Economia del Lavoro Lezione 14 PROF.SSA FRANCESCA LOT TI DOT T. ALESSANDRO PALMA

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1 Economia del Lavoro Lezione 14 PROF.SSA FRANCESCA LOT TI DOT T. ALESSANDRO PALMA

2 I sindacati La contrattazione salariale non è fatta tra singolo lavoratore e singola impresa I sindacati, ovvero le istituzioni che rappresentano gli interessi dei lavoratori nel rapporto con le imprese, sono i principali responsabili del miglioramento delle condizioni lavorative che è avvenuto in molti paesi sviluppati. Anche se l iscrizione al sindacato si è ridotta rapidamente negli ultimi decenni un po ovunque, i sindacati rappresentano ancora una quota significativa della forza lavoro. => Attenzione sempre al contesto storico!!

3 L iscrizione al sindacato negli Stati Uniti, (percentuale di forza lavoro sindacalizzata)

4 Evoluzione della sindacalizzazione: US vs EU Attenzione: differenza tra membership e union coverage (vedremo dopo)

5 I sindacati I sindacati (unions) sono istituzioni che rappresentano gli interessi dei lavoratori nel rapporto con le imprese. Rappresentano una forza significativa della forza lavoro, anche se nel tempo il numero di iscrizioni è diminuito, soprattutto tra i giovani. Gli incrementi salariali negoziati con le imprese sono la via principale attarverso cui il sindacato aumenta il benessere degli iscritti. Tanto più un impresa realizza extraprofitti, quanto più il sindacato riuscirà a spuntare salari più elevati. Nei mercati più concorrenziali con assenza di barriere all entrata e dove gli extraprofitti sono esigui, è infatti improbabile riscontrare la presenza di sindacati. Al contrario, i sindacati sono floridi nei settori con potere di mercato più concentrato.

6 I sindacati Fatti stilizzati I sindacati italiani nascono agli inizi del XX secolo. Durante il ventennio fascista la loro attività è stata soppressa, per riprendersi poi nel dopoguerra con forte contrapposizione tra posizione dei sindacati e imprenditori. Agli inizi degli anni 60 le iscrizioni si attestano intorno al 25% della forza lavoro. Alla fine degli anni 60, con l affievolirsi del miracolo economico, si assiste ad una nuova fase di conflitto culminata nell autunno caldo del Alla fine degli anni 70, la quota di iscrizione al sindacato tocca il 50%. Durante questi anni si conseguono importanti vittorie sindacali, quali Statuto dei Lavoratori (1970) scala mobile (1975).

7 I sindacati Fatti stilizzati Negli anni 80, l enfasi posta sugli interessi dei lavoratori del settore industriale e la crescita sempre maggiore di altre figure professionali (impiegati e quadri), genera una crisi di rappresentanza. Questa crisi di rappresentanza sfociò nella marcia dei del 1980, in cui sfilarono quadri e impiegati della FIAT, rendendo esplicito il proprio dissenso verso l operato del sindacato. Dal 1980 al 1990 il sindacato italiano ha visto la perdita di oltre 10 punti percentuali nelle iscrizioni. Negli anni 90 vi è una nuova fase di assunzione di responsabilità da parte dei sindacati tramite gli accordi di politica dei redditi del luglio del 1993, finalizzata a contenere l inflazione e in virtù del futuro ingresso nella moneta unica europea. Gli anni 90 sono caratterizzati da una forte informatizzazione nel lavoro e dallo sviluppo di nuove forme di lavoro flessibile, che hanno inasprito ancora di più la crisi di rappresentanza, che ha continuato ad erodere iscritti sino ai nostri giorni.

8 I sindacati Fatti stilizzati

9 I sindacati Declino della sindacalizzazione 1. Flessibilizzazione del mercato del lavoro 2. Partecipazione femminile: Le donne sono solitamente meno interessate al sindacato. I benefici del sindacato sono maggiori maggiore è il tempo che ci si aspetta di trascorrere sul mercato del lavoro e le donne hanno carriere lavorative meno continue degli uomini. I sindacati sono poco «attrezzati» per negoziare le richieste delle donne (flessibilità di orario, maternità, ecc..) 3. Terziarizzazione: E diminuito il peso di settori ad alta sindacalizzazione (manifattura, edilizia, ecc ) e aumentato quello di settori poco sindacalizzati (servizi). Nei servizi c è meno sindacato perché la dimensione degli stabilimenti è molto minore, quindi è più difficile organizzarsi e c è maggiore eterogeneità sia dei processi produttivi che delle tipologie di lavoratori 4. Pressioni competitive e liberalizzazioni : I sindacati prospereranno nei settori in cui il potere di mercato è concentrato ed esistono rendite da ridistribuire: sono considerati un meccanismo istituzionale attraverso il quale i datori di lavoro condividono le rendite con i lavoratori.

