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Fabrizia Sarto Il contributo del capitale umano nel consiglio di amministrazione Aspetti teorici ed evidenze empiriche
Aracne editrice www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it Copyright MMXVI Gioacchino Onorati editore S.r.l. unipersonale www.gioacchinoonoratieditore.it info@gioacchinoonoratieditore.it via Sotto le mura, 54 00020 Canterano (RM) (06) 93781065 ISBN 978-88-548-9823-3 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: novembre 2016
A mio Padre, nel suo dolce ricordo
Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza. Albert Einstein
Indice 11 Introduzione 17 Capitolo I Gli approcci teorici tradizionali negli studi sul consiglio di amministrazione 1.1. La rilevanza del consiglio di amministrazione nella letteratura di economia aziendale, 17 1.2. Il ruolo del consiglio di amministrazione: tra la funzione di monitoraggio e quella di governo, 22 1.3. Le Best Practices nel funzionamento del consiglio di amministrazione: i limiti degli approcci tradizionali, 35 49 Capitolo II Il ruolo del capitale umano nel governo aziendale 2.1. Il contributo della Human Capital Theory negli studi di corporate governance: le origini del dibattito, 49 2.2. Tassonomie di capitale umano nel consiglio di amministrazione, 58 2.3. Capitale umano ed efficacia nei ruoli di governance, 64 2.4. La relazione tra il capitale umano del consiglio di amministrazione e gli outcome aziendali: una revisione della letteratura, 67 77 Capitolo III Capitale umano del board e performance Un indagine empirica sulle aziende italiane 3.1. Introduzione ed obiettivo d indagine, 77 3.2. La metodologia della ricerca, 82 3.3. I risultati dell indagine, 87 101 Conclusioni 107 Bibliografia 9
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Introduzione Nel corso degli ultimi decenni le ricerche sugli assetti di governo, ed in particolare sulle caratteristiche e il funzionamento del consiglio di amministrazione (di seguito CdA), hanno fortemente animato il dibattito accademico dell arena internazionale. Fin dai suoi arbori la letteratura sul CdA ha sostenuto l imprescindibile ruolo giocato dall organo di governo nel condizionare in maniera significativa l andamento aziendale, influenzandone la performance sotto il profilo economico e non. Allo stesso modo, la comunità finanziaria ha spesso annoverato il fallimento del CdA come meccanismo di governance tra le principali cause alla base degli scandali finanziari di società come Enron e Parmalat che, facendo emergere casi di illeciti societari, hanno suscitato il proliferarsi di riforme ed interventi legislativi. A tal proposito a partire dagli anni 2000, infatti, i policy makers hanno tentato di introdurre nelle società quotate (e non) regole e procedure con l obiettivo di assicurare l efficace espletamento della governance aziendale a garanzia degli investitori. Nonostante la crescente attenzione della comunità scientifica e finanziaria nei confronti del contributo del CdA nell andamento delle aziende, il suo funzionamento e la sua composizione restano ad oggi però ancora un open issue. Numerose ricerche, infatti, prevalentemente a carattere empirico, hanno tentato di comprendere i driver dell efficace compimento dei ruoli di governo e di monitoraggio, ma hanno lasciato spazio a risultati spesso contrastanti ed inconcludenti. In particolare, le ricerche, condotte prevalentemente nei paesi industrializzati, si sono concentrate sull analisi di variabili strutturali, indagando misure come la dimensione del board, la CEOduality, la presenza di amministratori indipendenti o di comitati, 11
12 Introduzione nel principale tentativo di apprezzare l esistenza di una possibile relazione tra questi aspetti ed alcune misure della performance aziendale. I risultati a cui sono giunti, dimostrandosi spesso incompleti ed inconcludenti, hanno portato le ricerche successive ad abbracciare approcci teorici alternativi, nonché a focalizzare l attenzione verso processi ed aspetti più di natura soft. A tal proposito, la scarsa univocità di risultati ha messo in luce diversi punti di debolezza. In primo luogo, la ricerca ha mostrato difficoltà nel cogliere un legame diretto tra aspetti di composizione/struttura del CdA ed la performance aziendale, per lo più in virtù della presenza di variabili di natura contingente, quali fattori interni (p.e. struttura organizzativa) o esterni (caratteristiche aziendali, congiunture di settore e macro-economiche). Inoltre, si osserva come la maggior parte della letteratura di main stream abbia considerato esclusivamente variabili di natura hard, come la sovrapposizione di ruoli o la struttura del board, tralasciando invece il fatto che il CdA è un organo composto da persone, dotate di valori e credenze differenti che possono influire sui suoi processi e sul suo funzionamento. Infine, giova rimarcare che gli studiosi hanno spesso privilegiato un approccio teorico piuttosto che un altro, ritenendo quindi che il board fosse in grado di compiere i suoi diversi ruoli di governance non in maniera complementare, ma in maniera alternativa La letteratura ha quindi evidenziato la necessità di studiare il CdA come organo e gruppo decisionale, utilizzando quindi variabili di composizione alternative a quelle il cui potere predittivo nei confronti del reale comportamento dell organo di governo si era spesso dimostrato limitato. In tal senso, da un lato, si sono fatti largo nuovi approcci che hanno considerato il comportamento dei membri del CdA, concentrando la loro attenzione quindi sui processi dell organo collegiale, dall altro, sono emersi differenti filoni teorici che hanno affrontato lo studio del board indagando il ruolo cruciale giocato da variabili di carattere soft, come le competenze ed il background formativo dei consiglieri, nell efficace espletamento delle attività e dei ruoli di governance.
