SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale

Transcript

1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale QV50X - Querceto di rovere a Physospermun Cornubiense dei rilievi collinari interni Superficie totale (ha): 2938 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,4 Descrizione: Popolamenti a prevalenza di rovere, in mescolanza con cerro, roverella e castagno, caratterizzati dalla presenza di specie acidofile nel sottobosco. Cedui e fustaie sopra ceduo, adulti o invecchiati, localmente in conversione naturale, situate sui medi versanti collinari. Popolamenti mesoxerofili, localmente mesofili, da mesoneutrofili a debolmente acidofili. Localizzazione: Rilievi collinari interni: Colline del Po (Pian Gambino, Bosco del Vaj), sabbie astiane (Rocchetta Tanaro) e Roero; rilievi preappenninici fra il Bormida e lo Scrivia (Acquese) e dell'alto Tortonese. Classificazione fitosociologica: Physospermo-Quercetum petraeae Oberd. et Hofm. 67 s.l.; in una forma di transizione fra Carpinion Issl. 31 em. Oberd. 53 e Quercion pubescenti-petraeae Br. - Bl. 32 Corine: s.l. Habitat Natura 2000:

2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) QV51A st. delle sabbie astiane var. con castagno 152 QV51B st. delle sabbie astiane var. con pino silvestre QV51C st. delle sabbie astiane var. con robinia 247 QV51E st. delle sabbie astiane var. con roverella QV51J st. delle sabbie astiane soprassuolo con residui di arboricoltura da legno QV51K st. delle sabbie astiane bosco pascolato QV51W st. delle sabbie astiane soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QV51X st. delle sabbie astiane 193 QV51Y st. delle sabbie astiane soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QV51Z st. delle sabbie astiane soprassuolo distrutto da incendio QV52A st. dei substrati misti della Collina Torinese var. con castagno 25 QV52B st. dei substrati misti della Collina Torinese var. con faggio 3 QV52C st. dei substrati misti della Collina Torinese var. con robinia 46 QV52D st. dei substrati misti della Collina Torinese var. con carpino bianco QV52E st. dei substrati misti della Collina Torinese var. con roverella QV52J st. dei substrati misti della Collina Torinese soprassuolo con residui di arboricoltura da legno QV52K st. dei substrati misti della Collina Torinese bosco pascolato QV52W st. dei substrati misti della Collina Torinese soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QV52X st. dei substrati misti della Collina Torinese 2003 QV52Y st. dei substrati misti della Collina Torinese soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QV52Z st. dei substrati misti della Collina Torinese soprassuolo distrutto da incendio QV53A st. dei paleosuoli dell'alessandrino var. con cerro 24 QV53B st. dei paleosuoli dell'alessandrino var. con castagno 18 QV53J st. dei paleosuoli dell'alessandrino soprassuolo con residui di arboricoltura da legno QV53K st. dei paleosuoli dell'alessandrino bosco pascolato QV53W st. dei paleosuoli dell'alessandrino soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QV53X st. dei paleosuoli dell'alessandrino 850 QV53Y st. dei paleosuoli dell'alessandrino soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QV53Z st. dei paleosuoli dell'alessandrino soprassuolo distrutto da incendio Note alla variabilità: Possibili confusioni: Sono possibili confusioni con un Querco-carpineto mesoxerofilo del Monferrato e/o colline del Po, da cui si differenzia per la pressoché completa assenza della farnia.

3 DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 672 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 19,2 Volume medio ad ha (mc/ha): 152 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 19 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Altre latifoglie 10,9 4,5 Altre querce 1,2 0,1 Castanea sativa Miller 12,0 5,4 Latifoglie mesofile 11,6 7,3 Pinus sylvestris L. 1,7 0,8 Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. 62,3 81,8