10 Fatti stilizzati Esistono differenze nella variazione delle proporzione degli iscritti tra i diversi paesi. Mentre in Italia, USA e molti altri paesi industrializzati la quota di iscritti è diminuita, in Svezia, Finlandia, Danimarca è cresciuta. In Canada invece è rimasta piuttosto stabile. Vi sono poi differenze nella politica dei diversi sindacati. Negli USA esiste una forte tradizione di sindacalismo economico, il cui obiettivo principale è quello di migliorare i salari e le condizioni di lavoro attarverso la contrattazione collettiva. In Italia invece la linea dei sindacati mira maggiormente ad orientare l azione legislativa e politica. Difatti, le tre maggiori confederazioni sindacali (CGIL, CISL e UIL) sono espressione di orientamenti politici ben definiti.

11 Le determinanti dell iscrizione al sindacato Occorre distinguere tra: copertura dal sindacato nella contrattazione (unioncoverage) iscrizione al sindacato (union membership). I In Italia esiste una separazione ben distinta tra copertura e iscrizione. Ad esempio, i contratti collettivi nazionali (CCNL) sono negoziati dai sindacati ma garantiscono validità ergaomnes, a prescindere che il lavoratore della categoria sia iscritto o meno. In generale, i lavoratori aderiscono al sindacato se possono beneficiare di un pacchetto salario-occupazione che offre loro una maggiore utilità di quello offerto da un posto di lavoro non sindacalizzato.

12 Le determinanti dell iscrizione al sindacato Curva di domanda elastica

13 Le determinanti dell iscrizione al sindacato Curva di domanda inelastica

14 Le determinanti dell iscrizione al sindacato La discriminante tra iscriversi e non iscriversi al sindacato è l elasticità della domanda di lavoro: Se la domanda di lavoro è molto elastica: non conviene iscriversi al sindacato; Se la domanda di lavoro è piuttosto rigida: conviene iscriversi. Però dobbiamo distinguere anche a seconda del comportamento del sindacato: Modelli con sindacato monopolista; Modelli di contrattazione efficiente.

15 I sindacati monopolisti Nei modelli di sindacato monopolista, il sindacato sceglie il salario e l impresa fissa l occupazione Il sindacato sceglie w e l impresa si muove lungo la curva di domanda per definire il livello di occupazione che massimizza il profitto. Alcuni lavoratori perderanno i posti di lavoro per effetto della richiesta salariale del sindacato. I sindacati ricavano un utilità maggiore (hanno maggior successo) se la curva di domanda di lavoro è inelastica (le imprese reagiscono poco a variazioni del salario).

16 I sindacati monopolisti

17 I sindacati monopolisti Ma quando la curva di domanda di lavoro è elastica? 1) quanto maggiore è l elasticità di sostituzione tra K e L tanto più la domanda di lavoro è elastica 2) quanto maggiore è l elasticità della domanda di output ai prezzi tanto più la domanda di lavoro è elastica 3) quanto maggiore è la quota del lavoro nei costi totali tanto più la domanda di lavoro è elastica 4) maggiore è l elasticità dell offerta degli altri fattori di produzione, come il capitale, e maggiore è l elasticità della domanda di lavoro

18 Contrattazione efficiente - Intuizione Soluzione salario occupazione da modello con sindacato monopolista è tuttavia inefficiente (sindacato fa diminuire il valore del contributo del lavoro al reddito nazionale) => esiste un valore che il mercato del lavoro potrebbe creare, ma non crea a causa del meccanismo di contrattazione. Forse l impresa e il sindacato potrebbero trovare, accordandosi, un contratto di lavoro che non è sulla curva di domanda ma che aumenterebbe il benessere di almeno una delle parti, senza peggiorare quello dell altra. Nei modelli di contrattazione efficiente il sindacato contratta con l impresa salari e occupazione

