Lemma. Master Plan Schema (F) directeur, piano programma. Stefano Combet

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1 Lemma Master Plan Schema (F) directeur, piano programma Stefano Combet Parole chiave Progetto strategico, piano strutturale, piano programma,, visioni, partecipazione, metaprogetto, metaprocesso. Keyword visioning, decisions sharing process, master planning, Evoluzione del termine e significato in relazione al contesto applicativo Il concetto e il termine Master Plan nascono nel campo dell economia e della gestione di imprese e organizzazioni, in particolare negli stati uniti fra gli anni 40 e 50 con gli studi di personaggi come Herbert A. Simon ( ) sulla disciplina dello Scientific management e le tecniche di Decision-Making Processes nelle organizzazioni amministrative 1. A partire dalla fine degli anni 50, negli anni negli Stati Uniti il concetto di Master Plan è stato acquisito nell ambito della pianificazione urbana, in particolare nel campo dei servizi scolastici (i campus). Nel trasferimento verso un ambito diverso, il concetto di Master Plan ha inizialmente perso la valenza di documento risultato da un processo complesso, ed è stato inteso come uno strumento in sé, uno schema grafico di una previsione di sviluppo edilizio, poco flessibile e dinamico. Un documento deciso da un unico soggetto, e non generato da un processo di scelte condivise fra vari attori, ma calato dall alto dall istituzione preposta, secondo una sequenza lineare top down. Mancando inoltre della fase di feed-back del monitoraggio, perdeva così anche la sua originaria accezione di strumento di controllo di un processo futuro. In tal senso l evoluzione del ruolo del Master Plan applicato alla pianificazione territoriale, presenta delle analogie con le questioni che hanno portato alle tecniche della produzione e del controllo della qualità. Gestire la qualità significa in effetti definire un processo circolare, stabilendo un programma in rapporto a degli obiettivi, le strategie, le risorse, gli operatori e le modalità per realizzarlo, e costruendo un dispositivo di monitoraggio e controllo di congruenza fra i risultati ottenuti e gli obiettivi prefissati. Questo percorso in effetti non è che un processo di master planning considerato nel suo complesso, dove la parti essenziali risiedono nella strutturazione del processo decisionale e nella verifica dei risultati attesi. Lo stadio più recente di questa evoluzione porta all attuale nozione del francese schema directeur, termine che conserva ancora la sua valenza generale di strumento di gestione del progetto anche in campi diversi dalla pianificazione urbana e territoriale (ad es. l informatica). In questo senso lo schema direttore è un processo che permette a un qualsiasi progetto di iscriversi negli obiettivi generali di un organizzazione. 1 nel 1943, Herbert A. Simon vince il dottorato di ricerca presso la University of Chicago con una dissertazione successivamente pubblicata nel 1947 come Administrative Behavior: A Study of Decision-Making Processes in Administrative Organizations.

2 Lo schema directeur ha lo scopo di indicare gli orientamenti strategici per il futuro di una organizzazione, e di definire a grandi linee la sequenza del conseguimento dei principali obiettivi nel tempo. Permette di definire priorità in termini di conseguimento degli obiettivi e ottenere visibilità all esterno rispetto alle ambizioni dell'organizzazione (posizionamento competitivo). La pianificazione attraverso le modalità dello schema directeur presuppone l adozione di una metodologia comune per condurre un progetto. Scelta che può sembrare costrittiva, ma che in realtà permette a tutti gli attori del progetto di condurre congiuntamente un'azione organizzata secondo norme chiaramente espresse. Questa metodologia comune è tanto più importante in quanto gli attori del progetto sono eterogenei e a volte portati a cambiare, nel corso del progetto. E interessante notare come la definizione attuale di pianificazione strategica, si sia riappropriata del senso originale di Master Plan inteso come prodotto di un processo, gestito attraverso la partecipazione di diversi attori, distinto in fasi e connotato da verifiche e retroazioni, analogo a quello tipico dell ambito economico-gestionale in cui ha avuto origine. Un aspetto attualmente rilevante delle caratteristiche di un Master Plan è quello relativo alla natura partecipativa nel processo decisionale, e alla sua comunicatività, intesa come capacità del processo e del relativo documento di adottare un linguaggio aperto a un numero sempre più elevato ed eterogeneo di soggetti partecipanti, con particolare riferimento all utente finale. Ripetizione sintetizza E questo l aspetto principale raccolto nell esperienza di Christopher Alexander che, con l elaborazione del suo sistema pattern language, intende conferire all utente un ruolo centrale nella determinazione del proprio ambiente fisico attento che il concetto sia riferito alla stessa scala dei problemi altrimenti suona teorico-utopico. La sua preoccupazione etica, parte dalla considerazione che, dal tempo in cui, come nelle città storiche medievali, il cittadino era contemporaneamente ideatore, costruttore e utilizzatore del proprio spazio abitativo, oggi la determinazione dell ambiente fisico in cui siamo immersi (casa, strada, piazza, stanza) si svolge secondo un iter in cui l utente è escluso dal processo decisionale e costruttivo. Questa condizione comprometterebbe una qualità essenziale del buon ambiente costruito, che è la sua capacità adattiva, di costituirsi cioè come struttura vivente in grado di evolvere in rapporto alle esigenze della vita che contiene. Il suo modello di sviluppo, definito nell opera in 4 volumi The Nature of Order, parte dai principi basici secondo cui la materia si organizza coerentemente nell ambiente, e si pone all'opposto del metodo di progettazione contemporaneo in cui griglie geometriche, zone, strade e costruzioni, concepite attraverso un disegno astratto su carta, vengono imposte ai cittadini-utilizzatori. Affianco alla definizione del modello, si propone un linguaggio originale che permetta ad ogni cittadino-utente di ideare e realizzare il proprio ambiente abitativo. Munito di queste informazioni, un cliente può elaborare ed esprimere i propri desideri per il proprio habitat. L architetto, in questo modo, non è più la fonte unica e assoluta delle idee e delle soluzioni di un progetto. A una scala più ampia, gli errori del disegno urbano e della progettazione possono essere rilevati e corretti, con l uso degli stessi concetti.

