 27 25 FR IT D A UK PL * gennaio-settembre
IL RAPPORTO PREZZI/COSTI IN ITALIA: LA REDDITIVITÀ DELLA FASE AGRICOLA Nel medio periodo si osserva un deterioramento della redditività degli allevamenti (tra il 2008 e il 2012 la ragione di scambio scende mediamente di un punto percentuale all anno). Nei primi nove mesi del 2013 il rapporto prezzi/costi ha mostra un ulteriore contrazione rispetto all anno precedente. 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 Indice base 2000=100 I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim 2008 2009 2010 2011 2012 2013 indice prezzi alla produzione indice prezzi dei mezzi prod. ragione di scambio
2 LA COMPETITIVITA DEL SISTEMA www.ismea.it www.ismeaservizi.it
LO SCENARIO COMPETITIVO prezzi internaz.li PAC sostegno al reddito, quote latte WTO dazi, barrierie incremento domanda food norme UE ambiente, benessere animale Mercato internazionale certificazioni tracciab./etichett. (sicurezza alimentare) Potere contrattuale dei fornitori Potere contrattuale dei clienti imprese FORNITORI imprese AGRICOLE INDUSTRIA casearia DM DT intermediari trade-off foodvs bio-fuel prezzi input Domanda domestica prodotto importati a basso costo mutamento modelli di consumo
LA DIREZIONE DELLA DOMANDA DEI CONSUMATORI I consumi di latte e derivati negli ultimi 10 anni La destrutturazione dei pasti ha determinato una riduzione del consumo di latte, l attenzione alla salute un aumento degli acquisti di yogurt, mentre la domanda di formaggi risulta nel complesso stabile. La crisi economica ha ulteriormente impattato sulle scelte di consumo degli italiani imponendo una maggiore attenzione alla variabile prezzo e allo spreco alimentare. Consumo pro capite (kg/anno) 60,0 Latte alimentare 9,0 Yogurt 24,0 Formaggi 58,0 56,0 54,0-0,7%/anno 8,5 8,0 7,5 7,0 6,5 +3,0%/anno 23,5 23,0 22,5 22,0 +0,5%/anno 52,0 6,0 21,5 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
SCENARIO INTERNAZIONALE OUTLOOK OCSE-FAO 2013-2022 Domandamondiale in forte crescita soprattutto nei paesi in via di sviluppo Offerta in aumento, ma a ritmi meno rapidi a causa della scarsità di acqua e di terreni disponibili Prezziin crescita per latte in polvere e formaggi (circa +1% annuo fino al 2022) Prezzi internazionali (US$/tonnellata) Latte in polvere Burro Formaggi 4500 3500 SMP WMP 4500 3500 5000 4000 2500 2500 3000 1500 1500 2000 500 1982 1992 2002 2012 2022 500 1000 1982 1992 2002 2012 2022 1982 1992 2002 2012 2022
LA PAC 2014-2020 NUOVO SISTEMA DI PAGAMENTI DIRETTI E NUOVI PRINCIPI DI APPLICAZIONE Pagamenti Opzione per gli SM Distribuzione fondi Condizioni Pagamento di base obbligatorio max 70% condizionalità base AGRICOLTORE ATTIVO Pagamento ridistributivo facoltativo max 30% per i primi 30 ettari Pagamento ecologico (greening) obbligatorio 30% Pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente CONVERGENZA Pagamento le zone svantaggiate facoltativo max 5% localizzazione in aree con vincoli strutturali INTERNA Pagamento per i giovani agricoltori Pagamento accoppiato Pagamento per i piccoli agricoltori obbligatorio max 2% età < 40 anni facoltativo max15% specifiche produzioni facoltativo max 10% piccolo agricoltore REGIONALIZZAZIONE
IL REGIME DELLE QUOTE 1984 Il Regolamento comunitario 856/1984 introduce il REGIME DELLE QUOTE allo scopo di mantenere i prezzi di determinati prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento in un contesto di ECCESSO DI OFFERTA L evoluzione del mercato mondiale (crescita delle economie emergenti e conseguente modifica dei consumi alimentari) ha modificato il contesto di riferimento del settore lattiero caseario europeo: si è passati ad una situazione di ECCESSO DI DOMANDA e di prezzi sostenuti, che non giustificano più l esistenza del contingentamento produttivo. 2015 FINE delle QUOTE