19 Contrattazione efficiente - Curva di isoprofitto dell impresa Definiamo prima le curve di isoprofitto dell impresa (CII). Una CII fornisce le combinazioni salario-occupazione che producono lo stesso livello di profitti. Per cui un impresa è indifferente su quale combinazione scegliere lungo la stessa CII. Al salario w 0 l impresa massimizza i profitti e guadagna Y Euro assumendo 100 lavoratori. Se si volessero ridurre i lavoratori e mantenere i profitti costanti, l impresa dovrebbe ridurre il salario. Analogamente, se si volessero assumere 150 lavoratori, a parità di profitto si dovrebbero anche in questo caso ridurre i salari. OCCUPAZIONE!!! La CII ha quindi una forma ad U rovesciata. E possibile derivare una famiglia di CII (una per ogni livello di profitto). Si noti che a CII più basse corrispondono livelli di profitto più elevati.

20 Contrattazione efficiente - Curva dei contratti (I) Partiamo dal punto P Al salario competitivo w* l impresa assume E* lavoratori (punto P) e guadagna p* di profitto. L utilità del sindacato è pari a U*. Un sindacato monopolista si posizionerebbe sul punto M della curva di domanda, raggiungendo la curva di indifferenza U M e profitti p M. Tuttavia si potrebbero trovare aggiustamenti di M tali almeno da non peggiorare il proprio benessere rispetto all equilibrio con sindacato monopolista. Per il sindacato, ogni punto su U M o sopra di essa è preferibile a M. Quindi esso sarebbe disposto a negoziare per spostarsi in uno di questi punti.

21 Contrattazione efficiente - Curva dei contratti (II) Per l impresa, ogni punto sull isoprofitto p M o sotto di esso è preferibile a M, per cui accetterebbe di negoziare per spostarsi in uno di questi punti. I benefici della negoziazione si esauriscono solo quando le CII e le curve d indifferenza sono tangenti. Il luogo dei punti di tangenza isoprofitti-curve di indifferenza è chiamato curva dei contratti e rappresentano allocazioni Pareto-ottimali. Ad esempio, il sindacato sarebbe disposto a lasciare l equilibrio in M per allocazioni che giacciono sulla curva UM o sopra di essa. Allo stesso tempo, l impresa accetterebbe allocazioni sulla curva pm o al di sotto di essa. Quindi se ne avessero la possibilità le parti negozierebbero su salari e occupazione in modo da raggiungere contratti che giaccioni sulla curva RQ. Questa negoziazione si definisce contrattazione efficiente, perchè esaurisce tutti i benefici dello scambio.

22 Gli scioperi Supponiamo che esistano 100 Euro di rendita da dividere tra sindacato e impresa tramite una negoziazione. La figura sotto illustra le possibili combinazioni per dividere la rendita. Nel punto R F, l impresa ottiene 75 Euro, il sindacato 25 Euro. Il sindacato rivendica di ottenere 75 Euro (RU), lasciando all impresa solo 25 Euro. Se le parti non si accordano, si proclama uno sciopero. Poichè gli scioperi sono costosi per entrambe le parti:le imprese perdono reddito e i lavoratori perdono salario (o addirittura posti di lavoro), la torta da spartire si riduce da 100 a 80 Euro. Una volta concluso lo sciopero, le parti avranno trovato un accordo equo nel punto S in cui ognuno ottiene 40 Euro. Entrambi tuttavia hanno ottenuto una falsa vittoria, poichè se avessero previsto il risultato finale, avrebbero potuto subito decidere sul punto R* in cui dividono in parti uguali la rendita inziale di 100 Euro. Per questo motivo gli scioperi non sono Pareto ottimali. Quando le parti hanno informazioni sufficienti sui costi e sul risultato probabile dello sciopero, scioperare è inefficiente e conviene accordarsi in anticipo. L irrazionalità degli scioperi è conosciuta come il paradosso di Hicks.