3 Definizione 1. il master planning (la pianificazione attraverso la tecnica del master plan) è una attività analitica e creativa, risultato di una serie coordinata di decisioni (il piano o progetto), riguardo alle azioni da compiere per raggiungere obbiettivi prestabiliti il piano strategico (inteso come processo che porta alla definizione di un master plan) è definito come lo strumento all interno del quale le città e le società locali possono costruire, in un impegno comune e consapevole, la visione condivisa e dinamica del proprio futuro e del proprio posizionamento competitivo, finalizzando, secondo un approccio aperto e flessibile, le proprie politiche, le proprie scelte di priorità, i propri investimenti, per ottimizzarne l efficacia. 3 Nelle definizioni riportate il concetto di Master Plan è individuato nella prima in maniera più ampia, in riferimento alla teoria generale della gestione del progetto, ambito in cui ha avuto origine il termine stesso; e nella seconda in rapporto al contesto applicativo della pianificazione urbana e territoriale, che lo ha acquisito in un secondo momento. Entrambe le definizioni del termine, condividono alcuni concetti chiave che rimandano alla natura del Master Plan come prodotto di un processo decisionale, e implicano il ruolo del piano stesso come strumento di controllo di un processo attuativo che si desidera venga sviluppato nel futuro. Il Master Plan si situa all interno di questi due processi come un documento che è risultato del primo e garante del secondo. Il Master Plan è quindi un documento che rappresenta il risultato di un processo decisionale organizzato, che è composto da una parte di analisi mirata di un contesto (il contesto su cui il piano agirà) e da una parte propositiva -creativa: il programma degli obiettivi, la definizione dei modi e delle risorse umane e materiali per attuarli; il sistema di controllo dei risultati attesi. L insieme del processo che porta alla costruzione di un master plan può essere schematizzato in varie fasi connotate da retroazioni ed assimilabile ad processo d informazione generalmente articolato come segue: L analisi (risultato del processo d informazione: dati-intelligenza- decisione) 4, e il processo decisionale che precede la definizione del Master Plan, che può ascriversi sotto il termine di pianificazione strategica. 2 John Reeve, Marion B. Smith, Planning for Master Planning, APPA, Delibera CIPE - Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - dipartimento per il coordinamento dello sviluppo del territorio,il personale ed i servizi generali il piano strategico delle citta come strumento per ottimizzare le condizioni di sviluppo della competitività e della coesione. Linee-guida(Bozza), in 4 v. Simon H., Decisioni programmate e non programmate, in Carbonaro A., Pagani A. (a cura di), Sociologia industriale e dell organizzazione, Milano, Feltrinelli, 1970, pp