3 Risultati LO SCENARIO POST QUOTE IN ITALIA di un indagine demoscopica www.ismea.it www.ismeaservizi.it
ITALIA: ANALISI DELLO SCENARIO POST 2015 OBIETTIVI DELL INDAGINE Indagare sugli orientamenti delle imprese italiane da latte vaccino all indomani della liberalizzazione del mercato. Analizzare la percezioni degli allevatori italiani in merito ai possibili scenari futuri dimensione Classi di capi 20-49 13% 239 aziende di allevamento 53% Nord Ovest 59% localizzazione 50-99 17% 27% 100-199 15% 19% 200-499 500-999 1000 e più 0,4% 0% 5% 9% 15% 27% Sud e Isole 8% Centro 4% Nord Est 29% Campione_Ismea* Universo_Istat
RISULTATI DELL INDAGINE LA PRODUZIONE AZIENDALE DI LATTE DOPO IL 2015: L assetto produttivo del settore LEdel ATTESE latte nondegli dovrebbe OPERATORI subire grandi cambiamenti a seguito dello smantellamento del sistema delle quote. La metà delle imprese interpellate ha dichiarato che manterrà inalterato il proprio livello mantenimento del livello attuale 50% riduzione del livello attuale 3% aumento del livello attuale 23% non so/n.r. 18% chiusura azienda 7%
RISULTATI DELL INDAGINE LA SCELTA PRODUTTIVA DEGLI OPERATORI È INFLUENZATA DALLA DIMENSIONE AZIENDALE L ORIENTAMENTO A MANTENERE lo STATUS QUOè stato riscontrato in misura superiore tra le IMPRESE MEDIO-GRANDI (100-500 capi). LaPROPENSIONE AD AUMENTARE la produzione aziendale risulta relativamente PIÙ DIFFUSA tra le IMPRESE MOLTO GRANDI (oltre 500 capi) e tra quelle MEDIO-PICCOLE (numero di capi compreso tra 20 e 49). Questa tipologia aziendale ha già raggiunto un livello dimensionale ottimale, ovvero un livello di output che permette di utilizzare i fattori produttivi nel modo tecnicamente ed economicamente più efficiente L aumento della produzione potrebbe consentire il raggiungimento del grado ottimale di utilizzo della capacità produttiva -L aumento della produzione potrebbe essere realizzato grazie alla liberazione di risorse economiche precedentemente impiegate per le gestione delle quote (affitto o prelievo) -L aumento della produzione consentirebbe la remunerazione di ulteriore manodopera familiare
FATTORI VINCOLANTI LIMITI ALL ESPANSIONE DELLA PRODUZIONE NAZIONALE AMBIENTALI La Direttiva nitrati, imponendo il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti oltre un limite massimo annuo per ettaro (170 kg di azoto), stabilisce una proporzione obbligatoria tra numero di capi di bestiame in allevamento e superfici idonee allo smaltimento dei reflui zootecnici prodotti TERRITORIALI Ridotta disponibilità di superfici agricole a causa dell erosione del suolo per fini urbanistici e costi di affitto/acquisto della terra molto elevati ECONOMICI I livelli di remunerazione non consentono di effettuare investimenti finalizzati all incremento della produttività; La struttura dei costi è troppo esposta alla volatilità, in particolare con riferimento ai costi di alimentazione DEMOGRAFICI Mancanzadi ricambio generazionale e conseguente chiusura delle aziende
CONCLUSIONI I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO In uno scenario complesso e in evoluzione occorre: MANAGERIALITA efficienza economica razionalizzazione dei costi multifunzionalità COESIONE integrazione orizzontale rafforzamento del potere contrattuale INFORMAZIONE monitoraggio del mercato trasparenza, conoscenza e diffusione N
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