23 Scioperi e informazione asimmetrica (I) Sono state proposte diverse teorie per spiegare il paradosso di Hicks, di cui le più autorevoli sottolineano che i lavoratori spesso non sono ben informati sulle condizioni finanziarie dell impresa e possono avere aspettative troppo ottimistiche su quanto l impresa è disposta a concedere. Esiste quindi asimmetria informativa nella contrattazione tra imprese e sindacato/lavoratori. Lo sciopero è quindi un elemento informativo per il sindacato. La figura illustra la curva di resistenza del sindacato, che riassume l informazione assimilata dopo lo sciopero. Avendo informazioni insufficienti, il sindacato avanza una richeista salariale irrealistica, pari a w 0. Se lo sciopero si protrae molto senza che l impresa ceda, il sindacato ridimensiona la propria aspettativa, sia perchè crede che l impresa non sia molto redditizia sia perchè subisce i costi dello sciopero. Tanto più è lungo lo sciopero, tanto più limitate saranno le richieste del sindacato. Alla fine, le richieste si ridurranno a w min, il salario più basso che il sindacato è disposto ad accettare. Si noti che la proposta iniziale w 0 rappresenta la risposta ottima del sindacato, perchè le informazioni asimmetriche incentivano l impresa a mentire sulle dimensioni della torta da spartire. Se i sindacati non minacciassero lo sciopero, imponendo alti costi all impresa, quest ultima continuerebbe a sostenere che la torta disponibile è molto piccola.

24 Effetti salariali del sindacato (I) Quanto conviene ai lavoratori che il sindacato negozi il proprio salario? Qual è l effetto salariale determinato dall azione sindacale? Supponiamo che il lavotatore guadagni Euro senza sindacato e aderendo al sindacato. Il guadagno percentuale è pari a: = A livello nazionale, il guadagno salariale sindacale (S) sarà dato dalla media dei guadagni salariali per tutti i lavoratori interessati, cioè: = che misura quanto il lavoratore medio dell economia guadagnerebbe in più (in termini percentuali) se il suo salario fosse negoziato dal sindacato.

25 Effetti salariali del sindacato (I) Il guadagno salariale sindacale è molto difficile (impossibile) da stimare empiricamente: abbiamo bisogno di sapere quanto il lavoratore guadagnerebbe se fosse occupato in un posto di lavoro non sindacalizzato e quanto guadagnerebbe se il posto di lavoro diventasse improvvisamente sindacalizzato. osserviamo solo uno di questi due salari, perché in un dato istante un lavoratore o è sindacalizzato oppure no. Per risolvere il problema del controfattuale, calcoliamo il divario salariale sindacale percentuale, dato da: = Dove e sono, rsipettivamente, i salari medi nelle imprese non sindacalizzate e sindacalizzate. Recenti stime per gli Stati Uniti quantificano il divario salariale sindacale intorno al 16%.

26 Effetti salariali del sindacato (II) Le stime del divario salariale sindacale vengono solitamente corrette per tenere conto delle differenze nelle caratteristiche socioeconomiche (istruzione, età, industria e regione di occupazione) tra i lavoratori che sono in posti di lavoro sindacalizzati e quelli non sindacalizzati. Aggiustamenti simili a quelli utilizzati nella scomposizione di Oaxaca, che stima il differenziale salariale tra bianchi e afro americani e tra uomini e donne. Quanta parte del differenziale è dovuto a caratteristiche tra lavoratori/settori sindacalizzati e non e quanto alla presenza del sindacato

27 Ipotesi exit voice I sindacati influenzano non solo il salario, ma anche altri aspetti del rapporto di occupazione, come la produttività, il turnover, la soddifsazione del lavoratore sotto diversi ambiti. Senza sindacati, i lavoratori non avrebbero un meccanismo per lamentarsi (o avanzare proposte) con i datori di lavoro delle condizioni di lavoro, dei salari o degli altri aspetti del rapporto di lavoro. Se un lavoratore dovesse lamentarsi, il datore di lavoro potrebbe reagire demotivandolo o licenziandolo. Il sindacato è un agente dei lavoratori e dà loro una voce : i lavoratori possono usarlo evitando ritorsioni. In assenza di sindacato il lavoratore scontento può solo dimettersi Questa ipotesi sembra trovare riscontro nei dati. Alcuni studi mostrano che la probabilità di abbandono del lavoro in un periodo di due anni è pari al 14% nelle imprese non sindacalizzate e 7% in quelle sindacalizzate. Un aspetto importante riguarda la posizione delle imprese rispetto al sindacato. Anche se il sindacato agisce positivamente sulla produttività dei lavoratori, questo non sembra essere abbastanza per compensare I maggiori costi per il personale. Secondo alcuni studi, le imprese con sindacato hanno meno profitti e una più bassa redditività del capitale.

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