Introduzione 13 Con riferimento a quest ultimo filone, giova rimarcare che lo studio del contributo delle competenze e del background dei consiglieri nel funzionamento del board pone le sue basi teoriche nella Teoria del Capitale Umano, elaborata negli anni 60 da Schultz e Becker, ma per la prima volta applicata agli studi sul CdA nel 2003, all interno del seminal paper di Hillman e Dalziel (2003) 1. Secondo gli autori, il Board Capital può definirsi quale somma del capitale umano e sociale che i membri di un CdA possiedono in virtù della loro formazione e delle loro precedenti esperienze. Gli studiosi sostengono che il capitale fornito dai membri di un board rappresenterebbe la precondizione della sua efficacia e costituirebbe la proxy più adatta per apprezzare l abilità dell organo di governo di compiere tutti i suoi ruoli e le sue attività, dal monitoraggio al ruolo di servizio. Sulla stregua di questo nuovo approccio interpretativo e partendo quindi dall assunto che sono la qualità ed il profilo professionale dei consiglieri, e non il loro ruolo, ad influire sul funzionamento del CdA, la letteratura si è recentemente prodigata nell approfondire il contributo del capitale umano nel board, indagandone i riflessi per gli outcome aziendali, quali la performance economico-finanziaria, le scelte strategiche e la comunicazione d impresa, soprattutto mediante ricerche a carattere empirico. Nonostante il proliferarsi di tali studi, la letteratura si mostra però ancora lacunosa nel fornire una sistematizzazione circa il reale contributo che il capitale umano fornisce al CdA. Lo scenario appena descritto rende quindi stimolante l approfondimento della tematica in questione sia sotto il profilo teorico che operativo. Invero, è compito della letteratura di corporate governance analizzare i limiti degli approcci tradizionali negli studi sul CdA ed approfondire il contributo fornito dalle ricerche sul Board Capital. Partendo da questa premessa, il presente lavoro si propone di colmare questo gap, privilegiando sul piano 1 A.J. HILLMAN, T. DALZIEL, Boards of directors and firm performance: Integrating agency and resource dependence perspectives, «Academy of Management Review», 2003, Vol. 28(3), pp. 383-396.
14 Introduzione metodologico diverse prospettive di osservazione. Il lavoro infatti abbina l inquadramento teorico del consiglio di amministrazione e del contributo del capitale umano nel governo aziendale, ad una ricerca empirica sulle implicazioni per la performance aziendale del capitale umano posseduto dai membri del CdA, analizzando un campione di aziende italiane appartenenti al comparto high-tech. A tal fine, l elaborato si sviluppa lungo tre capitoli nell ambito dei quali si prendono in considerazione gli aspetti che hanno maggiormente caratterizzato il dibattito scientifico in tema di CdA, sia nel contesto italiano che nell arena internazionale. Il primo capitolo è di carattere introduttivo e si propone di ripercorre gli approcci tradizionali negli studi sul board, con particolare riferimento alle teorie dominanti ed alle condivise best practices. Il secondo capitolo prende le mosse dai limiti degli approcci tradizionali per compiere un analisi in chiave storica della letteratura sul ruolo del capitale umano negli studi di economia aziendale, ed in particolare nell ambito della corporate governance. La sezione procede fornendo una disamina delle tassonomie di capitale umano del CdA, nonché una rassegna delle ricerche empiriche che hanno approfondito i vantaggi e le implicazioni del board capital per il compimento dei ruoli del CdA e per la performance aziendale. La sezione conclusiva sistematizza quanto evidenziato nelle parti precedenti, fornendo una ricerca empirica sul ruolo del capitale umano nel CdA delle aziende italiane appartenenti al settore high-tech e sui relativi riflessi per gli outcome aziendali. L autrice intende esprimere la propria sincera gratitudine nei confronti del Prof. Riccardo Viganò, da sempre guida illuminante nel percorso scientifico. Un ringraziamento particolare va inoltre ai colleghi tutti del Gruppo Viganò e del Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni dell Università degli Studi di Napoli Federico II, per l entusiasmo, gli stimoli ed il costante supporto. Un grazie speciale va a suo Marito, sua Madre e sua Sorella, per la pazienza infinita ed il supporto incondizionato.
Introduzione 15 Un ringraziamento particolare va infine a chi non c è più: al Prof. Enrico Viganò, nel ricordo indelebile dei suoi insegnamenti, ed a suo Padre che, trasmettendole i più profondi valori di onestà, rispetto ed amore incondizionato, l ha resa la persona che oggi è. Resta ferma, naturalmente, la responsabilità unica di chi scrive per il contenuto del testo.