4 I dati in uscita di tale processo sono organizzati mediante master plan propriamente detto, che è un documento tipicamente composto da: _obiettivi dell intervento-piano delle risorse _ azioni, linee guida indicative (in forma scritta, di grafici, tabulati, schede) per conseguire gli obiettivi _ schemi grafici (una rappresentazione morfologica degli interventi previsti e del contesto in cui avverranno), planivolumetrici, plastici ecc. _ un piano di sviluppo del progetto contenente una valutazione della portata del progetto (mediante il WBS -work breakdown structure- delle attività principali), il cronoprogramma (organizzazione in fasi dell intervento, generalmente in forma di diagramma di GANTT), ecc. la definizione delle modalità di controllo dello sviluppo mediante un piano dei controlli ( tempi, e verifica degli obbiettivi, risorse). Tale strumento ha il compito di gestire l incertezza del progetto al momento della sua formazione, e le emergenze o le opportunità che si presentano nel tempo, in ordine a diversi aspetti che riguardano le dimensioni strategiche del progetto: _ economici (i finanziamenti, il budget) _ sociali (l utenza, l evoluzione delle esigenze, il contesto sociale) _ politici (l orientamento della direzione politica rispetto alle scelte del piano) _ ambientali (le risorse territoriali, il contesto fisico) ecc. Il livello di azione del Master Plan, o del progetto strategico, si situa a una scala precedente quella della programmazione dei singoli interventi edilizi regolata dalla legge 109/94 (legge Merloni). L azione del piano strategico e del master plan ha infatti l obiettivo di regolare le esigenze di trasformazione della città, considerando in un quadro organico e globale il sistema degli interventi necessari al suo sviluppo. Da questo punto di vista il Master Plan può essere definito il progetto dei progetti. Il lasso temporale di cui si occupa è quello del medio e lungo termine, e può andare dai 5 ai 20 anni. Il processo di costruzione dei dati in entrata per la formulazione del piano strategico attualmente indicato dai documenti e dalle agende Europee è di tipo partecipativo, e ha come mezzo e come scopo la promozione di un comportamento collaborativo tra gli attori coinvolti nell attività di definizione di una visione condivisa del futuro della città. In tal senso la pianificazione strategica realizza nuove forme di auto-organizzazione che pongono la cittadinanza stessa al centro dei processi decisionali per la trasformazione territoriale, e non più le sole istituzioni. Dalla natura partecipativa del piano, discende una delle sue caratteristiche essenziali, quella della sua comunicatività. È questa una qualità importante al fine di allargare il più possibile la cerchia dei soggetti attivi nel processo decisionale, non solo quindi i tecnici e le istituzioni, ma anche i privati, gli investitori economici, i portatori di interesse e, non ultimo, gli utenti finali (i cittadini). Le fasi principali del processo di pianificazione strategica sono in genere composte da: definizione di un accordo preliminare di partenza (può essere promosso anche da soggetti esterni all amministrazione cittadina) individuazione degli attori dell organizzazione e delle relative diverse competenze analisi ambientale interna ed esterna identificazione delle possibili strategie alternative, e definizione delle priorità

5 formulazione delle strategie e dei piani di sviluppo per aree di intervento (sempre in un ottica organica e globale) sviluppo di un processo di implementazione delle strategie definizione di uno strumento di monitoraggio dei risultati intermedi e finali tutto il processo è caratterizzato dalla partecipazione pubblica nelle diverse fasi di costruzione, secondo un approccio che mira alla condivisione attiva delle decisioni, volta a realizzare un accordo tra i diversi agenti e gruppi di interesse. Principali riferimenti bibliografici John Reeve, Marion B. Smith, Planning for Master Planning, APPA, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dipartimento per il coordinamento dello sviluppo del territorio,il personale ed i servizi generali, il piano strategico delle citta come strumento per ottimizzare le condizioni di sviluppo della competitività e della coesione. Linee guida (Bozza), in Città e competizione, è ora di riprendere la corsa, in Speciale l ANCE informa, pubblicazione dell Associazione Nazionale Costruttori Edili, luglio-agosto Prof. G. Giallocosta, Conclusioni della tavola rotonda La terra di nessuno. Tra il piano e il progetto, Facoltà di Architettura di Genova, 25 marzo Christopher Alexander, Le origini della teoria del modello il futuro della teoria, e la generazione di un mondo vivente, presentazione al congresso ACM sui programmi, sui sistemi, sulle lingue e sulle applicazioni Object-Oriented, California, Ottobre T. Pugliese, Agata Spaziante (a cura di); Associazione italiana di scienze regionali, pianificazione strategica per le città:riflessioni dalle pratiche, Milano, Franco Angeli, Siti web nel 1943, Herbert A. Simon vince il dottorato di ricerca presso la University of Chicago con una dissertazione successivamente pubblicata nel 1947 come Administrative Behavior: A Study of Decision-Making Processes in Administrative Organizations.

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