SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale
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- Bernadetta Mori
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1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale LC20X - Lariceto montano Superficie totale (ha): Percentuale su superficie boscata regionale (%): 2,8 Descrizione: Popolamenti di larice, puri o in mescolanza con altre conifere o latifoglie (faggio, betulla, acero di monte, sorbi) sovente d'invasione. Fustaie tendenzialmente coetaneiformi, localmente sopra ceduo e pluriplane per invasione di altre specie arboree, situate su versanti montani. Cenosi da mesofile a mesoxerofile, da acidofile a neutrobasifile. Localizzazione: Il Tipo è presente in tutte le valli alpine, con maggiore frequenza nei settori mesalpici, secondariamente in quelli endalpici. Estesi lariceti montani sono presenti nella media Valle Chisone, Germanasca, Valli del Canavese e nell'ossolano. Classificazione fitosociologica: Varie unità fitosociologiche; Rhododendro-Vaccinion Br. - Bl. 26 con localizzate infiltrazioni di elementi del Fagion s.l. Corine: 42.33pp / 42.34pp Habitat Natura 2000: CODICE DENOMINAZIONE HABITAT N Boschi di larice e/o pino cembro NOTE
2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) LC20A var. con latifoglie miste 4041 LC20B var. con faggio e/o abete bianco 2852 LC20C var. con picea 1091 LC20E var. con pino silvestre 244 LC20J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno LC20K bosco pascolato 169 LC20W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici LC20Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati LC20Z soprassuolo distrutto da incendio 22 Note alla variabilità: Possibili confusioni: Questo Tipo può essere confuso con il Lariceto dei campi di massi sui macereti che, invece, si caratterizza per una copertura predominante di massi e di detriti; nel caso in cui vi sia la presenza di un sottobosco a prevalenza di rododendro e mirtillo, il Tipo può essere confuso con il Laricetocembreto su rodoreto-vaccinieto, da cui si distingue ad esempio per la presenza ancora importante di faggio, nocciolo ed altre latifoglie nonché di alcune specie erbacee di pertinenza montana: vedere gruppi ecologici. Inoltre, sono necessarie verifiche per accertare che non si tratti di rimboschimenti artificiali. DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 649 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 26,7 Volume medio ad ha (mc/ha): 201,1 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 23 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Abeti 2,0 1,3 Acer platanoides L. 4,0 0,9 Acer pseudoplatanus L. 4,0 0,9 Altre conifere 0,3 0,1 Altre latifoglie 21,6 3,9 Betula pendula Roth 3,7 1,2 Fagus sylvatica L. 6,6 4,1 Larix decidua Miller 55,8 84,9 Latifoglie mesofile 3,3 0,7 Pinus sylvestris L. 1,6 1,8
3 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Cenosi pioniere del piano montano caratterizzate da fenomeni dinamico-evolutivi molto variabili, in funzione del tipo di stazione in cui si originano (settori mesalpici ed endalpici, stazioni calcifile e acidofile su suoli di vario tipo, esposizioni eterogenee, ecc). Questi lariceti, generalmente instabili, tendono ad evolvere verso faggete, abieti-faggeti, abetine o peccete miste, anche attraverso fasi transitorie d'invasione di pascoli, con nocciolo ed altre latifoglie; mentre, nelle stazioni rocciose e fredde, o in aree in cui mancano portaseme di specie definitive, la dinamica evolutiva può risultare bloccata allo stadio di climax stazionale. Interventi da evitare: Non si rilevano specifici interventi selvicolturali da evitare per non favorire il deterioramento della cenosi forestale, ad esclusione di salvaguardare sempre le specie autoctone e climaciche. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Si tratta di cenosi antropiche, originatesi per invasione da parte del larice di prato-pascoli abbandonati o per costante eliminazione delle specie climaciche (faggio, abete bianco e peccio) per la creazione di lariceti pascolati, ovvero dalla libera evoluzione di questi ultimi; per questi presupposti, non si evidenziano particolari precauzioni per quanto riguarda la tutela dalla biodiversità, ad esclusione di salvaguardare le specie diverse dal larice in rinnovazione. Indirizzi di intervento: Nei popolamenti produttivi o produttivo-protettivi, ove si intenda mantenere la specie, tagli a buche o a fessura; diradamenti nelle giovani fustaie e perticaie. L'apertura delle buche va effettuata a partire dalle zone in cui il novellame è già affermato, ovvero seguendo la tessitura del popolamento in modo da creare le migliori condizioni possibili per l'affermazione della rinnovazione naturale delle specie forestali di interesse: abete rosso, abete bianco, faggio, ecc. In tutti i casi è opportuno salvaguardare la rinnovazione e i portaseme delle specie climaciche. Nei popolamenti dove è presente rinnovazione affermata di peccio, abete rosso e pino silvestre l'obiettivo a medio termine è la progressiva sostituzione del larice, passando attraverso più fasi miste. In tale ottica sono da prevedere tagli a buche o a fessura, diradamenti o tagli di sgombero nel caso di struttura biplane in avanzata fase di successione. È sempre opportuno non eliminare totalmente il larice ma lasciare alcuni esemplari ad ha (circa 10-20) che possano svolgere il ruolo di portaseme in caso di collasso del popolamento principale. La dimensione delle buche e il loro orientamento potra variare in funzione dello stadio di sviluppo, dell'esposizione e delle condizioni stazionali. Nella variante con faggio, presente in bassa Valle, occorre procedere allo sgombero del larice, contestualmente alla conversione del faggio, ovvero con diradamenti per liberare la rinnovazione e permettere lo sviluppo dei polloni. Nella variante con latifoglie miste e necessario valutare quali specie sono presenti e il loro grado di affermazione: nel caso di latifoglie mesofile e opportuno procedere a diradamenti di intensita variabile, con l'obiettivo di diminuire la presenza del larice; nel caso prevalgano altre latifoglie come betulla, sorbi, pioppo tremolo, ecc e opportuno lasciare il popolamento in evoluzione controllata o effettuare tagli su piccole superfici per favorire l'ingresso di specie di maggior valore.
4 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Abies alba Miller Acer pseudoplatanus L. Ajuga pyramidalis L. Alnus viridis (Chaix) DC. Arnica montana L. Astrantia minor L. Avenella flexuosa (L.) Parl. Betula pendula Roth Calluna vulgaris (L.) Hull Campanula rapunculoides L. Carex digitata L. Corylus avellana L. Cruciata glabra (L.) Ehrend. Digitalis lutea L. Dryopteris filix-mas (L.) Schott Epipactis helleborine (L.) Crantz Euphorbia dulcis L. Fagus sylvatica L. Festuca flavescens Bellardi Fraxinus excelsior L. Galium obliquum Vill. Gentiana kochiana Perr. et Song. Geranium nodosum L. Homogyne alpina (L.) Cass. Juniperus communis L. Laburnum alpinum (Miller) Berchtold et Presl Laburnum anagyroides Medicus Larix decidua Miller Laserpitium latifolium L. Lathyrus sylvestris L. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Maianthemum bifolium (L.) Schmidt Melampyrum sylvaticum L. Nardus stricta L. Orthilia secunda (L.) House Oxalis acetosella L. Picea excelsa (Lam.) Link Pinus sylvestris L. Polygala chamaebuxus L. Potentilla erecta (L.) Rauschel Prenanthes purpurea L. Prunus avium L. Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Ranunculus montanus Willd. s.l. Rhododendron ferrugineum L. Ribes uva-crispa L. Sempervivum wulfenii Hoppe Sesleria varia (Jacq.) Wettst. Silene nutans L. Sorbus aucuparia L. Vaccinium myrtillus L. Nome volgare Abete bianco Acero di monte Ontano verde Betulla Nocciolo Faggio Frassino maggiore Ginepro comune Maggiociondolo alpino Maggiondolo comune Larice Abete rosso Pino silvestre Ciliegio selvatico Rovere Sorbo degli uccellatori
5 Vaccinium vitis-idaea L. Valeriana tripteris L. Veronica urticifolia Jacq. Viburnum lantana L. Lentaggine Aspetti fisionomici del sottobosco: Il sottobosco è composto da uno strato arbustivo in cui dominano, in mosaico, mirtillo nero e rododendro, nocciolo Calamagrostis villosa e Festuca flavescens, su macereti coperti. Rinnovazione: la presenza ed il tipo di specie in rinnovazione è molto variabile in funzione delle condizioni stazionali, dalla presenza o meno di portasemi per talune specie e dei trattamenti selvicolturali. Localmente sono presenti densi nuclei di rinnovazione di abete bianco o rosso, secondariamente faggio. Molto frequenti sono is semenzali di latifoglie mesofile e delle specie arbustive. Specie: abete rosso, picea, faggio, larice, acero di monte, frassino maggiore, maggiociondoli, sorbo montano e sorbo degli uccellatori, rovere. Note alle specie presenti:
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