4 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Cenosi molto frammentarie che oggi, nelle aree riconvertite a fustaia, sono in fase di attiva rinaturalizzazione (soprattutto a Rocchetta Tanaro che, con il bosco di Cassine, costituisce uno dei rari modelli dell'originaria copertura forestale dei dossi collinari del Monferrato su suoli sabbiosi acidi). La maggior parte dei popolamenti possono essere considerati stabili anche se ancora poco evoluti; fasi più mature si hanno con la comparsa, nello strato arboreo, del ciavaredello e dell'orniello insieme a sporadico sorbo domestico, pero e melo selvatico, congiuntamente a specie arbustive, oggi isolate. In forme mature il Tipo costituirebbe il bosco definitivo delle aree di versante attualmente occupate dal Castagneto a Physospermum cornubiense. Sui bassi versanti spesso, l'unica specie in grado di ricolonizzare le vigne abbandonate è la rovere. Rari relitti del bosco pioniero sono rappresentati da singoli esemplari di pino silvestre in concorrenza con le latifoglie. Negli impluvi si sviluppano popolamenti misti con specie mesofile come il carpino bianco, l'acero campestre e, talvolta, l'acero opalo che oggi tendono lentamente a conquistare una maggiore importanza (come nel bosco del Vaj), tali specie sciafile potrebbero, in tempi più o meno lunghi, soppiantare la rovere in questi ambiti stazionali. Interventi da evitare: Trattandosi di cenosi assai sporadiche e relitte, tenuto conto della difficoltà di rinnovazione per le specie climaciche, è da evitare il prelievo delle riserve di rovere e, in genere, di tutti i soggetti con diametri superiori a 35 cm al fine di non compromettere la rinnovazione del soprassuolo e l'invasione di specie secondarie o la trasformazione in popolamenti in castagneti o robinieti. Sono, inoltre, da evitare tagli eccessivamente pesanti in zone di transizione con cenosi antropogene a prevalenza di robinia. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: 1) Conservare, ove presente, o ricercare la ricostituzione di popolamenti misti. 2) Ricercare la strutturazione disetanea per piccoli gruppi. 3) Non asportare gli alberi morti in piedi o a terra, in particolare se di grosse dimensioni. Indirizzi di intervento: La problematica gestione più importante di questi popolamenti è la difficoltà di rinnovazione delle specie climaciche, in particolare delle querce. Nella maggiore parte dei casi si tratta di cedui matricinati o composti, in prevalenza invecchiati, mentre molto più rare sono le fustaie. In base a questi presupposti l'obiettivo gestionale di questi popolamenti è la conservazione ed il miglioramento delle caratteristiche compositive e strutturali, attraverso interventi di conversione attiva. Il proseguimento della gestione a ceduo dovrà essere limitata alle var. con castagno o con robinia e solo per i cedui a regime o in quelli con protezione diretta; in questo caso è auspicabile la creazione di un masaico fra nuclei di ceduo (anche in purezza e trattati a taglio raso) alternati a fustaie di querce o miste con altre specie. Nella var. con pino silvestre sono auspicabili interventi di diradamento nei nuclei molto densi e tagli a buche per favorirne la rinnovazione.

5 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Acer campestre L. Agrostis tenuis Sibth. Anemone nemorosa L. Anthericum liliago L. Aruncus dioicus (Walter) Fernald Asphodelus albus Miller Avenella flexuosa (L.) Parl. Brachypodium rupestre (Host) R. et S. Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. Carex montana L. Carpinus betulus L. Castanea sativa Miller Chamaecytisus hirsutus (L.) Link Cistus salvifolius L. Convallaria majalis L. Cornus sanguinea L. Coronilla emerus L. Corylus avellana L. Crataegus monogyna Jacq. Dianthus seguieri Vill. Erica arborea L. Erythronium dens-canis L. Euphorbia dulcis L. Euphorbia flavicoma DC. Fagus sylvatica L. Festuca heterophylla Lam. Frangula alnus Miller Fraxinus ornus L. Genista germanica L. Genista pilosa L. Genista tinctoria L. Geranium sanguineum L. Hedera helix L. Hepatica nobilis Miller Hieracium sabaudum L. Juniperus communis L. Lapsana communis L. Lathyrus montanus Bernh. Lathyrus niger (L.) Bernh. Lonicera caprifolium L. Luzula forsteri (Sm.) DC. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Luzula pedemontana Boiss. et Reuter Lychnis viscaria L. Melampyrum pratense L. Mespilus germanica L. Molinia arundinacea Schrank Peucedanum oreoselinum (L.) Moench Physospermum cornubiense (L.) DC. Phyteuma scorzonerifolium Vill. Pinus sylvestris L. Nome volgare Acero campestre Carpino bianco Citiso peloso Sanguinello Dondolino Nocciolo Biancospino Faggio Frangola Orniello Ginepro comune Nespolo Pino silvestre

6 Polygonatum odoratum (Miller) Druce Potentilla alba L. Prenanthes purpurea L. Primula vulgaris Hudson Prunus avium L. Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Pyrus pyraster Burgsd. Quercus cerris L. Quercus crenata Lam. Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus pubescens Willd. Quercus robur L. Robinia pseudoacacia L. Rosa gallica L. Rubus hirtus W. et K. Ruscus aculeatus L. Scilla bifolia L. Sedum maximum (L.) Suter Serratula tinctoria L. Silene nutans L. Solidago virgaurea L. Sorbus aria (L.) Crantz Sorbus torminalis (L.) Crantz Stachys officinalis (L.) Trevisan Symphytum tuberosum L. Tamus communis L. Tanacetum corymbosum (L.) Sch.-Bip. Teucrium scorodonia L. Vaccinium myrtillus L. Veronica officinalis L. Viola riviniana Rchb. Ciliegio selvatico Pero selvatico Cerro Rovere Roverella Sorbo montano Ciavardello Aspetti fisionomici del sottobosco: Il sottobosco é generalmente composto da uno strato arbustivo più o meno denso e da aspetti erbacei assai variabili. Rinnovazione: La rinnovaziome, mista fra rovere, roverella, castagno e cerro, si trova solo nelle radure o ai margini del bosco. Nella variante con castagno vi è un'abbondante rinnovazione di latiglie mesofile. Molto frequenti sono le infiltrazioni di robinia. Specie: frassino maggiore, robinia, castagno, rovere, cerro. Note alle specie presenti: